I TUMORI MAMMARI NEL CANE E NEL GATTO I tumori delle ghiandole mammarie sono comuni sia nel cane che nel gatto e, visto che fortunatamente anche per i nostri amici il tempo di sopravvivenza medio si sta via via allungando, sono patologie sempre più frequenti in quanto tendono a svilupparsi negli animali di mezza età o anziani. Nella cagna le neoplasie mammarie rappresentano circa il 50% di tutte le neoformazioni riscontrate in questa specie e in circa la metà dei casi sono maligne. Nella gatta questa patologia è al terzo posto tra i tumori osservabili (dopo i tumori cutanei e quelli del sangue) e ben l’80-96% sono maligni. Da qui si deduce che la prevenzione è fondamentale e il metodo migliore per ridurre l’incidenza dei tumori mammari consiste nella sterilizzazione: nozione risaputa per quanto riguarda i cani ma da recenti studi si è visto riguardare anche i gatti. In medicina umana ci sono vari lavori che evidenziano che gravidanze in età precoce riducono il rischio di tumori mammari, lo stesso non è stato dimostrato nella cagna. In questa specie la sterilizzazione entro il primo calore riduce l’incidenza delle neoplasie mammarie allo 0,5% rispetto al rischio evidenziato in una cagna intera, tra il primo e secondo calore all’8%, dopo il secondo-terzo al 26%, dopo i 2,5 anni sembra invece essere poco protettiva. Nella gatta sterilizzata entro i 6 mesi di vita si riduce al 9%, entro l’anno al 14%, dopo, come per la cagna, sembra non avere effetti protettivi. Nei nostri amici a quattro zampe le ghiandole mammarie sono disposte in due file formate ciascuna da 4 a 6 mammelle. Il segno clinico più comune nel tumore mammario consiste nella formazione di un nodulo, di dimensioni e morfologia variabile, in una ghiandola mammaria. Inizialmente hanno dimensioni di un chicco di riso che possono man mano crescere, fino a diventare grossi come un’arancia, solitamente nel giro di alcuni anni. Le dimensioni non sono sempre correlate alla malignità, in quanto anche un nodulo miliare di pochi millimetri può essere maligno. E’ quindi importante far visitare periodicamente il vostro amico dal Medico Veterinario che controllerà tramite palpazione il tessuto mammario. Altrettanto importante è il controllo tra le mura domestiche: se notate una neoformazione sulla superficie ventrale del corpo prendete appuntamento per una visita. La diagnosi di sospetto è clinica ma va poi confermata tramite citologia e successivamente con l’istologia. Dopo una prima visita il Veterinario effettuerà esami emato-chimici completi, una radiografia al torace ed un’ecografia addominale per escludere eventuali metastasi, purtroppo frequenti a livello di linfonodi regionali e di polmone . La terapia (ove possibile) è prettamente chirurgica, tramite asportazione della ghiandola mammaria (mastectomia) che, a seconda della localizzazione del tumore, può essere regionale o radicale e coinvolgere anche i linfonodi tributari. La prognosi è estremamente variabile, in base al tempo passato dalla comparsa del nodulo, alla diagnosi istologica, alla presenza e alla localizzazione di metastasi, alle condizioni cliniche dell’animale e ad altri fattori che il vostro Veterinario vi potrà chiarire meglio. La tempestività della diagnosi e della terapia resta di fondamentale importanza per una prognosi favorevole. Discorso a parte merita invece il carcinoma infiammatorio, il tumore mammario più aggressivo che colpisce il cane, caratterizzato da una progressione fulminante e da un altissimo tasso di mortalità. Clinicamente si manifesta come una massa localizzata alle mammelle (solitamente inguinali o addominali) che tende ad aumentare di dimensioni, con caratteristiche simili ad una mastite, con presenza di eritema, indurimento, calore, dolore ed edema. La diagnosi è clinica ed istologica. La prognosi in questo caso purtroppo è infausta, con tempi di sopravvivenza media che non superano i due mesi dalla diagnosi; fortunatamente il carcinoma infiammatorio è una patologia rara.