Il Mediterraneo e la civiltà greco-romana

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MODULO 2
MODULOUNITÀ
2
Il mediterraneo
la civiltà greca
3
Il Mediterraneo
e laantico
civiltàe greco-romano
La
civiltà
greco-romana
UNITÀ
3
Il mediterraneo antico e la civiltà greca
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romana
PASSATO PRESENTE
Cittadinanza
Le radici di un’idea, l’importanza di un’eredità
Ciascuno di noi è cittadino: quando viene al mondo e lo stato gli riconosce la capacità giuridica (cioè la capacità di essere titolare di diritti), quando, raggiunta la maggiore età, partecipa alla
vita politica votando per un partito, quando, nel caso abbia commesso un reato, ha il diritto di
essere giudicato da un giudice imparziale e secondo le leggi dello stato. Questi e altri diritti
danno senso all’idea di cittadinanza. Un’idea attuale, ma dalla storia antica, che affonda le radici nella civiltà greco-romana, fiorita nel mar mediterraneo tra il V secolo a.C. e il V secolo d.C..
Chi era il cittadino?
Che cos’era la cittadinanza?
Le parole “cittadino” e “cittadinanza” derivano dal latino
civitas, ma i concetti che rappresentano sono nati in Grecia
al tempo delle poleis, cioè delle città-stato che formavano –
ciascuna indipendente e retta da proprie leggi –
la civiltà ellenica. È infatti nelle città-stato della
Grecia classica, 25 secoli fa, che per la prima
volta la città non fu solo il luogo fisico in cui si
concentravano gli abitanti, ma divenne anche
una comunità di persone unite da reciproci
diritti e doveri, cioè una comunità politica
(la parola politica deriva proprio da polis).
Nelle antiche monarchie orientali le persone erano “sudditi”: erano cioè disuguali
tra loro e sottomessi al potere assoluto del
sovrano. I “cittadini” greci, invece, erano
persone dotate degli stessi diritti e, all’interno del regime democratico che si sviluppò nelle poleis, potevano partecipare al-
le assemblee in cui venivano prese le decisioni importanti
per la comunità. Essere cittadino, dunque, non significava
semplicemente abitare in città, ma anche far parte di una comunità politica e avere i relativi diritti e doveri.
La cittadinanza divenne un concetto importante in particolare nell’Atene del V secolo a.C. Il territorio cittadino
venne suddiviso in distretti (chiamati demi) e gli abitanti
della città non vennero più indicati, come succedeva in passato, attraverso il nome del padre, ma in base al distretto di
appartenenza. Non si disse più, per esempio, «Socrate, figlio di Sofronisco» ma «Socrate, del demo di Alopece».
Sembra un cambiamento di poco conto, ma non lo è.
Se, infatti, per definire chi sono io, si fa riferimento a mio
padre (e per lui a suo padre e al padre di suo padre e così via)
questo vuol dire che ciò che importa di me è la mia famiglia
e che io verrò considerato in base alle sue caratteristiche
(nobiltà, potenza, antica o recente tradizione ecc.).
Se, invece, ciò che mi distingue dagli altri è il luogo in
cui sono nato, dal quale risulta evidente la mia città di appartenenza, questo diventa l’aspetto principale della mia
persona agli occhi degli
altri e, indipendentemente dai miei antenati, conterà soprattutto la mia
cittadinanza.
Il democratico ateniese
Demostene
e un rilievo con il senato
romano.
Chi aveva diritto alla cittadinanza?
Nell’antica Grecia la cittadinanza era concepita su base etnica: potevano cioè essere cittadini solo i discendenti delle stirpi fondatrici delle città. Dunque, solo una minoranza degli
abitanti della città erano cittadini: dai diritti politici erano esclusi gli schiavi, le donne, gli xènoi, cioè i greci non nati in
città, e i bàrbaroi, i barbari, come i greci chiamavano tutti i
non-greci, cioè gli stranieri.
Anche nella Roma delle origini la cittadinanza era riconosciuta solo ai discendenti delle famiglie fondatrici. Ma,
in seguito, furono proprio i romani a trasformare la cittadinanza in un dato pienamente politico, svincolato dalla base
etnica. Prima i romani concessero i diritti politici ai plebei,
cioè alle classi povere, in un primo tempo escluse, poi iniziarono a concedere la cittadinanza alle popolazioni di alcune città conquistate, in modo da dare loro gli stessi diritti
politici degli abitanti di Roma. Così, per esempio, un abitante di Brindisi poteva dirsi civis romanus, “cittadino romano”: egli era cioè soggetto alle medesime leggi di un abitante di Roma e aveva gli stessi diritti e doveri politici.
Uguaglianza e cittadinanza
Essere cittadino significò dunque, già in epoca antica, avere
dei diritti. Anche in seguito, al termine cittadino è stata
sempre legata un’idea di uguaglianza, di parità civile e politica. Non a caso i rivoluzionari francesi nel 1789, dopo aver
abbattuto la monarchia, imposero che le persone si chiamassero l’un l’altra con l’appellativo di citoyen, “cittadino”.
Dopo di allora sono avvenute molte importanti conquiste
sul piano dell’acquisizione dei diritti. Oggi che, almeno ufficialmente, la schiavitù non esiste più e viene generalmente accolto il principio dell’uguaglianza fra gli esseri
umani, in un paese come
l’Italia tutti coloro che nascono da genitori italiani
acquisiscono automaticamente la cittadinanza e i diritti che essa comporta (ma
Una seduta
del parlamento europeo
e l’ex presidente sudafricano
Nelson Mandela.
è bene ricordare che poco più di cinquant’anni fa le donne
italiane non potevano ancora votare). Tuttavia, per molti
che vivono e lavorano in Italia senza esservi nati, la cittadinanza è ancora un problema: oggi, come al tempo di Aristotele, ci sono molte persone di origine straniera (gli xénoi,
come li avrebbero chiamati i greci) che incontrano difficoltà per diventare a pieno titolo cittadini, e anche se risiedono qui da anni, pagano le tasse e contribuiscono all’economia del paese, non hanno gli stessi nostri diritti di eleggere i propri rappresentanti, di partecipare ai concorsi pubblici o all’assegnazione delle case popolari.
Le nostre leggi sulla cittadinanza non si sono ancora
completamente adeguate alla nuova realtà dell’immigrazione, che interessa tutti i paesi industrializzati.
Ma più ancora delle leggi è la nostra mentalità a essere
arretrata. Fra di noi sono ancora diffusi sentimenti xenofobi, o apertamente razzisti, che ci inducono a diffidare dei
nostri simili quando vengono da luoghi lontani. Ma oggi il
mondo non è più come al tempo delle poleis greche, fatto
di piccoli staterelli isolati gli uni dagli altri. Oggi lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e l’organizzazione dell’economia mondiale consentono, e spesso impongono, di spostarsi da un
paese all’altro per lavoro,
per studio o per sfuggire a
condizioni di vita insopportabili. Perciò è necessario che il nostro concetto di cittadinanza si adegui a questa nuova realtà.
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MODULO 2 • Il Vicino Oriente antico e le prime civiltà
IN QUESTO MODULO
PREREQUISITI
OBIETTIVI
conoscere il concetto
individuare le caratteristche della polis greca
di civilizzazione
conoscere le conseguenze
dei fenomeni migratori
sulle civiltà sedentarie
sapere in cosa consistette
la rivoluzione agricola
sapere cos’è una città-stato
conoscere le caratteristiche
delle monarchie orientali
distinguere le forme di
organizzazione del potere:
città-stato, regno, impero
saper spiegare il ruolo
economico della schiavitù
nelle società antiche
distinguere tra
imperialismo economico
e imperialismo politico
e le differenze rispetto ai modelli orientali
comprendere l’idea della cittadinanza nel mondo greco
analizzare l’evoluzione storica della democrazia in Grecia e i
diversi modelli di Atene e Sparta
sapere che cos’è l’ellenismo
conoscere le strutture portanti della società romana
spiegare il ruolo del senato nella Roma repubblicana
spiegare le ragioni politiche ed economiche
dell’espansionismo romano
riconoscere le trasformazioni culturali e sociali nell’età delle
conquiste
saper spiegare la crisi dell’ordinamento repubblicano
e il passaggio al principato
conoscere l’organizzazione imperiale, le trasformazioni
sociali ed economiche nell’epoca della pax romana
riconoscere le cause della crisi della pax romana
UNITÀ
3
Il mediterraneo antico e la civiltà greca
UNITÀ 3
Il Mediterraneo antico
e la civiltà greca
Lezione 9
Minoici e micenei
Lezione 10
La polis greca
Lezione 11
Atene e Sparta
Lezione 12
Impero persiano e poleis greche
Lezione 13
Il dominio macedone e l’impero di Alessandro
Lezione 14
La cultura nel mondo greco ed ellenistico
L’UNITÀ IN BREVE
LABORATORIO
DOSSIER TEMATICI
CHE COSA STUDIEREMO
La polis fu il cuore della civiltà greca. Fra l’VIII e il VI
secolo a.C. i greci ne fondarono molte, sia in Oriente,
in Asia Minore, sia in Occidente, soprattutto in Sicilia e
nella penisola italica (la Magna Grecia).
Pur non avendo unità politica, la Grecia fu unita
dalla cultura: una sola lingua, stessi dèi e uguali riti.
Con le conquiste del macedone Alessandro Magno (IV
secolo a.C.), la civiltà greca divenne per secoli il riferimento comune a tutti i popoli del Mediterraneo. Dopo
la morte di Alessandro, nei regni ellenistici avvenne
l’integrazione tra il mondo greco e quello orientale.
Mentre fioriva la civiltà greca, sulle coste del Tirreno
si sviluppava Roma, una città latina che arrivò a dominare la penisola italica, l’intero Mediterraneo e gran
parte dell’Europa e del Vicino Oriente.
Nel corso della sua storia, percorsa da contese interne fra aristocratici e popolari e dalle guerre (con gli italici, con Cartagine, con i parti e i germani), Roma si trasformò da monarchia in repubblica e poi in principato.
Nei secoli del massimo splendore imperiale (I-III
d.C.), Roma creò una grande civiltà, unificata dalla lingua latina, un’amministrazione statale efficiente e uno
straordinario sistema stradale. Nel III secolo l’impero
entrò in una crisi irreversibile, destinata a concludersi
nel V secolo con la caduta dell’impero romano, che sopravvisse solo nella sua parte orientale.
I MATERIALI
U3 Il Mediterraneo antico
e la civiltà greca
U4 L’ascesa di Roma
U5 L’impero romano e l’unificazione
del Mediterraneo
DOSSIER TEMATICI
POLITICA E ISTITUZIONI
Una giornata all’assemblea ateniese
I simboli del potere imperiale
La cittadinanza romana
SOCIETÀ ED ECONOMIA
La vita nei palazzi cretesi
De Agricultura: la villa romana
e la buona gestione del podere
Le case dei ricchi e le case dei poveri
VISIONI DEL MONDO
La mitologia greca
La scienza ellenistica
La donna nella società greco-romana
POLITICA E ISTITUZIONI
Una giornata all’assemblea ateniese
SOCIETÀ ED ECONOMIA
La vita nei palazzi cretesi
VISIONI DEL MONDO
La donna nella società greco-romana
X% 112
y % 112
x+ 0
y -16,7
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UNITÀ
LEZIONE 9
Minoici e micenei
TEMPO
100 a.C.
SPAZIO
PAROLA
3000 a.C.
Micene
Peloponneso
Cnosso
CRETA
2000 a.C.
1200 a.C.
Città-palazzo: le città delle antiche civiltà egee
erano molto diverse da quelle di oggi. Si trattava di vere e proprie città costruite all’interno di
grandi palazzi, in cui si svolgevano varie funzioni: erano residenze di re aristocratici, ma ospitavano anche luoghi di culto e magazzini, laboratori artigianali e archivi dove erano catalogate le
merci.
La civiltà cretese e il suo indissolubile
rapporto con il mare
Il dominio commerciale
del Mediterraneo orientale
Spostiamo ora la nostra attenzione sul Mediterraneo
orientale, e precisamente sul mare Egeo, dove sono
nate e fiorite altre grandi civiltà: prima quella cretese
e micenea, poi quella greca.
Prima dei greci, nell’età del bronzo, il Mediterraneo orientale era dominato dalla civiltà cretese, fiorita nell’isola di Creta intorno al 2000 a.C. Questa
civiltà, detta anche minoica da Minosse, il leggendario re dell’isola, presenta caratteri originali rispetto a
quelle della Mezzaluna fertile: essa, infatti, non si basò principalmente sull’agricoltura, ma sui commerci.
Per comprendere questa caratteristica distintiva, occorre considerare la posizione geografica di Creta: essa si trova a sud della Grecia e a ovest delle coste della
Turchia, ma è vicina anche al delta del Nilo, a Cipro,
alla costa siriaca, tutte regioni abbastanza facili da
raggiungere via mare. Inoltre, Creta è una grande isola, attraversata da una pianura adatta alla coltivazione dell’ulivo e della vite, ma anche da colline e
montagne ricche di boschi. Questi elementi risultarono fondamentali per le fortune dell’isola, poiché il
legname fu preziosissimo per l’allestimento di una
potente flotta, mentre olio e vino divennero prodotti di scambio.
La forza della flotta consentì ai cretesi di
3
controllare i commerci nel Mediterraneo orientale,
che essi dominarono per diversi secoli. Intorno al
1700 a.C., infatti, la principale città cretese, Cnosso,
era il centro più popoloso del Mediterraneo. Grazie
alla fitta rete di scambi commerciali, l’economia
dell’isola divenne molto florida. In particolare, la sua
ricchezza dipendeva dal commercio con la Grecia,
con l’Egitto e con alcuni paesi del Vicino Oriente. I
cretesi esportavano una parte della loro produzione,
e cioè olio, vino, ceramica, lana; importavano invece, soprattutto dal Vicino Oriente, metalli, pietre
preziose, marmo e strumenti per lo sviluppo dell’artigianato.
La civiltà cretese cominciò a decadere a partire
dal 1500 a.C. circa, probabilmente a causa di una serie di terremoti che devastarono l’isola. Attorno al
1400 a.C., poi, Creta fu conquistata dagli achei, provenienti dalla Grecia.
Le città-palazzo: il centro
della vita economica, politica e religiosa
La ricchezza di Creta confluiva nelle città e veniva
amministrata dai sovrani, che la distribuivano ai villaggi. Le città cretesi sono state definite città-palazzo perché erano, di fatto, costituite da enormi palazzi che racchiudevano in sé numerose funzioni. I palazzi, infatti, non erano solo residenze reali e luoghi
di culto, ma ospitavano al loro interno anche i ma-
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
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gazzini per i prodotti, i laboratori degli artigiani, gli
archivi per catalogare le merci.
Tutte queste attività portarono i cretesi a sviluppare un loro sistema di scrittura, che per noi è ancora
quasi incomprensibile.
L’assenza di mura intorno ai palazzi e le poche armi ritrovate negli scavi archeologici ci fanno pensare
a una società relativamente pacifica all’interno, e al
sicuro da aggressioni esterne, anche grazie alla forza
della flotta. Le testimonianze della raffinata arte cretese ci confermano questa idea: le pitture sulle pareti
dei palazzi, infatti, non ritraggono episodi di guerra,
ma momenti della vita quotidiana o cerimonie religiose.
La religione cretese
e il culto della Grande Madre
I cretesi veneravano in particolare una divinità femminile, la Grande Madre, da cui dipendevano la fertilità della terra, la prolificità del mondo animale e anche, naturalmente, la conservazione e il consolidamento della specie umana.
È probabile che la società cretese desse grande importanza alla donna, considerandola, grazie alla sua
capacità di dare la vita, come l’incarnazione terrena
dei poteri della Grande Madre: anche per questo motivo si ritiene che la donna vivesse in condizioni di parità rispetto all’uomo.
Troia
mar Egeo
achei
Thermi
Focea
mar Ionio
Tebe
Micene
Argo
Peloponneso
Atene
Samo
Tirinto
Pilo
Mileto
Coo
Rodi
Cnosso
Colonie micenee nell’Asia Minore
Principali fortificazioni
Palazzi di Creta
Festo
Creta
Il Mediterraneo orientale nel II millennio a.C. L’area
raffigurata nella cartina vide fiorire prima la civiltà cretese,
che dominò i commerci marittimi, poi quella micenea,
che alla vocazione marinara unì una tradizione guerriera.
Una potente flotta mercantile. L’affresco (1600 a.C.),
proveniente da una casa di Creta, raffigura un porto dell’isola.
La figura femminile
nell’arte cretese.
La donna godeva di grande
considerazione nella società
cretese ed è protagonista anche
nell’arte: sopra, la Grande Madre;
a destra, la Parigina, così chiamata
per il suo naso “alla francese”.
Il palazzo di Cnosso. Come tutti i palazzi cretesi, il palazzo di Cnosso,
di cui vediamo i resti, era ricco di dipinti coloratissimi, colonnati, saloni
e terrazze costruite seguendo l’andamento collinare del terreno.
88
MODULO
2
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
I micenei: guerrieri
e navigatori
La nascita della potenza achea
Grazie al fatto che è stato possibile decifrare la loro
scrittura, conosciamo alcuni aspetti dell’organizzazione sociale dei micenei. La società micenea era divisa nettamente in due fasce. Al vertice stava l’aristocrazia, capeggiata da un re dotato di forza, coraggio
e valore militare: essa comprendeva i guerrieri, che
comandavano le unità militari dislocate sul territorio, e i sacerdoti. Re e aristocratici vivevano nel palazzo, da dove venivano organizzate tutte le attività
del regno. La base della società era costituita dal popolo, composto da contadini, pescatori e artigiani
che vivevano in comunità di villaggio situate intorno
al palazzo.
La struttura sociale dei micenei
I micenei furono un popolo di guerrieri,
come testimoniano le mura di difesa delle città, le raffigurazioni di carri da combattimento e infine le eroiche imprese di
guerra dei loro sovrani raccontate nei poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea. DIZIONARIO
Le felice posizione nel Peloponneso e i frequenti
contatti con l’isola di Creta consentirono inoltre ai
micenei di diventare degli esperti navigatori. Intorno al 1400 a.C. essi cominciarono a estendere il loro
dominio sul mar Egeo, conquistarono Creta e fonPoemi omerici
DIZIONARIO
Intorno al 1600 a.C. nella parte meridionale della penisola greca, il Peloponneso, si
stanziò una popolazione nomade indoeuropea, gli achei, che vi fondarono diverse
città-stato. Fra queste Micene (riportata
alla luce nell’Ottocento) divenne il centro principale
della civiltà achea, detta perciò anche micenea. Stabilitisi nel Peloponneso, i micenei si dedicarono all’agricoltura, all’allevamento e alla pastorizia, ma
non abbandonarono le loro origini guerriere.
L’Iliade e l’Odissea sono le due grandi opere attribuite dalla tradizione all’antico poeta greco Omero. I due
poemi, la cui redazione scritta risale all’VIII secolo a.C.
circa, erano stati composti assai prima, verso il X secolo a.C., non da un solo individuo (in questo senso la
figura di Omero sarebbe leggendaria, più che storica), ma
da cantori, per essere tramandati oralmente fino alla ricomparsa della scrittura. I poemi omerici, infatti, narrano vicende di età micenea (XV-XII secolo a.C.), ma risultano arricchiti
da particolari sulla vita quotidiana dell’epoca della composizione (X secolo a.C.).
UNITÀ
3
darono colonie in vari punti del Mediterraneo: in
Sardegna, in Sicilia e nelle isole Eolie. Ma l’espansione dei micenei si indirizzò soprattutto verso le coste
dell’Asia Minore.
Importante fu la conquista di Troia, probabilmente
intorno al 1250 a.C., che costituisce l’argomento
centrale dell’Iliade. Il conflitto scoppiò probabilmente perché la città di Troia, con la sua posizione
strategica, condizionava la libertà di traffici e commerci verso il mar Nero.
La Grecia dopo il crollo
della civiltà micenea
Verso il 1200 a.C. però la civiltà micenea scomparve
improvvisamente, forse a opera dei dori, una popolazione indoeuropea proveniente da nord. Con essi
nacquero centri come Sparta, Corinto e Argo, destinati ad assumere notevole importanza.
Altre migrazioni di gruppi etnici indoeuropei avevano nel frattempo interessato diverse parti del
mondo greco: gli ioni si erano insediati nell’Attica, il
cui centro principale era Atene, e gli eoli avevano
popolato la Beozia, la cui città più importante era
Tebe.
Dori, ioni ed eoli furono i popoli che contribuirono maggiormente a costruire la civiltà greca.
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
89
Il Medioevo ellenico:
i secoli bui della storia greca
Il periodo della storia greca che va dal 1200 fino
all’800 a.C. circa corrisponde a una fase in cui l’organizzazione sociale ed economica tornarono a livelli
più arretrati rispetto a quelli raggiunti dalla civiltà
micenea; scomparve inoltre quasi completamente la
scrittura.
Questo periodo viene definito Medioevo ellenico
oppure “periodo buio” per la scarsità di documenti
che sono rimasti. Disponiamo, però, della straordinaria fonte indiretta di informazioni costituita dai
poemi omerici.
Da questi poemi, nati in forma orale proprio durante i “secoli bui”, apprendiamo che i greci, dopo il
crollo della civiltà micenea, vivevano in comunità di
villaggio, rette dai capi delle famiglie nobili (chiamati basileis, che significa “re”). Sappiamo che vi era
anche un consiglio degli anziani nobili che rappresentavano le comunità nei rapporti con gli altri popoli ed esercitavano le funzioni di arbitri nelle contese interne. Vi era poi un’assemblea popolare che discuteva le questioni di interesse pubblico e valutava
l’operato dei capi. Sappiamo infine che i greci di
questi secoli vivevano di pastorizia, di agricoltura e
di allevamento.
VERIFICA VELOCE
Le tappe della civiltà minoica
1 Collega le date elencate alle tappe della civiltà cretese riporta-
La società micenea
3 Completa lo schema che illustra l’organizzazione sociale dei
te in disordine.
micenei. L’esercizio è già avviato. Poi rispondi alle domande.
terremoti
1400 a.C.
palazzo
comunità di villaggio
invasione degli achei
1500 a.C.
– sovrano
–
_______________________
–
_______________________
–
_______________________
–
_______________________
–
_______________________
inizio dello sviluppo
1700 a.C.
periodo di massimo splendore
2000 a.C.
Le funzioni delle città-palazzo
2 La città-palazzo è il simbolo della civiltà cretese. Quali erano le
Una popolazione battagliera. Presso i micenei gli oggetti di uso
comune, come vasi e lame di spada (sopra), erano spesso decorati con
scene di battaglia, a testimonianza della loro natura guerriera.
Città come fortezze. Come mostrano i resti di Micene a sinistra,
le città dei micenei erano vere e proprie fortezze costruite sulla cima
dei colli e circondate da mura imponenti.
La maschera di Agamennone. La maschera d’oro (in alto,
nella pagina) fa parte del corredo funebre rinvenuto a Micene
nella cosiddetta Tomba di Agamennone.
sue numerose funzioni? Completa lo schema e poi utilizzalo come traccia per scrivere un breve testo su questo argomento.
città-palazzo
1. In che modo gli storici sono riusciti a ottenere informazioni
sulla società micenea?
2. Chi deteneva il potere politico presso i micenei?
Differenze fra cretesi e micenei
4 Completa sul tuo quaderno una tabella simile a questa, riportando per ogni ambito la caratteristica essenziale di ogni civiltà.
funzione religiosa _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
______________________________________________________
cretesi
micenei
economia
___________________
___________________
funzione economica _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
società
___________________
___________________
______________________________________________________
politica
___________________
___________________
cultura e arte
___________________
___________________
funzione politica _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
2
SOCIETÀ ED
ECONOMIA
90
MODULO
DOSSIER
TEMATICI
LA VITA NEI PALAZZI
CRETESI
1 , rinI reperti più significativi sono quelli di Cnosso ●
venuti all’inizio del XX secolo dall’archeologo Arthur
Evans: questi scavi hanno permesso di ricostruire la
struttura e le funzioni delle città-palazzo.
La struttura delle città
Le città si sviluppavano attorno a un grande cortile
centrale che rappresentava la piazza. Al piano terra si
trovavano i laboratori degli artigiani, i magazzini e le
cantine, utilizzati come depositi per le eccedenze ali-
1
●
CNOSSO: TRA REALTÀ
E LEGGENDA
mentari provenienti dalla campagna e per i prodotti
destinati al commercio come olio, frumento e vino. Ai
piani superiori si affacciavano terrazze ed edifici dalle
2 , le abitazioni delle
varie funzioni: la sala del trono ●
gerarchie amministrative e degli artigiani, le sale adibite alla gestione legislativa ed economica della città. Gli
appartamenti regali erano situati ai piani più alti. Sui
3 e delle sale sono stati ritrovati
muri delle abitazioni ●
4 . Nelle città-palazzo c’erano
numerosi affreschi ●
anche vari altri cortili, in uno dei quali, probabilmente,
venivano tenuti degli spettacoli.
Le città erano molto popolate e frequentate: tavolette
amministrative ritrovate a Cnosso e databili al XIV
secolo a.C. indicano che oltre 4000 persone ricevevano
razioni di cibo.
2
●
3
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
La città-palazzo come centro economico
Le città-palazzo erano il cuore dell’amministrazione
politica del territorio, ma la loro funzione era soprattutto economica: erano al centro di commerci con la
5.
Grecia continentale e i porti della Siria e dell’Egitto ●
Oltre alle derrate agricole, il commercio era fondato
sul rame e sullo stagno (che insieme compongono la
lega del bronzo), metalli di cui Creta era particolarmente ricca. L’importanza dell’attività commerciale di
Creta è attestata dal fatto che la sua moneta, il “talento”, era all’epoca la moneta più diffusa.
Quali reperti archeologici sono rimasti di queste città? Che cosa ci permettono di capire?
Su quali prodotti si fondava l’attività economica delle città-palazzo?
LA SALA DEL TRONO
Il palazzo di Cnosso è il più grande e
famoso tra i palazzi cretesi. Non stupisce che
la sua intricata e complessa pianta abbia fatto
sorgere presso i greci la leggenda del labirinto, costruito dal mitico re Minosse per rinchiudervi il mostruoso Minotauro, frutto dell’amore di sua moglie Pasifae per un toro
inviato dal dio del mare Poseidone. Secondo
la leggenda, il Minotauro fu ucciso da Teseo
con l’aiuto di Arianna e del suo celebre filo,
che gli consentì di non smarrirsi nel labirinto
(il termine deriva da labrys, che indicava una
scure bipenne riprodotta quasi ovunque nel
palazzo).
1 cortile ovest; 2 cisterne; 3 ingresso e propilei ovest; 4 corridoio
delle processioni; 5 abitazioni; 6
ingresso sud; 7 scalinata per il
primo piano; 8 cortile centrale; 9
sala del trono; 10 vestibolo; 11
grande sala; 12 magazzini ovest;
13 bacino per riti religiosi; 14
ingresso nord-est; 15 teatro; 16 e
17 magazzini; 18 grande scalinata; 19 saloni per le adunanze di
corte; 20 saloni e sala da bagno
della regina; 21 latrine; 22 santuario; 23 sala con colonnato centrale; 24 e 25 laboratori artigianali
3
●
LE ABITAZIONI
Le case erano di uno o
due piani, con il tetto a
terrazza. Le finestre
erano di due tipi: a doppio battente con persiane o con la grata.
91
4
●
LA TAUROMACHIA
Fra gli splendidi affreschi di cui era ricco il palazzo di Cnosso, questo è uno dei più belli e famosi. Rappresenta una tauromachia: si trattava di un esercizio non cruento e consisteva in volteggi che un atleta
compiva sulla schiena di un toro lanciato al galoppo.
5
●
lI MAGAZZINI DEL PALAZZO
Le numerose anfore
rinvenute presso le rovine del palazzo di
Cnosso attestano i fiorenti traffici che gravitavano attorno alla cittàpalazzo.
DOSSIER TEMATICI
DOSSIER TEMATICI
Un’isola con molte città
La nascita delle città-palazzo cretesi è databile attorno
al 2000 a.C. con la costruzione del primo palazzo di
Cnosso. Successivamente si sviluppano numerosi altri
centri urbani, circa novanta; tra i più importanti:
Cnosso, Festo, Mallia, Giurnià, Hagia Triada.
Di queste città sono rimasti pochi resti archeologici
poiché gli edifici furono distrutti nel 1700 a.C. circa
per ragioni poco note: probabilmente a causa di un terremoto o di un’invasione.
UNITÀ
92
UNITÀ
LEZIONE 10
La polis greca
TEMPO
100 a.C.
SPAZIO
PAROLA
3000 a.C.
Magna Grecia
Grecia
Asia Minore
Città-stato: unità politica fondamentale del
mondo greco. La città-stato, o polis, era un organismo autonomo costituito dal nucleo urbano
vero e proprio (organizzato attorno ai due poli
fondamentali: la piazza e il tempio) e dalla più o
meno vasta campagna circostante.
VIII-VI
secc. a.C.
La nascita della polis in Grecia
Intorno all’VIII secolo a.C., alla fine dei “secoli bui”,
incominciarono a sorgere in Grecia molti piccoli stati autonomi: si tratta delle poleis (al singolare polis),
o città-stato. Probabilmente, la polis nacque quando
diversi villaggi iniziarono a coalizzarsi per difendersi
meglio da attacchi esterni, rendere più efficiente l’economia e amministrare la giustizia. Le poleis comprendevano un territorio ben delimitato; ciascuna di
esse, inoltre, era regolata da leggi proprie e aveva particolari costumi e usanze. Le diverse poleis avevano
però in comune due importanti elementi: la lingua
e alcune fondamentali credenze religiose.
Le poleis erano parecchie centinaia; salvo alcune
eccezioni, come Sparta e Atene, il loro territorio era
scarsamente esteso e la popolazione relativamente
numerosa. Ciò dipendeva dal fatto che la Grecia è
un paese montuoso, con ristrette pianure e valli separate da rilievi che dividevano una città dall’altra.
3
fondamentale nell’economia greca, povera
di risorse naturali e umane, aveva, inoltre, lo
sfruttamento del lavoro degli schiavi. Questi ultimi erano impiegati ovunque, al servizio dello stato come dei privati: nei campi,
nelle case dei ricchi, nelle miniere. Gli
schiavi potevano anche essere acquistati sul
mercato, come ogni altra merce: le razzie dei pirati
greci e i mercanti dell’Asia e dell’Africa ne procuravano in abbondanza. Il loro prezzo, perciò, era molto basso: anche un semplice contadino poteva prendere uno schiavo che lo aiutasse nel lavoro dei campi.
La struttura politica della polis:
il ruolo dei cittadini
Per la stessa ragione, le poleis si trovavano spesso
vicino al mare, che rappresentava la migliore via di
comunicazione. Il territorio della polis comprendeva
solitamente la campagna e un nucleo urbano. Nella campagna vivevano i contadini, nel nucleo urbano
risiedevano gli artigiani, i commercianti, i marinai, i
vari professionisti (come i medici e gli architetti) e i
nobili. Il nucleo urbano era diviso in due zone. Sulla
sommità di una collina sorgeva l’acropoli, o “città
alta”: era la sede del governo e dei templi religiosi, ma
spesso ospitava anche un corpo di guerrieri. Sotto, si
estendeva l’agorà, la piazza del mercato, sede dei
commerci. Qui si svolgeva anche l’assemblea popolare, dove si discutevano i problemi della città.
All’interno della polis, solo chi apparteneva a una famiglia originaria del luogo e possedeva un lotto di
terra, anche piccolo, era considerato cittadino e poteva esprimere il proprio parere all’assemblea popolare, ricoprire le cariche politiche e portare le armi.
L’assemblea popolare controllava l’operato dei magistrati, approvava le leggi e deliberava su questioni
importanti come la pace e la guerra. L’amministrazione della polis, che gli antichi greci chiamavano tá
politiká (da cui deriva il nostro termine “politica”),
era dunque in mano ai cittadini.
Non si trovavano sullo stesso piano dei cittadini i
meteci, ossia quei lavoratori, artigiani e mercanti,
che non erano originari della polis, ma vi erano im-
L’economia della polis
I greci praticavano l’agricoltura (grano, vite, ulivo) e
la pastorizia. Ma la vera ricchezza della polis era costituita dai commerci marittimi. Un’importanza
93
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
migrati successivamente: essi erano infatti
esclusi dalle decisioni più importanti e dalle
massime cariche politiche. Inoltre, erano
del tutto esclusi dalla vita politica gli schiavi
e le donne; queste ultime sottostavano alle
decisioni dei loro mariti o dei loro padri e si
occupavano quasi esclusivamente delle attività domestiche e dell’educazione dei figli.
Sovrappopolamento e colonizzazione
Intorno all’VIII secolo si ebbe in Grecia una sensibile crescita della popolazione: aumentò perciò il numero delle bocche da sfamare. Il territorio della Grecia, però, non era sufficiente per soddisfare questa
necessità e una parte della popolazione non aveva i
mezzi per sopravvivere.
Per risolvere questo problema i greci ricorsero alla
fondazione di colonie al di là del mare: il governo di
una città-stato raccoglieva una parte dei cittadini in
eccesso rispetto alle risorse del territorio, che di solito
appartenevano a famiglie povere, senza lavoro e senza ricchezze, oppure erano mal tollerati per ragioni
politiche, e quindi allestiva una flotta, con la quale i
prescelti venivano mandati in un luogo adatto sia
per la fertilità della terra sia perché scarsamente popolato.
Qui giunti, essi generalmente s’imponevano sulle
popolazioni locali mettendole in fuga o riducendole
in schiavitù; allora tracciavano le mura, edificavano i
templi, costruivano le case, organizzavano il porto.
In questo modo sorgeva una nuova città sul modello
greco. La colonia era autonoma, ma manteneva rapporti molto stretti con la madrepatria, di cui, generalmente, riproduceva la struttura politica.
Lo schema urbanistico
delle poleis. A fianco,
la ricostruzione grafica
di Atene nel V secolo a.C.
All’acropoli (1) si affiancavano
tempietti (2) e altari (3) nella
“città bassa”. Qui vi erano le
abitazioni (4), inframmezzate
dai campi coltivati (5) e le
botteghe artigiane. I principali
edifici pubblici erano
il tribunale (6), il buleuterion
(7), dove si riuniva la bulè,
la tholos (8), in cui abitavano
membri del governo, e il teatro
(9). L’agorà (10) era circondata
da portici dipinti (11).
Le mura difensive (12) erano
estese fino al porto (13).
Tanais
Olbia
celti
La ricchezza delle poleis. Agricoltura
e commerci marittimi, come raccontano
le decorazioni dei vasi (VI sec. a.C.,
sopra e in alto nella pagina), costituivano
la maggior fonte di ricchezza delle poleis.
La colonizzazione greca. I greci
si spinsero a est verso l’Asia Minore
e il mar Nero, a ovest raggiunsero l’Italia
meridionale e la Spagna. Come si vede
dalla cartina, il bacino del Mediterraneo
era così diviso in due zone, controllate
una dai greci e l’altra da un popolo
che abbiamo già incontrato: i fenici.
Massalia
iberi
Danubio
Tyras
Istro
Nicea
etruschi
Odessa
illiri
Panticapeo
Nympaeum
Dioscuride
mar Nero
Fasi
Trebisonda
Sinope Amiso
Mesembria
Apollonia
Cuma Metaponto Maronea Bisanzio Calcedonia
Tharrus
Hemeroscopium
Neapolis
Gades
Cizico
Cappadocia
Caralis Paestum TarantoEpidamno
Lampsaco
Sexi
Sulci
Zancle Sibari
Malaca
Smirne Lidia Cilicia
Panormus
Crotone
Efeso
Tingis
Reggio
Utica Motya
Atene Mileto
Side
Saldae
Aspendo
Agrigento
numidi
Carthago
Mogador
Sparta
Siracusa
Fenicia
cartaginesi Thapsus
Sidone
mar Mediterraneo
Tiro
Taauchira
Apollonia
Palestina
Naucrati
Euhesperides
Colonie greche
Colonie fenicie
Cirene
Leptis
Barca
Zone di influenza
Zone di influenza
Magna
Emporiae
Alalia
greca
Rotte commerciali
greche
fenicia
Rotte commerciali
fenicie
italici
EGITTO
94
MODULO
2
La colonizzazione dell’Italia meridionale
e della Sicilia
Le prime colonie greche furono fondate in età micenea sulle coste dell’Asia Minore, ma la grande colonizzazione dei secoli fra l’VIII e il VI a.C. interessò
soprattutto la parte occidentale del Mediterraneo e,
in particolare, l’Italia meridionale e la Sicilia.
Le popolazioni greche avevano sempre avuto rapporti con le coste dell’Italia meridionale; qui dunque la colonizzazione fu molto intensa: furono fondate in Campania Ischia, Cuma, Napoli, Paestum, in
Puglia Taranto e in Calabria Sibari, Crotone, Locri e
Reggio. In Sicilia le principali colonie furono Siracusa, Gela, Agrigento e Selinunte. Qui i greci dovettero
lottare con le popolazioni locali, i siculi e i sicani, ma
soprattutto con i fenici di Cartagine, che avevano occupato la parte occidentale dell’isola. L’insieme delle
colonie fondate sulle coste dell’Italia meridionale fu
chiamato dai greci Magna Grecia.
Troviamo infine colonie greche anche in Francia
meridionale (Marsiglia), o nella parte settentrionale
dell’Africa (Cirene).
Espansione economica
e diffusione della moneta
La colonizzazione ebbe come conseguenza un periodo di grande espansione economica. La madrepatria
sviluppava un fitto scambio commerciale con le sue
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
colonie, e queste a loro volta organizzavano commerci tra di loro o con altre città della Grecia.
Per realizzare questi scambi commerciali a lunga
distanza i greci divennero sempre più esperti nella
navigazione e cominciarono a servirsi abitualmente
della moneta. Ogni città-stato aveva la sua moneta,
fatta con una lega d’argento, e ne garantiva il peso e il
valore.
Struttura sociale e lotta politica
nelle poleis
La colonizzazione del Mediterraneo, tuttavia, non
risolse tutte le tensioni politiche interne alle poleis.
Anzi, all’interno delle città-stato, con l’aumentare
degli scambi commerciali e della ricchezza aumentarono anche le differenze fra i cittadini. A dominare
erano le grandi famiglie di proprietari terrieri, gli
áristoi (in greco, “i migliori”), che detenevano le
maggiori ricchezze e occupavano le massime cariche
politiche. Il popolo (demos), formato dai contadini,
dagli artigiani e dai commercianti, premeva per contare di più nell’amministrazione della polis e per migliorare le proprie condizioni di vita.
In molti casi, infatti, i cittadini poveri erano costretti a indebitarsi per vivere e, se non riuscivano a
pagare i propri debiti, diventavano schiavi dei loro
creditori. D’altra parte, l’aumento dei traffici commerciali in seguito alla colonizzazione aveva accreIl lavoro degli artigiani.
L’attività artigianale, che
utilizzava un grande numero
di schiavi, divenne sempre più
importante per le poleis.
Il vaso a sinistra rappresenta
scene di lavoro in una
fonderia: un operaio attizza
il fuoco mentre un altro tiene
la mazza per battere il ferro
incandescente; un altro
operaio, sulla sinistra, forgia
una statua di cui si vede,
a terra, la testa.
Ogni polis ha la sua moneta.
A sinistra vediamo quella
di Atene con l’effigie della
civetta, simbolo della dea
Atena protettrice della
città.
UNITÀ
3
sciuto l’importanza degli artigiani e dei mercanti,
che sopportavano sempre meno il potere assoluto
delle famiglie aristocratiche.
In varie città nacquero così due partiti in lotta fra
loro: il partito degli aristocratici e quello dei democratici. Gli aristocratici sostenevano che il governo
della città doveva rimanere nelle loro mani; i democratici sostenevano invece che tutto il popolo, ossia
tutti i cittadini, dovevano partecipare all’amministrazione della polis (la parola “democrazia” significa
appunto “potere del demos”, cioè del popolo).
Le prime leggi scritte
Uno dei principali risultati di queste lotte sociali fu
la pubblicazione delle prime leggi scritte. Tra il VII e
il VI secolo a.C. in molte città della Grecia e della
Magna Grecia si affidò a un uomo, generalmente un
aristocratico, il compito di redigere leggi scritte alle
quali sia l’aristocrazia sia il demos dovevano attenersi.
In precedenza le leggi erano tramandate oralmente e la loro autorità derivava dal fatto che la loro
origine era ritenuta divina; chi deteneva il potere,
prima di tutto il re e poi gli aristocratici, poteva interpretarle e applicarle a suo piacimento.
La legge scritta introduce una situazione completamente diversa; in primo luogo, è stabilita da un
uomo, non ispirata da un dio (e quindi ha valore solo se i cittadini le riconoscono questa autorità); in se-
95
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
condo luogo, proprio perché scritta, può essere conosciuta da tutti e la sua applicazione è sottoposta al
controllo collettivo.
Anche se le prime leggi scritte non intaccavano i privilegi dei ricchi e potenti aristocratici, questa fase costituì una tappa fondamentale nell’evoluzione della
città greca, che acquistò così il suo carattere più originale: essere una comunità di persone unificata dal
rispetto di una medesima legge.
La tirannide
In alcuni casi, tuttavia, neppure le leggi furono sufficienti a garantire la pace all’interno di una città. Il
malcontento popolare e i conflitti sociali favorirono
in molte città, tra il VII e il VI secolo a.C., l’avvento
al potere dei tiranni.
Per i greci il tiranno era un personaggio impadronitosi del potere con la forza e illegalmente: di solito ricopriva una carica pubblica e faceva in modo
che le magistrature più importanti fossero occupate
da persone a lui fedeli. Il tiranno poteva fare ricorso
alla violenza, ma allo stesso tempo, per mantenere il
potere, prendeva spesso provvedimenti a favore del
popolo, assegnava terra e lavoro ai ceti più poveri, limitando così il potere dei nobili e dei ceti più ricchi.
La fase dei tiranni rappresentò dunque, in molte
città greche, un periodo di indebolimento del potere
dell’aristocrazia.
VERIFICA VELOCE
La Grecia, un mondo di città-stato
1 Sul tuo quaderno costruisci una tabella come questa e indica
Gli abitanti della polis
4 Completa lo schema inserendo correttamente le informazioni
gli elementi che rendevano ciascuna polis autonoma e quelli invece comune fra le poleis.
date. L’esercizio è avviato.
elementi di autonomia
elementi comuni
________________________
________________________
________________________
________________________
I greci fondano numerose colonie nel Mediterraneo
2 Osserva la cartina a pag. 93 e individua le odierne nazioni o regioni in cui si trovano le seguenti colonie greche:
Siracusa, Marsiglia, Mileto, Taranto, Napoli, Nizza, Cirene
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
erano artigiani e mercanti
non erano nativi della polis
ricoprivano le cariche politiche
erano esclusi del tutto dalla vita politica
potevano portare le armi
erano originari della città
erano proprietari di terre
partecipavano solo ad alcune decisioni della vita pubblica
dipendevano dai loro padroni o dai loro padri
si occupavano della casa e dell’educazione dei figli
ABITANTI
Ora rispondi alle domande.
1. Quali rapporti manteneva la nuova città con la madrepatria?
2. Come erano organizzate le colonie?
Polis
3 Dalla parola greca polis hanno origine molti termini che usiamo
ancora oggi, come “politica” o “acropoli”: alla luce di quanto hai
studiato nella lezione, spiega il significato di queste due parole.
cittadini
3
meteci
schiavi/donne
VISIONI2DEL MONDO
96
MODULO
LA DONNA NELLA SOCIETÀ
GRECO-ROMANA
Il compito fondamentale: essere madre
La differenza tra uomini e donne ha una duplice natura:
biologica e culturale. Dal punto di vista biologico, alle
donne spetta il compito fondamentale di riprodurre la
specie. Nella società greca e in quella romana – come del
resto in quasi tutte le civiltà antiche –, la donna è essen1 ●
2 , è anzi il simbolo stesso della
zialmente madre ●
fecondità.
La dimensione naturale, però, non esaurisce l’argomento
del ruolo della donna nella storia. Molte differenze tra
uomini e donne hanno infatti origini culturali, sono cioè
frutto del sistema di valori su cui si fonda la vita associata. In questo senso, tra greci e romani c’è qualche differenza.
Una vita fra le pareti domestiche
Consideriamo la condizione della donna nell’ambito
della vita matrimoniale.
Nella cultura greca, la maggior parte delle donne conduceva una vita “interna”, privata, famigliare, per lo più
chiusa nelle quattro mura domestiche.
3 – l’unico avvenimento pubblico
Dopo il matrimonio ●
della loro vita –, le donne greche diventavano socialmente “invisibili”: non potevano prendere parte alla vita
politica, né fare sport (tranne che a Sparta), né assistere
agli spettacoli. Insomma, costrette a lavorare all’interno
delle mura domestiche, non potevano partecipare ad
alcuna delle attività per cui la civiltà greca è passata alla
storia.
Un’esistenza più libera a Roma
Le donne romane conducevano un’esistenza in parte
diversa, che oggi diremmo “più libera”. Nei primi secoli
della repubblica anche la donna romana era sotto la
potestà assoluta del pater familias, così come i beni, gli
schiavi e i figli. In epoca augustea (fine I secolo a.C.),
però, questa situazione di totale asservimento venne
modificandosi: alla donna fu riconosciuta una libertà
più ampia, sicuramente maggiore di quella concessale
nell’ambito di altre civiltà. Nei tempi antichi, per esempio, solo il marito poteva ripudiare la moglie, mentre più
tardi anche alla donna venne riconosciuto il diritto di
intentare una causa di divorzio; inoltre, la dote che rice4 anche in caso di
veva al momento del matrimonio ●
divorzio rimaneva sua e ciò le conferiva una certa autonomia.
3
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
Non solo regine del focolare
Questa autonomia non era certo sufficiente a emancipare la donna romana dal suo ruolo tradizionale di regina
del focolare (e, infatti, la sua vita trascorreva prevalentemente dentro le mura domestiche), ma bastava per farle
godere di alcune attività precluse alla donna greca: lo
5 , per esempio, ma anche la vita culturale (teatro,
sport ●
filosofia, diritto) e religiosa. Fu quel che avvenne con i
baccanali, cioè con manifestazioni religiose in onore del
dio greco Dioniso (che i romani chiamavano Bacco).
Durante questi riti, piccoli gruppi d’iniziati, uomini
ma soprattutto donne, si abbandonavano a canti e danze sfrenate, durante le quali cadevano in una specie di
trance ipnotica che consentiva loro un contatto diretto
6 . Anche questa era una forma estrema
con la divinità ●
– e molto discussa… – di liberazione femminile!
2 LA MADRE ROMANA
●
Una scena di vita famigliare: una madre sorveglia il
figlioletto, intento a giocare; l’affresco proviene dalla casa del
Colonnato tuscanico a Pompei. Anche nella cultura romana
alla donna era affidato essenzialmente il ruolo di madre e
sposa, anche se con maggiori libertà rispetto al mondo greco.
4
●
IL MATRIMONIO
ROMANO
Nell’unione matrimoniale, raffigurata su questa ara funeraria romana, il consenso degli sposi veniva
suggellato dalla dextrarum junctio,
cioè la stretta della mano destra.
1 LA MADRE GRECA
●
Una donna con il suo bambino si reca alla fonte per attingere acqua, pittura greca su vaso. Nella civiltà e nella cultura dei greci le donne, escluse dalla comunità politica, erano essenzialmente madri.
3 l GLI SPOSI GRECI
●
Un corteo nuziale: il carro su cui siedono gli
sposi è diretto alla casa del marito. Nella nuova
casa la donna doveva obbedienza allo sposo,
ma esercitava la sua autorità sugli schiavi per
quanto riguardava l’organizzazione domestica.
Sui vasi greci la donna veniva raramente rappresentata insieme all’uomo: la raffigurazione
del corteo nuziale è una delle poche eccezioni.
5
●
97
GINNASTICA
E GIOCHI
Le attività sportive erano molto
praticate dalle donne romane,
come dimostrano i mosaici della villa siciliana di Piazza Armerina di cui
vediamo qui sotto un particolare
con un gruppo di ragazze in bikini.
6 I BACCANALI
●
I riti in onore di Bacco coinvolgevano un gran numero
di donne romane: figure femminili affollano infatti tutto il
ciclo di affreschi dedicati al culto del dio (di cui vediamo
sopra un particolare) che è stato rinvenuto nella villa dei
Misteri a Pompei.
DOSSIER TEMATICI
DOSSIER TEMATICI
DOSSIER
TEMATICI
UNITÀ
98
UNITÀ
LEZIONE 11
Atene e Sparta
TEMPO
100 a.C.
SPAZIO
PAROLA
3000 a.C.
Politica: politica è una parola di orine greca
che deriva da polis, città. Letteralmente significa
“arte di governare la città”. Le caratteristiche
sociali e il numero degli individui che potevano
partecipare alla vita politica furono le maggiori
poste in gioco nella storia dell’antica Grecia.
Atene
Sparta
624-509 a.C.
Le origini della repubblica ateniese
Secondo la tradizione, in origine Atene era una monarchia. La repubblica probabilmente s’impose con
un progressivo passaggio di poteri dal re ai membri
delle famiglie nobili, raggruppate in quattro tribù
che si riconoscevano in un unico capostipite.
La città era retta da un collegio di arconti (in origine 3, infine 9) e dall’assemblea dell’Areopago, che
eleggeva gli arconti e ne controllava l’operato. Entrambe le istituzioni erano diretta emanazione dei
clan aristocratici. DIZIONARIO
Al di sotto della nobiltà si trovava il demos, il popolo:
lavoratori, piccoli proprietari e commercianti. Come abbiamo visto, lavoratori e piccoli proprietari
passavano spesso, a causa dei debiti, dalla miseria alla
schiavitù; i commercianti, invece, consolidavano
sempre di più le loro fortune economiche. Gli uni e
gli altri, comunque, erano esclusi dalla vita politica.
A partire dalla fine del VI secolo a.C. si affermarono
in Grecia due modelli di città-stato: nella maggior
parte dei casi nacquero dei regimi democratici, ma
in altri casi i nobili riaffermarono i loro antichi privilegi instaurando l’oligarchia, termine che significa
“governo dei pochi”. Due città, grazie alla loro importanza politica e militare, furono prese a modello:
Atene per la democrazia e Sparta per l’oligarchia.
Istituzione
DIZIONARIO
Democrazia e oligarchia
Il termine “istituzione” ha una varietà di significati, a seconda
che lo si incontri in ambito politico, giuridico, economico,
sociologico ecc. Per quanto riguarda il nostro contesto, con
questo termine intendiamo, in senso generale, l’insieme di
strutture organizzative, di funzioni e di consuetudini che regolano un certo fenomeno sociale (la famiglia, lo stato ecc.).
3
Le prime leggi scritte ad Atene
e le riforme di Solone
Da questa esclusione derivavano grandi tensioni e
scontri all’interno della polis, che non si placarono
nemmeno dopo l’introduzione di leggi scritte, avvenuta alla fine del VII secolo e attribuita tradizionalmente a Dracone. FONTI E DOCUMENTI
Nel 594 a.C. Solone ebbe l’incarico di elaborare
nuove leggi e di risolvere la difficile situazione di Atene. Egli si sforzò di eliminare la piaga della schiavitù
per debiti e riorganizzò la suddivisione della società,
eliminando la distinzione basata sulla nascita, nobile
o popolare, con tutti i privilegi che ne conseguivano
per le classi nobiliari. Quindi, divise i cittadini in
quattro classi in base alla ricchezza.
La divisione in classi comportava diversi diritti e
doveri per l’accesso alle cariche pubbliche, gli obblighi del servizio militare, il pagamento delle tasse. Solo i più ricchi, appartenenti alla prima e alla seconda
classe, potevano essere eletti tra i nove arconti. Tuttavia, teoricamente questa possibilità era aperta a
tutti coloro che, migliorando le proprie condizioni
economiche, passavano alla classe superiore.
La tirannide di Pisistrato
Le tensioni però continuarono a travagliare la società ateniese e sfociarono infine nella tirannide di
Pisistrato, che prese il potere nel 561 a.C. con l’appoggio delle classi popolari, mantenendolo fino al
531.
Egli conservò l’ordinamento di Solone e attuò
una politica favorevole alla piccola proprietà terriera, giungendo a requisire le terre degli aristocratici
99
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
suoi oppositori per darle ai contadini più poveri
che lo appoggiavano.
La tirannide di Pisistrato assicurò alla città un
periodo di tranquillità e benessere che proseguì anche dopo la morte del tiranno, quando gli succedette il figlio Ippia. Ben presto, però, si intensificò
l’opposizione degli aristocratici, i quali, appoggiati
da Sparta che temeva la potenza ateniese, fecero uccidere Ipparco, fratello di Ippia; lo stesso Ippia
fuggì, determinando, nel 510 a.C., la fine della tirannide.
Clistene e la svolta democratica
Caduta la tirannide, si avviò la definitiva trasformazione in senso democratico della costituzione ateniese. Tale riforma fu voluta da Clistene, eletto arconte
nel 509 a.C. I suoi obiettivi furono diminuire il potere delle grandi famiglie aristocratiche e allargare la
partecipazione al governo della città anche ai ceti
meno abbienti. Perciò egli abolì le quattro classi basate sulla ricchezza, e riorganizzò la popolazione dell’Attica suddividendo il territorio in tre parti: fascia
costiera, pianura e zona montana più interna.
Con la riforma di Clistene nasceva un nuovo ordinamento su base territoriale.
La riforma costituzionale
Le quattro antiche tribù furono sostituite con dieci
tribù, ciascuna delle quali controllava una parte del
territorio costiero, una parte della pianura e una parte del territorio montano. L’appartenenza alla tribù
non dipendeva più dalla nascita, ma dalla residenza
sul territorio. In ogni tribù venivano così rappresen-
FONTI E DOCUMENTI
Leggi scritte nel sangue
Le leggi scritte, introdotte da Dracone, ebbero il merito di limitare il potere
delle grandi famiglie aristocratiche che fino ad allora erano state libere di
interpretare il diritto in modo arbitrario; ma la loro crudeltà divenne proverbiale, tanto che, come racconta Plutarco, si diceva fossero state scritte
nel sangue.
Gli esclusi dalla vita politica ateniese.
Prima delle riforme di Solone l’esclusione
riguardava tutto il popolo di Atene,
anche se all’interno del demos c’era
chi accumulava ingenti ricchezze, come
i commercianti (raffigurati nella pittura
qui sopra mentre controllano la pesatura
delle merci), e chi a causa dei debiti
diveniva schiavo (come il portatore
d’acqua della pittura a destra).
La riforma di Solone. L’arconte Solone classificò
la popolazione ateniese non più in base alla nascita
ma alla ricchezza, rendendo in teoria possibile
per tutti il passaggio da una classe all’altra.
Come primo provvedimento, dunque, [Solone] abrogò tutte le leggi di
Dracone ad eccezione di quelle concernenti i delitti di sangue, e ciò fece per
via della severità e della durezza delle pene. Come unica pena era infatti stabilita, per tutti i reati, la pena di morte, cosicché erano messi a morte anche
i rei di accidia, e chi aveva rubato ortaggi o frutta subiva la stessa pena di un
reo di sacrilegio o di omicidio: perciò in seguito è diventato famoso Demade
per avere detto che Dracone per scrivere le sue leggi non adoperò l’inchiostro, ma il sangue. Del resto, lo stesso Dracone, secondo la tradizione, a chi
gli chiedeva perché avesse prescritto proprio la morte per la maggior parte
dei reati, rispondeva che essa gli pareva adeguata per i reati minori, e per
quelli più gravi non ne aveva una maggiore.
Plutarco, Vita di Solone
100
MODULO
2
tati diversi interessi: dei ricchi proprietari terrieri della pianura, dei contadini poveri delle zone collinari e
degli artigiani e dei commercianti della costa. Inoltre, nella tribù, i ceti più poveri finivano per avere la
superiorità numerica su quelli più abbienti.
Ciascuna tribù sorteggiava 50 membri che andavano a far parte della bulé (Consiglio dei 500), il
nuovo organo di governo della città in collaborazione con gli arconti, anch’essi estratti a sorte, uno per
tribù, all’interno della bulé. La bulé proponeva leggi
e si occupava di questioni amministrative e finanziarie, di politica estera, dell’esercito, di questioni religiose e dei lavori pubblici. Le proposte della bulé erano discusse dall’ecclesía, l’assemblea di tutti i cittadini, che ebbe poteri decisionali e assunse perciò un
ruolo fondamentale nella polis.
Con il nuovo ordinamento, tutte le cariche pubbliche venivano assegnate con il sorteggio, per impedire che fossero ancora favoriti i più ricchi o i nobili;
solo gli arconti e gli strateghi, cioè i capi militari, venivano scelti in base ai meriti individuali, uno per
ogni tribù.
La democrazia ad Atene
Alle soglie del V secolo a.C. Atene divenne una repubblica democratica. La partecipazione della popolazione alla vita politica non era mai stata così ampia, favorita dal fatto che il diritto di cittadinanza fu
allargato a chiunque, di condizione libera, fosse nato
in territorio attico. In seguito venne anche decisa
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
una retribuzione per coloro che, ricoprendo cariche
pubbliche, dovevano lasciare temporaneamente il lavoro.
Nonostante i risultati positivi delle riforme di Clistene, non va dimenticato che una parte della popolazione (le donne, gli schiavi, i meteci), pur risiedendo in territorio attico, non aveva il diritto di cittadinanza, ed era perciò esclusa dalla vita politica.
Inoltre, anche nell’assemblea popolare era alto l’assenteismo, soprattutto tra coloro che vivevano lontano dalla città e avevano difficoltà a lasciare il proprio
lavoro.
L’oligarchia spartana
Sparta era nata dalla fusione di diversi villaggi della
Laconia, nel Peloponneso, ai tempi dell’invasione
dorica. Il continuo bisogno di terre da dividere fra i
conquistatori, detti spartiati, alimentò una politica
espansionistica che portò a conquistare la Messenia,
dove le guerre durarono sino a tutto il VII secolo a.C.
Nel secolo successivo Sparta si trasformò in città
militarizzata, chiusa e governata da leggi rigorosissime, attribuite alla figura semileggendaria di Licurgo.
La sproporzione tra l’esiguo numero dei dominatori
(oligarchia significa appunto “governo dei pochi”) e
il numero crescente dei sudditi, suggerì agli spartani,
dopo il VII secolo a.C., di costruire un sistema non
più di sottomissione, ma di alleanza con le regioni vicine: nacque così la Lega del Peloponneso di cui
Sparta era saldamente a capo.
UNITÀ
3
La divisione in caste
La società spartana era suddivisa in tre categorie: gli
spartiati, i perieci e gli iloti. Gli spartiati, i discendenti degli antichi invasori, non si erano mai fusi
con le popolazioni indigene, ma avevano costituito
una ristretta casta di guerrieri, proprietari delle terre
migliori e detentori assoluti del potere. Erano i soli a
godere dell’uguaglianza civile e politica.
I perieci, “coloro che abitano intorno”, vivevano
nei centri minori e si occupavano di artigianato e
commercio; erano uomini liberi, a volte anche piuttosto ricchi, ma del tutto privi di poteri politici.
Al gradino più basso stavano gli iloti, che vivevano nei villaggi della Laconia e della Messenia e discendevano dalle antiche popolazioni indigene ridotte in semischiavitù. Gli iloti lavoravano le terre
degli spartiati, ai quali versavano almeno metà del
raccolto e dai quali venivano rigidamente sorvegliati
poiché il loro potere, benché assoluto, era sempre
minacciato dal pericolo di ribellioni degli iloti.
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
101
pito di esaminare e discutere le proposte della gherusia, a cui comunque spettavano le decisioni finali.
La militarizzazione della società
Gli spartiati erano organizzati come un esercito permanente; lo stato controllava la loro vita e proibiva
di commerciare, avere denaro o svolgere attività diverse da quella militare. Il loro tenore di vita era
quindi molto austero. I bambini vivevano in casa fino a 7 anni, poi la loro educazione era affidata allo
stato e regolata da una rigida disciplina. Il servizio
militare durava dai 20 ai 60. Lo spartiato era obbligato a vivere con i compagni negli accampamenti fino a 30 anni, poi poteva vivere in casa propria, pur
continuando a consumare i pasti in comune. L’educazione spartana curava il corpo e il carattere, ma
non altrettanto la cultura; Sparta, quindi, non ebbe
nulla di ciò che fu il vanto di Atene: né scultura, né
architettura, né teatro, né filosofia o scienza.
Le istituzioni politiche
Forza e debolezza della società
spartana
La costituzione di Sparta affidava i massimi poteri alla gherusia, un senato composto da 28 spartiati con
più di 60 anni; un potere limitato avevano invece i
due re (diarchia), cui spettavano il comando dell’esercito e la responsabilità delle pratiche religiose. L’esecuzione delle decisioni della gherusia era affidata a
5 efori, “sorveglianti”; l’apella, l’assemblea popolare
di tutti gli spartiati con più di 30 anni, aveva il com-
L’organizzazione sociale di Sparta, basata sul dominio dei signori guerrieri, ne spiega la potenza militare, ma anche il declino. Gli spartiati erano una casta chiusa, i cui membri però diminuivano progressivamente. La militarizzazione permanente rispondeva perciò a reali esigenze di sicurezza di fronte alla
superiorità numerica degli iloti, ma finì per moltiplicare i motivi di scontento e rivolta sociale.
VERIFICA VELOCE
Le riforme di Solone
1 L’arconte Solone fu uno dei grandi legislatori della storia di
La società spartana
3 Associa correttamente i protagonisti della società spartana al-
Atene. Completa il brano inserendo i termini corretti.
le loro caratteristiche specifiche.
Solone supera la legislazione di _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ , abolendo
la schiavitù per
________
e dividendo la società in
distinte in base
________
e non più in base
_____
______
Le riforme di Clistene
2 Clistene avviò Atene verso la democrazia. Completa la tabella,
rilevando le differenze tra la costituzione di Solone e quella di
Clistene.
Solone
Le elezioni ad Atene. Il nome
di coloro che si candidavano alla
bulé veniva inciso su dischetti
come quelli che vediamo sopra;
l’elezione avveniva poi con
l’estrazione a sorte. In alto,
la pittura vascolare, cioè dipinta
su vaso, rappresenta la dea Atena
che, con le braccia alzate,
sorveglia le operazioni di voto.
Il governo di Sparta.
L’oligarchia della città era
costituita dagli spartiati, che
venivano addestrati sin da
piccoli alla vita militare e a una
rigida disciplina. L’immagine
sopra, da un vaso in bronzo
del VI secolo a.C., rappresenta
un oplita spartano in assetto
da battaglia con i suoi cavalli.
spartiati
artigiani e commercianti
che vivevano attorno alla città
perieci
discendenti delle antiche
popolazioni idigene
iloti
discendenti degli antichi invasori
classi,
Clistene
Le istituzioni politiche spartane
4 Attribuisci la funzione politica corretta a ciascuna delle istituzioni spartane
criteri di divisione
della società
censitari
______________________
numero delle tribù
quattro
______________________
diarchia
modalità di selezione
del personale politico
elezione
______________________
eforato _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
gherusìa_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
________________________________________________
apella _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
POLITICA2E ISTITUZIONI
102
MODULO
UNA GIORNATA
ALL’ASSEMBLEA ATENIESE
Grandezza e limiti
della democrazia ateniese
La democrazia ateniese era un sistema che includeva
1 , ma che aveva
molti abitanti nel governo della città ●
pur sempre evidenti limiti.
Considerate l’ecclesia (“assemblea del popolo”), che
in greco significa “l’insieme dei chiamati” e che era il
cuore della democrazia ateniese: chi erano i “chiamati”? Su una popolazione di oltre 200 000 persone, non
erano più di 40 000; donne, stranieri e schiavi, infatti,
erano esclusi.
Partecipavano all’assemblea popolare solo i cittadini
maschi nati da padre ateniese (dopo la legge di Pericle
del 451 a.C., anche di madre ateniese) e con più di 18
anni di età.
1
●
I compiti dell’assemblea
Vediamo le funzioni principali dell’assemblea:
2 i membri del
– eleggere con il sistema del sorteggio ●
Consiglio (bulé), l’organismo che elaborava le leggi e
ne controllava l’applicazione;
– approvare o respingere, dopo una discussione, le leggi proposte dalla bulé, di cui controllava l’operato;
– eleggere, sempre per sorteggio, gli arconti, cioè i
magistrati che duravano in carica un anno, di cui controllava l’operato;
– eleggere gli strateghi, cioè i comandanti militari;
3 , cioè mandare temporaneamente
– dare l’ostracismo ●
in esilio gli uomini politici ritenuti pericolosi per la città;
– concedere la cittadinanza ateniese a stranieri meritevoli e toglierla a cittadini ateniesi giudicati indegni.
I lavori dell’assemblea
Per cominciare i propri lavori, l’ecclesia doveva attendere l’arrivo dei pritani (“magistrati supremi”) con un
decreto emanato dalla bulé, una specie di ordine del
giorno che l’assemblea si riservava di accettare o di
mettere in discussione per alzata di mano. Solo allora,
l’araldo pronunciava la formula di rito: “Chi chiede la
4 A questo punto, chiunque poteva interveparola?” ●
nire, dato che il diritto di parola era l’elemento fondamentale della democrazia greca.
L’assemblea si riuniva circa quaranta volte l’anno.
Per quanto riguarda la sua durata sappiamo che spesso
si svolgeva dall’alba al tramonto e che, a volte, si doveva
sospendere la seduta per mancanza di luce, perché non
era possibile distinguere le mani che si alzavano per
votare.
Dei circa 40 000 cittadini aventi diritto, solo una
parte frequentava abitualmente l’assemblea. Non sappiamo con esattezza quanti, ma possiamo farcene un’i-
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
Chi erano gli esclusi della democrazia ateniese?
Dei 200 000 abitanti di Atene, quanti possedevano i
diritti politici connessi alla cittadinanza?
incisi i nomi dei personaggi allontanati perché ritenuti pericolosoi per la vita democratica della città.
N
oi abbiamo una forma di governo che non guarda con invidia le leggi dei
vicini, e non solo non imitiamo altri, ma anzi siamo noi stessi di esempio a qualcuno. Questa forma di governo è chiamata democrazia, poiché è
amministrata non per il bene di poche persone, ma di una cerchia più vasta:
di fronte alle leggi tutti godono di uguale trattamento e viene preferito nelle
cariche pubbliche chi si distingue in qualche campo, non per il suo partito,
ma per il suo merito; né d’altra parte la povertà è di impedimento a chi è in
grado di fare qualcosa di utile per la città. Le persone da noi si occupano sia
dei loro interessi privati sia delle questioni pubbliche: e il cittadino che non si
curi di politica lo consideriamo non un uomo pacifico, ma un inutile.
Da Tucidide, La guerra del Peloponneso
2
●
L’ELEZIONE
PER SORTEGGIO
La democrazia ateniese prevedeva l’elezione a tutte le cariche
pubbliche attraverso il sistema del
sorteggio. Per le elezioni si usava il
klerotérion (a sinistra), nelle cui fessure si inserivano dei dischetti con i
nomi dei candidati. Da una guida
metallica, posta su un lato del klerotérion, si facevano scendere a
caso palline bianche e nere. Erano
eletti i nomi della fila in corrispondenza della quale si fermavano le
palline bianche: in questo modo si
garantiva la casualità e l’imparzialità
della scelta.
4
●
IL CONTADINO DICEOPOLI VA ALL’ASSEMBLEA
Lo scrittore Aristofane (V secolo
a.C.) nelle sue commedie ci offre
una descrizione ironica e umoristica della vita politica di Atene e tuttavia utilissima per capire come
funzionasse la democrazia ateniese. Nella commedia Gli Acarnesi
egli racconta le avventure di
Diceopoli, abitante di Acarne (uno
dei distretti rurali dell’Attica) che
di buon mattino si reca all’assemblea per convincere il demos a far
la pace con gli spartani: siamo
infatti nel mezzo della guerra del
Peloponneso, particolarmente dura per i contadini, che dovevano
soffrire continue devastazioni dei
campi a opera dei soldati spartani.
E
103
dea: nei casi delle decisioni più gravi (come per esempio dichiarare guerra) ci volevano almeno 6000 voti
perché la decisione fosse ritenuta valida. Questo vuol
dire che 6000 persone erano giudicate dagli ateniesi
una presenza già abbastanza elevata.
Per i cittadini benestanti, la cui attività principale
era la politica, partecipare all’assemblea era naturale;
per gli artigiani o i contadini non era invece così facile
perdere decine di giornate di lavoro ogni anno. Per
questo, al principio del IV secolo a.C., il governo ateniese introdusse un “gettone di presenza”, cioè una
remunerazione per chi partecipava all’assemblea.
3 L’OSTRACISMO
●
Alcuni óstraka ritrovati nell’agorà ateniese portano
LA DEMOCRAZIA ATENIESE SECONDO PERICLE
In questo discorso riportato dallo
storico greco Tucidide, Pericle (il più
potente uomo politico ateniese del V
secolo a.C.) esalta il valore e il significato della democrazia nella sua
città.
3
ccomi qua ora, ben deciso a interrompere gli oratori, e a insultarli,
qualora parlino d’altro che di pace. Ma
eccoli, i pritani! Ed è mezzogiorno.
Che vi dicevo? Eccoli che si urtano
l’un l’altro per raggiungere il primo
posto.
(Entrano, intanto, rovesciandosi
come una valanga, i pritani, gli arcieri,
l’araldo, il popolo)
ARALDO Andate avanti, andate avanti,
su, dentro il recinto sacro.
ANFITEO Ha già parlato qualcuno?
ARALDO Chi domanda la parola?
ANFITEO Io!
ARALDO E chi sei?
ANFITEO Anfiteo. E a me gli déi hanno
affidato il compito di far la pace con
gli spartani. Ma, o cittadini, non ho
mezzi per compiere il viaggio. I pritani, infatti, me li hanno negati.
ARALDO Arcieri!
(Gli arcieri allontanano Anfiteo)
DICEOPOLI (alzandosi a parlare)
O pritani, fate torto all’assemblea
facendo allontanare costui che voleva recarsi a concludere la pace e far
appendere gli scudi.
ARALDO Siedi, e fa’ silenzio!
DICEOPOLI No, per Apollo, io no, a
meno che non deliberiate qualche
cosa in favore della pace.
DOSSIER TEMATICI
DOSSIER TEMATICI
DOSSIER
TEMATICI
UNITÀ
UNITÀ
LEZIONE 12
Per espandere l’impero, nel 513 a.C. Dario
sottomise la Tracia e la Macedonia, rafforzando così il controllo sull’Ellesponto (lo
stretto dei Dardanelli) e sui traffici che passavano di lì. Ciò costituiva una minaccia
per le grandi città greche, come Atene e
Corinto, che vivevano di questi traffici. Intanto cresceva il malcontento nelle città greche dell’Asia Minore, che nel 546 a.C. erano entrate
nell’impero persiano perdendo le loro libertà di
città-stato. Nel 499 a.C., sotto la guida del tiranno di
Mileto, Aristagora, queste città tentarono di ribellarsi con l’aiuto di Atene. La risposta persiana non si
fece attendere: Mileto fu assediata e distrutta.
PAROLA
Imperialismo: tendenza di uno stato o di un
3000 a.C.
Mar
Egeo
Asia
Minore
popolo a conquistare con la forza il dominio e il
controllo politico o economico (diretto oppure
indiretto) su un altro stato o su un altro popolo.
VI-V secc. a.C.
L’impero persiano, il più vasto conosciuto
I persiani erano una popolazione indoeuropea stanziata sull’altopiano iranico, nel cuore dell’Asia. A
metà del VI secolo a.C. i persiani iniziarono una serie di campagne di conquista arrivando, in soli cinquant’anni, a costruire un impero più vasto di quello assiro. A guidare l’espansione furono i sovrani
achemenidi Ciro il Grande, Cambise e Dario. Verso la fine del secolo l’impero persiano andava dall’Egitto al fiume Indo, comprese la Mesopotamia e l’Asia Minore (fra cui le colonie greche).
Tolleranza verso tradizioni e culture locali
Nel 522 a.C. Dario assunse la guida di un impero in
cui vivevano tante popolazioni diverse per lingua e
tradizioni. Per governare queste genti Dario capì che
doveva essere tollerante, ossia lasciare ampia libertà
alle varie regioni e rispettarne religioni e tradizioni.
Ogni popolo, però, doveva riconoscere l’autorità del
“re dei re”, che si presentava come il successore per
volere divino dei precedenti sovrani.
La vittoria ateniese nella prima guerra
contro i persiani
Venti province, un’efficiente rete stradale
Di fronte alla distruzione di Mileto, le città della
Grecia continentale e in particolare Atene si attendevano la vendetta persiana: Dario, infatti, nel 490
a.C. organizzò un’imponente spedizione. La flotta
persiana si diresse verso l’Attica e sbarcò 20 000 uomini nella piana di Maratona, a 40 chilometri da
Atene. Gli ateniesi inviarono contro il nemico tutto
il loro esercito, non più di 6-7000 uomini. I persiani,
anche se molto più numerosi, non erano abituati alla
forza d’urto degli opliti ateniesi che, armati di pesanti corazze, lance e scudi, correvano compatti contro il
nemico. Inoltre, l’esercito persiano era composto da
uomini provenienti dalle varie satrapìe dell’impero,
non tutte fedeli al “re dei re”, e da un gran numero di
Dario divise l’impero in 20 province (satrapìe), a capo delle quali pose funzionari di sua nomina, coadiuvati da un capo militare e un esattore dei tributi.
Le tre capitali dell’impero – Ecbatana, Susa e Persepoli – erano ben collegate con le regioni periferiche da un’efficiente rete stradale, dotata di guarnigioni e stazioni di posta. Un grave problema minacciava però la stabilità dell’impero: le satrapìe più ricche cercavano di svincolarsi dal potere centrale. Per
scongiurarlo, Dario istituì un gruppo di ispettori,
chiamati “gli occhi e le orecchie del re”, che controllavano l’operato dei satrapi e
potevano disporre dell’esercito.
105
mercenari, più interessati al soldo che alla
vittoria. Gli ateniesi, invece, si battevano
per la loro libertà e, quindi, riuscirono a
vincere.
La seconda sconfitta persiana
Ad Atene, passata l’euforia della vittoria, ci
si aspettava un ritorno dell’esercito persiano; si discuteva, quindi, se scendere a patti
col nemico o prepararsi a proseguire la
guerra. Prevalse la seconda ipotesi: il democratico
Temistocle convinse gli ateniesi a investire l’argento
delle miniere del Laurio nella costruzione di una potente flotta di triremi. DIZIONARIO
Nel 480 a.C. i persiani, guidati da Serse, figlio di
Dario, sferrarono l’attacco finale. L’intenzione di
Serse era di stringere i greci in una morsa, per terra e
per mare, e annientarli. Il pericolo era tale che anche
gli spartani si decisero a mobilitarsi. Tre grandi battaglie portarono i greci alla vittoria: alle Termopili l’eroismo degli opliti spartani bloccò l’avanzata persiana; presso l’isola di Salamina, gli ateniesi, con solo
378 triremi inflissero una dura sconfitta a una parte
della flotta nemica; infine, a Platea (479 a.C.), in
Beozia, lo spartano Pausania mise in fuga l’esercito
100 a.C.
SPAZIO
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
La ribellione delle città greche
dell’Asia Minore ai persiani
Impero persiano e poleis greche
TEMPO
3
DIZIONARIO
104
Triremi
Le triremi erano navi da guerra veloci e maneggevoli,
particolarmente adatte a sostenere un attacco nemico
in piccoli spazi come sono le baie e le insenature delle
coste greche. Questa caratteristica si rivelerà particolarmente utile nella guerra navale tra greci e persiani.
lago
d’Aral
Danubio
Fasi
mar Nero
mar
Tracia
Ellesponto Pteria
Macedonia
Cappadocia
GRECIA Sardi Lidia
Armenia
Atene Efeso
Sparta
Creta
Siria
Tiro
Cirene
Menfi
I tributi dei popoli vassalli. I delegati dei popoli
sottomessi dai persiani recano le offerte al “re dei re”:
il fregio a sinistra proviene dal palazzo del re Dario
a Persepoli. Con l’oro e l’argento versati come tributo
dalle satrapìe, gli artigiani persiani forgiavano
splendidi oggetti come il cervo d’argento qui sopra
o il vaso in alto nella pagina a fianco.
Mesopotamia
Susa
Babilonia
Tigri
Eufrate
Gerusalemme
EGITTO
Nilo
Tebe
Partia
Bactriana
Ecbatana
Cipro
mar Mediterraneo
Bactra
Caspio
mar
Rosso
Media
altopiano
iranico
Persepoli
golfo
Persico
Zona d’origine
dei persiani
Le conquiste di Cambise
(525-522 a.C.)
Principali strade
dell’impero
L’impero persiano
ai tempi di Ciro II
(558-529 a.C.)
Le conquiste di Dario
(522-486 a.C.)
Piste
carovaniere
Indo
INDIA
mar Arabico
La battaglia di Maratona. La vittoria dei greci
sui persiani è celebrata in questo rilievo (sopra)
di epoca romana.
L’impero dei persiani. Come si vede nella cartina,
l’impero era vastissimo e una rete di strade molto
efficiente collegava le tre capitali con tutte le province.
La strada da Efeso a Susa, per esempio, era lunga 2683
chilometri e veniva percorsa a cavallo in soli sette giorni.
106
MODULO
2
persiano. Sconfitti per terra e per mare, i persiani lasciarono la Grecia, perdendo il controllo sulle città
ioniche dell’Asia Minore.
L’egemonia ateniese
Sparta e Atene, le vincitrici dei persiani, seguirono
strade diverse. Sparta si isolò, costretta a impiegare i
suoi sforzi per dominare le periodiche rivolte degli
schiavi. Atene invece, che non aveva grandi problemi in patria, emerse come potenza egemone: forte
del suo prestigio, era nella situazione più favorevole
per far prosperare i commerci e consolidare la supremazia su gran parte della Grecia.
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
UNITÀ
Lo splendore dell’Atene di Pericle
A partire dal 461 a.C. e per un trentennio la figura
dominante in Atene fu Pericle, un aristocratico passato ai democratici: fu il periodo di maggior splendore della città. In politica interna, Pericle accrebbe i
poteri dell’assemblea popolare e decise di retribuire
le cariche politiche: in questo modo anche i cittadini
più poveri potevano accedervi, avendo la possibilità
di abbandonare temporaneamente il proprio lavoro
con meno timori. Pericle, d’altra parte, limitò il diritto di cittadinanza solo a chi poteva dimostrare di
essere figlio di genitori ateniesi.
La Lega di Delo
Atene e Sparta combattono
per il primato sulla Grecia
Nel 477 a.C. la maggior parte delle città greche, per
difendersi dalla rinnovata minaccia persiana, formò
una lega in cui Atene s’impose come città-guida. Per
far parte della lega ogni città doveva mettere a disposizione truppe e versare un regolare tributo per le
spese militari. Il tributo veniva riscosso dagli ateniesi, che lo depositavano nel santuario dell’isola di Delo: la lega prese così il nome di Lega di Delo.
La lega, anche se stabiliva condizioni di parità tra
gli alleati, si trasformò presto in una federazione di
città suddite di Atene e il tributo divenne la tassa da
pagare alla città-guida in cambio della sicurezza dei
traffici marittimi. Gli ateniesi decisero di trasferire
ad Atene il tesoro della lega e di utilizzarlo a proprio
piacimento: se una città si rifiutava di pagare il tributo o tentava di staccarsi dalla lega, era subito “visitata” da una flotta ateniese che riportava l’ordine.
Nel frattempo cresceva la tensione fra Atene e Sparta. Nel 466 a.C., dopo alcuni scontri, fra le due città
si concluse un accordo che definiva le rispettive zone
d’influenza: a Sparta andarono le città del Peloponneso e della Beozia, dove vi erano governi oligarchici
simili a quello spartano. Queste città divennero alleate di Sparta nella Lega del Peloponneso. Ad Atene andò la supremazia sulle poleis di gran parte delle
isole dell’Egeo, della Grecia del nord e delle coste
dell’Asia Minore. In queste città Atene aveva imposto governi democratici asserviti alle sue esigenze.
Nonostante l’accordo, lo scontro fu inevitabile.
Il conflitto fra Atene e Sparta, noto con il nome di
guerra del Peloponneso, esplose nel 431 a.C.. La
guerra nacque dalla volontà delle due poleis di affermare il proprio primato e coinvolse tutto il mondo
greco. Con Sparta si schierarono gli alleati della Lega
0
3.000 m
Atene
N
Lunghe Mura
settentrionali
Pireo
Lunghe Mura
meridionali
golfo
Saronico
Falero
mura
del Falero
Le “lunghe mura”
di Atene. La
cartina a sinistra
illustra il percorso
delle mura fatte
costruire da Pericle
per proteggere
la città e unirla
al porto del Pireo.
Tra le mura
settentrionali e le
mura meridionali,
ognuna lunga più
di sei chilometri,
passava la strada
militare; un terzo
muro congiungeva la
città al Falero, porto
di Atene fino agli
inizi del V secolo
a.C. Nell’immagine,
i resti delle mura.
mar Nero
Epidamno
Bisanzio
Macedonia
Cizico
Egospotami
Epiro
Corfù
Tessaglia
mar
Egeo
Eubea
Beozia
Tebe Attica
Leuttra
Corinto
Atene
Pireo
Mantinea
Delo
Peloponneso
Atene e alleati
Atene
(Lega e
di alleati
Delo)
(Lega di Delo)
Sparta e alleati
Efeso
Mileto
(Lega del
Sparta
e alleati
Peloponneso)
(Lega
del
Peloponneso)
Neutrali
Neutrali
Sparta
mar Ionio
Creta
Rodi
La guerra fra Atene e Sparta. La guerra del Peloponneso, come si
vede dalla cartina, coinvolse molte città riunite nelle due leghe: quella
di Delo al fianco di Atene, quella del Peloponneso a sostegno di Sparta.
3
del Peloponneso; ad Atene si unirono le città della
Lega di Delo.
La guerra, lunga e distruttiva, vide alla fine prevalere Sparta, grazie anche all’aiuto dei persiani. La
sconfitta di Atene fu determinata anche dall’epidemia di peste che scoppiò nella città fra il 430 e il 429
a.C., durante la quale morì un terzo della popolazione ateniese, tra cui Pericle. La pestilenza indebolì
molto le forze di Atene, che tuttavia proseguì la guerra, fra vittorie e sconfitte, per un paio di decenni finché, nel 404, dovette capitolare di fronte all’assedio
persiano.
I vincitori smantellarono le mura della città, imposero un governo oligarchico chiamato dei Trenta tiranni e sciolsero la Lega di Delo. FONTI E DOCUMENTI
107
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
VERIFICA VELOCE
Governare un grande impero
1 Scrivi sul tuo quaderno un breve testo in cui spieghi grazie a
quali strumenti il “re dei re” persiano riuscì a governare su un territorio tanto esteso.
Utilizza le seguenti parole:
satrapìe - capitali - reti stradali - tolleranza - lingua e tradizioni
locali
La burocrazia dell’impero persiano
2 Collega in modo corretto coloro che collaboravano con il re
persiano agli incarichi che svolgevano.
Prima Sparta, poi Tebe
Il progetto di Sparta di prendere il posto di Atene
nel controllo della Grecia non si realizzò mai completamente. Infatti il dominio spartano era mal tollerato dalle poleis. In particolare Tebe, la capitale della Beozia, si ribellò alla supremazia spartana. Sotto la
guida di due abili generali e uomini politici, Pelopida ed Epaminonda, riuscì a cacciare il governo oligarchico imposto da Sparta, a sconfiggere l’esercito
spartano a Leuttra (371 a.C.) e a mettersi a capo di
una lega delle città della Beozia. Ma dopo la morte
dei due generali neppure Tebe riuscì a conservare la
posizione di supremazia, durata solo un decennio.
FONTI E DOCUMENTI
La guerra del Peloponneso
ispettori
riscuotono i tributi
truppe militari
controllano l’operato dei satrapi
satrapi
difendono il territorio
e scoraggiano tentativi di rivolta
funzionari
governano le province
Le guerre tra greci e persiani
3 Completa il testo riportato, inserendo il nome delle località
che furono teatro del conflitto fra greci e persiani.
I persiani, dopo aver distrutto _ _ _ _ _ _ _ _ , l’ex colonia greca che si era
ribellata alla loro dominazione, si diressero verso Atene. Nella piana
di _ _ _ _ _ _ _ _ , a 40 chilometri dalla capitale, sferrarono l’attacco con-
Tucidide parla dei motivi della guerra, e descrive una Grecia su cui
si scatenano anche le forze della natura e la peste.
tro gli ateniesi, ma furono sconfitti.
Tucidide ateniese scrisse la guerra tra i peloponnesi e gli ateniesi,
così come fu combattuta tra di loro. Si accinse al lavoro appena la
guerra scoppiò; e previde che sarebbe stata importante: la più notevole tra le precedenti. [...] Questa guerra durò molto a lungo, e in
tutto il mondo greco produsse sofferenze inaudite, che non ebbero
l’eguale in un analogo arco di tempo. Mai infatti in passato un così
grande numero di città furono conquistate e distrutte, [...] né mai vi
furono tanti esilii e tante morti, provocate e dalla guerra e dalle lotte
interne. Persino ciò che in passato si usava raccontare a voce, ma
che si era realmente verificato solo in casi assai rari, ora divenne
assolutamente credibile: terremoti di incredibile violenza colpirono
ampie regioni della terra, le eclissi di sole si fecero più frequenti che
in passato, mentre gravi periodi di siccità causarono carestie e,
soprattutto, il male che tanti danni e tante morti procurò ad Atene,
la peste; tutte queste cose si abbatterono contemporaneamente su
di noi assieme alla guerra. A essa diedero inizio ateniesi e peloponnesi, dopo aver rotto la tregua dei trent’anni che era stata conclusa
dopo la conquista dell’Eubea. [...] Il motivo più vero, anche se mai
fu dichiarato apertamente, fu a mio parere la crescente potenza
degli ateniesi e il timore che essa incuteva agli spartani.
lo per terra e per mare. Furono però bloccati dagli spartani alle
Tucidide, La guerra del Peloponneso
I persiani cercarono allora di sconfiggere il popolo greco attaccando________,
dagli ateniesi vicino all’isola di
________,
città della Beozia, dove l’esercito persiano fu definitiva-
________
e infine a
mente messo in fuga.
La guerra del Peloponneso
4 Ricostruisci le ragioni che sono alla base dello scontro fra Atene
e Sparta per la supremazia sulla Grecia, gli eventi che influenzarono l’andamento del conflitto e come si concluse la guerra.
108
UNITÀ
LEZIONE 13
Con un esercito così organizzato, Filippo iniziò un'espansione il cui obiettivo era la sottomissione della Grecia.
Di fronte alla superiore forza militare
macedone, risultò inutile l’alleanza fra
Atene, Tebe e altre città minori. Nel
338 a.C. a Cheronea, in Beozia, le falangi di Filippo riportarono una schiacciante vittoria. Finiva così l’indipendenza delle
poleis.
Filippo fu mite con gli sconfitti. Come tutti i
macedoni, infatti, nutriva ammirazione per il popolo greco e la sua cultura, e voleva sentirsene parte. Perciò convocò a Corinto le delegazioni delle
principali città greche, impose la pace e le coinvolse
nel suo grande progetto: la conquista dell’impero
persiano.
Il dominio macedone
e l’impero di Alessandro
TEMPO
100 a.C.
SPAZIO
PAROLA
Impero universale: più volte, nel corso della
3000 a.C.
Macedonia
Asia
IV-III secc. a.C.
Il piccolo regno di Macedonia
La Macedonia era una piccola regione a nord della
Grecia, abitata da un popolo affine ai greci ma molto
più arretrato sul piano economico e culturale. Il territorio montagnoso e coperto di foreste rendeva
complicate le comunicazione, tanto più che i macedoni, non avendo sbocco al mare, non conoscevano
la navigazione. Nel corso del V secolo a.C., quando
Atene era a capo di un grande impero commerciale, i
macedoni vivevano di pastorizia, allevamento e agricoltura. Il popolo lavorava per mantenere un’aristocrazia di guerrieri, che avevano il compito di difenderlo dalle aggressioni dei nomadi delle steppe. Tra
questi guerrieri i macedoni eleggevano un re, che
guidava l’esercito ed era scelto per i suoi meriti militari. Egli non era un monarca assoluto, ma governava il paese con l’aiuto dei nobili compagni d’armi.
Da tempo l’aristocrazia macedone voleva uscire
dal proprio isolamento. All’inizio del IV secolo a.C.
l’indebolimento delle poleis greche conseguente alle
lotte per la supremazia fornì ai macedoni l’occasione
per realizzare il loro sogno espansionista.
3
storia, si è parlato di imperi universali, come per
Alessandro il Macedone, i romani o Carlo Magno. In questa accezione, universale non significa
che riguarda “il mondo intero”, ma piuttosto “il
mondo conosciuto”, cioè quella parte di mondo
di cui si aveva in qualche modo notizia e conoscenza, sia pur vaga. Dall’impero macedone, per
esempio, rimanevano escluse grandi aree di civilizzazione come la Cina e l’Africa subsahariana.
Filippo II: rafforzamento dello stato
e politica espansionista
Alessandro:
un grande condottiero
Nel 359 a.C. salì al trono Filippo II, che accelerò il
processo di trasformazione politica e militare del regno. Egli assegnò ai nobili guerrieri terre e incarichi
statali, in modo da garantirsene la fedeltà. Quindi
pensò a riorganizzare l’esercito: potenziò il corpo
di cavalleria, costituito da nobili, e diede un nuovo
assetto alla fanteria. I soldati furono addestrati a
marciare in file compatte (le falangi), armati di lance
lunghe cinque metri: quando le prime file disponevano orizzontalmente le lance, il nemico si trovava di
fronte a un muro compatto di punte, irresistibile in
caso di attacco e impenetrabile in caso di difesa.
Il sogno di Filippo di conquistare l’impero persiano
non si avverò: egli morì nel 336 a.C., mentre preparava la spedizione. Toccò dunque al figlio ventenne
Alessandro il compito di attuare il progetto. La formazione culturale e militare di Alessandro era di
prim’ordine. Ebbe come maestro il più grande filosofo greco del tempo, Aristotele, ma si dedicò anche
alle arti militari, divenendo presto, grazie al suo valore di comandante, l’idolo di tutto l’esercito.
Alessandro partì nel 334 a.C. da Pella, capitale
della Macedonia, con un esercito di 35 000 uomini,
accompagnato da medici, scienziati, architetti, co-
La falange macedone organizzata da Filippo II
(effigiato sulla moneta a destra) era composta da
1600 guerrieri disposti in 16 file compatte di
100 uomini. Come vediamo nel disegno sotto,
le lance abbassate formavano per il nemico un
ostacolo insuperabile. I fianchi della falange
erano protetti dalla cavalleria.
struttori, cartografi, storici. Il nuovo monarca, infatti, voleva che la spedizione fosse non solo una conquista militare, ma
anche un’impresa culturale. Gli storici e i
geografi dovevano documentare la spedizione, gli architetti e gli ingegneri dovevano lasciare delle costruzioni a testimonianza del suo passaggio, gli scienziati dovevano studiare i nuovi territori.
La conquista dell’impero persiano
I primi due scontri con l’esercito del re persiano Dario III avvennero in Asia Minore, presso il fiume
Granico nel 334 e a Isso, in Cilicia, l’anno seguente.
In entrambe le battaglie Alessandro ottenne una vittoria schiacciante. Tutte le ex colonie greche furono
per sempre sottratte al dominio persiano.
Invece di spingersi nell’interno, Alessandro volle
prima conquistare la Siria, la Palestina e l’Egitto.
Qui, alle foci del Nilo, fondò Alessandria, che divenne uno dei più importanti centri culturali del mondo
antico.
Ripresa la via dell’Asia, Alessandro nel 331 si
scontrò ancora una volta vittoriosamente con Dario
III a Gaugamela, dove Dario fu ucciso da un suo satrapo. Il monarca macedone giunse così a Babilonia
e nelle capitali dell’impero persiano, Susa e Persepoli.
Il sogno dell’impero universale
Alessandro si presentò come l’erede della monarchia persiana. Il suo progetto era di unire greci e
orientali, rispettando usi e costumi di ciascun popolago
d'Aral
Alessandria
Escate
mar Nero
Danubio
Macedonia
Tracia
Pella
Gordio
Granico
GRECIA
Sardi
Armenia
Frigia
Isso
Cilicia
Alessandretta
Cipro
mar Mediterraneo
oasi
di
Siwa
SIRIA
Arbela
Alessandria
Opiane
Alessandropoli
Gaugamela
Niceforio
Tiro
Alessandria
d’Egitto
Pelusio
Cirenaica
Sogdiana
mar
Caspio
Tigri
Media
Mesopotamia
Babilonia
Susa
Partia
Alessandria
Aria
Ecbatana
Aria
Bactriana
Bucefalia
Alessandria
d’Aracosia
Nicea
Alessandria
Proftasia
Eufrate
Carmania
Persepoli
Menfi
Perside
Nilo
golfo
Persico
EGITTO
mar
Rosso
109
Il mediterraneo antico e la civiltà greca
Alessandria
Carmania
Itinerario della spedizione
di Alessandro
Alessandria
Sogdiana
Battaglie
Gedrosia
INDIA
Alessandria Orite
ARABIA
oceano Indiano
Le conquiste
di Alessandro,
raffigurato in alto
nella pagina, sono
illustrate in questa
cartina: partito dalla
piccola Macedonia,
il sovrano riuscì
a sottomettere
i persiani, ponendo
fine al loro grande
impero.
Città fondate da Alessandro
Massima estensione dell'impero
di Alessandro Magno
Territori dipendenti
dall’impero di Alessandro
110
2
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
lo. Perciò Alessandro sposò la figlia di Dario, Rossane, si fece venerare come un dio secondo le usanze
orientali e fece sposare molti suoi uomini con donne
persiane. FONTI E DOCUMENTI
Per completare il suo progetto d’impero universale, Alessandro si spinse a sud, nella valle dell’Indo,
dove sconfisse il re indiano Poro nel 326 a.C. A questo punto il suo esercito, esausto, non volle proseguire e Alessandro tornò a Babilonia, scelta come capitale, dove si dedicò all’organizzazione dell’impero e
dove morì, nel 323 a.C., a soli 33 anni.
FONTI E DOCUMENTI
La pace di Alessandro
MODULO
Il governo
di un immenso territorio
In poco più di dieci anni Alessandro era riuscito a
spodestare il “re dei re” persiano da tutti i suoi territori, in Asia Minore, in Siria, in Fenicia e Palestina,
in Egitto, in Mesopotamia, nell’altopiano iranico,
giungendo ai confini con l’India.
Successi militari così rapidi erano stati possibili anche per la fragilità dell’impero persiano: l’autorità
del sovrano era indebolita dal desiderio di indipendenza delle varie popolazioni; inoltre i satrapi aspiravano a sottrarsi al potere centrale. Ecco perché Dario
III non riuscì a contrastare la forza d’urto dell’esercito di Alessandro.
regno di
Macedonia
GRECIA
Alessandro perseguì l’ambizioso progetto di costruire un impero
universale in cui tutte le genti del mondo allora conosciuto vivessero in pace e concordia. Il suo grande merito fu quello di aver cercato di realizzare la Pax Alexandri “la pace di Alessandro”, fondendo in un unico popolo greci, macedoni e persiani.
Operava per avvicinare il modo di vivere persiano a quello macedone, ritenendo che avrebbe reso saldo il suo potere con la concordia e la fusione dei due popoli, ottenuta mediante la benevolenza più che con la forza.
Plutarco
«... nel desiderio di allargare la discendenza della mia stirpe, ho
preso in moglie la figlia di Dario, e ho consigliato ai più cari dei miei
amici di generare dei figli con le prigioniere, per escludere con questo sacro patto ogni differenza tra vincitori e vinti.» [...] In questo
modo il re dell’Asia e dell’Europa si univa in matrimonio con Roxane
[Rossane], [...] destinata a dargli il figlio che avrebbe comandato i
vincitori.
Curzio Rufo
Ma motivi simili determinarono in pochi decenni
anche la disgregazione dell’impero di Alessandro:
alla sua morte, infatti, si scatenò la rivalità fra i generali del suo esercito, chiamati diadochi (cioè “successori”).
Nessuno di essi riuscì a prevalere e l’impero fu diviso in regni autonomi.
regno
Bitinia del Ponto
Tracia
Pella
UNITÀ
mar
Caspio
Pergamo
regno di
Pergamo
Atene
Partia
Licia
Antiochia
Tiro
regno
dei
seleucidi
Eufrate
Babilonia
Alessandria
regno
dei
tolomei
Lo smembramento dell’impero
Gli stati che sorsero dalla divisione dell’impero di
Alessandro si chiamano ellenistici, aggettivo che significa “d’impronta ellenica” (cioè greca), perché
erano governati da una classe dirigente greco-macedone. Tra i più importanti ricordiamo il regno d’Egitto, quello di Siria, quello di Pergamo e quello di
Macedonia
La struttura sociale dei regni ellenistici
Il mondo ellenistico presentava una netta divisione
tra la popolazione greco-macedone e quella indigena. Greche o macedoni erano la classe dirigente del
regno e le aristocrazie delle città di vecchia e nuova
fondazione: Alessandria, Antiochia, Pergamo, Seleucia. Queste aristocrazie erano strettamente legate al
potere centrale, con cui spartivano alcuni privilegi,
come percepire i dazi sul passaggio delle merci.
Si formò anche una nuova classe di mercanti che
accumularono grandi ricchezze grazie alla crescita
degli scambi commerciali, facilitati da nuove vie di
comunicazione tra Oriente e Occidente.
Grande importanza, infine, aveva l’esercito, costituito da truppe regolari e da soldati mercenari greco-macedoni.
Dall’altra parte vi era la popolazione indigena,
formata per lo più da contadini le cui condizioni di
vita, dopo la conquista di Alessandro, erano peggiorate: essi dovevano continuare a lavorare la terra per i
loro vecchi signori e, ora, anche per i nuovi arrivati.
Bactra
Susa
Bactriana
Menfi
Sviluppo economico
e fondazione di nuove città
L’età ellenistica fu un periodo di grande sviluppo
economico. L’agricoltura, l’artigianato, ma soprattutto i commerci conobbero in quest’epoca una notevole crescita.
I conquistatori greco-macedoni si erano impossessati di tutto l’oro e l’argento che i persiani e le altre
corti orientali avevano accumulato. Questi metalli
preziosi vennero impiegati in modo produttivo: si
coniarono grandi quantità di monete, aumentandone la circolazione e favorendo una maggiore diffusione delle merci. Prosperarono in questo modo i
banchieri, che prestavano il denaro ad alti interessi ai
privati, ma anche alle città per finanziare i servizi a
esse necessari.
Inoltre, nell’età ellenistica vennero fondate molte
nuove città, centri di scambio collocati all’incrocio
delle vie di comunicazione. La crescita della popolazione urbana determinò un aumento dei consumi,
anche questo contribuì alla fortuna dei mercanti.
Nel mondo ellenistico gli schiavi erano una delle
merci più richieste; essi erano impiegati nei campi e
nelle botteghe artigiane. Prosperarono quindi grandi
mercati di schiavi non solo nelle città come Alessandria, Antiochia, Seleucia, ma anche nelle piccole isole del Mediterraneo, che erano comodi punti d’incontro per i traffici internazionali e, al tempo stesso,
sfuggivano ai controlli politici e fiscali dei monarchi
ellenistici.
Filippo II e il mondo greco
3 Rifletti sull’atteggiamento di Filippo II nei confronti del mondo
A nord della
greco e rispondi alle seguenti domande.
________
era situato il piccolo regno di Macedonia. Il
________,
isolato e difficile da
raggiungere. Gli abitanti, dediti alla pastorizia, all’allevamento e
1. Dove e quando avvenne lo scontro decisivo tra greci e macedoni?
2. Perché Filippo non annientò il popolo che aveva sconfitto?
all’_ _ _ _ _ _ _ _ , dovevano spesso difendersi dalle aggressioni di popo-
EGITTO
Nilo
mar
Rosso
deserto arabico
lazioni
golfo
Persico
________.
________
Così i macedoni avevano organizzato un forte
di guerrieri. Il più valoroso di essi veniva eletto
________
dell’esercito e _ _ _ _ _ _ _ _ di tutti i macedoni.
I regni ellenistici. Il regno più
importante fu quello dei Tolomei
(Egitto), fondato da Tolomeo nel
306 a.C., che durerà fino alla
conquista romana del 30 a.C.;
la sua capitale, Alessandria,
divenne il centro culturale più
111
Il regno di Macedonia
1 Completa il testo, inserendo le parole mancanti.
suo territorio era prevalentemente
Persepoli
Il mediterraneo antico e la civiltà greca
VERIFICA VELOCE
Tigri
Ecbatana
mar Mediterraneo
3
importante del Mediterraneo. Il
più vasto, ma anche il più fragile,
fu il regno dei Seleucidi (Siria),
fondato da Seleuco e ampliato
dal figlio Antioco, che aveva
come capitale Antiochia. Col
tempo, diverse regioni si resero
indipendenti formando regni
minori: il regno dei parti, che
sarà una grande potenza
all’epoca dei romani; il regno di
Bactriana, dove la cultura greca
si fuse con quella locale e
indiana; il ricco regno di
Pergamo, la cui capitale Pergamo
divenne uno dei principali centri
culturali del mondo ellenistico.
Il regno di Macedonia, che
comprendeva anche la Grecia,
aveva come capitale Pella ed era
il meno florido di tutti.
Filippo II organizza l’esercito in modo nuovo
2 Completa le seguenti frasi.
1.
2.
3.
4.
Filippo II rinnovò _ _ _ _ _ _ _ _
La falange era formata da _ _ _ _ _ _ _ _
I fanti erano armati con _ _ _ _ _ _ _ _
La falange appariva imbattibile _ _ _ _ _ _ _ _
Un impero universale
4 In che senso possiamo dire che Alessandro voleva costituire un
impero universale?
1. Egli sarebbe stato l’unico sovrano di tutto l’impero.
2. Il suo impero avrebbe radunato tutti i popoli, fondendo la
cultura greca con quella orientale.
3. Nessuno aveva mai costituito un impero così grande.
112
UNITÀ
LEZIONE 14
La cultura nel mondo greco
ed ellenistico
TEMPO
100 a.C.
SPAZIO
PAROLA
3000 a.C.
Mar
Caspio
Mar
Mediterraneo
X-III secc.
a.C.
Golfo
Persico
Ellenismo: periodo storico (a cui corrisponde
una fase importante della cultura greca) compreso tra la morte di Alessandro il Macedone e la
conquista romana dell’Egitto, durante il quale la
cultura greca (ellenistica deriva da Ellas, come i
greci chiamavano la propria patria) si sviluppò e
si estese al di fuori dei confini della madrepatria.
La cultura, elemento unificante
del mondo greco
La diversa educazione dei giovani
spartiati e dei giovani ateniesi
La Grecia era un insieme di molte poleis indipendenti ma, nonostante le divisioni politiche, aveva una civiltà omogenea. Le varie regioni parlavano dialetti
un po’ diversi, ma tutti avevano una base comune e i
greci erano in grado di intendersi tra loro. Un altro elemento che unificava il mondo greco era la cultura:
le scienze, la letteratura e le arti erano comuni.
Nelle varie poleis era simile anche il modo di concepire l’educazione che, per i giovani di sesso maschile,
significava preparazione al futuro mestiere di cittadino, cioè all’impegno nella vita politica della città. La
formazione dei giovani variava però molto a seconda
delle città e delle condizioni sociali: concentreremo
l’attenzione su Sparta †e Atene che, come sappiamo,
rappresentavano due modelli opposti di città.
A Sparta i figli degli spartiati uscivano dalla famiglia
all’età di sette anni e venivano educati in comunità
gestite dallo stato. Organizzati in gruppi sotto la tutela di un educatore, ricevevano fino a diciannove
anni una rigida formazione militare, mentre non avevano un’altrettanto accurata preparazione culturale. A diciannove anni i giovani spartiati diventavano
dei veri combattenti. Giunti ai trent’anni essi potevano accedere all’apella, l’assemblea popolare, per
partecipare alla discussione degli affari della città.
Ad Atene, nel V secolo a.C., anche i figli dei cittadini non abbienti imparavano a leggere e a scrivere per
affrontare meglio un giorno il loro impegno di cittadini. I testi base su cui i ragazzi dovevano esercitarsi erano i poemi omerici. Ad Atene, però, non vi erano
scuole regolari. I giovani cittadini venivano formati alAtene: l’educazione della mente.
Per i giovani maschi ateniesi
lo studio delle lettere, dell’aritmetica
e della musica iniziava intorno
ai sette anni, con lo scopo
di prepararli al futuro mestiere di
cittadini (a sinistra, maestro e allievo
su una coppa del IV secolo a.C.).
Sparta: l’addestramento in
palestra. Le attività ginniche erano
molto importanti in tutta la Grecia.
A Sparta, però, la formazione
militare dei giovani privilegiava
l’educazione del corpo rispetto a ogni
altra attività; anche le ragazze
praticavano gli sport e partecipavano
ai giochi di Olimpia (a lato, una
giovane spartana durante una corsa).
3
l’interno della famiglia, in modo diverso a seconda
delle condizioni economiche e sociali. La vera formazione dei giovani ateniesi avveniva tuttavia nei luoghi
d’incontro della città: teatri, assemblee popolari, tribunali, la piazza del mercato e il ginnasio, dove ci si esercitava nella ginnastica e nella lotta.
La mitologia greca
I poemi omerici, e dopo di essi le altre opere della letteratura greca, raccontavano storie di dèi e di personaggi eccezionali, gli eroi; queste storie in greco si
chiamavano miti, cioè “racconti”. Era un mito, per
esempio, il racconto delle prove superate da Ulisse
prima di arrivare a Itaca o le storie di Apollo, Zeus,
Era e altri dèi. Questi miti erano stati trasmessi oralmente di generazione in generazione e, all’epoca della poleis, tutti i greci li conoscevano. Essi erano continuamente ricordati e rinnovati nelle gare poetiche e
nelle rappresentazioni teatrali a cui assisteva tutto il
popolo, e rappresentavano per i greci un punto di riferimento e un patrimonio culturale comune.
La credenza nei miti e le forme di culto che i greci
organizzavano attorno a essi rappresentarono per secoli la loro religione ufficiale. Gli dèi della religione
greca venivano venerati in luoghi particolari, i santuari, tra cui i più famosi erano quelli di Delo, Delfi
e Olimpia, dove i fedeli si recavano anche per ricevere l’oracolo, cioè il responso divino ai loro quesiti.
Lo sviluppo di nuovi culti
Parallelamente alla religione ufficiale si svilupparono
altri culti che fornivano risposte più rassicuranti sui
misteri della vita e della morte, placavano le paure sul
futuro e offrivano una prospettiva di felicità dopo la
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
morte. Ricordiamo il culto di Demetra, una divinità legata alla terra, alle stagioni, ai processi naturali
di nascita e morte. Venerare questa divinità significava accostarsi ai misteri e alle leggi della natura, dunque anche della vita umana. Grande seguito ebbe anche l’orfismo, una religione che proveniva dall’Oriente e si fondava sulla dottrina dell’immortalità
dell’anima. Gli orfici pensavano che dopo la morte
l’anima umana si reincarnasse in altri corpi di uomini o animali per purificarsi delle proprie colpe. Una
volta purificata, l’anima veniva accolta in una sorta di
paradiso. Vi era infine il culto di Dioniso, un dio di
origine orientale che liberava la mente degli uomini
dalle sofferenze, dalle costrizioni dell’esistenza, dalle
regole imposte dalla società. Le donne e gli schiavi,
cioè coloro che vivevano esclusi dalla vita della polis,
erano tra i seguaci più entusiasti di questo dio.
La letteratura greca
Le prime opere letterarie dei greci furono i due poemi omerici, l’Iliade e l’Odissea, che con i loro miti
di eroi e dèi, con le loro storie di conquiste e di avventure, sono tra i primi esempi di poesia epica.
Accanto all’Iliade e all’Odissea ebbero una grande
diffusione anche i poemi di Esiodo, un poeta vissuto
tra l’VIII e il VII secolo a.C. In particolare il poema
Le opere e i giorni, in cui Esiodo insegnava come trarre
un onesto guadagno dal lavoro dei campi e dal commercio marittimo, rappresentò un importante punto
di riferimento culturale per i
cittadini delle poleis democratiche. In contrapposizione alla visione aristocratica
del mondo, fatta di im-
L’oracolo di Delfi.
A sinistra,
la sacerdotessa di
Apollo interpreta il
responso del dio
I racconti orali. A
destra, l’aedo: cantore
ambulante e attore,
narrava in versi le
imprese di dèi ed eroi.
113
114
MODULO
2
prese eroiche e di disprezzo per il lavoro, nell’opera di
Esiodo il lavoro assume un nuovo importante valore e
diventa il principale dovere dell’uomo.
Tra il VII e il VI secolo nacque anche una nuova
forma di poesia, la lirica, così chiamata perché veniva recitata con l’accompagnamento della lira, uno
strumento musicale molto diffuso in Grecia. I grandi lirici furono Saffo, la poetessa che cantò la sua
passione d’amore, e Alceo, suo contemporaneo, che
cantò il vino, l’allegria e la passione per la lotta politica. Infine va ricordato Pindaro, che immortalò le
glorie dei vincitori delle gare olimpiche e degli altri
giochi che si svolgevano regolarmente in varie località della Grecia in onore delle diverse divinità.
Il teatro come arte popolare
Il teatro nacque ad Atene alla fine del VI secolo a.C.;
fu una delle invenzioni più originali della cultura ateniese e si diffuse rapidamente in tutto il mondo
greco. La parola “teatro” significa “luogo dove si
guarda”: tutti i cittadini infatti vi si recavano per assistere agli spettacoli, che in greco si chiamavano
drammi. I drammi si svolgevano durante le feste dedicate al dio Dioniso ed erano un momento della vita religiosa dei greci, come i giochi e i sacrifici compiuti in onore di altre divinità; avevano anche una
funzione educativa, perché dalle storie rappresenta-
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romano
te si potevano trarre utili insegnamenti morali. I
drammi che rappresentavano storie tormentate o infelici di eroi, di grandi personaggi storici o di dèi erano le tragedie, i cui grandi autori furono Eschilo,
Sofocle ed Euripide (V secolo a.C.); quelli invece che
rappresentavano in chiave comica la vita e i problemi
di uomini comuni erano le commedie, il cui principale autore fu Aristofane (V secolo a.C.).
Nuove immagini della vita e dell’uomo:
filosofia e medicina
Nuove forme di sapere, come la filosofia e la medicina, ebbero in Atene il principale centro di sviluppo.
Già all’inizio del VI secolo a.C., sulle coste ioniche dell’Asia Minore, alcuni pensatori, chiamati filosofi (che significa “amanti della conoscenza”), si erano posti il problema di scoprire la causa prima o il
principio del mondo, di indagare le sue leggi di funzionamento e studiare le sue forme di vita.
L’“amore per la conoscenza”, o filosofia, non si limitò tuttavia a ricercare la causa prima del mondo e
della vita, ma affrontò anche problemi più direttamente legati all’uomo, come la morale e la giustizia.
Ad Atene, tra il V e il IV secolo, Socrate e poi Platone, i due più grandi filosofi di questo periodo, si impegnarono a pensare un nuovo tipo d’uomo e di società.
Parallelamente alla filosofia si sviluppò la medicina. A Cos, una piccola isola dell’Egeo, nacque nella
seconda metà del V secolo a.C. una scuola di medicina il cui maestro era Ippocrate. Gli scienziati di questa scuola sottraevano lo studio dell’uomo, della malattia e dei metodi di guarigione ai riti magico-religiosi e alle pratiche superstiziose.
Il teatro greco. Gli spettacoli teatrali (sopra, il teatro di Dioniso
ad Atene, VI secolo a.C.). coinvolgevano tutti i cittadini, senza
distinzione sociale o culturale, e si tenevano in occasione delle grandi
feste religiose. Durante le rappresentazioni ogni attore interpretava
il suo personaggio indossando una maschera (come vediamo nella
pittura a lato, del IV secolo a.C.).
UNITÀ
3
L’analisi scientifica e razionale
delle vicende dell’uomo: la storia
Accanto alla filosofia e alla scienza medica, la cultura
greca vide anche lo sviluppo della storia. Nel V secolo a.C. Erodoto si propose di raccontare le vicende di
tutti i popoli conosciuti a quel tempo, in particolare
quelle dei greci e dei persiani che si erano appena affrontati in una lunga guerra. L’ateniese Tucidide,
poi, scrisse una grande opera interamente dedicata
alla guerra del Peloponneso, con l’obiettivo di indagare le cause che avevano portato al conflitto fra
Sparta e Atene. Si trattava dei primi tentativi di comprendere le vicende umane in chiave razionale.
La conoscenza dell’uomo:
anatomia e psicologia
Lo studio che la medicina conduceva sull’uomo interessò anche l’arte greca che, tra il VI e il IV secolo
a.C., si interessò dell’anatomia e della psicologia dell’uomo come mai era stato fatto nelle civiltà passate.
Nell’arte greca la figura umana viene rappresentata spesso nuda, per meglio evidenziarne i particolari
anatomici e, a poco a poco, per meglio rappresentarne i gesti e il movimento; i volti perdono progressivamente l’espressione fissa e innaturale, e cercano di esprimere i sentimenti, le emozioni. Anche l’arte
dunque, come la filosofia, la medicina, la storia, contribuisce a una più ampia conoscenza dell’uomo.
Il potere assoluto e divino
dei sovrani ellenistici
Gli stati ellenistici erano governati da re che avevano
un potere assoluto: solo al sovrano spettavano le decisioni fondamentali dello stato. Il re era assistito,
nell’amministrazione del regno, da una vasta burocrazia di ministri, funzionari, esattori delle imposte,
generali, necessaria per governare stati di grandi dimensioni come i regni ellenistici.
Per consolidare agli occhi del popolo il
proprio potere assoluto, i re del mondo ellenistico si facevano venerare come dèi. Essi si
presentavano cioè come l’incarnazione di
quelle divinità in cui credevano per tradizione le popolazioni conquistate. Non era
certo una novità: in tutto l’Oriente, dall’Egitto alla Mesopotamia, alla Persia, i sovrani
si erano sempre presentati come dèi scesi in
terra. La figura del monarca divino dal potere assoluto risultò invece più difficile da accettare per i sudditi greci, abituati in altri
tempi a esercitare il loro potere di cittadini.
115
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
VERIFICA VELOCE
Gli elementi unificanti del mondo greco
1 Spiega con parole tue quali erano i tre fattori fondamentali che
facevano del mondo greco, benché diviso in varie poleis, una civiltà omogenea.
L’educazione della gioventù
2 Rileggi attentamente il paragrafo sulla diversa educazione dei
giovani a Sparta e Atene. Poi inserisci nelle caselle i numeri delle
affermazioni sotto riportate, riferendole correttamente al mondo
di Atene o a quello di Sparta.
ATENE
SPARTA
1. L’educazione dei cittadini, sin dall’infanzia, avveniva in comunità statali.
2. Solo all’età di trent’anni si poteva prendere parte alle assemblee popolari.
3. Tutti i figli dei cittadini imparavano a leggere e a scrivere.
4. Scarsa importanza veniva data all’istruzione, mentre l’obiettivo educativo principale era una rigorosa preparazione militare.
5. L’educazione avveniva nell’ambito della famiglia e a seconda
delle condizioni sociali ed economiche.
6. La vera formazione dei giovani si realizzava partecipando alla vita della polis.
Ora rispondi: sapresti individuare un aspetto comune nell’educazione dei giovani in queste due città così diverse?
La cultura greca
3 Sul tuo quaderno ricostruisci una tabella come questa e completala con le informazioni del testo, spiegando gli aspetti caratteristici dei diversi campi del sapere umano nella Grecia antica.
storia
________________________________________
filosofia
________________________________________
medicina
__________________________________________
arte
__________________________________________
Mito
4 Spiega con parole tue il significato
della parola “mito” nella cultura greca.
La poetessa Saffo. Nata intorno
al 612 a.C. nell’isola di Lesbo,
è una delle letterate più celebri
dell’antichità. Le sue poesie narrano
gli stati d’animo legati all’amore.
116116
116
MODULO
2
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romana
■
Ad Atene il legislatore SOLONE abolì la schiavitù
per debiti e permise a tutti i cittadini di partecipare
UNITÀ 3
IN BREVE
CITTADINI
POLIS
nucleo urbano
Micene
■
La CIVILTÀ CRETESE o minoica fiorì nell’isola di
Creta intorno al 2000 a.C.: essa sviluppò un’economia
basata soprattutto sui commerci di olio, vino, ceramica
e lana. Con la loro potente flotta i cretesi dominarono i
commerci del Mediterraneo orientale per circa cinque
secoli.
Caratteristiche erano le CITTÀ-PALAZZO che erano residenze di re aristocratici, avevano funzione di tempio ed
erano sede di magazzini, laboratori artigianali, archivi
per catalogare le merci.
Peloponneso
tempio
religioso
■
■
Le due più importanti città greche avevano sistemi
politici opposti: ad Atene si era affermata la DEMOCRAZIA, che vuol dire “governo del popolo”; a Sparta
vigeva invece l’OLIGARCHIA, o “governo di pochi”.
Intorno al 1600 a.C. la città di MICENE, nel Peloponneso, divenne il centro della civiltà achea. I micenei erano un popolo di guerrieri ed esperti navigatori; diversamente da quella cretese, la loro società era divisa in classi. I micenei estesero il loro dominio sul mar Egeo e fondarono colonie in vari punti del Mediterraneo.
■
Ad ATENE, dopo un periodo di tirannide, CLISTENE
realizzò importanti riforme. La popolazione dell’Attica
fu divisa in dieci tribù, che comprendevano cittadini di
tutti gli strati sociali e che eleggevano la bulé, cioè l’organo di governo della città.
archivio
I PERSIANI, una popolazione indoeuropea che viveva sull’altopiano iranico, costruirono con successive
operazioni di conquista l’impero più vasto allora conosciuto. Punti di forza del governo persiano furono la tolleranza nei confronti delle tradizioni delle popolazioni
locali e la suddivisione del vasto impero in province,
affidate a funzionari nominati dallo stesso “gran re”.
10 La polis greca
Alla fine dei “secoli bui”, cioè del lungo
periodo (XII-VIII secolo a.C.) durante il
quale scomparvero le testimonianze scritte della civiltà egea, la Grecia risultava divisa in molte città-stato, le POLEIS: ciascuna
con i propri cittadini, le proprie leggi e il proprio
territorio.
pressione demografica: l’aumento della
popolazione in un territorio povero di
risorse impose la migrazione di parte dei
residenti verso nuove terre da colonizzare.
Le colonie erano città autonome, ma conservavano rapporti molto stretti con la città d’origine, di cui spesso riproducevano gli ordinamenti politici.
■
■
■
Era CITTADINO della polis solo chi possedeva un
lotto di terra. I cittadini potevano partecipare alla vita
politica, ricoprire cariche pubbliche e partecipare all’assemblea popolare. Ne erano invece esclusi gli stranieri
(detti “meteci”), le donne e gli schiavi.
Nelle città greche, con l’aumentare delle dimensioni e l’intensificarsi delle attività produttive e commerciali, si aprirono forti conflitti sociali fra l’ARISTOCRAZIA, che deteneva tutto il potere, e il POPOLO
(“demos”) che voleva partecipare alla guida politica
della città. Per risolvere questi conflitti, spesso sanguinosi, molte “poleis” si diedero LEGGI SCRITTE.
■
Lo sforzo espansionistico di Dario verso ovest arrivò
a costituire una diretta minaccia per le città greche. La
ribellione delle città greche dell’Asia Minore fu soffocata da Ciro il Grande. Nel conflitto che seguì, e che vide
Atene e Sparta alleate contro il nemico persiano, Atene
riportò una prima vittoria a Maratona e poi inflisse una
nuova schiacciante sconfitta ai persiani a Salamina.
Tra l’VIII e il VI secolo i greci fondarono COLONIE
nell’Italia meridionale, in Francia e Spagna. Alla base
della colonizzazione greca del Mediterraneo c’era la
Le conquiste di Cambise
(525-522 a.C.)
Principali strade
dell’impero
L’impero persiano
ai tempi di Ciro II
(558-529 a.C.)
Le conquiste di Dario
lago
(522-486 a.C.)
Piste
carovaniere
d’Aral
Creta
Asia Minore
■
Il prestigio derivato ad Atene dalla vittoria sui persiani facilitò il consolidarsi della SUPREMAZIA ATENIESE su gran parte della Grecia. Come città-guida della
Lega di Delo, Atene pose le città che si erano alleate per
la difesa dai persiani in una condizione di sudditanza.
■
Le due grandi poleis Atene e Sparta si spartirono il
controllo della Grecia, ma ciò non fu sufficiente a evitare lo SCONTRO DIRETTO fra le due città, che sfociò in
una lunga guerra – nota come GUERRA DEL PELOPONNESO – conclusasi con l’annientamento della flotta ateniese e la vittoria di Sparta. Neppure Sparta riuscì
però a mantenere l’egemonia sulla Grecia, che venne
temporaneamente conquistata da Tebe fino all’affermarsi di una nuova potenza: il regno di MACEDONIA.
mar Nero
Epidamno
Cizico
mar Mediterraneo
Siria
Tiro
Menfi
Mesopotamia
mar
Rosso
Corfù
Partia
Bactriana
Susa
Babilonia
Tigri
Eufrate
Gerusalemme
EGITTO
Nilo
Tebe
Bactra
Caspio
Egospotami
Epiro
mar
Ecbatana
Cipro
Atene e alleati
(Lega di Delo)
Bisanzio
Macedonia
Fasi
mar Nero
Atene Efeso
Sparta
Grecia
A Sparta governava un gruppo di famiglie aristocratiche, gli SPARTIATI, discendenti dei dori, gli antichi
conquistatori del territorio della città. Queste famiglie
detenevano tutto il potere; il Consiglio degli anziani
prendeva le decisioni fondamentali per la vita della città.
Danubio
Cirene
■
Zona d’origine
dei persiani
Tracia
Ellesponto Pteria
Macedonia
Cappadocia
GRECIA Sardi Lidia
Armenia
Magna Grecia
■
12 Impero persiano e poleis greche
centro
produttivo
■
La polis comprendeva la campagna e il nucleo urbano, diviso in due parti. Una parte alta (detta
ACROPOLI), sede del governo, e una parte bassa (l’AGORÀ) dove si commerciava e si teneva l’assemblea
cittadina.
Le leggi scritte non risolsero in modo definitivo i
conflitti sociali. Approfittando di questi contrasti, in
molte città greche il potere fu preso con la forza dai
TIRANNI che emanarono provvedimenti a favore dei
ceti popolari, limitando così i privilegi dei ricchi e indebolendo l’aristocrazia.
11 Atene e Sparta
CRETA
magazzino
■
all’assemblea popolare. Solone, inoltre, divise la popolazione ateniese in quattro classi, non più in base alla
nascita ma in base alla maggiore o minore ricchezza.
Cnosso
CITTÀ PALAZZO
residenza reale
Il Mediterraneo antico e la civiltà greca
■
campagna
9 Minoici e micenei
3
UNITÀ
Media
altopiano
iranico
Persepoli
golfo
Persico
Indo
INDIA
Tessaglia
mar
Egeo
Eubea
Beozia
Tebe Attica
Leuttra
Corinto
Atene
Pireo
Mantinea
Delo
Peloponneso
Efeso
Sparta e
(Lega de
Peloponn
Mileto
Neutrali
Sparta
mar Ionio
Creta
mar Arabico
Atene e a
(Lega di
Rodi
Sparta e alleati
(Lega del
Peloponneso)
Neutrali
117
118
MODULO
2
3 Il mediterraneo antico e la civiltà greca
LABORATORIO DELLE
COMPETENZE
Il Mediterraneo e la civiltà greco-romana
13 Il dominio macedone e l’impero di Alessandro
■
La Macedonia, rimasta a lungo in una situazione di
isolamento, diede inizio con Filippo II a un PROGETTO
DI ESPANSIONE. Grazie a un’efficace riorganizzazione
dell’esercito, Filippo ebbe la meglio sulle “poleis” alleate per salvaguardare la propria indipendenza e sottomise la Grecia.
■
Alessandro realizzò il sogno di suo padre Filippo di
estendere il dominio macedone all’impero persiano e
diede a questa impresa una connotazione non soltanto
militare, ma anche culturale. L’ampiezza dei territori
conquistati portò Alessandro a vagheggiare l’idea di un
IMPERO UNIVERSALE, che unisse tutto il mondo allora
conosciuto sotto un unico scettro. Come erede della
monarchia persiana Alessandro si fece venerare come
un dio.
➥VERIFICA LE CONOSCENZE
1
I seguenti fatti si riferiscono ad Atene. Disponili nella corretta successione cronologica, indicando chi ne fu l’artefice.
Divisione della popolazione su base territoriale
4
Le Olimpiadi, i famosi giochi organizzati periodicamente
presso il santuario di Olimpia nel Peloponneso
A non erano giochi organizzati in onore degli dèi.
B garantivano fama e ricchezza ai vincitori.
C si ripetevano ogni cinque anni.
D erano accessibili solo ai cittadini greci.
___________________________________________________
Instaurazione della tirannide
___________________________________________________
Retribuzione delle cariche pubbliche
___________________________________________________
Macedonia
119
UNITÀ
5
La scuola di Ippocrate
A interpretava la malattia come segno dell’ intervento divino.
B sottrasse la medicina alla sfera magico-sacrale.
C suggeriva spesso ai pazienti riti di purificazione.
D si basava sul metodo empirico e non sistematico.
Liberazione degli schiavi divenuti tali per debiti
Asia
___________________________________________________
Costruzione di una grande flotta triremi
___________________________________________________
Divisione della società in 4 classi in base alla ricchezza
6
L’impero persiano
A era suddiviso in 20 province dette satrapìe.
B non raggiunse mai le dimensioni di quello assiro.
C aveva due capitali, Ecbatana e Persepoli.
D riorganizzò l’esercito e adottò il sistema delle falangi.
___________________________________________________
2
14 L’ellenismo
■
Dopo la morte di Alessandro l’immenso
territorio che costituiva il suo impero si disgregò
in regni autonomi. Questi regni, chiamati
“ELLENISTICI”, furono governati da re che avevano un
potere assoluto e si facevano venerare come una divinità; la classe dirigente era costituita dall’aristocrazia
greco-macedone.
Mar
Caspio
Mar
Mediterraneo
Golfo
Persico
■
L’età ellenistica fu un periodo di grande sviluppo
economico e commerciale, durante il quale aumentò la
circolazione della moneta e crebbero le fortune di banchieri e mercanti. Uno dei traffici principali fu quello
degli schiavi, “merce” assai richiesta per il lavoro sia nei
campi sia nelle botteghe artigianali.
■
Dal punto di vista culturale, l’epoca
ellenistica fu straordinariamente ricca e
segnò il passaggio della cultura greca
da una dimansione regionale (quella circoscritta al
Peloponneso) a una dimensione internazionale (non
solo il bacino mediterraneo, già fortemente grecizzato,
ma gli immensi territori continentali posti tra Occidente
e Oriente, sui cui brillerà l’astro dell’impero bizantino)
■
Lingua, cultura, religione e tradizioni furono gli elementi che unificarono il mondo greco, facendone una
CIVILTÀ omogenea nonostante la frammentazione
politica che caratterizzava in origine le città-stato.
L’educazione, per esempio, era concepita in tutta la
Grecia con lo scopo di preparare i giovani uomini al
futuro mestiere di cittadini; il tipo di formazione, però,
variava molto a seconda delle poleis.
Il teatro ebbe una grande importanza educativa nel
mondo greco ed era frequentato non solo dall’aristocrazia, ma anche dal popolo.
Le rappresentazioni teatrali – commedie e tragedie –
mettevano in scena storie di dèi,
eroi e uomini. La filosofia, la storia, la medicina e l’arte erano forme di sapere orientate a una
sempre più ampia conoscenza
dell’uomo.
1
Completa la frase individuando l’affermazione esatta:
La democrazia ateniese, diversamente dalla nostra che è
rappresentativa, era diretta perché
A votavano solo gli uomini, mentre noi votiamo tutti, uomini e donne.
B i cittadini partecipavano direttamente all’assemblea,
mentre noi eleggiamo i nostri rappresentanti al Parlamento.
C gli ateniesi avevano una sola Camera, noi invece abbiamo Camera e Senato.
D si esprimeva per sorteggio.
2
La donna nella società cretese
A era molto considerata per la sua capacità di dare la vita
(culto della Grande Madre).
B viveva in condizioni di parità con l’uomo.
C dirigeva la casa, il lavoro della servitù e organizzava la vita
familiare.
D usciva spesso per fare acquisti e recarsi al tempio.
➥LAVORA CON LE PAROLE
3
Molte forme di governo sono indicate con parole composte che terminano in -crazia, un termine di derivazione greca
che significa “potere, dominio”. Cerca sul dizionario l’etimologia e spiega il significato dei seguenti vocaboli:
Democrazia _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
Aristocrazia
_________________________________________
Plutocrazia
_________________________________________
Teocrazia
___________________________________________
Timocrazia
_________________________________________
Talassocrazia
_______________________________________
Autocrazia
__________________________________________
Ierocrazia
__________________________________________
4
Completa il brano seguente inserendo negli spazi vuoti i
vocaboli adatti, scegliendoli tra quelli elencati nell’esercizio 3.
Secondo la tradizione in origine Atene era una
____________;
successivamente il potere venne esercitato da un ristretto nume-
3
Il teatro
ro di persone, cioè da una
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ .,
in cui il potere
A era il luogo in cui venivano rappresentati drammi, commedie e tragedie.
B non aveva alcuna funzione educativa, ma soltanto ludica.
era controllato da nove arconti. All’inizio del VI secolo a.C. Solone
C era frequentato soltanto dai cittadini più colti.
D fu una delle più originali invenzioni di Sparta e da lì si diffuse in tutto il mondo greco.
decenni più tardi Clistene riorganizzò il sistema di partecipazione
attuò una riforma _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ . Nel 561 a.C., quando prese
il potere Pisitrato, Atene diventò una
______________.
Alcuni
dei cittadini dando a tutti uguali possibilità politiche, attuò cioè
una forma di
_______________.
120
MODULO
2
5
Trova la parola contraria a “libertà”, scegliendola dal
seguente elenco:
povertà,
prigionia,
obbligo,
schiavitù,
impossibilità di fare.
La civiltà greco-romana
2
Perché Aiace viene paragonato ad Ares, il dio della
guerra? _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
___________________________________________________
___________________________________________________
3
Come viene considerata da Tirteo la morte in battaglia?
___________________________________________________
___________________________________________________
4
➥LAVORA CON LE FONTI SCRITTE
6 Il valore del combattimento presso i greci: dall’eroe al cittadino-soldato.
Qual è, in relazione a virtù e onore, la differenza fra l’e-
roe dell’Iliade e il soldato di Tirteo?
UNITÀ
Entrambi i testi si riferiscono al tentativo fallito dei persiani di
sottomettere la Grecia nel 490 a.C. e nel 480 a.C.; entrambi i
testi evidenziano che il motivo della vittoria fu di natura ideologico-culturale.
Il primo brano è di Ippocrate, famoso medico greco, che
spiega per quali ragioni ritiene gli asiatici (ossia i persiani)
inferiori ai greci.
Il secondo è di uno storico contemporaneo Pierre Lèveque e esprime qual è, secondo lui, la ragione più profonda
della vittoria greca.
Metti a confronto i due brani e rispondi alle seguenti
domande.
3
Il mediterraneo
Mediterraneo antico e la civiltà greca
➥LAVORA CON LE FONTI
ICONOGRAFICHE
8 Le leggi scritte
Il più completo codice di leggi dell’antichità che possediamo
è quello ritrovato a Gortina, una piccola città dell’isola di Creta. Questo codice, che risale al VII secolo a.C., è scritto in
modo perfetto su una serie di blocchi di pietra. Osserva l’immagine e rispondi alle seguenti domande.
___________________________________________________
___________________________________________________
1
Quali sono, secondo Ippocrate, gli uomini più valorosi
in guerra?_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
7
Perché i persiani furono sconfitti dai greci?
1
Così dicevano, e Aiace s’armava di bronzo accecante; poi,
quand’ebbero indossato tutte le armi sul corpo, balzò
come s’avventa il gigantesco Ares, che muove a guerra fra gli
uomini, quanti Zeus getta a lottare in una lotta furiosa, che il
cuore divora. Così mosse Aiace gigante, la rocca degli achei,
ghignando col viso tremendo; e, sotto, i suoi piedi andavano
a gran passi, l’asta ombra lunga scrollava. Gli argivi [gli achei]
godevano grandemente a vederlo, ma forte tremito prese le
membra a tutti i troiani, balzò nel petto il cuore a Ettore stesso; ma non poteva nascondersi più né tirarsi indietro tra la
folla, lui che sfidò la battaglia.
2
Questa è la vera areté [virtù], questo è il premio più bello
da ottenere per l’uomo giovane. Questo è un bene comune per la città e per tutto il popolo, quell’uomo che piantato
sulle gambe resiste nelle prime file incessantemente. Non si
lasci prendere nemmeno per un momento dall’idea della fuga
vergognosa, esponendo la vita e il cuore intrepido, e incoraggi con le sue parole il guerriero vicino standogli accanto […].
Questi, caduto nelle prime file, perde la sua vita dopo aver
onorato la città, il popolo e il padre, trafitto davanti molte
volte, lo scudo ombelicato e la corazza.
I due testi hanno in comune il tema del combattimento, e
due valori fondamentali per la civiltà greca: virtù e onore.
Il primo brano, tratto dall’VIII libro dell’Iliade, descrive la
sfida fra due guerrieri di parte opposta, l’acheo Aiace e il
troiano Ettore.
Il secondo testo, del poeta spartano Tirteo, risalente ad
alcuni secoli più tardi (VII sec. a.C.), illustra quali debbano
essere le virtù del soldato.
Metti a confronto i due brani e rispondi alle seguenti
domande.
1
Come viene descritto Aiace nel testo omerico? _ _ _ _ _ _ _ _
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
2
La libertà rende valorosi
Gran parte dell’Asia è soggetta a monarchia. Laddove gli
uomini non sono signori di se stessi e delle proprie leggi,
ma sono soggetti a despoti, non pensano a come addestrarsi
alla guerra, bensì a come sembrare inetti a combattere.
I pericoli non sono certo pari. A loro, è naturale, tocca la
necessità di combattere e soffrire e morire in pro dei padroni,
lontani dai figli, dalle spose, dagli amici. E se compiono azioni nobili e valorose, da queste i padroni traggono grandezza e
potenza, essi invece ne fruttano pericoli e morte... sicché se
anche qualcuno per natura è valoroso e magnanimo, la sua
mente viene corrotta dalle istituzioni. Ecco un grande indizio
di tutto questo: quanti nell’Asia, elleni [cioè greci] o barbari,
non sono soggetti a despoti ma vivono liberi e per se stessi si
affaticano, ebbene questi sono fra tutti i più valorosi.
Ippocrate
1
La libertà è il bene più prezioso
Per la prima volta alcune città greche, che non rappresentavano affatto tutte le forze della piccola Grecia e ancor
meno quelle del mondo greco, hanno messo a tacere le vecchie e recenti discordie per difendere ciò che per esse è il bene
supremo: la libertà.
La sorprendente vittoria che riportano non può essere spiegata in altro modo. Contro di loro stava un solo uomo libero, il
Gran Re, alla testa di un popolo di schiavi: soldati che andavano in battaglia sotto la minaccia della frusta, marinai ionici
resi passivi dalla spaventosa repressione della rivolta della loro
patria, uomini che presto si accorgeranno di lottare contro
fratelli. Pur non avendo molto rilievo per la Persia, Maratona,
Salamina e Platea sono state capitali nella storia greca: un
popolo che non vuole morire né decadere trova salvezza nel
coraggio, nell’abnegazione e nell’unità. Unico momento di
armonia nella perpetua discordia di un mondo internamente
diviso.
P. Lèvêque, La civiltà greca
2
Perché?
_________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
3
Quali uomini in guerra si comportano da inetti?
___________________________________________________
___________________________________________________
4
Perché?
_________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
5
Che cosa rappresenta, secondo Lèveque, la libertà per
le città greche?
______________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
6
Come definisce Lèveque l’esercito persiano? Perché
combatte?
__________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
7
Questi due brani sostengono tesi analoghe o opposte?
1
Sembra che in origine questi blocchi di pietra fossero parte delle pareti di un tribunale: perché, secondo te, erano collocati lì?
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
___________________________________________________
2
Le leggi di Gortina, come quelle di molte città greche
di questo periodo, sono scritte. Come erano in precedenza? Perché è importante che siano scritte?
___________________________________________________
___________________________________________________
3
Quale altro codice di leggi scritte hai incontrato stu-
diando le civiltà antiche?
___________________________________________________
___________________________________________________
121
122
MODULO
2
9
L’educazione dei giovani
Osserva l’immagine sopra e rispondi. alle seguenti domande.
1
Gli oggetti raffigurati ci fanno capire che cosa deve
apprendere questo giovane. Quali sono gli oggetti? A che
cosa servono?
La civiltà greco-romana
➥ COMPLETA SCHEMI, MAPPE
E TABELLE
10 Le colonie greche
Abbina correttamente il nome delle seguenti città che
furono colonie greche con il nome della regione o dello stato
di cui fanno parte oggi.
___________________________________________________
___________________________________________________
2
La lezione è privata o di gruppo?
Marsiglia
Turchia
Siracusa
Puglia
Mileto
Turchia
Taranto
Campania
Napoli
Francia
Crotone
Turchia
Agrigento
Calabria
Nizza
Sicilia
Efeso
Libia
Cirene
Sicilia
Bisanzio
Francia
___________________________________________________
___________________________________________________
3
A quale città greca potrebbe riferirsi questo tipo di edu-
cazione?
___________________________________________________
___________________________________________________
4
A quale città greca non potrebbe riferirsi questo tipo di
educazione? Perché?
___________________________________________________
___________________________________________________