Silvano Puccini COMPENDIO DELLE LEZIONI DI ASTRONOMIA per UNITRE 2008 - 2009 2008 LA STORIA DELL’ASTRONOMIA ED I FENOMENI CELESTI LA TEORIA GEOCENTRICA DI TOLOMEO La teoria di tipo geocentrico più completa fu quella di Tolomeo, astronomo della Scuola alessandrina che visse intorno al 151 d.C. Egli fu il più rappresentativo assertore della teoria geocentrica, che dal suo nome venne chiamata teoria tolemaica e che fu sviluppata in un’opera il cui titolo è “Almagesto” che significa “il più grande”. Il modello di Tolomeo è qualificato come geocentrico in quanto pone la Terra all’interno delle orbite descritte dai pianeti, dal Sole e dalla Luna. La Terra dunque risultava essere al centro dell’universo. Secondo Tolomeo inoltre il moto dei pianeti si svolge su una circonferenza, detta EPICICLO, il cui centro ruota a sua volta intorno alla Terra su una seconda circonferenza di raggio più grande, detta DEFERENTE. Negli intervalli di tempo in cui il pianeta si muove sull’epiciclo nello stesso verso del centro dell’epiciclo sul deferente, sembra che il pianeta si muova più velocemente. Quando invece il pianeta sull’epiciclo si muove in verso opposto al moto del centro dell’epiciclo sul deferente sembra che il pianeta si muova più lentamente e torni indietro. Il numero delle inversioni del moto dipende dal rapporto delle velocità angolari del pianeta intorno al centro dell’epiciclo e del centro dell’epiciclo intorno alla Terra. Tolomeo però per adattare il modello alle traiettorie dei pianeti osservate sperimentalmente fu costretto ad apportare alcune correzioni ponendo la Terra in posizione eccentrica rispetto al centro del deferente. Il modello tolemaico quindi grazie “all’invenzione” degli epicicli e dei deferenti, riesce a spiegare bene anche perché in alcuni momenti il moto dei pianeti, pur avvenendo sempre in senso antiorario (diretto), può apparire ad un osservatore terrestre come se si realizzasse in senso orario (retrogrado) dando l’impressione di un loro retrocedere. I pianeti descrivono una traiettoria circolare detta epiciclo, il cui centro ruota intorno alla Terra descrivendo una seconda circonferenza detta deferente. Da ciò deriva la possibilità che il moto del pianeta visto dalla Terra appaia retrogrado, pur realizzandosi sempre in senso antiorario. Claudio Tolomeo (100 – 175 d.c. circa) La teoria copernicana è la descrizione matematica del moto dei corpi celesti che Niccolò Copernico introdusse nella prima metà del XVI secolo. Si tratta di un sistema eliocentrico: «E in mezzo a tutto sta il Sole». La Terra risulta soggetta a diversi movimenti tra i quali, analogamente agli altri pianeti, quello di rivoluzione attorno al Sole e di rotazione sul proprio asse. Il suo unico libro a stampa sull'argomento, De revolutionibus orbium coelestium (Delle rivoluzioni dei corpi celesti), fu pubblicato nel 1543, pochi giorni prima della morte dell'autore. La sua divulgazione segnò l'inizio d'un processo di radicali mutamenti della conoscenza, oggi noto come "rivoluzione scientifica". La teoria copernicana contraddiceva il modello geocentrico adottato per tutto il medioevo e ampiamente accettato fino alla fine del XVI secolo, che combinava il sistema cosmologico d'Aristotele con quello astronomico di Tolomeo. Il sistema copernicano riprendeva invece l'ipotesi eliocentrica proposta nel III secolo a.C. da Aristarco di Samo. L'idea di Copernico venne, col tempo, recepita come teoria dell'effettiva costituzione del sistema solare, rovesciando sia la visione fisico/astronomica (geocentrica), sia la concezione filosofico/teologica (antropocentrica) della tradizione medievale. Per questa ragione, a seguito di un accostamento proposto per primo dal filosofo Immanuel Kant, il termine "rivoluzione copernicana" è stato successivamente usato, in senso lato, anche per designare analoghi processi di capovolgimento dei paradigmi fondamentali che si sono verificati, in momenti storici diversi, in altre discipline scientifiche o filosofiche. Eratostene e la misura della circonferenza terrestre Ragionando sul movimento dell'ombra di uno gnomone si é arrivati molto presto a scoprire delle caratteristiche fondamentali non solo del tempo, ma anche dello spazio. L'ombra svolge in questi casi la funzione di un amplificatore delle possibilità di indagine dell'uomo. La prima di queste possibilità fu applicata da Eratostene di Cirene (276-194 a.C.) matematico, astronomo e poeta, viveva ad Alessandria d' Egitto dove dirigeva la famosa biblioteca. Eratostene sapeva che a mezzogiorno del solstizio d'estate il sole è perfettamente alla zenit della città di Siene (l'odierna Assuan). Egli ricava questa convinzione dal fatto che in quel momento i raggi del sole cadono perpendicolarmente sul pozzo di quella città illuminandolo senza gettare ombre. Eratostene misurò invece l'ombra proiettata da uno gnomone , forse un obelisco, che alla stessa ora dello stesso giorno proiettava ad Alessandria situata a circa 840 km a Nord di Siene. Verificò quindi che i raggi del sole discostavano dalla verticalità per un cinquantesimo dell'angolo giro, pari a 7,2°. Eratostene partiva dal presupposto che la distanza del sole fosse tanto grande da far si che i suoi raggi arrivassero praticamente paralleli. Presupponeva inoltre che la terra fosse sferica condividendo appieno le teorie di Parmenide di Elea (inizio V sec.a.C.) che fu il primo ad affermarlo per iscritto. Per questo motivo la differenza di inclinazione doveva dipendere dalla curvatura della superficie terrestre e quindi il dato ottenuto corrispondeva alla distanza angolare delle due città. Poiché 7,2° corrispondono a 1/50 dell'angolo di 360°, ciò significa anche che la distanza effettiva tra le due città, ritenuta di 5000 stadi, è un cinquantesimo della circonferenza terrestre. Dunque tale circonferenza misura: 50.5.000 stadi = 250.000 stadi La lunghezza media di uno stadio romano ai tempi di Eratostene corrispondeva a 185,25 metri attuali per cui ne risulterebbe una circonferenza pari a 46.312 km. Secondo altri autori lo stadio doveva essere paria 157,5 metri e quindi la circonferenza doveva corrispondere a 39.690 km attuali. Quale sia la valutazione storica più esatta non è oggetto di questa relazione, ma considerando che l'unità di misura di lunghezza era il piede, (“pes” 29,64 cm), che l'altezza del sole si misurava con le ombre e che non era possibile controllare la differenza di longitudine tra Alessandria e Siene (quest'ultima leggermente più a Est di Alessandria di circa 3°) si può senz'altro concludere che la misura della Terra ottenuta da Eratostene si avvicinò in modo sconcertante al valore corretto di 46.0076 km. Clicca per avviare la riproduzione del video L'eclissi, o eclisse, è un evento ottico-astronomico che avviene quando un qualsiasi corpo celeste, come un pianeta o un satellite, si interpone tra una sorgente di luce (ad esempio una stella, come il Sole) ed uno dei due corpi celesti sopracitati, e pertanto il secondo corpo entra nel cono d'ombra (o di penombra) del primo. In astronomia viene genericamente usato anche il termine "occultazione". Per un approfondimento clicca qui IL DISCO DI NEBRA (1600 a.c.) Quella incisa sul disco di Nebra è la più antica rappresentazione della volta celeste che si conosca. Secondo i ricercatori questa lastra di bronzo (chiamata Disco di Nebra dal nome della cittadina tedesca vicino alla quale è stata ritrovata) fu realizzata attorno al 1600 a. C. Le raffigurazioni sul disco non sono fatte a caso e nemmeno a mano libera, ma basate su rigorosi calcoli matematici che fanno intravedere una competenza astronomica di altissimo livello. Il disco di Nebra è uno dei più interessanti ritrovamenti archeologici degli ultimi anni. La sua importanza è stata sottolineata dal suo inserimento nella lista Memory of the World dell’Unesco, sottolineando che si tratta della più antica rappresentazione astronomica conosciuta. Risalente al 1600 a.C., il manufatto di Nebra è un disco di bronzo di circa 32 cm di diametro, con sopra impresso un diagramma in oro dei cieli. Il disco è stato realizzato verso la fine dell’Età del Bronzo da un popolo vissuto in Europa prima dell’arrivo dei Celti. Di fatto, è il più antico almanacco astronomico della storia umana. Il reperto fu trovato vicino la cittadina di Nebra in Sassonia (Germania orientale) nel 1999 da due cacciatori di tesori, Henry Westphal e Mario Renner, in di una cavità in pietra all’interno di un antico bastione sulla cima del Mittelberg. Per un approfondimento clicca qui 2009 VIAGGIO NEL SISTEMA SOLARE PLUTONE URANO GIOVE NETTUNO TERRA SATURNO MERCURIO MARTE VENERE SOLE "Una stella e una manciata di sassi”: questa definizione del Sistema solare, dovuta a un noto astronomo, può apparire un po’ irriverente ma a ben guardare descrive efficacemente il ruolo del nostro sistema nell’immensità multiforme dell’Universo. Il Sistema solare, di cui fa parte il nostro pianeta, è infatti un insieme di corpi celesti diversi tra loro per natura e dimensioni, ma accomunati per l’origine e costretti a muoversi in uno spazio ben definito da reciproche forze di attrazione. La porzione di spazio entro cui tali corpi si muovono ha le dimensioni di una sfera con il diametro di circa 20.000 miliardi di km: uno spazio che può apparire sconfinato all’esperienza comune, ma che è poco più di un punto, un minuscolo angolo verso la periferia della Galassia che, a sua volta è solo una tra i miliardi di galassie che si muovono nell’Universo, separate da vastissime distese di spazio deserto, anche se non totalmente vuoto. Il Sistema solare comprende: una stella di modeste dimensioni, il Sole; i suoi nove pianeti; almeno 54 satelliti principali e numerosi anelli di materiali in frammenti, che, variamente distribuiti tra i pianeti, ruotano intorno a questi ultimi; migliaia di asteroidi (o “pianetini”), piccole masse concentrate in un’ampia fascia che circonda il Sole a distanze tra 2 e 3 U.A.; una quantità di frammenti di varia origine e natura, troppo piccoli per essere chiamati pianetini, anche se il limite tra le due categorie non è affatto netto: tali frammenti, se attratti dalla Terra tanto da attraversarne l’atmosfera, si arroventano per attrito e possono o bruciare completamente, come le meteore (le ben note “stelle cadenti”), ovvero consumarsi solo in parte, nel qual caso il loro nucleo colpisce il suolo come meteorite ; e, infine, numerose piccole masse ghiacciate che si muovono all’estrema periferia del Sistema solare e che solo occasionalmente o periodicamente si avvicinano al centro, manifestandosi sotto forma di comete. Lo spazio tra i vari corpi celesti non è completamente vuoto: vi si trova, estremamente rarefatta, la cosiddetta “materia interplanetaria”, formata da micrometeoriti, con diametro pari a frazioni di millimetri, gas e frammenti subatomici (protoni ed elettroni liberi). Di fronte alla varietà e al numero dei componenti del Sistema solare bisogna però sottolineare che quasi tutta la massa di materia complessivamente presente è concentrata nel Sole, che ne comprende il 99,85% e che è perciò, a buon diritto, il centro dell’intero sistema. PIANETI SOLE PIANETI NANI SATURNO NETTUNO PLUTONE MARTE cometa_lovejoy_17_01_15 cometa_lovejoy_zoom Clicca per avviare la riproduzione del video LE LEONIDI Le Leonidi sono uno dei più importanti sciami meteorici: è causato dalla Cometa TempelTuttle. Lo sciame è visibile ogni anno intorno al 17 novembre ed è formato da particelle emesse dalla cometa durante il suo passaggio accanto al Sole. Devono il loro nome alla posizione del radiante, il punto cioè da cui sembrano provenire, localizzato nella costellazione del Leone: le meteore infatti sembrano irradiarsi proprio da quel punto del cielo. Per un approfondimento clicca qui Clicca per avviare la riproduzione del video LA FORMAZIONE DELLA TERRA LA COMPOSIZIONE DELLA TERRA Clicca per avviare la riproduzione del video PLANETS SONG VIDEO una filastrocca per insegnare il sistema solare ai più piccoli (ma utile anche nella terza età) Ideazione di Silvano Puccini - Elaborazione grafica di Giorgio Belletti per UNITRE Casale Monferrato - 2016