5) EQUILIBRIO MACROECONOMICO: IS-LM 5.1) equilibrio e disequilibrio 5.2) derivazione algebrica nel caso senza imposte 5.3) la politica fiscale nel caso senza imposte 5.3.1) il moltiplicatore della spesa pubblica 5.3.2) l'effetto di spiazzamento 5.3.3) ampiezza dell'effetto di spiazzamento 5.3.4) analisi grafica 5.3.5) efficacia della politica fiscale 5.4) la politica monetaria nel caso senza imposte (moltiplicatore, efficacia) 5.5) coordinamento della monetaria e della politica fiscale 5.6) IS-LM con imposte politica 5.1) Equilibrio e disequilibrio r LM rk Dallo squilibrio all'equilibrio: tasso elevato e reddito basso k rkIS e rkLM IS kLM Yk Ye Y Disequilibrio Nel punto k il tasso di interesse è rk e il livello di reddito è Yk: non c'è equilibrio né sul mercato monetario né su quello dei beni. Supponiamo che il ritorno all'equilibrio avvenga prima sul mercato monetario e poi su quello dei beni. Ritorno all'equilibrio in due fasi LM Da k a k : aggiustamento sui mercati dei titoli e quindi su quello monetario. Infatti rk>rkLM e quindi c'è eccesso di offerta di moneta: acquisto titoli e riduzione tasso di interesse. Da kLM al punto e: aggiustamento sul mercato dei beni per l'operare del principio della domanda effettiva. Infatti, al livello Yk, il tasso di interesse che garantisce l'equilibrio sul mercato dei beni è rkIS che è maggiore di rkLM. Quindi c'è un eccesso di domanda di beni: l'offerta si adegua alla domanda attraverso successivi incrementi e quindi il reddito aumenta. Si continua così fino al ritorno all'equilibrio. r LM rwLM Dallo squilibrio all'equilibrio: tasso basso e reddito elevato wLM e rwIS IS rw w Ye Yw Y l Disequilibrio Nel punto w il tasso di interesse è rw e il livello di reddito è Yw: non c'è equilibrio né sul mercato monetario né su quello dei beni. Supponiamo che il ritorno all'equilibrio avvenga prima sul mercato monetario e poi su quello dei beni. Ritorno all'equilibrio in due fasi Da w a w : aggiustamento sui mercati dei titoli e quindi su quello monetario. Infatti rw<rwLM e quindi c'è eccesso di domanda di moneta: vendita titoli e rialzo tasso di interesse. Da wLM al punto e: aggiustamento sul mercato dei beni per l'operare del principio della domanda effettiva. Infatti, al livello Yw, il tasso di interesse che garantisce l'equilibrio sul mercato dei beni è rwIS che è inferiore di rkLM. Quindi con rkLM c'è un eccesso di offerta di beni: l'offerta si adegua alla domanda attraverso successivi decrementi e quindi il reddito diminuisce. Si continua così fino al ritorno all'equilibrio. LM 5.2) Derivazione algebrica nel caso senza imposte Y=a+bY+ I -dr+G r=(f/g)Y-M/g equilibrio sul mercato dei beni (IS) equilibrio sul mercato della moneta (LM) Sostituzione della LM nella IS Y=a+bY+ I -d[(f/g)Y-M/g]+G Y=a+bY+ I -(df/g)Y+dM/g+G Y=a+ I +G+Y[b-df/g]+ dM/g Raccolta dei termini dipendenti da Y Y(1-b+df/g)=a+ I +G+dM/g Si ottiene così l'espressione per il livello di produzione e reddito: Y= (a + I + G ) dM + (1 − b + df / g ) g (1 − b + df / g ) dove distinguiamo esogene il moltiplicatore delle componenti ⎞ 1 ∆Y ∆Y ∆Y ⎛ = = =⎜ ∆a ∆I ∆G ⎝ 1 − b + df / g ⎟⎠ e il moltiplicatore dell'offerta di moneta d d ∆Y = = ∆M g[1 − b + df / g ] g (1 − b) + df Per sostituzione si ottiene anche r= f M Y− g g f ⎡ (a + I + G ) dM ⎤ M + − ⎢ g ⎣ (1 − b + df / g ) g ⎥⎦ g f (a + I + G ) f dM M + − r= g (1 − b + df / g ) g (1 − b + df / g ) g g r= ⎡ ⎤ df 1 − ⎢ ⎥ ⎣ g (1 − b + df / g ) ⎦ f (a + I + G ) M ⎡ df − g (1 − b + df / g ) ⎤ + ⎢ r= g (1 − b + df / g ) g ⎣ g (1 − b + df / g ) ⎥⎦ r= f (a + I + G ) M + g (1 − b + df / g ) g M ⎡ df − g + gb + df ) ⎤ f (a + I + G ) + ⎢ g (1 − b + df / g ) g ⎣ g (1 − b + df / g ) ⎥⎦ ⎡ ⎤ f (a + I + G ) (1 − b) r= −M ⎢ ⎥ g (1 − b + df / g ) ⎣ g (1 − b + df / g ) ⎦ r= che è un'espressione di r come funzione dei soli parametri e dello stock di moneta. 5.3) La politica fiscale nel caso senza imposte 5.3.1) Il moltiplicatore della spesa pubblica Quando non ci sono le imposte, la politica fiscale si attua solo tramite la spesa pubblica G. Più precisamente, siccome a è fisso e I dipende dalle aspettative degli imprenditori e dal tasso di interesse, G è l'unica delle componenti autonome che può essere utilizzata per variare il Y e quindi influire sulla crescita economica e sull'occupazione. Per capire qual è l'effetto espansivo della spesa pubblica riconsideriamo il moltiplicatore di G. ⎛ ⎞ 1 ∆Y = ⎜ ⎟ ∆G 1 − b + df / g ⎝ ⎠ Quando il solo equilibrio sul mercato dei beni era considerato si aveva (ved. il moltiplicatore keynesiano in lezione 3) ⎛ 1 ⎞ ∆Y = ⎜ ⎟ ∆G ⎝1− b ⎠ Algebricamente, poiché d>0, f>0, g>0, il termine df/g è >0. Il denominatore del moltiplicatore, quindi, aumenta, e il valore del moltiplicatore diminuisce quando si considera anche l'equilibrio sul mercato monetario. La differenza sta nel fatto che, se c'è equilibrio sul mercato dei beni e anche su quello monetario, il moltiplicatore si riduce. Quindi l'effetto espansivo dell'incremento della spesa pubblica è inferiore quando si considera sia il mercato dei beni sia quello della moneta rispetto al caso in cui si considera solo il mercato dei beni. Anche in questo caso l'effetto espansivo si avrà solo se non viene superato il limite del livello di produzione massimo (reddito potenziale) Esempio numerico Un'economia è descritta dalle seguenti relazioni C=10+0,8Y I=5-0,5r G=15 Ms=50 Md=0,5Y-10r e dal reddito di piena occupazione Ypo=200. i) Qual è l'equazione della curva IS e della curva LM? ii) Quali sono il tasso di interesse e il reddito di equilibrio? iii) Cosa succederebbe se la spesa pubblica crescesse del 10%? Confrontare questo risultato con quello che si avrebbe se df/g=0. i) La curva IS è data da 10+0,8Y+5-0,5r+15=30+0,8Y-0,5r=Y La curva LM è data da 50=0,5Y-10r ii) Dalla curva LM otteniamo 10r=0,5Y-50 r=0,05Y-5 Sostituiamo questo valore nella IS 30+0,8Y-0,5*[0,05Y-5]=Y 30+0,8Y-0,025Y+2,5=Y Y(1-0,8+0,025)=30+2,5 0,225Y=32,5 Quindi i valori di equilibrio sono i seguenti Y*=32,5/0,225≈144,4 r=0,05*144,4-5≈2,22 Verifica: se Y=144,4 e r=2,22 Sul mercato dei beni la domanda è data da 30+0,8Y-0,5r=144,44 e quindi c'è equilibrio (siamo sulla IS) Sul mercato della moneta la domanda è data da 0,5*144,44-10*2,22=50 e quindi c'è equilibrio (siamo sulla LM). iii) Cosa succederebbe se la spesa pubblica crescesse del 10%? Si ha ∆G=10%*15=1,5. Ricordiamo moltiplicatore della spesa pubblica: la formula del ⎛ ⎞ 1 ∆Y = ⎜ ⎟ ∆G ⎝ 1 − b + df / g ⎠ In questo caso si ha 1-b=1-0,8=0,2, d=10, f=0,5 e g=10. Quindi il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a ∆Y ⎛ 1 ⎞ =⎜ = 4, 44 ∆G ⎝ 1 − 0,8 + 0,5 * 0,5 /10 ⎟⎠ Ne segue che l'incremento di reddito che fa seguito all'incremento di spesa pubblica è pari a: ∆Y = 4,44 *1,5 = 6,66 Il nuovo valore del reddito di equilibrio è 144,44+6,66≈151. Se df/g=0 allora il moltiplicatore sarebbe stato pari semplicemente a ∆Y ⎛ 1 ⎞ =⎜ =5 ⎟ ∆G ⎝ 1 − 0,8 ⎠ Quindi l'incremento di reddito sarebbe stato pari a: ∆Y = 5*1,5 = 7,5 . 5.3.2) Interpretazione spiazzamento del moltiplicatore: effetto di Qual è l'interpretazione economica di questo risultato numerico? Essa consiste nel cosiddetto effetto di spiazzamento. L'aumento della spesa pubblica comporta inizialmente uno spostamento della IS verso destra nel piano: r AUMENTO INIZIALE DI Y DOVUTO AD UN INCREMENTO DELLA SPESA PUBBLICA DA G' A G" IS" IS' LM s r' Y' Y" Ypo Se consideriamo solo il mercato dei beni, e se ipotizziamo che il tasso di interesse rimanga fisso a r', a seguito di un aumento della spesa pubblica da G' a G" si ha un aumento di reddito pari a Y"-Y' e ci troviamo nel punto s. Però il punto s non è di equilibrio sul mercato della moneta. Perché? L'incremento di reddito comporta un aumento della domanda di moneta transazionale. Data l'offerta di moneta, ciò determina un maggior valore di equilibrio del tasso di interesse (ved. lezione 4 Derivazione grafica e curva LM). Ma se aumenta il tasso di interesse gli investimenti sono in parte spiazzati: alcuni investimenti non verranno più effettuati perché troppo costosi. Ma allora si riduce il livello di produzione e il reddito di equilibrio. Quindi, riepilogando *a seguito dell'incremento di spesa pubblica si ha un incremento del reddito (spostamento della IS) *sul mercato monetario l'incremento di reddito determina un aumento della domanda transazionale *l'aumento della domanda transazionale di moneta, data l'offerta, provoca un eccesso di domanda e quindi una vendita di titoli e un incremento del tasso di interesse *l'incremento del tasso di interesse determina uno spiazzamento degli investimenti e quindi una riduzione del livello della produzione rispetto a quello raggiunto in un primo momento. Il nuovo equilibrio si ha in (r",Y'''), con Y'''<Y". La differenza Y'''-Y" è l'effetto di spiazzamento. NUOVO EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI E SUL MERCATO DELLA MONETA: EFFETTO DI SPIAZZAMENTO ∆G(+) => ∆Y(+) (da Y' a Y'') ∆Y(+) => ∆r (+) sul m.monetario ∆r(+) => ∆I (-) investimenti ∆I (-) => ∆Y (-) da Y'' a Y''' r IS" IS' LM r" r' Y' Y"' Y" Ypo ATTENZIONE: L'EFFETTO DI SPIAZZAMENTO RIDUCE L'ESPANSIONE DEL REDDITO E DELLA PRODUZIONE DOVUTA AD UN INCREMENTO DELLA SPESA PUBBLICA, MA, A PARTE CASI LIMITE, NON ANNULLA DEL TUTTO QUESTA ESPANSIONE! 5.3.3.) Ampiezza dell'effetto di spiazzamento Il minore effetto espansivo della spesa pubblica quando si considera anche il mercato monetario dipende quindi dall'effetto di spiazzamento, che si produce sempre. Ma quanto è grande l'effetto di spiazzamento? Come si è appena visto, l'effetto di spiazzamento dipende da due passaggi 1) ∆Y(+) => ∆r (+) sul m.monetario 2) ∆r(+) => ∆I (-) investimenti 1) dipende da ∆r/ ∆Y=f/g maggiore è f/g maggiore è l'effetto di spiazzamento. 2) poiché gli investimenti sono dati da I= I -dr maggiore è d maggiore è l'effetto di spiazzamento. Quindi, riepilogando * a seguito dell'incremento di spesa pubblica si ha un incremento del reddito (spostamento della IS) * sul mercato monetario l'incremento di reddito determina un aumento della domanda transazionale *l'aumento della domanda transazionale di moneta, data l'offerta, provoca un eccesso di domanda e quindi una vendita di titoli e un incremento del tasso di interesse; *questo incremento dipende dal termine f/g; *a sua volta l'incremento del tasso di interesse determina uno spiazzamento degli investimenti che è misurato dal parametro d; *il termine df/g indica di quanto sono spiazzati gli investimenti e quindi di quanto si riduce il livello di reddito e della produzione rispetto a quello raggiunto in un primo momento. Infatti è proprio il termine df/g che compare nel nuovo moltiplicatore. 5.3.4) Analisi grafica Graficamente l'effetto di spiazzamento dipende dalla pendenza della IS e della LM. Se la IS è più inclinata (ripida), l'effetto di spiazzamento è minore. d grande d piccolo r EFFETTO DI SPIAZZAMENTO E INCLINAZIONE DELLA IS LM r" r' Y' Y"' Y" Ypo Se, invece, la LM è più piatta lo spiazzamento è minore r EFFETTO DI SPIAZZAMENTO ED INCLINAZIONE DELLA LM IS" LM" f/g grande IS' f/g piccolo LM r' Y' Y"' Y" Ypo Quando cresce d decresce l'inclinazione della IS e quando cresce f/g cresce l'inclinazione della LM (ved. prec.). 5.3.5) Efficacia della politica fiscale Efficacia della politica fiscale: se non ci sono imposte, per efficacia della politica fiscale si intende la possibilità di utilizzare la spesa pubblica per la crescita economica e l'incremento dell'occupazione. L'efficacia dipende dal moltiplicatore della spesa pubblica ⎛ ⎞ 1 ∆Y = ⎜ ⎟ ∆G ⎝ 1 − b + df / g ⎠ Maggiore è il moltiplicatore, maggiore è l'efficacia della spesa pubblica. Il moltiplicatore aumenta: *all'aumentare di b, cioé della propensione al consumo; *al diminuire di d, cioé quanto più la IS è ripida: con una IS più ripida l'effetto di spiazzamento è minore [gli investimenti reagiscono meno all'aumento del tasso di interesse]; *al diminuire di f/g cioé quanto più la LM è piatta: con una LM più piatta l'effetto di spiazzamento è minore [sul mercato monetario c'è un minore incremento del tasso di interesse a seguito di un aumento del reddito]. Keynes credeva che gli investimenti dipendessero poco dal tasso di interesse e molto dalle aspettative (animal spirits). In altri termini, Keynes riteneva che d fosse basso e quindi che la politica fiscale potesse essere abbastanza efficace per aumentare la produzione e l'occupazione. 5.4) La politica monetaria Il moltiplicatore dell'offerta di moneta ⎛ d ∆Y = ⎜ ⎝ g (1 − b) + df ⎞ ⎟ ∆M ⎠ è positivo: un incremento dell'offerta di moneta ha un effetto di aumento della produzione e del reddito di equilibrio. Perché? Bisogna ricordare (ved LM, Intercette ed interpretazione) che, se aumenta lo stock di moneta, a parità di domanda di moneta, si riduce il tasso di interesse di equilibrio sul mercato monetario e quindi la LM si sposta verso destra. Ma la riduzione del tasso di interesse comporta un aumento degli investimenti sul mercato dei beni: r AUMENTO DI Y DOVUTO AD UN INCREMENTO DELL'OFFERTA DI MONETA ∆Ms(+) => ∆r(-) sul m.monetario ∆r(-) => ∆I (+) investimenti ∆I(+) => ∆Y (+) sul m.beni IS LM' LM'' r' r" Y' Y" Ypo A seguito dello spostamento della LM la riduzione del tasso di interesse porta ad un livello maggiore di investimenti e quindi ad un incremento della produzione e del reddito (se Ypo non è stato ancora raggiunto). Infatti, il moltiplicatore della moneta è pari a ⎞ d ∆Y ⎛ =⎜ ∆M ⎝ g (1 − b) + df ⎟⎠ ⎞ ∆Y ⎛ 1 =⎜ ∆M ⎝ g (1 − b) / d + f ⎟⎠ Maggiore è il valore di d, minore il valore del denominatore e quindi maggiore il valore del moltiplicatore della politica monetaria. Quindi: *se il valore di d è alto la politica monetaria è uno strumento efficace per la crescita economica: bisogna aumentare lo stock di moneta (riduzione coefficiente riserva, acquisto titoli); *se il valore di d è basso la politica monetaria è uno strumento poco efficace per la crescita economica. Osserviamo anche che nel moltiplicatore dell'offerta di moneta compare g: maggiore è g, maggiore è il denominatore e quindi minore è il moltiplicatore dello stock di moneta. Quindi: *se il valore di g è alto la politica monetaria è uno strumento poco efficace per la crescita economica *se il valore di g è basso la politica monetaria è uno strumento efficace per la crescita economica: bisogna aumentare lo stock di moneta (riduzione coefficiente riserva, acquisto titoli). 5.5) Coordinamento della politica fiscale e della politica monetaria. Si può parlare di coordinamento della politica fiscale e della politica monetaria in due sensi. Innanzitutto, le due politiche vanno coordinate nel senso di scegliere quella più efficace tra le due, data la situazione dell'economia. In particolare, sulla base dell'analisi precedente, sappiamo che, dati certi valori dei parametri b e f, la scelta tra politica monetaria e politica fiscale dovrebbe tenere conto della diversa efficacia al variare di d e di g d alto d basso g alto PF parz. efficace; PF molto efficace; PM parz. efficace. PM inefficace g basso PF inefficace; PF parz.efficace; PM molto efficace. PM parz. efficace. PF= politica fiscale (solo spesa pubblica) PM= politica monetaria (stock di moneta) Graficamente: d alto=> IS più piatta; d basso=> IS più ripida, inclinata; g alto=> LM più piatta [al limite: trappola della liquidità] g basso LM più ripida, inclinata. Politiche keynesiane fondate sulla combinazione d basso g alto: politica fiscale efficace, politica monetaria inefficace Critici dei keynesiani: d alto e g basso: politica fiscale inefficace, politica monetaria efficace ma c'è il problema dell'inflazione (rinvio). Di coordinamento della PF e della PM si parla anche in un secondo senso.La politica monetaria può anche essere utilizzata per evitare l'effetto di spiazzamento. Immaginiamo che aumentino contemporaneamente la spesa pubblica e lo stock di moneta: IS" r LM' IS' LM'' INCREMENTO DELLA SPESA PUBBLICA E DELL'OFFERTA DI MONETA r' Y' Y" Ypo L'aumento dell'offerta di moneta determina un decremento dei tassi che compensa l'incremento causato dallo spostamento della IS: il reddito aumenta da Y' a Y''. 5.6) IS-LM con imposte Y=a+b[Y-T]+ I -dr+G equilibrio sul mercato dei beni (IS) r=(f/g)Y-M/g equilibrio sul mercato della moneta (LM) Sostituzione della LM nella IS Y=a+b[Y-T]+ I -d[(f/g)Y-M/g]+G Y=a+b[Y-T]+ I -(df/g)Y+dM/g+G Y=a+ I +G+Y[b-df/g]-bT+ dM/g Raccolta dei termini dipendenti da Y Y(1-b+df/g)=a+ I +G-bT+dM/g Si ottiene così l'espressione per il livello di produzione e reddito: Y= (a + I + G − bT ) dM + (1 − b + df / g ) g (1 − b + df / g ) Consideriamo ora i due diversi casi: i) T=G ovvero bilancio in equilibrio ii) T≠G ovvero bilancio non in equilibrio. Nel caso i) riscriviamo l'espressione per Y come segue Y= (a + I + G − bG ) dM + (1 − b + df / g ) g (1 − b + df / g ) dM (a + I + G (1 − b)) Y= + g (1 − b + df / g ) (1 − b + df / g ) Ne segue che in questo caso il moltiplicatore della spesa pubblica è pari a ⎞ ∆Y ⎛ 1− b =⎜ <1 ⎟ ∆G ⎝ 1 − b + df / g ⎠ non c'è più alcun effetto espansivo: anzi, per ogni euro di spesa pubblica il reddito aumenta di meno di un euro a causa dell'effetto di spiazzamento. Nel caso ii) invece dobbiamo distinguere il moltiplicatore della spesa pubblica, che è sempre uguale a ⎞ ∆Y ⎛ 1 =⎜ ∆G ⎝ 1 − b + df / g ⎟⎠ dal moltiplicatore delle imposte che è uguale a ⎛ ⎞ b ∆Y = −⎜ ⎟ 1 b df / g ∆T − + ⎝ ⎠ le imposte sono meno efficaci della spesa pubblica perché in valore assoluto il moltiplicatore delle imposte è inferiore a quello della spesa pubblica (b<1).