ematologia - Digilander

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EMATOLOGIA
18-04-07 ore 14.00- 17.00
Prof. Pagano
LEUCEMIA:
è una proliferazione clonale e incontrollata di cellule emopoietiche immature e blocco
maturativo di grado variabile dei precursori emopoietici
Le leucemie si distinguono in acuta e cronica; vi sono in realtà anche delle forme subacute
che vengono però accorpate nell’ambito delle forme acute o croniche (ad es la leucemia
prolinfocitica è una forma di leucemia linfatica cronica ma che ha un andamento più
tumultuoso rispetto le leucemie croniche).
1 leucemia linfatica cronica: durata media di vita di 11 anni dal momento della diagnosi.
2 Prolinfocitica: metà.
3 Leucemia linfatica acuta: ancora più bassa.
Distinzione tra patologia mieloide e patologia linfoide:
Per mieloide si intende tutte le patologie neoplastiche che hanno una derivazione dalla linea
mieloide (leucemia mieloide acuta e tutte le forme mieloproliferative croniche: mieloide
cronica, mielofibrosi, trombocitemia essenziale, policitemia vera).
Il termine linfoide indica tutte le patologie neoplastiche che derivano dalla linea linfoide
(leucemia linfatica acuta e cronica, linfomi di Hodgkin e non Hodgkin, e tutte le patologie un
po’ atipiche come la micosi fungoide, che è una variante di linfoma più specifico per la cute).
Caratteristiche leucemie acute:
o essenzialmente sono cellule estremamente immature, cellule blastiche
o può avere presentazione fulminante
o Andamento tumultuoso e aggressivo
È importantissimo riconoscere una leucemia acuta sul nascere
approccio terapeutico.
e partire subito con un
Caratteristiche leucemie croniche:
o Abnorme proliferazione di cellule mature e differenziate
o Spesso presentazione subclinica
o andamento più indolente
o associata a splenomegalia per l’accumulo dei globuli bianchi in eccesso nei
sinusoidi
Distinzione tra leucemia e linfoma:
a differenza del passato, la nuova classificazione WHO le raggruppa nella stessa famiglia.
Bisogna però tenere presente:
1 nella leucemia vi è sempre un aumento del numero dei globuli bianchi in circolo
e nel midollo e la loro origine è sempre midollare. La leucemia può essere
linfoide o mieloide (linfociti, neutrofili, blasti di altra origine)
2 il linfoma ha un origine linfonodale, cioè origina a livello di un linfonodo e solo
successivamente può invadere il midollo
3 linfomi a cellule B (85%)
4 linfomi a cellule T e NK (15%)
Ci sono delle situazioni in cui le cellule morfologicamente sono le stesse,ad es linfoma
linfoblastico e leucemia linfatica acuta (LLA). La differenza è che nella LLA vi è un’invasione
midollare importante, mentre nel linfoma vi è essenzialmente una linfoadenopatia. Si tratta
quindi della stessa patologia che viene chiamata con un nome diverso secondo il modo di
presentazione. In questo caso la diagnostica differenziale si basa sulla diversa presentazione
clinica; infatti spesso le cellule dal linfonodo andranno a invadere il midollo (linfoma
leucemizzato) oppure quando le cellule midollari sono tante, queste si portano ai linfonodi
(leucemia accompagnata da linfoadenopatia e splenomegalia).
Epidemiologia delle leucemie linfatiche:
5 le forme acute rappresentano il 50% di tutte le forme leucemiche, con incidenza annua
pari a 6-7 nuovi casi/anno/100000 soggetti
6 riconosciuti numerosi fattori predisponesti:
o condizioni genetiche (sindrome di Down, Bloom, Klinefelter, Fanconi, gemello
identico)
o condizioni ambientali (esposizione a radiazioni ionizzanti, benzene e derivati,
farmaci come alchilanti, Thorotrst, pesticidi, CAF e fenilbutazone, campi
elettromagnetici (soprattutto per quanto le linfatiche acute in età pediatrica) e
elementi radioattivi.
LEUCEMIA LINFATICA ACUTA (LLA)
Definizione:
La LLA è un disordine proliferativo clonale neoplastico che origina da precursori linfoidi che si
differenziano soprattutto a livello midollare e raramente a livello timico (tipico dell’età
pediatrica) e linfonodale.
Origine:
7 linea linfocitaria B
8 linea linfocitaria T
Epidemiologia:
9 60-65 nuovi casi/anno/milione di abitanti
10 andamento bimodale, ossia con una più alta frequenza nei primi dieci anni di vita e un
altro picco, seppur modesto, c’è dopo fra i 40 e i 60
11 incidenza: 80% bambini e giovani <15 anni; solo il 20% adulti
LLA è tipica dell’età giovanile e solo raramente si riscontra negli anziani; sopra i 65
anni è più frequente osservare una leucemia mieloide acute (LMA) come conseguenza
di una sindrome mielodisplastica (60% dei casi dopo i 60 anni)
12 prevalenza: nell’adulto il 30% dei casi di leucemia sono linfatiche e il 70% sono
mieloidi
13 classificazione FAB: L1 30%, L2 5%, L3 60%
14 Ci sono caratteristiche che differenziano la forma di LLA del giovane da quella
dell’anziano (che come detto è molto più rara) legate soprattutto alla condizione clinica
del paziente: l’anziano ha basso performance status, frequente comorbidità,
inefficiente metabolismo dei farmaci (ciò influenza sulle possibilità di cura).
Eziopatogenesi:
Numerosi fattori eziologici sono stati incriminati nel corso degli anni ma solo in pochi casi è
stata dimostrata una reale condizione; sia per leucemie linfatiche che per linfomi valgono i
seguenti:
o Predisposizione familiare
o Virus (vi è una notevole interazione tra virus e insorgenza di una LLA): il
genoma virale si integra all’interno della struttura cellulare provocando la
trasformazione della cellula normale (soprattutto cellule B) in cellula neoplastica.
I virus coinvolti sono:
EBV: è responsabile della forma africana del linfoma di Burkitt; e oltre il
30% delle forme di Burkitt occidentale, che sono endemiche e non
epidemiche, sono EBV +
HBV e HCV possono indurre un processo linfoproliferativo (oltre il 30%
dei linfomi sono HCV +)
KSHV (HHV8)
HTLV-1 (HIV è HTLV-3) responsabile soprattutto in Estremo Oriente di
una forma di leucemia-linfoma che è tipicamente osservabile in
Giappone, Cina e nel bacino caraibico
HPV
o Batteri: Helicobacter è stato considerato essere responsabile anch’esso per
stimolazione cronica dell’insorgenza di processi linfoproliferativi.
o Fattori ambientali
Sintomatologia LLA:
è simile a quella della mieloide acuta. Le particolarità discriminanti sono:
o Leucocitosi sono pz. che possono esordire anche con 100000 globuli bianchi
che porta a fenomeni di leucostasi
o Neutropenia infezioni
o Piastrinopenia  emorragie
(nella mieloide acuta si ha anemia, piastrinopenia, leucopenia, neutropenia)
o Soprattutto all’esordio si possono presentare sintomi legati ad infiltrazione dei
santuari farmacologici, ossia presentare già una localizzazione a livello del
sistema nervoso, della cute (sono meno evidenti che nella mieloide acuta
perché i linfociti non hanno i granuli con perossidasi, lisozima e sostanze che
portano ad una aumentata pigmentazione cellulare) e dei testicoli (orchite che
portano i bambini a orchiectomia perché viene scambiato con un seminoma)
Quadro clinico:
15 febbre
16 astenia
17 importantissimo: artralgie e mialgie (tanto che spesso il paziente si rivolge prima al
reumatologo per dolori osteoarticolari)
18 emorragie cutanee e mucose
19 epatomegalia
20 splenomegalia
21 adenomegalia (in particolare mediterranea)
22 segni neurologici (cefalea, paralisi nervi cranici, più frequentemente del facciale per
infiltrazione CNS)
23 infiltrazione testicolare o parotidea
24 processi infettivi sine materia (= senza pus) soprattutto a livello delle pliche dove la
mancanza di difese comporta necrosi tessutali senza produrre pus (a causa della
neutropenia)
25 Infezione polmonare: mentre per il paziente con una LMA il rischio maggiore è un
fungo o un’infezione batterica, per l’LLA il rischio maggiore è un’infezione virale (in
particolare CMV, HSV e Pneumocistis carinii, tipiche del pz. affetto da HIV), perché qui
i linfociti non sono funzionanti.
Diagnosi di laboratorio:
Sono fondamentali:
26 emocromo
27 striscio periferico
nel sospetto:
28 aspirato midollare, su cui si effettuano esami di:
o citochimica
o immunofenotipo
o citogenetica
o biologia molecolare
29 l’anemia è normocromica normocitica (anemia grave quando Hb è sotto gli 8 grammi)
30 la piastrinopenia non è mai così drammaticamente forte come nella LMA
31 la leucocitosi anche più di 100000
CASO CLINICO:
Pz. con 47mila globuli bianchi, con 9 gr di Hb e volume globulare di 93 (anemia
normocromica normocitica), e 30mila piastrine.
Per la diagnosi di leucemia è necessaria la conta differenziale che deve evidenziare
neutropenia (in questo caso pz. con 800 neutrofili vs 5000 in condizioni normali, quindi è a
rischio di infezioni) e abnorme numero di linfociti (pz. con 40mila linfociti). Ciò però non è
sufficiente per fare diagnosi di LLA da una LLC, perché la macchina che effettua la conta
leucocitaria non è in grado di distinguere i linfoblasti dai linfociti normali perché non sono
molto diversi quanto a dimensioni (a differenza dei blasti di mielociti). Pertanto dall’emocromo
abbiamo suggestione ma non diagnosi di certezza. L’unico modo per fare la diagnosi è
andarselo a guardare al microscopio.
CASO CLINICO:
Pz. con 122mila globuli bianchi, con 11 gr di Hb e 100mila piastrine (perfettamente
conservato simile ai valori che troviamo nelle forme croniche).
Con lo studio della morfologia al microscopio si può dire che è una LLA perché la popolazione
che si trova nel sangue periferico è monomorfa con le stesse caratteristiche (hiatus
laeucemicus).
Classificazione FAB linfatiche acute:
Nel corso degli anni ha perso molta della sua importanza (viene utilizzata di più per le
mieloide acute) perché sono subentrate nuove classificazioni legate al fenotipo B o T ma
soprattutto legate alla presenza di marcatori di superficie che permettono una migliore
distinzione.
Secondo la classificazione FAB, le LLA vengono suddivise in 3 sottoclassi:
1 L1: I linfoblasti sono cellule piccole con cromatina debolmente dispersa e moderata
basofilia citoplasmatica
2 L2: i linfoblasti sono cellule grosse (però mai grosse come le cellule normali)
3 L3: la diagnosi è immediata per la presenza di caratteristiche cellule a cielo stellato,
così chiamate per la presenza di tanti vacuoli bianchi nel citoplasma. Poiché L3 è
molto simile al linfoma di Burkitt, viene chiamata “Leucemia tipo Burkitt”, importante
perché è sempre correlata a una traslocazione citogenetica tipica, la t(8;14) (90 %dei
casi) che nella quasi totalità dei casi dà un’invasione extramidollare, pertanto può
interessare tutti i parenchimi nobili, soprattutto CNS e polmone. La caratteristica è che
soltanto l’odore dei farmaci (queste le parole del prof), anche del cortisone, provoca
una distruzione massiva di queste cellule. I rischi maggiori conseguenti a questo
evento sono le alterazioni metaboliche derivanti dall’immissione in circolo di una
notevole quota di cataboliti.
Nuova classificazione WHO:
distingue le neoplasia in base ai precursori: patologie che hanno origine dalle cellule B o dalle
cellule T (in quest’ambito sono state accorpate la leucemia acuta e il linfoma):
1 precursor B-ALL = precursor B-lymphoblastic leukaemia/lymphoma
2 precursor T-ALL = precursor T-lymphoblastic leukaemia/lymphoma
3 e poi il linfoma di Burkitt.
Accanto queste forme, esistono delle forme particolari legate a determinati cloni cellulari che
possono avere una tendenza alla evoluzione leucemica molto aggressiva.
1 mature/peripheral T cell neoplasms:
Aggressive NK-cell leukaemia
Adult T-cell leukaemia/lymphoma (HTLV)
Sono due forme estremamente aggressive
Citochimica:
Per le LLA viene utilizzato il Sudan nero come tecnica di colorazione per i blasti di tipo
linfoide.
Immunofenotipo:
L’immunofenotipo ha un ruolo fondamentale per la classificazione WHO. Si determina
attraverso l’utilizzo di antigeni marcati che si legano a specifici recettori presenti sulla
superficie cellulare e si fa diagnosi in base alle concentrazioni che vengono calcolate con il
citofluorimetro. Si possono distinguere in questo modo, le leucemie acute in:
32 55-65% da precursori B
33 5% cellule B mature: sono i Burkitt
34 20-30% T-lineage LLA
Una situazione un po’ in antitesi con quanto vedremo nelle linfatiche croniche, la
maggioranza delle quali è invece T.
Marcatori cellulari:
1 CD3-CD7 per le forme T
2 CD19-CD22 per le forme B
3 Per le leucemie mieloproliferative: 13, 33, 117 (come visto con LMA)
4 TdT è tipica delle cellule linfoidi ed è espressa dal 90% delle cellule blastiche (come la
mieloperossidasi per le forme mieloidi). L’identificazione della TdT ci dice già che il
paziente ha una forma linfoide.
L’espressione di specifici marcatori indica anche lo stadio della cellula:
4 Il CD19 si trova fra early pre-B e cellule B (non il primo e l’ultimo stadio, si trova quindi
nei precursori delle cellule B)
5 TdT si trova dall’ inizio a pre-B inclusa
6 CD10 espresso solo early B secondo (CD10+) e pre-B
7 CD34 solo nelle cellule staminali e early B primo (CD34+)
8 CD45 è pan leucocitario (tutte le cellule emopoietiche)
9 Le immunoglobuline di superficie solo B mature (es. le cellule del linfoma di Burkitt
presentano sempre Ig di superficie)
NB: è stata vista associazione tra espressione immunofenotipica di CD66 e di presenza di
Ph!!!! E già nelle forme mieloidi acute può esserci correlazione tra immunofenotipo e
alterazione citogenetica!!!
In base alla classificazione immunofenotipica delle leucemie linfatiche acute, si vede che le
varie forme hanno diversa frequenza nella popolazione:
35 pre-B precoce: 50-60 adulti, 57-65 bambini
36 pre-B 15-25 adulti, 20-25 bambini
(quindi le forme pre-B sono più o meno presenti sia negli adulti che nei bambini)
37 cellule B mature (Burkitt): più frequente nei giovani adulti
38 cellule T: più frequente nei giovani adulti
Citogenetica:
39 alterazioni citogenetiche presenti in 60-70% pazienti
40 il cromosoma Philadelphia (che è tipico della mieloide cronica) può essere riscontrato
anche nella linfatica acuta. È presente nel 30% dei pazienti di LLA over60 (dato
importante per le ricadute terapeutiche).
41 Come si distingue se il paziente ha una mieloide cronica in fase blastica mieloide o
linfoide (in fase terminale) oppure una linfatica acuta? Il dato importante è
l’espressione delle proteine che alla PCR hanno un peso molecolare differente: nella
mieloide cronica è presente un la molecola BCR-ABL (che è la tipica alterazione
presente nel cromosoma Philadelphia) con peso di p210-230; nella LLA questa
molecola ha un peso di 190. Quindi la presenza della molecola p190 mi permette di
dire che il paziente ha una LLA Ph-positiva e non ha una mieloide cronica.
Prognosi in relazione alle anomalie cromosomiche:
Le alterazioni possono essere strutturali o numeriche, e in base al tipo di alterazione si può
avere una prognosi diversa:
Strutturali:
o T1;19  cattiva
o T4;11cattiva
o T11;14 LLA-T  intermedia
o T8;14 LLA-B  molto cattiva
o T9;22 Ph1 molto molto cattiva
Su questo però ci sono molti punti interrogativi perché si è visto che nel trattamento delle LLA
Ph-positiva, l’aggiunta degli inibitori della tirosin-chinasi migliora di molto la prognosi anche in
pz. sopra i 70 anni soprattutto quando è coinvolto il cromosoma 1 e 11.
Invece nelle mieloidi acute il cromosoma peggiore (o più fetente come dice il proff) è il 7 e il
cromosoma buono è il 16 o il 17 (della promielocitica).
Non strutturali: saltate
o Iperdiploidia >50 favorevole
o Iperdiploidia 47-50 intermedia
o Pseudodiploidia intermedia
o Ipodiploipia <46 cattiva
Nelle LLA le alterazioni buone sono paradossalmente le iperdiploipie (al contrario che nelle
mieloidi acute).
Ai fini dell’esame non è importante sapere tutte le varie prognosi. Bisogna sapere invece:
1 Importanza del cromosoma Philadelphia
2 non è la norma che una leucemia acuta debba avere per forza delle alterazioni
citogenetiche (vale sia per le forme linfoidi che per quelle mieloidi)!!! E il fatto di avere
una citogenetica normale non incide più di tanto sulla prognosi del paziente. Come
nelle CML, la prognosi è intermedia.
Cromosoma Philadelphia: importante
1 La p190 è associata alla LLA
2 La p210 o p230 è associata alla LMC
Presenza del cromosoma Philadelphia:
42 95% dei pazienti con LMC
43 10-20% dei pazienti con LLA dell’adulto/anziano
44 2-5% dei pazienti con LLA del bambino (rarissima in età pediatrica!!)
FISH:
Permette di identificare tutte le varie traslocazioni. Bisogna ricordare che ad ogni alterazione
citogenetica corrisponde quasi sempre una alterazione della biologia molecolare. Le più
importanti alterazioni sono:
o BCR-ABL nella mieloide cronica importante per la sensibilità agli inibitori della
tirosin-chinasi
o PML-RAR tipico della leucemia promielocitica importante per la sensibilità
all’acido retinico.
Diagnosi differenziale:
45 altre forme di leucemia mieloide acute (LMA-M4, -M5 quindi la mielo-monocitica ma
soprattutto la monocitica) che non marcano la mieloperossidasi. Queste forme
mancando della tipica colorazione nell’immunoistochimica della LMA possono essere
facilmente confusa per linfatica acuta nello striscio. Solo l’immunofenotipo permette di
fare diagnosi differenziale.
46 leucemie linfatiche croniche (T-PLL, cioè le prolinfocitiche) che hanno andamento più
tumultuoso. In questo caso le cellule hanno assunto da un punto di vista morfologico
un aspetto atipico: non ci sono le tipiche cellule mature della linfatica cronica.
47 leucemizzazione di un linfomi (ad es in un pz che si è trascurato da anni) in cui la
prima cosa che risalta è la presenza di cellule mature nel circolo e non linfonodi laterocervicali o profondi ingrossati.
48 malattie infettive (es. mononucleosi). In questi casi ci sono linfociti attivati che hanno
inclusi virali che comportano una modificazione strutturale della cellula che possono far
cadere in errore soprattutto un occhio poco esperto.
49 infiltrazione neoplastica midollare (soprattutto microcitoma polmonare perché costituito
da piccole cellule). Anche in questo caso ci aiuta l’immunofenotipo che non marca
CD45, CD33 e TdT.
Fattori prognostici negativi:
50 età <1 anno (neonatale, ha prognosi sfavorevole) ed età pediatrica( >9 ma < 15 anni)
51 sesso M
52 localizzazione extra-midollari (al SNC e mediastinica) perché indica che è una malattia
che ha una grande spinta a invadere l’organismo; è correlata a una iperleucocitosi
53 leucocitosi >35000/mm3 (perché indice di replicazione cellulare estremamente elevata)
54 citotipo L3 (indica il linfoma di Burkitt)
55 cariotipo pseudodiploide
56 cromosoma Philadelphia (anche se in realtà sono in atto delle revisioni, perciò non
bisogna considerarlo tra i fattori negativi principali)
57 LDH elevata
58 Forma atipica
59 Fenotipo T (nell’adulto)
Questi fattori determinano due parametri:
1) chemiosensibilità al trattamento con gli steroidi. Il cortisone è il farmaco cardine del
trattamento di tutti i processi linfoproliferativi. Quindi una risposta al cortisone è un
parametro importante
2) tempo necessario per raggiungere la remissione. Infatti, mentre nella LMA si agisce
con una chemioterapia “pulse”, cioè si fa un ciclo di 5 giorni di terapia intensiva in cui si
danno a pz di farmaci che gli devono pulire il midollo e aspettare che il pz recuperi la
condizione normale, per la LLA si tende a fare un trattamento continuato nel tempo (46 settimane) con delle somministrazione settimanali e il cortisone somministrato
cronicamente.
Prognosi:
è in relazione soprattutto all’età del paziente:
o 60% dei bambini possono guarire (guariscono soprattutto i bambini con LLA!)
o la percentuale di guarigione si riduce al 20-25% nei soggetti adulti
o difficile osservare soggetti vivi a 5 anni nei pazienti di età superiore ai 65 anni
(anziani)
Terapia di LLA:
la LLA è stata la prima patologia a essere stata trattata con la chemioterapia.
Il trattamento della LLA prevede oltre a una chemioterapia sistemica per via endovenosa
anche una profilassi dei santuari farmacologici, inoculando il farmaco in determinate sedi
dove non può arrivare. Es inoculo nel canale vertebrale dei farmaci attraverso puntura
lombare per evitare la crescita di piccole cellule neoplastiche lì localizzate e non controllate
dalla chemioterapia sistemica, possono proliferare e dar luogo alla malattia e da lì spostarsi
nelle altre regioni del corpo.
Bisogna sempre combinare la chemioterapia sistemica a una profilassi soprattutto del SNC
(con IT-MTX) perché è la sede più frequente di invasione:
 induction  consolidation (over a period of months)  maintenance (2-3 years)
Invece per la profilassi delle gonadi (sia maschili che femminili), l’unico metodo è la
radioterapia perché non si può inoculare il farmaco a questo livello. Poiché una localizzazione
a livello delle gonadi è una condizione abbastanza rara, non è prevista una profilassi con la
radioterapia per salvaguardare la sterilità del pz. Pensate se si facesse una radiazione ai
testicoli a un bambino di 8 anni, può guarire ma…che vita è? (e il prof comincia a cantare…).
Uno studio pubblicato molto recentemente dice che con i farmaci a disposizione l’80-90%
degli adulti ottiene remissione. Purtroppo, però, solo il 35% dei pazienti sopravvive a lungo.
Nei bambini la terapia è efficace nella quasi totalità dei casi (97%) di cui l’80% sono soggetti
potenzialmente guariti.
FARMACI:
60 Rimatinib (inibitori delle tirosin-chinasi) ha notevolmente cambiato la prognosi al pz
anziano
61 Rituximab è il capostipite degli anticorpi monoclinali, che sono farmaci intelligenti. Si
tratta di Ab-antiCD20 che in teoria dovrebbero distruggere soltanto le cellule linfatiche
che esprimono il CD20. Anche se in realtà non funzionano proprio come in teoria, sono
comunque dei farmaci efficaci.
CASO CLINICO
(dott.ssa Bianchi)
Donna di 73 anni giunge in pronto soccorso per una sintomatologia insorta da circa 1 mese
caratterizzata da:
1 intensa astenia
2 artralgie diffuse non responsive a terapia antinfiammatoria prescritta dal reumatologo
3 epistassi recidivanti
EMOCROMO fatto in pronto soccorso:
1 leucociti 8180/mm3
2 Hb 5.8 g/dl
3 Volume corpuscolare medio (MCV): normale
4 Piastrine 15000/ mm3
5 Formula leucocitaria:
▪ neutrofili 2%
▪ eosinofili 2%
▪ linfociti 22%
▪ monociti 1%
▪ blasti 73%
SOSPETTO
leucemia acuta (per la presenza di blasti). In particolare si tratta di LLA (perché la pz riferisce
artralgie, sintomo più frequente nella LLA che nella LMA).
ESAMI
Innanzi tutto si procede con lo striscio. Da questo esame morfologico risulta che i blasti sono
mieloperossidasi – negativi ed esterasi monocitaria – negativi.
Quindi potrebbe essere una M0, forma molto alta, a cavallo fra le forme mieloidi e le forme
linfoidi.
▪ transaminasi normale
▪ bilirubina normale
▪ lattico deidrogenasi (LDH) 1189 U/l
1 Coagulazione: normale
2 Rx torace: negativo
1 Esami chimici:
TRATTAMENTO D’URGENZA
La pz viene ricoverata e dal momento che gli eventi più importanti sono gli episodi emorragici
e l’intensa astenia, come terapia d’urgenza le viene fatta una trasfusione di emazie e piastrine
(per supportare l’anemia causata dalle emorragie)
SUCCESSIVO APPROCCIO
1 Aspirato midollare: cellularità molto aumentata esclusivamente costituita da blasti
negativi a mieloperossidasi ed esterasi.
2 Immunofenotipo: ▪ CD13 +
▪ CD33 –
▪ CD34 +
▪ espressione di CD10, CD19, CD22, CD66 e Ig di superficie (la
presenza di queste ultime è una situazione aberrante, perché
difficilmente si trovano in uno stadio di maturazione intermedio)
▪ TdT (in realtà non viene riportato nelle analisi ma viene dato per
scontato perché è un antigene panlinfocitario)
1 Citogenetica: si è visto che l’espressione di CD66 è predittivo per la presenza del
cromosoma Philadelphia (traslocazione 9;22). Il cromosoma Philadelphia di trova con
la citogenetica e poi confermato con la FISH. Inoltre si trova anche la proteina di
fusione BCR-ABL p210 (altra particolarità perché la p210 è normalmente presente
nella mieloide cronica, mentre la p190 è quella tipica delle LLA)
DIAGNOSI
Si tratta di leucemia linfoblastica acuta di tipo B a una maturazione intermedia.
TERAPIA
Somministrazione di steroidi associata a dasatinib (inibitore tirosin-chinasi).
Nonostante la pz abbia una leucemia acuta entro pochi giorni può tornare a casa perché
questo tipo di trattamento non comporta come nella LLA una mielodepressione ma dovrebbe
favorire una differenziazione cellulare. Quindi la pz con una compressa al giorno può
controllare la sua malattia senza dover andare in ospedale. Si tratta però di una terapia molto
costosa (circa 300-400 euro al giorno).
Il rischio infettivo associato al cortisone è in realtà associato più alla durata (circa 20 giorni-1
mese) che alla dose, perciò questi pz vengono profilassati con il Bactrim (farmaco cardine
della profilassi delle virosi e dello Pneumocistis carinii)
AI FINI DELL’ESAME:
sul libro di testo usato “Castaldi G. e Liso V. – Malattie del sangue e degli organi emopoietici”
ci sono diversi errori e molte cose mancanti perché è un libro che non è stato aggiornato da
molto tempo. Es:
1 non utilizza il termine CRAB/KRUB/KRAB/CRUB = acronimo per il mieloma
asintomatico.
2 Alterazioni citogenetiche della mieloide acuta sono fatte malissimo
Pertanto il proff consiglia di non dire all’esame “è scritto sul libro”….peggio per voi! Inoltre
dice che non ci sono altri libri in alternativa a questo e che l’unica alternativa sarebbero le
dispense del proff Leone…che non ha mai scritto!....Quindi largo alle sbob!!!!!
Beh, non posso non scrivere due righe di ringraziamenti…sono d’obbligo. In primis un grazie
va al mio amore, perché solo lui sa quanto mi sopporta…e a pari merito alla mia socia e al
signorino. Ai miei due bambocci (quattrocchi vedi che devi fare!sbrigati!). Un bacio alla
coinquilina –spia bionda (che mi da sempre il suo supporto tecnico) e alla miciona nera. Poi a
Cate & Agu…e al nostro inarrivabile argentino. Un salutone anche al nostro gruppo sfigato di
esercitazione “ tanto numeroso”…nobili maestri del fancazzismo! E infine un grazie ai 2
salvatori di questa sbob senza i quali questa sbob “nun se poteva fa’”!
Altieri Barbara
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