Liberamente ispirato a: Il piccolo principe
Se, con il vostro aereo in panne nel deserto del Sahara,
vi si avvicinasse uno strano ometto giunto da una stella
e vi chiedesse di disegnargli una pecora?
Gli mostrereste il vostro disegno numero uno e....
…forse troppo semplice per essere capito a fondo
Spettacolo teatrale
dei ragazzi di II media
dell’Oratorio san Pio V
Milano
2003–2004
Il piccolo principe 014.doc
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Personaggi ed interpreti
R1 Iniziale
Silvia Cremona
Petalo 4
R2 Iniziale
Eleonora Grasso
Petalo 5
R3 Iniziale
Chiara Maifrini
Petalo 6
R1 Asteroide
Elena Zuccatelli
Fiore cactus
Sara Cianciotta
R2 Asteroide
Sara Cianciotta
Voce Fuori campo
Antonio Laus
R3 Asteroide
Andrea Crisafulli
Re
Natalia Rogari
R1 Rosa
Andrea Valente
Rose (1-6) 1
Marilisa Bordonaro
R2 Rosa
Alessandro di Stefano
Rose (1-6) 2
R3 Rosa
Daniele Fregoni
Rose (1-6)
R4 Rosa
Alessio Conte
Rose (1-6)
R1 Finale
Zuccatelli Elena
Rose (1-6)
R2 Finale
Andrea Canfora
Rose (1-6)
R3 Finale
Daniele Fregoni
Controllore
Giulia Zanetti
Piccolo Principe 1 Pilota sc3 Ilaria Ferrari
Mercante
Angelo Di Fonzo
Piccolo Principe 2 Rosa sc4
Giulia Bassani
Sole
Giovanni Lugaresi
Piccolo Principe 3 Viaggio
Federico Rossini
Luna
Marilisa Bordonaro
Piccolo Principe 4 Ser Eco
Athena Skoufas
Vanitoso
Chiara Maifrini
Piccolo Principe 5 Volpe
Federica Lambicchi
Ubriacone
Michele Antonelli
Piccolo Principe 6 Epilogo
Silvia Cafiero
Uomo d’affari
Aldo Vigliaturo
Pilota
Giorgio Conte
Lampionaio
Antonio Laus
Fiore rosa
Marta Baccalaro
Geografo
Andrea Crisafulli
Voce della rosa
Martina Costa
Serpente
Fabio Poggi
Volpe
Laura Pipari
Petalo 1
Petalo 2
Petalo 3
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Materiali di scena
Spada
Calcolatrice a manovella
Trono
Tavolino tipo fratino
Carburatore
Sedia tipo antica
Cacciavite
Secchio
Borraccia
Carrucola
Pistola a tamburo per colpi a salve
Corda
Annaffiatoio
Pozzo
Chiave inglese
Spalliera delle rose
Sedia tipo bettola
Profilo del biplano
Tavolino per l’ubriacone con le bottiglie incollate
(piene e vuote)
Lampione
Tavolo tipo scrivania
Sedia ufficio
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Costumi
Piccolo principe
a Mantello (1)
a Tuta panno bianco (6)
a Cintura di tessuto rosso Fusciacca (6)
a Sciarpa dorata (1)
a Scarpe da ginnastica (meglio stivaletti neri) (6)
Pilota
a Copricapo tipico
a Occhialoni da saldatore
a Tuta da pilota
a Anfibi militari
a Camicia
a Una fondina da revolver a tamburo per colpi a salve
R1, R2, R3… tutti
a Camicia bianca da uomo grande
a Calzamaglia nera
a Maschera di biacca
Fiore e Petali
a Petali (8)
a Petali bianchi
a Maglietta Tshirt bianca
a Collant colorata marrone (sulle braccia)
a Mega gonnellone elastico
a Gonna ampia gialla o appariscente
Re/Regina
Vanitoso
Strano cappello per il vanitoso (feltro)
Serpente
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Suoni e musiche
Rumore del vento
Treno che passa da destra a sinistra
Treno che passa da sinistra a destra
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SOMMARIO
SCENA UNO ........................LA PRESENTAZIONE ................................................................................................. 7
ATTO PRIMO......................8
SCENA DUE.........................IL PILOTA SCRITTORE ............................................................................................. 8
SCENA TRE.........................IL PICCOLO PRINCIPE .............................................................................................. 8
ATTO SECONDO ...............13
SCENA QUATTRO.............IL FIORE ........................................................................................................................ 13
SCENA CINQUE .................IL RE................................................................................................................................ 15
SCENA SEI IL VANITOSO .......................................................................................................................................... 16
SCENA SETTE ....................L’UBRIACONE.............................................................................................................. 17
SCENA OTTO......................L’UOMO D’AFFARI ..................................................................................................... 17
SCENA NOVE IL LAMPIONAIO ................................................................................................................................ 19
SCENA DIECI IL GEOGRAFO.................................................................................................................................... 20
ATTO TERZO .....................22
SCENA UNDICI ..................IL SERPENTE, L’ECO, IL GIARDINO DI ROSE.................................................... 22
SCENA DODICI ..................LA VOLPE, IL CONTROLLORE, IL MERCANTE ................................................ 23
ATTO QUARTO..................27
SCENA TREDICI ................IL PILOTA, IL PICCOLO PRINCIPE, IL POZZO .................................................. 27
SCENA QUATTORDICI....EPILOGO........................................................................................................................ 30
il teatro si esprime attraverso molteplici linguaggi: la parola, la forma, il gesto, la danza, la musica.
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Scena Uno
a
La presentazione
Gli spettatori entrando nella sala troveranno il sipario chiuso. Si spengono le luci di sala. Buio. Si accendono le luci
del fronte palco. Tre ragazzi in camicia bianca e calzamaglia con una maschera (tipo veneziano, libera la bocca)
sono pronti. Esce sul fronte palco un ragazzo chiamando gli altri: il gesto è quello di un mimo che li tira in scena con
una corda. Giunti al centro:
R1:
Signore…
R2:
Signori…
R3:
buona sera.
R2:
In questo preciso istante è cominciata una fiaba, e ci crediate o no, io ne faccio parte
R1:
io ne faccio parte
R3:
io ne faccio parte
R1 2 3:
tanto quanto voi,
R2:
Sì proprio voi che ci guardate dalle vostre sedie; convinti di essere soltanto spettatori!
R1:
Ebbene, non dimenticate questo:
R1 2 3:
noi vi stiamo osservando (…) e voi siete attori in piena funzione.
R1:
Ecco, quello che dovevo dire, l’ho detto.
R2:
Non mi rimane che augurarvi
R3:
un buon divertimento.
a
Sipario apre. Si pongono faccia al pubblico nel gesto di tirarli nella scena fanno questo gesto 3 volte come tirando
una corda che porta a riva una barca, fino alla completa apertura del sipario. Alla 3 volta cadono rumorosamente
all’indietro. Si spengono le luci e si accende la scena. Loro osservano la scena rialzandosi e si dileguano: R1 a
destra, R2 a sinistra, R3 sul fondo a sinistra.
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Atto Primo
Scena Due
a
Il Pilota scrittore
La scena rappresenta il deserto all’imbrunire; dominante luce (1) rosa (2) rosso (3) blu (4) poi cielo trapuntato di
stelle (luce wood), sullo sfondo si vede la sagoma profilo di un aereo a terra: un biplano tipo prima guerra; di spalle
un attore vestito da pilota (pantaloni, camicia e anfibi militari, giubbino e occhiali da pilota appesi al collo) armeggia
dietro al motore con rumori piccoli di attrezzi. Si gira e si rivolge al pubblico. Ha un baffo di grasso sulla faccia e le
mani sporche. Si strofina le mani con uno straccio
Pilota:
(1) Salve. (facendo segno all’aereo alle spalle) Si è rotto! (rifacendo il gesto) Mi chiamo Antoine e di
professione faccio il pilota… e, qualche volta, anche lo scrittore. (Retorico) Cosa ci faccio
in questo deserto del Sahara? Mi piace molto volare! Mi dà una bellissima sensazione di
libertà. Nella mia vita ho conosciuto tanta gente, ma ho avuto pochi amici: non vado
molto d’accordo con gli adulti! Mi spiego: ho incontrato molte persone importanti nella
mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi, li ho conosciuti intimamente, li ho
osservati proprio da vicino. Ma l'opinione che ho di loro… non è mai molto migliorata.
(…)
(2) Invece,
mi piace molto parlare con i bambini; i bambini guardano il mondo proprio
come me: (sorridendo ironico) non sarà che, in fondo, sono rimasto un po’ bambino anch’io?!
Comunque sia, proprio a voi bambini voglio raccontare una storia che non ho mai
raccontato a nessuno; (…) voi, certamente, mi comprenderete. I bambini comprendo
sempre le cose che i grandi non sanno più immaginare.
(3) (Torna di spalle al suo motore. Pausa. Salto temporale. Con voce forte un po’ stizzita) Si è rotto! Questo
motore si è rotto. Stavo volando sopra questo deserto, e ha cominciato a perdere colpi.
Meno male che nel deserto non ci sono ostacoli, così ho potuto atterrare senza danno. (…)
Meno male che nel deserto non c’è assolutamente nessuno: avrei potuto ammazzare
qualcuno se fossi atterrato in una città. (Ripensandoci rivolto al pubblico) Già però ora sono solo:
senza passeggero e senza meccanico. (…ritornando al lavoro) perciò, se voglio ripartire, devo
cercare di riparare il guasto.
(4) (Tra sé) Dev’essere proprio il carburatore. (rallentando sconcertato) Ma ormai è notte, non ci
vedo quasi più (getta lo straccio) e sono anche molto stanco. (prende un fazzoletto e si pulisce
genericamente la faccia) Forse farei meglio a riposarmi un po’. Domani all’alba mi rimetterò
alacremente al lavoro e senza dubbio (sistemando una coperta da mettere sulla sabbia e sdraiandosi)
le mie doti di meccanico, aviatore, scrittore… (pausa) speriamo bene perché qui la
faccenda è seria, è una questione di vita o di morte, ho acqua da bere solo per una
settimana… in questo deserto c’è il rischio di morire. (si addormenta tirandosi un lembo della
coperta addosso)
a
sale appena la musica fatta di suoni vaghi, soffio del vento, ma flebile come il sonno. Buio. Solo le stelle.
Scena Tre
a
Il Piccolo Principe
Il pilota è addormentato sulla sabbia. La luce gialla dell’alba aumenta lentamente e la musica svanisce. Il piccolo
principe – costume: una tuta verde ed una sciarpa dorata e un grande mantello blu elettrico, una cintura di tessuto
rosso e infilata una spada – si avvicina e parla.
Piccolo Principe
Mi disegni una pecora?
Pilota
(tirandosi a sedere sorpreso e stropicciandosi gli occhi)
Piccolo Principe
Per favore, disegnami una pecora.
Pilota
Una pecora? Ma io non so disegnare! (al pubblico) Per la verità, da bambino ci avevo
provato, ma i grandi trovarono che il mio disegno di un boa che mangia un elefante
somigliasse ad un cappello! (probabile risata del pubblico, attendere) Ma non era un cappello, era
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Cosa?
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un boa che digeriva un elefante!!! Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. Così
perché vedessero chiaramente che cos'era, disegnai l'interno del boa. Il mio disegno
numero due non era male, ma questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di
fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all'aritmetica e alla
grammatica. Mi scoraggiai presto e rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia
gloriosa carriera di pittore. Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno
numero due mi aveva avvilito. I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si
stancano a spiegargli tutto ogni volta. Così, mi scoraggiai e lasciai perdere.
Piccolo Principe
a
Non importa, disegnami una pecora.
Il pilota prende dalla tasca matita e foglio e disegna la pecora. La consegna al piccolo principe
Piccolo Principe
a
(richiamandolo all’attenzione lo interrompe)
Questa pecora sembra malaticcia. Disegnane un’altra. (butta via il disegno)
Il pilota rifà il disegno
Piccolo Principe
(benevolmente)
Lo puoi vedere da te che questa non è una pecora. E un ariete. Ha le corna.
(butta via il disegno Il pilota ci riprova).
Piccolo Principe
a
Questa pecora è vecchia. Disegnane una che possa vivere a lungo. (butta via il disegno)
Il pilota disegna una scatola, mostra al pubblico il disegno di un cubo
Pilota
Questa è soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro: questa è una pecora
chiusa nella sua cassetta.
Piccolo Principe
E’ proprio quello che volevo… Questa pecora è tanto piccola! Tu pensi
che avrà bisogno di molta erba? (il pilota lo guarda perplesso come per dire “non so”. PP si spiega) Sai,
dove vivo io tutto è molto piccolo!
Pilota
Vedrai che ci sarà abbastanza erba per lei: è molto piccola la pecora che ti ho data!
Piccolo Principe
(Osservando amorevolmente il suo disegno)
(ridendo soddisfatto)
Non così piccola che… oh, guarda! …si è messa a
dormire...
Pilota
a
(Alzandosi e sistemando la coperta)
Ma tu dove vivi?
Il bambino fa finta di non sentire. Il pilota si gira attendendo una risposta e torna a ripiegare la coperta. Il bambino
guarda l’aereo e chiede
Piccolo Principe
Cos’è quella cosa?
Pilota
Non è una cosa: vola. È un aeroplano. È il mio aeroplano.
Piccolo Principe
(Gridando sorpreso) Vola?
caduto dal cielo!?
Pilota
(modestamente)
Piccolo Principe
Ah! Questa è buffa (il piccolo principe scoppia in una bella risata)
Pilota
(irritato)
Piccolo Principe
Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?
Pilota
(insospettito ribaltando la domanda)
a
(Gridando di gioia)
Come? Sei caduto dal cielo! Allora anche tu sei
Sì.
Vorrei che le mie disgrazie fossero prese sul serio.
Tu vieni dunque da un altro pianeta?
Il PP non risponde. Il pilota prende il carburatore in mano e con un cacciavite tenta di smontarlo. Il piccolo principe
fa sempre finta di non sentire e cambia discorso, guarda di nuovo il suo disegno
Piccolo Principe
Certo che su quel coso non puoi venire da molto lontano...
Pilota
Da dove vieni, ometto? Dov'è la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?
a
PP si sposta verso il pubblico e si siede ignaro del pilota meditando sul suo disegno
Piccolo Principe
Quello che c'è di buono, è che la cassetta che mi hai dato, le servirà da casa per la notte.
Pilota
Se vuoi, ti disegnerò una corda per legare la pecora durante il giorno, e anche un
paletto… così non potrà andare in giro e perdersi.
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Piccolo Principe
Legarla? Che buffa idea!
Pilota
(Paternalista)
Piccolo Principe
(ridendo)
Pilota
Dappertutto. Dritto davanti a se...
Piccolo Principe
Non importa, è talmente piccolo da me! (malinconico) Dritto davanti a sé non si può andare
molto lontano
a
Ma dove vuoi che vada!
PP si reimmerge nei suoi pensieri. Il Pilota con il carburatore in mano si avvicina al pubblico e armeggiando si
rivolge al pubblico
Pilota:
a
Ma se non la leghi andrà in giro e si perderà...
ho scoperto, da alcune riflessioni, da alcune frasi dette per caso, che il mio piccolo amico,
che chiamerò Piccolo Principe, viene da un piccolo asteroide chiamato B612, (scandendo)
B612, scoperto da un astronomo turco. L’astronomo aveva fatto allora una grande
dimostrazione della sua scoperta al Congresso Internazionale d'Astronomia. Ma vestito da
turco com'era,… nessuno lo aveva preso sul serio! I grandi sono fatti così.
Entrano in scena i tre ragazzi – che potrebbero non essere quelli di prima – ma vestiti come prima. E girano
liberamente per la scena mentre il pp sempre intento ad accarezzare i suoi pensieri e l’aviatore al suo motore
R1:
Vi colpisce il nome B612?
R2:
è perché i grandi amano le cifre.
R3:
Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali.
R1:
Non si domandano mai: «Qual è il tono della sua voce?
R3:
Quali sono i suoi giochi preferiti?
R2:
Fa collezione di farfalle?»
R3:
Ma vi domandano: «Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo
padre?»
R2:
Allora soltanto credono di conoscerlo.
R1:
Se voi ai grandi dite: (mimando ogni particolare in modo sognante) «Ho visto una bella casa in
mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto», loro non arrivano a
immaginarsela.
R2:
Bisogna dire: «Ho visto una casa da centomila Euro»,
R3:
e allora esclamano:
R1 2 3
«Com'è bella ».
Pilota:
La prova che il piccolo principe è esistito, sta nel fatto che
era bellissimo, che rideva molto e che voleva una pecora.
R1:
Quando uno vuole una pecora è la prova che esiste!
R3:
(a R1) Ma loro – i grandi – alzeranno le spalle, e vi tratteranno
come un bambino!
R2:
(a R1 e R3 prendendoli per le spalle) Ma se voi invece gli dite: (solenne) «Il pianeta da dove
veniva è l'asteroide B612» allora ne sono subito convinti e vi lasciano in pace con le loro
inutili domande.
R3:
(avanzando deciso verso il pubblico)
R1:
I bambini… devono essere indulgenti coi grandi.
Pilota
Ma su quell’asteroide poco più grande di una casa il PP vi abitava da solo. Ciò che è
strano… dovete pensare… che ci troviamo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata,
eppure il mio ometto non sembra smarrito in mezzo alle sabbie, né tramortito per la
fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura. Niente di lui mi dà l'impressione di un
(dal fondo di spalle con voce forte)
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(accarezzando R1 sulla testa)
Sono fatti così. Non c'è da prendersela.
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bambino sperduto nel deserto. (…) Il mio amico non mi dà mai spiegazioni. Forse credeva
che fossi come lui. Io, sfortunatamente, però non sapevo vedere le pecore attraverso le
casse. Può darsi che io sia un po' anche come i grandi… uhmm devo essere invecchiato.
(…) Però pretendeva sempre una risposta alle sue domande. Ogni giorno imparavo qualche
cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio. Andava e veniva da sé, per qualche
riflessione. Fu così che al terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Piccolo Principe
E' proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?
Pilota
Sì, è vero.
Piccolo Principe
Ah! Sono contento
Pilota
Perché sei preoccupato che le pecore mangino gli arbusti?
Piccolo Principe
Allora, mangiano anche i baobab?
Pilota
I baobab non sono arbusti, sono alberi enormi.
Piccolo Principe
Sì, ma prima di diventare grandi sono piccoli.
Pilota
E’ vero. Ma perché vuoi che la pecora mangi i baobab?
Piccolo Principe
Si capisce! Sul mio pianeta ci sono semi di piante buone, e semi di piante cattive. Tutti gli
arbusti, appena spuntati, sembrano inoffensivi. Ma appena cominciano a crescere bisogna
fare attenzione: se sono piantine innocue, si possono lasciare crescere, se si tratta di un
ramoscello di ravanello o di rosaio, si può lasciarlo spuntare come vuole; ma se sono
piante cattive, come i baobab, bisogna strappare subito i germogli, altrimenti, crescendo,
possono far esplodere il pianeta. E’ un lavoro da fare con cura, ogni mattina, senza
rimandare a dopo, perché potrebbe essere troppo tardi. E’ una cosa di quelle che, se
trascurata, può provocare un disastro. Dillo anche ai bambini del tuo pianeta! (ma il pilota
rimessosi a lavorare pare non ascoltare). Su diglielo, diglielo, diglielo.
Pilota
(imbarazzato si gira verso il pubblico)
Piccolo Principe
(poco dopo riprendendo triste)
a
Bambini! Fate attenzione ai baobab!
devono conoscere il pericolo dei baobab.
disegno per farglielo capire bene.
fai un bel
Il pilota disegna i baobab e li mostra al PP
Pilota
Devi riconoscere che questo disegno mi è venuto proprio bene!
Piccolo Principe
Senti, andiamo a vedere un tramonto? Mi piacciono tanto i tramonti!
Pilota
Ma bisogna aspettare che il sole tramonti!
a
(entusiasta)
Si posizionano verso il fondo un ragazzo vestito da sole ed una ragazza vestita da luna. Vengono illuminati a
seconda della battuta prima di giallo sul sole e poi di blu sulla luna. Il resto della scena in penombra
Sole
Infatti. Quando negli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta
sulla Francia.
Luna
Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto.
Sole
Sfortunatamente la Francia è troppo lontana.
Luna
Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo per vedere un
bel tramonto
a
scompaiono
Piccolo Principe
Eh, già! Mi credo sempre a casa mia! Là mi bastava spostare la sedia per vedere quanti
tramonti volevo. Sai, un giorno ho visto il sole tramontare 43 volte. Quando si è tristi si
amano molto i tramonti.
Pilota
E quel giorno eri molto triste?
a
Il PP non risponde e cambia ancora discorso. Il Pilota armeggia stizzito attorno al motore e lo si vede fare grossi
sforzi con una chiave inglese
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Piccolo Principe
Senti un po’, ma le pecore, se mangiano gli arbusti, mangiano anche i fiori?
Pilota
(parlando nello sforzo)
Piccolo Principe
Anche i fiori con le spine?
Pilota
(parlando nello sforzo) Anche.
Piccolo Principe
E allora le spine a cosa servono?
Pilota
(Tra sé con voce alta)
Le pecore mangiano tutto quello che trovano.
Se questo bullone resiste ancora, lo farò saltare con un colpo di
martello…
Piccolo Principe
(ripetendo con voce perentoria)
Pilota
(in ultimo sforzo) A nulla. (stringendo forte le mani attorno all’attrezzo, quasi urlando soffocato) Sono una
pura cattiveria dei fiori.
Piccolo Principe
(arrabbiandosi e quasi piangendo)
E allora le spine a cosa servono?
Non ti credo! I fiori sono deboli e indifesi, si rassicurano
come possono.
Hai ragione, ho risposto così, tanto per dire, perché sono occupato in cose
serie; vedi, cerco di riparare il mio motore.
Pilota
(ravvedendosi)
Piccolo Principe
Cose serie? Parli proprio come i grandi. Tu confondi tutto... tu mescoli tutto! Come il Sig.
Chermisi, che non ha mai guardato un fiore o ammirato una stella, non ha mai voluto
bene a nessuno, non fa altro che addizioni, e dice di essere un uomo serio; invece è solo
un fungo!
Pilota
Che cosa? Un fungo?
a
Nella prossima battuta, mentre il piccolo principe parla con tono sempre più drammatico le luci rosse aumentano
fino a prendere il sopravvento su tutto e al culmine della frase: buio
Piccolo Principe
Sì, un fungo! Da migliaia di anni i fiori fabbricano le spine. Da migliaia di anni le pecore
mangiano tuttavia i fiori. E non è una cosa seria cercare di capire perché i fiori si danno
tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente? Non è importante la
guerra fra le pecore e i fiori? Non è più serio e più importante delle addizioni di un grosso
signore rosso? E se io conosco un fiore, un fiore unico al mondo, che non esiste da
nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora può distruggere di
colpo, così un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non è importante questo! Io
amo quel fiore, e sono felice quando lo guardo. Ma se la pecora lo mangiasse, sarebbe
come se le stelle si spegnessero. Non è importante, questo? (Buio)
a
Il PP si mette piangere. Il pilota si rende conto, abbandona i suoi attrezzi, e corre; lo abbraccia per consolarlo. Nella
battuta della voce fuori campo escono sul fronte palco e si siedono di lato. Il PP in braccio o accanto al Pilota.
a
Nel buio viene tolta la sagoma dell’aeroplano.
Voce fuori campo: Si era stesa la tenebra. Era caduta la notte. Su di un piccolo pianeta, dentro un piccolo
cuore, un piccolo fiore era in pericolo. Avevo abbandonato i miei utensili. Me ne
infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte. Su di una stella, un
pianeta, il mio, la Terra, c'era un piccolo principe da consolare!
Lentamente la luce ritorna ma solo su loro due il resto della scena resta buia. Lentamente il sipario chiude. Il Pilota abbraccia il PP
come a proteggerlo. Loro sono fuori nel frontepalco.
Pilota
(dolcemente) Stai tranquillo, il fiore che tu ami non è in più pericolo. Disegnerò una
museruola per la tua pecora... e una corazza per il tuo fiore... Io... Ti prego non
piangere… Il paese delle lacrime è così misterioso!
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Atto Secondo
Scena Quattro Il fiore
a
Sipario. Dal fondo entra il fiore. Il fiore è composta da Marta al centro e 6 ragazzi petalo che la circondano dandosi
le spalle. Sono vestiti in un tubo di maglia verde. Le braccia nude. Alle mani dei guanti il lana marrone. Un enorme
petalo bianco sulla schiena, a forma di goccia, tipo i petali della margherita: stando in piedi e circondando Marta la
coprono. Giunti al centro del palco si inginocchiano restando eretti e protesi all’indietro gli uni verso gli altri a coprire
Marta
Piccolo Principe
(smettendo di piangere e asciugandosi gli occhi) Sai, è un fiore speciale.
(Cresce una luce violacea sul fondo – siamo sull’asteroide B612 – e una rossa sul fiore. Se possibile anche
trapuntare il cielo di stelle)
E’ nato da un seme venuto chissà da dove. Ci ha messo un bel po’ di tempo a sbocciare,
ma quando, una mattina, allo spuntar del sole, ha spalancato la sua corolla.
(I ragazzi petalo lentamente si chinano avanti fino a mettere le mani vicino alle ginocchia rivelando il centro)
Sono rimasto stupito dalla sua bellezza. Ma poi mi ha deluso, e l’ho abbandonato.
a
Il pilota si sposta a lato e resta a guardare la scena. Il PP si avvicina curioso al fiore. Ogni volta che il fiore parla, i
petali si muovono: i ragazzi cioè ritornano quasi in posizione eretta per un istante restando però sempre in
ginocchio. La voce del fiore può essere unica da fuori campo o da sotto il fiore o si può dar voce a ciascun petalo
Fiore
Buongiorno! Ah! mi sveglio ora. Ti chiedo scusa... sono ancora tutto spettinato...
Piccolo Principe
Come sei bello!
Fiore
Vero! e sono nato insieme al sole... Credo che sia l'ora del caffè e latte: vorresti pensare a
me?
a
Il PP confuso va a prendere un innaffiatoio e innaffia il fiore. I ragazzi in ginocchio e chinati avanti, allungano le mani
mostrando le spine e muovendole in modo minaccioso
Piccolo Principe
A che ti servono quelle spine?
Fiore
Possono venire le tigri, con i loro artigli!
Piccolo Principe
Non ci sono tigri sul mio pianeta e poi le tigri non mangiano l'erba
Fiore
(baldanzoso)
Piccolo Principe
Scusami.
Fiore
Io non ho paura delle tigri, ma ho orrore delle correnti d’aria. Non avresti un paravento?
Piccolo Principe
Orrore delle correnti d’aria? E’ un po' grave per una pianta.
complicato questo fiore...
Fiore
(perentorio e altezzoso) Già! alla sera mi metterai al riparo sotto una campana di vetro. Fa
molto freddo qui da te... Non è una sistemazione che mi soddisfi. Da dove vengo io...
Piccolo Principe
Ma come fai a sapere da dove vieni, se sei arrivato qui che eri solo un seme? (verso il
pubblico ironico) Non può conoscere nulla degli altri mondi, è arrivato qui che era solo un
seme!
Fiore
(Il fiore, imbarazzato, tossisce)
Piccolo Principe
(sempre verso il pubblico) E
Io non sono un’erba, sono un fiore.
(verso il pubblico)
È molto
Ehm ehm
tossisce adesso… fa finta… crede che non sappia che ha detto una
bugia così ingenua…
Fiore
Piccolo Principe
(pretenzioso)
E allora, questo paravento? (tossisce ancora più forte mostrando che si sta ammalando)
Stavo andando a prenderlo, ma tu mi parlavi… (PP fa un gesto verso il pubblico per cercare
Senti, caro mio, hai troppe pretese! Sei
bello, ma sei bugiardo, esigente e prepotente. Mi hai proprio deluso. Me ne vado! Addio!
consenso. Il fiore tossisce ancora. Continuando irritato pp)
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a
La corolla si chiude. Entrano i tre ragazzi R1 R2 R3 e ruotano intorno a pp come la voce della sua saggezza che pp
non ascolta
R1
Non dovresti ascoltarlo
R2
non bisogna mai ascoltare i fiori.
R3
basta guardarli e respirarli.
R2
Il tuo fiore, profuma il tuo pianeta, ma non sai rallegrartene.
R3
non sai rallegrartene
R1
Quella storia degli artigli, ti ha messo paura
R2
invece avrebbe dovuto intenerirti
R3
Non sai capire ancora niente!
R2
Dovresti giudicarlo dagli atti, non dalle parole.
R1
Ti profuma e ti illumina. Non andartene via!
R3
Non andartene via!
R2
Indovina la sua tenerezza dietro le sue piccole astuzie…
R3
…ma i fiori sono cosi contraddittori!
a
Entra in scena R4
R1
(deciso)
R2
(lentamente)
Sei troppo giovane per saperlo amare
R3
(sottilmente)
Sei troppo giovane per saperlo amare
a
R1, 2 e 3 si mettono all’ascolto di R4
R4
a
Sei troppo giovane per saperlo amare
Ma il Piccolo Principe, non seguirà il vostro suggerimento. È troppo offeso dalla sua
rosa! (pausa) e possiamo ben capirlo: con tutto quello che ha fatto: l’ha curata, è stato
attento che non prendesse freddo, la guarda come un bene prezioso e si prendeva cura di
lei… ma lei era così superba, così ingrata… è difficile imparare ad amarla!
Il PP fa per andare a prendere la campana di vetro e quindi tornare dal fiore ma resta bloccato dalle sue parole
Fiore
Addio (tossisce ancora di imbarazzo. Lentamente) Scusami, sono stato uno
sciocco fiore. Ma sì, ti voglio bene e tu non l'hai capito per colpa mia. (…) Questo non ha
importanza, (…) ma sei stato sciocco quanto me. Cerca almeno di essere felice… e lascia
perdere quella campana di vetro, non la voglio più.
Piccolo Principe
Ma, il vento?
Fiore
(con sufficienza)
(Apre tutta la corolla)
Non sono poi così raffreddato. L'aria fresca della notte mi farà bene. Sono
un fiore, no?
Piccolo Principe
Ma le bestie?
Fiore
(superiore) Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, dicono che
siano così belle. Se no chi verrà a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non
ho paura. Ho i miei artigli. (La corolla si chiude e i ragazzi agitando le braccia nude con le mani nei
guanti mimano le spine) Non indugiare così, é irritante. Hai deciso di partire e allora vattene!
(E si chiude, mentre il PP si allontana)
a
Buio. Il Fiore esce di scena a sinistra nel buio e il pp torna tra le braccia del pilota. Quando pronti si accende il
seguipersona su di loro.
Piccolo Principe
Così, dopo aver ripulito per l’ultima volta il mio pianeta, estirpato tutti i germogli di
baobab, pulito bene il camino di tutti i miei vulcani per evitare le eruzioni – ho pulito
anche il camino del vulcano spento che non si sa mai – approfittando di uno stormo di
uccelli selvatici che migrava, sono partito verso la regione degli asteroidi. Ora ti
racconterò il mio viaggio. Il primo pianeta che visitai era abitato da un re.
Il piccolo principe 014.doc
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Scena Cinque Il re
a
Entra il trono (molto semplice e nello stesso tempo maestoso) da sinistra e il re da destra (vestito di porpora e
d'ermellino). Un R porta un piccolo cerchio che rappresenta l’asteroide con il numero 325. Giunti al centro si
compone la scena. Il re seduto sul trono con fare maestoso, ai suoi piedi l’asteroide col numero
Re
Ah! ecco un suddito
Piccolo Principe
Come può riconoscermi se non mi ha mai visto?
Re
Avvicinati che ti veda meglio (PP è tanto stanco e sbadiglia) È contro all'etichetta sbadigliare
alla presenza di un re; te lo proibisco.
Piccolo Principe
Non posso farne a meno. Ho fatto un lungo viaggio e non ho dormito…
Re
Allora ti ordino di sbadigliare. Sono anni che non vedo qualcuno che sbadiglia, e gli
sbadigli sono una curiosità per me. Avanti! Sbadiglia ancora. È un ordine.
Piccolo Principe
Mi avete intimidito... ora non posso più.
Re
Hum! hum! Allora io... io ti ordino di sbadigliare un po' e un po'...
Piccolo Principe
Posso sedermi?
Re
Ti ordino di sederti (il re ritira maestosamente una falda del suo mantello di ermellino e fa posto al PP).
Piccolo Principe
Sire, scusatemi se vi interrogo...
Re
Ti ordino di interrogarmi
Piccolo Principe
Sire, su che cosa regnate?
Re
Su tutto
Piccolo Principe
Su tutto? (il Re fa cenno allargando il braccio ad indicare ciò che lo circonda compreso il cielo e le stelle). Su
tutto questo?
Re
Su tutto questo... Sono un monarca universale.
Piccolo Principe
E le stelle vi ubbidiscono?
Re
Certamente. Mi ubbidiscono immediatamente. Non tollero l'indisciplina.
Piccolo Principe
Vorrei tanto vedere un tramonto... Fatemi questo piacere... Ordinate al sole di
tramontare...
Re
Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all'altro come una farfalla, o di scrivere
una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l'ordine
ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?
Piccolo Principe
L'avreste voi
Re
Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare. L'autorità riposa, prima
di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la
rivoluzione. Ho il diritto di esigere l'ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli.
Piccolo Principe
E allora il mio tramonto?
Re
L'avrai il tuo tramonto, lo esigerò, ma aspetterò che le condizioni siano favorevoli.
Piccolo Principe
E quando lo saranno?
Re
Hem! hem! sarà verso, verso, sarà questa sera verso le sette e quaranta! E vedrai come
sarò ubbidito a puntino.
Piccolo Principe
(sbadiglia)
Re
Non partire; non partire e ti farò ministro!
Piccolo Principe
Ministro di che?
Il piccolo principe 014.doc
Non ho più niente da fare qui. Me ne vado.
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Re
Ministro di... della giustizia!
Piccolo Principe
Ma se non c'è nessuno da giudicare?
Re
Non si sa mai. Non ho ancora fatto il giro del mio regno.
Piccolo Principe
Oh! ma ho già visto io
c'è qualcuno.
Re
Giudicherai te stesso. È la cosa più difficile. È molto più difficile giudicare se stessi che
gli altri. Se riesci a giudicarti bene è segno che sei veramente un saggio.
Piccolo Principe
Io posso giudicarmi ovunque. Non ho bisogno di abitare qui.
Re
Hem! hem! Credo che da qualche parte sul mio pianeta ci sia un vecchio topo. Lo sento
durante la notte. Potrai giudicare questo vecchio topo. Lo condannerai a morte di tanto in
tanto. Così la sua vita dipenderà dalla tua giustizia. Ma lo grazierai ogni volta per
economia. Non ce n'è che uno!
Piccolo Principe
Non mi piace condannare a morte, preferisco andarmene.
Re
No.
Piccolo Principe
Se Vostra Maestà desidera essere ubbidito puntualmente, può darmi un ordine
ragionevole. Potrebbe ordinarmi, per esempio, di partire prima che sia passato un minuto.
Mi pare che le condizioni siano favorevoli...
Re
(il re esita; pensa; il PP parte. Mentre si allontana il re grida)
a
(il piccolo principe si sporge dal palco per dare un'occhiata).
Ti nomino mio ambasciatore
Il re esce a destra. Il trono esce a sinistra.
Piccolo Principe
(passando davanti al pubblico)
Sono ben strani i grandi
Scena Sei
a
Neppure laggiù
Il vanitoso
Lo specchio entra da destra. Il vanitoso da sinistra. Un R porta il numero 326.
Vanitoso
(Mentre si specchia rompendo sonoramente il silenzio) Ah!
Piccolo Principe
Buon giorno! Che buffo cappello avete!
Vanitoso
È per salutare. È per salutare quando mi acclamano, ma sfortunatamente non passa mai
nessuno da queste parti.
Piccolo Principe
Ah si?
Vanitoso
Batti le mani l'una contro l'altra.
a
Il piccolo principe batte le mani e il vanitoso saluta con falsa modestia sollevando il suo strano cappello.
Piccolo Principe
a
(tra sé)
È più divertente che la visita al re! (battere le mani)
Il vanitoso saluta sollevando il cappello. Il gioco diverte il PP che invita il pubblico a fare altrettanto
Piccolo Principe
a
ah! ecco la visita di un ammiratore
(all’improvviso verso il re con voce secca)
E che cosa bisogna fare, perché il cappello caschi?
Ma il vanitoso non risponde
Vanitoso
Mi ammiri molto, veramente?
Piccolo Principe
Che cosa vuoi dire ammirare?
Vanitoso
Ammirare vuol dire riconoscere che io sono l'uomo più bello, più elegante, più ricco e più
intelligente di tutto il pianeta.
Piccolo Principe
Ma tu sei solo sul tuo pianeta!
Vanitoso
Fammi questo piacere. Ammirami lo stesso!
Il piccolo principe 014.doc
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Piccolo Principe
Ti ammiro (alzando un poco le spalle) ma tu che te ne fai? (il piccolo principe se ne va; passa davanti al
Decisamente i grandi sono ben bizzarri.
pubblico e aggiunge).
Scena Sette
L’ubriacone
a
Lo specchio esce a destra. Il vanitoso esce a sinistra.
a
Entra un tavolo e sedia tipo bettola, da sinistra. L’ubriacone da destra. Un R porta il numero 327.
a
L'ubriacone sta in silenzio davanti ad una collezione di bottiglie vuote e a una collezione di bottiglie piene.
Piccolo Principe
Che cosa fai?
Ubriacone
(lugubre) Bevo (fa un verso tra il ruttare e il digerire soffiando e boffonchiando)
Piccolo Principe
(Il pp principe si tura il naso per il terribile odore dell’alcool) Perché
Ubriacone
Per dimenticare
Piccolo Principe
(tristemente) Per
Ubriacone
Per dimenticare che ho vergogna.
Piccolo Principe
Vergogna di che?
Ubriacone
(sconsolato)
Piccolo Principe
I grandi, decisamente, sono molto, molto bizzarri,
bevi?
dimenticare che cosa?
Vergogna di bere! (beve un goccio) Bevo per dimenticare che ho una gran
vergogna di bere! (e giù una gran sorsata di vino)
Scena Otto
L’uomo d’affari
a
Esce il tavolo e la sedia a sinistra. L’ubriacone a destra.
a
Entra la scrivania da destra e la sedia ufficio. L’uomo d’affari da sinistra. E un R porta il numero 328
a
L’uomo è così occupato che non alza neppure la testa all'arrivo del piccolo principe. Ha una rumorosa calcolatrice
sul tavolo di quelle scriventi e fa conti su conti. Tra le dita una sigaretta spenta. Sull’orecchio una matita.
Piccolo Principe
Buon giorno. La vostra sigaretta è spenta.
L’uomo
Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici. Dodici più tre: quindici. Buon giorno!
Quindici più sette fa ventidue. Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla.
Ventisei più cinque trentuno. Ouf! Dunque fa cinquecento e un milione seicento
ventiduemila settecento trentuno.
Piccolo Principe
Cinquecento e un milione di che?
L’uomo
Hem! (seccato) Sei sempre lì? Cinquecento e un milione di... non lo so più. Ho talmente da
fare! Sono un uomo serio, io, non mi diverto con delle frottole! Due più cinque: sette...
Piccolo Principe
Cinquecento e un milione di che?
L’uomo
(alza la testa) Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta non sono stato disturbato
che tre volte. La prima volta è stato ventidue anni fa, da una melolonta1 che era caduta
chissà da dove. Faceva un rumore spaventoso e ho fatto quattro errori in una addizione.
La seconda volta è stato undici anni fa per una crisi di reumatismi. Non mi muovo mai,
non ho il tempo di girandolare. Sono un uomo serio, io. La terza volta... eccolo, oggi!
Dicevo dunque cinquecento e un milione.
Piccolo Principe
Milioni di che?
1
insetto del genere Melolonta comunemente detto maggiolino.
Il piccolo principe 014.doc
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L’uomo
(sbuffando scocciato)
Milioni di quelle piccole cose che si vedono qualche volta nel cielo.
Piccolo Principe
Di mosche?
L’uomo
Ma no, di piccole cose che brillano.
Piccolo Principe
Di api?
L’uomo
Ma no. Di quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni… Ma sono un
uomo serio, io! Non ho il tempo di fantasticare.
Piccolo Principe
Ah! di stelle?
L’uomo
Eccoci. Di stelle.
Piccolo Principe
E che ne fai di cinquecento milioni di stelle?
L’uomo
Come che cosa me ne faccio?! Niente. Le possiedo.
Piccolo Principe
Tu possiedi le stelle?
L’uomo
Sì.
Piccolo Principe
Ma ho già veduto un re che...
L’uomo
(con sufficienza) I
Piccolo Principe
E a che ti serve possedere le stelle?
L’uomo
Mi serve ad essere ricco.
Piccolo Principe
E a che ti serve essere ricco?
L’uomo
A comperare delle altre stelle, se qualcuno ne trova.
Piccolo Principe
(al pubblico o tra sé) Questo qui, ragiona un po' come quell’altro: l’ubriacone. (all’uomo d’affari)
Come si può possedere le stelle?
L’uomo
(come per cominciare una dimostrazione) Di
Piccolo Principe
Non lo so, di nessuno.
L’uomo
Allora sono mie che ci ho pensato per primo!!! Quando trovi un diamante che
non è di nessuno, è tuo. Quando trovi un'isola che non è di nessuno, è tua. Quando tu hai
un'idea per primo, la fai brevettare, ed è tua. E io possiedo le stelle, perché mai nessuno
prima di me si è sognato di possederle.
Piccolo Principe
Questo è vero. Che te ne fai?
L’uomo
Le amministro. Le conto e le riconto. È una cosa difficile, ma io sono un uomo serio!
Piccolo Principe
(quasi divertito e canzonatorio) Io, se possiedo un fazzoletto di seta, posso metterlo intorno al
collo e portarmelo via. Se possiedo un fiore, posso cogliere il mio fiore e portarlo con me.
Ma tu non puoi cogliere le stelle.
L’uomo
No, ma posso depositarle alla banca.
Piccolo Principe
Che cosa vuoi dire?
L’uomo
Vuoi dire che scrivo su un pezzetto di carta il numero delle mie stelle e poi chiudo a
chiave questo pezzetto di carta in un cassetto.
Piccolo Principe
Tutto qui?
L’uomo
È sufficiente.
Piccolo Principe
È divertente, e abbastanza poetico. Ma non è molto serio. Io possiedo un fiore che
innaffio tutti i giorni. Possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane.
Perché spazzo il camino anche di quello spento che non si sa mai. È utile ai miei vulcani,
ed è utile al mio fiore che io li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle...
re non possiedono. Ci regnano sopra. È molto diverso.
chi sono? Dico, di chi sono le stelle?
(entusiasta)
Il piccolo principe 014.doc
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L'uomo
(apre la bocca ed alza un dito, ma non trova niente da rispondere e resta lì. Il piccolo principe se ne va. Passa
davanti al pubblico e dice)
Piccolo Principe
(andandosene passa fronte al pubblico) Decisamente
Scena Nove
i grandi sono proprio straordinari.
Il lampionaio
a
Esce la scrivania a destra e la sedia ufficio. L’uomo d’affari a sinistra.
a
Entra il lampione spento da sinistra e il lampionaio da destra. Giunti al centro accende il lampione. Un R ha il 329
Piccolo Principe
(guarda da lontano il lampionaio e lo punta con il dito)
Forse quest'uomo è veramente assurdo. Pero è
meno assurdo del re, del vanitoso, dell'uomo d'affari e dell'ubriacone. Almeno il suo
lavoro ha un senso. Quando accende il suo lampione, è come se facesse nascere una stella
in più, o un fiore. Quando lo spegne addormenta il fiore o la stella. È una bellissima
occupazione, ed è veramente utile, perché è bella. Buon giorno. Perché spegni il tuo
lampione?
Lampionaio
È la consegna. (spegne la luce) Buon giorno.
Piccolo Principe
Che cos'è la consegna?
Lampionaio
È di spegnere il mio lampione. (accende) Buona sera.
Piccolo Principe
E adesso perché lo riaccendi?
Lampionaio
È la consegna.
Piccolo Principe
Non capisco
Lampionaio
Non c'è nulla da capire: la consegna è la consegna. (spegne) Buon giorno (si asciuga la fronte
Faccio un mestiere terribile. Una volta era ragionevole.
Accendevo al mattino e spegnevo alla sera, e avevo il resto del giorno per riposarmi e il
resto della notte per dormire...
con un fazzoletto a quadri rossi).
Piccolo Principe
E dopo di allora è cambiata la consegna?
Lampionaio
La consegna non è cambiata, è proprio questo il dramma. Il pianeta di anno in anno ha
girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata! ora che fa un giro al
minuto, non ho più un secondo di riposo. Accendo e spengo una volta al minuto! (accende)
Buona sera.
Piccolo Principe
È divertente. I giorni da te durano un minuto!
Lampionaio
Non è per nulla divertente. Lo sai che stiamo parlando da un mese? (spegne) Buon giorno
Piccolo Principe
Da un mese?
Lampionaio
Sì. Trenta minuti: trenta giorni! (accende) Buona sera.
Piccolo Principe
Ti voglio aiutare: conosco un modo per riposarti quando vorrai...
Lampionaio
Lo vorrei sempre
Piccolo Principe
Il tuo pianeta è cosi piccolo che in tre passi ne puoi fare il giro. Non hai che da
camminare abbastanza lentamente per rimanere sempre al sole. Quando vorrai riposarti
camminerai e il giorno durerà finché tu vorrai.
Lampionaio
Non mi serve a molto. Ciò che desidero soprattutto nella vita è di dormire.
Piccolo Principe
(sconsolato)
Lampionaio
Non ho fortuna. (spegne) Buon giorno. (e si blocca)
Piccolo Principe
Addio Lampionaio. Me ne vado ma mi dispiace soprattutto perché, restando qui, avrei
potuto vedere 1440 tramonti in 24 ore! Amo i tramonti soprattutto quando sono triste. E
sono triste perché penso sempre al mio fiore. Addio.
Il piccolo principe 014.doc
Non hai fortuna.
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Lampionaio
Addio! (accende) Buona sera.
Piccolo Principe
(allontanandosi e passando davanti al pubblico)
Quest'uomo sarebbe disprezzato da tutti gli altri,
dal re, dal vanitoso, dall'ubriacone, dall'uomo d'affari. Tuttavia è il solo che non mi
sembri ridicolo. Forse perché si occupa di altro che non di se stesso. (sospira) Questo è il
solo di cui avrei potuto farmi un amico. Ma il suo pianeta è veramente troppo piccolo,
non c'è posto per due...
Scena Dieci
Il geografo
a
Esce il lampione spento a sinistra e il lampionaio a destra.
a
Entra il tavolo fratino e la sedia antica da destra e il geografo da sinistra. Un R da 330.
Geografo
(alzando lo sguardo da un grosso librone) Ecco
Piccolo Principe
Che cos'è questo grosso libro? Che cosa fate qui?
Geografo
Sono un geografo
Piccolo Principe
Che cos'è un geografo?
Geografo
È un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti.
Piccolo Principe
È molto interessante, questo finalmente è un vero mestiere! (dà una occhiata intorno) È molto
bello il vostro pianeta. Ci sono degli oceani?
Geografo
Non lo posso sapere
Piccolo Principe
Ah! (deluso) E delle montagne?
Geografo
Non lo posso sapere
Piccolo Principe
E delle città e dei fiumi e dei deserti?
Geografo
Neppure lo posso sapere.
Piccolo Principe
Ma se siete un geografo!
Geografo
Esatto, ma non sono un esploratore. Manco completamente di esploratori. Non è il
geografo che va a fare il conto delle città, dei fiumi, delle montagne, dei mari, degli
oceani e dei deserti. Il geografo è troppo importante per andare in giro. Non lascia mai il
suo ufficio, ma riceve gli esploratori, li interroga e prende degli appunti sui loro ricordi. E
se i ricordi di uno di loro gli sembrano interessanti, il geografo fa fare un'inchiesta per
sapere se l'esploratore mente. Perché se l'esploratore mentisse porterebbe una catastrofe
nei libri di geografia. Ed anche un esploratore che bevesse troppo farebbe disastri.
Piccolo Principe
Perché?
Geografo
Perché gli ubriachi vedono doppio e allora il geografo annoterebbe due montagne là dove
ce n'è una sola.
Piccolo Principe
(ironico)
Geografo
Succede infatti. Dunque, quando la moralità dell'esploratore sembra buona, si fa
un'inchiesta sulla sua scoperta.
Piccolo Principe
Si va a vedere?
Geografo
No, è troppo complicato. Ma si esige che l'esploratore fornisca le prove. Per esempio, se
si tratta di una grossa montagna, si esige che riporti delle grosse pietre. (concitato) Ma tu, tu
vieni da lontano! Tu sei un esploratore! Mi devi descrivere il tuo pianeta! (apre un librone,
tempera la sua matita). I resoconti degli esploratori si annotano da prima a matita, e si aspetta
per annotarli a penna che l'esploratore abbia fornito delle prove. Allora?
Il piccolo principe 014.doc
un esploratore. Da dove vieni?
Io conosco qualcuno che sarebbe un cattivo esploratore.
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Piccolo Principe
Oh! da me, non è molto interessante, è talmente piccolo. Ho tre vulcani, due in attività e
uno spento. Ma non si sa mai.
Geografo
(annota e ripete meccanicamente)
Piccolo Principe
Ho anche un fiore.
Geografo
Noi non annotiamo i fiori.
Piccolo Principe
Perché? Sono la cosa più bella.
Geografo
Perché i fiori sono effimeri. I libri di geografia sono i libri più preziosi fra tutti i libri. Non
passano mai di moda. È molto raro che una montagna cambi di posto. È molto raro che un
oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose eterne.
Piccolo Principe
Ma i vulcani spenti si possono risvegliare. (insistente) Che cosa vuol dire "effimero"?
Geografo
Che i vulcani siano spenti o in azione, è lo stesso per noi. Quello che conta per noi è il
monte, lui non cambia.
Piccolo Principe
Ma che cosa vuol dire "effimero"?
Geografo
Vuol dire “che è minacciato di scomparire in un tempo breve”.
Piccolo Principe
Il mio fiore è destinato a scomparire presto?
Geografo
Certamente.
Piccolo Principe
(preoccupato) Il
mio fiore è effimero e non ha che quattro spine per difendersi dal mondo! E
io l'ho lasciato solo! (al Geografo) Che cosa mi consigliate di andare a visitare?
Geografo
Il pianeta Terra. Ha una buona reputazione...
a
Il PP si porta nel fronte palco e intanto lentamente il sipario si chiude.
Piccolo Principe
a
Non si sa mai.
Ci andrò. Ma penso sempre al mio fiore.
Il PP esce di scena sul sipario in chiusura
Il piccolo principe 014.doc
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Atto terzo
Scena Undici
a
Il serpente, l’eco, il giardino di rose
Sipario. La scena si apre sul deserto. Sulla sinistra una spalliera con grandi corolle di fiori dalle quali escono le teste
di 6 ragazzi. Sulla destra un ragazzo con un costume da pianta (calzamaglia verde o marrone e dolcevita verde con
foglie attaccate). Un ragazzo con un costume verdognolo di maglia elastica è raggomitolato per terra quasi al centro.
È notte.
Piccolo Principe
Buona notte
Serpente
(sibilando) Buona
Piccolo Principe
Su quale pianeta sono sceso?
Serpente
Sulla Terra, in Africa
Piccolo Principe
Ah!... Ma non c'è nessuno sulla Terra?
Serpente
Qui è il deserto. Non c’è nessuno nei deserti. La Terra è grande
a
notte
Il piccolo principe si siede e guarda il cielo
Piccolo Principe
Mi domando, se le stelle sono illuminate perché un giorno ognuno possa trovare la sua,
guarda il mio pianeta, è proprio sopra di noi... Ma come è lontano!
Serpente
È bello, ma che cosa sei venuto a fare qui?
Piccolo Principe
Ho avuto dei problemi con un fiore
Serpente
Ah!
Piccolo Principe
Dove sono gli uomini? Si è un po' soli nel deserto...
Serpente
Si è soli anche con gli uomini.
Piccolo Principe
Sei un buffo animale, sottile come un dito!...
Serpente
(minaccioso) Ma
Piccolo Principe
(sorridendo ironico) Non mi sembri molto potente... non hai neppure delle zampe... e non puoi
neppure camminare...
Serpente
Posso trasportarti più lontano che una nave. (Striscia e si arrotola attorno alla caviglia del piccolo
Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto. Ma tu
sei puro e vieni da una stella... Mi fai pena, tu così debole, su questa Terra di granito.
Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta. Posso...
sono più potente di un dito di un re
principe come un braccialetto)
Piccolo Principe
(stupito) Oh,
Serpente
Li risolvo tutti.
Piccolo Principe
Ho capito. Grazie, me ne ricorderò.
a
davvero?! Ho capito benissimo, ma perché parli sempre per enigmi?
Il PP si allontana, e si ferma vicino al fiore di cactus
Piccolo Principe
Buon giorno!
Fiore cactus
Buon giorno!
Piccolo Principe
Dove sono gli uomini?
Fiore cactus
Gli uomini? Molti anni fa ne ho visti passare sei o sette, ma ora chissà dove sono. Non
hanno radici, e il vento li spinge di qua e di là.
Piccolo Principe
Grazie, addio!
a
Il PP sale sulla “montagna”: va fino al bordo del palco e quasi in equilibrio dice:
Il piccolo principe 014.doc
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Piccolo Principe
Da quassù potrò vedere tutto il pianeta e gli uomini. Oh, ma non si vedono altro che
rocce. (urlando) Buon giorno!
Eco
Buon giorno….giorno…giorno
Piccolo Principe
(gridando ancora) Chi
Eco
Chi siete…. siete….siete…
Piccolo Principe
Siate miei amici, io sono solo.
Eco
Io sono solo…solo….solo…
Piccolo Principe
Che buffo pianeta! E’ tutto secco, e gli uomini non hanno immaginazione, ripetono solo
quello che si dice loro. Il mio fiore, invece….
Piccolo Principe
Buon giorno
Rose
Buon giorno
a
Le rose si svegliano come da un sonno e cominciano ad agitarsi parlando concitatamente tra loro come delle comari
al mercato
Piccolo Principe
a
siete?
Chi siete?
tutte insieme l’una sovrapposta all’altra si ripetono con una nenia fastidiosa e dicono frasi sovrapposte del tipo
Rose
Piccolo Principe
a
Rosa 1
Rosa 2
Rosa 3
Siamo le rose
Siamo belle
Profumiamo la terra
Guardaci
Non ci cogliere
Osservaci a basta
Non ci toccare o ti pungiamo
Lo senti il nostro profumo?
Siamo tante
500 siamo 500
Siamo i fiori più belli della
terra
Siamo i fiori più belli della
terra
500 siamo 500
Siamo tante
Lo senti il nostro profumo?
Non ci toccare o ti pungiamo
Osservaci a basta
Non ci cogliere
Profumiamo la terra
Guardaci
Siamo belle
Siamo le rose
Osservaci a basta
Lo senti il nostro profumo?
Siamo i fiori più belli della
terra
Siamo le rose
Profumiamo la terra
Non ci cogliere
Siamo belle
Guardaci
Non ci toccare o ti pungiamo
Siamo tante
500 siamo 500
Ah! Il mio fiore sarebbe molto contrariato se vi vedesse... Farebbe del gran tossire e
fingerebbe di morire per sfuggire al ridicolo. Ed io dovrei far mostra di curarlo, perché se
no, per umiliarmi, si lascerebbe veramente morire... (tristissimo molto lentamente) Mi credevo
ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qualsiasi rosa. (Pausa. Pensoso)
Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia, e di cui l'uno, forse, è spento per
sempre, non fanno di me un principe molto importante...
Si allontana dalle rose tristemente. Si siede e piange. Entra in scena il quinto pp. Si fa dare il mantello in quel
momento appare la volpe. Il quarto pp esce.
Scena Dodici
La volpe, il controllore, il mercante
Volpe
Buon giorno
Piccolo Principe
Buon giorno (si volta di qua e di là ma non vede nessuno)
Volpe
Sono qui sotto al melo...
Piccolo Principe
Chi sei? sei molto carino...
Volpe
Sono una volpe.
Piccolo Principe
Vieni a giocare con me, sono così triste...
Il piccolo principe 014.doc
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Volpe
Non posso giocare con te, non sono addomesticata.
Piccolo Principe
Ah! Scusa… Ma che cosa vuoi dire "addomesticare"?
Volpe
Non sei di queste parti, tu che cosa cerchi?
Piccolo Principe
Cerco gli uomini. (insistentemente) Che cosa vuol dire "addomesticare"?
Volpe
Gli uomini hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il
loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?
Piccolo Principe
No. Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare?
Volpe
È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami...
Piccolo Principe
Creare dei legami?
Volpe
Certo. Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E
non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe
uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.
Piccolo Principe
Comincio a capire. C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato...
Volpe
È possibile. Capita di tutto sulla Terra...
Piccolo Principe
Oh! non è sulla Terra
Volpe
Su un altro pianeta? (…) Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?
Piccolo Principe
No
Volpe
Questo mi interessa! E delle galline?
Piccolo Principe
No
Volpe
Non c'è niente di perfetto. (spiegandosi) La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline,
e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si
assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come
illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi
mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi,
guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per
me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei
capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano,
che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano... (prolungato
silenzio. I due si guardano) Per favore… addomesticami.
Piccolo Principe
Volentieri, ma non ho molto tempo, però. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere
molte cose.
Volpe
Non si conoscono che le cose che si addomesticano. Gli uomini non hanno più tempo per
conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono
mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!
Piccolo Principe
Che bisogna fare?
Volpe
Bisogna essere molto pazienti. In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi,
nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una
fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino...
Piccolo Principe
A domani allora.
a
Buio – Luce
Volpe
Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora. Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi
alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia
felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il
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prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora
prepararmi il cuore... Ci vogliono i riti.
Piccolo Principe
Che cos'è un rito?
Volpe
Anche questa, è una cosa da tempo dimenticata. È quello che fa un giorno diverso dagli
altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il
giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!
Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si
assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza.
a
Buio – Luce
Piccolo Principe
L'ora della mia partenza è vicina. Andrò via.
Volpe
Ah!... piangerò.
Piccolo Principe
La colpa è tua; io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi...
Volpe
È vero
Piccolo Principe
Ma piangerai!
Volpe
È certo.
Piccolo Principe
Ma allora che ci guadagni?
Volpe
Ci guadagno il colore del grano. Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al
mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.
a
Si avvicina alle rose e si ripete la nenia di prima (qui riportata uguale per comodità) ma poi il PP le interrompe
bruscamente.
Rose
Piccolo Principe
Rosa 1
Rosa 2
Rosa 3
Siamo le rose
Siamo belle
Profumiamo la terra
Guardaci
Non ci cogliere
Osservaci a basta
Non ci toccare o ti pungiamo
Lo senti il nostro profumo?
Siamo tante
500 siamo 500
Siamo i fiori più belli della
terra
Siamo i fiori più belli della
terra
500 siamo 500
Siamo tante
Lo senti il nostro profumo?
Non ci toccare o ti pungiamo
Osservaci a basta
Non ci cogliere
Profumiamo la terra
Guardaci
Siamo belle
Siamo le rose
Osservaci a basta
Lo senti il nostro profumo?
Siamo i fiori più belli della
terra
Siamo le rose
Profumiamo la terra
Non ci cogliere
Siamo belle
Guardaci
Non ci toccare o ti pungiamo
Siamo tante
500 siamo 500
Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non
siete ancora niente. Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne
ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo. Voi siete belle, ma siete vuote. Non
si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi
rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.
Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho uccisi i bruchi. Perché è lei
che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.
(contrariato, brusco, quasi urlando le zittisce)
a
Le rose chinano il campo e tacciono per un istante, poi come se parlottassero tra loro riprendo – ma non si ode nulla
– i loro discorsi sovrapposti.
a
PP ritorna dalla volpe
Piccolo Principe
Addio
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Volpe
Addio. Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi.
Piccolo Principe
L'essenziale è invisibile agli occhi.
Volpe
È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
Piccolo Principe
(sussurrando)
Volpe
Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi
responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua
rosa...
Piccolo Principe
Io sono responsabile della mia rosa...
a
È il tempo che ho perduto per la mia rosa che l’ha resa per me importante...
All’improvviso entra in scena il controllore – tipico vestito da Ferroviere
Piccolo Principe
(sorpreso)
Controllore
Buon giorno
Piccolo Principe
Che cosa fa’ qui?
Controllore
Smisto i viaggiatori a mazzi di mille. Spedisco i treni che li trasportano, a volte a destra, a
volte a sinistra.
a
Buon giorno
rumore assordante di un treno da sx a dx
Piccolo Principe
I passeggeri hanno tutti fretta. Che cosa cercano?
Controllore
Lo stesso macchinista lo ignora
a
rumore assordante di un treno da dx a sx
Piccolo Principe
Ritornano di già? Non erano contenti là dove stavano?
Controllore
Non sono gli stessi, è uno scambio. Non si è mai contenti dove si sta. Non inseguono
nulla. Solo dormono là dentro, o sbadigliano tutt'al più. Solamente i bambini schiacciano
il naso contro i vetri. Quelli si, che sono fortunati.
a
rumore assordante di un treno (da sx a dx) e mentre esce arriva un mercante – tipo commesso viaggiatore – che
guarda l’orologio
Piccolo Principe
Buon giorno. Lei chi è?
Mercante
Buon giorno. Sono un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne
inghiotti una alla settimana non senti più il bisogno di bere.
Piccolo Principe
Perché vendi questa roba?
Mercante
È una grossa economia di tempo. Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano
cinquantatré minuti alla settimana.
Piccolo Principe
Io se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio adagio… verso una
fontana…
a
Buio prolungato. Cambio scena si ritorna nel deserto della scena 1
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Atto quarto
Scena Tredici Il pilota, il piccolo principe, il pozzo
a
Sullo sfondo il deserto e la sagoma dell’aereo. Il pilota beve. Ma si accorge che la borraccia è vuota e la getta via
Pilota
Ah! Sono molto graziosi i tuoi ricordi, ma io non ho ancora riparato il mio aeroplano, non
ho più niente da bere, e sarei felice anch'io se potessi camminare adagio adagio verso una
fontana!
Piccolo Principe
Il mio amico la volpe, mi disse...
Pilota
Caro il mio ometto, non si tratta più della volpe!
Piccolo Principe
Perché?
Pilota
Perché moriremo di sete...
Piccolo Principe
Fa bene l'aver avuto un amico, anche se poi si muore. Io, io sono molto contento d'aver
avuto un amico volpe...
Pilota
(verso il pubblico)
Non misura il pericolo. Non ha mai né fame, né sete. Gli basta un po' di
sole...
Piccolo Principe
a
Anch'io ho sete... cerchiamo un pozzo...
si alzano e si mettono in cammino – si stente il rumore del vento e loro due che camminano di spalle restando fermi
al centro della scena. Si leva la sagoma dell’aereo e resta solo il deserto. La luce del giorno si spegne e si
accendono le stelle
Pilota
Hai sete anche tu?
Piccolo Principe
Un po' d'acqua può far bene anche al cuore...
a
qualche passo ancora e poi si siedono l’uno accanto all’altro nel centro della scena
Piccolo Principe
(molto lentamente) Le
Pilota
Già
Piccolo Principe
Il deserto è bello. Ciò che abbellisce il deserto è che nasconde un pozzo in qualche
luogo...
Pilota
Sì, che si tratti di una casa, delle stelle o del deserto, quello che fa bello ciò che c’è, è
invisibile.
Piccolo Principe
(ripete) quello che fa bello ciò che c’è, è invisibile agli occhi. (aggiunge) Sono contento che
tu sia d'accordo con la mia volpe.
a
Il pilota prende in braccio il pp e lo culla mentre lui si addormenta
Pilota
a
stelle sono belle per un fiore che non si vede...
(tra sé) Questo
che io vedo non è che la scorza. Il più importante è invisibile... Ecco ciò che
mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore,
è l'immagine di una rosa che risplende in lui come la fiamma di una lampada, anche
quando dorme...
Lentamente il buio. Si porta il pozzo (non è un pozzo da deserto quanto piuttosto medioevale da cortile) ed il muretto
mentre i due dormono e c’è il buio. Alla luce del giorno che ritorna appare il pozzo.
Piccolo Principe
Gli uomini si imbucano nei treni rapidi, ma non sanno più che cosa cercano. Allora si
agitano, e girano intorno a se stessi... Non vale la pena...
Pilota
È strano è tutto pronto: la carrucola, il secchio e la corda...
a
PP ride, tocca la corda, fa funzionare la carrucola. E la carrucola geme cigolando
Piccolo Principe
Senti noi svegliamo questo pozzo e lui canta...
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Pilota
a
si issa un vecchio secchio in rame – si raccomanda che sia pesante e dentro ci sia acqua vera… niente finzioni qui.
Lo mete in equilibrio sul bordo
Piccolo Principe
a
Lasciami fare è troppo pesante per te.
Ho sete di questa acqua, dammi da bere...
Il pilota dà da bere al PP ed egli beve ad occhi chiusi lentamente come se ogni goccia fosse l’universo intero
Piccolo Principe
Da te, gli uomini coltivano cinquemila rose nello stesso giardino... e non trovano quello
che cercano...
Pilota
Non lo trovano
Piccolo Principe
E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po'
d'acqua...
Pilota
Certo.
Piccolo Principe
Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore.
a
Si siedono sazi di frescura sotto il pozzo
Piccolo Principe
Devi mantenere la tua promessa
Pilota
Quale promessa?
Piccolo Principe
Lo sai... una museruola per la mia pecora... sono responsabile di quel fiore!
a
Il pilota estrae il suo taccuino e comincia a passare i disegni in cerca di un foglio bianco. Il PP scruta i disegni che
passano. Il pilota li mostra ironico
Pilota
I tuoi baobab assomigliano un po' a dei cavoli... La tua volpe... le sue orecchie...
assomigliano un po’ a delle corna... e sono troppo lunghe! (PP sorride) Sei ingiusto, ometto,
non sapevo disegnare altro che un boa dal di dentro e dal di fuori.
Piccolo Principe
Oh, andrà bene i bambini capiscono.
a
Prende la matita e disegna la museruola. Strappa il foglietto e glielo consegna.
Pilota
Hai dei progetti che ignoro...
Piccolo Principe
Sai, la mia caduta sulla Terra... sarà domani l'anniversario... Ero caduto qui vicino...
Pilota
Allora, non è per caso, che il mattino in cui ti ho conosciuto, tu passeggiavi tutto solo a
mille miglia da qualsiasi regione abitata! Ritornavi verso il punto della tua caduta? Per
l'anniversario, forse?
Piccolo Principe
(annuisce ma non dice nulla)
Pilota
Ah! ho paura...
Piccolo Principe
Ora devi lavorare. Devi riandare dal tuo motore. Ti aspetto qui. Ritorna domani sera...
a
Buio – Luce. Nel buio il pilota esce e si prepara in fondo alla sala da dove entrerà a tempo opportuno. Attenzione
che bisogna lasciargli il tempo di uscire e rientrare dal fondo della sala (non deve essere notato)
a
PP è seduto solo sul vecchio muro di pietra in rovina. Le gambe penzoloni. Scena lenta. Parla ma non si capisce
con chi.
Piccolo Principe
Non te ne ricordi più? non è proprio qui!
Serpente
(da dietro il muretto sibilando) Sì!
Piccolo Principe
...Sicuro. Verrai dove incominciano le mie tracce nella sabbia. Non hai che da attendermi
là. Ci sarò questa notte.
a
sì! è proprio questo il giorno, ma non è qui il luogo...
Arriva dal pubblico il pilota, cammina lentamente e osserva la scena senza dire nulla.
Piccolo Principe
(lentamente con voce chiara e forte, come a farsi coraggio)
Hai del buon veleno? Sei sicuro di non
farmi soffrire troppo tempo?
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a
Il ragazzo–serpente striscia lentamente fuori dal muro e stando in ginocchio nel tubo di tessuto elastico allarga i
gomiti ad imitare il cobra quando si prepara a colpire. Il serpente sibila e bacia il piccolo principe sulla guancia molto
lentamente
Pilota
(urlando di dolore dal centro della sala)
Noooo. (estrae la pistola dalla fondina e corre verso il palco)
Piccolo Principe
(al serpente con voce forte e rabbiosa)
Ora vattene, voglio andare.
a
Il pilota spara in aria (con gesto plateale), il serpente striscia via oltre il muro. Il Piccolo Principe resta fermo e
quando il pilota gli è di fronte si abbandona tra le braccia del Pilota.
Pilota
Che cos'è questa storia! Adesso parli coi serpenti!
(gli disfa la sciarpa, allunga la mano verso il
secchio e gli bagna il viso)
Piccolo Principe
Sono contento che tu abbia trovato quello che mancava al tuo motore. Puoi ritornare a
casa tua...
Pilota
(Sorpreso) Come lo sai? Era proprio il carburatore, sai! Ora è a posto. Ma tu come lo
sapevi, come lo sapevi?
Piccolo Principe
Anch'io, oggi, ritorno a casa... È molto più lontano... è molto più difficile...
a
Lo stringe tra le braccia mentre la voce si spezza
Piccolo Principe
Ho la tua pecora. E ho la cassetta per la pecora. E ho la museruola...
Pilota
Ometto caro, hai avuto paura...
Piccolo Principe
Avrò ben più paura questa sera...
Pilota
Ometto, voglio ancora sentirti ridere...
Piccolo Principe
Sarà un anno questa notte. La mia stella sarà proprio sopra al luogo dove sono caduto
l'anno scorso...
Pilota
Ometto, dimmi che non è vero, che è un brutto sogno: quella storia del serpente,
dell'appuntamento e della stella?...
Piccolo Principe
Quello che è importante, non lo si vede...
Pilota
Certo...
Piccolo Principe
È come per il fiore. Se tu vuoi bene ad un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte,
guardare il cielo. Tutte le stelle sono fiorite.
Pilota
Certo.
Piccolo Principe
E’ come per l'acqua. Quella che tu mi hai dato da bere era come una musica, c'era la
carrucola e c’era la corda... ti ricordi.,. era buona.
Pilota
Certo.
Piccolo Principe
Guarderai le stelle, la notte. È troppo piccolo da me perché ti possa mostrare dove si trova
la mia stella. È meglio così. La mia stella sarà per te una delle stelle. Allora tutte le stelle,
ti piacerà guardarle. Tutte, saranno tue amiche. E poi ti voglio fare un regalo… (sorride
deciso)
Pilota
Ah ! ometto, ometto mio, mi piace vedere questo riso!
Piccolo Principe
E sarà proprio questo il mio regalo... sarà per te come l'acqua... (ride)
Pilota
Che cosa vuoi dire?
Piccolo Principe
Gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni. quelli che viaggiano, le
stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei
sapienti, sono dei problemi. Per il mio uomo d'affari erano dell'oro. Ma tutte queste stelle
stanno zitte. Tu, tu avrai delle stelle come nessuno ha... Quando tu guarderai il cielo, la
notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per
te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere! (E ride
ancora). E quando ti sarai consolato, sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il
mio amico… Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per il
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piacere... E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai:
“Si, le stelle mi fanno sempre ridere!” e ti crederanno pazzo. T'avrò fatto un brutto
scherzo... (E ride ancora). Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli
che sanno ridere... (E ride ancora. Poi diviene serio, un colpo di tosse). Questa notte... sai, non
venire.
Pilota
Non ti lascerò.
Piccolo Principe
Sembrerà che io mi senta male... sembrerà un po' che io muoia. È così. Non venire a
vedere, non vale la pena...
Pilota
Non ti lascerò.
Piccolo Principe
Ti dico questo... anche per il serpente. Non bisogna che ti morda... I serpenti sono cattivi.
Ti può mordere per il piacere di...
Pilota
Non ti lascerò.
a
Il piccolo principe reclina indietro la testa chiude gli occhi e sorride. La luce del giorno comincia a scendere. Il Pilota
lo guarda poi lo solleva – e così lo aiuta ad alzarsi – Il piccolo principe si alza si incammina lasciando cadere la sua
sciarpa d’oro. Si dirige verso il fondo della scena ed esce. Si accendo le stelle
Piccolo Principe
(da fuori campo con un po’ di leggero eco) non temere è vero che i serpenti non hanno più veleno
per il secondo morso... Ah! sei qui. Sapevo che non mi avresti lasciato solo ma... Hai
avuto torto. Avrai dispiacere. Sembrerò morto e non sarà vero... Capisci? È troppo
lontano. Non posso portare appresso il mio corpo. È troppo pesante. Ma sarà come una
vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze... Sarà bello, sai. Anch'io
guarderò le stelle. Tutte le stelle saranno dei pozzi con una carrucola arrugginita. Tutte le
stelle mi verseranno da bere... Sarà talmente divertente! Tu avrai cinquecento milioni di
sonagli, io avrò cinquecento milioni di fontane... Lasciami fare un passo da solo… Sai... il
mio fiore... ne sono responsabile! Ed è talmente debole e talmente ingenuo. Ha quattro
spine da niente per proteggersi dal mondo... Ecco... è tutto qui... l’essenziale è invisibile
agli occhi.
Scena Quattordici Epilogo
a
La scena diviene tutta buia e restano solo le stelle wood. Il pilota resta dove si trova e tiene lo sguardo basso.
a
Entrano R1 R2 R3 attentamente quasi in punta di piedi mentre il pilota estrae il suo taccuino e disegna.
R1:
Che cosa sarà successo sul pianeta? Forse la pecora ha mangiato il fiore...
R2
Già il pilota non ha disegnato bene la museruola
R3
mancava la correggia di cuoio
R2
Ma no. Certamente no! Il piccolo principe mette il suo fiore tutte le notti sotto la sua
campana di vetro, e sorveglia bene la sua pecora...
R1
Già ma una volta o l'altra si distrae e questo basta! Ha dimenticato di mettere la campana
di vetro, oppure la pecora è uscita senza far rumore durante la notte...
R2
E’ tutto un grande mistero!
R3
(al pubblico)
R2
(puntando il dito)
R1
Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.
a
Per voi che pure volete bene al piccolo principe, come per me, tutto cambia
nell'universo se in qualche luogo, non si sa dove, una pecora che non conosciamo ha, sì o
no, mangiato una rosa.
Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato
il fiore? E vedrete che tutto cambia...
R1 2 e 3 si siedono in cerchio al centro del palco. Il pilota avanza verso il pubblico. Si siede sul bordo del palco di ¾.
Parla e mostra il fondale.
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Pilota
a
Guardate attentamente questo paesaggio per essere sicuri di riconoscerlo se un giorno
farete un viaggio in Africa, nel deserto. E se vi capita di passare sotto un cielo di stelle, vi
supplico, non vi affrettate, fermatevi un momento sotto le stelle! (si alza, si pone di spalle e
parla con voce ferma e forte in controluce sullo sfondo) E se allora un bambino vi viene incontro, se
ride, se ha i capelli d'oro, se non risponde quando lo si interroga, voi indovinerete certo
chi é. (si gira verso il pubblico) Ebbene, siate gentili! Non lasciatemi così triste: scrivetemi
subito che é ritornato...
Sipario
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