A SCARICABARILI (ossia NU BASTONE CHIACCHIARONE) commedia in 2 atti di Pasquale Petito libero adattamento di Antonio Caponigro Lo spettacolo “A SCARICABARILI” ovvero “Nu bastone chiacchiarone”, scritto da Pasquale Petito, fratello del più grande Antonio (il Pulcinella più grande che la tradizione napoletana abbia mai avuto), riporta in scena la piccola borghesia campana, con tutti i capricci e l’ambizione di risalire la scala sociale. L’adattamento parte dalla semplice pulitura del dialetto arcaico in cui è scritta la commedia (vista anche l’epoca di concepimento della stessa), per ridarla alle platee nazionali in una versione che potremmo definire televisiva, ovvero nel dialetto napoletano che il grande Eduardo, con la sua opera di divulgazione in TV, ha reso lingua nazionale. Ma l’operazione va ben oltre: nella messa in scena è possibile ritrovare tutto il teatro fisico dello stesso Petito “il grande”, che sottolinea una regia volta a rendere marionette personaggi che sono, per loro natura, la satira del ceto medio di fine ottocento. Don Sistopaolo, ricco e maturo negoziante di baccalà, ha sposato la giovane e istruita Giulietta, che cerca di sottomettere alla sua volontà maschilista con lo spauracchio del Codice, che gli uomini hanno scritto, ma che le donne sanno, purtroppo per lui, leggere ed applicare. Il testardo “baccalaiuolo”, suo malgrado, si trova coinvolto in una vicenda che vede interagire con lui gli altri personaggi: Don Gaetano e Donna Luisa, coppia apparentemente rispettabile; Assunta, anziana cameriera di casa, classico esempio di saggezza popolare; infine Don Isidoro, giovane gagà nullafacente, alla continua ricerca di sospirate avventure. Ad assistere Don Sistopaolo, che rischia di rimanere stritolato dalla vicenda, sarà un settimo, apparentemente muto, personaggio: il bastone “chiacchierone”, da cui ad un certo punto comincia a dipanarsi la matassa oltremodo ingarbugliata. Tutti magistralmente caratterizzati i personaggi di questa pièce comica, tipicamente napoletana, di cui il pubblico di tutta Italia può fruire grazie all’adattamento effettuato, che ha salvato pienamente la spiritualità partenopea di un testo che sintetizza simpaticamente l’improvvisazione, i lazzi, la fisicità del “Teatro Totale” dei Petito e la situazione, la vicenda, l’intreccio tipicamente scarpettiani. Durata 1 h 40’ - Cast 9 persone (6 attori, 3 tecnici).