Il RITARDO EVITABILE: 15 anni dopo

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Il RITARDO EVITABILE: 15 anni dopo
Il ruolo delle associazioni dei cardiopatici nel ridurre la mortalità e nel limitare
il danno cardiaco nelle persone colpite da un infarto cardiaco acuto.
il tempo è VITA, il tempo è MUSCOLO
Il Tempo: il “Ritardo”
Il tempo che trascorre tra l’inizio dei sintomi che una persona avverte quando ha un infarto del
cuore e la applicazione delle terapie più moderne (angioplastica coronarica) è stato definito
“ritardo evitabile”.
Questo tempo è composto da tre parti:
1°) il tempo decisionale del paziente (tempo che il paziente impiega a decidere di chiamare il
medico, o un soccorso);
2°) il tempo del trasporto (dal domicilio del paziente al pronto soccorso dell’ospedale);
3°) il tempo intra-ospedaliero (dall’arrivo al pronto soccorso alla esecuzione dell’angioplastica
coronarica).
Ritardo, perché l’accorciamento di ciascuno
estremamente utili del tempo.
di questi tre tempi consente di evitare perdite
La “Rete” tra il servizio 1-1-8 e le Unità Coronariche
Negli ultimi dieci anni tra le unità coronariche (reparti nei quali si cura l’Infarto cardiaco in fase
acuta - IMA-) e i laboratori di emodinamica (dove viene eseguita la angioplastica coronarica) di
cinque strutture sanitarie della provincia di Bergamo (Ospedali Riuniti di Bergamo , Ospedale
Bolognini di Seriate, Cliniche Gavazzeni di Bergamo, Ospedale di Treviglio, Clinica di Zingonia) e
il servizio del 1-1-8 della provincia di Bergamo è stata strutturata una “rete” collaborativa che ha
consentito di ridurre al minimo il ritardo evitabile relativo ai tempi del trasporto e il tempo intraospedaliero.
Il ruolo del 1-1-8 (Centrale operativa e Autolettighe).
Quando la Centrale operativa del 1-1-8 riceve una richiesta di intervento dal domicilio (o dal
luogo di lavoro o di svago) di una persona che ha il sospetto di avere un infarto cardiaco, allerta
un’autolettiga (equipaggiata con l’elettrocardiografo e il defibrillatore elettrico) che è in grado di
raggiungere il paziente nel tempo di pochi minuti.
Il personale dell’autolettiga del 1-1-8 esegue l’elettrocardiogramma (che viene trasmesso
telefonicamente ad una unità coronarica) somministra le prime cure e soprattutto applica gli
elettrodi del defibrillatore, per eseguire la cardioversione elettrica immediata in caso di necessità.
In pratica l’autolettiga del 1-1-8 funziona come un pronto soccorso (non è più il paziente che si
reca al pronto soccorso, ma il pronto soccorso che si reca dal paziente), e viene automaticamente
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eliminato il tempo di attesa al pronto soccorso stesso. In più l’autolettiga costituisce un vero e
proprio “lungo braccio” dell’ unità coronarica, perché il paziente è assistito e monitorizzato come
se fosse in una unità coronarica vera e propria.
In sintesi: questa rete collaborativa tra il 1-1-8 e gli ospedali della provincia ha ridotto al minimo il
tempo del trasporto e il tempo intra-ospedaliero.
Rimane da intervenire sul tempo decisionale del paziente, da accorciare il più possibile.
Operazione che spetta non alle strutture sanitarie ma ai mezzi di informazione, e tra questi io pongo
anche le associazioni dei cardiopatici.
Mortalità nell’Infarto Miocardico Acuto (IMA):
ruolo dell’Unità Coronarica e dell’Emodinamica
MORTALITA’ per IMA in OSPEDALE
30%
1970
Unità Coronariche
13%
1984
Fibrinolisi
1986
8%
Angioplastica
2000
1-5%
Prima che venissero istituite le Unità coronariche, la mortalità per infarto acuto negli ospedali
italiani era di circa il 30%. Con l’introduzione delle Unità coronariche (1984) la mortalità è scesa al
13%. Con l’avvento dei farmaci fibrinolitici (1986) la mortalità è scesa ulteriormente all’8%.
L’applicazione dell’angioplastica coronarica ha ulteriormente ridotto questo dato ed attualmente la
mortalità per IMA, trattato con angioplastica immediata, è scesa al 5% (vedi diapositiva).
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IL TEMPO è VITA
Infarti acuti in un anno in Italia
- 160.000 Infarti del miocardio
- 50% mortalità nelle prime ore
- 50-60.000 Morti improvvise
Dalla tabella si rileva che il 50% della mortalità per infarto acuto avviene fuori dall’ospedale,
la maggior parte per la “morte improvvisa”. Il altre parole la maggior parte della mortalità per
infarto acuto avviene prima di giungere in ospedale, in attesa che arrivino i soccorsi.
E la morte avviene per la comparsa di quella grave aritmia, detta “fibrillazione ventricolare
RITMO REGOLARE
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
DEFIBRILLAZIONE
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
MORTE IMPROVVISA
RITMO REGOLARE
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Elettrocardiogramma di una persona che ha la
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
24
Elettrocardiogramma che mostra l’azione del
DEFIBRILLATORE ELETTRICO
Questa mortale aritmia è tanto più frequente nei primi minuti o nelle prime ore dall’inizio dei
sintomi dell’infarto. In pratica le prime ore sono quelle più pericolose.L’applicazione del
defibrillatore, presente sulle autolettighe del 1-1-8, riduce in modo determinante questa mortale
eventualità.
ILTEMPO è MUSCOLO
L’”ischemia”cardiaca (cioè la mancanza di sangue, quindi ossigeno, al muscolo cardiaco, tipica
dell’infarto acuto), produce sofferenza delle cellule del cuore. Se l’ischemia dura più di un’ora le
cellule del cuore iniziano a morire. Più dura l’ischemia e più muoiono cellule (vedi diapositiva).
Quanto più precocemente si riapre un vaso coronarico chiuso tanto minore è il numero di cellule
miocardiche che muoiono.
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Il tempo è muscolo
100 %
80
% Salvataggio dell’area a rischio
60
40
20
0
1
3
6
Ore
12
24
In altre parole, quanto più precocemente si esegue un’angioplastica coronarica, tanto minore è la
distruzione di muscolo cardiaco; al limite se l’apertura del vaso avviene nella prima ora si può
parlare di infarto “evitato”.
Mortalità nell’Infarto Cardiaco Acuto: ruolo delle Associazioni dei cardiopatici
Tra i numerosi scopi delle nostre associazioni, uno potrebbe essere quello di RIDURRE AL
MINIMO IL RITARDO DECISIONALE del paziente , che rappresenta ancora oggi la porzione
più cospicua del ritardo che può, anzi che deve , essere ancora ulteriormente ridotta.
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Come?
1°
insegnando alla gente quali sono i segni e i sintomi che devono fare sospettare la presenza di un
infarto cardiaco acuto (lezione del dott. Mazzoleni).
Il DOLORE
(di intensità molto variabile)
ESTREMAMENTE INTENSO
MOLTO LEGGERO
SEDE DEL DOLORE
5
SINTOMI di ACCOMPAGNAMENTO al dolore
-
SUDORAZIONE FREDDA
-
PALLORE
-
STANCHEZZA IMPROVVISA
Che, se presenti, rafforzano il sospetto di infarto cardiaco acuto
2°
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rendere edotta la popolazione del perché il tempo è vita e perché il tempo è muscolo
(lezioni dei dott. Pitì e Tespili)
IL TEMPO E’ VITA
IL TEMPO E’ MUSCOLO
Il tempo è muscolo
100 %
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
80
% Salvataggio dell’area a rischio
60
40
20
0
1
3
6
MORTE IMPROVVISA
Ore
12
24
7
3°
in modo che in presenza di sintomi che fanno solo sospettare la presenza di un infarto la gente
chiami subito il 1-1-8. (lezione della dott.ssa Filisetti)
IL PARADOSSO
In questa nostra moderna società si verifica questo straordinario paradosso: il servizio sanitario è
attrezzato per fornire la risposta terapeutica più moderna ed efficace per combattere la mortalità e
le gravi conseguenze dell’infarto cardiaco auto, ma la popolazione non le conosce e quindi
muore per un problema di “ignoranza”.
(CONVEGNO a Bergamo del 11/03/2012)
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