Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) STUDI DI OPF E SIMULAZIONI CON OPF DI RETI DI DISTRIBUZIONE 1. Introduzione La presente relazione conclude una serie di studi svolti in ottemperanza al contratto di lavoro autonomo professionale con il Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica del Politecnico di Bari nell’ambito del progetto strategico PST044 “Smart-Grids: Tecnologie Avanzate per i servizi pubblici e l’energia” cofinanziato dalla Regione Puglia. In particolare, essa è esplicativa di un’analisi relativa alle reti di distribuzione elettriche che utilizza metodi di analisi del tipo Optimal Power Flow (OPF) e Load Flow (LF). Preliminarmente a tale analisi sono stati svolti studi relativamente allo stato dell’arte nel settore delle Smart Grids, al Geographic Information System applicato anch’esso alle reti di distribuzione elettrica ed in particolare alla rete di distribuzione della città di Trani ed alla rappresentazione della suddetta rete con l’analisi dei carichi elettrici. Questa relazione si conclude con la descrizione di una simulazione effettuata per mezzo di un software di risoluzione di un problema di OPF e LF. 2. Load Flow ed Optimal Power Flow Il dispacciamento dell’energia è un punto fondamentale per la gestione ottimale dei sistemi elettrici di potenza. Gli studi relativi a tale problematica è volta alla minimizzazione dei costi di produzione e dispacciamento mantenendo almeno un livello di sicurezza del sistema chiamato “n-1” ovvero che permette di sopportare senza alcuna ripercussione anche la perdita di un componente della rete come una linea, un trasformatore o una unità di produzione, non provocando la violazione di nessuno dei limiti di funzionamento e mantenendo normalmente alimentato il carico [1]. 1 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) Formalmente tale questione si risolve applicando i metodi matematici e numerici introdotti dalla disciplina che studia i sistemi elettrici per l’energia impostando una funzione obiettivo, quale per esempio il costo di produzione dell’energia elettrica e ricercandone il minimo. Al fine di ricercare i punti di massimo o di minimo di una funzione anche a più variabili soggette a determinati vincoli si applica la teoria che utilizza i così detti Moltiplicatori di Lagrange e che permette di raggiungere un sistema di equazioni lineare, risolvendo il quale si ottiene il valore della variabile che risolve il problema di minimizzazione posto. Nella teoria della disciplina che studia i sistemi elettrici di potenza con il termine Load Flow (LF) ci si prefigge di conoscere le tensioni in modulo e fase in tutti i punti della rete a fronte di una assegnata distribuzione dei carichi e delle potenze generate (dai quali è possibile poi ricavare tutti gli altri parametri elettrici) verificando che i valori delle grandezze che caratterizzano il funzionamento dei componenti del sistema siano compresi nelle tolleranze ammissibili. Se poi si introducono a tale sistema altre variabili da minimizzare o massimizzare, considerate utili per la gestione ottimale della rete elettrica, come per esempio i costi economici, si parla di Optimal Power Flow (OPF). A voler dare una definizione più formale, per Optimal Power Flow (OPF) si intende lo studio della gestione ottimale del trasporto di energia nel rispetto dei vincoli fisici caratteristici del sistema. In sintesi quindi, una gestione ottimale si propone di realizzare i seguenti obiettivi: • Bilanciamento fra le richieste di carico e produzione di energia elettrica. • Funzionamento in sicurezza del sistema elettrico, mantenendo tensioni, correnti ed altre grandezze all’interno di un range prestabilito. • Minimizzazione di una determinata funzione obiettivo. Come abbiamo già fatto interedere in precedenza, la funzione obiettivo può essere di diversa natura, a seconda di come si vuole gestire il sistema elettrico di potenza, ovvero dall’obiettivo che si vuole raggiungere nella gestione della rete Ad esempio ci si può prefiggere di minimizzare le perdite di potenza attiva sulla linea e nello stesso tempo minimizzare anche i costi del reattivo od in generale la minimizzare i costi della 2 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) produzione dell’energia e della gestione della rete. Quello della minimizzazione dei costi appare evidentemente l’obiettivo primario di una compagnia elettrica ma può non essere così se l’attività di gestione è orientata verso una rete che ha l’obiettivo primario di alimentare carichi preferenziali come ospedali o utenze sensibili e preferenziali. Tutto questo, come detto, deve avvenire mantenendo un equilibrio fra la domanda del carico e la produzione di energia, il tutto conservando qualità e sicurezza del servizio. La differenza tra un problema di Load Flow ed uno di Optimal Power Flow in termini di analisi matematica, consiste essenzialmente nel fatto che, nel caso di un LF, i valori di potenza attiva erogati da un generatore sono noti [2] , mentre in un problema di OPF, la potenza attiva e la potenza reattiva erogate dai generatori, così come modulo e fase delle tensione ai nodi, sono grandezze incognite i cui valori devono essere determinati come soluzione di un problema di ottimizzazione tecnico-economica. Per la trattazione matematica dei problemi di Load Flow ed Optimal Power Flow, si rinvia ai testi di metodi numerici e matematici o di sistemi elettrici per l’energia. 3. Studio di ottimizzazione per le reti di distribuzione Le analisi di LF ed OPF si sono sviluppate nel corso degli anni per la risoluzione delle reti di trasmissione. Con la diffusione della generazione distribuita, è nata la necessità di implementare questa analisi anche per le reti di distribuzione al fine di ottimizzarne l’utilizzo[3] [4]. Alla luce di tale considerazione, questo lavoro è finalizzato ad una analisi di LF ed OPF per studiare l’impatto dettato da una penetrazione di generazione distribuita all’interno di una rete di distribuzione. Studi futuri potranno valutare, inoltre, alcune azioni che è possibile intraprendere nei casi in cui il sistema vada in emergenza come ad esempio quella di “load curtailment” o di “generation curtailment” al fine di mantenere alta la qualità della tensione. Essendo lo studio di OPF un problema di ottimizzazione multiobiettivo in cui cioè si vuole ottimizzare più obiettivi contemporaneamente per ottenere il giusto equilibrio tra 3 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) gli stessi, il fine dello studio svolto, è stato quello di ricercare un compromesso fra il minimo costo di gestione della rete, (costo di approvvigionamento di energia) e nel contempo il minimo valore delle perdite, il tutto valutato secondo la potenza effettivamente erogata. 4. Il software utilizzato Il software utilizzato per gli studi e le simulazioni è il PSAT (Power System Analysis Toolbox), un toolbox per Matlab. Esso permette, tra le altre, anche analisi di Load Flow ed Optimal Power Flow. 5. Simulazioni 1 Studio a) Il primo caso studio preso in esame al fine di analizzare le conseguenze di una penetrazione di generazione distribuita all’interno di una rete di distribuzione, è relativo alla rete elettrica “IEEE 34 Node Test Feeder” [5] , mostrata in figura 1. Essa è stata opportunamente modificata nei carichi e nelle tensioni (la tensione nominale è stata portata da 24,9 a 20 KV) per poterla rendere più vicina alla realtà italiana con l’introduzione, all’interno della stessa, di alcune nodi di generazione provenienti da fonti energetiche alternative con il fine di simulare una generazione distribuita. Figura 1: IEEE 34 Node Test Feeder 4 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) È stata, pertanto, svolta un’analisi di OPF confrontando una simulazione senza ed una con l’introduzione nella rete della generazione distribuita (GD) per valutarne le possibili ripercussioni. In tal caso l’analisi si è svolta minimizzando i costi di produzione di energia mantenendo i valori delle variabili elettriche all’interno di range di qualità. Quindi successivamente alla simulazione della rete senza GD sono stati inseriti all’interno della stessa le seguenti generazioni: Due campi fotovoltaici della potenza di 0,8 MW ciascuno. Quattro aerogeneratori della potenza di 1MW ciascuno. Un generatore Turbogas della potenza massima di 24MW. Tali impianti sono stati pensati tutti di proprietà dell’ente distributore, installati al fine di generare energia da consumare per i fabbisogni della propria rete di distribuzione. Di seguito sono elencati i costi di produzione ipotizzati per ciascun tipo di generazione: Fotovoltaico: 250 €/MWh Eolico: 80 €/MWh Turbogas: 70 €/MWh L’energia che il distributore acquista sul mercato elettrico è stato ottenuto sommando i valori del 03/01/2012 disponibili sul sito del Gestore del Sistema Elettrico (GSE) ed il costo di dispacciamento, in definitiva si ottiene il costo finale per l’acquisto dalla trasmissione che risulta essere: 137 €/MWh per le ore di punta che si registrano durante la giornata; 68.5 €/MWh per le ore di minor consumo che invece si registrano di notte. Il carico sulla rete è stato imposto a 49 MW nell’ora di punta, 35 nel pieno della notte e 40 MW come valore medio. 5 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) Figura 2: Rete senza la presenza di generazione distribuita Figura 3: Rete in presenza di generazione distribuita Nell’ora di punta, escludendo gli impianti fotovoltaici il cui costo però negli ultimi anni è in continuo calo, l’acquisto dell’energia dalla rete di trasmissione è sempre meno conveniente rispetto a quello della produzione attraverso gli impianti di proprietà del distributore, perciò è lecito aspettarsi, in questo lasso di tempo, che l’analisi di OPF vada a massimizzare la potenza fornita da tali impianti e minimizzare quella fornita dalla trasmissione. 6 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) Invece nelle ore notturne risulta più conveniente l’acquisto dell’energia dalla rete di trasmissione in tal caso quindi gli impianti di generazione di proprietà del distributore possono evitare di produrre energia, cosa ovviamente che già avviene, a causa della natura della fonte di energetica, per gli impianti fotovoltaici. Tali considerazioni si evincono osservando sia la funzione obiettivo, che risulta pari a 7424.3782 nel caso di assenza di GD mentre è 5246.8071 in presenza di GD, e sia il valore dei flussi di potenza in gioco (ad esempio per il Bus 0 che contiene il generatore che riproduce la rete di trasmissione il valore di potenza generata è, nel caso di assenza di GD, P=54 MW;Q= 17MW mentre in caso di presenza di GD, P=16MW e Q=5MW). In primis è importante osservare i profili di tensione ed in tal caso è necessario osservare che un metodo di ottimizzazione come quello dell’OPF, necessita l’imposizione di vincoli; si è scelto, quindi, di imporre un range sulle tensioni tra il valore minimo di 0.9 ed il valore massimo di 1.1. Trascurando le problematiche che si possono avere sul regolatore di tensione sotto carico (in presenza di GD si deve cambiare la legge di variazione del regolatore sotto carico, passando dal metodo a “compensazione di corrente”, al metodo a “tensione costante sulla sbarra MT”), l’analisi eseguita dimostra che l’inserimento di un impianto di generazione su una linea, comporta un miglioramento del profilo di tensione sulla stessa, questo anche a causa di una migliore ridistribuzione del reattivo sulla rete. Come si può notare dalla Fig. 4, infatti, nel caso di rete senza GD, le tensioni tendono a calare lungo la linea avendo tra l’altro anche importanti picco su alcune linee e, sebbene tali valori rimangano sempre nel range impostato, vi sono dei valori a fondo linea molto vicini al limite minimo imposto. Nel caso invece in cui vi sia la presenza di GD la distribuzione delle tensioni è molto più lineare, con le tensioni che oscillano tutte in un range decisamente più limitato di quello imposto. 7 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) Figura 4 - Profili di tensione: in rosso la rete con GD in celeste la rete senza GD È necessario tuttavia osservare che il risultato descritto relativo ai profili di tensione valgono nel caso teorico in cui non vi siano malfunzionamenti nel sistemi, in caso contrario infatti, le tensioni, in presenza di forte penetrazione di GD in rete, possono oscillare in modo molto più variabile comportando così serie problematiche per l’intera distribuzione. 2 Studio b) Il secondo caso studio che si propone al fine di analizzare l’introduzione nelle reti di distribuzione della GD, è relativa alla rete “Amet”. In tal caso, è stata eseguita una analisi di Load Flow o Power Flow sia con la rete priva di generazione diffusa che con la stessa ma con l’introduzione di diversi punti di generazione. Si sono considerati i dati forniti dalla Società tranese per rendere la simulazione più vicina alla realtà tuttavia nella modellazione sono state necessarie alcune semplificazioni soprattutto per quel che riguarda i carichi connessi, in quanto si è potuto calcolare soltanto un valore medio di potenza assorbita per ciascuna cabina secondaria poiché sono stati resi disponibili i soli dati di consumo annuali. La figura 5 mostra come è stata modellizzata la rete di trasmissione di proprietà “Terna Spa”. Essa si identifica con un generatore sincrono e un generatore PV, a monte della rete “Amet” oggetto di studio; nella stessa figura inoltre si può osservare la stazione di trasformazione primaria costituita dai tre trasformatori a rapporto variabile e da due autotrasformatori. Si può distinguere anche, in alto a destra della figura, il blocco di slack 8 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) che rende la sbarra a cui è collegata una “sbarra di slack”. In generale, le sbarre di potenza infinita (in realtà la potenza che essi possono erogare non è infinita, ma solo molto grande) hanno un valore di tensione imposta, che non cambia al variare delle condizioni di carico; sono in grado di fornire (o assorbire) qualunque quantità di potenza attiva e reattiva che la rete richieda (o che la rete ceda per esubero); per questo un nodo di questo tipo viene chiamato nodo di “slack” perché è in grado di chiudere il bilancio delle potenze attive e reattive in rete[6]. Figura 5: Modellazione rete di trasmiossione e stazione di trasformazione In sintesi, modellata la rete “Amet” in ogni suo singolo elemento si sono effettuate simulazioni con lo scopo di osservare gli andamenti dei profili di tensione attraverso una routine di Load Flow nei seguenti casi: • Rete “Amet” alimentata dalla sola rete Terna; • Rete “Amet” alimentata dalla rete Terna ma con presenza di generazione distribuita; In quest’ultimo caso è stato ipotizzato l’inserimento di: - cinque campi fotovoltaici da 0,8 MW di potenza ciascuno; - Un generatore turbogas da 12 MW di potenza; - tre aerogeneratori da 1 MW di potenza ciascuno. 9 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) La taglia dei generatori e la loro localizzazione è stata scelta dopo aver esaminato, tramite analisi di load flow, l’impatto di differenti ipotesi di connessione alla rete di generatori di diversa potenza, garantendo che il valore delle tensioni lungo tutta la rete fosse contenuto entro +/- 5% del valore nominale. Nella figura è rappresentato l’inserimento della generazione distribuita su un nodo della rete: Figura 6: Inserimento della GD nella rete “Amet” Trascurando anche il tal caso, le problematiche che si possono riscontrare sul regolatore di tensione sotto carico, l’analisi dimostra che l’inserimento della generazione distribuita in una rete più reale e più grande, porta, in linea generale, a peggiorare i profili di tensione sui nodi e sulle cabine secondarie. A conforto di ciò, si notano che i profili di tensione hanno un andamento, in caso di presenza di generazione distribuita, del tipo a “zig zag”. 10 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) È necessario tuttavia osservare che le tensioni rientrano sempre nel range imposto del +/-5% del valore della tensione nominale, poiché, come già accennato in precedenza, si sono posizionati i nodi di generazioni in modo tale che la presenza di GD, non andasse a destabilizzare il sistema, ovvero permettesse sempre che il metodo di load flow convergesse. Dallo studio svolto si è osservato che, in generale, inserendo un numero elevato di generatori in tutta rete, posti in modo del tutto casuale, il sistema subisce una perdita di stabilità in termini di tensione; ma se questi vengono inseriti in modo tale da avere un sistema il più possibile simmetrico ed equilibrato, le tensioni rimangono all’interno del range imposto di qualità e la rete mantiene un funzionamento corretto. In particolare nel nostro caso, essendo la rete divisa in rami, se la generazione è posta in modo tale che questa non sia maggiore in un ramo piuttosto che in un altro, allora il sistema mantiene la tensione in valori sicuri. In sintesi, nel caso di rete passiva, si è evinto che le tensioni subiscono un peggioramento, ovvero calano man mano che ci si allontana dalla sottostazione AT/MT, mantenendosi però ben al di sotto del valore limite inferiore del range imposto. Nel caso invece in cui vi sia la presenza di generazione distribuita l’andamento dei profili di tensione è molto meno Figura 7 - Ramo Imbriani della rete Amet uniforme, ovvero i valori oscillano all’interno di un intervallo decisamente più ampio ma comunque sempre interno al range imposto. La figura a sinistra mostra il ramo della rete Amet denominato “Imbriani” che serve una porzione cittadina del territorio tranese mentre il grafico successivo indica l’andamento della tensione ai vari 11 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) nodi a conforto delle osservazioni descritte in precedenza. Infatti si può notare che i valori della tensione nel caso di rete attiva sono maggiormente oscillanti paragonati al caso di rete passiva. Tale situazione si verifica similmente per gli altri rami della rete di distribuzione Amet. Figura 8 - Valori di tensione nei nodi del ramo Imbriani nel caso di “rete attiva” e “rete passiva” 6. Conclusioni Il lavoro svolto si è sviluppato eseguendo due simulazioni entrambe per reti di distribuzioni con l’implementazione nel sistema di generazione diffusa. Nel primo caso si è considerata una rete “IEEE” standard ed è stato applicato il metodo di OPF (Optimal Power Flow) considerando, oltre alle grandezze elettriche, anche grandezze di tipo economico. L’analisi svolta ha quindi mostrato che l’inserimento di generazione diffusa nella rete di distribuzione può comportare dei vantaggi sia per quanto riguarda le variabili elettriche e sia per quanto riguarda il costo dell’energia. In una rete di distribuzione di piccole dimensioni quindi risulta che le tensioni si stabilizzano, le perdite ed i costi in alcuni casi tendono a diminuire, pertanto l’inserimento della GD risulta sicuramente positiva. Nel secondo caso invece si è considerata una rete di distribuzione reale, la rete della città di Trani gestita dalla Società Municipalizzata Amet Spa. In tal caso è stata svolta una simulazione implementando il metodo del Load Flow, più semplice del OPF, scelto vista la complessità e la 12 Ing. Roberto Rotondo Rotondo Ingegneri Associati Via Sant’Amatore 9/A 70010 – Cellamare (BA) grandezza della rete reale. In tal caso si sono esaminate le sole grandezze elettriche confrontandole nei casi di rete attiva e rete passiva. In tal caso si è visto che una forte presenza di GD (prevalentemente impianti di cogenerazione e impianti eolici, con generatori sincroni/asincroni) connessa ad una rete MT, può provocare importanti alterazioni nel profilo della tensione lungo le linee. Studi futuri possono approfondire tale caso al fine di verificare, in particolare, se le modalità di controllo della tensione attualmente previste per una rete passiva siano sufficienti anche nel caso di una rete attiva inoltre, si potrà valutare alcune azioni, come ad esempio quella di “load curtailment” o di “generation curtailment, che si possono considerare quando il sistema passo allo stato di emergenza” al fine di riportarlo nella condizione normale di funzionamento. Bibliografia [1] Monografia Tecnica, “Piano di difesa del sistema elettrico”, edizione 12-05-2000, GRTN – Gestore della rete di Trasmissione Nazionale. [2] Zimmerman, R. D. “Gamspower Documentation” GAMS Development Corporation, Washington, 2007. [3] F. V. Gomes et al., “A New Distribution System Reconfiguration Approach Using Optimum Power Flow and Sensitivity Analysis for Loss Reduction”, IEEE Trans. on Power Systems, Vol. 21(4), Nov. 2006. [4] H. M. Khodr, Member, IEEE, M. A. Matos, Member, IEEE, and J. 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