mainstream e l

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MAINSTREAM E DINTORNI:
VECCHI E NUOVI MODI DI
INTENDERE / FARE ECONOMIA
Giuseppe Garofalo
(Unitus)
Economia “mainstream”
• Il termine fu usato per la prima volta da Paul Samuelson e
William Nordhaus per indicare l’economia insegnata nelle
più importanti università.
• Il termine si riferisce generalmente agli economisti
neoclassici/marginalisti ed ai monetaristi (della Scuola di
Chicago), ma anche agli economisti che inseriscono su
questo nucleo elementi keynesiani in un tentativo di
“sintesi” …. tra opposti.
• L'economia mainstream, nell'affermare una teoria, tende a
partire da assiomi o postulati, e a testare le implicazioni
teoriche e empiriche di questi postulati (metodo deduttivo).
Il libro di testo per antonomasia
La definizione dell’Economia
secondo il Mainstream
Il postulato de
l’Homo oeconomicus
• E’ un soggetto “rappresentativo” di ogni «agente»
• basa le sue scelte sulla valutazione della propria "funzione
d’utilità“, più in generale, del proprio tornaconto personale
(quindi, profitto nel caso dell’imprenditore), che intende
massimizzare, compatibilmente con i vincoli che limitano
le sue scelte
• è amorale, nel senso che ignora qualsiasi valore sociale
Grazie alla “Mano invisibile“ (il mercato),
decisioni prese nel proprio interesse finiscono
col massimizzare il benessere sociale
Adam Smith, il “padre” dell’Economia
In realtà …
…. non tutti gli economisti hanno come riferimento
l’homo oeconomicus.
Alcuni di loro (Thorstein Veblen, John Maynard
Keynes, Herbert Simon, e molti della scuola
austriaca) attribuiscono un ruolo determinante
all’incertezza nelle decisioni economiche.
Essi sostengono che la conoscenza perfetta non è
realizzabile e che ogni attività economica implica
un certo rischio.
La “”Mano invisibile” non garantisce sempre
risultati ottimali ed equi.
Inoltre …
Certamente il sociologo A.Comte
1830, ma anche A.Smith 1759 che
parla di un «interesse per la sorte degli
altri», che egli fondava sulla umana
capacità di ‘simpatia’, e, dopo di lui, J.
Bentham 1789, J.S.Mill 1848 e …
G.S. Becker, al quale si deve il
teorema del “figlio malvagio” (1989)
… alcuni economisti rifiutano il modello di
agente egoista e sostengono che gli
individui sono capaci di essere più o meno
altruisti
(tecnicamente si può sostenere che le funzioni di
utilità degli individui non sono reciprocamente
indipendenti, nel senso che il mio benessere
dipende anche da quello raggiunto dagli altri)
Una diade imprescindibile
MERCATO
STATO
Punto di incontro delle
domande/offerte
individuali, che si
armonizzano grazie ai
prezzi
“Competitività” ed
“efficienza”
Decisioni accentrate in
un soggetto delegato a
prenderle in nome
collettivo e ad
eseguirle nell’interesse
collettivo (?!)
“Giustizia (distributiva)”
e “bene comune”
Fallimenti
Fallimenti
Una correzione necessaria
SOCIETA’
CIVILE
MERCATO
Aggregazioni di cittadini sorte per
perseguire finalità comuni, al di
fuori degli organi governativi e
della P.a.
Economia civile
•
•
Tradizione italiana dell’Illuminismo
napoletano del 700 (A.Genovesi);
ma anche ….
la tradizione italiana, nel 900, che va
da G.Matteotti-G.Salvemini-E.RossiN.Bobbio a P.Sylos Labini
STATO
Un quesito, stimolato dalla crisi,
a cui dare risposta
• Sono solo le “imperfezioni” di mercato che non
fanno funzionare bene le economie …
• … o c’è qualcosa di più profondo su cui occorre
intervenire puntando su:
morale (laica o religiosa?), altruismo,
responsabilità sociale d’impresa, forme di
cooperazione, …
• Il terreno è “scivoloso”, ma
merita attenzione
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