Studio di Geologia tecnica & ambientale Via Santa Lucia, 6 70021 Acquaviva delle Fonti (Ba) Dott. Alberto PISCAZZI Tel.080/768617-3683214310 COMUNE DI VALENZANO (Provincia di Bari) Impianto di trattamento delle acque meteoriche di dilavamento ricadenti sui piazzali e superfici scoperte impermeabili riferiti all’ampliamento della Ditta Metalrecuperi S.r.l. sulla S.P. CeglieAdelfia. Fg. n°25 –P.lle 9 – 11 – 34 - 135 RELAZIONE GEOLOGICA E IDROGEOLOGICA Il Tecnico: Dott. Geol. Alberto PISCAZZI Richiedente: METALRECUPERI S.R.L. Acquaviva delle Fonti, Novembre 2014 PREMESSA La presente relazione geologica e idrogeologica riguarda il sistema di raccolta e trattamento delle acque di dilavamento dei piazzali scoperti dell’area in ampliamento della Ditta Metalrecuperi S.r.l. L’area è ubicata in territorio di Valenzano ed è distinta in Catasto al Fg. 25 P.lle 9 – 11 - 34 – 135. Le acque di prima pioggia, stoccate separatamente in una vasca, saranno depurate e smaltite sul suolo con condotte fuori terra. Le acque di seconda pioggia subiranno processi fisici di grigliatura, disabbiatura e disoleazione e, dopo accumulo in vasca, saranno smaltite nei primi strati del sottosuolo. I processi di trattamento previsti sono meglio descritti nella relazione tecnica descrittiva. Il trattamento delle acque di dilavamento è disciplinato dal R.R. n°26/2013, in attuazione dell’art.113 del D.Lgs 152/06 e ss.mm. ed ii. L’area, nella Cartografia Ufficiale delI’IGM ricade nel F°177 II S.E. Il richiedente ha incaricato lo scrivente, Dott. Alberto PISCAZZI, di redigere la presente relazione. In ottemperanza a quanto richiesto dalla normativa vigente nazionale e regionale la relazione riferisce della situazione morfologica, geologica ed idrogeologica dell’area interessata al fine della salvaguardia degli aspetti ambientali e della valutazione dei rischi idraulici e idrogeologici del suolo e sottosuolo interessato. 1 1. LINEAMENTI MORFOLOGICI E GEOLOGICI GENERALI DEL TERRITORIO L’area oggetto di studio si colloca nel settore centrale della Tavoletta II S.E. del F°177 dell’IGMI. Le quote dell’area, relativamente alle zone strettamente interessate, si aggirano intorno ai 90 m s.l.m. Stralcio Cartografia I.G.M. F°177 Tav. II SE (Scala 1:25.000) Nel complesso si ha un’area digradante verso i settori settentrionali con pendenze naturali variabili. L’area di interesse ricade nel territorio pedemurgiano e risulta essere interessata in maniera lieve dal fenomeno carsico. Sull’area, affiorano rocce calcaree che, risultano spesso ricoperte da materiale terroso rossastro. Le acque meteoriche che insistono sul 2 territorio vengono convogliate verso nord-nordest attraverso i sistemi di impluvio naturale esistenti sul territorio. Tali impluvi si sono formati in corrispondenza di quelle aree dove la roccia calcarea presenta delle scadenti qualità fisiche (discontinuità primarie e secondarie). L’azione carsica delle acque meteoriche, ha contribuito ad allargare le fratturazioni esistenti e a provocare, localmente, fenomeni di crollo con formazione di avvallamenti. Il ruscellamento delle acque nelle lame si sviluppa finché le stesse non permeano nel sottosuolo attraverso l’intenso sistema di fratture e discontinuità presenti nel substrato roccioso. La velocità di assorbimento delle acque presenti in questi solchi dipende molto anche dalla quantità e granulometria dei materiali eluviali presenti sul fondo degli stessi. Le acque ricadenti sui piazzali scoperti della ditta Metalrecuperi S.r.l. non interferiscono con l’assetto idrogeologico del territorio. Sul territorio le formazioni geologiche affioranti dal basso verso l’alto sono le seguenti(riferite alla Carta Geologica d’Italia scala 1:100.000 F° 177 “Bari”): - CALCARE DI BARI (Cretaceo): Affiora estesamente tra i territori di Valenzano e Loseto. Più a nord dell’area interessata risulta ricoperto da litologie sabbiose e calcarenitiche quaternarie. Dal punto di vista litologico, il Calcare di Bari è costituito da una successione di calcari micritici di colore biancastro alternati a calcari dolomitici e a dolomie di colore grigiastro molto compatti. Nel complesso, risulta che le rocce calcaree e calcareo-dolomitiche sono regolarmente stratificate con inclinazioni di pochi gradi rispetto all’orizzontale, e con immersioni variabili da zona a zona. - TUFI DELLE MURGE O DEPOSITI MARINI TERRAZZATI (Pleistocene): si tratta di depositi calcareo-arenacei e calcareo-arenaceo-argillosi con presenza di livelli fossiliferi. Nel territorio si ritrovano, in trasgressione sul Calcare di Bari. Si tratta di depositi sia sabbiosi che argillosi con presenza nella parte inferiore di arenarie molto compatte (carparo). La parte più grossolana è costituita da depositi bioclastici e 3 litoclastici di colore bianco o giallastro. Il cemento è calcareo e il grado di diagenesi variabile li rende a luoghi friabili e variamente porosi. - DEPOSITI ALLUVIONALI (Olocene): si tratta di depositi di riempimento del fondo delle “lame”; sono costituiti da ciottolame calcareo eterometrico proveniente dal disfacimento delle rocce calcaree, e da materiale terroso, tipo terra rossa, quale prodotto residuale derivante dalla dissoluzione delle rocce. STRALCIO DI CARTA GEOLOGICA F°177 “BARI” (Ingrandito1: 50.000) LEGENDA: CALCARE DI BARI (Cretaceo Inf.) TUFI DELLE pleistocenici) MURGE O DEPOSITI MARINI TERRAZZATI (Plio- DEPOSITI ALLUVIONALI (Olocene) Area oggetto di studio 4 2. GEOLOGIA DELL’AREA DI INTERESSE La quota dell’area di interesse è di circa 90 metri s.l.m. I rilevamenti geologici compiuti nell’ambito della zona hanno evidenziato che sull’area affiorano rocce calcaree, anche se spesso ricoperte da depositi di terra rossa. Le rocce calcaree, nella parte superiore della successione degli strati, risultano poco compatte e intaccate da numerose fratture e da alterazioni dovute all’azione carsica delle acque. La stratificazione della parte rocciosa, rilevata nelle zone di affioramento, è appena visibile ed è costituita da straterelli (spessore variabile da 10 cm a 50 cm) di calcari micritici di colore dal bianco al nocciola. Le discontinuità secondarie sono spesso riempite da materiale terroso di colore brunastro. I rilevamenti effettuati fanno ritenere che la roccia in posto, nella sua successione verticale, non presenti sempre la stessa permeabilità, ma, questa, risulta essere più bassa per i primi metri di spessore roccioso, e aumentare più in profondità. 3. CARATTERI IDROGEOLOGICI DEL TERRITORIO Il territorio murgiano è caratterizzato dalla notevole estensione in affioramento delle rocce carbonatiche mesozoiche, solo in piccola parte ricoperte per trasgressione da sedimenti calcarenitici quaternari. La successione carbonatica, formata dall’alternanza di calcari, calcari dolomitici e dolomie, risulta, nel complesso, permeabile per fessurazione e carsismo, ed è sede di una estesa falda idrica sotterranea, caratterizzata da notevole potenzialità e spessore. La falda trae alimentazione dalle precipitazioni atmosferiche che ricadono su tutto il territorio murgiano. L’area di ricarica di questa falda è situata, in prevalenza, in corrispondenza delle zone più interne della Murgia, dove l’entità delle precipitazioni è maggiore. In queste zone, inoltre, l’infiltrazione delle stesse acque è favorita dalla diffusa presenza in superficie e in profondità di forme carsiche più o meno sviluppate. I livelli piezometrici si attestano intorno ai 15-20 m sul livello del mare, mentre i gradienti idraulici sono abbastanza elevati. 5 Le caratteristiche dell’acquifero sono legate alle condizioni strutturali e litologiche delle rocce che lo costituiscono. Il frequente alternarsi, sia in senso orizzontale sia verticale, di livelli rocciosi più o meno fratturati e carsificati, diversamente permeabili, determina una forte disomogeneità delle caratteristiche idrauliche. La falda si rinviene confinata tra livelli rocciosi poco permeabili, anche al di sotto del livello del mare. L’alternanza, ai livelli acquiferi, di strati rocciosi poco fratturati determina il frazionamento della falda idrica in più orizzonti a differenti profondità. La circolazione idrica inoltre è influenzata dall’abbondante terra rossa inclusa nelle cavità carsiche e nelle fessurazioni della roccia che ne riduce il grado di permeabilità. Solo in presenza di rocce ampiamente carsificate e fessurate, non interessate da riempimenti di terra rossa, il carico idraulico della falda tende a ridursi notevolmente e a portarsi al valore del livello del mare. In questo caso la falda acquifera può rinvenirsi a pelo libero e risentire degli effetti di una falda circolante in equilibrio sulle acque marine di invasione continentale. La permeabilità d’insieme dell’acquifero è indefinita in quanto rappresentata da livelli delle stesse rocce calcareo-dolomitiche che con la profondità presentano un grado di fratturazione, porosità d’insieme e permeabilità via via decrescente. 4. CARATTERISTICHE DALL’IMMISSIONE IDROGEOLOGICHE DELL’AREA INTERESSATA La situazione idrogeologica dell’area in studio è stata desunta, nei particolari, dai dati stratigrafici e idraulici a disposizione di alcuni pozzi dell’Ente Irrigazione presenti nei territori limitrofi. In generale la zona insatura è costituita da uno spessore di circa 90 m di calcari fratturati, alternati a calcari dolomitici sufficientemente compatti. Risulta difficile ipotizzare una continuità laterale delle suddescritte condizioni idrogeologiche su grande scala, poiché le caratteristiche idrauliche degli acquiferi possono variare sia in verticale che in orizzontale, a causa del differente grado di fratturazione e carsificazione delle rocce. 6 Di seguito è stato rappresentato uno schema di sezione idrogeologica applicabile all’area interessata dall’immissione. SCHEMA DI SEZIONE IDROGEOLOGICA 5. VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASSORBIMENTO DEL TERRENO AI FINI DELLO SMALTIMENTO DELLE ACQUE DI PRIMA PIOGGIA SUL SUOLO Le acque di prima pioggia, successivamente al trattamento, saranno smaltite sul suolo. Il calcolo della capacità di assorbimento del suolo è stato effettuato in un pozzetto appositamente scavato, della profondità di 1,20 metri, e delle dimensioni di base di 0.60 x 0.60 m. Il pozzetto è stato prima portato a saturazione, e dopo il suo completo svuotamento, è stato nuovamente riempito fino all’altezza di circa 20 cm dal fondo. Si è successivamente misurato il tempo necessario affinché il livello scendesse di 5 cm. 7 La seguente formula ci permette di calcolare la capacità di assorbimento (C) del terreno, espressa come i litri che il terreno assorbe in un ora per metro quadrato. [ ] C = (V1 − V2 ): (t 2 − t1 ) : S b dove: Sb = 0,84 m² (superficie bagnata); V1 − V2 = 18 l (volume di acqua assorbito nel corso della prova); t 2 − t1 = 0,08 h (tempo in ore di durata della prova). Effettuando i calcoli si ricava: C = (18 : 0,08):0,84 = 267,86 l l = 0,074 2 2 hm sm 6. VALUTAZIONE DELLA CAPACITA’ DI ASS0RBIMENTO DEI PRIMI STRATI DEL SOTTOSOTTOSUOLO E DIMENSIONAMENTO DEL POZZO ASSORBENTE . Le acque di seconda pioggia saranno immesse nei primi strati del sottosuolo. Di seguito viene calcolata la profondità dei dreni verticali assorbenti. In base alla portata da smaltire q= 4,03⋅10 −2 m 3 / s e al coefficiente di permeabilità (k) del sottosuolo, stimato pari a 7 ⋅10 −5 m/s. Il calcolo viene effettuato con la seguente formula: 0,423 4∆h K = q Log 2 ∆h d dove: K = coefficiente di permeabilità ( 7 ⋅ 10 −5 m / s ); ∆h = altezza (in m) della colonna drenante; q = portata d’acqua da smaltire (0,0403 mc/s) d = diametro del pozzo assorbente (0,2 m); 8 Per garantire una superficie drenante pienamente sufficiente allo smaltimento delle acque, si consiglia, in maniera cautelativa, la realizzazione di due pozzi drenanti della profondità di 35 m ciascuno. I pozzi dovranno essere dotati di una vasca (avanpozzo) a tenuta, con funzione di accumulo e sedimentazione, allo scopo di trattenere eventuali residui di materiali di sedimentazione. Tale accorgimento preserverà i dreni dal progressivo intasamento dei materiali in sospensione trasportati dall’acqua. Nella fase di esercizio si avrà cura di effettuare interventi di pulizia e manutenzione della vasca di raccolta e sedimentazione. Considerate le condizioni idrostrutturali del sottosuolo che, per l’area in esame, consistono in una zona insatura di circa 90 metri dal piano campagna, il franco esistente per la zona insatura, in rapporto alle oscillazioni della falda idrica, è sufficientemente protettivo. 9 SCHEMA DI CIASCUN POZZO DRENANTE PROFONDO 35 METRI 220 mm Tratto di pozzo con rivestimento sfinestrato 10 m 25 m 200 mm 10 7. ANALISI DEL RISCHIO IDRAULICO, E IDROGEOLOGICO E DEFINIZIONE DEL FRANCO DI SICUREZZA Considerate le condizioni morfologiche delle aree strettamente limitrofe all’area di dispersione, non si rileva alcun tipo di rischio idraulico in rapporto alle portate di acqua da immettere. La tipologia delle acque da smaltire non procurerà odori molesti. Le acque meteoriche di dilavamento del piazzale dopo gli opportuni trattamenti (vedi relazione tecnica generale), sono acque con bassi agenti inquinanti. Se si considera lo schema idrogeologico descritto in precedenza, si capisce come queste acque, durante la percolazione nella zona insatura, subiranno ulteriori processi autodepurativi e di dispersione meccanica. I processi autodepurativi saranno favoriti dalle interazioni chimico-fisiche tra i minerali argillosi contenuti nelle terre rosse e gli eventuali inquinanti ancora presenti. I processi di dispersione avverranno per mescolamento con le acque vadose all’interno dei condotti carsici. Nella zona insatura è presente un acquitardo, costituito da calcari e calcari dolomitici sufficientemente compatti, con bassa conducibilità, che funge da strato protettivo nei confronti della sottostante falda idrica. Tale strato, infatti, ritarda la propagazione delle acque in percolazione. Da quanto descritto, anche il rischio idrogeologico è praticamente nullo, in quanto: • Il franco esistente tra il livello di immissione delle acque meteoriche trattate e la prima falda carsica presente è sufficientemente protettivo; • La zona insatura è costituita da uno spessore di rocce calcaree e calcareo-dolomitiche, la cui parte inferiore risulta essere compatta e con permeabilità bassissima. Tale ultimo spessore rappresenta una barriera protettiva nei confronti della falda idrica sottostante. 11 8. Indicazione di pozzi eventualmente presenti nelle zone limitrofe a quella dell’area in studio Sulla base delle informazioni disponibili e della consultazione della Tavola 6.4 “Ubicazione dei punti d’acqua censiti” allegata al Piano di Tutela delle Acque della regione Puglia, nel raggio di 500 metri dalla Ditta Metalrecuperi S.r.l. non si rilevano pozzi per uso irriguo, mentre in un raggio di 1000 metri non si rilevano pozzi per uso potabile. Acquaviva delle Fonti, Novembre 2014 Dott. Geol. Alberto PISCAZZI 12 13