Meraviglie
del bosco trentino
Questo libro è stato realizzato
con la collaborazione tecnica
del Servizio Foreste e Fauna
della Provincia autonoma di Trento.
è una casa editrice che si avvale del contributo insostituibile delle donne.
Il design e l’impaginazione di questo volume sono di Mayra Torta.
Ha collaborato alla realizzazione Francesca Fusari.
Il marketing è di Enrica Rigotti.
Il coordinamento editoriale è di Giovanni Giovannini.
© 2009 – Tutti i diritti riservati.
È vietata la riproduzione con qualsiasi mezzo essa venga effettuata.
Realizzare un libro è un’opera complessa, che richiede numerosi controlli:
sul testo, sulle immagini e sulle relazioni che si stabiliscono fra essi.
L’esperienza suggerisce che è praticamente impossibile pubblicare un libro
privo di errori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli.
ISBN 978-88-87980-49-7
Testi: Walter Nicoletti
Foto: Marco Simonini
ARTIMEDIA
Valentina Trentini, editore
38100 Trento - Via Madruzzo, 31
Tel. 0461 232400 - Fax 0461 265878
Internet: www.artimedia.it
E-mail: [email protected]
Walter Nicoletti - Marco Simonini
Meraviglie
del bosco trentino
Indice
I.
Una meravigliosa comunità di piante e animali
pag.
II.
Un mondo in equilibrio
pag. 21
III.
I boschi del Trentino
pag. 35
IV.
Piante, fiori, frutti e prodotti del bosco
pag. 49
V.
Gli animali del bosco
pag. 69
VI.
Il bosco e la comunità trentina
pag. 93
VII.
I mestieri del bosco e l’utilizzo del legno
pag. 113
VIII.
La gestione delle foreste
pag. 129
IX.
La cultura del bosco
pag. 149
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I.
Una meravigliosa comunità
di piante e animali
In questo libro parliamo del bosco in tutte le sue dimensioni, da
quella naturale a quella storica, sociale ed economica.
Il bosco di tutti e per tutti, patrimonio vitale e spirituale. Questo
approccio, che potremmo definire olistico, in quanto la foresta è un
sistema naturale di gran lunga superiore alla semplice sommatoria
di ogni suo singolo elemento, si deve innanzitutto al fatto che nel
bosco si compie quotidianamente il ciclo della vita.
Nascita, morte e rinascita si alternano attraverso la trasformazione
di materiale inorganico in materia organica che forma la base della
vita in questo pianeta. Questo si deve alla capacità delle piante di
incamerare dall’ambiente esterno l’aria, l’acqua e i sali minerali per
trasformarli nelle molecole costitutive degli esseri viventi: proteine,
oli e zuccheri.
Il tutto avviene grazie a tre funzioni fondamentali: la fotosintesi clorofilliana, la respirazione e la traspirazione.
La fotosintesi clorofilliana
L’acqua ed i sali minerali arrivano alle piante attraverso le radici.
L’energia del sole viene invece assimilata attraverso la clorofilla, un
pigmento contenente magnesio che conferisce ai vegetali il caratteristico colore verde.
Attraverso la fotosintesi clorofilliana i vegetali possono svilupparsi
trasformando questa energia in sostanze costitutive della vita: l’anidride carbonica contenuta nell’aria viene convertita in molecole di
carboidrati composti del carbonio (glucosio) che si fissano nelle
pareti della pianta e in ossigeno, che verrà espulso nell’atmosfera.
Solo le piante verdi ed i vegetali sono in grado di produrre questa
materia organica. Si calcola che un faggio adulto e ben sviluppato
produca ogni giorno l’equivalente in amido di 3,5 chilogrammi di
pane e di 750 grammi di carne. In nessun altro organismo biologico
avviene un processo di questo tipo tanto che gli animali e l’uomo,
per procurarsi queste sostanze vitali, devono consumare i vegetali
oppure devono cibarsi di animali erbivori.
Picchio rosso maggiore
(dendrocopos major),
Lago di Cei
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Le piante respirano…
La fotosintesi clorofilliana, il cui significato etimologico è sintesi attraverso la luce, può avvenire solo di giorno e non c’è quindi da stupirsi
se le piante cerchino, per vivere, proprio la luce.
Nonostante questa caratteristica sia comune a tutte le specie vegetali avremo però soggetti più o meno sensibili alla luce. È questo
il caso delle piante eliofile (che amano il sole), come il larice, il pino
silvestre, la betulla, l’ontano, la quercia e il tremolo. Dall’altra avremo
piante ombrofile o sciafile, che si accontentano di poca luce, come
l’abete bianco e, in genere, il faggio. L’abete rosso è infine conosciuto come pianta intermedia.
La fotosintesi avviene dunque attraverso l’energia del sole. Ma non
sempre questa è disponibile per cui la pianta è costretta a ricorrere
ad altre fonti energetiche che vengono prodotte dalla respirazione.
In questo caso alcune molecole organiche, costituite per lo più da
zuccheri, vengono trasformate in energia che consentirà la crescita
e la riproduzione del vegetale. La trasformazione di queste molecole in energia vitale avviene a spese dell’ossigeno presente nell’atmosfera che viene “bruciato” per produrre energia vitale. Nel corso
del ciclo di respirazione le piante liberano anidride carbonica.
… e traspirano
L’acqua ed i sali minerali arrivano alla pianta attraverso l’assorbimento da parte delle radici e grazie soprattutto al processo di
traspirazione. L’albero è dunque una grande pompa naturale che
preleva ogni giorno, attraverso le radici, grandi quantità d’acqua dal
terreno per inviarla, attraverso minuscoli canali linfatici interni, alle
foglie. Una pianta può prelevare dal terreno fino a 30.000 litri d’acqua ogni anno contribuendo a svolgere una preziosa opera di contenimento delle piogge. Inoltre, attraverso la traspirazione, l’acqua
viene espulsa dalla pianta sottoforma di vapore acqueo favorendo,
specie in estate e nelle giornate afose, un’azione mitigatrice e benefica sul clima.
Un faggio secolare nel corso di un’estate emette umidità per circa
90 quintali equivalenti d’acqua, mentre un ettaro della stessa specie
arborea traspira 20.000 litri d’acqua al giorno e 36.000 ettolitri
l’anno.
Ceduo e fustaia
All’interno delle nostre foreste si distinguono boschi coltivati a ceduo e boschi coltivati ad altofusto o fustaia.
Nel primo caso parliamo di piante di latifoglia che si riproducono
dalle gemme dormienti presenti nelle ceppaie.
Per boschi ad alto fusto si intendono invece quei soggetti nati dai
semi delle piante adulte che hanno fruttificato.
Latifoglie
Le foglie di queste piante presentano una forma larga ed appiattita
Lichene barba di bosco,
ValLE di Rabbi
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Il ciclo del carbonio
Gli alberi fissano l’anidride carbonica e producono ossigeno. Per questo
sono considerati dei veri e propri “filtri naturali” dell’aria. Negli ultimi
10.000 anni i processi naturali di ricrescita delle piante hanno garantito
un equilibrio costante nell’atmosfera. Nel corso degli ultimi cento anni
però questi equilibri si sono infranti a causa del vertiginoso aumento
delle combustioni rese possibili dai prodotti petroliferi, dal carbone ed
in conseguenza della progressiva distruzione delle foreste del mondo.
L’aumento delle concentrazioni di anidride carbonica è uno dei fattori
scatenanti dell’effetto serra e quindi del progressivo innalzamento delle
temperature del pianeta con conseguenze imprevedibili e pericolose per
la vita sulla terra.
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e, a parte il leccio, cadono in autunno o alla fine dell’inverno (da qui
i termini caducifoglie o decidue).
Le latifoglie si riproducono tramite i fiori dai quali si originano i semi
che si trovano racchiusi in dure noci o morbidi frutti.
L’impollinazione può essere entomofila, favorita cioè da insetti o
volatili, o anemofila, favorita cioè dell’azione del vento.
Aghifoglie
Si trovano generalmente a quote più elevate delle latifoglie in quanto prediligono un clima più rigido. Le foglie presentano una forma
stretta e appuntita, aghiforme appunto. Sono piante sempreverdi (a
parte il larice). I loro semi sono portati negli strobili, più noti come
pigne, che ornano le chiome ed i rami di questi alberi dall’aspetto
elastico e slanciato. L’impollinazione avviene generalmente tramite
il vento che trasporta con sé il polline (cellule riproduttive maschili)
che si deposita sugli ovuli (cellule riproduttive femminili).
Come cresce un albero
Un albero in giovane età cresce innanzitutto in altezza, ma sviluppa la propria chioma per tutta la vita fino ad arrivare, è il caso di
alcuni faggi secolari, ad occupare una superficie che può oscillare
dai 1.000 ai 1.600 metri quadrati. Il tronco cresce ogni anno in larghezza di alcuni millimetri ed in altezza di diversi centimetri. I rami
rimangono sempre alla stessa altezza in quanto la pianta cresce
verso l’alto sviluppando nuove ramificazioni che si sovrappongono
a quelle precedenti. Questo processo di crescita può durare anche
secoli: nel tronco si sviluppano tanti cerchi concentrici corrispondenti ad ogni ciclo annuale.
In base a questi cerchi è possibile risalire all’età della pianta e determinare il tipo di clima e andamento meteorologico che si è verificato nel corso degli anni.
Un mondo vegetale stratificato
La foresta è un ecosistema che inizia dal sottosuolo e dalle radici
per arrivare al sottobosco e alla chioma degli alberi. All’interno di
questa sequenza distinguiamo lo strato sotterraneo o delle radici,
lo strato erbaceo, quello arbustivo e quello arboreo.
Strato sotterraneo
Nel sottosuolo troviamo le radici degli alberi e degli arbusti. Queste
vivono in simbiosi con una moltitudine di batteri, piccoli funghi e
Rododendro IN VALLE DI RABBI,
Parco Nazionale DELLO Stelvio
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Cosa succede all’interno del tronco
Anelli di accrescimento di abete
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La crescita si verifica nella sezione esterna del tronco. Le parti interne
sono rappresentate dal legno, dall’alburno e dal cambio, mentre nelle
parti più esterne troveremo il libro e il sughero, noto volgarmente con
il nome di corteccia. Le diverse stratificazioni del tronco sono particolarmente importanti in quanto consentono, nella parte interna, il passaggio dell’acqua e dei sali minerali dalle radici alle foglie (linfa grezza)
e, nella parte esterna, il passaggio dei prodotti organici elaborati dalla
fotosintesi clorofilliana (linfa elaborata). Per questo non bisogna mai
ferire o incidere le piante. La sezione centrale è costituita da una zona
più scura, il duramen o cuore del tronco, dove la pianta ha smesso di
crescere e dove non avvengono scambi linfatici.
microrganismi che decompongono i materiali che vengono progressivamente scartati dal ciclo vitale dell’albero. Le radici si diramano verso il basso ed in senso orizzontale tanto che le ultime
propaggini dell’apparato radicale superano i margini della chioma in
modo da captare l’acqua piovana.
Le latifoglie hanno generalmente radici più sviluppate rispetto alle
conifere che sono quindi più soggette a pericoli di sradicamento in
situazioni particolarmente ventose.
Strato erbaceo
Lo strato erbaceo è composto da funghi, muschi, licheni e felci (licopodio, equiseto, felci aquilina, maschio e femmina) nonché da fiori
e piccole piante.
Per piante erbacee si considerano sia quelle specie che non sono
provviste di apparato rigido di sostegno, sia le piante da fiore.
Strato arbustivo
Sopra lo strato erbaceo troviamo gli arbusti che vivono fra gli alberi. La caratteristica di queste piante è di non possedere un vero e
proprio tronco per cui germogliano a partire dal terreno formando
la classica “macchia” boschiva.
Glossario
Foresta primitiva, primaria o
primigenia:
bosco originario, dove non c’è mai
stato l’intervento dell’uomo.
Bosco coetaneo:
foresta caratterizzata da ampi insiemi
di piante, generalmente piantate
dall’uomo, che hanno la stessa età.
Bosco disetaneo:
foresta dove crescono piante con età
differenti. In questo caso siamo di
fronte ad un bosco pluristratificato.
Bosco misto:
foresta dove sono presenti piante di
latifoglie e aghifoglie.
Lo strato arboreo
Sopra gli arbusti troviamo lo strato arboreo contrassegnato dai
fusti e dalle alte chiome degli alberi.
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faggi, lago di Lamar - valle dei laghi
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pino mugo sulla cima Doss d’Abramo - riserva naturale integrale delle tre cime del monte bondone
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larice IN valle di rabbi - parco nazionale DELLO stelvio
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frutto di sorbo dell'uccellatore (tembel) in inverno con brina e neve - valle dei mocheni
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ramo di sorbo dell'uccellatore a Malga Cambroncoi con vista sulla catena del Lagorai - Valle dei Mocheni
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