INDICE INTRODUZIONE Pag. 03 PARTE 1 - ACQUA ED ORGANISMO UMANO Pag. 04 Proprietà Chimico-Fisiche dell’Acqua Roberto Messori Pag. 05 L’Importanza Biologica dell’Acqua Emanuela Casini Pag. 14 Fabbisogni Idrici nelle Varie Fasce d’Età e Stati Fisiologici Massimo Vincenzi Pag. 23 Pag. 29 Acque Destinate al Consumo Umano Maurizio Rosi Pag. 30 Classificazione delle Acque Minerali Salvatore Vaccaro Pag. 35 Il Percorso delle Acque Minerali dalla Sorgente alla Tavola Salvatore Vaccaro Pag. 44 L’Etichetta delle Acque Minerali Antonia Maria Morini Pag. 50 PARTE 2 - LE ACQUE MINERALI PARTE 3 - ACQUE MINERALI: INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI NELLA DIETOTERAPIA DEGLI STATI FISIOLOGICI E PATOLOGICI Pag. 62 L’Acqua in Età Pediatrica ed Adolescenziale Sergio Amarri, Anna Lasagni, Roberto Verri Pag. 63 L’Acqua in Gravidanza e nell’Allattamento Giovanni Battista La Sala Pag. 70 L’Acqua nello Sportivo Nino Carlo Battistini Pag. 71 L’Acqua negli Stati Patologici Barbara Paolini Pag. 74 Fegato ed Acque Giovanni Fornaciari Pag. 83 Apparato Gastrointestinale ed Acque Angela Mazzocchi Pag. 85 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 1 PARTE 4 - ABSTRACTS Pag. 88 Indagine sull’intake idrico medio/die in pazienti ospedalizzati Pag. Salvatore Vaccaro Valutazione della distribuzione dei fluidi corporei in soggetti con eccesso ponderale tramite l’Analisi Bioimpedenziometrica Pag. Salvatore Vaccaro 89 90 PARTE 5 - ACQUE MINERALI E MERCATO ITALIANO Pag. 91 Le principali acque minerali presenti sul mercato italiano Salvatore Vaccaro Pag. 92 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 2 Liscia, gassata, frizzante, effervescente naturale, piatta, leggermente gassata, oligominerale, purificata. Ci si può davvero perdere in un oceano d’acqua. Cosa ci ha indotti ad affrontare questo tema? Gli italiani sono i maggiori produttori e bevitori mondiali d’acqua minerale con un consumo di oltre 180 litri pro capite. Più del 50 per cento dei nostri connazionali beve acqua minerale in bottiglia, probabilmente perché la ritiene più sicura e piacevole. Le acque minerali ed il loro consumo possono presentare numerosi aspetti poco conosciuti e non del tutto definiti Molti ritengono che l'acqua minerale sia migliore e più garantita dell'acqua dell'acquedotto tanto da tutelare meglio la propria salute e quella della propria famiglia. L’acqua minerale una volta imbottigliata, distribuita e pubblicizzata può arrivare però a costare dalle 500 alle 1000 volte in più rispetto all'acqua del rubinetto. Vale la pena spendere tanti soldi per acquistarla? L’acqua minerale è di qualità superiore all’acqua del rubinetto? La pubblicità fatta dalle aziende produttrici dell’acqua minerale può creare false aspettative nei consumatori? Le etichette delle bottiglie sono sufficientemente chiare nel presentare un tipo di acqua rispetto ad un’altra? E allora è possibile con l’aiuto di esperti verificare se questo elemento-alimento, indispensabile alla nostra vita, possa essere consumato tramite una scelta responsabile? Accostare ad un determinato cibo un tipo di acqua minerale può essere un modo per migliorare la digestione ed arricchire la nostra gastronomia? Esistono acque minerali utili alla cura di patologie epatiche e gastroenterologiche? La legislazione vigente tutela i consumatori verso acque minerali non idonee? Quanta acqua è necessaria al nostro organismo nelle varie età della vita? Ecco perché abbiamo scelto questo tema, davvero appassionante, con la speranza che ai tanti quesiti posti venga data una risposta dissipando dubbi e confermando, se esistono, certezze. Dr. William Giglioli Responsabile U.O. Lungodegenza Post-Acuta Riabilitazione Estensiva - Cure Palliative Responsabile Team Nutrizionale Aziendale A.O. Arcispedale Santa Maria Nuova L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Parte 1 Acqua ed Organismo Umano L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 4 PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE DELL’ACQUA Roberto Messori ARPA Emilia Romagna - Sezione di Reggio Emilia Il convegno che si apre oggi pone al suo centro l’acqua. Mai come ora, forse, il problema “acqua” è sentito, discusso ed è fonte di preoccupazione a livello mondiale. Come sappiamo non è possibile concepire una qualsiasi forma di vita, almeno sul nostro pianeta, a prescindere dall’acqua. Tutti quanti siamo a conoscenza che la risorsa acqua, e soprattutto l’acqua potabile, non può essere considerato un bene infinito: è un bene prezioso, “strategico” che va tutelato, innanzitutto pensando alle generazioni future. Ma veniamo all’argomento del mio intervento: le qualità chimico-fisiche dell’acqua. Dal punto di vista chimico l’acqua è definita come l’ossido di idrogeno, la sua molecola è da noi tutti conosciuta e la vita su questo pianeta (almeno per come la conosciamo) non si sarebbe mai sviluppata se l'acqua non avesse alcune proprietà chimicofisiche molto singolari che la fanno essere davvero una molecola straordinaria. Facciamo qualche esempio. L’acqua allo stato liquido ha densità maggiore dell’acqua allo stato solido; se così non fosse i ghiacci galleggianti affonderebbero, e si adagerebbero sui fondali marini. Altra proprietà particolarissima dell’acqua è quella che, nonostante il suo basso peso molecolare, presenta punti di fusione e di ebollizione relativamente molto elevati, e possiede un’alta capacità termica che permette all’acqua di non risentire eccessivamente degli sbalzi di temperatura esterni. Questo fatto è di estrema importanza sia dal punto di vista ambientale (per la capacità di mari, laghi, oceani di mitigare il clima) che dal punto di vista fisiologico (il nostro corpo è formato in gran parte d’acqua e la costanza della temperatura è, per le cellule, di capitale rilevanza). Molte delle proprietà dell’acqua sono dovute e spiegate dalla sua forma e dalla sua struttura elettronica. La teoria del legame chimico aiuta a spiegarle. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 5 Molte di queste proprietà e altre ancora risiedono nella particolare natura del legame fra l’atomo di ossigeno e i due atomi di idrogeno, nella loro geometria e nella differenza di elettronegatività fra questi due elementi. Proprio a causa di questa differenza la molecola d’acqua può interagire con altre molecole polari o forme ioniche (vedi il fenomeno della solvatazione), mentre le molecole apolari tenderanno a rifuggire l’acqua (e per questo si usa per le specie apolari il termine “idrofobico”, cioè che “teme l’acqua”). In virtù della polarità delle molecole d’acqua, poi, queste si possono legare fra di loro per mezzo dei cosiddetti “legami idrogeno”, in cui l’ossigeno di una molecola si coordina all’idrogeno di un’altra con una direzionalità ben precisa. Proprio questo specialissimo legame spiega molte delle proprietà dell’acqua prima enunciate. Quando però si parla di proprietà chimico-fisiche delle acque destinate al consumo umano (sia quelle di “rubinetto” che quelle minerali naturali “in bottiglia”) ci si riferisce, solitamente, alle caratteristiche di soluzioni acquose contenenti diversi sali. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 6 Principali parametri di composizione delle acque destinate al consumo umano e delle minerali Conducibilità elettrica In una soluzione, gli ioni presenti consentono il passaggio della corrente elettrica. Poiché la conducibilità elettrica aumenta in modo proporzionale alla concentrazione delle sostanze disciolte, la conducibilità elettrica è un parametro utile per ottenere una misura, seppur approssimativa, del contenuto salino di un’acqua. La conducibilità elettrica è molto influenzata dalla temperatura e generalmente viene riportata la conducibilità elettrica specifica a 20 °C con unità di misura in μS/cm. L’acqua molto pura (cioè con un bassissimo contenuto di ioni in essa disciolti) ha una conducibilità elettrica molto bassa, mentre le acque sotterranee comunemente utilizzate per il consumo umano presentano valori di conducibilità elettrica specifica che comunemente va dai 100 ai 1000 μS/cm. pH Nell'acqua allo stato liquido una parte delle molecole si dissocia spontaneamente in + ioni H e ioni OH–. Alla temperatura standard di 25°C la concentrazione di ioni H+ è pari a 1,0 x 10-7 eq/L. Anziché esprimere la concentrazione degli ioni H+ in questa forma, si utilizza il logaritmo decimale negativo (o cologaritmo) detto pH. Più esattamente il pH è però definito come il logaritmo negativo dell’attività dello ione H+. pH = -log10 a H+ Il pH di un’acqua distillata. in assenza di anidride carbonica disciolta è 7,00 a 25°C. Questo valore di pH definisce la condizione di neutralità: pH inferiori a 7 indicano condizioni di acidità, superiori di basicità. Il pH delle acque sotterranee, con basso contenuto di anidride carbonica disciolta, è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0. Le acque con bassa mineralizzazione, alimentate dalla fusione delle nevi o dalla pioggia, presentano generalmente un pH intorno a 5,5-6,5; nelle normali acque fluviali o di sorgente, di tipologia prevalentemente bicarbonato-calcica, il pH va da 7,0 a 8,0. Variazioni anche minime del pH hanno un ruolo importante nel modificare la solubilità di certe sostanze. La solubilità del calcare, ad esempio, è molto influenzata dal valore di questo parametro. Potenziale redox (ORP) La misura del potenziale redox, ovvero della capacità della soluzione di risultare donatore o accettore di elettroni (quindi riducente o ossidante) risulta molto utile per comprendere le dinamiche che avvengono all’interno delle acque sotterranee. La stabilità e la solubilità di molte specie ioniche presenti in un’acqua dipende fortemente dalle condizioni redox: ne sono un esempio, come si dirà più avanti, la presenza nelle acque di ferro, manganese e ammonio. È un parametro da valutare esclusivamente al momento del prelievo ma non è richiesto dalle normative di controllo delle acque. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 7 Residuo fisso Il contenuto in sali di un'acqua può essere misurato attraverso il residuo fisso. Il residuo fisso o residuo totale a 180 °C, corrisponde alla parte solida che rimane dopo aver evaporato ed essiccato alla temperatura di 180 °C, una quantità nota di acqua, in genere 1 litro. Esso esprime la quantità totale di sali contenuti. Nelle acque destinate al consumo umano e in quelle minerali naturali il residuo fisso presenta valori che vanno dalle oligominerali (con residuo fisso minore di 500 mg/L), ad acque a media mineralizzazione (spesso comunque non superiori o di poco superiori ai 1000 mg/L). Forme di azoto nelle acque L’azoto come gas può essere presente nelle acque sotterranee in fase di gas disciolto, ma molto più importanti sono le forme dell’azoto presenti in composti a differenti stati di ossidazione. Ammonio L'ammoniaca deriva solitamente da sostanze proteiche non completamente degradate, principalmente dall’azoto degli amminoacidi che per deamminazione passa a NH3 secondo la sequenza: proteine → amminoacidi → urea → azoto → ammoniacale Nelle acque destinate al consumo umano e in quelle minerali naturali l’ammoniaca è generalmente assente. Fanno eccezione le acque provenienti da acquiferi torbosi dove, in presenza di potenziale redox decisamente negativo, la concentrazione di ammonio può raggiungere valori di alcuni milligrammi al litro: nelle acque provenienti dai pozzi della bassa padana, ad esempio, è usuale riscontrare concentrazioni di ammonio fino anche a 5 mg/L. Nitrito e nitrato Queste forme di azoto, quando presenti, sono spesso in bassa concentrazione. Valori elevati sono indici di una risorsa compromessa da inquinamenti. Lo ione nitrato raggiunge le acque sotterranee principalmente come sostanza disciolta nelle acque piovane di infiltrazione, ma i valori di nitrato in acque a basso impatto antropico raramente superano i 4-5 mg/L. Per questo parametro il D.Lgs 31/2001 (relativo alle acque destinate al consumo umano) pone un limite di 50 mg/L, mentre la normativa vigente per le acque minerali naturali fissa a 45 mg/L il limite e addirittura a 10 mg/L per le acque destinate alla prima infanzia: il motivo di queste limitazioni è dovuto alla possibilità che il nitrato, nello stomaco (soprattutto dei lattanti), possa trasformarsi in nitrito e quindi, reagendo con alcune ammine introdotte col cibo, formare le nitrosammine, sostanze che, secondo la letteratura scientifica, nelle cavie sono risultate epatotossiche e cancerogene. A questo proposito c’è da ricordare che nitrato e nitrito entrano spesso nella nostra dieta anche come conservanti nei salumi (nitrato e nitrito di sodio: E251 e E250). Lo ione nitrito è generalmente assente nelle acque destinate al consumo umano e/o minerali. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 8 Fluoruro Nelle acque sotterranee, quando sono assenti particolari situazioni geochimiche, il contenuto di ione fluoruro è molto basso da < 0,05 a 0,20 mg/L. Il fluoruro ha una duplice veste: esso è un elemento necessario all’organismo umano (l’apporto alimentare di fluoro a basse dosi può avere un’azione benefica sulla dentizione), ma potrebbe determinare fluorosi, in particolare nella popolazione più sensibile come lattanti e bambini in tenera età. Pertanto il recente D.M. 11 settembre 2003 sulle acque minerali prevede all’art. 1 che «le acque minerali naturali, la cui concentrazione di fluoro è superiore a 1,5 mg/L, devono riportare la seguente indicazione in etichetta: Contiene più di 1,5 mg/L di fluoro: non ne è opportuno il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età inferiore a sette anni». Cloruro Lo ione cloruro è presente nelle acque sotterranee in concentrazioni molto variabili in funzione della litologia degli acquiferi. In acque che circolano nelle arenarie uarzosofelspatiche, rocce molto comuni in aree appenniniche, o in aree carsiche, i cloruri si trovano in concentrazioni fra 5 e 20 mg/L. Questi derivano in gran parte dagli apporti della pioggia. Nelle acque delle piane alluvionali, il cloruro è quasi sempre in concentrazioni superiori, specialmente in zone costiere dove le falde di acqua dolce possono venire in contatto con quelle marine. Quasi sempre l’estrazione eccessiva di acque dal sottosuolo determina risalita del cuneo salino dal mare con grave compromissione della risorsa. Nelle zone aride, le acque sotterranee profonde sono spesso ricche in cloruro per l’assenza di diluizione da parte delle acque piovane di infiltrazione e per i tempi lunghi di contatto con le rocce dell’acquifero che ne favoriscono l’arricchimento. Solfato Lo ione solfato è presente in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee; in acque sotterranee si possono riscontare concentrazioni da pochi mg/L fino, in alcuni casi, a oltre 1000 mg/L; le concentrazioni più elevate si riscontrano nelle acque che vengono in contatto con sedimenti evaporitici a gesso (CaSO4.2H2O) o anidrite (CaSO4). Carbonato e bicarbonato L’anidride carbonica, disciolta nell’acqua piovana di infiltrazione o generata per fenomeni di metamorfismo delle rocce si scioglie in acqua con formazione di acido carbonico, un acido debole con costante di dissociazione di 4,2x10–7. La presenza di carbonati e bicarbonati (o idrogenocarbonati) nelle acque dipende quindi dalla CO2 presente e dalle reazione di equilibrio di questa in funzione del pH. La distribuzione delle varie specie CO2 acquosa (acido carbonico), HCO3- e CO3-2 in funzione del pH è riportata nella figura 1. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 9 In molte acque sotterranee con pH intorno a 7,5 è presente prevalentemente la forma HCO3 (bicarbonato) che quindi contribuisce totalmente all’alcalinità dell’acqua. Per questo motivo i carbonati risultano assenti o hanno concentrazioni normalmente molto basse mentre i bicarbonati possono raggiunge valori anche superiori a 500 mg/L. - Calcio Il calcio è un elemento molto abbondante ed è presente in molti minerali costituenti la crosta terrestre; molte rocce contengono calcio in elevata percentuale. Concentrazioni elevate (rispetto al totale dei cationi) indicano generalmente la provenienza da rocce carbonatiche. Tuttavia, le acque che circolano nei sistemi carbonatici di tipo carsico, con rocce costituite da calcari e dolomie, sono generalmente a basso contenuto di calcio e magnesio per l’elevata velocità di attraversamento che non dà luogo a significativi fenomeni di solubilizzazione. La dissoluzione dei calcari avviene per opera dell’acqua ricca di anidride carbonica. Nelle acque sotterranee le concentrazioni di calcio che comunemente si riscontrano sono comprese fra 10 e 200 mg/L. L’importanza del calcio nella nutrizione è da tutti riconosciuta (per le ossa, i denti, i muscoli, i nervi). Magnesio Anche il magnesio è un elemento diffuso in molti minerali della litosfera. Concentrazioni elevate si riscontrano nelle acque che hanno un lungo tempo di residenza in acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie contenenti dolomia (carbonato doppio di calcio e magnesio) o ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente marino profondo e ricche in silicio, alluminio, ferro, magnesio). In questi casi si raggiungono valori fino a 100 mg/L. L’importanza del magnesio nella nutrizione è da molti riconosciuta, fra l’altro, per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 10 Durezza La durezza è connessa alla presenza dei due ioni alcalino-terrosi ed è definita come la somma del contenuto dei sali di calcio e di magnesio espressi come CaCO3. In origine il concetto di durezza esprimeva la maggiore o minore capacità di un’acqua di produrre schiuma insieme al sapone. La presenza di calcio e magnesio inibisce infatti la formazione di schiuma e limita il potere “lavante” dell’acqua. La durezza è un parametro frequentemente tenuto sotto controllo, in particolare per l’utilizzo domestico dell’acqua dove, nei circuiti dell’acqua calda, acque con durezza relativamente elevata possono dare luogo alla deposizione di carbonati di calcio e magnesio. In relazione alla durezza nelle acque si adottano principalmente le seguenti definizioni: • durezza totale: concentrazione totale di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato di calcio (è il parametro richiesto dalle normative su acque potabili e minerali). • durezza permanente: concentrazione di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato di calcio, misurata dopo ebollizione dell’acqua. La durezza permanente è il contenuto di calcio e magnesio dovuto alla presenza di solfati o cloruri e, talora, nitrati, che persiste dopo aver fatto precipitare i carbonati e i bicarbonato per ebollizione. • durezza temporanea: differenza fra la durezza totale e quella permanente. Essa rappresenta la concentrazione dei bicarbonati alcalino-terrosi ed è espressa come carbonato di calcio. La durezza totale è un parametro molto usato in idrogeologia e viene comunemente espressa in gradi francesi; 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di CaCO3, oppure a 8,7 mg/L di MgCO3. Vi sono scale di classificazione della durezza delle acque che non sempre sono in accordo; fra queste quella più comunemente usata è la seguente: • leggere o dolci, se con durezza inferiore a 14 °F; • mediamente dure, se con durezza compresa tra 14 e 22 °F; • dure, se con durezza superiore a 22 °F. Sodio Trattandosi di uno dei costituenti base di molti tipi di rocce, è sempre presente nelle acque sotterranee e superficiali principalmente a causa dell’elevata solubilità dei suoi sali. Nelle acque il sodio deriva dalla lisciviazione dei depositi superficiali e sotterranei di sali, dalla alterazione dei minerali silicei, dalle intrusioni di acqua marina negli acquiferi di acqua dolce. Elevate concentrazioni di sodio sono spesso accompagnate da cloruri. Potassio Il potassio proviene per lo più dai principali silicati costituenti le rocce di origine magmatica o argillosa. Le concentrazioni che normalmente si riscontrano sono generalmente inferiori o intorno a 1 mg/L. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 11 Metalli e altri elementi nelle acque Metalli ed altri elementi di natura non metallica (arsenico, selenio) possono essere presenti nelle acque naturali in concentrazioni, normalmente molto basse, e in forme diverse. Ferro Sono le condizioni riducenti del sistema, come frequentemente si riscontrano in acque sotterranee, che possono determinare mobilizzazioni di concentrazioni elevate di questo metallo nella forma dello ione Fe+2. Le acque che contengono elevate concentrazioni di ioni Fe+2 (talvolta fino a 5000 μg/L), una volta ossigenate a contatto con l’aria, tendono a dar luogo ad intorbidamenti per la formazione di un precipitato di idrossido ferrico. Nelle acque il ferro, già con valori di concentrazione di 250 – 300 μg/L, crea inconvenienti per la formazione di incrostazioni di idrossidi e carbonati e per il sapore metallico che impartisce all’acqua. Concentrazioni elevate di ferro in soluzione possono determinare poi sviluppo di ferrobatteri con problemi di corrosione delle tubazioni. Il ruolo e l’importanza del ferro nell’organismo umano è noto: esso è il costituente dell’emoglobina e come tale ricopre una funzione essenziale. Manganese Il manganese contenuto nelle acque sotterranee deriva frequentemente dalla solubilizzazione del carbonato di manganese, MnCO3, presente con una certa abbondanza nei paleosuoli. Spesso accompagna i minerali di ferro avendo un comportamento simile. Il manganese è presente nelle acque spesso come ione Mn+2, specie chimica piuttosto solubile. Generalmente, quando è presente in concentrazioni superiori a 50 μg/L e viene a contatto con l’aria, si ha l’ossidazione e la precipitazione come idrato Mn(OH)4, che provoca gli stessi inconvenienti del ferro: intorbidamento dell’acqua, sapori sgradevoli, torbidità e depositi nelle tubazioni. Per l’organismo umano il manganese è un costituente di alcuni enzimi e come tale risulta essenziale. Arsenico L’arsenico costituisce un contaminante delle acque diffuso in numerose aree della Terra e la sua presenza è normalmente imputabile a rilasci di origine naturale. Numerosi sono i territori dove si rileva arsenico nelle acque in concentrazioni elevate. Particolarmente grave è la situazione nel West Bengala (India), dove una popolazione di 1,5 milioni di persone è interessata dall’uso di acque contaminate da arsenico, con concentrazioni medie intorno a 200 μg/L. In Italia valori di arsenico, a volte anche superiori a 10 μg/L (l’attuale concentrazione massima ammessa dal D.Lgs 31/2001) sono riscontrati ad esempio nelle acque sotterranee in alcune aree dell’Emilia, in acque di pozzo di alcuni comuni della provincia di Mantova e in alcuni comuni del Veneto, ma anche in acque di sorgente di acque minerali o in laghi del Lazio settentrionale e nelle acque sotterranee dei Campi Flegrei (Napoli). Dalla maggior parte di queste indagini emerge che la presenza dell’arsenico è legata a processi naturali di cessione dei minerali (spesso arsenopiriti) presenti negli acquiferi. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 12 L’arsenico è presente principalmente nelle due forme di ossidazione come As+3 e As+5. La forma stabile in condizioni ossidanti è As+5, mentre As+3 è presente in condizioni riducenti, in particolare nelle acque sotterranee, frequentemente associato a Fe+2 e ammonio. I limiti di legge sono comunque relativi all’arsenico totale. Aspetti tossicologici dell'arsenico I composti inorganici dell'arsenico sono molto tossici e sono considerati cancerogeni. L'arsenico (come “arsenic and compounds”) è inserito dalla International Agency for Research on Cancer (IARC, 1987) nel Gruppo 1 della lista dei cancerogeni umani. Gli effetti sulla salute umana sono diversi a seconda del tipo di esposizione. Quelli acuti, prodotti dall’esposizione ad alte dosi, inducono gravi effetti sull’apparato gastroenterico e sui reni, mentre le maggiori ricadute sanitarie sono dovute alle lunghe esposizioni a basse dosi, prevalentemente per l’impiego dell’acqua utilizzata a scopo potabile: studi epidemiologici hanno dimostrato gli effetti cancerogeni dell’arsenico assunto attraverso questo veicolo. Un tempo era considerato un elemento di interesse per l’organismo umano (sembra legato al processo della crescita), tanto che ancora oggi sono impiegate ad uso termale le acque arsenicali-ferrugginose che trovano impiego sia nella balneoterapia per la cura di particolari malattie delle pelle, sia nel trattamento di anemie. In realtà, come riportato in precedenza, l’arsenico è molto più conosciuto e studiato per gli effetti tossici. Selenio Il selenio è presente nella crosta terrestre in piccole quantità come seleniuro e selenito Il selenio è un elemento essenziale per i sistemi biologici. Carenze di questo elemento possono determinare problemi alla salute, tuttavia la dose tossica è molto vicina a quella fisiologica, tanto che nelle acque minerali e in quelle potabili il valore limite è molto basso (10 μg/L). Stronzio, litio, bario ed altri elementi in traccia Stronzio litio e bario, sono contenuti generalmente in tutte le acque in concentrazioni variabili. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 13 L’IMPORTANZA BIOLOGICA DELL’ACQUA Emanuela Casini Biologa Libero-Professionista - Modena Introduzione La vita come noi la conosciamo, si è evoluta nell’acqua ed è sempre legata alla presenza dell’acqua, l'esistenza sulla terra non sarebbe stata possibile senza questa materia dai molteplici aspetti e dalle fondamentali proprietà biologiche. Perciò le caratteristiche dell’acqua hanno un’importanza fondamentale per tutti gli esseri viventi. Ogni giorno l'acqua, elemento semplice ma preziosissimo, ricorre nella nostra vita. "If there is magic on this planet, it is contained in water" (Loran Eisely "The immense journey, 1957 - dal sito Internet dell'EPA - United States Environmental Protection Agency Of water). Come ormai è noto, l'apporto di acqua è indispensabile alla vita; mentre si può sopravvivere anche 10 settimane senza mangiare, la morte sopraggiunge solo dopo pochi giorni se il digiuno è totale. Funzioni Le cellule degli organismi superiori sono in gran parte costituite di acqua e possono vivere soltanto se costantemente immerse in mezzi acquosi. Negli organismi terrestri la superficie corporea è esposta a un ambiente non acquoso; tuttavia, la maggior parte delle cellule che si trovano negli strati superficiali esposte all’aria sono cellule morte che vengono costantemente rimpiazzate da elementi degli strati sottostanti (come per esempio, le cellule dello strato corneo dell’epidermide) e il cui compito è quello di impedire l’eccessiva perdita d’acqua dagli strati sottostanti. Al di sotto delle superfici esposte all’ambiente atmosferico, quindi, grazie al mantenimento di un ambiente acquoso e a parametri chimico-fisici relativamente costanti, le diverse funzioni cellulari possono svolgersi in condizioni ottimali. Dal punto di vista biologico, l’acqua cellulare non ha proprietà uniformi. In ambito cellulare, le molecole di acqua possono essere suddivise in due popolazioni. Alcune infatti vanno a costituire la cosidetta acqua di idratazione, mentre le rimanenti formano l’acqua di riempimento (o bulk water). Le due popolazioni, anche se chimicamente identiche, differiscono per alcune caratteristiche fisiche (capacità termica, costante dielettrica, potere di solvatazione, etc.) e per il rispettivo ruolo biologico. L’acqua di idratazione è costituita da molecole altamente ordinate (basso contenuto entropico), strettamente addossate alle macromolecole biologiche. Essa rappresenta circa il 40% dell’intero patrimonio idrico cellulare. L’acqua di idratazione va considerata come l’acqua strettamente necessaria al funzionamento dei principali componenti molecolari della cellula (es. una molecola enzimatica, anche in presenza della sola acqua di idratazione, manifesta già la massima attività catalitica). Le molecole ascrivibili all’acqua di riempimento mostrano, al contrario, un marcato disordine (alto contenuto entropico). Anche se non direttamente implicata nel funzionamento L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 14 delle principali molecole di interesse biologico, l’acqua di riempimento è impegnata a sostenere fenomeni il cui riflesso, nell’ambito dell’intera economia cellulare, è tutt’altro che trascurabile (equilibrio osmotico, diffusione, solvatazione di elettroliti, etc.). Ciò che risulta essenziale è la possibilità di interconversione fra molecole d’acqua appartenenti a popolazioni diverse. Molecole appartenenti all’acqua di idratazione possono disorganizzarsi per poi andare a far parte dell’acqua di riempimento e viceversa. Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il mantenimento della vita ed è anche quello presente in maggior quantità. La sua presenza è indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che avvengono nel nostro corpo. Il ruolo biologico dell'acqua deriva dalla struttura e dalle proprietà chimico-fisiche di questa singolarissima sostanza. Quindi l'acqua che beviamo non serve solo a dissetarci e rinfrescarci, ma svolge un grande numero di funzioni insostituibili: è solvente di gas, elettroliti e colloidi; trasporta i nutrienti e metaboliti all’interno delle cellule partecipa ai processi di termoregolazione; costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive; è il costituente fondamentale delle secrezioni e dell’allontanamento delle sostanze di rifiuto; svolge una funzione plasmatica, conferendo turgore alle cellule e proteggendo l’omeostasi corporea. Solvente di gas, elettroliti e colloidi L’acqua possiede una struttura chimico-fisica straordinaria che costituisce una matrice coerente di coordinamento delle molecole in essa disciolte. Una delle più evidenti proprietà straordinarie dell’acqua è la sua elevata solubilità per un gran numero di sostanze polarizzabili dette pertanto idrofile. Questa capacità ad interagire con il gradiente di polarità delle sostanze conduce l’acqua ad avere una grande importanza nello sviluppo dei sistemi viventi. Infatti l’acqua ha un ruolo primario nella trasformazione delle proteine da lineari a condensate in modo tridimensionale. Attraverso la condensazione il ripiegamento che le sostanze proteiche assumono diventa funzionale alla creazione di siti biologicamente attivi per interfaccia di gruppi chimici reattivi. Pertanto le reazioni idrofile e le reazioni idrofobiche delle molecole in acqua fanno ruotare le molecole proteiche che possono racchiudere e raggruppare le parti idrofile nel centro ed esporre le parti idrofobiche all’esterno creando delle membrane proteiche flessibili a processi di osmosi. L’acqua ha un ruolo primario anche nel meccanismo della respirazione. La respirazione è il processo mediante il quale gli organismi si procurano ossigeno (O2) ed eliminano anidride carbonica (CO2). Questi gas vengono veicolati dal sangue ad appositi organi respiratori dotati di particolari superfici membranose estremamente delicate, a livello delle quali avviene uno scambio di gas con l’ambiente esterno. La funzione della respirazione è quella di apportare alle cellule l’O2 che, attraverso le reazioni della respirazione cellulare, permette la produzione di energia sotto forma di ATP (adenosin trifosfato), energia che verrà poi utilizzata nei processi vitali; i prodotti di scarto della respirazione cellulare (come CO2 e L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 15 H2O) vengono eliminati dalla cellula sempre mediante il processo della respirazione. Il passaggio dell’O2 all’interno degli organismi è basato sul fenomeno della diffusione, ovvero il movimento casuale delle molecole. La diffusione è il meccanismo attraverso il quale una sostanza migra spontaneamente da una regione in cui la sua concentrazione (misurata in pressione parziale) è più alta ad una regione in cui la sua concentrazione è più bassa. Maggiore è la differenza tra le pressioni parziali, maggiore è il tasso di diffusione. La concentrazione dell’O2 nelle cellule è bassa, mentre quando lascia i polmoni l’emoglobina (pigmento respiratorio) contenuta nel sangue è satura al 100% (quattro molecole di ossigeno sono legate ad ogni molecola di emoglobina): così l’ossigeno quando raggiunge i capillari diffonde dal sangue alle cellule. La situazione contraria si verifica con l’anidride carbonica. Infatti, la concentrazione di CO2 nelle cellule metabolicamente attive è maggiore che nei capillari, così l’anidride carbonica diffonde dalle cellule ai capillari. L’acqua contenuta nel sangue si combina con l’anidride carbonica formando acido carbonico, il quale si dissocia in ione bicarbonato e ione ossigeno. In questo modo la molecola di anidride carbonica non risulta più presente nel sangue e l’attività di diffusione di CO2 dalle cellule al sangue può continuare. Infine, nei capillari degli alveoli polmonari il bicarbonato si combina con lo ione idrogeno formando acido carbonico che si dissocia in anidride carbonica e acqua. La CO2 diffonde quindi negli alveoli e poi fuori dal corpo con l’espirazione. Affinché le superfici respiratorie possano svolgere adeguatamente la loro funzione è necessario che siano umide: infatti sia l’O2 che la CO2 devono essere sciolti nell’acqua per poter diffondere. Trasporta nutrienti e metaboliti all’interno delle cellule All’interno dell’organismo, i nutrienti e i metaboliti sono trasportati, in soluzione, essenzialmente dal plasma e dalla linfa. Il trasporto dei nutrienti all’interno delle cellule e dei prodotti catabolici dall’interno delle cellule al fluido extracellulare avvengono generalmente per processi di diffusione e di trasporto attraverso le pareti dei capillari e le membrane cellulari. I fluidi extracellulari trasportano anche una vasta serie di “messaggeri”, come gli ormoni, dai siti di sintesi a quelli dove queste sostanze esplicano la loro azione e sono quindi fondamentali nella coordinazione delle funzioni dell’organismo. Partecipa ai processi di termoregolazione Il corretto svolgimento delle reazioni chimiche all’interno dell’organismo richiede che la temperatura corporea rimanga sostanzialmente costante nonostante le variazioni nella produzione di calore dipendenti dall’attività metabolica. La grande capacità termica propria dell’acqua è in grado di minimizzare le variazioni di calore e, in particolare, il compartimento intravascolare è in grado di disperdere gli eccessi di calore prodotto nei siti metabolicamente attivi. L’acqua è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea mediante la sudorazione, anche impercettibile, e il vapor acqueo eliminato attraverso i polmoni. Il suo alto calore latente di evaporazione è responsabile della sua capacità termoregolatrice. La termoregolazione corporea è un meccanismo tendente a mantenere costante la temperatura dell’organismo attraverso l’adattamento dei processi di produzione e di dispersione del calore ai cambiamenti della temperatura ambientale. Negli organismi animali la produzione di calore L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 16 deriva dai processi ossidativi del metabolismo energetico, dall’attività muscolare e dall’alimentazione; per quest’ultima secondo l’azione dinamica specifica degli alimenti. Le perdite di calore avvengono in gran parte (70% circa) per radiazione e conduzione e, in via secondaria, attraverso il sudore, la respirazione e gli emuntori intestinale ed urinario. I meccanismi di termoregolazione sono propri degli animali superiori a sangue caldo od omeotermi. Gli animali a sangue freddo o pecilotermi (rettili, anfibi, pesci) possiedono meccanismi di termoregolazione molto rudimentali, per cui la loro temperatura corporea varia entro limiti abbastanza estesi ed in rapporto alla temperatura dell’ambiente circostante. Negli animali ibernanti poi i meccanismi termoregolatori sono operativi solo in determinati periodi dell’anno e quando la temperatura esterna scende al di sotto di certi valori, essi cadono in letargo ed in tale condizione la temperatura corporea diminuisce raggiungendo valori di 2025° C. A seguito di variazioni della temperatura ambientale, gli organismi omeotermi mettono in atto risposte di tipo somatico, endocrino, comportamentale ed in modo particolare neurovegetativo attraverso cui viene adeguata l’entità delle perdite e della produzione di calore. I meccanismi attivati dal freddo sono: l’attività muscolare, la secrezione di adrenalina e di ormone tireotropo, l’aumento dell’appetito (tutti fattori che aumentano la produzione di calore), come pure la vasocostrizione cutanea ed i riflessi di orripilazione e di raggomitolamento, che tendono a diminuire la perdita di calore. Al contrario sono attivati dal caldo: la vasodilatazione cutanea, la ventilazione polmonare e la sudorazione che favoriscono la dispersione del calore; questi stimoli diminuiscono insieme l’appetito, l’attività motoria e la secrezione ipofisaria di ormone tireotropo con conseguente rallentamento del metabolismo e quindi della produzione di calore. L’insieme dei meccanismi riflessi termoregolatori è integrato dall’ipotalamo. Nell’ipotalamo anteriore esiste un centro termolitico: cioè un gruppo di neuroni sensibili ad aumenti di temperatura di 1-2° C e capaci di reagire a questi aumenti con l’attivazione dei meccanismi di attivazione termica. Lesioni a livello dell’ipotalamo anteriore determinano ipertermia. Nell’ipotalamo posteriore e laterale esiste un centro termogenetico costituito da neuroni che risentono della diminuzione della temperatura ambiente e che reagiscono con l’attivazione di meccanismi conservativi e produttivi del calore. In determinate circostanze il controllo ipotalamico della temperatura corporea risulta spostato a livello più alto: ciò in particolare si osserva nella febbre dovuta il più delle volte alla liberazione di tossine che agiscono sui centri termoregolatori dell’ipotalamo attraverso fattori “ pirogeni ” dei leucociti circolanti. La giusta quantità d'acqua permette al cervello di controllare correttamente i meccanismi di termoregolazione del nostro corpo. La mancanza d’acqua da origine a scompensi come: crampi, sensazione di spossatezza e mancamenti nei casi di disidratazione più gravi. Un rischio da evitare è quello di bere solo quando ne avvertiamo strettamente il bisogno, perché potrebbe essere già troppo tardi. Infatti, il senso di sete è controllato dall'ipotalamo, ma questa ghiandola del cervello non è un indicatore sempre affidabile e a volte può scattare in ritardo. Perciò, bisogna imparare a idratarsi regolarmente durante la giornata, anche quando si crede di non averne bisogno. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 17 Costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive L'acqua costituisce un vero e proprio reagente in moltissime reazioni del chimismo cellulare. Da un punto di vista più strettamente biochimico, l'essenziale importanza dell'acqua deriva dalla considerazione che la condizione generale per lo svolgimento delle trasformazioni metaboliche è che le sostanze reagenti siano allo stato di soluzione acquosa. Per esempio l'acqua viene utilizzata nei numerosi processi di scissione enzimatica di legami che avvengono durante l'utilizzazione dei carboidrati, dei lipidi, delle proteine e negli svariati processi di degradazione, partecipa ai fenomeni digestivi facilitando il transito e la fluidificazione del chimo attraverso il tubo gastroenterico fino a che i nutrienti, in soluzione, passano attraverso la parete intestinale e vengono convogliati al sangue e alla linfa. I processi metabolici riguardano le trasformazioni di una sostanza e la trasformazione dell'energia chimica delle sostanze alimentari in calore o in lavoro meccanico. Nel metabolismo della materia si distinguono due momenti: l’anabolismo, per mezzo del quale si ha la formazione delle sostanze o l'immagazzinamento di materiale di riserva, a partire dalle sostanze nutritive introdotte e che utilizza per accrescersi, riparare tessuti, ecc. e il catabolismo, per mezzo del quale avviene la scomposizione dei materiali di riserva o delle sostanze introdotte in costituenti più semplici, gli ultimi dei quali vengono eliminati attraverso gli organi di escrezione (rene, intestino, cute, polmoni); così variazioni anche piccole mettono in moto una serie di meccanismi di difesa atti a mantenere costante il rapporto tra acqua e sostanze in essa disciolte. Infine, l'acqua all’interno dell'intestino fa volume prevenendo la stipsi. L'equilibrio idrico è essenziale per l'organismo e da esso dipende tutta l'attività metabolica. È il costituente fondamentale delle secrezioni e dell’allontanamento delle sostanze di rifiuto L’acqua è il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche: trasporta le scorie fuori dal nostro organismo per mezzo degli organi emuntori ed escretori. Una volta avvenuto il metabolismo, il sangue, che contiene circa il 92% di acqua, trasporta i prodotti residui catabolici dalle cellule agli organismi deputati all’escrezione: reni, polmoni, pelle. Un ruolo fondamentale è svolto dal rene che regola l'eliminazione dei soluti e quindi la loro concentrazione nell'organismo. Se si riduce l'apporto di liquidi, o se aumentano la frequenza respiratoria e le perdite per sudorazione, si avranno urine più concentrate in un volume giornaliero ridotto. Se aumentano i consumi e se le perdite extraurinarie sono modeste, le urine saranno più diluite. Il controllo si realizza comunque a partire dal sistema nervoso centrale che, istantaneamente e costantemente informato sulle condizioni dei vari sistemi corporei, inibisce o favorisce la produzione di specifici ormoni che agiscono a livello periferico e modula la sensazione della sete. La parola “sete” ha significati diversi in rapporto al contesto in cui viene usata. Negli studi sperimentali su animali, la “sete” coincide in sostanza con la misurazione della quantità di acqua ingerita. Nell’uomo, l’uso di questa parola non può essere ristretto al bisogno di acqua, in quanto intervengono meccanismi comportamentali e culturali che si sommano alle esigenze fisiologiche nel determinare la quantità ed il tipo di bevande ingerite. La definizione meno restrittiva è probabilmente quella di “tendenza ad ingerire bevande”. Tutti gli animali terrestri perdono continuamente liquidi L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 18 attraverso diverse vie (Tabella n. 1) e l’ingestione di cibo è necessariamente associata all’ingestione di soluti osmoticamente attivi (sia contenuti nei cibi, come ad esempio il cloruro di sodio, sia derivanti da processi metabolici, come i solfati che si originano dall’ossidazione degli amminoacidi solforati) che si aggiungono ai fluidi corporei e tendono ad aumentarne la pressione osmotica. Vie di perdita di acqua Reni Cute Respirazione Feci Meccanismo Eliminazione di soluti disciolti in una quantità d’acqua che dipende dalla capacità del rene di concentrare le urine. Perspiratio insensibilis Sudore L’aria espirata è satura di vapor acqueo Di solito la quantità d’acqua è trascurabile se non in presenza di diarrea Tabella n. 1 – Vie di perdita di acqua. Tutti i vari meccanismi portano ad una perdita di acqua e la sete è il meccanismo attraverso cui le perdite possono essere rimpiazzate. Sete “intracellulare”: le cellule agiscono come dei perfetti osmometri, inviando segnali che attivano sistemi ormonali di regolazione dell’escrezione di liquidi. L’aumento dell’osmolalità plasmatica induce un aumento dell’escrezione di vasopressina, che è il più potente determinante della concentrazione urinaria. Sete “extracellulare”: La riduzione del volume sanguigno o del fluido extracellulare o una variazione della sua osmolarità stimola la sete. E’ un meccanismo meno sensibile di quello intracellulare, e richiede, ad es. una riduzione del volume ematico del 10% per attivarsi. La quantità di fluidi nell’organismo è regolata dalla pelle e dai reni: la traspirazione mantiene la temperatura interna costante a 37 gradi centigradi, mentre i reni filtrano le sostanze tossiche e i prodotti di scarto del metabolismo, presenti nel sangue, eliminandoli attraverso le urine. Funzione plasmatica, turgore cellulare e protezione dell’omeostasi corporea Le cellule, i tessuti e gli organi vivono “immersi” nei fluidi corporei e la stabilità della composizione di tali fluidi è fondamentale ai fini del mantenimento delle caratteristiche chimiche e fisiche dell’ambiente interno. L’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione). L'acqua svolge anche una certa funzione di ammortizzatore nei confronti degli organi più delicati quali l'occhio, l'orecchio interno e il cervello; questi infatti sono ricchi d'acqua o circondati da acqua o posati su un cuscinetto d'acqua. La pelle è la parte del corpo dove l'acqua è presente in maggior quantità, specialmente negli strati più profondi che sono costituiti dal 70% da acqua. Bere abbondantemente aiuta a mantenere la pelle ben idratata, giovane ed elastica, soprattutto nei mesi estivi, quando L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 19 l'esposizione prolungata ai raggi del sole comporta una maggior perdita d'acqua, rendendola più secca. L'acqua è determinante anche per il controllo del peso corporeo; persone che bevono poco sono maggiormente esposte al ristagno di tossine oltre ad incentivare la ritenzione idrica. Questa situazione gioca nettamente a sfavore della perdita di peso e del rassodamento dei tessuti. L’acqua non contiene calorie, ed ogni variazione a breve termine del peso corporeo dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea. Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute. La presenza dell'acqua è fondamentale nel sangue, non solo perché è il principale elemento del plasma (la componente liquida del sangue), ma anche perché assolve all'importantissima funzione di regolare il volume del sangue e la sua fluidità. Un organismo fortemente disidratato ha il sangue più denso e, di conseguenza, la circolazione rallentata. Contenuto di acqua nel corpo umano Il corpo umano è immerso nell'acqua, dalla più piccola cellula che è composta principalmente da acqua e che è avvolta da un ambiente acquoso all'organismo nella sua interezza. È un nutriente essenziale, poichè la quantità di acqua prodotta con il metabolismo non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero. Nell’adulto l’Acqua Totale Corporea è distribuita per il 67% all’interno delle cellule, dove costituisce il Liquido Intra Cellulare (ICW) che, in condizioni fisiologiche, è un indice della massa cellulare corporea. In effetti la quantità di acqua intracellulare è strettamente collegata con la massa cellulare metabolicamente attiva di un organismo, e pertanto tale parametro rispecchia lo sviluppo e l’accrescimento della massa cellulare corporea. Il rimanente 33% è esterno alle cellule, e costituisce il Liquido Extra Cellulare (ECW), che comprende il liquido interstiziale (23%), il plasma (7%), la linfa (2%) ed il liquido transcellulare (1%). Il rapporto ECW/ICW è massimo nel neonato e si riduce progressivamente con l’età. Con l’invecchiamento si osserva una riduzione dell’Acqua Totale Corporea, ma fino ad oggi i risultati disponibili non permettono di chiarire se la perdita di acqua sia a carico del Liquido Intra Cellulare o del Liquido Extra Cellulare o di entrambi. La malnutrizione proteico-energetica ed una varietà di malattie (quali lo scompenso cardiaco, la cirrosi epatica e la sindrome nefrosica) si associano ad una espansione dell’Acqua Totale Corporea e ad un aumento del rapporto ECW/ICW. Si è stimato che l'acqua costituisca circa il 60% del peso corporeo, equivalente a circa 45 litri, e che permanga nell'organismo umano per 9,3 giorni in media. La percentuale di acqua può tuttavia variare da un minimo del 50% ad un massimo del 75% del peso corporeo totale, a seconda dell'età, del sesso, della costituzione, del tipo di alimentazione e del peso del soggetto considerato: in un individuo obeso è presente una quantità d'acqua inferiore alla media, in quanto il tessuto adiposo ne contiene pochissima, mentre una persona magra ne ha un maggior contenuto; l'organismo femminile, che accumula più lipidi, ne contiene meno rispetto a quello maschile; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 20 la percentuale d’acqua tende a diminuire nel passaggio dall'infanzia all'età adulta, in concomitanza dello sviluppo dei tessuti a basso contenuto idrico, come i denti e le ossa, e con l'invecchiamento, poi, pure i tessuti molli ne contengono progressivamente quantità minori a causa della minore capacità di ritenzione dei tessuti stessi: l'invecchiamento determina un'alterazione delle strutture proteiche che legano l'acqua. Da giovani siamo decisamente più ricchi d'acqua, soprattutto nei tessuti molli, nella pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei. In seguito, il tenore d'acqua si riduce progressivamente: nel giovane uovo multicellulare subito dopo la fecondazione la percentuale d’acqua è circa il 90%; nell'embrione è dell’85%; nel neonato è dell’75-85%; in un quarantenne del 60-70%; nella terza età la percentuale si riduce a circa il 50%. Del resto lo si vede bene: negli adulti e negli anziani la pelle si presenta più secca e meno elastica, i tessuti sono meno lisci e tesi, il segno di una pressione esercitata dal pollice sulla pelle rimane più visibile a lungo. L'età biologica della pelle di tutto l'organismo si determina facilmente dal suo stato di idratazione. Anche le ossa contengono acqua anche se in misura minore rispetto ai tessuti molli. Quindi tutti i sistemi organici sono in contatto con l'acqua: circolatorio, urogenitale, respiratorio, digestivo, nervoso e sensoriale. Ognuno di essi è a suo modo dipendente dall'acqua, ma anche il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acquadipendente. I liquidi corporei più acquosi sono il liquido cerebrale e il midollo osseo con il 99%, il plasma sanguigno segue con 85% e il cervello che ne ha il 75%. Altri dati da evidenziare sono: latte materno con 87%, reni con ~85%, 83%, cuore 79% polmoni... Questi valori dovrebbero farci comprendere quale importanza ha l'acqua pura e libera da sostanze tossiche per la nostra vita. Conclusioni Senza cibo possiamo sopravvivere relativamente a lungo (anche 10 settimane), ma senza acqua la nostra vita si spenge in poco tempo, addirittura in due/tre giorni. Questo perché, come abbiamo detto, l'acqua è il componente principale del nostro organismo: il nostro corpo infatti è costituito dal 60/70% di acqua, quantità che varia in base all'età, al sesso e alla proporzione tra tessuto muscolare e grasso. Basti ricordare comunque che il plasma del sangue è costituito per più del 90% da acqua, che i muscoli ne contengono il 75%, che ogni funzione dell'organismo ha bisogno di acqua, dalla digestione alla circolazione, che tutte le reazioni chimiche che ci tengono in vita avvengono nell'acqua, che è sempre l'acqua a espellere le scorie prodotte dal nostro organismo. Tra l’altro permette la diffusione dell’ossigeno dell’anidride carbonica; è importante nella distribuzione uniforme del calore e nella sua eliminazione attraverso l’evaporazione; permette il movimento delle sostanze vitali attraverso il corpo; serve da cuscinetto protettivo per il cervello e il midollo spinale. Il nostro corpo non può sopportare, senza gravi disturbi, perdite di acqua superiori al 10%. L'acqua va quindi assunta ogni giorno, con dosi che variano da individuo a individuo, dalla stagione, dall'attività fisica svolta e dal tipo di alimentazione. In media comunque si consigliano due litri di liquidi al giorno, sotto forma di varie bevande, ad esclusione dell'alcool che anzi L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 21 richiede un'ulteriore quantità di acqua per essere metabolizzato. Oltre che in liquidi come latte, tè, caffè e succhi di frutta l'acqua è contenuta anche in numerosi alimenti, primi tra tutti la frutta e la verdura, il pane, la pasta e la carne che ne assumono/perdono anche in cottura. L’acqua, come le vitamine e i minerali, è considerata un costituente non energetico dell’alimentazione, in quanto non apporta calorie. Imporsi di bere con regolarità molta acqua ogni giorno, è sicuramente utile agli atleti, a chi soffre di calcoli renali e alle persone anziane. Gli sportivi, infatti, possono perdere con il sudore enormi quantità di liquidi, che, affidandosi al solo senso della sete, difficilmente potrebbero reintegrare completamente. Per chi soffre di calcolosi renale, l’assunzione di molta acqua, con conseguente maggior produzione di urina, determina che i sali, dai quali si potrebbero formare i calcoli, siano più diluiti. Le persone anziane, infine, dovrebbero imporsi di bere con regolarità, sia perché sono predisposte ad avvertire poco la sete, sia perché i loro reni hanno, solitamente, difficoltà a produrre urina molto concentrata. Bibliografia • • • • • • • • • • Edematous state. Rose BD (1994). In: ClinicalPhysiology of acid-base and electrolyte disorders, McGrawHill, New York, pp. 447-499. Biologia. La Biologia degli Animali. Purves W.K., Sadava D., Orians G.H. e Heller H.C. 2001. Zanichelli Editore Spa, pp 1105-1117. La cellula. Rosati P. e Colombo R. (1999) - Edi. Ermes. Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana – revisione 2003 –Ministero delle Politiche Agriocole e Forestali. Testo atlante di Biochimica. Koolman J e Rohm KH (1997). Zanichelli Editore, pp 290-322. Thirst and fluid requirement. 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Universo del Corpo - 1° Volume - Edito dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana – Treccani L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 22 FABBISOGNI IDRICI NELLE VARIE FASCE D’ETÀ E STATI FISIOLOGICI Massimo Vincenzi Responsabile Servizio Gastroenterologia, Endoscopia Digestiva, Ecografia Internistica, Dietetica Clinica - Casa di Cura Villa Azzurra Riolo Terme - RA Per mantenere in efficienza il nostro organismo, abbiamo bisogno di introdurre giornalmente una serie di elementi indispensabili che assicurino il buon funzionamento di tutti i processi metabolici. La dieta giornaliera deve contenere necessariamente in opportune proporzioni carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e vari microelementi. Ma tutto ciò non potrebbe essere utilizzato al meglio se non fornissimo all’organismo anche una quantità di acqua. L’acqua è parte integrante di una dieta non solo come elemento indispensabile al funzionamento dell’organismo, ma anche in quanto può contribuire a coprire il fabbisogno di molti sali minerali che in essa si trovano disciolti. Essa, infatti, all’origine è un liquido incolore, inodore e insapore, attraverso lunghi percorsi si arricchisce di numerose sostanze e in tal modo diviene “alimento”. Sebbene non fornisca energia, l’acqua rappresenta un elemento fondamentale necessario a soddisfare le necessità fisiologiche e nutrizionali degli esseri umani. L’acqua oltre a dissetarci, svolge numerose e vitali funzioni: • è solvente delle reazioni metaboliche; • regola il volume cellulare e la temperatura corporea; • attraverso il sangue e il sistema linfatico trasporta i nutrienti e l’ossigeno alle cellule e rimuove i prodotti di rifiuto; • favorisce i processi digestivi; • è fonte di sali minerali; • è diluente delle sostanze ingerite oralmente, inclusi i medicinali. E’ possibile vivere per un tempo sufficientemente lungo senza cibo (e la durata dipende dalla quantità di riserve di grasso), ma solo dopo due o tre giorni in mancanza di liquidi la sopravvivenza risulta seriamente compromessa. La sudorazione è una risposta fondamentale dell’esercizio fisico; in tal modo, infatti, si elimina l’eccesso di calore prodotto dall’attività muscolare al fine di mantenere costante la temperatura corporea. Il sudore è costituito da acqua ed elettroliti (sodio, cloro, potassio, magnesio). La quantità di sali presente nel sudore è sempre inferiore a quella contenuta in un uguale volume di plasma. Pertanto tramite la sudorazione l’organismo perde acqua in eccesso rispetto alla perdita di sali. La sudorazione in casi estremi, può portare ad uno stato di disidratazione. Una disidratazione del 2% provoca un’alterazione della termoregolazione e del volume plasmatico, del 5% provoca crampi, del 7% allucinazioni e perdita di coscienza, una perdita del 20-30% è incompatibile con la vita determinando coma ipersmolare. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 23 D’altro canto è anche possibile bere quantità di acqua tali da procurare una vera e propria intossicazione, come può essere descritto nell’anoressia nervosa o in altri disordini psichiatrici in cui il primo sintomo, rappresentato dal bere compulsivo, può condurre anche a morte dovuta non all’acqua di per sé, bensì alla deplezione e alla diluizione del sodio nei fluidi biologici. • • Il bilancio idrico si deve mantenere nel giusto equilibrio e questo, viene regolato dal: centro ipotalamico della sete, che regola la quantità di acqua da ingerire; dall’ormone antidiuretico (ADH), che aumenta il riassorbimento di acqua dal rene. La sete è una sensazione che al pari della fame, freddo, stanchezza permette con i suoi segnali di mantenere l’ambiente interno entro i limiti. Nell’uomo le perdite idriche sono mantenute normalmente sotto lo 0,2% del peso corporeo, quando superano lo 0,5% insorge il bisogno di bere. Nel nostro organismo esistono dei fattori che inducono ad avere una maggiore sensazione di sete: • diminuzione del volume cellulare secondario a disidratazione (sete osmotica); infatti, poiché gli ambienti intra ed extracellulari sono in equilibrio, una riduzione del liquido extracellulare determina un aumento del potere osmotico e uno spostamento di acqua dalla cellula verso l’esterno; • diminuzione della quantità di liquidi extracellulari (sete ipovolemica); • secchezza delle fauci. A questi fattori corrispondono altrettanti meccanismi sensoriali di controllo e di regolazione della sensazione della sete: • sensori intracellulari (osmocettori) diencefalici per la disidratazione cellulare; • sensori delle grandi vene per la variazione della volemia; • sensori della mucosa oro-faringea per la disidratazione delle mucose. Fonti di acqua sono gli alimenti e le bevande, dai quali è possibile ricavare rispettivamente 500-700 ml e 800-1500 ml; ad essi devono essere aggiunti 350 ml/die circa di acqua endogena ricavata dall’ossidazione dei nutrienti rispettivamente: • da 1 g glucosio: 0,56 ml/H2O; • da 1 g grassi: 1,07 ml/H2O; • da 1 g proteine: 0,39 ml/H2O; Perdite di acqua dall’organismo avvengono attraverso: • Respirazione e perspiratio (1250 ml/die) • Urine (800-1500 ml/die) • Feci (100-150 ml/die) • Sudore • Vomito e Diarrea L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 24 Le proprietà delle acque sorgive sono legate al ruolo che gli ioni inorganici in esse contenute svolgono e dipendono quindi dalla specifica composizione di acqua. Minerali essenziali comunemente presenti nelle acque potabili e loro principale funzione fisiologica: • Sodio : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, bilancio idrico, conduzione nervosa e muscolare; • Cloro : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, formazione HCl nel succo gastrico; • Potassio: contrazione muscolare e cardiaca, permeabilità cellulare, funzionalità neuromuscolare, cardiovascolare e gastrointestinale; • Calcio: costituente delle ossa e dei denti, coagulazione del sangue, trasmissione nervosa, contrattilità muscolare; • Fosforo: per l’80% presente nelle ossa e nei denti, il resto nei tessuti molli e nei liquidi corporei, costituente degli acidi nucleici dei fosfolipidi; • Magnesio: attivatore di reazioni chimiche es. sintesi di proteine, metabolismo glucidico; • Fluoro: costituente della struttura dello smalto dei denti; • Rame: indispensabile per l’utilizzazione del ferro. Ruolo fisiologico degli oligoelementi Funzione Oligoelementi Crescita Mn F Cu Zn Se Va Sviluppo sessuale e riproduzione Mn Zn Dentizione F Mo Va Gusto Cu Zn Ni Eritropoiesi Fe Co Cu Mo Zn Coagulazione Mn Metabolismo glucidico Cr Mn Zn Metabolismo lipidico Cr Mn Va Zn Fabbisogni Nello stato fisiologico il fabbisogno di acqua varia in rapporto all’età, alla composizione corporea, a fattori ambientali, agli stili di vita, alla gravidanza ed allattamento. In condizioni fisiologiche il turnover giornaliero di acqua corrisponde al 15% del peso corporeo nei primi mesi di vita e al 6-10% del peso corporeo nell’adulto. Volume totale dell’acqua nell’organismo è rispettivamente: nel feto 85-90%, alla nascita 70-75%, dopo il 6° mese il 60%, nell’adulto raggiunge il 57%, e tende a diminuire progressivamente con l’età e con l’aumento dei depositi adiposi. Per garantire una buona idratazione nell’individuo adulto sedentario è necessaria un’assunzione media giornaliera di 2900 ml per gli uomini e di 2200 ml per le donne, che come indicato dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti per la L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 25 Popolazione Italiana, revisione1996), corrisponde ad un apporto giornaliero di acqua pari a 1 ml/kcal di energia spesa, questa, permette di bilanciare le perdite insensibili attraverso i polmoni e la pelle (che variano a seconda della temperatura, altitudine ed umidità dell’aria) e di mantenere un carico di soluti tollerabile per il rene (che varia in funzione della dieta ed in particolare del contenuto delle proteine). Tuttavia in considerazione della forte variabilità legata all’attività fisica, alla sudorazione e al carico di soluti può aumentare la raccomandazione a 1,5 ml/kcal, infatti ben più importante diventa il riequilibro idrico negli sportivi dove sia la temperatura ambientale, la temperatura all'interno delle tute e degli indumenti, ma soprattutto l'esercizio fisico, incidono a dismisura. In tal caso una sudorazione continua ed eccessiva, se non reintegrata con la giusta quantità di liquidi, può ridurre la volemia sino a livelli letali! Anche in un ambiente freddo, l'esercizio fisico induce una termoregolazione, seppur indirizzata a mantenere la temperatura all'interno del corpo più che scambiare calore. La quantità di acqua persa durante l'esercizio, dipende dall'intensità dell'attività fisica e dalla temperatura ambientale. Lo sportivo al termine della gara o dello sforzo trae vantaggio da un’acqua mineralizzata (residuo fisso 1 g), bicarbonato-alcalino-terrosa sia per reintegrare la perdita dei liquidi e di sali dovuta alla sudorazione, sia per favorire l’eliminazione delle scorie azotate e correggere l’acidosi determinata dalla fatica muscolare. Il bambino è particolarmente a rischio di carenza di acqua per via della maggiore quantità di acqua corporea per unità di peso, del turnover più veloce dell’acqua corporea e della ridotta capacità dei reni di eliminare il carico di soluti derivanti dalle proteine. Si raccomanda, pertanto, un apporto di 1,5 ml/kcal di energia spesa. Inoltre il bambino in fase di crescita necessita di molti sali minerali, quindi è consigliabile acque con residuo fisso compreso tra 250 e 500 mg/l, o acque con un residuo fisso più alto con caratteristiche di un’acqua bicarbonato-calcica, con attenzione a valori bassi di nitrati, inferiori a 10 mg/l. La gravidanza è caratterizzata da un aumento della necessità di acqua per soddisfare il fabbisogno del feto e del liquido amniotico; tale incremento è di circa 30 ml/die. A fine gravidanza l’acqua corporea totale è infatti aumentata di oltre 8 litri. E’ importante un’acqua con un valore di residuo fisso inferiore a 200 mg/l e con valori di nitrati non superiori a 10 mg per evitare il rischio di metaemoglobinemia. E’ importante alternare con acque con residuo fisso di almeno 500 mg/l preferendo acque calciche (> 150 mg/l) e iposodiche (< 20 mg/l). Durante l’allattamento la nutrice richiede un aumento molto significativo dell’apporto di acqua poiché produce in media 750 ml/die di latte che contiene acqua per 87%. Anche l’apporto di minerali soprattutto di calcio è aumentato; è importante alternare un’acqua oligominerale con una medio mineralizzata calcica e/o ferruginosa. Per la ricostruzione di latti in polvere la scelta è di acqua minimamente mineralizzata, priva di sali per non alterare la formula bilanciata dell’alimento. Un problema frequente è rappresentato dalla disidratazione, causata da una insufficiente introduzione di acqua inadeguata a compensare le perdite. Il Nationwide Food Consumption Survey ha evidenziato in una significativa porzione di popolazione la presenza di una disidratazione cronica di grado moderato. I fattori che possono aumentare la probabilità di questa condizione, spesso non riconosciuta sono, oltre ad un ridotto meccanismo della sete, L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 26 che si manifesta in particolare nelle persone anziane, anche una disidratazione tissutale in rapporto all’aumentare degli anni. All’anziano è consigliato di bere acque oligominerali, alternandole con altre a media mineralizzazione ricche di calcio per contrastare la perdita di massa ossea; altri fattori sono rappresentati dall’uso abituale di diuretici naturali quali caffeina e alcool, da attività fisica, da particolari condizioni ambientali. Inoltre da ricordare l’importanza dell’utilizzo delle acque calciche a scopo preventivo per l’osteoporosi e in tutte quelle situazioni fisiologiche in cui è aumentato il fabbisogno di calcio (bambini, adolescenti, gravidanza, menopausa, anziani) e l’apporto di calcio non sempre è garantito con gli alimenti, o l’utilizzo a periodi delle acque fluorate nei bambini e nelle donne in gravidanza per la prevenzione della carie dentale. Bisogno approssimativo giornaliero di acqua nel lattante e nel bambino in condizioni normali (da Nelson, Stalder e Egli, Wolmann) Età Peso corporeo medio Acqua nelle 24 h ____________________________________ kg Per kg p.c. ml Totale ml ___________________________________________________________________________ 3 giorni 3,0 80 - 100 250 - 300 10 giorni 3,2 105 - 150 350 - 500 3 mesi 5,6 105 - 160 600 - 900 6 mesi 7,5 105 - 155 800 - 1200 9 mesi 8,6 105 - 145 900 - 1250 1 anno 10,1 100 - 135 1000 - 1350 2 anni 12,4 100 - 125 1250 - 1550 4 anni 16,7 85 - 110 1400 - 1850 6 anni 21,0 80 - 100 1700 - 2100 10 anni 31,7 65 - 85 2100 - 2700 14 anni 50,0 50 - 60 2500 - 3000 18 anni 57,5 40 - 50 2700 - 3000 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 27 Contenuto di acqua negli alimenti (per 100 g di parte edibile) Alimenti Frutta Legumi verdi Latte Pasta asciutta Pesci Carni Formaggi Pane Burro Cereali e legumi secchi Lardo Zucchero % 95-75 95-85 90-80 12 85-50 60-50 50-35 40-30 20-15 10-5 5-2 0 Bibliografia - Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (LARN revisione 1996); - Pianeta acqua; A. Zanasi. Edizione curata dalla Sangemini; - Minerala in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health; Water Sci Technol 2007; - Linee guida per una sana alimentazione, 2003. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 28 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Parte 2 Le Acque Minerali L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 29 ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO Maurizio Rosi Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Reggio Emilia Quando si parla di alimentazione frequentemente non si evidenzia che l'acqua o meglio l'acqua potabile, è un componente indispensabile: il corpo umano è formato dal 60% di acqua e non ha delle riserve dalle quali attingere. In caso di emergenza un essere umano può sopravvivere alcune settimane senza mangiare, ma senza acqua non sopravvive nemmeno tre giorni. Un apporto di acqua adeguato ci mantiene vitali: ogni essere umano dovrebbe assumere quotidianamente dai due ai tre litri d'acqua, nelle zone climatiche calde anche fino a sei litri! Altrettanto non va dimenticata l’importata dei sali che nell’acqua potabile sono disciolti. Il nostro territorio, come tutto quello del centro e del nord d’Italia, dispone di grandi quantitativi di acqua sotterranea e superficiale, una ricchezza che poco sappiamo apprezzare proprio perché così consueta e ovvia che pare priva di significato. Basta aprire i rubinetti e l'acqua è subito pronta da bere, per cucinare, per l'igiene del corpo e della nostra casa. La disponibilità di abbondanza di buona acqua è alla base del nostro modo di vivere e della nostra cultura. Soltanto negli ultimi anni in cui si sono succedute stagioni siccitose a fronte di un progressivo aumento del fabbisogno per l’intensa antropizzazione, si è data maggiore attenzione al problema, generando piani di corretto sfruttamento e salvaguardia di questa risorsa. Tutte le acque naturali (acque meteoriche, acque superficiali, acque sotterranee, ecc.) si possono considerare da un punto di vista strettamente fisico e chimico come delle soluzioni diluite di elettroliti. Sia nel suo percorso in atmosfera che nel suo percorso attraverso il terreno l'acqua si arricchisce di gas, minerali, sali, ioni. Per fornirne sufficienti quantitativi di acqua potabile alla popolazione si può utilizzare acqua sotterranea e/o acqua superficiale, effettuare i trattamenti necessari per garantire la qualità chimica e batteriologica distribuirla grazie alla rete di acquedotti raggiungendo i singoli punti di consumo. La composizione dei sali disciolti nelle acque sotterranee dipende da molti fattori, quali la natura delle precipitazioni atmosferiche, la natura delle rocce e del suolo con i quali le acque di percolazione vengono in contatto, il tempo di queste interazioni, ecc. Le acque di percolazione in aree carbonatiche vengono arricchite di magnesio, di calcio e bicarbonato, mentre i minerali alluminosi aumentano anche le concentrazioni di sodio, potassio. Le acque sotterrane a causa del più prolungato e intimo contatto con le rocce ed il suolo hanno concentrazioni di minerali disciolti più alte rispetto le acque superficiali. La composizione delle acque superficiali dipende dalle caratteristiche geologiche del bacino idrografico e dalle caratteristiche delle precipitazioni atmosferiche. Sia le acque sotterrane che quelle superficiali risentono fortemente della presenza degli insediamenti antropici, dal tipo di attività agricola ed industriale esercitata nel bacino idrogeologico. Così oltre agli ioni di origine geologica possiamo riscontrare altri componenti chimici, ma anche L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 30 microrganismi prodotti dall’azione umana, spesso con notevole decremento qualitativo dei corpi idrici ed esposizione a rischi per la salute. Se l’acqua presenta caratteristiche chimiche o batteriologiche non conformi alla normativa di riferimento o che comunque possono costituire un rischio per chi la consuma, può essere utilizzata soltanto quando, grazie adeguati trattamenti acquisisce nuovamente i caratteri di potabilità. Per un alimento di grande consumo come l’acqua non si possono considerare soltanto i rischi di tipo acuto, ma anche gli esiti cronici derivati da un apporto prolungato e continuativo di sostanze di cui spesso non se ne conoscono del tutto gli effetti. Perciò la normativa di riferimento del controllo delle acque destinate all’uso potabile si ispira a criteri di estrema cautela. Non va inoltre dimenticato, che i rischi per la salute posso derivare sia da sostanze inquinanti, ma anche da elementi naturalmente disciolti. Nella valutazione degli effetti per la salute dei possibili componenti, occorre sempre valutare la tossicità della sostanza in rapporto alle concentrazioni: uno stesso componente può a basse concentrazione può essere un elemento favorevole e diventare causa di malattia per quantitativi più elevati. L’acqua dell’acquedotto Per l’uso alimentare l'acqua essa deve possedere le caratteristiche che la definiscono "potabile": essere cioè incolore, insapore, inodore, priva di particelle sospese, chimicamente pura (priva di sostanze tossiche in quantità nocive per l'organismo) e batteriologicamente pura ( priva di batteri patogeni). L'acqua potabile è disciplinata dal D.P.R. n. 236/1988 e dai decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, che discendono da Direttive Europee che hanno imposto dei requisiti molto rigorosi. La direttiva intende proteggere la salute delle persone, stabilendo requisiti di salubrità e pulizia cui devono soddisfare le acque potabili nella Comunità. Si applica a tutte le acque destinate al consumo umano, salvo le acque minerali naturali e le acque termali. Il Dipartimento di Sanità Pubblica ha il compito di vigilare affinché l'acqua potabile: • non contenga una concentrazione di microrganismi, parassiti o altre sostanze che rappresentino un potenziale pericolo per la salute umana; • soddisfi i requisiti minimi di salubrità (parametri microbiologici, chimici e relativi alla radioattività). Inoltre, il Dipartimento di Sanità Pubblica • assicura che siano prese tutte le misure necessarie a garantire la salubrità e la pulizia delle acque destinate al consumo umano come il livello di protezione delle fonti, l’idoneità dei sistemi di prelevamento, degli impianti di trattamento e delle reti di distribuzione; • effettua un controllo regolare e pianificato delle acque destinate al consumo umano, rispettando i metodi standardizzati di campionamento ed analisi; • verifica la regolarità degli accertamenti effettuati dall’ente gestore dell’acquedotto l’effettiva applicazioni delle azioni correttive. In caso di inosservanza dei valori di parametro si provvede affinché vengano tempestivamente adottati i provvedimenti correttivi necessari per ripristinare la qualità delle acque. La normativa per alcune sostanze prevede livelli massimi di concentrazione che non devono essere superati altrimenti l’acqua è dichiarata non potabile, si tratta di sostanze nocive L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 31 o indesiderabili e i valori massimi consentiti sono bassissimi e del tutto precauzionali; per altre si indicano dei valori di riferimento (parametri indicatori) il cui superamento pur non determinando necessariamente la non potabilità dell’acqua, impone una valutazione rimessa all’Autorità Sanitaria, che potrà disporre "che vengano presi provvedimenti intesi a ripristinare la qualità dell’acqua". Così, se il ferro supera il valore di 200 microgrammi per litro o il manganese 50 microgrammi, le autorità sanitarie potranno ordinare all’azienda che gestisce l’acquedotto di predisporre trattamenti per abbassare tali valori. Alcuni componenti dell’acqua che possono influire sulla vita quotidiana e sulla salute L’utilizzo di acqua potabile in cui i parametri sopra indicati presentino valori limite uguali o superiori all'accettabilità può produrre effetti negativi sulla salute umana (vedi Linee guida per la qualità dell'acqua potabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità OMS). Per quanto riguarda i parametri analizzati è noto ad esempio che: Durezza Sebbene un certo numero di studi epidemiologici abbia dimostrato in passato l'esistenza di una correlazione tra durezza dell'acqua potabile e insorgenza di malattie cardiovascolari, i dati disponibili non consentono di avvalorare con certezza questa tesi. Non viene pertanto proposto alcun valore di linea guida basato su criteri di protezione della salute. Tuttavia il grado di durezza di un'acqua può influire sulla sua accettabilità in termini di sapore. L'OMS indica infatti un valore massimo di 50 °F (28 °D), al fine di evitare sapori sgradevoli dell'acqua. Inoltre l'assunzione di acqua con valore di durezza elevato (che corrisponde ad elevata presenza di calcio) potrebbe acuire il quadro di calcolosi renale. Nitrati Elevate concentrazioni di nitrati ridotti a nitriti favoriscono l’ossidazione di emoglobina a meta emoglobina e possono provocare in soggetti sensibili (anziani, donne in gravidanza e neonati) disturbi nel trasporto dell’ossigeno nel sangue. Altro elemento di precauzione e la reazione dei nitriti con ammine e ammidi endogene e di origine alimentare con la formazione di nitrosammine e nitrosammidi composti probabilmente implicati nella cancerogenesi gastrica. Cloruri Concentrazioni di cloruri superiori a 250 mg/litro possono causare un sapore indesiderabile all'acqua e alle bevande. Fluoruri L’avvelenamento e l’intossicazione da fluoruri avviene per ingestione di elevati quantitativi (140-210 mg in un individuo di 70 kg), livelli di fluoruri superiori a 1,5 mg/litro che possono essere naturalmente presenti nelle acque, possono causare la fluorosi dentale (annerimento dello smalto dei denti). D'altra parte i fluoruri, se presenti in quantitá moderata, hanno effetti benefici nella prevenzione della carie dentaria in alcuni stati vengono aggiunti artificialmente all'acqua potabile (fino a 1 mg/litro). Solfati Alte concentrazioni di solfati possono causare effetti lassativi e irritazioni gastrointestinali. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 32 Arsenico L'arsenico inorganico, sia trivalente che pentavalente, facilmente assorbito nel tratto gastro-intestinale in quantità che dipendono dalla forma chimica in cui l'elemento si presenta, viene trasportato a tutti gli organi e tessuti provocando, se introdotto in quantitá elevate, danni al sangue, al fegato, ai reni e alla cute. Manganese Il manganese è un elemento importante per il nostro metabolismo, presente, tra l’altro, in molte classi di enzimi. L’introduzione di elevate quantitá di questo elemento puó procurare disturbi intestinali. Per garantire la qualità batteriologica ed impedire che l’acqua possa costituire un veicolo di infezione vengono effettuati trattamenti di disinfezione che sfruttano l’effetto ossidante dei derivati del cloro, dell’ozono oppure l’azione dei raggi ultravioletti. Per ogni impianto acquedottistico si individua il sistema o la combinazione di più sistemi di disinfezione in base alla qualità dell’acqua a disposizione, alle caratteristiche delle fonti di approvvigionamento e degli impianti, alla complessità della rete di distribuzione. L’acqua ad uso alimentare nella rete commerciale L’acqua minerale L'acqua minerale è un tipo di acqua sorgiva, solitamente commercializzato in bottiglia, può essere venduta con la dicitura acqua minerale solo l'acqua che risponde ai criteri di legge stabiliti dal D.L. 25/1/1992 n.105, il quale recita "Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute". Per le acque potabili, le ultime due specificazioni (caratteristiche igieniche e proprietà salutari) non sono invece richieste. Le acque minerali sono divise in varie categorie dal suindicato decreto legislativo: • acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180° è inferiore a 50 mg/l; • acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e 500 mg/l; • acque mediominerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l; • acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l. • • • • • • • • • • Esistono poi altre categorie legate alla presenza o meno di specifici sali minerali: contenente bicarbonato, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l; solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l; clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l; calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l; magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l; fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l; ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l; acidula, se l'anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l; sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l; indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 33 • effervescente naturale, quando l'anidride carbonica è superiore a 250 mg/l ed è pari a quella presente alla sorgente. L'acqua imbottigliata La Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 31/2001, ha rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al consumo umano" (potabile) consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in contenitori" di qualsiasi capacità, con o senza trattamento. In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale, ma anche l’acqua potabile può essere imbottigliata e venduta, in genere dopo un trattamento chimico-fisico per renderla idonea a determinate categorie di consumatori, per esempio rendendola frizzante, oppure togliendo alcuni minerali per renderla più leggera o anche arricchendola di calcio. La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra denominazione, anche di fantasia. E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o "naturale", perché queste denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale. Nulla vieta, invece, che possa essere disinfettata come l'acqua potabile. L'acqua di sorgente Un'altra Direttiva CE (n. 70/1996), recepita in Italia con il decreto legislativo n. 339/1999, ha permesso l’imbottigliamento e la vendita di un ulteriore tipo di acqua, denominata "acqua di sorgente". Questa si pone in una condizione intermedia tra l'acqua potabile e l'acqua minerale. Infatti, per quanto riguarda le caratteristiche e i parametri, è soggetta alla stessa disciplina dell’acqua potabile ma, come l’acqua minerale, non può essere disinfettata, perché deve essere già pura e buona da bere come esce dalla sorgente. L'acqua di sorgente deve avere una "autorizzazione" alla commercializzazione da parte del Ministero della Salute, che ne valuta le caratteristiche, ma non può riportare in etichetta indicazioni su possibili effetti benefici per la salute. Ciò è permesso soltanto all'acqua minerale. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 34 CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE MINERALI Salvatore Vaccaro Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia Il Decreto Legislativo n. 105 del 25/01/1992 “Attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali naturali” e successive modifiche ed integrazioni, identificano con precisione quali acque vanno definite minerali: “Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”. Si differenziano dalle acque potabili per non essere sottoposte ad alcun trattamento di potabilizzazione, risultando per questo più gradevoli dal punto di vista organolettico e prive di prodotti secondari della disinfezione. Il Regio Decreto n. 1.775 dell’11/12/1933 “Testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici”, definisce e stabilisce per la prima volta quali parametri costituiscono i criteri identificativi delle acque minerali. Criteri identificativi delle acque minerali (Italia - Commissione delle Acque Minerali -1933) Caratteri generali Colore Odore Sapore Limpidità Colloidi Analisi chimico-fisiche Temperatura Densità Indice di Rifrazione Abbassamento Crioscopico Pressione Osmotica Conducibilità Elettrica pH Radioattività Analisi chimiche Residuo Fisso a 100°C, a 180°C Al Rosso Scuro Ammoniaca, Nitriti, Nitrati Ossigeno Idrogeno Solforato-Grado Solfidrometrico Durezza Alcalinità Arsenico Ozono Azione Catalitica Reazione al Cloridrato di Benzidina Gas Disciolti In tale sede, verranno trattati solo i principali criteri su riportati che permettono di distinguere e classificare le acque minerali ai fini terapeutici, ossia: Temperatura; Abbassamento Crioscopico (Punto di Congelamento); Radioattività; Gas Disciolti; Durezza; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 35 Residuo Fisso a 180°C; Composizione Ionica. 1. TEMPERATURA La Temperatura si determina immergendo un comune termometro a massima (o appositi dispositivi) nel punto di scaturigine dell'acqua (o nel pozzo) considerando ed annotando contemporaneamente anche la temperatura atmosferica dell'aria. La temperatura di scaturigine è in stretta relazione con diverse condizioni, quali ad esempio: il gradiente geotermico, cioè il riscaldamento negli strati più profondi della crosta terrestre. Si osserva un aumento indicativo di 1°C ogni 33 metri di profondità; gli attriti subiti dall'acqua durante la risalita; la velocità di risalita (direttamente proporzionale alla temperatura); il verificarsi nell'acqua di reazioni esotermiche; il mescolamento con altre acque durante la risalita; etc. La possibilità di utilizzare un'acqua minerale alla temperatura di scaturigine senza che debba subire processi di eutermalizzazione permette di conservare in modo ottimale le proprie caratteristiche. In base alla Temperatura dell’acqua alla sorgente, le acque minerali vengono classificate in: • Acque Fredde: temperatura alla sorgente al di sotto dei 20°C; • Acque Ipotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 20°C ed i 30°C; • Acque Omeotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 30°C ed i 40°C; • Acque Ipertermali: temperatura alla sorgente al di sopra dei 40°C. 2. PUNTO DI CONGELAMENTO L’acqua distillata congela a 0°C alla pressione di 1 atmosfera (760 mmHg), l’acqua dolce (fiumi, laghi) congela prima dell’acqua salina. Il Punto di Congelamento delle varie acque in riferimento all’acqua distillata si chiama Abbassamento Crioscopico (Δ). Nell’uso medico si fa riferimento al punto di congelamento del siero del sangue, che equivale a circa -0,56°C. In base al Punto di Congelamento, le acque minerali vengono classificate in: • Acque Ipotoniche: acque con Δ compreso tra 0°C e -0,55°C; • Acque Isotoniche: acque con Δ compreso tra -0,55°C e -0,58°C; • Acque Ipertoniche: acque con Δ inferiore a -0,58°C. Le acque ipotoniche e quelle ipertoniche, se assunte continuamente, possono avere rispettivamente un’azione di eccessiva diluizione dei sali minerali del corpo portando a stati di carenza ed accrescere le concentrazioni saline alterando lo stato di benessere. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 36 3. RADIOATTIVITÀ Alcune acque minerali vengono definite “Radioattive” in relazione alla proprietà fisica di emettere radiazioni ionizzanti. In soluzione sono presenti tracce di elementi radioattivi ad elevato peso atomico (quali: uranio, torio, radio, radon, attinio, etc.) e contengono e liberano generalmente gas - fenomeno noto come “emanazione”. Più comunemente tali acque, contengono e liberano emanazioni di radio sotto forma di radon, il quale: è un gas disciolto nell'acqua che deriva dalla emanazione di una particella alfa da un atomo di radio; è l’elemento più importante ai fini terapeutici delle acque radioattive, nonché il più rilevante per quantità; ha un'emivita o tempo di dimezzamento di circa 3,825 giorni (periodo in cui la sua radioattività si dimezza). Ciò fa comprendere la scarsa, o praticamente nulla, possibilità da parte dell'organismo di accumulare radioattività dalle acque minerali e la necessità di utilizzare queste acque rapidamente prima che perdano gli effetti terapeutici; viene assorbito molto facilmente attraverso le mucose (soprattutto degli apparati respiratorio e digerente) e la cute, diffonde molto rapidamente nei tessuti (con un'affinità elettiva per i lipidi) e viene eliminato in poche ore; viene impiegato come parametro di misura della radioattività nelle acque minerali. La radioattività delle acque minerali viene espressa in Curie [Ci] (quantità di emanazione in equilibrio radioattivo con un grammo di radio) o Unità Mache [UM] (2,75 x 10-9 UM = 1 Ci) o Bequerel [Bq] (1 nCi/l = 37 Bq) Un'acqua minerale viene classificata radioattiva in presenza di almeno 1 nanocurie di radon/litro (nCi/l, ossia 10-9 Ci; 1 nCi/l = 37 disintegrazioni/secondo). Diversi Autori affermano che perché possano esplicarsi effetti terapeutici la radioattività dovrebbe essere superiore a 18-29 nCi/l (oppure 50-80 UM). In base alla Radioattività, le acque minerali vengono classificate in: • Acque Debolmente Radioattive: acque fino a 30 nCi/l; • Acque Mediamente Radioattive: acque da 30 a 150 nCi/l; • Acque Fortemente Radioattive: acque superiori a 150 nCi/l. L’attività terapeutica di dette acque è da attribuire alle radiazioni alfa dotate di basse proprietà di penetrazione e di buone capacità ionizzanti. Le acque radioattive che vengono imbottigliate sono veramente molto poche (la più nota è forse la Zilia in Corsica) e sono reperibili unicamente in farmacia; di contro, esistono molti centri termali dove vengono utilizzate sia per cure idropiniche che con altre modalità di somministrazione. L’Acqua Garbarono delle Terme di Lurisia viene considerata la sorgente con maggiore radioattività al mondo utilizzata per bibita (1.135 nCi). Queste acque devono essere consumate solo per scopi terapeutici ben precisi, sono indicate per la cura dei reumatismi articolari, delle nevralgie, delle nevriti, della gotta, delle allergopatie e dell’asma bronchiale. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 37 4. GAS DISCIOLTI Una classificazione prettamente commerciale delle acque minerali può essere operata in funzione della presenza di gas disciolti (ossigeno, azoto, anidride carbonica [CO2]), sia alla sorgente (acque naturalmente gasate o effervescenti naturali) che addizionati artificialmente in seguito (acque gasate/frizzanti rinforzate o addizionate). Il gas maggiormente considerato è la CO2 e se la quantità presente è superiore a 250 mg/litro l’acqua viene definita “acidula”. Nelle sorgenti di acque naturalmente gasate è possibile separare e recuperare la CO2 che può servire per addizionare le acque stesse, in questi casi è fatto obbligo di indicare in etichetta ”rinforzata con il gas della sorgente”. Le acque effervescenti naturali sono la minoranza, per gasare le acque che invece sgorgano lisce occorre utilizzare CO2 immagazzinata, la quale può essere di origine naturale o prodotta con processi industriali, comunque non proveniente dalla stessa falda che alimenta la sorgente (acqua addizionata). Sia di provenienza naturale che di sintesi la CO2 prima di essere utilizzata come additivo alimentare deve essere sottoposta a trattamenti in grado si purificarne la composizione chimica e renderla compatibile con le disposizioni della legge (D.M. n. 356 del 04/08/1997 - allegato 2). In base alla quantità presente di CO2, le acque minerali vengono classificate in: • Acque Lisce o Piatte: la CO2 libera è presente in quantità minore di 250 mg/l; • Acque Naturalmente Gasate: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l; • Acque Effervescenti Naturale: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l; • Acque Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata totalmente eliminata; • Acque Parzialmente Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata parzialmente eliminata; • Acque Rinforzate con gas di sorgente: la CO2 aggiunta proviene dalla stessa falda o giacimento; • Acque Addizionate con CO2: la CO2 aggiunta non proviene dalla stessa falda o giacimento. A seconda della quantità aggiunta si hanno “Acque Minerali Lievemente Frizzanti” (aggiunti fino a 5.000 mg/l di CO2) oppure “Acque Minerali Frizzanti” (aggiunti fino a 6.500 mg/l di CO2). Le acque gasate sembrano dissetare meglio, in quanto le “bollicine” agiscono come blando anestetico a livello delle terminazioni nervose della mucosa orale responsabili in parte della sensazione di sete ed inoltre inducono dilatazione dello stomaco producendo apparente sazietà. In realtà liscia, gasata o effervescente naturale, l'acqua disseta tutta allo stesso modo. L'acqua gasata facilità la digestione e aumenta il senso di sazietà, provocando la dilatazione dello stomaco. Deve essere evitata da chi ha problemi di aerofagia, gonfiore addominale, reflusso gastroesofageo e patologie da ipersecrezione gastrica. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 38 5. DUREZZA La Durezza esprime la quantità di elementi alcalino-terrosi (sali di calcio e di magnesio) sotto forma di carbonati, bicarbonati ed altri sali (solfati, cloruri). Si può valutate: Durezza temporanea: esprime il contenuto dei metalli alcalino-terrosi sotto forma di bicarbonati. È detta temporanea in quanto, con l'ebollizione, i bicarbonati possono essere separati dall'acqua precipitando sotto forma di carbonati; Durezza permanente: è quella che residua dopo l'ebollizione essendo determinata da solfati e cloruri di calcio e magnesio che rimangono in soluzione durante il trattamento; Durezza totale: è quella dell'acqua alla sorgente ed è la somma della permanente e della temporanea. Le determinazioni vengono eseguite con sostanze chelanti e successivamente elaborate da sistemi rivelatori, esprimendo i risultati come carbonato di calcio [CaCO3] od, in alternativa, come ossido di calcio [CaO]. Nel primo caso, 10 mg/l di CaCO3 corrispondono ad 1 grado di durezza francese [°F] (1°F = una parte di carbonato di calcio per 100.000 di acqua), nel secondo 10 mg/l di CaO corrispondono ad 1 grado tedesco [°D] (1°F = 0,56 °D). Sono state proposte diverse classificazioni delle acque in base alla loro durezza, ma a tutt’oggi non ne esiste una riconosciuta universalmente. • Acque Dolci o Molli: durezza totale inferiore a 15°F; • Acque Medie: durezza totale compresa tra 15°F e 25°F; • Acque Dure: durezza totale superiore a 25°F. L’acqua dura con valori superiori a 40°F è indicata per integrare l’apporto di calcio, nei bambini che hanno denti ed ossa in formazione e negli anziani dove è frequente il riscontro di osteoporosi. Le acque dolci trovano un ottimo utilizzo nella preparazione di tisane, liquori e medicinali in genere. 6. RESIDUO FISSO A 180 °C Il Residuo Fisso [RF] esprime la quantità totale dei soluti presenti nell'acqua minerale, in particolar modo delle sostanze inorganiche; esso viene calcolato in unità di peso (mg/l o g/l) e si ottiene facendo evaporare a bagnomaria (a 100°C) una quantità di acqua (1000 ml) in un contenitore di materiale inerte (capsula di platino) cui fa seguito un'essicatura a 110°C, a 180°C e a 500-700°C (cosiddetto calore rosso). Il Residuo Fisso cui si fa riferimento più comunemente è quello a 180°C; questo valore è stato scelto fondamentalmente perché a 180°C viene persa anche l'acqua di cristallizzazione di alcuni elementi (come ad esempio il calcio ed il magnesio) ed i gas; ciò che si ottiene è una buona approssimazione del reale Residuo Fisso. La determinazione di tale parametro costituisce una tra le più importanti indagini da svolgere su un'acqua minerale, poiché permette la classificazione ufficiale delle acque terapeuticamente attive sia ad uso termale che imbottigliate. Nel corso del tempo sono state proposte varie classificazioni. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 39 Nel 1929 Marotta e Sica fornirono la prima classificazione delle acque minerali, la quale rappresenta ancora oggi un valido riferimento, basandosi principalmente su tre parametri, ossia la temperatura alla sorgente, il residuo fisso a 180°C e la composizione ionica secondo uno schema che divide le acque in classi e sottoclassi. In base al RF essi classificarono le acque minerali in: • Acque Oligominerali: RF a 180 °C uguale o inferiore a 200 mg/litri; • Acque Mediominerali: RF a 180 °C compreso tra 200 e 1000 mg/litri; • Acque Minerali: RF a 180 °C superiore a 1000 mg/litro. In base al D.M. del 01/02/1983 “Nuove Norme per le Etichette sulle Acque Minerali” (pubblicato sulla G.U. n. 40 del 10/02/1983) vista la direttiva CEE, le acque minerali furono successivamente classificate in: • Acque Minimamente Mineralizzate: RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro; • Acque Leggermente Mineralizzate: RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro; • Acque Ricche di Sali Minerali: RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro. Questa nuova classificazione, di derivazione CEE ed entrata in vigore nel 1983, per quanto più recente rispetto a quella precedente (Marotta e Sica, 1929), risulta incompleta poiché il legislatore modificando i limiti della mineralizzazione fra le varie acque non ha tenuto conto di quelle acque con un residuo fisso compreso tra 501 e 1500 mg/litro, abolendo così la categoria delle acque mediominerali della vecchia classificazione, che a livello pratico costituiscono il gruppo numericamente più rappresentativo. Attualmente il decreto di riferimento è il D.L. n. 105 del 25/01/1992, il quale classifica le acque minerali in: • Acque Minimamente Mineralizzate RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro; • Acque Legg. Min. od Oligominerali RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro; • Acque Mediominerali o Minerali RF a 180°C compreso tra 501 e 1500 mg/litro; • Acque Ricche di Sali Minerali RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro. Le acque minimamente mineralizzate sono quelle che possiedono un minore contenuto salino, con conseguente rapido assorbimento intestinale. Determinano un aumento della diuresi e pertanto trovano indicazione in soggetti con calcolosi delle vie urinarie. Vengono utilizzate per la ricostituzione del latte in polvere e nella diluizione del latte vaccino. Le acque leggermente mineralizzate od oligominerali favoriscono la diuresi e trovano indicazione nella prevenzione della calcolosi renale. Svolgono azione antispastica sulla muscolatura delle vie urinarie, favorendo l’espulsione di eventuali calcoli. Le acque mediominerali o minerali propriamente dette hanno caratteristiche intermedie in funzione del residuo fisso e della compente ionica predominante (la maggior parte di queste acque è ricca di bicarbonato), l’effetto diuretico diminuisce progressivamente con l’aumentare del residuo fisso. Le acque ricche di sali minerali vengono usate a scopo terapeutico (acque medicamentose) e sono sconsigliate per il consumo quotidiano come bibita. Il loro impiego dovrebbe avvenire sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati (azione purgativa, ipertensione arteriosa, etc.). L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 40 7. COMPOSIZIONE IONICA Nella determinazione della composizione ionica predominante si tiene conto in primo luogo dell'anione (o degli anioni) prevalente ed in secondo luogo del catione. Quando uno ione è presente in quantità superiore a 20 mEq/litro (degli anioni e dei cationi) dà il nome all'acqua. In base alla Composizione Ionica prevalente, le acque minerali vengono classificate in: • Acque Bicarbonate: tenore di Bicarbonato superiore a 600 mg/litro; • Acque Solfate: tenore di Solfati superiore a 200 mg/litro; • Acque Clorurate: tenore di Cloro superiore a 200 mg/litro; • Acque Magnesiache: tenore di Magnesio superiore a 50 mg/litro; • Acque Fluorate: tenore di Fluoro superiore a 1 mg/litro; • Acque Calciche: tenore di Calcio superiore a 150 mg/litro; • Acque Ferruginose: tenore di Ferro bivalente superiore a 1 mg/litro; • Acque Sodiche: tenore di Sodio superiore a 200 mg/litro; • Acque Carboniche: tenore di Anidride Carbonica superiore a 300 cc/litro. La presenza contemporanea di diversi ioni prevalenti dà origine ad acque minerali pluriioniche, le cui più rappresentative sono le seguenti: • Acque Salse: Cloruro-Sodiche Salso-Solfato-Alcaline Salso-Solfato-Alcalino-Terrose Salso-Bromo-Iodiche Salso-Iodico-Solfato-Alcaline Salso-Iodico-Alcalino-Terrose • Acque Sulfuree: Sulfureo-Salse Sulfureo-Salso-Bromo-Iodiche Sulfureo-Salso-Solfato-Alcaline Sulfureo-Solfato-Alcaline • Acque Arsenicali-Ferruginose: Arsenicati Arsenicali-Ferruginose Ferruginose • Acque Bicarbonate: Bicarbonato-Alcaline Bicarbonato-Alcalino-Bromo-Iodiche Bicarbonato-Alcalino-Terrose Bicarbonato-Solfato-Alcaline Bicarbonato-Solfato-Alcalino-Terrose • Acque Solfate: Solfato-Alcaline Solfato-Alcalino-Terrose L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 41 Acque Bicarbonate - Sono prevalenti le bicarbonato-calciche (48,7%), con oltre 100 mg/litro di calcio presente che ne conferisce un sapore gradevole. Se bevute durante i pasti favoriscono la digestione, mentre se assunte a digiuno tamponano l’acidità gastrica. Sono principalmente indicate: nell’insufficienza epatica e nei fenomeni spastici discinetici delle vie biliari, perché fluidificano la bile e favoriscono lo svuotamento delle vie biliari; nell’attività sportiva, in quanto permettono di riacquisire i minerali persi con l'attività fisica, inoltre il bicarbonato ed il calcio sono in grado di neutralizzare le scorie del catabolismo muscolare (acido lattico); nelle dispepsie gastriche della prima infanzia (vomito abituale del lattante); nel periodo di svezzamento e nel bambino più grande, poiché forniscono numerosi e preziosi elementi minerali, fungendo da integratore alimentare; nelle forme di cistite cronica, perchè hanno una buona azione diuretica ed inducono un effetto spasmolitico. Acque Solfate - Hanno un potere lievemente lassativo. Aiutano a migliorare l’attività dell’intestino e a depurarlo nei soggetti con problemi di colite spastica con alternanza di stipsi e diarrea o con intestino pigro. Esercitano un effetto rilassante sulla muscolatura biliare. Depurano il fegato. Hanno effetti benefici sulla pelle (disintossicante) e sui capelli. È consigliabile berle al mattino, a digiuno ed a piccoli sorsi. Sono sconsigliate nelle fasi di crescita, durante lo sviluppo ed in gravidanza, in quanto il solfato può interferire negativamente con l’assorbimento del calcio. Più in generale trovano indicazioni nelle malattie croniche del tratto otorinolaringoiatrico e respiratorio, nelle malattie osteoarticolari, nelle malattie del ricambio (gotta), nelle malattie ginecologiche e nelle angiopatie. Acque Clorurate - Contengono in prevalenza l’anione cloro ed il catione sodio (cloruro-sodiche), in alcune si ritrovano solfato di sodio e bicarbonato di sodio, calcio e magnesio. Hanno un’azione equilibratice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Proteggono le cellula epatica dagli agenti tossici per induzione dei sistemi enzimatici. Hanno azione purgativa e lassativa (tipica delle acque salse o salso-solfate), anche se per manifestarsi necessita di un trattamento prolungato. Le acque ipertoniche aumentano la peristalsi senza stimolare significamente la secrezione gastrica, mentre le acque ipotoniche stimolano maggiormente la secrezione gastrica e meno la peristalsi. Trattandosi di acque salse-clorurosodiche, sono assolutamente sconsigliate per chi soffre di disturbi renali. Acque Magnesiache - Le acque bicarbonato-magnesiache, solfato-magnesiache e clorurato-magnesiache svolgono prevalentemente un’azione purgativa. Indicate in presenza di deficit di magnesio, il quale può essere caratterizzato da crampi gastrici, cefalea, ansia, affaticabilità, vertigini e dispnea. Il magnesio rappresenta un supporto terapeutico e preventivo per le: patologie ostetrico-ginecologiche, con particolare riguardo alla sindrome premestruale, alla gravidanza, alla sindrome climaterica e all’osteoporosi post-mestruale; patologie cardiovascolari, con particolare riguardo alla prevenzione dell’arteriosclerosi, perché inducono una sensibile dilatazione delle arterie (come le acque contenenti litio e potassio). L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 42 Acque Fluorate - Sotto controllo medico sono ideali per la prevenzione della carie dentale nei bambini e fino ai 14 anni; ne è consigliato un uso moderato in gravidanza, poiché la prima impronta del dente di forma nel feto. Si sconsiglia un uso continuativo di queste acque, perché un eccesso di fluoro può portare ad un accumulo di questo elemento nei denti e nello scheletro. La quantità massima tollerabile di fluoro è di 5 mg/l; nelle acque destinate all’infanzia il limite scende a 1,5 mg/l e per questa ragione un’acqua con un valore superiore deve riportare in etichetta la frase: "Contiene più di 1,5 mg/l di fluoro: non è opportuno il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età inferiore a sette anni”. Acque Calciche - Si trovano soprattutto come bicarbonato-calciche. Agiscono a livello del fegato e dello stomaco. L’assunzione dietetica di circa 800 mg di calcio/die è in grado di ridurre il rischio di ipertensione e favorisce il raggiungimento e il mantenimento nel tempo di un’idonea densità ossea. Acque Ferruginose - Sono indicate per chi soffre di anemia sideropenica (quale integratore della terapia marziale), in gravidanza, durante l'allattamento, quando si vive in un habitat inquinato (il piombo presente nell'aria si lega al ferro rendendolo inutilizzabile dall'organismo umano). È sconsigliata nei soggetti affetti da gastroduodeniti. Acque Sodiche - Lo ione sodio ha una funzione biologica importante perché influenza positivamente l’eccitabilità neuromuscolare. Utili per reintegrare le perdite di sodio (sudorazione abbondante, allenamenti pesanti e prolungati, etc.). Vanno assunte con cautela perché la nostra alimentazione è già troppo ricca di sodio (12 gr/die, contro i 5 gr/die posti come limite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità). È controindicata nei soggetti ipertesi, con edemi e cellulite. Bibliografia • • • G. Temporelli - Le Acque Minerali - Ranieri Editore - 2002. http://www.acquaminerale.net/ http://www.acquasanmartino.it/corpoinformazioni.htm L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 43 IL PERCORSO DELLE ACQUE MINERALI DALLA SORGENTE ALLA TAVOLA Salvatore Vaccaro Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia L’interesse dell’uomo verso le acque minerali e le loro specifiche proprietà terapeutiche è datato nel tempo; nell’antichità gli effetti benefici di acque particolarmente ricche di sali minerali e/o di gas disciolti erano celebrati come eventi miracolosi e le fonti dalle quali esse sgorgavano venivano considerate sacre e quindi venerate. Solo nel XIX° secolo si ebbe il riconoscimento dell’idropinoterapia (o terapia idropinica) come scienza medica, consistente nello studio delle caratteristiche peculiari e terapeutiche delle acque minerali naturali e nella loro prescrizione a fini curativi, tramite assunzione per os, specificandone dettagliatamente la qualità, la quantità, etc. Nonostante ciò, solo a partire dagli anni ‘70 si è registrato un significativo incremento del consumo di acque minerali, tanto da farle diventare in poco tempo comuni acque da tavola e bevande di uso quotidiano; tale condizione è stata in parte favorita anche dalla contaminazione degli acquedotti, in conseguenza della diffusione incontrollata di fitofarmaci e di sostanze di origine industriale nell’ambiente, associata ad una maggiore informazione e/o consapevolezza dei consumatori tra la stretta correlazione esistente fra l’alimentazione e lo stato di salute. L’aumento dei consumi delle acque minerali come bevande ad uso quotidiano ha parallelamente favorito la nascita e lo sviluppo di un fiorente mercato di produzione di e commercializzazione di tali acque, passando dai 2.350 milioni di litri imbottigliati nel 1980 ai 10.300 milioni di litri imbottigliati nel 2000. A livello europeo, l’Italia primeggia sia per i consumi pro-capite che per la produzione di acque minerali naturali. Quest’ultima è gestita per gran parte (75% del mercato nazionale) da 7 Gruppi “Multifonte”: • Gruppo Nestlè: leader in Italia con una quota di mercato del 27,2% e 13 marchi imbottigliati, ossia: Claudia, Fonte Alpina, Levissima, Limpia, Lora di Recoaro, Panna, Pejo, S. Bernardo, S. Bernardo Sorgente della Rocca, S. Bernardo Sorgente Rocciaviva, San Pellegrino, Terrier, Tione, Ulmeta, Vera; • Gruppo San Benedetto: con una quota di mercato del 18,5% e i marchi Fonte Caudana, Fonte Primavera, Guizza, San Benedetto, Valle Reale; • Gruppo Danone: con una quota di mercato del 9,7% e i marchi Acqua di Nepi, Boario Danone Activ, Danone Vitasnella, Ferrarelle, Fonte Vivia, Natìa, Santagata; • Gruppo CO.GE.DI.: con una quota di mercato dell’8,7% e i marchi Brio Blu Rocchetta, Rocchetta, Uliveto; • Gruppo Spumador: con una quota di mercato del 5,8% e i marchi Angelica, Flaminia, Fontechiara, Fonte Serena, Gioiosa della Valsesia, Lidia, Sant’Andrea, S. Antonio, S. Francesco, Valverde; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 44 • Gruppo Norda: con una quota di mercato del 4,1% ed i marchi Acquachiara, Daggio, Dolomiti, Ducale, Leonardo, Linx, Luna, Nuova, Pasubio, Reale, Sorgente Grigna; • Gruppo Sangemini: con una quota di mercato del 2,6% e i marchi Amerino, Fabia, Fonte Aura, Linda, Sangemini, Tavina; mentre la rimanente quota di mercato (25%) è gestita da Gruppi minori o da Produttori singoli che operano in ambito regionale o pluriregionale: • Sorgenti Traficante: Lilia, Sveva, Toka, Traficante; • Sorgenti S.P.A.: Appia, Ausonia, Gajum, Gaudenziana, San Lorenzo, S. Pietro, Santa Rita, Roccabianca, Val di Meti; • Soldati: Fontepatri, Silvana; • S.A.M.: Levia, Liàn, Luce, Pura, S. Angelo, S. Giorgio, Siete Fuentes, Santa Maria, Silia; • Mangiatorella: Acquarossa, Cavagrande, Mangiatorella; • Industrie Togni: Fonte Elisa, Frasassi, Gaia, S. Cassiano; • Bordogna/Ghisalberti: Bracca, Flavia, Pineta Sorgente Sales; • A.M. Val Menaggio S.P.A.: Chiarella, Fontelaura, Paraviso; • Etc. Secondo il D.L. 105/1992 e successive modifiche ed integrazioni, per acque minerali naturali si intendono “Le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari ed eventualmente proprietà favorevoli alla salute”. Esse prima di giungere sulla tavola dei consumatori sono sottoposte a numerose operazioni, seguendo un articolato percorso che dalle sorgenti di prelievo (materia prima) consente di ottenere la bottiglia etichettata (prodotto finito). CAPTAZIONE DELLA FONTE. Le acque minerali provengono per lo più da acque meteoriche che filtrano attraverso vari strati permeabili (o semipermeabili) del terreno, fino a costituire una falda acquifera. Tramite questo processo esse si depurano delle scorie acquisite durante il ciclo atmosferasuolo e si arricchiscono di sostanze minerali e gassose del terreno, in relazione alle condizioni di pressione e temperatura locali e alla solubilità delle rocce con cui vengono a contatto. Le caratteristiche chimiche e chimico-fisiche che le rendono terapeuticamente attive rispecchiano in gran parte il paesaggio litogeologico che attraversano durante il loro ciclo idrogeologico; si avranno acque prevalentemente ricche di un elemento minerale o di un altro in funzione della tipologia di roccia dominante nel bacino imbrifero di pertinenza, della solubilità delle componenti mineralogiche e del tempo di contatto tra acque di circolazione sotterranea e substrato poroso. Diversamente da quanto la legge stabilisce per le acque potabili, per le acque minerali non esiste un limite superiore o inferiore per il contenuto dei sali in esse disciolti. La proporzione tra il quantitativo di acqua che si infiltra nel terreno e quella che ruscella dipende da vari fattori (natura del terreno, intensità delle precipitazioni, etc.), i quali sono di fondamentale importanza nel determinare le potenzialità del bacino idrogeologico e quindi l’affidabilità della falda per la produzione industriale di acqua minerale. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 45 Generalmente, per il calcolo del bilancio idrogeologico si usa la seguente equazione: P=E+R+I=E+D dove: P = Precipitazioni (mm), E = Evapotraspirazione (mm), R = Ruscellamento (mm), I = Infiltrazione (mm) e D = Deflusso totale (mm). A seconda del tipo di terreno il deflusso idrico totale sarà caratterizzato da un diverso rapporto tra il coefficiente di infiltrazione e quello di ruscellamento; la loro somma definisce il deflusso idrico totale (superficiale e sotterraneo). Una sorgente affiora naturalmente in superficie quando presenta una condizione di equilibrio chimico-fisico, dovuto al raggiungimento di una velocità di percorrenza costante, con conseguente stabilità della composizione chimica; invece, quando la sorgente è perforata si possono creare durante il pompaggio delle depressioni, con conseguente richiamo d’acqua dalle aree di ricarica, che causano perturbazioni idrauliche in grado di indurre variazioni degli equilibri chimico-fisici. Il lavoro di ricerca e captazione di una sorgente è lungo ed impegnativo e deve essere svolto da personale altamente specializzato (idrogeologi), impiegando più o meno strumentazioni altamente tecnologiche. Il D.M. n. 542 del 12.11.1992 fissa i criteri di valutazione delle caratteristiche idrogeologiche, chimico-fisiche e microbiologiche per le acque minerali naturali. La domanda di riconoscimento di un’acqua minerale deve essere accompagnata da un’articolata relazione idrogeologica, volta ad illustrare gli aspetti caratterizzanti della falda acquifera, da certificati di almeno n. 4 analisi chimico-fisiche e altrettante analisi microbiologiche eseguite nelle 4 stagioni su campioni prelevati alla sorgente e dai relativi verbali di prelevamento redatti dall’autorità sanitaria che ha assistito ai prelevamenti. STABILIMENTI INDUSTRIALI. In Italia vi sono poco meno di 200 stabilimenti di imbottigliamento di acque minerali, i quali operano attivamente nel settore sfruttando l’acqua di una sorgente per imbottigliare una marca oppure sfruttando l’acqua di più sorgenti (opportunamente miscelata) per imbottigliare una marca oppure ancora sfruttando l’acqua di più sorgenti per imbottigliare più marche. La scelta della locazione dello stabilimento di imbottigliamento deve essere fatta con razionalità e dietro attenta valutazione delle caratteristiche ambientali circostanti, scartando i luoghi ove sono presenti intense emissioni odorose, grossi centri abitati (con conseguente elevato tasso di inquinamento), etc., in modo che nessun agente esterno venga a contatto con l’acqua e quindi le sue caratteristiche si mantengano inalterate. Le dimensioni dello stabilimento vanno progettate in funzione alla capacità produttiva che si intende realizzare, la quale risulta correlata alle caratteristiche della sorgente in termini di capacità del bacino e di disponibilità di acqua. Vanno predisposti: locali di lavorazione, laboratori di analisi, uffici, area stoccaggio (magazzini su un unico piano), area movimentazione del prodotto finito, area per i mezzi di trasporto adibiti alla consegna ai centri di rivendita commerciale, etc. Le linee di imbottigliamento, ed in particolare le macchine riempitici, dovrebbero trovarsi in locali isolati (chiusi ed in soprapressione), alle quali si dovrebbe accedere tramite porte ermetiche e nelle quali l’igiene andrebbe curato nei minimi particolari, onde evitare L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 46 sorgenti di contaminazione (uomo, animali, vegetazione, suolo, aria). L’esigenza di effettuare continue analisi di controllo impone la presenza di uno o più laboratori interni; le modalità dei controlli interni ed esterni (espletati da organi sanitari competenti) vengono stabilite dalle indicazioni riportate nella Circolare n. 17 del 13.09.1991 e nella Circolare n. 19 del 12.05.1993 del Ministero della Sanità per quanto riguarda rispettivamente la parte microbiologica e quella chimico-fisica. Lo stabilimento deve essere ubicato il più vicino possibile ai punti di prelievo, in modo tale che le tubazioni di collegamento siano le più brevi possibili e vengano ridotte le probabilità di eventi inconvenienti, nonché i costi di realizzazione. I materiali impiegati per realizzare le tubazioni di collegamento devono essere atossici, asettici e permettere periodici trattamenti di sanatizzazione; generalmente si utilizzano tubi in: • acciaio inox (AISI 316L): molto igienico, presenta una buona resistenza all’azione dei detergenti e dei disinfettanti, caratterizzato da una superficie liscia e priva di porosità, è però necessario eseguire varie saldature di collegamento tra tubi, rubinetti, curve, etc., che costituiscono zone di minor resistenza (le saldature si offrono meglio all’attacco delle sostanze aggressive e le acque ricche in sali possono innescare lievi fenomeni di corrosione); • polietilene ad alta densità (PEAD): resina atossica che possiede tutti i requisiti di legge per venire a contatto con le acque, consigliata soprattutto per percorsi lunghi e tortuosi, non vi sono punti di saldatura, le giunzioni fatte a caldo sono rapide e sufficientemente lisce ed uniformi; inoltre, permette un prezzo di partenza più basso. TRATTAMENTI DELLE ACQUE. Ai fini della tutela dei consumatori, l’uso a fine alimentare e la commercializzazione di un'acqua minerale devono soddisfare una serie di requisiti previsti da alcune norme e passare il vaglio di organismi regionali e ministeriali, sulla base di relazioni redatte da laboratori specificatamente autorizzati (o universitari) ed il controllo dei laboratori pubblici compreso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, tra l’altro, partecipa con propri esperti al “Gruppo Istruttorio Acque Minerali” del Consiglio Superiore dalla Sanità, cui compete il parere per il primo riconoscimento di un’acqua minerale e per la verifica annuale del permanere delle caratteristiche proprie dell’acqua stessa. Alcuni tipi di trattamenti, esclusivamente di carattere chimico-fisico, sono permessi sulle acque minerali naturali, purché tale trattamento non comporti una modifica della composizione dell’acqua in quei suoi componenti essenziali che conferiscono all’acqua stessa le sue proprietà. Trattamenti permessi (non si intende modificato il carattere di un’acqua minerale): • Captazione, canalizzazione, elevazione meccanica, approvvigionamento in vasche o serbatoi; • Separazione degli elementi instabili (composti del ferro e dello zolfo) mediante filtrazione o decantazione, eventualmente preceduta da ossigenazione; • Separazione dei composti di ferro, manganese e zolfo, nonché in alcune acque dell’arsenico mediante trattamento con aria arricchita di ozono; • Separazione di componenti indesiderabili diversi da quelli su menzionati; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 47 • Eliminazione totale o parziale dell’anidride carbonica mediante procedimenti esclusivamente fisici, nonché incorporazione o reincorporazione di anidride carbonica. I trattamenti che prevedono l’uso di aria arricchita di ozono per favorire la separazione di alcuni composti naturalmente presenti nell’acqua stessa, ma indesiderabili quando la loro concentrazione è al di sopra di quella massima ammissibile, debbono essere autorizzati dal Ministero della Salute (sentito il Consiglio Superiore della Sanità) e le Aziende devono chiaramente riportare in etichetta la dicitura “Acqua sottoposta a una tecnica di ossidazione con aria arricchita di ozono”. Trattamenti vietati (si intende modificato il carattere di un’acqua minerale): • Trattamenti di potabilizzazione; • Aggiunta di sostanze battericide o batteriostatiche; • Eseguire qualsiasi trattamento suscettibile di modificare il microbismo dell’acqua minerale. IMBOTTIGLIAMENTO. I contenitori utilizzati per imbottigliare le acque minerali possono essere di tre tipi: • Vetro: ottenuto per fusione a 1200°C di sabbia silicea con carbonati di sodio e di calcio; • Plastica: il PVC, fino a qualche anno fa molto utilizzato, attualmente non viene più impiegato. Il PET è una materia plastica trasparente, leggera, resistente agli urti che può assumere diverse colorazioni a protezione del liquido che contiene; l’utilizzo su grande scala è abbastanza recente e può essere riciclato in vari modi; • Cartone politenato (brick): è un laminato a più strati, dove l’elemento base è la carta (80%) che conferisce forma e rigidità al contenitore (Tetra Brick Aseptic), ad essa vengono abbinati un film di polietilene (15-20%), usato per conferire impermeabilità agli agenti esterni e per permettere l’unione dei vari materiali senza impiegare sostanze collanti ed adesive ed un foglio di alluminio (3-5%), interposto al multistrato per proteggere l’acqua dalle alterazioni che possono essere innescate dalla luce e dall’aria, permettendo così di mantenere tutte le caratteristiche originali. Dal 1985 ad oggi la quota dei contenitori in vetro è scesa dal 92% al 42 %, mentre quelli in plastica sono saliti dal 6,5% al 55% e quelli in cartone dall’1,5% al 3%; una grande influenza deriva dal minor costo di trasporto. Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in PET: La “preforma” è una specie di provetta che dà vita alla bottiglia attraverso la soffiatura in appositi stampi; le bottiglie così formate vengono convogliate, tramite nastri trasportatori, al circuito di imbottigliamento, dove verranno sottoposte alle seguenti operazioni meccanizzate: • Sciacquatura; • Riempimento; • Tappatura; • Controllo degli eventuali pezzi difettosi; • Etichettatura; • Timbratura del lotto di lavorazione; • Imballaggio in fardelli da 6 bottiglie con film termoretraibile; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 48 • Invio al magazzino per la preparazione di pallets e la spedizione. Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in VETRO: Procedura simile a quella per il PET, ma un po’ più complicata e dispendiosa: • Le bottiglie del tipo VAR (vuoto a rendere) vanno lavate, sterilizzate e risciacquate prima di essere immesse nel circuito di imbottigliamento (tramite apposite macchine lavatrici); • Il trasporto avviene su nastri trasportatori classici, il quale risulta più lento e rumoroso rispetto al trasporto ad aria dei contenitori in PET; • Le bottiglie rigate o rovinate devono essere scartate e distrutte. TRASPORTO E CONSERVAZIONE. Le bottiglie finite vengono riunite in pallets e caricate su autotreni per la distribuzione. Giunte nei vari magazzini di giacenza possono rimanerci per mesi o anni ed essere soggette a continue sollecitazioni ambientali (stress termico, alternanza luce/buio, esposizione ai raggi solari UV, etc.), indebolendo della struttura polimerica del PET che si traduce in una maggiore permeabilità ai gas e agli agenti esterni. Le acque minerali vanno conservate lontane dalle fonti di calore, al riparo dalla luce solare, in luogo fresco, asciutto e senza odori. COMMERCIALIZZAZIONE. Il business delle acque minerali è in continuo sviluppo, attualmente sul mercato italiano si possono enumerare ben oltre n. 250 marche prodotte, con un incremento costante della produzione: nel 2003 essa ha toccato 11,5 miliardi di litri e un consumo medio annuo pro-capite di 178 litri, tra i più alti in Europa e nel Mondo. Le acque minerali italiane sono molto apprezzate e richieste all’estero; dati ISTAT del 2004 fanno emergere che circa il 10% della produzione nostrana è stata esportata, per un valore di circa 200 milioni di Euro, soprattutto in Europa - circa 1.150 milioni di litri sono giunti in Francia (31%), Germania (25%), Svizzera (24%), Austria (10%), Grecia (4%), UK (4%), Belgio (2%) - ed oltre oceano, USA (Stati di Washington, New York e California), Canada e Giappone. Le acque straniere non trovano spazio nel mercato italiano e non sono neanche l’1% del consumo, eccezione di pochi volumi di acque francesi (Terrier ed Evian). Recenti statistiche svolte sul territorio nazionale hanno evidenziato che il 63% degli italiani consuma acqua oligominerale, il 22% acque minerali, il 10% acque minimamente mineralizzate e il 5% acque ricche di minerali; inoltre, il 68% preferisce acque lisce, il 16% acque effervescenti naturali e il 16% acque frizzanti. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 49 L’ETICHETTA DELLE ACQUE MINERALI Antonia Maria Morini Faenza L’acqua è vita Poche verità hanno valore universale: che la vita dipende dall’acqua è una di queste; essa è ovunque: sopra, sotto, ma soprattutto dentro di noi. Carta europea dell’acqua (promulgata a Strasburgo il 6 maggio 1968 dal Consiglio d’Europa) Non c’è vita senza acqua; l’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane. Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile accrescerle. Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli esseri viventi che da essa dipendono. La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste, ma deve soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica. Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita al suo ambiente naturale, essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che in questo ambiente potranno essere fatti. La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la conservazione delle risorse idriche. La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti. La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di informazione pubblica. L’acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche. L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, che necessita di una cooperazione internazionale. L’acqua è l’elemento primordiale per eccellenza: uno degli elementi fondamentali nella vita dell’uomo e attualmente anche uno dei diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni donna che popolano il nostro pianeta. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 50 Cerchiamo di capire meglio: “Acqua minerale, Acqua potabile, Acqua di sorgente e Acqua da tavola” Il consumatore ritiene che queste denominazioni siano sinonimi, con l'eccezione per l'acqua minerale che può avere particolari sapori e perchè venduta in bottiglia; in effetti, grande è la confusione perchè il legislatore europeo, e poi quello italiano, su pressione delle lobby delle acque ha legiferato rendendo complessa una questione semplice. Anni fa c'erano solo due tipologie di acque: la minerale e la potabile. Quest'ultima classificazione non era particolarmente chiara perchè qualcuno potrebbe pensare che le minerali non siano potabili e ovviamente non è così; cerchiamo di chiarire le diverse classificazioni delle acque anche in riferimento ad una corretta interpretazione delle “etichette”. Acqua imbottigliata In Italia questi contenitori sono entrati in commercio da qualche anno; prima non c'erano perché un intrico di norme nazionali ne rendeva dubbia la legittimità. Infatti, questi boccioni o "goccioni", come vengono anche chiamati, contengono circa 20 litri di acqua che non poteva essere quella minerale perché per tale tipo di acqua il contenitore massimo permesso dalla legge è di 2 litri. Ma i contenitori non potevano contenere neanche la normale acqua potabile perché la fornitura spetta ai Comuni o alle aziende acquedottistiche da essi delegate e viene svolta soltanto attraverso la rete idrica; inoltre una sentenza del Consiglio di Stato considerava l’acqua potabile un "bene pubblico", escludendo implicitamente che potesse essere oggetto di commercio privato. Tutto è cambiato con la Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 31/2001, che ha rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al consumo umano" (potabile) consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in contenitori" di qualsiasi capacità, con o senza trattamento. In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale ma anche l’acqua potabile può essere imbottigliata e venduta (già si trova in commercio), in genere dopo un trattamento chimico-fisico per renderla idonea a determinate categorie di consumatori, per esempio rendendola frizzante, oppure togliendo alcuni minerali per renderla più leggera o anche arricchendola di calcio. La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra denominazione, anche di fantasia. E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o "naturale", perché queste denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale; nulla vieta, invece, che possa essere disinfettata come l'acqua potabile; spesso viene servita, magari in caraffa, anche ai clienti dei ristoranti, che pensano sia vera e propria acqua minerale naturale. In realtà, l’acqua minerale naturale deve essere servita esclusivamente in bottiglia sigillata e il cliente dovrebbe sempre pretendere che questa sia aperta davanti a lui. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 51 Acqua da tavola: è l'acqua potabile imbottigliata (spesso in boccioni) o servita in caraffe nei ristoranti. In quest'ultimo caso deve essere indicata come "acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata". Le acque di sorgente – ("spring water" per gli anglosassoni, "eau de source" per i francesi) pur avendo il requisito della purezza; definite come acque destinate al consumo umano, allo stato naturale e imbottigliate alla sorgente, che avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una sorgente con una o più emergenze naturali o perforate – sono disciplinate dal D.Lgs. 339/1999, “Disciplina delle acque di sorgente e modificazioni al D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 105”. Per quanto riguarda le caratteristiche, le acque di sorgente sono paragonabili a quelle potabili, ma al pari delle acque minerali debbono avere il requisito della purezza e non possono subire alcun trattamento di disinfezione; l'etichetta non deve menzionare alcuna indicazione salutistica. Acque trattate, cioè le acque di rubinetto e le acque "purificate". Acque di rubinetto sono fornite dagli acquedotti ed il requisito richiesto è quello della potabilità (non devono contenere microrganismi, batteri, sostanze inquinanti ecc.). Acque "purificate" sono acque attinte indifferentemente da fiumi, laghi, pozzi e rese potabili attraverso trattamenti chimico-fisici diversi; sono acque originate dall'esigenza di approvvigionamento idrico nelle grandi aree di siccità del pianeta, in particolare nei paesi del Terzo Mondo, entrate poi nel mercato anche nei paesi occidentali. Il requisito richiesto è quello del raggiungimento della potabilità dopo il "trattamento"; non sono tenute ad indicare la loro composizione in etichetta e non possono vantare effetti positivi sulla salute. L'acqua minerale naturale è quella che "viene offerta all'uso così come scaturisce dalla sorgente". Riferimenti normativi Decreto Ministro della salute 11/9/2003: "Attuazione della Direttiva 2003/40/CE della Commissione nella parte relativa all’etichettatura delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente" (G.U. n. 229 del 2/10/2003). Decreto legislativo 23/6/2003, n. 181: "Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità" (G.U. n. 167 del 21/7/2003). L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 52 Direttiva 2003/40/CE della Commissione del 16/5/2003: che determina l’elenco, i limiti di concentrazione e le indicazioni di etichettatura per i componenti delle acque minerali naturali, nonché le condizioni d’utilizzazione dell’aria. arricchita di ozono per il trattamento delle acque minerali naturali e delle acque sorgive (G.U. n. L 126 del 22/5/2003). Circolare Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 23/6/2001, n. 166: "Istruzioni in materia di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari" (G.U. n. 66 del 20/3/2001). Decreto legislativo 27/1/1992, n. 109: "Attuazione delle direttive 89/395/CEE e 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (G.U. n. 39 del 17/2/1992 – S.O.), delle acque minerali naturali è sottoposta alla preventiva approvazione del Ministero della Sanità limitatamente alle menzioni relative alle proprietà favorevoli alla salute, alle indicazioni ed alle eventuali controindicazioni (D.L. 25.1.1992, art. 17 comma 2). In questa relazione ho cercato di stare dalla parte dell’utente/consumatore che molto spesso si pone domande riguardanti le etichette delle acque minerali in quanto non risultano di facile lettura e quindi di non facile interpretazione. Etichettatura Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 167 del 21 luglio 2003, il D.Lgs 181/2003, “Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità” entrerà in vigore il prossimo 5 agosto; all’articolo 13 (Prodotti sfusi) esso stabilisce, tra l’altro, che le acque idonee al consumo umano non preconfezionate, somministrate nelle collettività ed in altri esercizi pubblici, devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione di vendita “acqua potabile trattata”, o “acqua potabile trattata e gassata” qualora siano state anche addizionate di anidride carbonica. Cercherò quindi di porre quelle domande che a noi del settore possono apparire banali, ma che invece hanno grande importanza per chi non lo è; facendo riferimento all’esempio qui sotto riportato, l’etichetta può rappresentare la carta d’identità di un’acqua minerale. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 53 La parte centrale dell’etichetta sempre è frutto di uno studio grafico accurato, viene occupata dal marchio con il nome della Sorgente in evidenza, dal luogo dove è ubicato lo stabilimento e dal nome dell’azienda produttrice. Già dal primo adeguamento della legislatura italiana alla direttiva CEE avvenuto con il D.M.S. 01/02/1983, i caratteri delle indicazioni riportate sulle etichette dell’acqua minerale, dovevano essere di dimensioni non inferiori ad 1 mm. di altezza; inoltre il rapporto tra il nome dell’acqua minerale, il luogo di sfruttamento dell’acqua ed il titolare dell’autorizzazione deve essere tale che il primo sia riportato con caratteri di altezza e larghezza almeno pari a una volta e mezzo il carattere utilizzato per indicare il secondo ed il secondo sia riportato con caratteri di altezza e larghezza pari ad una volta e mezzo il carattere utilizzato per indicare il terzo. D-1- La scritta “Pinco-Pallino compare su ogni etichetta, ma quanti sono i nomi delle acque minerali? RDenominazione e nome Quelle nazionali e commercializzate in Italia sono oltre 280 - in questo caso ho usato un nome di comodo (un’acqua che Zampilla dà l’immagine della freschezza, purezza, ecc. ma in effetti non è il nome commerciale). D-2R- Che cosa s’intende per “Luogo di origine”? Questa dicitura indica la località in cui l’acqua minerale viene imbottigliata, D-3R- Data di imbottigliamento: come è cambiata? T.M.C. – termine minimo entro il quale il prodotto va consumato. Fino al 2 marzo 1992 la bottiglia di acqua minerale doveva recare obbligatoriamente sull’etichetta (normalmente situata ai bordi) la data di imbottigliamento. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 54 Dal 3 marzo 1993 con l’entrata in vigore dell’ultimo decreto legislativo in materia del 25 gennaio 1992 n° 105 (sull’attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa all’utilizzazione e commercializzazione delle acque minerali) le cose sono cambiate e la data di imbottigliamento è stata sostituita da un’altra data che rappresenta “Termine Minimo di Conservazione dell’acqua (TMC). Il TMC è la data alla quale il prodotto in adeguate condizioni di conservazione mantiene le sue proprietà specifiche; esso va indicato con la dizione: da consumarsi preferibilmente entro il ………; questo termine libero, non è fissato da nessuna legge o decreto, può variare da marca a marca da 12 a 24 mesi in modo arbitrario sotto la responsabilità del produttore. Alcuni produttori, cercano di fornire una maggiore chiarezza nel rispetto di quanto richiesto dal D.L. n° 105 riportano le date sovrapponendole, soluzione adatta per esempio dalle terme di S. Andrea S.p.A.; altre ditte, importano sul collo della bottiglia o sul tappo della medesima il lotto, oltre chiaramente al termine minimo di conservazione. E’ risaputo che quanto più l’acqua è giovane tanto più le sue caratteristiche sono simili a quelle originarie. Tuttavia, anche dopo il termine minimo di conservazione, che di solito è di 12 mesi, se ben conservata l’acqua non perde le sue caratteristiche organolettiche; si riducono invece le bollicine, poiché l’anidride carbonica, nonostante il tappo a tenuta tende ad evaporare, soprattutto se conservate in bottiglie di plastica. Le modalità tecniche per indicare il TMC e il lotto sull’etichetta o sul contenitore sono molteplici: • fresatura delle apposite caselle di etichette prestampate (la parte che interessa viene tagliata via); • gli stessi dati vengono riportati tramite un sistema tampone oppure con microaghi (ormai in disuso); • il sistema adottato attualmente dalla quasi totalità delle ditte produttrici è il sistema ink-jet (o a getto d’inchiostro); • una metodica di recente introduzione è quella del laser, che consiste in una ossidazione dell’etichetta; • TMC e lotto possono essere evidenziati oltre che sull’etichetta anche sul collo o sul tappo del contenitore, utilizzando le tecniche sopra descritte. D-4- Che cos’è il “lotto di produzione” ed a che cosa serve? RConsente di individuare partite contaminate o avariate; spesso viene riportato sul tappo o sul collo della bottiglia Altro dato che la normativa n° 105 obbliga a riportare in etichetta o sul contenitore (tappo o collo della bottiglia) è il lotto di produzione che sta ad indicare un insieme di unità di vendita di una derrata alimentare, prodotto e fabbricato in circostanze pressoché identiche. Questo dato deve essere chiaramente leggibile sul contenitore ed è preceduto normalmente dalla lettera “L” – solitamente è riportato subito sotto o subito sopra il termine minimo di conservazione (TMC) e la sua chiave di lettura deve essere depositata presso le U.S.S.L. competenti per territorio. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 55 Per riprodurlo si utilizzano le stesse tecniche di stampigliatura e fresatura prima citate per il TMC; questa schedatura a garanzia della collettività consente di individuare eventuali partite contaminate o avariate. D-5- Che cosa vuol dire “analisi chimica e chimico-fisica”? RDalla una valutazione globale possiamo trarre il profilo che caratterizza le azioni salutistiche o medicamentose di ciascuna acqua. Si raccomanda di controllare in modo particolare il pH - parametro che esprime rispettivamente l'alcalinità (>7) e l'acidità (<7); l'acqua ideale dovrebbe avere un pH neutro variando comunque di volta in volta in base alle necessità dell'organismo, ad es. per neutralizzare l'acidità gastrica sono consigliate acque con pH leggermente basiche; comunque il valore di riferimento è compreso tra 6,5 e 7), il contenuto di sodio (Na+), nitrati (NO3) e fluoro (F-) Questa dicitura si trova negli spazi laterali dell’etichetta e questi parametri sono esaminati in maniera più dettagliata di seguito ed in particolare vedremo come il “residuo fisso” e la presenza di ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati, bicarbonati e di altri oligoelementi disciolti nell’acqua, siano i fattori in base ai quali è possibile stabilire gli effetti e le indicazioni di un’acqua minerale ad es. un intestino pigro richiede l’uso di un’acqua ricca di solfati o di magnesio, a soggetti ipertesi sono raccomandate acque a bassissimo contenuto di sodio, ecc. In calce a questi dati risulta la data ed il laboratorio presso il quale sono state effettuate le analisi. D-6- Perché si parla di “Classe di appartenenza”? RDipende dai valori di residuo fisso La classe di appartenenza di un’acqua minerale, come sancito nel D.L. 25/1/1992 n° 105, dipende dal suo contenuto in sali (residuo fisso a 180° C) e viene riportato in etichetta secondo la seguente classificazione: Acque minimamente mineralizzate Acque oligominerali Acque medio minerali Acque ricche di sali minerali residuo fisso ≤ 50 mg/l residuo fisso > 50 ≤ 500 mg/l residuo fisso > 500 ≤ 1500mg/l residuo fisso > 1500 mg/l Questa nuova classificazione, si sostituisce a quella di Marrotta e Sica (minimamente mineralizzata = residuo fisso < 200 mg/l.; oligominerale = residuo fisso > 200 < 1000 mg/l.; ricca di sali minerali = residuo fisso > 1000 mg/l.- del 1929), ma rispetto alla precedente risulta incompleta: non contempla infatti le acque con residuo fisso compreso tra i 500 e 1500 ml./l. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 56 D-7- A cosa serve sapere “l’Analisi batteriologica o microbiologica”? RLa legge prevede l’assenza assoluta di coliformi, streptococchi fecali, stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa, ma consente la presenza di una certa quota microbica saprofita. Sempre in base D.L. n° 105 non è più obbligatorio riportare in etichetta l’analisi batteriologica dettagliata, e come previsto dal D.M. 01/02/1983 è consentito riportare la dicitura “microbiologicamente pura”; acqua microbiologicamente pura non vuol dire assenza assoluta di batteri, ma eventuale presenza di un certo numero e di certe specie di microrganismi: la legge impone tuttavia l’assenza completa di coliformi, streptococchi fecali, stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa; rispetto alle acque degli acquedotti, le acque minerali non possono essere sottoposte a trattamenti di depurazione, ma d’altro canto hanno meno possibilità di subire inquinamenti in quanto le sorgenti solitamente sgorgano in zone geologicamente ideali. L’aggiunta di anidride carbonica, presente nelle acque minerali naturali o addizionate successivamente, svolge una certa azione batteriostatica; gli accertamenti previsti dalla legge devono essere effettuati alla fonte almeno 4 volte in un anno, nel corso delle diverse stagioni, e i dati devono essere aggiornati periodicamente in etichetta, unitamente alle analisi chimiche, almeno ogni 5 anni. La legge prevede inoltre verifiche minuziose degli impianti delle tubature: quotidianamente, presso laboratori delle ditte produttrici, l’acqua viene sottoposta a controlli batteriologici che garantiscono la sua purezza. D-8- Che cosa s’intende per “Qualità salienti”? RSpesso non esiste una correlazione precisa fra composizione in Sali minerali e dichiarazioni salutistiche Le proprietà terapeutiche o favorenti la salute, sono riportate in etichetta “qualità salienti” e dipendono dalla presenza e dalla concentrazione di diversi oligoelementi. Queste definizioni vengono concesse dal Ministero della Sanità sulla base delle sperimentazioni biologiche e cliniche e quando riportate devono essere citati in etichetta come rilasciate tuttavia non esiste una correlazione fra composizione in sali minerali e dichiarazioni salutistiche. E’ discrezione dell’azienda riportare o meno le qualità salienti in etichetta. Alcune dizioni di queste proprietà sono: • può avere effetti diuretici; • può avere effetti lassativi; • indicata per l’alimentazione dei neonati; • indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati; • stimola la digestione o menzioni analoghe; • può favorire le funzioni epato-biliari o menzioni analoghe; • altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute dell’acqua minerale naturale (es. indicata per i regimi dietetici poveri di sodio), sempre che queste menzioni non attribuiscano all’acqua proprietà di prevenzione, cura e guarigione di una patologia. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 57 Le indicazioni sopra riportate dovrebbero essere seguite dall’eventuali indicazioni per l’uso e dalle possibili controindicazioni (es. le prime sono riportate dall’acqua Regilla di Rocca Priora (RM) e dalle acque termali di Montecatini, Chianciano e Rabbi, le seconde sono ignorate da tutti). D-9- Che cosa sta ad indicare il “Codice a barre”? RFornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e all’articolo venduto presso la distribuzione. Il Codice a barre, European Artiche Numbering (EAN) o Codice a strisce è composto da una serie di barre longitudinali scure su un fondo chiaro; questo codice ha una indicazione numerica dei beni di largo consumo a livello europeo: esso fornisce assieme al numero che corrisponde allo stato di identificazione del produttore e dell’articolo venduto. Il tipo maggiormente utilizzato è quello a 13 numeri, mentre la forma abbreviata a 8 cifre viene utilizzata nel caso di spazi ridotti. Questa catalogazione viene impiegata prevalentemente dalla grande distribuzione EAN a 13 cifre: i primi 2 numeri vengono chiamati “sigla dello stato” (es. = Italia) ed i 5 numeri che seguono vengono assegnati dall’Associazione Italiana del Codice degli Articoli (INDICOD) al produttore possessore del marchio e indicano il numero dell’azienda italiana. I successivi 5 numeri vengono gestiti dal produttore e rappresentano i codici degli articoli fino ad un massimo di 99.999. L’ultimo numero stabilisce la cifra di controllo. D-10- Contenuto? RIn Italia le acque sono commercializzate in contenitori che vanno da 140 cc. a 2 litri. Obbligatoriamente riportato in etichetta la quantità d’acqua contenuta può essere espressa in litri (l.), decilitri (dl.), centilitri (cl.), centimetri cubici (cc.) o millilitri (ml.). D-11 Che cos’è il Pittogramma? RPittogramma oppure “dicitura ambientale” è una frase o un disegno che invita a non disperdere il contenitore nell’ambiente dopo l’uso. A partire dal 1° dicembre 1989 sui contenitori immessi sul mercato italiano o sulle loro etichette deve figurare chiaramente visibile mediante messaggio scritto e/o pittogramma l’invito a non disperderli nell’ambiente dopo l’uso. Anche sui vuoti a rendere deve figurare il pittogramma e visibile l’indicazione scritta che ricorda “trattasi di un contenitore nuovamente riempibile”. Sempre a partire dal 1° dicembre 1989 al fine di identificare i materiali diversi dal vetro, i contenitori per liquidi destinati al mercato interno devono essere contrassegnati da un esagono regolare o da un cerchio all’interno del quale è contenuta l’abbreviazione del materiale utilizzato per la loro fabbricazione. Alcuni produttori si sono preoccupati, anche se non richiesto dalla legge, di evidenziare il contenitore di vetro inventando un marchio da riprodurre sull’etichetta: un esagono regolare con al centro le lettere maiuscole VE L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 58 D-12 Conservazione del prodotto? R Ci sono delle indicazioni ben precise che consentono all’acqua minerale naturale di mantenere le sue caratteristiche originarie (es. riparo dal calare, dal sole, ecc.). DCi sono delle normative per l’autorizzazione alla vendita? Racqua minerale è solo quella autorizzata dal Ministero della sanità che le riconosce caratteristiche e proprietà particolari. Di solito in questo spazio veniva riprodotto il primo decreto ministeriale e l’ultimo decreto regionale per l’autorizzazione alla vendita dell’acqua minerale, oltre al nome del titolare dell’autorizzazione. Ora (inizio 1995) in attesa che il Ministero della Sanità attribuisca per competenza le relative autorizzazioni alla vendita secondo quanto sancito dal D.P.R. 105 del 25/1/1992 si verificano tutte le situazioni possibili cioè vengono riportate in etichetta solo decreti regionali, solo ministeriali oppure entrambi. DR- A volte si trova la scritta: “Prova d’acquisto” – che cosa vuol dire Dati facoltativi di recente introduzione Da qualche tempo viene riportato su alcune etichette di acqua minerale alla stessa stregua dei generi alimentari o dei detersivi un quadratino od un rettangolo con la scritta “prova d’acquisto o tagliando di controllo” Le ditte che lo utilizzano sono di solito quelle che impiegano la forma pubblicitaria televisiva e la grande distribuzione per la vendita nei supermercati. Come asserisce la scritta è la conferma che il prodotto è stato acquistato e non regalato e serve sia come tagliando di convalida per i numerosissimi concorsi, sia per sancire la qualità della produzione. Un’altra innovazione, riportata in etichetta, è il “servizio consumatori”; secondo la moda francese anche in Italia alcune società di acqua minerale hanno istituito questo servizio per fornire al consumatore informazioni relative all’acqua, utilizzando un “numero telefonico verde” DR- Possono essere indicate proprietà terapeutiche sulle etichette? (D. Lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 4). Sulle etichette o sui recipienti delle acque minerali naturali possono essere riportate una o più delle seguenti indicazioni, se menzionate nel decreto di riconoscimento dell’acqua minerale: può avere " effetti diuretici"; "può avere effetti lassativi"; "indicata per l’alimentazione dei neonati"; "indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati"; "stimola la digestione" o menzioni analoghe; "può favorire le funzioni epatobiliari" o menzioni analoghe; L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 59 altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute, semprechè dette menzioni non attribuiscano all’acqua minerale naturale proprietà per la prevenzione, la cura e la guarigione di una malattia umana; le eventuali indicazioni per l’uso; le eventuali controindicazioni DCon quale periodicità vengono aggiornate le analisi riguardanti la composizione analitica con i componenti caratteristici dell'acqua minerale? (d. lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 6) RE’ fatto obbligo al titolare dell’autorizzazione all’utilizzazione di una sorgente di acqua minerale di procedere all’aggiornamento delle analisi previste per l’indicazione della composizione analitica con i componenti caratteristici almeno ogni cinque anni dandone preventiva comunicazione ai competenti organi regionali. Note A partire dal 1 gennaio 2006, le acque minerali naturali devono, al momento del confezionamento, essere conformi ai limiti di concentrazione massimi stabiliti dalla direttiva comunitaria, dove sono elencate 16 componenti naturalmente presenti nelle acque minerali naturali e i rispettivi limiti massimi il cui superamento può presentare un rischio per la salute; tra queste componenti si citano, ad esempio, il bario, l'arsenico, il cianuro, il boro ecc. Solo per 2 di queste sostanze, il nickel ed i fluoruri, il termine di adeguamento ai limiti prefissati dalla direttiva si sposta al 1 gennaio 2008. Consigli Il primo dato da leggere è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali disciolti in un litro d'acqua, che dà l'idea della "pesantezza" dell'acqua stessa: si passa da quelle minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali: noi consigliamo di scegliere quelle che presentano un residuo fisso tra 400 e 600 milligrammi al litro (mg/l). DCriticità di una etichetta: che cosa manca secondo il consumatore? RDa un attento esame dell’etichetta si nota, che pur facendo parte dei criteri di valutazione delle caratteristiche di un’acqua minerale la radioattinologia della sorgente non viene riportata e, così dicasi per gli esami farmacologici e clinici. Rete commercializzazione Priorità in base al rischio Informazione ai cittadini Questo è il pensiero dell’80% degli intervistati e le aree su potrebbe articolarsi l’intervento dell’industria sono: La sottolineatura della preziosità dell’acqua, La difesa contro l’inquinamento, L’appello contro gli sprechi, La scelta di confezioni eco compatibili L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 60 Conclusioni Il nostro Paese è tra i maggiori consumatori di acque minerali del mondo; in questa situazione la scelta di un’acqua minerale e soprattutto la conoscenza delle qualità mediche, salutistiche e alimentari e delle caratteristiche delle diverse acque minerali in commercio viene spesso sottovalutata dal consumatore. Finiscono con il prevalere considerazioni e criteri quali il prezzo o la disponibilità commerciale. Il consumatore di tali prodotti corre dunque il rischio di essere affidato a scelte spesso non corrette abbinate ad una scarsa conoscenza delle qualità fondamentali delle acque minerali. Non sorprende dunque che il grande pubblico non riesca a discriminare tra le caratteristiche dei vari prodotti, non ne comprenda le etichette, la scadenza, il contenuto in sali, le caratteristiche dei contenitori (vetro o Pet) e delle confezioni. Bibliografia - Ministero delle Attività Produttive - "Linee Guida per una Sana Alimentazione" - MINERACQUA - Federazione Italiana delle Industrie delle Acque Minerali Naturali L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 61 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Parte 3 Acque Minerali: Indicazioni e Controindicazioni nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 62 L’ACQUA IN ETÀ PEDIATRICA ED ADOLESCENZIALE Sergio Amarri, Anna Lasagni*, Roberto Verri° UO Pediatria, ASMN Reggio Emilia Scuola di Specializzazione in Pediatria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia* e Università degli Studi di Parma° L’acqua è la base di ogni forma di vita. Il primo contatto che il bambino ha con l’acqua, intesa come componente della dieta, avviene indirettamente tramite il latte materno. L’O.M.S. consiglia l’allattamento al seno, quando possibile, fino ai 6 mesi di vita (1). Il lattante è in grado di autoregolarsi: condiziona l’assunzione di latte materno al proprio fabbisogno di acqua. Dal momento che il bambino riceve dal latte della mamma acqua in quantità sufficienti per le proprie necessità, durante l’allattamento al seno esclusivo non è necessaria la somministrazione di acqua in aggiunta al latte, ma è possibile eventualmente consigliare l’assunzione abbondante di acqua alla madre: quando fa caldo infatti è la madre ad aver bisogno di una maggior quantità di acqua, non il bambino allattato al seno. Nonostante queste raccomandazioni dell’O.M.S., l’allattamento al seno esclusivo, in una casistica riportata su Acta Pediatrica del 2006 (2) riguardante neonati del nord-est italiano, sembra interessare solo circa il 40% dei neonati fino al 3° mese, per poi scendere rapidamente intorno al 20% verso il 5° mese di vita. Tale casistica è quasi sovrapponibile ai dati della nostra realtà in Emilia Romagna nel 2005. I dati (3) mostrano un incremento dell’allattamento al seno esclusivo, negli ultimi anni in Emilia Romagna, risultando ora preferito dalle donne rispetto all’allattamento misto. Questo probabilmente grazie anche alle numerose campagne che sono state promosse per incrementare e sostenere l’allattamento al seno. Il latte materno è costituito prevalentemente da acqua (87,5-88%) ed in misura molto minore da glucidi (7%), lipidi (4%) e proteine (1,1%); vi sono inoltre disciolti sali minerali e vitamine in percentuali minime. Nel caso non sia possibile un allattamento materno esclusivo è necessario procedere con l’allattamento artificiale con i latti formulati, i quali presentano una composizione di base che per legge (4) deve rispecchiare le raccomandazioni fornite dall’ESPGHAN (5), che garantiscono le corrette quantità di nutrienti rispetto ai fabbisogni del bambino. Nei lattanti, per la ricostituzione del latte in polvere o per l’integrazione di acqua, vengono consigliate le acque minimamente mineralizzate od oligominerali (6), per il loro basso residuo fisso (meglio < 150 mg/l) e la capacità tampone. Tali acque migliorano la dispersione dei lipidi contenuti nel latte tramite un’azione solvente, agevolano l’impegno secretivo dello stomaco per raggiungere il pH più favorevole ai fini digestivi e permettono di mantenere un basso carico renale di soluti, evitando un sovraccarico di lavoro per i reni. La capacità del rene di eliminare soluti dipende essenzialmente dal grado di maturità funzionale del rene stesso: il lattante presenta una funzionalità renale ridotta e pertanto una ridotta capacità di concentrazione delle urine, non essendo quindi in grado di filtrare i minerali in eccesso. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 63 Composizione corporea in acqua e fabbisogni idrici L’organismo umano è costituito per oltre il 60% di acqua. Tale percentuale subisce delle variazioni nell’arco della vita a seconda delle età. Il contenuto di acqua è maggiore nella vita fetale, infatti l’acqua rappresenta circa l’88% del peso corporeo alla 24° settimana di gestazione, rispetto ad un 75% circa nel neonato a termine. Dopo la nascita, la percentuale scende rapidamente fino al 60% ai 4 mesi di vita. Dall’anno d’età fino all’adolescenza, il range oscilla tra il 60% e il 65% del peso corporeo e nell’età anziana c’è un ulteriore calo fino a circa il 54% (7). L’efficienza del nostro organismo è garantita dall’introduzione giornaliera di una serie di elementi quali carboidrati, proteine, lipidi e vari microelementi, che però non potrebbero essere utilizzati nel modo corretto se non venisse fornita all’organismo anche un’adeguata quantità di acqua. L’acqua è parte integrante della dieta, non solo come elemento fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo, ma anche perchè contribuisce a coprire il fabbisogno di alcuni sali minerali in essa disciolti. Soddisfare il fabbisogno idrico quotidiano è una necessità irrinunciabile. Nel neonato e nel bambino piccolo l’organismo racchiude, senza differenza di sesso, una grande percentuale di acqua rispetto al peso corporeo e si sviluppa rapidissimamente. Risulta evidente che neonati e bambini piccoli necessitino di un apporto di acqua abbondante ed adeguato alla spesa energetica dei vari processi di crescita. Tale apporto di acqua viene espresso dai fabbisogni idrici: Peso bambino < 10 kg Fabbisogno idrico 100 ml/kg/die 10/20 kg 1000 ml + 50 ml pro kg >10 kg > 20 kg 1500 ml + 20 ml pro kg >20 kg Nel calcolo del fabbisogno idrico del singolo bambino vanno considerate la temperatura, l’umidità dell’ambiente e l’attività del bambino, nonché eventuali condizioni patologiche quali febbre, diarrea o altro. Acqua e bevande: apporto idrico o calorico? L’acqua nell’alimentazione dell’uomo è un alimento che, pur non fornendo calorie, deve essere consumato in grandi quantità e quindi si pone alla base della piramide alimentare. Da un punto di vista fisiologico, la funzione di una bevanda è quella di apportare liquidi, ovvero garantire l’idratazione dell’organismo. Sebbene il solo liquido indispensabile all’organismo sia l’acqua, diversi motivi spingono al consumo di altre bevande che, a causa della loro composizione, sono da considerare dei veri e propri alimenti. Il consumo delle diverse bevande varia molto nei primi anni di vita: l’utilizzo di latte, molto elevato nel primo anno, decresce abbastanza rapidamente fino a stabilizzarsi attorno al 9°-10° anno. Al contrario, il consumo di acqua, scarso nei primi sei mesi di vita, aumenta in seguito, anche se i bambini tendono sempre di più a preferire bevande come i succhi di frutta L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 64 che vengono assunti fin dai primi mesi. Anche il consumo delle bibite analcoliche, che inizia già attorno al 4°-5° anno di vita, aumenta progressivamente col crescere dell'età. Il ventaglio di bevande si è ampliato molto negli ultimi decenni. Ecco alcuni gruppi con le loro caratteristiche: • Succhi e nettari di frutta. Tra i prodotti dell'industria, i succhi si differenziano per alcune caratteristiche positive, in quanto contengono una parte dei fattori vitaminici (soprattutto vit. C) e dei sali minerali (potassio, calcio e fosforo) presenti nella frutta d'origine. È opportuno però distinguere tra due tipologie fondamentali di prodotto: - I succhi sono composti al 100% dal prodotto dell’estrazione meccanica di uno o più frutti miscelati; fatta eccezione per le fibre, essi conservano quindi tutti gli elementi nutritivi della frutta: vitamine, sali minerali, oligoelementi e fruttosio. Il loro contenuto di glucidi è elevato: oscilla tra il 5% e il 20% del peso della bevanda. - I nettari di frutta contengono solamente il 25-50% di succo di frutta fresca o di polpa di frutta, con l’aggiunta di saccarosio e di altri zuccheri. Il loro valore nutritivo è ridotto. I succhi di frutta e di verdura sono alimenti e forniscono calorie, perciò possono contribuire all’equilibrio alimentare allo stesso modo degli alimenti da cui derivano. Sebbene i succhi di frutta siano bevande ad alto valore nutritivo, a causa del loro elevato contenuto di zucchero non possono essere utilizzati come “bevanda di base”. Se consumati in grandi quantità, infatti, l’apporto di zucchero risulterebbe eccessivo. Dei due-tre frutti al giorno che vengono consigliati per una corretta alimentazione, uno può essere sostituito da 1,5 dl di succo di frutta. I succhi di frutta naturali e le spremute di agrumi e di frutta sono a volte utilizzati per dare la frutta anche ai bambini che non la mangiano volentieri. Va tuttavia ricordato che essi non sono per nulla sostitutivi della frutta fresca, per varie ragioni: la diversa rapidità di assorbimento dei nutrienti (superiore nei succhi, più ricchi di zuccheri semplici), l'effetto sulla sazietà (minore a parità di calorie) e la diversa composizione, in particolare riguardo alla quantità di fibra (assai minore in succhi e spremute). Purtroppo, la comodità di assunzione e la palatabilità dei succhi li rende preferiti alla frutta da parte dei bambini (ma anche di molti adulti). • Bibite analcoliche. Per legge (8), sono "bibite analcoliche" le bevande, gassate o non gassate, confezionate in bottiglie o altri recipienti a chiusura ermetica, preparate con acqua potabile o acqua minerale naturale, contenenti una o più di queste sostanze: - succo di frutta; - infusi, estratti di frutta o di parti di piante commestibili o aromatizzanti; - essenze naturali; - saccarosio (zucchero comune); - acido citrico e acido tartarico. In realtà, a prescindere dal fatto che si parli di aranciate, limonate, cole o gassose, il giudizio nutrizionale che si può esprimere su questi prodotti rimane sostanzialmente negativo. In genere le bibite analcoliche contengono molto zucchero, che oltre ad incidere negativamente sull'apporto calorico della dieta, favorisce lo sviluppo della carie; contengono L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 65 inoltre diversi additivi quali coloranti, conservanti, aromi ed acidificanti. L’elevato contenuto di sostanze acide (acido citrico, acido ortofosforico) di alcune bibite può irritare lo stomaco, soprattutto quando consumate lontano dai pasti; mentre la comune abitudine di assumerle fredde, può provocare ulteriori disturbi per l'apparato digerente. La principale caratteristica che accomuna queste bevande è il contenuto di zucchero. Esse contengono da 100 a 120 g di zucchero per litro, ossia l’equivalente di 25-30 zollette di zucchero. Queste bevande aromatizzate contengono pochissime vitamine e sali minerali; dal punto di vista nutritivo, dunque, non sono rilevanti. Un consumo eccessivo di bevande zuccherate può squilibrare l’alimentazione ed è necessario pertanto berne con moderazione. • Latte e bevande lattee. Il latte, gli yogurt da bere, il latticello e il siero di latte sono considerati alimenti. Queste bevande sono ricche di proteine, sali minerali (calcio, fosforo) e vitamine A, D e B. A causa del loro contenuto energetico queste non possono essere considerate bevande di base ed è per questo che è sconsigliata la loro assunzione per soddisfare la sete negli intervalli dei pasti. E’ consigliato il consumo ogni giorno da due a tre porzioni di latte e/o latticini (una porzione di latticino da bere corrisponde all’incirca a 2 dl di latte). • Bevande alcoliche, the e caffè. I bambini e gli adolescenti non dovrebbero assumere bevande alcoliche (vino, birra, liquori) perché hanno una ridotta capacità di metabolizzare l'alcol, i cui effetti negativi sul processo di sviluppo sono ben noti. Anche il caffé e il the andrebbero evitati in quanto contengono la caffeina che è una sostanza eccitante. Nel caso in cui si voglia aggiungere caffè al latte della prima colazione dei bambini sarebbe maggiormente indicato il caffè d'orzo, come sono più indicati infusi o decotti a base di tiglio, melissa, rosa canina, semi di finocchio o anice in sostituzione del the. Concludendo, l’acqua deve rimanere la bevanda essenziale nel corso della giornata, come accompagnamento ai pasti o in caso di sete. Il bambino può berne senza restrizioni quanta ne vuole, salvo evitare che sia troppo fredda quando la temperatura ambientale è elevata. Nel periodo estivo è necessario ricordare di non dare acqua o bevande troppo fredde ai bambini, che tendono a chiederle continuamente per la sensazione di immediato refrigerio che ne ricavano. L’acqua è spesso considerata dai bambini «senza gusto» e poco invitante; questa immagine negativa deve essere corretta, poiché l’acqua è la sola bevanda essenziale e raccomandabile per coprire il fabbisogno idrico. Acqua e calcio (9) Il calcio è un elemento essenziale per vegetali ed animali ed è presente nell’organismo umano in una percentuale del 2,5%: di questo, circa il 99% è racchiuso nel tessuto osseo e nei denti, sotto forma di sali complessi (fosfato e carbonato di calcio). Questo calcio costituisce la riserva che, sotto stretto controllo ormonale (paratormone e calcitonina), viene prontamente mobilizzata per mantenere costanti i valori di calcemia (9-10 mg/dl). Il restante 1% del calcio corporeo si trova nel sangue, in altri liquidi biologici e nei tessuti molli dove svolge numerose funzioni sia nell’equilibrio idro-salino che in diversi meccanismi endocellulari. Il calcio L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 66 inoltre agevola la coagulazione, è indispensabile per la contrazione muscolare e per la conduzione dell’impulso nervoso. I cibi più ricchi di calcio sono il latte, i formaggi, il tuorlo d’uovo e le verdure, ma anche certe acque ne sono ricche e ne possono essere una buona fonte di approvvigionamento. L’assorbimento alimentare del calcio avviene nell’intestino attraverso due processi: il trasporto attivo nel duodeno/digiuno e la semplice diffusione passiva nell’ileo. Sotto l’aspetto nutrizionale, per il metabolismo del calcio e soprattutto per la sua biodisponibilità giocano un ruolo positivo il lattosio (zucchero del latte), alcuni aminoacidi (quali lisina e arginina) e l’apporto proteico totale. Al contrario i fitati, gli ossalati e gli acidi uronici, sostanze tipicamente presenti nei vegetali, chelano il calcio e ne limitano l’assorbimento. Queste interferenze sull’assorbimento del calcio spiegano come il calcio del latte venga assorbito in importanti percentuali, data la presenza del lattosio e come invece una dieta vegetariana può portare ad un bilancio negativo di calcio nonostante un suo adeguato intake totale. Le richieste di calcio sono elevate nel soggetto in crescita, soprattutto in quelle fasi di sviluppo in cui è massimo l’accrescimento plastico: il primo anno di vita, la pubertà e l’adolescenza. Mentre nel primo anno di vita l’apporto di calcio viene garantito dall’elevata assunzione di latte, durante la pubertà e l’adolescenza (quando come abbiamo visto cambiano le abitudini alimentari dei bambini, che riducono l’assunzione di latte) il raggiungimento di un adeguato intake di calcio può divenire difficoltoso. Questa carenza nutrizionale risulta ancor più rilevante in quanto coinvolge la fascia di età nella quale viene raggiunto il picco di massa ossea: durante l’adolescenza infatti si deposita circa il 45% di calcio corporeo totale dell’adulto. Età (anni) Lattanti 0,5-1 1-3 Bambini 4-6 7-10 11-14 maschi 15-17 11-14 femmine 15-17 Calcio (mg) 600 800 800 1000 1200 1200 1200 1200 Fosforo Potassio (mg) (mg) 600 800 800 800 800 1100 1000 2000 1200 3100 1200 3100 1200 3100 1200 3100 LARN – Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione Italiana; SINU- Società di Nutrizione Umana; Revisione 1996 EDRA Milano, 1998 . E’ necessario inoltre sottolineare il problema, sempre più rilevante, che riguarda le intolleranze alimentari alle proteine del latte vaccino e perciò nei confronti del latte e dei suoi derivati (yogurt, latticini in genere). I bambini affetti da tali condizioni posso andare incontro, molto facilmente, ad inadeguati apporti di calcio che possono sfociare in patologie carenziali. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 67 Queste considerazioni suggeriscono la necessità di trovare fonti alternative di calcio, facilmente reperibili. É dimostrato come le acque bicarbonato-calciche (a residuo fisso medioalto) siano in grado di rispondere a questa necessità, dal momento che presentano una buona biodisponibilità di calcio, sovrapponibile quasi a quella del latte vaccino. Molti studi negli anni hanno dimostrato come l’assorbimento del calcio con le acque minerali possa raggiungere il 40% della dose ingerita. L’acqua minerale rappresenta pertanto un’ottima fonte alternativa e/o complementare per arrivare a garantire un adeguato apporto di calcio sia nelle condizioni fisiologiche che negli stati patologici. Acqua e Stipsi La stipsi, definita come riduzione della frequenza di scariche alvine o difficoltosa evacuazione di feci dure, è un evento molto frequente: si stima che il 3% di tutti i bambini visitati da un pediatra e il 25% delle consulenze gastroenterologiche riportino questo problema. La terapia della stipsi funzionale comprende una serie di approcci che partono in acuto dall’eventuale rimozione dell’ingombro fecale per poi intraprendere una terapia di mantenimento che si basa prima di tutto sulla dieta, sulle modificazioni comportamentali, sull’attività fisica ed eventualmente sull’utilizzo di farmaci. La dieta dovrebbe quindi comprendere una sufficiente quantità di acqua e fibre, che aumentano il volume ed il peso delle feci, permettendone la progressione ed una migliore evacuazione. Va quindi incoraggiata un’assunzione elevata di acqua, abituando il bambino a berne piccole quantità nell’arco della giornata, anche lontano dai pasti. L’eccessiva disidratazione delle feci è infatti una delle principali cause di stipsi ostinata. I lassativi osmotici (lattitolo e lattulosio), inoltre, funzionano attirando acqua e rammollendo le feci e possono quindi essere efficaci solo in presenza di un’adeguata quantità di acqua a livello intestinale. L’assorbimento idrico nell’intestino tenue e crasso riguarda circa 9 litri di liquidi al giorno (2 litri assunti con la dieta e 7 litri derivati dalle secrezioni endogene) ed è secondario all'assorbimento degli elettroliti (Na+, K+, HCO3-, Cl-) e dei nutrienti secondo un gradiente osmotico. In particolare, nel tratto intestinale del colon il riassorbimento di acqua avviene in realtà contro un gradiente osmotico, cioè l’acqua viene assorbita per effetto di un gradiente osmotico stazionario. A livello degli spazi intercellulari laterali, tramite il pompaggio attivo di Na+ in tali spazi da parte della Na+/ K+ ATPasi e l’ingresso di Cl- dal lume per mezzo di sistemi di trasporto facilitato, si crea un liquido ipertonico che richiama per osmosi acqua, con conseguente flusso idrostatico di acqua e di ioni attraverso la membrana basale dell’epitelio (10). Alcuni studi hanno dimostrato che una supplementazione idrica potenzia l’effetto di una dieta ricca di fibre, migliorando la frequenza delle evacuazioni e riducendo l’utilizzo dei lassativi. Altri studi successivamente, hanno sottolineato come tale effetto sembri essere correlato alla composizione chimica del liquido di supplementazione (11). L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 68 L’utilizzo di acque fortemente mineralizzate viene pertanto particolarmente indicato a chi soffre di stipsi, poiché grazie alla loro composizione ionica esse svolgono un’azione chimico-fisica nell’ultima fase del processo digestivo. Tra le acque con queste caratteristiche ricordiamo ad esempio le acque cloruro sodiche e le acque che hanno un buon residuo fisso di solfato, magnesio o calcio. Bibliografia 1- Risoluzione dell’OMS 16 April 2002, WH A55/15: Infant and young child nutrition: Global strategy on infant and young child feeding 2- Cattaneo C. et al, Infant feeding and cost of health care: a cohort study. Acta Paediatrica 2006,95, 540-46. 3- Ricerca triennale 2005 sulla prevalenza dell’allattamento al seno nella regione Emilia Romagna. Bologna marzo 2007. Ricerca patrocinata dell’Assessorato alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna e curata dal Servizio Assistenza distrettuale, Medicina generale, pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari in collaborazione con l’Associazione Pediatria di Comunità (A.Pe.C.) 4- Decreto Ministeriale 6 aprile 1994, n. 500: Regolamento concernente l’attuazione delle direttive 91/321/CEE della Commissione del 14 maggio 1991 sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento e 92/52/CEE del Consiglio del 18 giugno 1992 sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento destinati all’esportazione verso Paesi terzi. 5- ESPGHAN Committee on Nutrition. Global standard for the composition of infant formula: recommendations of an ESPGHAN coordinated international expert group. J Pediatr Gastroent Nutr.2005; (41): 584-99 6- Rottoli A, Valsasina R.: Evaluation of a minimally mineralized spring water in the nutritional management of newborns and infants. Pediatr Med Chir. 2003 Sep-Oct; 25(5):353-9. Italian. 7- Nutrition in Pediatrics, Basic Science and Clinical Applications. Walker and Watkins Eds, B.C.Decker Inc. Publischer 1997. 8- Decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1958, n. 719 (GU n. 178 del 24/07/1958) Regolamento per la disciplina igienica della produzione e del commercio delle acque gassate e delle bibite analcoliche gassate e non gassate confezionate in recipienti chiusi (Pubblicato sulla gazzetta ufficiale N.178 del 24 Luglio 1958). 9- Acqua e Calcio. R. Caudarelal e A. Zanasi. Litografia Tosi- Ferrara. 3° edizione marzo 2003. 10- Fisiologia. Berne Levy. Casa editrice ambrosiana, 3° edizione: cap 40, digestione ed assorbimento. 11- M. Anti, E. Lippi, M. Paolucci, G. Gasbarrini: Fibers and fluids in chronic idiopathic constipation. Int. J Surg. Sci. - Vol.5, N.3 - 1998 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 69 L’ACQUA IN GRAVIDANZA E NELL’ALLATTAMENTO Giovanni Battista La Sala, Francesca Iannotti, Maria Teresa Villani U.O. di Ostetricia e Ginecologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia L’organismo della donna in gravidanza e allattamento è interessato da una variazione del metabolismo basale, dei parametri endocrino-metabolici e delle funzioni digestive. Fin dall’inizio della gestazione il fabbisogno fisiologico di minerali e vitamine aumenta rispetto alla norma. In gravidanza e allattamento è pertanto utile raccomandare la somministrazione di due litri d’acqua al giorno con composizione controllata, nota e batteriologicamente pura, che risulti classificata, in base al suo residuo fisso, come “acqua a media mineralizzazione” (acqua con residuo fisso inferiore a 200 mg/l). La concentrazione di nitrati rappresenta l’indice di purezza di un’acqua: bassi contenuti di nitrati connotano acque particolarmente pure. I limiti per le acque minerali secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono di 45 mg/l, 10 mg/l per quelle destinate all’infanzia, gravidanza e allattamento. Tra le acque minerali, in gravidanza e allattamento sono da preferirsi le acque definite calciche e a basso contenuto di sodio. Il calcio, infatti, è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del bambino. Il basso contenuto di sodio aiuta ad evitare la ritenzione idrica e la sensazione di gonfiore e pesantezza frequenti in gravidanza e durante l’allattamento. Il nascituro soddisfa il proprio fabbisogno grazie al calcio contenuto nello scheletro materno, per cui una carenza di questo minerale diventa dannosa non tanto per lo sviluppo del bambino quanto per la madre. Nel corso della gravidanza l’apporto necessario di calcio potrebbe essere fornito mediante il consumo di prodotti lattiero-caseari, ma la frequente comparsa di ipercolesterolemia e la necessità di evitare il sovrappeso determinano l’esigenza di un’alimentazione ipocalorica e povera di grassi. In queste situazioni le acque minerali naturali ricche di calcio, in particolare le carbonato-calciche ricche di calcio altamente assimilabile, possono rappresentare una validissima alternativa. Studi recenti hanno dimostrato che la biodisponibilità del calcio delle acque minerali naturali è sovrapponibile a quella del latte. Un’altra acqua consigliabile, in alternativa alla calcica, è quella ferruginosa, con cui fronteggiare l’aumentato fabbisogno di questo elemento. Se durante la gravidanza le riserve di ferro sono basse, la richiesta supplementare di ferro, dovuta alla rapida crescita del bambino durante gli ultimi sei mesi di gestazione, potrebbe determinare uno stato di carenza potenzialmente in grado di rallentare la crescita cerebrale del bambino. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 70 L’ACQUA NELLO SPORTIVO Nino Carlo Battistini, Marco Poli Cattedra di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate - Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia "L'acqua: fonte di vita." Sportivi o sedentari, bambini o anziani, abbiamo tutti in comune un bisogno: “quello di bere”. Questo bisogno si evolve e varia secondo l'attività. Ricordiamo che un adulto sano dovrebbe bere 1,5 - 2 litri di acqua al giorno, in base alla temperatura ambiente. Un soggetto praticante attività fisica intensa, come un’atleta, dovrebbe arrivare a 3 litri al giorno. È ormai riconosciuto che, seppur utilizzando riduttivamente una concezione meccanicistica del corpo umano, i momenti fondamentali per ottenere dalla “macchina uomo” le prestazioni migliori siano un allenamento fisico regolare, accoppiato ad una buona strategia nutrizionale ed in particolare di idratazione. Questo permette di migliorare sia la prestazione fisica sia quella mentale, evitando gli effetti nefasti della disidratazione. Difatti, è noto come la disidratazione dovuta ad eccessive perdite e ad insufficiente o errata ingestione di liquidi abbia effetti catastrofici: da una progressiva diminuizione della perforance sino ad una seria minaccia per la vita. Pertanto risulta importantissimo mantenere l’idratazione del soggetto impegnato nello sforzo atletico (gara od allenamento), risulta ancor più importante, e difficile, mantenere una stato di idratazione ottimale ossia adeguata quantitativamente, come acqua in senso stretto, e qualitativamente, come acqua e apporto di sali minerali. Il concetto di idratazione ottimale ci porta a considerare, non solo lo stato di idratazione globale dell'organismo, o acqua totale, ma anche la ripartizione di questa acqua nei differenti compartimenti corporei: acqua intracellulare (ICW) ed acqua extracellulare (ECW). Questo ultimo distretto comprende il volume plasmatico e l'acqua interstiziale. L'acqua totale rappresenta il 60% della massa corporale, l'acqua intracellulare ne rappresenta i 2/3 e l'acqua extracellulare 1/3, il volume plasmatico corrispondente circa al 20% dell'acqua extracellulare e l'acqua interstiziale al 80%. Le modifiche dei distretti idrici indotte dall'esercizio fisico risultano essere sostanzialmente dovute al fatto che l'allenamento di resistenza induce un aumento dell'acqua totale corporea dovuto ad un aumento di massa muscolare - massa magra (l'idratazione della massa magra è valutata in media al 73,2%), ed un aumento del volume plasmatico. L'espansione del volume plasmatico varia secondo gli studi da 10 al 20%. L'osmolalità del plasma così come il protidemia restano costanti. Questo effetto si osserva sia nel giovane atleta sia nel seniores. Qualora si cessi l’attività fisica si assiste ad un ritorno piuttosto veloce alla situazione basale, ciò dimostra il ruolo essenziale dello stimolo "esercizio" nell’instaurarsi e nel mantenersi dell’ipervolemia quasi cronica che si riscontra negli atleti. La realizzazione di una prova prolungata è in grado, L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 71 comunque, di indurre un incremento del volume plasmatico anche nei soggetti allenati che già presentano ipervolemia. Dalle 24 alle 48 ore che seguono una maratona, è stato osservato un aumento del volume plasmatico che varia da 10% al 25%. Gli stessi effetti sono stati osservati durante il recupero di prove ancora più pesanti, come le gare podistiche di 24 ore ininterrotte (aumento del 24%). Il ritorno alla situazione di iniziale richiede almeno 3 giorni di recupero (riposo). Quando una serie di prove prolungate viene ripetuta con brevi intervalli di riposo durante un periodo di alcuni giorni, inoltre, (corse ciclistiche a tappe, ecc.), l'accumulo di acqua nel settore plasmatico è progressivo ed incrementale e può raggiungere il 33% al quinto giorno di una prova di ultra-endurance di 7 giorni, per arrivare sino a più del 39% al termine di una gara di triathlon di 72 ore ininterrotte. In queste condizioni è necessaria una settimana di riposo per ritornare allo stato iniziale. Si osserva una iperidratazione globale che interessa sia il distretto intracellulare (+ 8%) che quello extracellulare (+ 14%) . I meccanismi responsabili di questo fenomeno sono molteplici: • al livello extracellulare: probabilmente si realizza un aumento della massa proteica circolante che induce un aumento della pressione oncotica e secondariamente una ritenzione di acqua e di elettroliti; inoltre si assiste all’attivazione del sistema ormonale renina – angiotensina – aldosterone su stimolo del sistema catecolaminergico con conseguente riassorbimento renale di sodio, quindi acqua. L’aumento del sodio a livello interstiziale potrebbe essere la causa anche dell’aumento di quest’ultimo a scapito del distretto intracellulare; • a livello intracellulare: i meccanismi restano ancora a precisare. Queste caratteristiche rendono ragione del fatto che l’atleta risulti essere maggiormente esposto al rischio di disidratazione, anche in virtù del fatto che la contrazione muscolare genera calore che va dissipato velocemente utilizzando i vari meccanismi termoregolatori dell’organismo. Il meccanismo più importante è la sudorazione, sistema che va velocemente ad impoverire il distretto extracellulare che come abbiamo visto risulta essere espanso nell’atleta, ma a discapito del distretto intracellulare. La sudorazione, provoca anche deplezione di sali minerali, in particolare Na e K. Dobbiamo, infatti, concentrarci sul concetto di idratazione "ottimale" , ossia mantenere un adeguato volume di liquidi, ma anche una adeguata concentrazione di ioni. La disidratazione espone a calo della performance, ma una eccessiva iperidratzione , in particolar modo ipotonica, espone al rischio dell’iponatremia, sia relaitiva che globale) con altrettanto alti rischi per la salute (encefalopatia iponatriemica). Quindi un’idratazione adeguata, che potremmo definire prudentemente lieve iperidratazione: • provoca l'aumento del volume plasmatico si accompagna al miglioramento delle funzioni cardiovascolari sia a riposo sia durante l'esercizio, ma anche al miglioramento della funzione termoregolatrice, migliore perfusione dei ghiandole sudoripare con migliore dissipazione termica; • migliora la per fusione e le risposte metaboliche a livello muscolare. Per realizzare questa situazione di (iper)idratazione "ottimizzata" è consigliabile: • bere sufficientemente per permettere questo stato di iperidratazione fisiologica e compensare le perdite. Le perdite idriche andrebbero quantificate nel miglio modo possibile, gia pesare lìatleta prima e dopo la competizione o l’allenamento può risultare L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 72 • sufficiente, anche se sono disponibili metodiche più raffinate (e costose) come la misurazione dell’impedenza bioelettrica, che dovrebbe essere fatta con metodica total body e segmentale. Comunque vale come regola generale bere prima, durante e dopo gli sforzi, soprattutto se prolungati, (per sforzo prolungato si intende un impegno che duri più di un’ora): per esempio, ingerire 400 a 500 ml, due ore prima; bere regolarmente ogni 15 20 minuti ca. da 150 a 250 ml, seguendo le condizioni di ambiente. Vale la raccomandazione di utilizzare principalmente acqua, in modo particolare risultano essere indicate le acque minerali con un contenuto salino medio, quantificabile in circa 600 mg di residuo fisso, preferendo le acque bicarbonato-calciche, anche in virtù del potere tampone verso l’acidosi. Le acque minerali “oligominerali” o minimamente mineralizzate, come le bevande ipotoniche in genere, non sono raccomandabili in quanto possono esporre in condizioni di endurance al rischio dell’iponatriemia; Allenarsi regolarmente, almeno dalle 3 alle 6 volte per settimana con adeguati programmi, evitando le interruzioni prolungate. Bibliografia Armstrong LE, Casa DJ, Maresh CM, Ganio MS. Caffeine, fluid-electrolyte balance, temperature regulation, and exercise-heat tolerance. Exerc Sport Sci Rev. 2007 Jul;35(3):135-40. Tan B, Sunarja F.Body mass changes and nutrient intake of Optimist class sailors on a race day. J Sports Sci. 2007 Aug;25(10):1137-40. Hill RJ, Bluck LJ, Davies PS. 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Livelli di Assunzione Giornalieri Raccomandati di Energia e Nutrienti per la PopolazioneItaliana. Rev. 1996; SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana ed. EDRA Milano Battistini N, Virgili F, Bedogni G. Relative expansion of extracellular water in elite male athletes compared to recreational sportsmen. Ann Hum Biol. 1994 Nov-Dec;21(6):609-12. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 73 L’ACQUA NEGLI STATI PATOLOGICI Barbara Paolini Responsabile Ambulatorio di Dietologia Clinica Chianciano Salute - Chianciano Terme - SI Fin dai tempi più antichi l’uomo aveva realizzato che le acque che sgorgano da certe fonti potevano svolgere non solo il ruolo fisiologico di sedare la sete, ma anche ruoli medicamentosi utilizzabili in specifiche patologie. Lo studio del possibile ruolo terapeutico dell’acqua ha costituito una vera e propria scienza detta “idropinoterapia”. Infatti se all’origine è un liquido incolore, inodore e insapore, attraverso il percorso che compie si arricchisce di numerose sostanze, pertanto l’acqua deve considerarsi un vero e proprio alimento e come tale, lo Specialista in Scienza dell’Alimentazione, nell’impostare una dieta atta a prevenire o curare specifiche patologie, non può prescindere dal tenerne conto. Le diverse proprietà terapeutiche dell’acqua sono legate alla diversa presenza, quantitativa e qualitativa dei minerali disciolti. Classificazione Minimamente mineralizzate Il tenore di sali minerali Per particolari indicazioni come per esempio la non è superiore a 50 mg/l ricostituzione di latte per l’infanzia. Oligominerali Il tenore di sali minerali Azione diuretica, azione antispastica etc. non è superiore a 500 mg/l Ricca in minerali sali Il tenore di sali minerali, è Indicate negli stati di carenza di calcio e magnesio superiore a 1500 mg/l ed altri minerali. Contenente bicarbonato Il tenore di bicarbonato è Azione anti-infiammatoria per le acque bicarbonatosuperiore a 600 mg/l alcaline, di facilitazione dei processi digestivi ed antispastica per le acque bicarbonate-calciche. Solfata Il tenore di solfati, è Effetto antispastico, antinfiammatorio, indicate nelle superiore a 200 mg/l malattie dell’apparato digerente e delle vie biliari; gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi cronica semplice, litiasi epatica, discinesia delle vie biliari etc. Calcica Il tenore di calcio, è Indicata nella prevenzione superiore a 150 mg/l dell’ipertensione. Magnesiaca Il tenore di magnesio, è Effetto antispastico, antiflogistico indicata nelle superiore a 50mg/l malattie dell’apparato digerente (stipsi cronica) ed in carenza di magnesio. dell’osteoporosi e Ferruginosa, o Il tenore di ferro bivalente, Indicata nelle anemie da carenza di ferro. è superiore a 1 mg/l contenente Fe L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 74 Acidula Il tenore di anidride Indicata nelle gastropatie croniche aspecifiche carbonica libera è ipersecernenti. superiore a 250 mg/l Sodica Il tenore di sodio superiore a 200 mg/l Acque a basso Il tenore di sodio, contenuto di inferiore a 20 mg/l sodio è Indicata in stati di carenze specifiche. è Indicate per le diete povere di sodio. Obesità Come con l’aumentare con l’età, nei soggetti obesi, la percentuale di acqua corporea totale si riduce fino a rappresentare il 35-47% del peso corporeo totale. Ciò assume una rilevante importanza nei processi fisiolopatologici che portano all’ipertensione arteriosa o a malattie cardiovascolari. Infatti un incremento dei liquidi extracellulari aumenta la concentrazione plasmatica di peptide natriuretico atriale, probabilmente per un alterato controllo o azione dei neuropeptidi (vasopressina) e neurotrasmettitori (sistema adrenergico, colinergico e dopaminergico). Ciò porta a concludere che non si devono somministrare eccessive quantità di liquidi, ma sono sufficienti circa 1500-2000 ml/die. Nei soggetti obesi con associata ipertensione sono consigliate acque minimamente mineralizzate ed oligominerali, con basso valore di pH e concentrazione di sodio 20 < mg/l. Negli obesi anziani si possono utilizzare anche quelle ricche in calcio e povere di sodio, come fattore di supporto per l’osteoporosi. E’ preferibile evitare le acque gasate a causa della capacità dei gas di stimolare la secrezione gastrica e la motilità dello stomaco, e quindi di ridurre il senso di sazietà indotto dall’assunzione di cibo. Dispepsia funzionale Si definisce funzionale la dispepsia che non può essere attribuita ad alcuna malattia organica, metabolica e sistemica né può essere associata ad assunzione di farmaci o alcool. L’attribuzione di funzionale deriva dall’ipotesi che i sintomi possono essere correlati disordini funzionali del tratto gastro-enterico superiore oppure ad un’alterata percezione di normale funzionalità. Tale situazione richiede un adeguato apporto idrico facendo ricorso ad acque minerali in grado di incidere sulla motilità gastrica e sui meccanismi neuroormonali che regolano le prime fasi del processo digestivo. Le acque indicate sono quelle salse e salso-solfate-bicarbonate-alcalino-terrose, bevute nella quantità di 1-4 bicchieri da bere a digiuno, lentamente e a temperatura ambiente. Anche le acque carbonate possono contribuire all’attenuazione dei disturbi dispeptici, che possono essere ingerite in qualsiasi momento della giornata, ma il loro effetto sulla secrezione e sulla motilità gastrica si esplica soprattutto durante i pasti. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 75 Stipsi Una volta esclusa la natura organica, nella stipsi funzionale è fondamentale il movimento, un buon apporto di fibre e soprattutto di acqua. Le più indicate sono le fortemente mineralizzate poiché, grazie alla loro composizione ionica, sono in grado di svolgere un’azione chimico-fisica specialmente sull’ultima parte del processo digestivo. Alcune di esse, infatti, oltre ad aumentare il volume endoluminale e ad accelerare il transito del bolo, sono assorbite in minima quantità e richiamano acqua nel lume esercitando un’azione meccanica sulla parete del colon in senso peristaltico, azione che si aggiunge a quella più strettamente chimica dovuta alla peculiare ricchezza del loro patrimonio ionico. A questo scopo sono particolarmente indicate le acque cloruro-sodiche e quelle acque che hanno un buon residuo fisso a 180°C, di ioni solfato, magnesio e calcio. Nelle forme di alterata progressione intestinale l’assunzione di 1 bicchiere da 250 ml bevuta calda in 5 minuti, ripetendo l’assunzione dopo una breve sosta. Qualora si ritenga utile aumentare l’acqua da ingerire, si ricorrerà alle acque cloruro-sodiche meno concentrate. Acque bicarbonate più concentrate e più ricche particolarmente in SO4, Ca, Mg, vengono utilizzate nelle forme di stipsi isolate, con ritardo evacuativo e nelle forme associate a dolicocolon. Sindrome del colon irritabile Accanto a corrette norme di igiene alimentare, se l’alvo è stitico è importante assumere abbondante apporto idrico orientato soprattutto verso quelle acque che abbiano la proprietà di abbreviare il tempo di transito intestinale grazie alla loro ricchezza in uno o più ioni quali sodio, cloro, calcio, magnesio, solfato. Tra queste si segnalano le acque bicarbonato-alcalino-terrose: 1000-2000 ml/die per almeno 30 giorni consecutivi, da ripetere almeno 3 mesi; le salso-solfato-alcaline: 500-1500 ml/die preferibilmente a digiuno al mattino, per cicli di 20 giorni, più volte all’anno; le bicarbonato-solfato-alcalino-terrose: 300600 ml al mattino a digiuno per cicli di 20 giorni ogni 4 mesi. In caso di diarrea l’apporto idrico è importante con lo scopo di reidratare. Epatopatie croniche L’apporto idrico basato sull’utilizzo di acque minerali ad assetto ionico mirato, può diventare l’unico presidio terapeutico. Le acque più indicate sono le solfate, ad esse è riconosciuta la capacità di agire sul sistema vascolare (vasodilatazione), sul metabolismo della cellula epatica a livello di membrana e a livello degli enzimi ossido riduttivi, sulla glicogenosintesi, sulla sintesi proteica e degli aminoacidi. Vi sono comunque altre acque come le bicarbonato-solfato-alcaline o alcalino-terrose che, oltre lo zolfo, hanno un patrimonio ionico tale da conferire loro la proprietà di stimolare alcune funzioni epato-cellulari depresse. Discinesie delle vie biliari L’eucinesi della colecisti e dell’albero biliare è una condizione essenziale per lo svolgersi di un corretto processo digestivo, regolata dall’ormone colecistochinina secreta dalla mucosa duodenale in risposta all’assunzione di grassi e aminoacidi, che svolge la sua azione L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 76 sullo sfintere di Oddi (riduzione delle resistenze) sulla colecisti (contrazione) e sulla coleresi epatica (aumento della secrezione biliare). L’alterazione del tono della motilità delle vie biliari può provocare diversi quadri: dispepsia ipostenica (colecisti ipotonica e ipocinetica, ma anche ipotonia dello sfintere di Oddi), in questo caso trovano utile impiego le acque clorurosodiche e salso-solfato-alcaline per la loro azione colagogo e colecisti cinetica; la sindrome ipertonica-ipercinetica in questo caso sono più indicate le acque bicarbonato-calciche e solfato-calciche per la loro azione antispastica. Calcolosi della colecisti La terapia idroponica trova un largo impiego in questo campo, purchè si usino acque minerali con caratteristiche ioniche mirate e se ne limiti l’utilizzo nei casi asintomatici o comunque lontano dagli episodi colici. Un’indicazione primaria è rappresentata dagli esiti di colecistectomia: vengono favorevolmente influenzati eventuali disordini metabolici non risolti dall’intervento o residui focali flogistici epatobiliari. La terapia idroponica non si propone di eliminare i calcoli o di dissolverli, ma di favorire o accrescere il flusso biliare, creare condizioni locali sfavorevoli alla formazione o all’aumento del volume dei calcoli, normalizzare la cinesi dell’albero biliare ed esercitare un’azione antispastica sulle vie biliari e sugli sfinteri. A tale scopo sono indicate: le acque bicarbonato-alcaline in quanto alcalinizzano la bile, ne diminuiscono la viscosità, ne favoriscono il drenaggio ed hanno un’azione antinfiammatoria; le acque bicarbonato-alcalinoterrose, per l’azione equilibratrice sullo sfintere di Oddi grazie al contenuto di calcio e magnesio; le acque salse e salso-solfate, per l’azione colagoga dovuta al solfato di magnesio e per l’azione coleretica. Gastriti croniche L’apporto idrico assume un ruolo importante nella terapia delle gastriti croniche, influenzando i meccanismi della secrezione e della motilità gastrica. Nelle gastriti croniche normo o ipersecretive, le acque bicarbonato-alcaline sono in grado di deprimere la secrezione gastrica e sono in grado di modulare la peristalsi, in dosi refratte a digiuno; oppure le acque bicarbonato-alcalino-terrose, da bere in qualsiasi momento della giornata, preferibilmente lontano dai pasti. Nelle gastriti iposecretive è consigliato l’uso di acque che hanno capacità di stimolo sulla secrezione peptica migliorando nel contempo la coordinazione motoria, come le acque carboniche da bere ai pasti oppure le acque salse salso-solfate o le acque sulfuree. Le acque bicarbonato esercitano, inoltre, un’azione di stimolo sulla secrezione e sulla motilità gastrica purché vengano assunte durante i pasti. Calcolosi urinaria L’aumento della diuresi si verifica per riduzione della quota di acqua obbligatoria assorbita a livello renale, essendo questa legata al carico di soluti presenti. Ciò comporta un aumento della velocità del flusso nei tubuli renali rendendo meno efficiente il processo di concentrazione delle urine con aumento della eliminazione di acque e sali. Inoltre a livello sistemico una corretta idratazione con acque minerali a basso contenuto di soluti determina L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 77 una iposmolarità plasmatica che riduce la produzione di ormone antidiuretico (ADH) e di aldosterone, con emissione di urine diluite. La diluizione delle urine inibisce lo sviluppo e l’accrescimento di calcoli, riduce le recidive della litiasi renale, prevenendo la stasi le infezioni ed i fenomeni infiammatori, inoltre l’azione di lavaggio delle vie urinarie favorisce la progressione ed espulsione dei calcoli. I liquidi devono essere costituiti prevalentemente da acqua, poiché altre bevande sono ricche di carbonati o ossalati. L’acqua deve essere preferibilmente a basso residuo fisso e sono da evitare le acque ricche in sodio. Lo scarso apporto di sodio con la dieta favorisce l’assorbimento del calcio alimentare e si oppone all’assorbimento di acido ossalico e quindi di ossalati urinari, possibili fattori fitogeni. Le acque minimamente mineralizzate od oligominerali, grazie alle loro caratteristiche igieniche possiedono un effetto di potenziamento quantitativo della diuresi più cospicuo e immediato rispetto alle acque a concentrazione salina più elevata nella litiasi pratica l’emodiluizione determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti favorendo il loro convogliamento al rene; l’urodiluizione impedisce la sovrasaturazione e comporta un innalzamento del pH urinario con conseguente incremento della frazione dissociata dell’acido urico, più idrosolubile e più facilmente eliminabile. Gotta e calcolosi uratica Si tratta di un dismetabolismo dell’acido urico, in cui la terapia idroponica è uno dei cardini della prevenzione e della cura. Le proprietà terapeutiche fondamentali delle acque sono rappresentate dalla emodiluizione e dall’effetto diuretico. Infatti una corretta idratazione permette una emodiluizione che determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti, favorendo il coinvolgimento e l’escrezione renale. Le proprietà diuretiche stimolano l’urodiluizione che impedisce la sovrasaturazione e precipitazione di questi sali nelle urine e innalza il pH urinario con conseguente aumento della frazione dissociata dell’acido urico, più idrosolubile e facilmente eliminabile. Sono particolarmente indicate le acque minimamente mineralizzate e le acque oligominerali, cioè a basso contenuto di sali, per il loro effetto diuretico. Fra le oligominerali trovano specifica indicazione le acque a basso contenuto di sodio e prevalenza di ioni calcio bicarbonato per un’azione diuretica leggermente più intensa rispetto alle acque bicarbonatosodiche maggiormente in grado di potenziare l’eliminazione urinaria di questo sale. Sindrome nefrosica Caratterizzata dalla perdita di elevate quantità di proteine con le urine, con conseguente ipoalbuminemia e comparsa di edemi dovuti alla trasudazione di liquido negli spazi interstiziali con riduzione della pressione oncotica plasmatici. Il sequestro nel terzo spazio e quindi la ipovolemia sistemica inducono una riduzione del flusso ematico renale, ciò determina un’attivazione del sistema renina–angiotensina-aldosterone con un aumento del riassorbimento di sodio e acqua fino al raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio tra L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 78 compartimento extra e intravascolare. Il rene in queste nuove condizioni non è in grado di controbilanciare un eventuale carico di sodio con una riduzione del riassorbimento tubulare. E’ indispensabile un attento bilancio sodico dietetico sia con gli alimenti che con l’assunzione idrica. Sono presenti in commercio acque minerali con scarso contenuto di sodio e la concentrazione di Na+ che caratterizza una acqua minerale definibile iposodica dovrebbe essere al di sotto dei 20 mg/die. Ipertensione arteriosa L’equilibrio idroelettrolitico e in particolare il sodio, rappresentano importanti fattori inducenti l’insorgere dell’ipertensione arteriosa. Prima di iniziare un trattamento antiipertensivo si adottano misure igienico comportamentali tra cui il calo di peso corporeo, aumento dell’attività fisica e riduzione dell’apporto sodio dietetico. Un fattore molto spesso sottovalutato è l’introduzione di elettroliti con l’assunzione di liquidi. Acque minerali a basso contenuto di sodio (< 20 mg/l) possono essere di fondamentale importanza nelle fasi iniziali come prevenzione in soggetti predisposti. Scompenso cardiaco Tali pazienti sono a rischio di un evento acuto, oltre a richiedere terapia diuretica cronica, vanno attentamente monitorizzati in merito al bilancio sodico dietetico che deve prevedere una riduzione del cloruro di sodio aggiunto agli alimenti, le acque da preferire sono quelle a scarso contenuto di sodio e preferibilmente a basso residuo fisso. Aterosclerosi L’apporto di sodio è collegato allo sviluppo di aterosclerosi e di cardiopatia ischemica, a causa di una stretta correlazione del sale e del rapporto assunzione Na/K con valori medi della pressione arteriosa nella popolazione e con la prevalenza di ipertensione negli individui adulti. La maggior parte degli studi relativi al rapporto tra la durezza dell’acqua ed i tassi di mortalità delle varie popolazioni mostra un debole ma significativa correlazione inversa tra la durezza e il contenuto e le morti per cardiopatia ischemica. Trovano quindi indicazione le acque minerali calciche a basso contenuto di sodio. Dislipidemie Recenti ricerche cliniche, hanno dimostrato che alcune acque possono vantare un azione ipolipemizzante, tra queste sono: le salso-solfate, solfato-calciche, bicarbonatocalciche. Osservazioni iniziate con Cascinai nel 1905 e Fedeli nel 1918-1920 dimostravano una aumentata eliminazione di lipidi con la bile dopo una terapia idroponica con acque salsosolfate; diversi studi negli anni si sono alternati fino agli 90 con Graci, Scalabrino, Capurso che hanno potuto confermare come esista fisiologicamente una correlazione tra crenoterapia, secrezione biliare e metabolismo del colesterolo. L’accentuata contrazione della colecisti provoca una maggiore dismissione di bile in duodeno, con un aumento del transito intestinale ed una maggiore eliminazione di sali biliari con le feci. Contemporaneamente il ridotto riassorbimento di acidi biliari, e quindi il L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 79 colesterolo attraverso il circolo entero-epatico, determina una maggiore richiesta di colesterolo dalle lipoproteine circolanti per soddisfare la resintesi di nuovi acidi biliari. La riduzione del pool degli acidi biliari stimola in effetti un notevole incremento dei recettori epatici delle LDL con aumentata captazione epatica delle stesse e quindi una diminuzione della colestererolemia. Questa ipotesi trova un razionale in alcuni momenti fisiopatologici dell’attività gastroenterica dopo terapia idroponica: contrazione colecistica più efficace accelerazione del transito intestinale aumento della escrezione di acidi biliari con le feci Inoltre, la colecistochinina, che stimola la contrattilità colecistica è influenzata dagli ioni SO4- contenuti nelle acque, e la motilina secreta dopo la distensione gastrica secondaria a stimolo idrico, agisce sullo svuotamento gastrico e sulla contrazione colecistica. Quindi gli effetti combinati di alcune acque minerali sulla velocità del transito intestinale e sull’escrezione degli acidi biliari con le feci, producono una significativa riduzione del colesterolo totale e di quello LDL in particolare. Diabete La sete e l’aumento della diuresi necessaria per diluire il glucosio presente in eccesso nelle urine, sono frequentemente i sintomi di esordio di questa affezione; appare quindi evidente l’importanza di una corretta dieta idrica; in una fase acuta, infatti il paziente diabetico perde acqua e sali in abbondanza, la scelta quindi di un’acqua minerale ricca di sali rappresenta una scelta corretta e devono essere previsti non meno di 2-3 litri al dì. Nei pazienti, invece, affetti da diabete associato a insufficienza renale ed anuria, non si dovranno somministrare grandi quantità di liquidi. In fase di diabete compensato, la dieta idrica si basa su un apporto normale di acqua, privilegiando le bicarbonato calciche, cloruro sodiche e sulfuree; quest’ultime soprattutto infatti sembrano avere caratteristiche specifiche in grado di influire positivamente sul decorso della malattia. L’insulina stessa contiene zolfo come elemento importante per l’attività ormonale e che nei diabetici tale elemento è deficitario. Lo zolfo inoltre è importante per la sintesi del glutatione che rappresenta un fattore di protezione nei confronti delle complicanze diabetiche; l’acqua sulfurea determinerebbe una maggiore secrezione insulinica per stimolazione vagale. Inoltre alcune acque con effetti benefici sul fegato e sull’apparato digerente, come le bicarbonato-calciche, sembrano giovare nelle forme di diabete associato ad alterata funzionalità epatica e gastrointestinale. Nel diabete insipido, caratterizzato dalla mancanza dell’ormone antidiuretico, in grado di trattenere l’acqua a livello dei tubuli renali, il paziente è costretto a bere quotidianamente elevate quantità di acqua, in assenza di tale ormone la diuresi infatti è stimolata continuamente, possono urinare, infatti, anche 15-20 litri al giorno e devono, pertanto reintegrare altrettanta acqua per evitare la disidratazione. Osteoporosi È ormai una malattia sociale che colpisce ampi strati della popolazione in età avanzata ma soprattutto le donne, con conseguente aumento di rischio di fratture soprattutto a livello L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 80 del femore e vertebrale. La formazione di un’adeguata massa ossea riduce il rischio di superare la soglia di frattura nell’età avanzata. La menopausa, la sedentarietà, e abitudini alimentari errate e soprattutto un inadeguato apporto di calcio ne sono la causa. La quantità di calcio assorbita può variare a seconda del fabbisogno, si riduce con l’età e può essere influenzata da diversi fattori. La maggior parte di calcio alimentare è presente nei prodotti caseari; ma spesso alcune condizioni patologiche (soprappeso, dislipidemie, ecc.) portano a ridurli nell’assunzione o eliminarli, per la necessità di ridurre l’apporto di grassi e di sodio. Heaney già dal 1994 seguito da altri studi ha dimostrato che la biodisponibilità del calcio (43,2%) contenuto nell’acqua minerale è sovrapponibile a quello del latte vaccino. Quindi le acque calciche possono supportare ai fabbisogni di calcio soprattutto in quelle situazioni in cui ne siano aumentati le richieste, ma soprattutto in quelle patologiche in cui sia necessario controllare sia l’apporto di calorie, che di grassi e anche di sodio. Avvertenze nell’uso delle acque minerali Prescindendo da particolari situazioni patologiche in cui l’apporto idrico deve essere particolarmente contenuto (insufficienza renale, scompenso cardiaco, ecc) esistono controindicazioni e limitazioni all’uso di alcuni tipi di acqua minerale correlate alla loro composizione ed alle condizioni individuali del consumatore. Un dato importante che non è riportato in etichetta riguarda proprio le controindicazioni all’uso dell’acqua. Il 30% delle acque minerali in commercio hanno elevato contenuto di sodio, tali acque non sono chiaramente indicate negli ipertesi. Il contenuto massimo di fluoro fissato dalla legge per la normale acqua potabile è di 1,5 mg/l, ma tale limite non vale tuttavia per le acque minerali: sono infatti 6 le acque minerali italiane che superano questo valore; un eccesso marcato di fluoro può condurre a fluorosi, con accumulo di questo elemento nei denti e nello scheletro: la formazione di macchie sullo smalto dei denti è il primo segno visibile di una eccessiva assunzione di fluoro durante l’infanzia, per questo motivo l’uso di tali acque è consigliato solo per brevi periodi. Le acque ferruginose, contenenti un tenore di ferro superiore a 1 mg/l sono in linea di massima, sconsigliate nei soggetti affetti da gastroduodenite per i disturbi irritativi che possono causare. Nei soggetti affetti da gastrite, ulcera gastrica o semplice iper-acidità di stomaco, risultano controindicate le acque gassate; l’anidride carbonica stimola infatti la secrezione gastrica. Un pericolo in generale delle acque è la presenza di nitrati, questi infatti nell’organismo si riducono a nitriti e a contatto con le amine formano le nitrosammine, possibili agenti cancerogeni. Il limite massimo previsto dal Ministero della Sanità è di 45 mg/l valori superiori possono provocare metaemoglobinemia, questo limite è di 10 mg/l per le donne in gravidanza e per i lattanti. Va inoltre sottolineato che l’uso improprio ed esagerato di acque minerali può determinare alterazioni del metabolismo idro-elettrolitico; a tale proposito Camons e coll. hanno descritto un caso di ipopotassiemia, iperbicarbonatemia e ipocloremia, in un soggetto L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 81 che da tempo bevevo 2-3 litri al giorno di un’acqua fortemente mineralizzata bicarbonato sodica. Bibliografia - Guida all’uso ragionato delle acque minerali, 1998 A. Zanasi Acqua e calcio, 2002 R. Caudarella, A. Zanasi, GM Servizi Evaluation of the fluoride concentration and consumption of mineral water, 2004 I. Ramires et al.;Rev Saude Publica (38)3:459-65 Absorbability of the calcium in a high-calcium mineral water, 1994 RP. Heanay et al. Osteopor Int; 4:323-324 Influence of mineral water composition on some urinary risk factors for calcium stone formation, 2003 R. Caudarella et al. J of Nefrology; 16,260-266 Biological effects of drinking-water mineral composition on calcium balance and bone remodelling markers, 2004 S. Roux et al. J Nutr Health Aging; 8(5):380-4 Water, mineral waters and health, 2006 L. Petraccia et al. Clin Nutr; 25(3):377-85 Evaluation of thermal water in patients with functional dyspepsia and irritable bowel syndrome accompanying constipation, 2006 G. Gasbarrini et al. World J Gastroenterol; 28;12(16):2556-62 Mineral in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health, 2007 AJ Whelton et al. Water Sci Technol; 55(5):283-91 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 82 FEGATO ED ACQUE Giovanni Fornaciari Medicina III e Gastroenterologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia L’utilizzo di acque termali era noto fin dai tempi dell’antica Grecia ma furono i Romani ad esaltare questo strumento di cura e di relax mediante la realizzazione delle monumentali “Thermae” pubbliche. La caduta dell’Impero Romano ed il consolidarsi della Religione Cristiana, che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo, portò al declino delle terme che furono solo verso la fine dell’800 con l’inizio del cosiddetto “termalismo d’elite”: le località termali erano in pratica luoghi di villeggiatura e di vita mondana. Solo dopo la seconda Guerra Mondiale nasce il “termalismo sociale” con lo sviluppo della branca della medicina denominata Idrologia Medica. L’efficacia terapeutica delle acque termali viene riconosciuta ed il loro utilizzo viene inserito nel SSN estendendo le terapie, a prezzi contenuti, a tutta la popolazione. Ma oggi, anni 2000, esiste ancora un razionale per l’utilizzo di acque termali nelle malattie del fegato? Le acque utilizzate per la cura delle malattie del fegato sono diverse: acque sulfuree, solfate, bicarbonate, salse (dette anche cloruro-sodiche). Leggendo la scarna bibliografia che si può consultare sui siti specializzati in materia termale si evince che le proprietà di queste acque, in generale, sono legate all’effetto coleretico (formazione di bile) e colagogo (dismissione della bile nel duodeno) anche se i meccanismi alla base di queste azioni non sono sufficientemente chiariti. In realtà alla base della secrezione di bile esistono meccanismi complessi che attualmente sono stati pressoché completamente chiariti: la secrezione biliare normale è composta da due elementi 1) secrezione canalicolare prodotta dagli epatociti e secreta dai canalicoli biliari 2) secrezione canalare prodotta dai colangiociti La secrezione canalicolare è a sua volta formata da due componenti: a) secrezione dipendente dagli acidi biliari: captazione a cura di due carrier specifici uno dipendente e l’altro indipendente dal sodio, trasporto nell’epatocita da parte di varie proteine e secrezione grazie ad un carrier dipendente dall’ATP b) secrezione indipendente dagli acidi biliari: è principalmente dovuta al glutatione ed ai suoi coniugati La secrezione canalare è una secrezione elettrolitica ricca di bicarbonato che viene stimolata dalla secretina. Come si vede la secrezione della bile è un processo complesso molto scarsamente influenzabile con l’impiego di farmaci (ad eccezione degli acidi biliari che però modificano solo la composizione della bile e non la sua secrezione). Inoltre non è affatto chiaro come la modifica della formazione e della secrezione duodenale della bile possa essere utile nell’individuo sano o in quello con colangiopatie. In effetti i riportati effetti delle acque termali sono stati studiati, almeno a quanto pare, in condizioni di danno epatico provocato da L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 83 tossici epatici (quali il tetracloruro di carbonio, l’arsenico ed il fenolo) e non in condizioni patologiche quali la cirrosi biliare primitiva o la colangite sclerosante primitiva, due delle più note colangiopatie. Altri effetti utili riportati sono l’azione anti-ossidante protettiva nel riguardo dei radicali liberi, l’azione “depurativa” sull’eliminazione degli effetti tossici di terapie prolungate, il miglioramento dei sintomi dispeptici successivi alla colecistectomia per un ipotizzato effetto positivo sulle discinesie biliari. È chiaro che tutti questi effetti positivi devono ora essere rivalutati alla luce delle acquisizioni più moderne sulla cinetica della formazione e della secrezione biliare e vagliati secondo una metodica EBM fondata su evidenze cliniche e studi controllati. Purtroppo, navigando su PubMed, si trovano ben pochi articoli censiti che consentano di valutare l’utilità delle acque termali e la loro efficacia. Non esistono studi controllati recenti; l’unico che ho potuto reperire, del 1997, riferisce che l’impiego di acqua sulfurea riduce i livelli di bilirubina e la sensazione di prurito in pazienti con steatosi epatica su base alcolica. È noto che il prurito è un sintomo tipico solo della cirrosi epatica avanzata e non è certo di comune riscontro nella steatosi epatica alcolica; inoltre l’efficacia di una terapia, in termini laboratoristici, viene meglio valutata con l’analisi degli enzimi epatici, in particolare delle GGT, e con la analisi prospettica del quadro ecografico piuttosto che con la dinamica della bilirubina. Questo esame può avere un significato solo nelle epatopatie avanzate. Per quanto attiene all’azione antiossidante è difficile esprimere un parere in quanto, anche per farmaci quali la vitamina E o la vitamina C, è stata proposta la medesima possibilità terapeutica ma gli studi non sono conclusivi. Sarebbero necessari studi controllati ma, per l’utilizzo delle acque termali mi sembra difficile che essi verranno mai pianificati. L’azione depurativa nel confronto dell’utilizzo di farmaci pare un ulteriore “salto nel buio”; è ben noto che l’unica terapia utile nelle epatopatie da farmaci è la sospensione del farmaco medesimo e, in taluni casi, l’utilizzo di steroidi. Infine per le discinesie biliari giova ricordare che esistono molti dubbi sulla loro reale esistenza; la letteratura degli anni 60-70’ era zeppa di citazioni in merito a questa entità ma, più di recente, sono sorti parecchi dubbi e gran parte degli Autori associano i sintomi, in origine attribuiti alla discinesia, a quadri su base psicosomatica a tipo “colon irritabile”. Si deve anche precisare che l’impiego di acque termali, e ancor meno i fanghi sulla regione epatica, non potranno certo modificare la storia naturale di una eventuale colelitiasi. In conclusione al momento non esistono prove scientifiche che consentano di suggerire l’utilizzo di acque termali per le cure delle malattie epatiche. Mi sembra che gli stessi limiti che, nel corso degli anni, sono stati posti allo sviluppo ed alla dimostrazione di efficacia clinica a farmaci definiti comunemente “epatoprotettori” (tuttora non esiste un farmaco che possa definirsi con sicurezza un epatoprotettore), siano riferibili alle acque con presupposta azione benefica sul fegato. Molti anni fa ascoltai in una memorabile lezione di Clinica Medica il grande Maestro e Fondatore della Epatologia Italiana ed Europea Mario Coppo affermare: “non abbiamo bisogno di sviluppare degli epatoprotettori; per proteggere il nostro fegato nel miglior modo possibile dobbiamo evitare di esporlo ai danni potenziali ed in particolare all’alcool ed ai virus”. Credo che questa frase meriti ancora la nostra giusta considerazione. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 84 APPARATO GASTROINTESTINALE ED ACQUE Angela Mazzocchi Coordinatore Gruppo Interaziendale Nutrizione Artificiale (GINA) - AUSL - RE L’impiego della terapia idroponica nelle patologie dell’apparato digerente è pratica consolidata nei secoli; la ricerca bibliografica mostra tuttavia quanto siano ancora pochi gli studi clinici controllati che ne supportano l’uso. Nei testi di medicina e clinica termale (1) si sottolinea come le acque minerali svolgono sul tratto digestivo, azioni differenti, a volte opposte, a seconda della concentrazione dei componenti minerali e del rapporto di assunzione con i pasti. Ne consegue la necessità di conoscere la composizione e l’indicazione specifica delle singole sorgenti minerali per prescrivere una cura efficace. Le acque più utilizzate nelle patologie del tubo digerente sono: • Acque salse o cloruro-sodiche: stimolano la secrezione cloridropeptica e la peristalsi. Le iso-ipotoniche hanno scarso effetto peristaltico, ma stimolano notevolmente la secrezione; le ipertoniche hanno buon effetto peristaltico e minore attività sulla secrezione gastrica; • Acque solfate: determinano variazioni quantitative e qualitative del succo gastrico e duodenale, favoriscono lo svuotamento gastrico e tendono a riportare nelle norma i valori di acidità. Gli ioni solfato, calcio e magnesio contenuti nelle acque, sono utili nell’aumentare la velocità del transito intestinale; • Acque bicarbonate: a livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva e motoria. Se bevute a digiuno elevano il pH gastrico ed inibiscono la secrezione, per stimolazione riflessa a partenza duodenale. Se assunte ai pasti l’effetto delle acque bicarbonato è prosecretorio. Stimolano la peristalsi e lo svuotamento gastrico. Innalzando il pH duodenale, favoriscono l’azione degli enzimi pancreatici. Le patologie gastrointestinali che più frequentemente traggono beneficio dalla assunzione di acque minerali sono la dispepsia funzionale e la sindrome da intestino irritabile. Dispepsia funzionale In una recente pubblicazione (2) sono stati esaminati gli effetti delle acque di 18 centri termali sui sintomi che accompagnano la dispepsia funzionale. E’descritto un significativo e persistente miglioramento del dolore epigastrico e della ripienezza post-prandiale dopo terapia, consistente nella assunzione di 2 litri di acqua minerale per 3 settimane; la secrezione gastrica è risultata ridotta nell’87% dei pazienti e la velocità del transito oro-cecale è aumentata a fine trattamento rispetto all’inizio dello studio. Una ricerca condotta su pochi pazienti affetti da dispepsia funzionale, ha documentato il miglioramento del tempo di svuotamento gastrico da solidi, ottenuto con la somministrazione di 500 ml/die di acque ad alto contenuto minerale (3). L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 85 Un altro studio ha valutato gli effetti di un’acqua minerale salso-solfato-alcalina sullo svuotamento gastrico e sulla attività motoria gastroduodenale interdigestiva in 24 pazienti dispeptici con ritardato svuotamento gastrico. Sia i tempi di svuotamento gastrico che l’attività motoria interdigestiva gastroduodenale, registrata con manometria, sono risultati significativamente migliori dopo somministrazione di acqua minerale comparata ad acqua di rubinetto (4). Sindrome da intestino irritabile (IBS) La causa di questa patologia funzionale, clinicamente classificabile in IBS ad alvo prevalentemente stiptico, IBS ad alvo prevalentemente diarroico o IBS ad alvo misto, rimane un mistero e la terapia continua ad essere imperniata su provvedimenti dietetici, farmacologici e psicologici. (5) E’ raccomandato un abbondante apporto idrico. Nella variante stiptica sono indicate le acque minerali capaci di accelerare il transito intestinale per il loro contenuto in ioni sodio, cloro, magnesio, solfato. Nella variante diarroica è opportuno introdurre acqua al fine di reidratare l’organismo. L’accelerazione del transito oro-cecale dopo assunzione di acque minerali è dimostrata nel lavoro di Gasbarrini (2); la possibilità che l’ingestione di acque minerali sia un valido supporto al trattamento dell’ IBS è descritta da Grassi M(6) . Uno studio epidemiologico, condotto mediante questionario inviato ai Medici di Medicina Generale, ha confermato l’utilità della assunzione di acqua minerale in pazienti con IBS, che dopo la terapia, hanno ridotto per un anno l’assunzione di farmaci ed il numero di giornate di assenza dal lavoro.(7) Stipsi Per la stipsi isolata trovano indicazione acque ricche di sali minerali che, per l’alta concentrazione di ioni, svolgono azione chimica e fisica particolarmente intensa; vanno assunte in modica quantità, l’azione è spesso potenziata dal riscaldamento. Onori (8) ha valutato l’effetto della somministrazione di un’acqua oligominerale nella stipsi colica e nella stipsi rettale, classificazione secondo lo studio radiologico del tempo di transito intestinale. Il trattamento con acqua oligominerale si è rilevato capace di risolvere la stipsi nell’ 80% dei pazienti con rallentato transito del colon; nessun effetto è stato osservato nella stipsi rettale. La terapia termale, assieme a presidi di tipo igienico-dietetico, rappresenta un ottimo metodo di rieducazione funzionale dell’alvo. Oltre alla assunzione di acque per os, esiste anche la possibilità di trattamenti mediante irrigazioni o docce coliche ( idrocolonterapia). Questi trattamenti sono controindicati nelle malattie infiammatorie intestinali (rettocolite ulcerosa, Crohn), nelle diverticoliti, nelle gravi affezioni cardiache e renali Controindicazioni L’ulcera peptica acuta controindica la terapia con qualsiasi acqua termale. In quella cronica sono invece controindicate solo le acque a prevalente azione eccitosecretrice (9) Nelle L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 86 fasi acute delle coliti, delle malattie infiammatorie croniche intestinali, nelle diverticoliti la terapia con acque termali non trova indicazione. Bibliografia 1. Nardi G.-Medicina e Clinica Termale-2001- Selecta Medica 2. Gasbarrini G, Candelli M et al. Evaluation of thermal water in patients with functional dyspepsia and irritable bowel syndrome accompanying constipation. World J Gastroenterol 2006 april 28; 12 (16): 2556-2562 3. Anti M, Lippi ME,et al. Effects of mineral-water supplementation on gastric emptying of solids in patients with functional dyspepsia assessed with the 13C-octanoic-acid breath test. .Hepatogastroenterology 2004 Nov.Dec; 51 (60): 1856-9 4. Bortolotti M, Turba E et al. Changes caused by mineral water on gastrointestinal motility in patients with chronic idiopathic dyspepsia. Minerva Med.1999 May-Jun; 90 (5-6): 187-94 5. Jones R. An integrated approach to the management of IBS. Nat Clin Pract Gastroenterol Hepatol 2007 July; 4 (7) :354-55 6. Grassi M., Lucchetta MC, et al. Possibilities of thermal medicine in gastrointestinal functional disorders. Clin Ter. 2002 May-Jun; 153 (3): 195-206 7. Scalabrino A, Buzzelli G, Raggi VC. Clinical –epidemiological study of the efficacy of thermal therapy in gastroenterologic diseases. Clin ter. 1988 Mr-Apr; 149 (2): 127-30 8.Onori L.,Marchetti G et al. Differents effects of subacute administration of S.Croce oligo-mineral water on colonic vs rectal constipation. Clin. Ter. 1999 Jul-Aug; 150 (4): 283-6 9. Zanussi C. -Terapia medica pratica- 2002 ,7° edizione- UTET L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 87 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Parte 4 Abstracts L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 88 INDAGINE SULL’INTAKE IDRICO MEDIO/DIE IN PAZIENTI OSPEDALIZZATI Salvatore Vaccaro Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia INTRODUZIONE L’ospedalizzazione impone modifiche più o meno consistenti delle usuali abitudini alimentari (orari dei pasti diversi dai propri, imposizione del vitto ospedaliero, etc.); rappresenta però un buon momento per i Servizi di Dietetica Ospedalieri [SDO] per espletare colloqui di Educazione Alimentare, divulgando concetti di sana e corretta alimentazione. MATERIALI E METODI Nell’inverno 2006/2007 il SDO ha chiesto a dei pazienti ospedalizzati con età over 60 con pasto ospedaliero libero di annotare il proprio intake idrico derivante esclusivamente dall’assunzione dell’acqua oligominerale loro distribuita durante la degenza. I soggetti collaboranti sono stati n. 228 (età 78,77±9,69 anni [60-100 anni]; peso 70,25±16,62 kg; altezza 164,83±11,16 cm; BMI 25,52±5,18 kg/m2; degenza 12,53±9,63 gg). I dati raccolti sono stati analizzati in funzione del sesso: a) donne: n. 108; età 80,09±10,33 anni [p 0,0299]; peso 66,24±15,23 kg; altezza 160,54±6,67 cm; BMI 25,43±5,76 kg/m2; degenza 10,8±9,19 gg; b) uomini: n. 120: età 77,38±8,81 anni; peso 73,82±17,06 kg [p 0,0003]; altezza 168,78±12,83 cm [p < 0,0001]; BMI 25,59±4,62 kg/m2; degenza 14,01±10,06 gg [p 0,0401]. RISULTATI Ai degenti over 60 di varie U.O. è stata consegnata una scheda strutturata ad hoc nella quale veniva chiesto loro di annotare la fascia oraria (h) ed il quantitativo (ml) dell’acqua oligominerale ospedaliera assunta durante un determinato giorno di degenza. I dati ricavati da tali schede sono stati riportati nella tabella sottostante. CONCLUSIONI Dall’indagine, volta a quantificare l’intake idrico in soggetti ospedalizzati over 60, sono emerse differenze significative per quanto riguarda sia il quantitativo di acqua assunto nei due sessi (vedi tabella) che la fascia oraria di maggior assunzione: gli uomini hanno assunto una maggior quantità di acqua dalle 21 alle 12, mentre le donne dalle 12 alle 21 (p 0,0102). L’assunzione media/die di acqua è apparsa sufficiente a soddisfare i fabbisogni idrici dell’età. Assunzione di Acqua Minerale Colazione Metà Mattino Pranzo Metà Pomeriggio Cena Dopo Cena h. 06.00-09.00 h. 09.00-12.00 h. 12.00-15.00 h. 15.00-18.00 h. 18.00-21.00 h. 21.00-06.00 Assunzione Media/die Sesso Maschile Sesso Femminile p ml ml ml ml ml ml 286,02 ± 123,00 = 17,44% 257,14 ± 128,73 = 15,68% 315,91 ± 147,69 = 19,26% 211,43 ± 47,10 = 12,89% 312,36 ± 134,69 = 19,05% 257,14 ± 122,25 = 15,68% 240,86 ± 91,17 = 15,09% 223,53 ± 97,01 = 14,01% 342,86 ± 111,72 = 21,48% 222,22 ± 64,05 = 13,92% 326,58 ± 107,07 = 20,46% 240,00 ± 89,44 = 15,04% 0,0025 0,0274 - ml 1640,00 ± 703,46 1596,05 ± 560,46 0,0430 L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 89 VALUTAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE DEI FLUIDI CORPOREI IN SOGGETTI CON ECCESSO PONDERALE TRAMITE L’ANALISI BIOIMPEDENZIOMETRICA Salvatore Vaccaro Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia INTRODUZIONE L’Analisi Bioimpedenziometrica [BIA] permette di ottenere un’accurata stima dell’Acqua Corporea Totale [TBW] e, con l’impiego della multifrequenza o dell’angolo di fase, del rapporto tra Acqua Intracellulare [ICW] (considerata un indice della massa cellulare corporea) ed Acqua Extracellulare [ECW] (costituente il liquido interstiziale, plasma, linfa e liquido transcellulare). MATERIALI E METODI Sono stati valutati n. 588 referti BIA di soggetti con eccesso ponderale residenti nella Sicilia NordOrientale equamente distribuiti per sesso e fascia di età: a) n. 294 donne: 10-19 anni (n. 25; età 16,84±1,31 aa; peso 76±16,59 kg; BMI 29,57±5,14 kg/m2), 20-29 anni (n. 70; età 23,73±2,73 aa; peso 75,6±13,57 kg; BMI 29,26±4,9 kg/m2), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,93 aa; peso 76,67±12,24 kg; BMI 30,49±4,87 kg/m2), 40-49 anni (n. 57; età 44,44±3,15 aa; peso 81,24±15,83 kg; BMI 31,92±5,96 kg/m2), 50-59 anni (n. 31; età 53,84±2,76 aa; peso 80,75±12,73 kg; BMI 32,58±5,59 kg/m2) e 60-69 anni (n. 12; età 63,33±2,93 aa; peso 81,18±12,84 kg; BMI 34,81±5,63 kg/m2); b) n. 294 uomini: 1019 anni (n. 25; età 17±1,73 aa; peso 81,68±20,45 kg; BMI 28,94±5,89 kg/m2), 20-29 anni (n. 70; età 24,47±3,05 aa; peso 89,11±20,9 kg; BMI 30,08±5,42 kg/m2), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,51 aa; peso 93,47±19,38 kg; BMI 30,98±5,7 kg/m2), 40-49 anni (n. 57; età 44,33±2,91 aa; peso 91,3±16,78 kg; BMI 31,38±5,09 kg/m2), 50-59 anni (n. 31; età 54,94±2,77 aa; peso 92,01±14,6 kg; BMI 32,34±4,66 kg/m2) e 60-69 anni (n. 12; età 65,58±2,97 aa; peso 96,09±15,72 kg; BMI 34,29±6,27 kg/m2). RISULTATI Sesso Maschile Sesso Femminile Fascia d’età TBW (%) ICW (%) ECW (%) TBW (%) ICW (%) ECW (%) 51,11±7,15 60,28±3,97 a 39,72±3,97 49,33±6,38 54,58±4,22 45,42±4,23 a 10-19 anni 50,53±7,39 58,55±2,77 a 41,45±2,77 48,79±7,62 55,17±3,80 44,83±3,80 a 20-29 anni 50,70±6,56 f 57,07±5,65 h 41,77±4,19 48,15±7,10 55,36±4,49 44,63±4,49 a 30-39 anni 52,26±6,24 c 58,32±3,09 a 41,68±3,09 47,41±9,03 54,14±4,41 45,86±4,41 a 40-49 anni 53,20±6,59 g 58,15±3,42 b 41,86±3,42 48,41±7,90 54,44±4,53 45,56±4,53 b 50-59 anni 51,56±5,30 e 56,79±3,16 d 43,20±3,16 45,50±4,03 52,30±3,78 47,70±3,78 d 60-69 anni % Fisiologica 58 – 62 60 - 64 36 - 40 55 - 58 58 - 62 38 - 42 a: p < 0,0001; b: p 0,0003; c: p 0,0006; d: p 0,0023; e: p 0,0025; f: p 0,0047; g: p 0,006; h: p 0,0098. CONCLUSIONI Dall’analisi dei dati bioimpedenziometrici riguardanti i fluidi corporei e la loro ripartizione in frazione intra- ed extracellulare di n. 588 soggetti affetti da eccesso ponderale si è riscontrato un livello di idratazione inferiore ai limiti di riferimento in entrambi i sessi, osservando però una maggiore TBW, sia in valori assoluti (litri) che in valori percentuali (%), in tutte le fasce di età di sesso maschile, con un’alterazione (da lieve a modesta) del fisiologico rapporto ICW/ECW, con la prima componente ridotta e la seconda aumentata. L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 90 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Parte 5 Acque Minerali e Mercato Italiano L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 91 LE PRINCIPALI ACQUE MINERALI PRESENTI SUL MERCATO ITALIANO Salvatore Vaccaro Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia Vengono qui di seguito riportate alcune informazioni inerenti le Acque Minerali presenti sul mercato italiano, tratte direttamente da alcune etichette commerciali, dagli “Annuari delle Acque Minerali” e da ricerche su internet. I dati qui presentati possono essere variati in funzione del continuo sviluppo tecnologico-industriale del settore delle Acque Minerali (nuove analisi chimico-fisiche, marchio liquidato, cessata produzione, etc.). Acqua Minimamente Mineralizzata Lauretana Acqua del Faiallo Fonte delle Alpi Amorosa Sparea Plose Fontealta Alpi Cozie Monviso Vigezzo Fonte del Lupo Bernina Fonte Vallechiara Lurisia Fonte S. Barbara Valverde S. Michele Sant’Anna di Vinadio Sorgiva Pian della Mussa S. Bernardo Sorgente Rocciaviva Levico Casara Fonte Doro Meraner S. Virgilio Alba Daggio Norda Stella Alpina Fonteviva coalizzano Fonti Bauda Fonte Caudana Valmora Gioiosa della Valsesia Alpi Bianche Alte Vette RF a 180°C (mg/l) 14 17 18 22,8 22,5 25,5 28 29 30 31,9 33 36 36 36 37 38,2 39 39 40,1 41,54 42 43 43 44 44,5 45,2 46,6 47 48 48 48,6 49 49 Sorgente (m.s.m.) 1.050 1.100 900 500 600 1.830 1.600 900 800 875 460 625 460 1.375 780 1.400 1.503 1.134 1.500 1.300 1.700 1.060 1.540 550 1.935 900 500 980 700 1.000 630 - Stabilimento Graglia (BI) Urbe (SV) Lucerna S. Giovanni (TO) Canevara (MS) Lucerna S. Giovanni (TO) Bressanone (BZ) Roncegno (TN) Lucerna S. Giovanni (TO) Lucerna S. Giovanni (TO) Malesco (VB) Altare (SV) Piuro (SO) Altare (SV) Lurisia (CN) Quarona Sesia (VC) Vaie (TO) Vinadio (CN) Carisolo (TO) Balme (TO) Garessio (CN) Levico Terme (TN) Oppido Mamertina (RC) Merano (BZ) Valli del Pasubio (VI) Primaluna (LC) Moiò Dè Calvi (BG) Canevara (MS) Coalizzano (SV) Donato (BI) Lucerna S.Giovanni (TO) Quarona Sesia (VC) Vinadio (CN) Vinadio (CN) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 92 Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento (mg/l) (m.s.m.) Cime Bianche 50,6 1.300 Vinadio (CN) S. Bernardo 52 1.000 Garessio (CN) Ale Tarsogno Alisea 54 935 Tarsogno (PR) Alpia 55 760 Malesco (VB) Ducale 56 950 Tarsogno (PR) Fonte Azzurrina 57 800 Careggine (LU) Santa Rita 59,1 700 Né (GE) Mangiatorella 60 1.100 Stilo (RC) S. Carlo Fonte Aurelia 60 600 S.Carlo Terme (MS) Certosa Fonte Perna 60,6 900 Polia (VV) Leonardo Alisea 60,9 900 Primaluna (LC) Fonte Napoleone 62,2 375 Poggio Marciana (LI) Geraci 62,7 1.450 Geraci Siculo (PA) Lievissima 75,5 1.848 Cepina Valdisotto (SO) Fabrizia 78 1.000 Fabrizia (VV) Certosa Fonte Camarda 79 450 Polia (VV) Goccia di Carnia 79 1.370 Forni Avoltri (UD) Eau de Santè 82 1.200 Stia (AR) Frisia 82 435 Piuro (SO) Maxim’s 82 1.200 Stia (AR) Pejo Fonte Alpina 83 1.393 Cogolo di Pejo (TN) Madonnina della Calabria 89,6 750 Girifranco (CZ) Ulmeta 90 725 Ormea (CN) Gaudenziana 93,4 900 Bognanco (VB) Lonera 105 1.250 Valli del Pasubio (VI) Vaia 106,2 800 Vagolino (BS) Fiuggi 106,5 590 Fiuggi (FR) Roana 109,72 1.492 Ussita (MC) Sorgente Moschetta 113,8 750 Grifalco (CZ) Dolomiti 115 815 Valli del Pasubio (VI) Madonna della Guardia 118,5 680 Ceranesi (GE) Siete Fuentes 119 620 Santulussurgiu (OR) Monte Bianco 122 1.518 Morgex (AO) Monte Cimone 122 935 Ospitale di Fanano (MO) Maniva 124,2 800 Vagolino (BS) S. Bernardo Sorgente della Rocca 125,7 1.500 Ormea (N) Beber 128 725 Posina (VI) Sorgente Serra Policaretto Sila 128,4 1.200 Acri (CS) Lurisia-Roccaforte Mondovì (CN) Garbarono 131 720 Abrau 135 57 Chiusa Pesio (CN) Monteverde 135 850 Pracchia (PT) Ceciliana 135,4 450 Palestrina (RM) S. Francesco 137,2 313 Caslino al Piano (CO) Santa Clara 139,1 820 Borzonasca (GE) S. Antonio 139,7 313 Caslino al Piano (CO) Fonte di Crodo Sorgente Cesa 141 540 Crodo (VB) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 93 Acqua Oligominerale Nuova Gareisa Nuova Acquachiara Panna Acqua Silva Fonte Lieta Verna Fontalba Pioda Fonte Serena Lora di Recoaro Castellina Ventasso Vera Pradis Nerea Lissa Linx Roccabianca Palina Smeraldina Fontenova Santa Croce Sponga Motette Corona Rocchetta Rocchetta Brio Blu Tione Pic Cavagrande Sorgente Grigna Chiarella S. Angelo S. Vittoria Sorgente Presolana Pineta Sorgente Sales Sassovivo Gajum Coralba Flaminia Limpia Misia Santo Stefano Meo San Felice S. Giorgio Fonte Tullia RF a 180°C Sorgente Stabilimento (mg/l) (m.s.m.) 143 595 Roccaforte Mondovì (CN) 143,5 1.000 Valli del Pasubio (VI) 144 925 Scarperia (FI) 149 980 Pracchia (PT) 149 1.030 Cervarezza (R.E.) 150 960 Chiusi della Verna (AR) 151,9 1.200 Montalbano Elicona (ME) 152,6 520 Moio Dè Calvi (BG) 156,1 310 Oleggio Castello (NO) 157,8 880 Recoaro Terme (VI) 160 750 Castelpizzuto (IS) 160 1.006 Cervarezza (R.E.) 160 S.Giorgio in Bosco (PD) 162 650 Pradis di Sotto Clauzetto (PN) Castelsantangelo sul Nera (MC) 163 165 630 Posina (VI) 165,5 1.485 Masanti (PR) 166 450 Terme Vigliatore (ME) 169 615 Scarperia (FI) 172,2 650 Tempio Pausania (SS) 172,8 500 Citerna Taro (PR) 172,9 720 Canistro Terme (AQ) 173,24 700 Scheggia (PG) 175,6 6 Calci (PI) 176 536 Gualdo Tadino (PG) 176 536 Gualdo Tadino (PG) 180,55 397 Orvieto (TR) 183,9 400 Vaie (TO) 184 400 Milo (CT) 185 800 Primaluna (LC) 187,3 760 Plesso (CO) 189 435 Siliqua (CA) 190 1.380 Pornassio (IM) 191,2 650 Clusone (BG) 194 700 Clusone (BG) 194 565 Foligno (PG) 199 481 Canzo (CO) 203 1.200 S.Damiano Macra (CN) 204,9 500 Nocera Umbra (PG) 208,9 360 San Pellegrino Terme (BG) 209 450 Borgo Cerreto (PG) 210 650 Montesano di Marcellana (SA) 216 200 Gavignano (RM) 220 205 San Felice (PT) 223 405 Siliqua (CA) 223,8 550 Sellano (PG) (Continua) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 94 Acqua Oligominerale San Luigi S. Cassiano San Daniele Tre Fontane Paraviso Fontelaura Levia Tinnea Giara Pura Gabinia San Benedetto Lentula Guizza Crodo-Lisiel Pasubio Futura Rocca Galgana Flavia (Efferv. Nat.) Viva Fonte delle Rocce Luna Fonte del Parco Sattai L’Acqua Federica della Fonte S. Giacomo Castello Fonte Annia Opera S. Maria degli Angeli Valle Reale Angelica Fonte Primavera Natia Gaia Sorgente dell’Amore Cintoia Danone Vitasnella Fonte Elisa Val di Meti Fontemura Frasassi Fonte Corte Paradiso Prealpi Lilia Monteforte RF a 180°C Sorgente Stabilimento (mg/l) (m.s.m.) 224 740 Barni (CO) 226 550 Fabriano (AN) 231 825 Montefiorino (MO) 232 900 Montefiorino (MO) 235 907 Lanzo d’Intelvi (CO) 236 700 Plesso (CO) 238 395 Siliqua (CA) 240 700 Montefortino (AP) 240,2 71 Villasor (CA) 243 408 Siliqua (CA) 243,1 200 Gavignano (RM) 246 20 Scorzè (VE) 247 640 Cantagallo (PD) 251 20 Scorzè (VE) 252 500 Crodo (VB) 256 650 Valli del Pasubio (VI) 260 74 Feroleto Antico (CZ) 260,3 258 Citerna Taro (PR) 261 400 Zogno (BG) 262 450 Borgo Cerreto (PG) 262,8 350 Caprinica (VT) 263,5 600 Primaluna (LC) 265,4 900 Montefiorino (MO) 269 160 Guspini (CA) 274 820 (AR) 275 84 Su Pranu (CA) 283,2 400 Vallio Terme (BS) 290 23 Paradiso di Pocenia (UD) 290 480 (RI) 291 550 Rionero in Vulture (PZ) 298 300 Popoli (PE) 300 612 Nocera Umbra PG) 306 260 Popoli (PE) 308 350 Riardo (CE) 315 250 Genga (AN) 316 510 Grimaldi (CS) 326 600 Greve in Chianti (FI) 327 200 Darfo Boario Terme (BS) 327 240 Genga (AN) 330 650 Apecchio (PS) 332 820 (AR) 338 260 Genga (AN) 340 23 Paradiso di Pocenia (UD) 345 480 Almè (BG) 346 505 Rionero in Vulture (PZ) 351 716 Materno di Contese (MO) (Continua) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 95 Acqua Oligominerale Linda Luce Sovrana Tavina Ruscella Fonte Santa Chiara Santa Maria S. Moderanno Cerelia Primula San Rocco San Pantaleo (Fluorata) Funte Fria Orobica Preistorica Eureka Sole Sancarlo Spinone Verdiana Fabia Fonte Aura Silvana Azzurra Ninfa Prata Varanina Visciolo Gaverina Fonte Centrale Amerino Tre Santi Fonte di Alice Fontechiara Sant’Elena Amata Gallo Ausonia San Giacomo Lidia Fontepatri RF a 180°C Sorgente Stabilimento (mg/l) (m.s.m.) 352 65 Salò (BS) 352 154 Siliqua (CA) 353 190 Castelletto d’Orba (AL) 353 70 Salò (BS) 357 279 Modica (RG) 361 700 Scheggia (PG) 361 350 Modica (RG) 363,4 865 Berceto (PR) 366 680 Cereglio (BO) 368 400 Spinone al Lago (BG) 370 200 Arcore (MI) 375,6 426 Olbia (SS) 380,4 650 Macomer (NU) 384 400 Almè (BG) 387,49 650 Montefortino (AP) 390 100 Corigliano d’Otranto (LE) 399,5 181 Nuvolento (BS) 405 400 Spinone al Lago (BG) 410 200 Ramiola di Medesano (PR) 412 355 San Gemini (TR) 415 350 San Gemini (TR) 427,5 596 Valfrancia-Galeata (FO) 428 540 Torrebelvicino (VI) 440 725 Melfi (PZ) 442 300 Pratella (CE) 444 225 Varano Marchesi (PR) 446 550 Rionero in Vulturne (PZ) 448,4 500 Gaverina Terme (BG) 450 390 Acquasparta (TR) 466 539 Sernano (MC) 470 500 Greve in Chianti (FI) 471 164 Medesano (PR) 472 550 Chianciano (SI) 479,8 300 Casamassima (BA) 480 560 Montefiorino (MO) 482,5 680 Bognanco (VB) 485 539 Sarnano (MC) 488,5 200 Medesano (PR) 500 500 Lastra a Signa (FI) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 96 Acqua Minerale S. Leopoldo Fonte di Palme Cutolo-Rionero (Efferv. Nat.) Fonte Itala (Efferv. Nat.) Augusta Tolentino Sorgente S. Lucia La Francesca (Efferv. Nat.) Acqua di Nepi (Efferv. Nat.) Fonte Vivia (Efferv. Nat.) Sacramora Fontesana Galvanina Sangiuliano Tesorino S.Andrea Montinverno Santafiora Ambra Madonna della Mercede Perla Egeria Aemilia Boario Paravita S. Donato S. Pietro Parmense del Piceno Vis Sorgente del Ciliegio Bracca Appia Rosablu Light (Efferv. Nat.) Rosablu (Addizionata con CO2) S. Maria alle Capannelle Fonte Angelico Claudia (Efferv. Nat.) Kaiserwasser Acqua Sacra (Efferv. Nat.) Generosa Lete (Efferv. Nat.) Sangemini Uliveto (Efferv. Nat.) Fonte Gaudianello Santagata (Efferv. Nat.) San Pellegrino Perla Acqua della Madonna RF a 180°C (mg/l) 505,8 517,5 540 547,5 551 551 563 569 578 581 583 589 598 598 602 603 610 612,4 616 616 617,9 630,4 636 639 650 656,1 665 670 681 681,3 682 682 682 700 763 827 841,8 865 873,5 955 986 1.009 1.026 1.074 1.120 1.132 Sorgente (m.s.m.) 125 80 550 530 190 426 550 227 220 15 150 150 15 98 200 600 330 185 180 330 20 180 217 60 200 146 120 590 400 110 20 20 20 60 143 1340 35 100 300 370 12 530 98 370 9.4 1 Stabilimento Casciana Terme (PI) Torre di Palme (AP) Rionero in Vulture (PZ) Atella (PZ) Castelletto d’Orba (AL) Tolentino (MC) Rionero in Vulture (PZ) Nepi (VT) Nepi (VT) Riserba di Rimini (RN) RN RN Riserba di Rimini (RN) Montopoli Val d’Arno (PI) Medesano (PR) Varano Marchesi (PR) Monte San Savino (AR) Ramiola di Medesano (PR) Monte San Savino (AR) (RM) Ramiola di Medesano (PR) Darfo Boario Terme (BS) Parabita (LE) Pianura-Napoli (NA) S.M.Mole-Marino (FR) Torre di Palme (AP) Carpineti (R.E.) Zogno (BG) (RM) Via Appia Nuova (RM) Via Appia Nuova (RM) Via Appia Nuova (RM) Monteroni in Lecce (LE) Anguillara S. (RM) S.Candido (BZ) Monte Sacro (RM) La Scala (PI) Pratella (CE) San Gemini (TR) Vico Pisano Terme (PI) Melfi (PZ) Rocchetta e Croce (CE) S.Pellegrino Terme (BG) Pozzillo Acireale (CT) Castellammare di Stabia (NA) (Continua) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 97 Acqua Minerale Acquarossa (Efferv. Nat.) San Ciro (Efferv. Nat.) Cinciano Sanfaustino Ferrarelle (Efferv. Nat.) S. Lucia Sveva (Efferv. Nat.) Traficante S. Silvestro Lavaredo Sandalia Fonte Regina Acqua Ricca di Sali Minerali Vesuvio Telese San Marco San Lorenzo Fonte Margherita Fonti di Crodo Valle d’Oro Toka Courmayeur San Paolo Acqua Fucoli San Martino Acqua Santa Tettuccio Regina RF a 180°C (mg/l) 1.200 1.215 1.246,6 1.265 1.283 1.286 1.328 1.328 1.391 1.440 1.476 1.634 Sorgente (m.s.m.) 300 150 175 350 111 350 491 RF a 180°C (mg/l) 1.773 1.790 1.847,5 1.940 2.050 2.105 2.250 2.264 2.297 2.680 2.914,4 3.398 6.862 15.827 Sorgente (m.s.m.) 139 50 141 680 240 500 400 1.100 20 550 270 500 40.24 46,38 500 1343 71 450 Stabilimento Milo (CT) Ercolano (NA) Poggibonsi (SI) Terme Sanfaustino (PG) Riardo (CE) Bonorva (SS) Rionero in Vulture (PZ) Rionero in Vulture (PZ) Angolo Terme (BS) S.Candido (BZ) Villasor (CA) Valli del Pasubio (VI) Stabilimento Percolano (NA) Telese terme (BN) Minturno (LT) Aprilia (LT) Torrebelvicino (VI) Crodo (VB) Rionero in Vulture (PZ) Morgex (AO) V.Casali S.Sisto (RM) Cianciano Terme (SI) Codrongianos (SS) Cianciano Terme (SI) Montecatini terme (PT) Montecatini Terme (PT) L’Impiego delle Acque Minerali nella Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici 98