Statua di Dioniso La bella statua, ritrovata durante gli scavi Ciotti a Carsulae, raffigura Dioniso in aspetto giovanile. Il dio, rappresentato in dimensioni superiori al naturale, è vestito solamente di un mantello che gli copre il petto e le spalle e avvolge il braccio sinistro; appare in posizione rilassata, con il peso appoggiato alla gamba destra, mentre la sinistra è flessa e portata di lato e il piede poggia sul tronco nodoso di un albero alla sua sinistra, su cui si adagia il braccio, mentre l'altro, perduto, scendeva lungo il fianco. La testa, girata verso sinistra, è in gran parte perduta, ma rimangono le tracce di una ricca acconciatura nella quale i capelli a lunghe ciocche erano cinti da una corona di pampini e grappoli d'uva. Alla sinistra del dio è accovacciata una piccola pantera, l'animale a lui sacro che riportò dall'India; attorno al fusto dell'albero si avvolge una pianta di vite, anch'essa sacra a Dioniso, carica di grappoli avvolti dalle foglie. L'immagine divina si rifà a un modello antico, riconducibile alla produzione tardoclassica e all'ambito dello scultore Prassitele, da cui derivano alcune statue confrontabili con quella di Carsulae, come una al Museo del Prado e quella del Louvre proveniente dalla collezione Richelieu; le notevoli differenze fra tali opere non permettono di ipotizzare un sicuro prototipo comune, ma evidenziano la libertà dei diversi scultori nel trattare il soggetto, tanto che alcuni studiosi ritengono che questa raffigurazione della divinità sia una vera e propria creazione di età romana di carattere classicistico. La statua si apprezza per la raffinata trattazione del giovane corpo del dio, di cui si sottolineano la morbidezza delle superfici e l'abbandono della parte sinistra della figura. Con il nudo luminoso contrastano la stoffa del mantello, resa con pieghe corpose, e la vite dai ricchi grappoli; i giochi di chiaroscuro, che accentuano i volumi, sono ottenuti con un abile e insistito lavoro del trapano. Proprio tale caratteristica orienta verso una datazione dell'opera nella seconda metà del II secolo d.C. Fabrizio Slavazzi L'intervento di restauro, condotto dal dott. Adamo Scaleggi sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, è stato finanziato dal Comune di Terni e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni; la stessa Fondazione ha reso possibile la collocazione della statua e l'allestimento nell'ambito del Centro Visita e Documentazione “Umberto Ciotti” di Carsulae; la struttura metallica di sostegno è stata realizzata da Bernardini Lavorazione Ferro di Bernardini F. e M. di Cortona. Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni Comune di Terni CARSULAE Centro Visita e Documentazione “Umberto Ciotti” STATUA DI DIONISO Carsulae (Terni) Sabato 16 aprile 2011 STAMPA STELLA TERNI