LA GUERRA DI SECESSIONE NEGLI USA (1861-1865) Alla base della guerra di secessione, che ebbe come detonatore il problema della schiavitù negli Stati del sud, vi sono profondi contrasti emersi già nei primi decenni dell’Ottocento tra le diverse aree socio-economiche del paese. Nel Nord, grazie ad una borghesia imprenditoriale molto dinamica, si erano andate sviluppando attività industriali e finanziarie; nel Sud prevaleva un’economia di piantagione fondata sulla schiavitù. Privi di qualsiasi diritto civile, nel 1860 gli schiavi erano circa 4 milioni, contro 6 milioni e mezzo di bianchi. La schiavitù era giustificata con teorie razziste e attribuita all’ordine naturale voluto da Dio. Negli Stati del Nord la schiavitù era stata abolita tra fine Settecento e inizio Ottocento, mentre la tratta era stata vietata nel 1808. Dunque ad un Nord borghese e capitalista, lanciato verso una moderna società industriale, si contrapponeva un Sud rurale, tradizionalista e schiavista. A metà Ottocento, l’abolizione della schiavitù fu al centro di vivaci campagne, che la indicavano come inaccettabile per uno Stato moderno, che si considerava la patria delle libertà individuali e della democrazia. Ma non c’erano solo motivi ideali: per i grandi proprietari del Sud gli schiavi erano manodopera a bassissimo costo, mentre il Nord, in rapido sviluppo vedeva nel loro affrancamento un serbatoio di manodopera da utilizzare nell’industria. Non solo. Gli Stati del Nord, per tutelare la loro giovane industria, erano protezionisti; quelli del Sud, invece, erano liberisti, per poter più facilmente esportare il loro cotone e acquistare i manufatti che la Gran Bretagna produceva a prezzi inferiori. Gli agricoltori dell’Ovest erano legati agli Stati del Nord: questi erano il principale sbocco commerciale dei prodotti alimentari che si producevano all’Ovest che, a sua volta, acquistava dall’industria del Nord i macchinari necessari per il lavoro agricolo. L’elezione a presidente di Abraham Lincoln preoccupò gli Stati del sud che videro in lui l’espressione del “potere nordista”. Così, nel febbraio del 1861 sette Stati del Sud (Carolina del sud, Georgia, Florida, Alabama, Mississipi, Louisiana e Texas) diedero vita alla secessione proclamandosi Confederazione degli Stati d’America. Agli inizi di aprile si aggiunsero anche Virginia, Tennessee, Carolina del nord e Arkansas. Venne scelta come capitale Richmond ed eletto presidente provvisorio Jefferson Davis. Missouri, Maryland e West Virginia, anche se Stati schiavisti, rimasero nell’Unione. Furono i confederati del Sud a proclamare la guerra (12 aprile 1861), durata fino al 1865. I Nordisti vissero la guerra come una rivoluzione democratica che avrebbe modernizzato il Sud; I Sudisti, invece, combatterono convinti di difendere le proprie terre e le proprie tradizioni dalla “plebaglia” del Nord. Fino al luglio del 1863, quando vennero sconfitti a Gettysburg, la guerra fu favorevole ai Sudisti, guidati dal generale Robert Lee. Successivamente, guidati dal generale Ulysses Grant, i Nordisti sconfissero ripetutamente e definitivamente i Sudisti, anche grazie al fatto che, dichiarata decaduta la schiavitù dal presidente Lincoln, molti neri fuggirono dalle piantagioni per arruolarsi nell’esercito unionista. Lincoln, che era stato rieletto nel 1864, venne assassinato a teatro da un fanatico sudista. Le conseguenze della guerra: I morti furono 600.000 (circa 350.000 nordisti e 260.000 sudisti) Il Sud fu ridotto ad un mucchio di rovine, con città distrutte e ferrovie completamente compromesse. Fino al 1877 fu occupato militarmente, con “campo libero” per avventurieri senza scrupoli che arrivavano dal Nord Economicamente sancì la vittoria del Nord, protagonista del passaggio da un’America rurale ad una industriale e finanziaria. La schiavitù fu ufficialmente abolita qualche mese dopo la fine del conflitto e nel 1870 i neri ottennero il diritto di voto, ma ciò non cancellò la discriminazione Contro i neri prese ad agire la sette segreta del Ku Klux Klan, fondata da ex soldati dell’esercito sudista: per impedire ai neri di votare agiva con l’intimidazione e anche con l’assassinio. Più tardi anche i neri si daranno associazioni volte a contrastare lo strapotere dei bianchi. Ma bisognerà aspettare il XX secolo per veder nascere gruppi come Black Power (Potere Nero) e simili, che agiranno in modo estremista nei confronti dei bianchi.