specie maggiori -5

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J.B. Say
(1767-1832)
Nasce a Lione da una famiglia protestante.
• Le sue due opere maggiori: il Traité d’économie politique
(1803); Cours complet d’économie politique pratique (1828)
• Soggiorna in Inghilterra dove studia Smith. Tornato
fisiocrazia, in patria si lega ai giovani intellettuali rivoluzionari francesi.
Di qui i due temi che caratterizzarono la sua opera di
economista:
- la ricerca sui modi per elevare le condizioni di vita del
popolo
- lo studio delle condizioni di vita di un sistema
economico regolato da transazioni in moneta
Dopo il 1804 si impegna in una iniziativa
industriale: l’avvio di una filanda di cotone nella
abbazia di Moubisson.
Figlio dell'illuminismo, Say intese la teoria economica come una specie di
fisiologia sociale che avrebbe dovuto scoprire le leggi naturali e al tempo
stesso razionali dell'economia. La sua fama è legata alla cosiddetta “legge
degli sbocchi” o legge di Say, secondo cui “l'offerta crea da sé la propria
domanda”: in un sistema macroeconomico, tale legge viene desunta
dall'osservazione che il potere d'acquisto a disposizione di chi domanda beni
risulta uguale al valore dei beni prodotti.
Ma se i mercati sono pienamente concorrenziali e la moneta non
viene tesaurizzata, ciò implica che non si possono realizzare a livello
aggregato crisi di sovrapproduzione.
Infatti, allorché si verifichi su un mercato un eccesso di domanda (o di
offerta), il movimento dei prezzi relativi sarebbe sufficiente a eliminare quello
squilibrio.
La validità della legge di Say, da contrapporre al principio della domanda
effettiva, produce alcune importanti implicazioni: secondo questa
impostazione, infatti, l'economia raggiunge naturalmente la posizione di
equilibrio di piena occupazione; la moneta non è efficace sulle grandezze
reali ma influisce solo sul livello medio dei prezzi, in accordo alla teoria
quantitativa della moneta; lo Stato non deve intervenire in economia, secondo
il principio del laissez faire. Un altro rilevante contributo di Say è nel campo
della teoria delle scelte individuali: in un periodo in cui tutti i principali
economisti seguivano la teoria del valore-lavoro, Say vide nell'utilità
individuale la principale determinante del valore delle merci. In questo senso
egli è stato un precursore della teoria microeconomica neoclassica.
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