INTRODUZIONE ALL’ACUSTICA a cura di Gianfranco Metelli L’acustica è la scienza che studia la natura delle onde sonore, la loro produzione e propagazione, e i fenomeni che le caratterizzano. Le prime ricerche di acustica furono compiute dalla scuola di Pitagora (VI sec. A.C.), che indicò le relazioni tra le frequenze dei diversi suoni e le lunghezze di una corda tesa (monocordo) che li generava se pizzicata. Molti personaggi del passato hanno comunque evidenziato le proprie emozioni sul suono, la musica e il canto: Platone: “…una reminiscenza di celestiale beatitudine”; Aristosseno: “… è una sintesi di fatti spirituali operata dall’artista e che l’uditore risviluppa”; Socrate: “Il canto è il suono dell’anima”; S. Agostino: “Cantare è proprio di chi ama”; S. Ambrogio: “…ora esso commuove, ammansa l’adirato, consola l’afflitto…”. Lo studio moderno dell’acustica fu avviato da Galileo Galilei (1564-1642) e soprattutto dall’olandese C. Huygens (1629-1695), il primo ad applicare il formalismo matematico ai fenomeni caratteristici delle onde acustiche. La conoscenza dell’acustica è fondamentale per la progettazione di ambienti in cui la propagazione delle onde sonore è determinante (teatri, sale congressi o da concerto, cinema,…) nonché per la produzione, registrazione e riproduzione del suono. Ecco perché, parlando di musica, si può affermare che la musica è Arte e Scienza: Arte perché esprime i vari sentimenti dell’animo, Scienza perché tratta le regole che disciplinano la disposizione e combinazione dei suoni. E’ chiamata anche linguaggio universale perché espressione di tutti i popoli. Curiosità: origine delle note musicali. I nomi delle sette note sono stati dati da Guido D’Arezzo, che si servì delle prime sillabe dei versi dell’inno di S. Giovanni: DO : Ut queant laxis RE : Resonare fibris MI : Mira gestorum FA : Famuli quorum SOL : Solve polputi LA : Labii reatum SI : Sancte Joannes Il SA fu cambiato in SI verso la metà del 1500: l’UT fu cambiato in DO dal Doni di Firenze nella prima metà del 1600. IL SUONO E’ consuetudine identificare i suoni come quelle onde materiali di origine elastica cui è sensibile la membrana (il timpano) dell’orecchio umano. L’intervallo di frequenza corrispondente a tali onde si colloca tra 20 Hz e 20.000 Hz. Questa definizione prende come riferimento l’udito dell’uomo, ma alcuni animali sono dotati di apparati uditori sensibili a frequenza più alte (ultrasuoni) o più basse (infrasuoni). La trasformazione dell’effetto fisico, consistente in stati di compressione e rarefazione dell’aria, in percezione uditiva inizia nell’orecchio e termina nel cervello. Come è noto l’orecchio ha una struttura particolarmente adatta a raccogliere l’onda sonora. Dalla parte più esterna dell’orecchio, il padiglione auricolare, l’onda viene convogliata, attraverso il canale uditivo, sulla membrana, costituita da un tessuto elastico che separa l’orecchio esterno da quello interno. Le vibrazioni della membrana si trasmettono a tre ossicini (detti martello, incudine e staffa) in contatto meccanico fra loro e da questi alla finestra ovale. Da qui, infine, il segnale fisico giunge alle cellule dell’organo del Corti collocato nella chiocciola. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. padiglione canale uditivo membrana ossicini finestra ovale tromba di Eustacchio canale semicircolare chiocciola nervo uditivo Schema dell’organo del Corti. I numeri indicano le frequenze alle quali sono sensibili le diverse zone. L’organo del Corti ha un carattere selettivo nel senso che le sue diverse zone sono variamente sensibili alle differenti frequenze sonore.