Semeiotica Radiologica Patologica - Area

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Semeiotica Radiologica Patologica
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SEMEIOTICA RADIOLOGICA
PATOLOGICA (5, 6, 7, 8, 9)
Conoscere la localizzazione precisa di una lesione intratoracica è molto
importante, per evitare di attribuire un’immagine radiografica anomala
all’organo errato, in quanto sovrapposto in quella proiezione specifica.
In questo capitolo verranno trattate brevemente alcune patologie del torace,
seguendo come linea guida la classificazione proposta da P. F. Suter in
“Disease of the thorax: Radiographic Diagnosis” (5).
PARETE TORACICA E DIAFRAMMA
Le lesioni a carico della parete toracica, nelle proiezioni radiografiche, si
sovrappongono alle strutture intratoraciche, mimando affezioni agli organi
sottostanti.
Fig. 5,1, Rx LL Sn-Ds
Cane, Labrador, 7 AA
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Modificazioni della parete
A carico della parete toracica si possono rilevare modificazioni del
comparto osseo (Fig. 5,1) o dei tessuti molli.
Il comparto osseo può essere soggetto a patologie congenite vertebrali
(accorciamento dei corpi vertebrali, emivertebre, scogliosi, cifosi e, più
raramente, lordosi), traumi vertebrali, deformità delle sternebre e della
cartilagine xifoidea (lussazioni), fratture costali e neoplasie.
I tessuti molli possono andare in contro a lacerazioni (con possibili ernie di
lobi polmonari nel sottocute se si lacerano i muscoli intercostali), neoplasie
e processi infiammatori.
Masse extrapleuriche
Per masse extrapleuriche si intendono tutte quelle masse che sono
localizzate nella parete toracica, sulle o coste o nel mediastino. E’
importante differenziare queste da masse intrapleuriche (all’interno dello
spazio pleurico), masse polmonari, masse pericardiche e cardiache
(localizzate comunque nel mediastino) e masse intratracheali.
Lo spazio extrapleurico è uno spazio virtuale localizzato tra la pleura
parietale e la fascia endotoracica, solitamente costituito da connettivo.
Tutte le masse che si localizzano in questo comparto hanno in comune
alcuni segni radiografici, denominati segni extrapleurici:
- margini chiari e ben definiti, convessi verso il polmone;
- margini craniale e caudale affusolati e concavi verso il polmone;
- diametri longitudinale e trasversale solitamente simili, con porzione più
larga adesa alla parete toracica;
- spazio pleurico immodificato;
- frequente lisi delle coste o proliferazioni periostali.
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Posizione del diaframma
Il diaframma può essere dislocato cranialmente o caudalmente; questa
dislocazione può essere monolaterale o bilaterale.
La dislocazione craniale bilaterale è provocata da atelectasia polmonare,
fibrosi, dolore, aderenze pleuriche, obesità, ascite, epatomegalia, ascessi,
dilatazione gastrica e paralisi diaframmatica; la dislocazione caudale è data
da enfisema polmonare, ostruzione delle vie aeree, asma, masse
intratoraciche, versamento pleurico e pneumotorace.
Nel caso di dislocazioni monolaterali, queste sono accompagnate da
un’alterazione dell’angolo costo-diaframmatico ipsilaterale. Le cause
principali sono le medesime delle dislocazioni bilaterali, ma che colpiscono
un solo emitorace; a queste bisogna aggiungere le ernie diaframmatiche e la
formazione di cisti o bolle polmonari.
Ernia diaframmatica
Qualsiasi prolasso di organi addominali in cavità toracica è denominato
ernia diaframmatica; esistono varie tipologie di ernia, a seconda che sia
acquisita o congenita. Per uno studio completo e approfondito di questa
patologia potrebbe non essere sufficiente l’esame radiografico diretto, che
si deve completare con metodiche contrastografiche adeguate (pasto opaco,
celiografia a contrasto positivo).
Le ernie acquisite (o traumatiche, Fig. 5,2) sono suddivise in vere e
false; nelle prime i visceri dislocati in cavità toracica continuano ad essere
avvolti dal peritoneo o dalla pleura (sacco erniario), nelle seconde (o
sventramenti) i visceri sono liberi in cavità. Per le ernie traumatiche esiste
una serie di segni radiografici peculiari, diretti e indiretti. Quelli diretti
sono:
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- interruzione del profilo diaframmatico in una o due proiezioni;
- in proiezione laterale diminuzione dell’angolo lombo-frenico;
- opacità polmonare in uno od entrambi gli emitoraci, con densità
disomogenea, dovuta alla presenza di anse intestinali meteoriche (bolle di
gas con parete sottile), materiale fecale o cibo (aspetto granulare) o
liquidi;
- iperilluminazione del campo polmonare dovuta a meteorismo di anse
intestinali o stomaco erniari;
- dislocazione dorsale dei lobi polmonari o nell’emitorace controlaterale;
- spostamento del diaframma o dislocazione del cuore;
- disproporzione tra dimensione del torace e dell’addome;
- impossibilità di visualizzare il mediastino caudale.
Fig. 5,2, Rx LL Sn-Ds
Gatto, Comune Europeo, 10 MM
I segni indiretti sono:
- diminuzione della dimensione dell’addome con scomparsa delle ombre
relative agli organi;
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- le proiezioni del duodeno craniale, del colon trasverso, dell’antro pilorico
o della bolla gastrica sono dislocate cranialmente e addossate al
diaframma;
- area epatica diminuita;
- nel gatto assenza dell’area corrispondente al legamento falciforme.
Le ernie congenite vengono classificate in base alle componenti
anatomiche che vanno ad accogliere i visceri erniari; pertanto si avranno
ernie iatali (paraesofagea, intramediastinica, da scivolamento, paravenosa,
paraaortica), peritoneo-pericardica (di Sussdorf), pleuro-peritoneale,
pleurica e da assenza completa del diaframma.
Le ernie peritoneo-pericardiche sono diagnosticabili radiologicamente
grazie alla presenza di alcuni segni distintivi:
- aumento della silhouette cardiaca;
- mancato spazio tra l’ombra cardiaca e la cupola diaframmatica;
- disomogeneità della radiopacità cardiaca per la presenza di organi erniari;
- fegato piccolo e dislocazione craniale dell’antro pilorico e del duodeno.
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PLEURE
Lo spazio pleurico e/o le pleure divengono radiologicamente
riconoscibili solo in presenza di riempimento con liquidi, detriti cellulari,
fibrina (versamenti) o gas (pneumotorace), o a seguito di un ispessimento
del foglietto pleurico per depositi di fibrina o di calcio.
Versamenti pleurici
I fluidi nello spazio pleurico possono essere liberi, intrappolati o
incapsulati.
I fluidi liberi si possono muovere all’interno dello spazio virtuale
pleurico, localizzandosi in diverse sedi seguendo la gravità (Fig. 5,3). Se i
fluidi sono in grande quantità è facile visualizzarli con un’indagine
radiografica standard; se invece la quantità di fluido è esigua si può
utilizzare la proiezione latero-laterale con l’animale in stazione
quadrupedale e la direzione del raggio x orizzontale. In questo modo è
possibile evidenziare il livello idroaereo dato dall’accumulo del liquido
nella porzione dipendente del torace. Il risultato di questa indagine dipende
anche dalla viscosità del fluido (sangue, pus, trasudato, essudato o
materiale fibrinoso): più sarà viscoso meno si muoversi liberamente.
I segni radiografici per l’identificazione di liquido pleurico libero sono:
- aumentata opacità del campo polmonare;
- retrazione dei margini lobari dalla parete toracica;
- diminuzione della profondità dei recessi costo-diaframmatici;
- riempimento dell’angolo cardio-frenico, con possibile scomparsa della
silhouette cardiaca;
- visualizzazione delle scissure pleuriche;
- visualizzazione delle retrazioni polmonari ad arco;
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- aumento delle dimensioni del torace;
- aumento fittizio dello spessore diaframmatico;
- variazione della radiopacità polmonare in relazione al posizionamento del
paziente.
Fig. 5,3, Rx LL Sn-Ds
Cane, Siberian Husky, 10 AA
I fluidi incapsulati sono più frequenti nei gatti e sono distinguibili dai
fluidi liberi in quanto non variano la loro localizzazione in relazione alla
variazione di decubito.
I fluidi intrappolati sono differenti da quelli incapsulati in quanto
variano sì localizzazione con la gravità, ma rimangono appunto intrappolati
in un certo settore anatomico (tra due lobi polmonari, tra diaframma e lobo
caudale).
In base all’entità è possibile classificare un versamento in:
- lieve: localizzato con arrotondamento degli angoli costo-fernici;
- medio: opacità toracica diffusa e riconoscimento delle pleure interlobari;
- grave: opacità toracica quasi totale.
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Pneumotorace
Per pneumotorace si intende una raccolta di gas libero all’interno dello
spazio pleurico, i cui segni radiografici possono essere così riassunti:
- aumentata distanza della silhouette cardiaca dallo sterno;
- retrazione dei margini polmonari dalla parete toracica;
- assenza del disegno bronchiale e vascolare esternamente ai lobi collassati,
con la formazione di un alone radiotrasparente tra i foglietti pleurici;
- aumento della densità dei lobi polmonari.
Fig. 5,4, Rx LL Sn-Ds
Gatto, Comune Europeo, 1,5 AA
Lo pneumotorace può essere semplice o iperteso; nell’iperteso la pressione
intratoracica diventa maggiore rispetto a quella atmosferica in quanto l’aria
può entrare ma non uscire (valvola unidirezionale), portando ad un collasso
totale del parenchima polmonare. Quello semplice può essere aperto o
chiuso; nel primo l’aria passa nello spazio pleurico attraverso un’apertura
della parete toracica, mentre nel secondo l’aria ci arriva attraverso una
rottura della pleura viscerale, in seguito al collasso di una bolla polmonare.
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MEDIASTINO
Lo studio radiografico delle patologie mediastiniche è difficoltoso in
quanto buona parte degli organi mediastinici non è apprezzabile in
proiezione laterale e in quelle sagittali sono sovrapposti alla colonna.
Masse mediastiniche
Le masse mediastiniche possono originare da strutture locali (timo e
linfonodi), da organi adiacenti (cuore, polmoni, colonna vertebrale,
esofago, parete toracica) e da manifestazioni locali di patologie
generalizzate (linfoma). Le cause sono molteplici e qui di seguito verranno
elencate le più frequenti.
- emorragie: traumatiche, in seguito alla rottura di grossi vasi, o secondarie
a processi erosivi neoplastici;
- mediastiniti o ascessi: per perforazioni esofagee o tracheali provocate da
corpi estranei vulneranti, o per estensione di linfoadeniti, pleuriti,
polmoniti o ferite profonde del collo;
- edema medistinico: associato a insufficienza cardiaca destra, tumori o
patologie sistemiche aumentanti la permeabilità vasale (discrasie, ecc.)
- masse tumorali: tumori primari (linfosarcomi, timomi, tumori tiroidei,
ecc.) o metastasi ai linfonodi locoregionali;
- linfoadenomegalia o lesioni granulomatosa;
- patologie esofagee.
La presenza di masse mediastiniche porta alla dislocazione della trachea e
ad un aumento della radiopacità nei campi polmonari adiacenti alla lesione,
per fenomeni di sommazione (Fig. 5,5-5,6). Negli animali obesi e nelle
razze brachimorfe bisogna tener conto, nell’iter diagnostico differenziale,
dell’abbondante presenza di tessuto adiposo nello spessore del mediastino.
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Fig. 5,5, Rx DV
Cane, Incrocio, 10 AA
Fig. 5,6, Rx LL Sn-Ds
Cane, Incrocio, 10 AA
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Pneumomediastino e pneumoderma
Una collezione di aria nello spazio mediastinico (pneumomediastino) è
caratterizzata da segni radiografici peculiari:
- radiopacità diminuita in tutto il torace;
- visualizzazione dei margini di molte strutture mediastiniche, comprese
alcune non normalmente visibili (pareti della trachea, esofago, vena cava
craniale, vena azygos);
- area radiotrasparente attorno all’esofago e alla trachea nello spazio
viscerale del collo;
- aria in sede sottocutanea a livello di collo, testa e tronco;
- area radiotrasparente attorno all’aorta discendente nello spazio
retroperitoneale;
- allontanamento della silhouette cardiaca dallo sterno e pneumopericardio.
Fig. 5,7, Rx LL Sn-Ds
Gatto, Comune Europeo, 10 AA
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Non è possibile che da pneumotorace si passi a pneumomediastino, mentre
è attuabile l’ipotesi contraria; tuttavia pneumotorace e pneumomediastino
possono coesistere (5, Fig. 5,7).
Dislocazioni del mediastino (Mediastinal shift)
Nell’animale normale i due emitoraci hanno pressappoco la stessa
estensione. La dislocazione del mediastino è la conseguenza di un
disuguale riempimento delle due metà dei polmoni; questo può essere
dovuto a ostruzioni bronchiali, a un decubito prolungato su un lato, a
risposte enfisematose (enfisema vicariante) o a processi cicatriziali o
aderenziali.
Per identificare una dislocazione del mediastino si osservano gli organi in
esso contenuti: cuore, trachea, arco aortico, vena cava craniale e caudale.
Il diaframma risulta dislocato cranialmente nell’emitorace verso il quale è
avvenuto lo shift mediastinico, mentre è dislocato caudalmente nel
controlaterale, dove è presente il polmone enfisematoso; lo shift
mediastinico è anche associato ad ernie diaframmatiche.
Tumori della base del cuore
I chemodectomi sono i tumori del corpo dell’aorta, che si localizzano
alla base del cuore (arco aortico) e quindi vengono classificati come
patologie mediastiniche in quanto si espandono nella sua compagine.
I segni radiografici diretti sono la deviazione dorsale o laterale della trachea
in assenza di compressione e la presenza di un’area radiopaca alla base del
cuore. I segni indiretti sono versamento toracico, versamento pericardico,
ascite con epatomegalia e metastasi polmonari.
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ESOFAGO
In pazienti sani l’esofago non è visibile mediante esame radiografico
diretto, però corpi estranei radiopachi sono facilmente visualizzabili; nel
caso in cui questi corpi estranei siano radiotrasparenti, ci si basa sui segni
radiografici diretti ed indiretti comuni anche ad altre patologie esofagee,
descritti qui di seguito:
Fig. 5,8, Rx LL Sn-Ds
Cane, Bulldog, 7 MM
Tutte le proiezioni: aumento della radiopacità nei campi polmonari
bronchiali e peribronchiali (polmonite ab-ingestis), pneumomediastino,
mediastiniti, versamento pleurico e pneumotorace (corpi estranei).
Proiezione laterale: distensione esofagea (meteorismo), persistenza di bolle
d’aria nel lume, striscia radiopaca tra trachea e esofago, dislocazione
ventrale della trachea a livello di inlet toracico, dislocazione ventrale del
cuore diminuito di volume e densità anormale (granulare) del contenuto
esofageo dorsalmente al cuore e alla vena cava caudale.
Proiezione sagittale: aumentata radiopacità a livello di lobo craniale sinistro
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o mediastino craniale e diminuita radiopacità del mediastino craniale con
meteorismo esofageo nel terzo distale.
Per lo studio di alcune patologie (megaesofago) si suggerisce l’esecuzione
di un’esofagografia opaca, ricordando cha qualora si sospetti una
perforazione esofagea è necessario utilizzare mezzi di contrasto iodati
idrosolubili.
Fig. 5,9, Rx LL Sn-Ds
Cane, Pastore Tedesco, 5 GG
Il megaesofago può essere parziale (localizzato cranialmente all’arco
aortico, Fig. 5,8) o totale (Fig. 5,9). Nel primo caso, se la stenosi è
provocata dalla persistenza dell’arco aortico di destra, in seguito alla
somministrazione del pasto opaco si otterrà un’immagine a coda di topo (il
mezzo di contrasto riempie la porzione dilatata è si insinua nella stenosi,
seguendo il percorso normale dell’organo).
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TRACHEA
La dislocazione della trachea è dovuta alla presenza di masse
anatomicamente adiacenti (masse estrinseche) che premono sulle sue
pareti; normalmente il lume tracheale non subisce modificazioni, ma se la
massa si trova all’altezza dell’inlet toracico la struttura tracheale resta
compressa tra questa e l’impalcatura ossea del torace, comprimendosi. Una
diminuzione del lume tracheale può anche essere legata a patologie
intrinseche, quali corpi estranei, granulomi, neoplasie, ipoplasia congenita,
stenosi, processi infiammatori e sindrome del collasso tracheale.
Sindrome del collasso tracheale
Esistono due tipologie di collasso tracheale, quello dorso-ventrale e
quello laterale; quest’ultimo è poco frequente e solitamente avviene in
seguito ad interventi chirurgici per risolvere il collasso dorso-ventrale.
Fig. 5,10, Rx LL Sn-Ds
Cane, Shi Tzu, 8 AA
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Il collasso tracheale è un’ostruzione delle vie aeree di tipo dinamico e può
interessare
la
regione
cervicale
caudale
(inlet
toracico,
durante
l’inspirazione, Fig. 5,10), quella intratoracica (biforcazione tracheale,
durante l’espirazione) o la trachea in toto. Pertanto l’esame radiografico
deve essere eseguito sia in inspirazione che in espirazione, per poter così
visualizzare la variazione del lume tra le due fasi respiratorie.
Fig. 5,11, IB
Cane, Chihuahua, 14 AA
L’esame diagnostico più appropriato sarebbe la Fluoroscopia con
Intensificatore
di
Brillanza
(Fig.
5,11),
radiograficamente la trachea in movimento.
in
modo
da
valutare
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PARENCHIMA POLMONARE
La diagnosi radiografica delle patologie polmonari è basata su
determinate caratteristiche, quali: tipo della lesione (solitaria, multipla,
alveolare, bronchiale), estensione della lesione (delimitata, diffusa),
localizzazione (ilare, periilare, apicale), presenza di lesioni negli altri
organi (cuore, parete toracica, fegato).
Pertanto le patologie polmonari possono essere classificate nel modo
seguente:
- Aumentata radiopacità dei campi polmonari
Lesione polmonare solitaria (neoplasie, granulomi, ascessi, infarti,
ematomi, lesioni cavitarie)
Lesioni polmonari focali multiple
Lesioni polmonari disseminate
Pattern
alveolare
(edema,
polmoniti,
granuloma,
carcinoma
bronchiale, emorragia)
Pattern interstiziale (neoplasie, edema interstiziale, polmoniti
interstiziali, fibrosi, emorragia)
Pattern
vascolare
(iperperfusione,
ipoprefusione,
congestione
arteriosa, congestione venosa)
Pattern bronchiale (bronchiti, peribronchiti, bronchiectasie)
Pattern misto
- Aumentata radiotrasparenza dei campi polmonari
Circoscritta (blebs o bolle, cisti, pneumotorace)
Generalizzata (enfisema, iperinsufflazione, ipoperfusione)
Per quanto riguarda la classificazione delle lesioni polmonari
disseminate, l’appartenenza o meno ad un determinato pattern è basata
sulla presenza di determinate caratteristiche, elencate di seguito:
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Pattern alveolare: una parte degli alveoli è occupata da materiale fluido o
cellulare o il loro lume è collassato;
Pattern interstiziale: la quantità di tessuto interstiziale è aumentata, oppure
fluido o materiale cellulare si è accumulato nello spazio interstiziale;
Pattern bronchiale: il lume bronchiale e la sua forma sono alterati a causa
di una proliferazione del tessuto cartilagineo, del collagene o del tessuto
ghiandolare mucoso ad essi associato, con la possibilità di infiltrazione da
parte di fluidi o materiale cellulare;
Pattern vascolare: la quantità di sangue nel comparto arterioso o venoso è
aumentata o diminuita, modificando l’aspetto delle strutture vascolari;
Pattern misto: più componenti precedentemente descritte si verificano nel
medesimo lasso di tempo.
Per la ricerca delle metastasi polmonari, visualizzabili come lesioni di
tipo interstiziale, si consiglia sempre la realizzazione di tre radiogrammi:
due in proiezione laterale con decubito destro e sinistro, e uno in proiezione
sagittale (DV o VD); questo perché con l’esecuzione di tre proiezioni
differenti si ha una possibilità maggiore di individuare la lesione, rispetto
ad uno studio realizzato con solo due proiezioni (11).
Lesione polmonare solitaria
Le lesioni solitarie variano sia per densità che per dimensione; vengono
classificate valutando entrambe le caratteristiche, tenendo presente che
lesioni inferiori ai 5 mm di diametro non sono valutabili radiologicamente.
Lesioni multiple con diametri minimi sono classificate come noduli miliari.
I noduli sono lesioni arrotondate con margini ben definiti e diametro
compreso tra 0,05 e 3 cm, se il diametro aumenta fino ai 6 cm vengono
definite masse (Fig. 5,12-5,13); radiopacità irregolari con margini non ben
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definiti sono nominate consolidazioni o infiltrati, mentre lesioni con centro
radiotrasparente sono lesioni cavitarie.
Fig. 5,12, Rx LL Sn-Ds
Cane, Pastore Maremmano, 9 AA
Fig. 5,13, Rx DV particolare
Cane, Pastore Maremmano, 9 AA
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Pattern alveolare
Un quadro clinico caratterizzato dalla predominanza di pattern alveolare
(Fig. 5,14) consiste nella sostituzione all’interno degli alveoli dell’aria da
parte di fluidi o materiale cellulare, o nel collasso del lume alveolare. Con
l’indagine radiografica non è possibile identificare la natura del fluido che
occupa gli alveoli, ma si nota solo un’aumentata radiopacità di parte dei
campi polmonari. Esistono differenti tipologie di radiopacità ascrivibili ad
un pattern alveolare:
- radiopacità omogenea simil tessuto molle, nel caso in cui nell’area sia
completamente assente la componente aerogena;
- radiopacità intermedia dai margini poco definiti e vaporosi (cotonoso),
distribuita in modo non uniforme per la ritenzione di aria in alcuni alveoli;
- radiopacità nodulare ben definita, dove gruppi di alveoli ripieni di
materiale e dipendenti dallo stesso bronchiolo sono circondati da
radiotrasparenza polmonare normale.
Fig. 5,14, Rx LL Sn-Ds
Cane, Incrocio, 7 AA
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I segni radiografici caratteristici di questo pattern sono:
- area poco demarcata, con densità disomogenea e cotonosa, infiltrante nel
parenchima polmonare sano adiacente;
- confluenza o coalescenza di densità adiacenti;
- distribuzione lobare più o meno marcata, con interessamento di diverse
zone (ilare, media e periferica);
- presenza di broncogramma aereo e alveologramma aereo all’interno delle
aree infiltrate;
- broncogramma aereo irregolare, visibile come un’area ben definita
iperilluminata circondata da aree radiopache;
- densità nodulari ben definite associabili a noduli peribronchiolari o
acinosi;
- localizzazione centrale dell’infiltrato, scemante verso la periferia, senza
variazioni della sua radiotrasparenza;
- insorgenza molto rapida dai primi sintomi.
Le principali patologie che causano l’istaurarsi di un pattern alveolare sono
edema polmonare, polmoniti essudative, infiltranti e broncopolmoniti,
emorragie e contusioni polmonari, lesioni granulomatosa, neoplasie,
polmoniti ab-ingestis, atelectasie e infarti tromboembolici.
Pattern interstiziale
La struttura portante del polmone è costituita dalla parete degli alveoli,
dei bronchioli, dei dotti alveolari e dal tessuto dei setti interlobulari. La
densità interstiziale corrisponde grossolanamente alla densità di un campo
polmonare normale, sul quale si evidenziano strutture vascolari e pareti
bronchiali. Le patologie interstiziali interessano primariamente il tessuto
interstiziale, non intaccando la pervietà delle vie aeree; nel decorso della
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patologie liquidi o cellule possono invadere il lume alveolare o bronchiale.
Le patologie interstiziali riducono il contenuto aereo del tessuto polmonare
diminuendo le dimensioni degli alveoli o comprimendo gli spazi aerei.
E’ possibile identificare due tipologie di pattern interstiziale:
- il primo tipo (Fig. 5,15) consiste in un aumento della densità dei campi
polmonari con modificazioni alla struttura polmonare interstiziale, non
ben individuabile. La radiopacità risultante non è ben strutturata e fa
apparire il polmone più soffuso e meno contrastato. Il cuore e le strutture
vascolari sono ancora identificabili sull’aumentata radiopacità polmonare,
ma appaiono meno definite.
Fig. 5,15, Rx LL Sn-Ds
Cane, Incrocio, 10 AA
- il secondo tipo appare strutturato in forma nodulare (Fig. 5,16), lineare o
reticolare; le strutture visibili sono solitamente il risultato di un aumento o
di una sommazione degli effetti dovuti ad un gran numero di
modificazioni a carico dell’interstizio polmonare. Spesso le singole forme
nodulari vanno ad unirsi dando origine a conglomerati di maggior
dimensione, dai margini irregolari.
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Fig. 5,16, Rx LL Sn-Ds
Cane, Maltese, 12 AA
Le patologie che portano a modificazioni dell’interstizio polmonare sono
congestioni polmonari (edema interstiziale), neoplasie, infarti ed emboli
polmonari, polmoniti interstiziali e fibrosi polmonare. Il broncogramma
aereo non è un segno significativo di pattern interstiziale.
Pattern broncovascolare
Questo pattern include le densità proprie delle pareti bronchiali e del
comparto vascolare del polmone. Quando queste ombre sono separabili ci
si riferisce a radiodensità di origine o bronchiale o vascolare; nel qual caso
non possano essere differenziate il pattern è considerato unico, formato
dalla loro sommazione di effetti. Anche in un polmone normale, nella
porzione periferica del campo polmonare, sono visibili sia le strutture
vascolari (ombre lineari o punti radiopachi, a seconda della proiezione) sia
quelle bronchiali (immagini a binario o ciambella).
Il pattern bronchiale (Fig. 5,17) propriamente definito è visualizzabile
come immagini a binario in sezione longitudinale e a ciambella in sezione
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trasversale della parete bronchiale, dovute ad un suo ispessimento o a
calcificazioni parietali, nella zona periilare e intermedia del polmone. Le
cause di ispessimento sono l’età, edema, processi infiammatori, neoplasie e
iperplasie delle ghiandole mucosali.
Fig. 5,17, Rx LL Ds-Sn
Cane, Bovaro del Bernese, 2 AA
Fig. 5,18, Rx LL Sn-Ds
Cane, Pastore Tedesco, 6 AA
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Il pattern vascolare (Fig. 5,18) è causato dall’ispessimento dell’avventizia
e del connettivo vasale o dal passaggio di liquidi nel connettivo
perivascolare, causato da patologie modificanti il flusso sanguigno.
Nell’immagine radiografica è riconoscibile sottoforma di linee radiopache
(normalmente le arterie sono più radiopache delle vene, ma di minor
spessore) parallele ai bronchi o punti radiopachi se visualizzati in sezione
trasversale. Le cause scatenanti sono iperperfusione (edema), ipoperfusione
(stasi), processi infiammatori della parete e tromboembolismo polmonare.
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CUORE E VASI
Tutte le patologie a carico del cuore provocano una modificazione della
silhouette cardiaca (localizzata o generalizzata in rapporto allo spazio
occupato nel torace) o del profilo dei grossi vasi.
Cardiomegalia
E’ il segno più importante di patologie cardiache acquisite. Bisogna
differenziarla dai versamenti pericardici e dalle ernie peritoneopericardiche, che comportano un aumento della silhouette cardiaca.
Fig. 5,19, Rx LL Sn-Ds
Cane, Incrocio, 15 AA
Un aspetto globulare in tutte le proiezioni è il segno radiografico principale
di versamento pericardico, mentre asimmetrie o dilatazioni localizzate
dell’ombra cardiaca sono riferibili a cardiomegalia generalizzata (Fig. 5,19)
o localizzata. Ad una dilatazione del comparto atriale sinistro del cuore si
associa quasi sempre la dislocazione dorsale della trachea.
Semeiotica Radiologica Patologica
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Patologie extracardiache
I
segni
radiografici
extracardiaci
permettono
di
differenziare
l’insufficienza cardiaca compensata da quella scompensata; le tre cause
principali
di
patologie
cardiache
sono
insufficienze
valvolari,
cardiomiopatie e patologie della conduzione. La vascolarizzazione del
campo polmonare è di grande importanza nella diagnosi delle patologie
cardiache, in quanto nell’ipertensione polmonare (cor pulmonale) si nota
un ispessimento delle arterie polmonari nella zona centrale del polmone
che vanno assottigliandosi verso la periferia. Altri segni sono l’edema
polmonare cardiogeno, versamenti pericardici, versamenti pleurici,
epatomegalia e ascite.
Insufficienza cardiaca
L’insufficienza cardiaca sinistra porta ad una distensione delle strutture
venose, con un aumento di densità del parenchima polmonare e scomparsa
del disegno vascolare. L’insufficienza cardiaca destra invece mostra
versamento pleurico, epatomegalia, congestione addominale, ascite e
distensione della vena cava caudale, ben apprezzabile in proiezione laterale
e DV (14).
Semeiotica Radiologica Patologica
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