FRUMENTO MIGLIORAMENTO GENETICO 1 Incremento delle rese del frumento tenero e del frumento duro in Italia nel periodo 1949-1999. 6 RESE t/ha 5 4 F. tenero + 0,06 t/ha/anno F. duro + 0,04 t/ha/anno F. tenero F. duro 3 2 1 0 1945 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 ANNI 2 3 4 Lo scopo del miglioramento genetico è quello di riunire in un unico genotipo le caratteristiche atte a massimizzare le rese nelle condizioni ambientali in cui esso sarà coltivato, assicurando un compromesso tra il mantenimento delle caratteristiche che assicurano una buona adattabilità e l’estrinsecazione massima dei caratteri legati alla produttività 5 La biodiversità è essenziale per assicurare l’adattamento delle specie al progressivo mutamento delle condizioni di vita: la perdita di biodiversità rappresenta quindi una minaccia per la sopravvivenza delle specie. Lo sviluppo dell’agricoltura, con la progressiva selezione delle sole piante di maggiore interesse produttivo, ha portato ad una riduzione della variabilità genetica. Esempio Frumento tenero in Italia Varietà iscritte al Registro Varietà certificate e commercializzate Varietà largamente coltivate n° 144 n° 105 n° 18 (nel loro complesso occupano il 90% della superficie italiana a frumento tenero) 6 SELEZIONE • Selezione: favorire, nella riproduzione, gli individui con particolari caratteristiche utili • La selezione è efficace solo quando esistono differenze ereditarie • Per molto tempo l’uomo ha fatto selezione, inconsciamente, per migliorare le piante coltivate 7 Selezione entro popolazioni locali • La variabilità genetica presente in una popolazione naturale o in una popolazione differenziatasi sotto l’azione dell’ambiente e dell’uomo (ecotipo o landrace) trae origine dai cambiamenti ereditari che in natura avvengono in percentuale modesta ed in modo imprevedibile, oltre che da ibridazioni naturali e successive ricombinazioni. • Selezione massale • Selezione per linea pura 8 MIGLIORAMENTO GENETICO IN ITALIA SU BASI SCIENTIFICHE TODARO SELEZIONE DA POPOLAZIONE INALLETTABILE 96 1900 STRAMPELLI INCROCIO E SELEZIONE AKAGOMUGHI x RIETI x WILHELMINA TARWE ARDITO - VILLA GLORI - MENTANA DAMIANO CHIESA - S. PASTORE (BATTAGLIA DEL GRANO) 9 •Selezione massale: per formare la nuova varietà si riuniscono le progenie di molte linee tra loro simili Variante: valutazione della progenie della pianta, prima della riunione in massa. Maggiore elasticità della varietà al variare delle condizioni colturali ed ambientali 10 • Selezione per linea pura: la nuova varietà viene fondata sulla progenie di una singola linea 11 Senatore Cappelli • Da selezione per linea pura eseguita da N. Strampelli nel frumento nord africano Jenah Rhetifah • Molto diffuso in tutta Italia ed in coltura per molti anni 12 ( Rieti Wilhelmina Tarwe (NL) (resistenza (produttività) alla ruggine) Linea produttiva e resistente alla ruggine, ma tardiva × ) Akagomughi (JPN) (grande precocità, bassa taglia) Linee resistenti all’allettamento e alla ruggine, con alta fertilità della spiga e precoci: Ardito, Mentana, Villa Glori, Damiano Chiesa, S. Pastore… 13 “…bred in 1929… was grown in Italy and in many countries for more than 35 years.” S. PASTORE 14 Incroci Scopo: combinare in un’unica varietà i geni favorevoli presenti in due o più differenti genotipi. Creazione della variabilità 15 Metodo Pedigree (Selezione genealogica) 16 Popolazione riunita •Durata della fase popolazione riunita: - fino a quando una stagione favorevole non consenta una selezione efficiente per caratteri importanti - in F6, F8 normalmente si raggiunge la completa omozigosi 17 Single Seed Descent 18 OBIETTIVI DEL MIGLIORAMENTO GENETICO Incremento delle rese - nuova architettura della pianta ed in particolare della spiga. - (sfruttamento dell’eterosi (ibridi F1)). • Incremento della stabilità produttiva • Miglioramento dell’utilizzo dell’azoto • Miglioramento della qualità tecnologica, anche in funzione delle nuove tecnologie di trasformazione • Miglioramento della qualità nutrizionale, compresa la riduzione delle intolleranze alimentari • Nuovi prodotti alimentari (alimenti funzionali) • Nuove utilizzazioni non alimentari - resistenza alle avversità biotiche (malattie della radice, della foglia, della spiga e del seme). - resistenza alle avversità abiotiche (alte temperature, freddo invernale, gelate tardive, siccità, allettamento, etc.). 19 Produttività • Il carattere per il quale si seleziona più frequentemente è la produttività, la cui interazione con l’ambiente determina le rese. • La produttività è un carattere complesso, a bassa ereditabiltà, per cui si seleziona per caratteri più semplici (es. componenti della produzione) • Ideotipo di pianta in funzione dell’ambiente colturale (epoca di spigatura e di maturazione, taglia, sistema radicale, portamento della pianta e delle foglie, funzionalità fotosintetica, forma della spiga, struttura della granella, etc.) • La produttività va sempre associata alla qualità • Prodotto (granella) adatto alla destinazione d’uso 20 IDEOTIPO (Donald, 1981) BASSA CAPACITÀ DI COMPETIZIONE (PIANTA CHE CRESCE E SI SVILUPPA SENZA ARRECARE DANNO ALLE CONTIGUE) TAGLIA RIDOTTA RIDOTTA FOGLIOSITÀ BASSO INDICE DI ACCESTIMENTO PORTAMENTO ERETTO DELLE FOGLIE ELEVATI RITMI FOTOSINTETICI 21 Una maggiore potenzialità produttività in condizioni ottimali comporta più elevate esigenze colturali e, quindi, una minore stabilità produttiva in condizioni ambientali meno favorevoli. È difficile riferirsi ad un UNICO IDEOTIPO produttivo, in quanto gli ambienti e le agrotecniche adottate sono estremamente diversificati. 22 Tra varietà ed ambiente di coltivazione si possono instaurare dei rapporti di INTERAZIONE molto forti (Interazione Genotipo Ambiente) che possono condizionare pesantemente le prestazioni della varietà. La risposta della varietà è condizionata dalle situazioni pedoclimatiche o dalla gestione agronomica della coltura. Il comportamento adattativo è generalmente legato all’origine del germoplasma di base e/o all’ambiente di selezione della varietà. 23 La selezione per ampio adattamento (cioè per l’adattamento a diverse condizioni pedoclimatiche e agronomiche) può consentire economie di scala nella costituzione varietale e nelle attività di produzione e distribuzione del seme, e può facilitare la promozione e raccomandazione varietale. Tuttavia, la maggior parte delle varietà appare caratterizzata da adattamento specifico, cioè da risposte adattative generalmente circoscritte in termini geografico-ambientali. La selezione per adattamento specifico può permettere di massimizzare i guadagni selettivi in un dato ambiente e promuove una maggiore diversificazione varietale e, dunque, una maggiore biodiversità nel territorio. 24 Il miglioramento genetico, la raccomandazione varietale e la diffusione commerciale devono considerare o sfruttare l’interazione tra varietà ed ambiente di coltivazione. 25 Altezza della pianta La riduzione della taglia della pianta è stato uno dei principali obiettivi del miglioramento genetico nella prima metà del ‘900 ed è ancora un obiettivo importante in molti programmi di costituzione varietale. Migliore resistenza all’allettamento Colture più fitte > concimazioni azotate Migliore ripartizione della sostanza secca tra prodotto utile e residui pagliosi più alto indice di raccolta (Harvest Index, HI) 26 L’altezza della pianta di grano è un carattere controllato da pochi geni principali con un grande effetto e da molti geni con piccoli effetti. Questi geni costituiscono dei QTL che possono essere identificati usando marcatori molecolari relativamente facili da analizzare 27 Precocità di spigatura La fioritura è il singolo carattere con la maggior influenza sull’adattamento di una varietà al suo ambiente di coltivazione. In frumento, la durata della fase che precede la spigatura è un fenomeno complesso che è determinato da tre fattori: vernalizzazione, lunghezza del giorno e temperature, spesso interagenti tra di loro. L’epoca di spigatura è un carattere di facile determinazione ed altamente ereditabile, così che in ogni ambiente può essere perseguita un’epoca di spigatura ‘ottimale’. 28 Negli ambienti italiani la precocità di spigatura rappresenta la fondamentale caratteristica per sfuggire alla siccità tardo-primaverile/estiva che frequentemente si verifica. Per questo motivo, la precocità ha rappresentato un costante criterio di selezione nei programmi di selezione condotti in Italia, compatibilmente con la necessità di evitare che la spigatura cada in un periodo in cui sono ancora possibili pericolose gelate tardive. 29 RESISTENZA AL FREDDO • Il danno si può verificare in due momenti del ciclo colturale: - con freddo invernale, che colpisce la pianta durante le fasi vegetative - con freddo primaverile, che colpisce le piante durante le prime fasi riproduttive. • Il primo, se accentuato, porta al congelamento della pianta e quindi anche alla morte; se non accentuato, porta ad una riduzione della capacità di accestimento. • Il secondo è dannoso quando il freddo si manifesta durante la levata, con la spiga in formazione, o peggio ancora durante la spigatura. Il danno più evidente è la ridotta fertilità della spiga. 30 • Le specie diploidi (AA) non sono molto resistenti al freddo. • Le specie tetraploidi (AABB) presentano una resistenza maggiore rispetto ai diploidi. • Le specie esaploidi (AABBDD) sono le più resistenti, specialmente quelle provenienti dal Centro ed Est Europa (T. zhukovskyi, T. spelta) • La pianta presenta diversi meccanismi adattativi multipli, per cui non si può selezionare per un unico carattere. • Carattere a base poligenica, controllato da geni parzialmente dominanti con effetto additivo. • I geni sono localizzati nei cromosomi 5A, 5B, 5D e 2B e 4B. • Uso di di prove di laboratorio e di marcatori fisiologici per la selezione 31 RESISTENZA ALLA SICCITÀ Difficoltà di natura economica ed ambientale hanno reso il miglioramento genetico della resistenza agli stress abiotici una valida alternativa alle pratiche agronomiche per ridurre il divario tra le rese reali e quelle potenziali, soprattutto nelle aree più marginali. L’identificazione di varietà capaci di resistere agli stress è l’innovazione tecnologica più facilmente trasferibile agli agricoltori in tali aree, e capace di garantire la sostenibilità dei sistemi agricoli. 32 La resistenza agli stress abiotici, in quanto parte essenziale dell’adattamento ambientale, è necessariamente legata ad un dato ambiente. Tale resistenza è generalmente associata ad un adattamento specifico. I caratteri potenzialmente utili dovrebbero essere valutati e verificati in specifiche condizioni ambientali. Il miglioramento genetico per la resistenza agli stress abiotici ha compiuto notevoli progressi quando è stato riconosciuto che la selezione deve avvenire in presenza dello stress. 33 Numerosi caratteri morfo-fisiologici sono stati indicati come criteri di selezione indiretta per la resistenza alla siccità. • • • • • Precocità Presenza di reste Ultimo internodo lungo Pubescenza Ritardo senescenza fogliare • Arrotolamento fogliare • Cere epicuticolari • Riflettanza radiazione intercettata • Ridotta conducibilità stomatica • Stabilità membrane cellulari • Ridotto diametro vasi radicali • Accumulo di prolina • Aggiustamento osmotico • Efficienza utilizzazione dell’acqua • Efficienza traslocazione sintetati 34 RESISTENZA ALLE MALATTIE La costituzione di varietà di frumento geneticamente resistenti rappresenta il metodo di controllo più efficace, più economico e più ‘ecologico’, considerando il costo dei trattamenti, la diffusione di varianti dei parassiti resistenti ai principi attivi e il rischio di presenza di residui chimici tossici sul prodotto. 35 36 RESITENZA ALLE AVVERSITÀ BIOTICHE Le piante rispondono all’attacco dei patogeni attivando GENI di varia natura coinvolti nella difesa. STRATEGIA DI DIFESA modificazioni della parete cellulare sintesi di fitoalessine tossiche al patogeno inibizione di enzimi del patogeno produzione di enzimi pectinolitici produzione di proteine (RIP = Ribosome Inactivating Proteins) caratterizzate dall’essere potenti inibitori della sintesi proteica delle cellule eucariote 37 MIGLIORAMENTO GENETICO DELLA QUALITÀ Tutti i costituenti chimici della cariosside influiscono sulle caratteristiche del prodotto finito. 38 EFFETTO QUALITÀ La maggior influenza è comunque dovuta alla componente proteica, intesa in senso quantitativo e qualitativo. 39 LE PROTEINE DEL FRUMENTO TENERO 40 LE PROTEINE DEL FRUMENTO DURO 41 La QUALITÀ PROTEICA del frumento è controllata da più geni, localizzati su differenti cromosomi, tra loro interagenti. È possibile selezionare per qualità proteica già a partire dalle prime generazioni segreganti mediante analisi elettroforetiche. Le componenti proteiche evidenziate con l’elettroforesi sono ereditate in modo semplice. 42 Selezione per caratteristiche del seme di frumento duro • Bianconatura: carattere sotto controllo genetico ma molto influenzato dall’ambiente ed in particolare dalle tecniche colturali (concimazione azotata) • Contenuto in ceneri: carattere sotto controllo genetico ma elevata interazione genotipo x ambiente • Colore giallo ambrato: dipende dal contenuto di carotenoidi e dall’attività delle lipossigenasi (enzimi che decolorano i carotenoidi). Esiste ampia variabilità genetica. Recentemente è stato introdotto in duro il gene Yp (yellow pigment) proveniente da Agropyron elongatum. Geni localizzati sui cromosomi della serie 2, 4, 5 e 7 43