GIORNALEdelPOPOLO GIOVEDÌ 16 FEBBRAIO 2017 ticino 3 + Presentato il nuovo programma di promozione e prevenzione per il periodo 2017-2020 Strategia su quattro pilastri per migliorare la salute DI In particolare si vogliono formare i medici di famiglia sull’importanza dell’esercizio fisico per i pazienti. «La salute non ha prezzo, ma il prezzo per curare i problemi relativi alla salute sta esplodendo». Ha esordito così il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli alla presentazione della strategia di prevenzione e promozione della salute in Ticino per i prossimi 4 anni. Un programma che ha quale obiettivo quello di evitare, o perlomeno rallentare, l’insorgere di malattie e quindi garantire una vita sana a tutte le età. E se si pensa che in Svizzera ci sono 2,2 milioni di persone affette da una o più malattie croniche, che generano circa l’80% dei costi della salute, si può ben capire l’importanza di agire su questo aspetto. Come ha ancora spiegato il responsabile del DSS, sono tre le misure in fase di elaborazione a livello nazionale: si intende promuovere la salute attraverso programmi cantonali; migliorare i rapporti tra prevenzione e cura e agire nell’economia e nel mondo La vendita di alcol ai minorenni preoccupa. del lavoro (con pause, piccoli esercizi fisici, ecc). Sono quattro le novità della nuova strategia. In primis un programma cantonale dedicato non più solo ai bambini ma anche agli adolescenti e agli over 65. A livello preventivo si intende creare una sorta d’alleanza per combattere la depressione. In terzo luogo c’è la volontà di intervenire sull’accesso dei minorenni all’acquisto di alcol e tabacco grazie a un test (per i dettagli vedere articolo a fianco). Infine la strategia prevede l’implementazione di un progetto pilota chiamato “Girasole”, in collaborazione con i medici di famiglia. Beltraminelli ha anche ricordato come i costi del programma si aggirino sui 3 milioni di franchi l’anno e siano finanziati per metà dal Cantone e per l’altra metà da diversi fondi nazionali. Un interessante progetto denominato “Girasole” è stato presentato da Martine Bouvier Gallacchi, Nicola Mazzi Capo del Servizio di promozione e valutazione sanitaria. Un progetto che intende favorire l’esercizio fisico coinvolgendo anche i medici di famiglia. È stato anzitutto ricordato come in Ticino solo 6 persone su 10 si dicano attive fisicamente, una proporzione inferiore di 10 punti alla media nazionale. Che cosa fare per ovviare a questa situazione? Occorre lavorare, per esempio, su una migliore collaborazione tra medico e paziente. In che modo? Con una formazione ad hoc per i medici di famiglia e attraverso strumenti e materiali chiari e semplici per realizzare un progetto personale legato all’attività fisica. In questo modo si migliora la relazione di fiducia tra lo stesso medico e il paziente e l’immagine del medico cambia, da prescrittore di medicamenti a partner. Inoltre il paziente diventa protagonista, in quanto aumenta il coinvolgimento nel rapporto con il proprio medico di famiglia. Un progetto partito da sei mesi e che dai primi riscontri sta dando buoni frutti. «Il punto fondamentale - ha aggiunto Beltraminelli - è che il movimento non deve essere vissuto come un obbligo, ma deve essere adattato al proprio stile di vita con l’obiettivo di star meglio. L’appello del Consiglio di Stato a Berna - Se ne farà carico la Deputazione alle Camere «Più soldi per i rifugiati» La questione dei rifugiati è stata discussa nel consueto incontro tra il Consiglio di Stato e la Deputazione ticinese alle Camere federali, in vista della prossima seduta. Come ha spiegato il presidente del Governo Paolo Beltraminelli, l’esecutivo cantonale ha sensibilizzato i deputati sui costi a carico dei Cantoni per i richiedenti l’asilo e ha chiesto loro di fare altrettanto nei vari gruppi parlamentari a Berna. «Il Ticino con quello che riceve dalla Confederazione non riesce a coprire i costi in quanto i richiedenti l’asilo sono aumentati in modo esponenziale in pochi anni». In particolare Beltraminelli ha spiegato che il fenomeno riguarda soprattutto i minorenni non accompagnati - aumentati da 500 a 3mila - in pochi anni. Per queste persone la Confederazione non dà un sussidio particolare, ma un forfait a persona di 1.500 franchi al mese. Una cifra troppo bassa. Il conto per il Cantone è infatti di 3mila franchi al mese per richiedente l’asilo. Senza dimenticare che il 75-l’80% di coloro che sono ammessi va a finire a carico del sostegno socia- Alcol e tabacco: ancora in troppi li vendono a minorenni I risultati del test d’acquisto sulla vendita di tabacco e alcol nei locali pubblici a minorenni, sono stati presentati dal medico cantonale Giorgio Merlani. Un indagine realizzata in collaborazione con Radix e l’associazione dei non fumatori. Dai risultati scaturiti da un’inchiesta realizzata su più di 200 punti vendita è emerso che i distributori di alcol e tabacco a minori sono più della metà (53,5% alcol e 52,3% tabacco). Per quanto riguarda l’alcol il 61,3% di ristoranti e caffè non chiede la carta d’identità, la stessa cosa non fa il 60% di bancarelle e take away, la metà dei chioschi e il 48,6% di bar e pub. Decisamente meglio le cose sono andate per i negozi con il 33,3% dei casi e le stazioni di servizio dove solo il 16,7% delle richieste da parte di minori ha avuto una risposta da parte del gerente senza richiesta dell’età. Siamo più o meno sulle stesse cifre per il tabacco. Lo stesso medico cantonale ha tenuto a ribadire come solo la vendita di alcol e tabacco a minori è ancora alta in tutti i distretti. Meglio sono andate le stazioni di servizio e i negozi dove negli anni scorsi si è concentrata una campagna di sensibilizzazione. Inoltre dai risultati si evince come la richiesta dell’età o del documento d’identità faccia registrare un calo importante di vendita di questi prodotti. Infine si fa sapere come la presenza e la visibilità di cartelli informativi sui limiti d’età facciano registrare una prevalenza nettamente inferiore solo per l’alcol. Ora si intende partire con una campagna informativa ai punti vendita, ma anche ai Comuni e agli organizzatori di eventi e feste. in breve Presentazione di un libro su Lorenzo il Magnifico le e quindi, ancora, sulle spalle del Cantone. Tra gli altri temi toccati la nuova presidente della Deputazione Roberta Pantani ha evidenziato come il CdS sostenga il rapporto di minoranza della nuova legge sui giochi in denaro e questo perché garantisce maggiori entrate e posti di lavoro sul territorio. La Giustizia è stato un altro tema messo sul tavolo. Infatti sarà creata una nuova Camera d’Appello a livello federale che avrà sede nel Tribunale federale di Bellinzona. Non è escluso che alcuni nostri giudici vengano coinvolti dalla nuova Camera. La legge sulla navigazione (il rapporto è stato redatto dal consigliere nazionale PPD Fabio Regazzi) sarà un altro aspetto che interessa il nostro Cantone. Dopo che l’ultima concessione è scaduta, si sta arrivando a una nuova soluzione. E in una risposta del Consiglio federale a un atto parlamentare si lascia uno spiraglio all’entrata nella navigazione del Lago Maggiore da parte dei privati. In proposito, si fa sapere, che sono in corso trattative tra la Società di Navigazione del Lago di Lugano e quella del Lago Verbano. Mercoledì 22 febbraio alle ore 18 nell’aula A21 del campus di Lugano, avrà luogo la presentazione del libro di Giulio Busi intitolato “Lorenzo de’ Medici. Una vita da Magnifico” (Milano, Mondadori, 2016). Il professore dell’Istituto di studi italiani dell’USI Giacomo Jori e il professore della Florida State University Francois Dupuigrenet Desroussilles discuteranno del tema con lo stesso autore, professore ordinario alla Freie Universität Berlin presso la quale dirige l’Istituto di Giudaistica. Il libro ripercorre con affabile sapienza la biografia di Lorenzo de’ Medici, la sua complessa realtà storica, nell’Italia del Quattrocento, e l’affascinante tessitura del suo mito. L’evento è promosso dalla Fondazione Cukier Goldstein-Goren e dall’Istituto di studi italiani dell’USI. Concorso per parrucchieri il prossimo 19 febbraio Entro il mese di giugno si avrà una proposta in tal senso. Beltraminelli ha quindi rilevato come nella prossima sessione si discuterà anche di aiuti finanziari per la custodia di bambini. «Sarebbe un bel segnale se Berna potesse incentivare la compatibilità tra lavoro e famiglia». Sul tavolo anche un altro tema del DSS e cioè quello sulla divisione in regioni dei premi di cassa malati. Per il Cantone è bene che resti una divisione del Ticino in due regioni e anche l’indicazione aggiuntiva relativa a una divisione in distretti piace, ed è più stabile di quella che invece chiede un concetto che si basi sul Comune. Ieri la Deputazione ha anche incontrato i rappresentanti della stampa (Peter Keller e Sergio Salvioni) per fare il punto della situazione sulle difficoltà nella raccolta pubblicitaria e sulla disparità di trattamento tra la carta, la radiotv e (n.m.) l’online. l’opinione È giunto alla sua 46esima edizione il concorso internazionale rivolto a parrucchieri apprendisti e professionisti. Il Ricciolo d’Oro, che per storia e tradizione può essere considerato il primo Hair Talent della Svizzera Italiana, sarà ospitato il prossimo 19 febbraio (dalle ore 9), per il secondo anno consecutivo, dalla sala Eventica di Eventmore a Castione. I parrucchieri in gara dovranno raccontare, attraverso delle acconciature originali e creative, la propria visione di Regina o Principessa. È possibili registrarsi scaricando i moduli dal sito www.ricciolodoro.show. di Fabio KÄppeli* Orientamento e formazione, contro la disoccupazione giovanile * deputato PLR I paesi europei che conoscono il sistema della formazione professionale duale hanno la disoccupazione giovanile più bassa del continente. Sul fronte opposto, sono invece i Paesi che hanno un tasso di maturandi e una quota di accademici alta ad avere una maggiore disoccupazione giovanile. Sappiamo che il nostro Cantone ha una quota di accademici superiore alla media elvetica e al contempo una disoccupazione giovanile nettamente maggiore: anche il Ticino si trova quindi nella cosiddetta “trappola dell’accademizzazione”. A ciò si aggiunge un contesto sempre più difficile del nostro mercato del lavoro, e la stima che addirittura il 65% degli allievi che iniziano oggi il loro percorso formativo saranno poi impiegati in lavori che al momento attuale ancora nemmeno esistono. Fatte queste premesse appare evidente come la formazione professionale acquisisca ancor più importanza e meriti tutta la nostra attenzione. Essa è infatti vicina al mercato del lavoro e trasmette competenze pratiche e capacità che vengono effettivamente utilizzate nell’economia. Saluto quindi positivamente la recente decisione del Gran Consiglio di approvare la proposta proveniente dalle organizzazioni del mondo del lavoro, presentata insieme al collega Giorgio Fonio a nome della Commissione Scolastica. Questa rappresenta un primo passo volto a formalizzare e potenziare la collaborazione nell’attività di orientamento delle associazioni dei genitori, come pure delle stesse organizzazioni del mondo del lavoro. Convinti del fatto che l’attività di orientamento debba fondarsi su conoscenze approfondite del mondo del lavoro, avvicinare l’Ufficio dell’orientamento scolastico e professionale alle varie realtà economiche non potrà che portare beneficio alla qualità del servizio e agli allievi. Oggi il processo di orientamento che avviene nelle scuole medie e nelle scuole superiori semplicemente non prevede il coinvolgimento in senso stretto delle organizzazioni di categoria: l’allievo va dall’orientatore che gli fornisce un supporto, ma non si va oltre. Se la collaborazione e il dialogo attuali sono ritenuti ottimi – bisogna pur dirlo – non poteva continuare a risiedere solo nel carattere delle persone un rapporto così importante, e tanto si può ancora fare: incontri regolari, scambi continui e un confronto con chi opera sul campo devono essere all’ordine del giorno nelle agende degli orientatori, ai quali va garantito il tempo per coltivare contatti e conoscenze. Dall’altra parte vi sono poi le associazioni dei genitori, i quali devono essere maggiormente informati, sensibilizzati e responsabilizzati attraverso precise attività. Le famiglie appaiono infatti talvolta distanti e disinteressate, delegando impropriamente compiti e scelte educative alla scuola, talvolta invece mal informate o determinate a indirizzare i propri figli verso un percorso liceale e poi accademico, a torto ritenuto l’unico percorso formativo utile oppure nell’intento di proiettare sui figli le loro aspirazioni, senza valutare con la necessaria oggettività qualità e predisposizioni. Queste importanti collaborazioni fino a ieri altro non erano che buone intenzioni. D’ora in poi tutti gli attori in gioco beneficiano di una maggiore forza contrattuale alla luce di una chiara e precisa volontà del legislatore cantonale, con lo scopo di elevare la formazione professionale alla posizione che merita.