Toscana Sezione Toscana e Umbria Valutazione del Rischio Elettrico da contatti diretti, indiretti e da Arc Flash Dott. Ing. Pietro Antonio SCARPINO Docente CESPRO Università degli Studi di Firenze Consigliere AEIT sezione Toscana e Umbria Consigliere UNAE Toscana D.Lgs 81/2008 (Integrato con il D.Lgs n. 106/2009) TITOLO III – CAPO III “IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE” 2 D.Lgs 81/2008 TITOLO III – CAPO III Art. 80 “Obblighi del Datore di Lavoro” 1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da: a) contatti elettrici diretti; b)contatti elettrici indiretti; c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi elettrici e radiazioni; d)innesco di esplosioni; (art. 85 D.Lgs 81/2008) e) fulminazione diretta e indiretta; (art. 84 D.Lgs 81/2008) f) sovratensioni; (art. 84 D.Lgs 81/2008) g)altre condizioni di guasto regionevolmente prevedibili 3 D.Lgs 81/2008 TITOLO III – CAPO III Art. 80 “Obblighi del Datore di Lavoro” 2. A tal fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi di cui al precedente comma 1, tenendo in considerazione: a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze; b)i rischi presenti nell’ambiente di lavoro; c) tutte le condizioni di esercizio prevedibili. Nota (sanzioni mancato adempimento art. 80) Art. 87 comma 1: il datore di lavoro è punito con arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 2.500 a € 6.400; Art. 87 comma 2 e): il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 2.500 a € 6.400; 4 D.Lgs 81/2008 TITOLO III – CAPO III Art. 80 “Obblighi del Datore di Lavoro” 3. A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i dispositivi di pretezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1. Nota (sanzioni mancato adempimento art. 80) Art. 87 comma 3 d): il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con la pena dell’arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da € 1.000 a € 4.800; 5 D.Lgs 81/2008 TITOLO III – CAPO III Art. 80 “Obblighi del Datore di Lavoro” 4. Il datore di lavoro prende, altresì, le misure necessarie affinchè le procedure di uso e manutenzione di cui al comma 3 siano predisposte e attuate tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d’uso e manutenzione delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti norme tecniche. Nota (sanzioni mancato adempimento art. 80) Art. 87 comma 3 d): il datore di lavoro e il dirigente sono puniti con la pena dell’arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da € 1.000 a € 4.800 6 D.Lgs 81/2008 TITOLO III – CAPO III Art. 81 “Requisiti di sicurezza” 1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte. 2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme tecniche. Articoli simili agli articoli 1 e 2 della Legge n. 186/68 7 Valutazione del Rischio Elettrico Rischio Elettrico da contatto diretto e indiretto Rischio elettrico da elettrocuzione CONTATTO ELETTRICO DIRETTO CONTATTO ELETTRICO INDIRETTO 9 Rischio Elettrico da contatto diretto e indiretto Modelli elettrici Circuito equivalente del corpo umano alla frequenza industriale (max 100 Hz) R1 R2 R3 R4 10 Rischio Elettrico da contatto diretto e indiretto Resistenza elettrica del corpo umano Tensione (V) di contatto Tipo di contatto: Mano-Mano Resistenza elettrica media offerta dal corpo umano, superata dal 50% della popolazione. 25 3250 Ω 50 2625 Ω 230 1350 Ω 11 Definizioni Limiti di Corrente elettrica nel corpo umano Soglia di percezione della corrente elettrica: minimo valore di corrente avvertito dal 50% delle persone costituenti il campione di prova. Corrente Continua Ö 2 mA Corrente Alternata (50Hz) Ö 0,5 mA Massima Soglia della Corrente di rilascio (IB ) IB = 10 mA 12 Definizioni Macroshock 13 Caratteristica Tempo-Corrente contatto mano sinistra piedi , frequenza (15 – 100) Hz Zona 1: normalmente nessun effetto. Zona 2: normalmente nessun effetto fisiologico pericoloso. Zona 3: normalmente effetti fisiologici rimarchevoli (arresto cardiaco, arresto respiratorio, crampi muscolari ecc.). In genere questi effetti risultano reversibili. Zona 4: Oltre agli effetti della zona 3, probabilità di fibrillazione ventricolare. Il relè differenziale (rilevazione del guasto verso terra) come protezione da contatti diretti e indiretti Come funziona la protezione differenziale. Come funziona la protezione differenziale. PROTEZIONE ADDIZIONALE CON INTERRUTTORE DIFFERENZIALE Rt≤Vc/Idn Vc=50V Impianti Ordinari Vc=25V Impianti In luoghi particolari PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Impianto elettrico ESEGUITO A REGOLA D’ARTE con interruttore differenziale coordinato con l’impianto di terra Se c’è un guasto, sulla massa si presenta una tensione pericolosa, ma il differenziale interviene immediatamente in quanto la corrente di guasto si disperde attraverso l’impianto di terra 18 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI Caso di utilizzo improprio di spine schuko di apparecchiature elettriche (utensili, macchinari, ecc.) inserite in prese ad uso civile serie italiana senza usare l’opportuno adattatore Se c’è un guasto, sulla massa rimane presente una tensione pericolosa; il differenziale interviene solo quando la corrente di guasto si disperde a terra attraverso il corpo umano 19 Uso improprio di riduttori e spine PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 21 Rischio Elettrico: Edificio Scolastico – Firenze 2009 Rischio Elettrico: Edificio scolastico – Firenze 2009 Rischio Elettrico: Edificio scolastico – Firenze 2009 Rischio Elettrico: Edificio scolastico – Firenze 2009 Rischio Elettrico: Centro Sportivo – Roma 2007 Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Impianto Fotovoltaico (Luglio 2011) Definizioni Sicurezza e Pericolo La sicurezza (S) di un componente, di un’apparecchiatura o di un impianto, rappresenta la probabilità che non si verifichi un evento sfavorevole entro un determinato tempo. 0≤S≤1 S=0 Ö Massimo evento sfavorevole; S=1 Ö Assenza di evento sfavorevole; Il fattore (1-S) può essere considerato come insicurezza o pericolo, ossia la probabilità che l’evento sfavorevole si verifichi in un determinato tempo: P=(1-S) 33 Definizioni Danno probabile Per valutare la pericolosità dovuta ad un evento sfavorevole, il concetto di sicurezza da solo non basta; occorre introdurre la probabilità di danno (K), ossia la probabilità che l’evento sfavorevole possa causare il danno e l’entità del danno (d). Definiamo danno probabile (D) il prodotto: D = K·d K·d=0 Ö l’evento sfavorevole non può in alcun modo causare un danno (Esempio: una parte in tensione non accessibile non può dar luogo a contatto diretto); K·d=1 Ö l’evento sfavorevole causa sicuramente un danno 34 Definizioni Rischio Definiamo Rischio probabile (R) il prodotto: R = (1-S)·K·d R=0 Ö Assenza di rischio (condizione solo teorica); R=1 Ö Massimo rischio Osservazione Essendo (1-S) e K adimensionali, il rischio probabile R ha la stessa unità di misura dell’entità di danno “d”. 35 Approccio alla valutazione dei rischi Matrice dell’indice di Rischio R*: R*=P*•D* (P*) Altamente probabile 4 8 12 16 probabile 3 6 9 12 Poco probabile 2 4 6 8 improbabile 1 2 3 4 Lieve Medio Grave gravissimo Scala dell’indice del Danno (D*) 36 Approccio alla valutazione del rischio Indici di Probabilità P* Valutazione del Rischio Altamente probabile Tollerabile Tollerabile Inaccettabile Inaccettabile probabile Accettabile Tollerabile Inaccettabile Inaccettabile Poco probabile Accettabile Tollerabile Tollerabile Tollerabile improbabile Accettabile Accettabile Accettabile Tollerabile Lieve Medio Grave gravissimo Scala dell’indice del Danno (D*) 37 Approccio alla valutazione dei rischi Matrice dell’indice di Rischio R*: R*=P*•D* Criteri per definire priorità e programmazione degli interventi di protezione e di prevenzione da adottare 8≤R*≤16 4≤R*≤8 2≤R*≤3 R* = 1 Alto rischio Azioni correttive indilazionabili Medio rischio Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza Basso rischio Azioni correttive/migliorative da programmare nel breve-medio termine Rischio non significativo Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione 38 Locali contenenti Bagni o docce Norma CEI 64-8 sez. 701 39 Locali contenenti Bagni o docce ; piscine e fontane: Norma CEI 64-8 sez. 701 e 702 Le situazioni di pericolo sono dovute ai contatti tra persone e parti in tensione, per i quali, a causa della presenza dell’acqua e della maggiore difficoltà che una persona incontra a sottrarsi dal contatto, la probabilità “K” che il guasto causi un danno è elevata. Inoltre risulta elevata anche l’entità del danno “d” e quindi risulta elevato il danno probabile D=Kd. Ragionando in termini di “indici”, possiamo associare: P*= 2 (Poco probabile che si verifichi un contatto!!!):D*= 4 (se il contatto dovesse verificarsi il danno sarebbe gravissimo) (P*) Altamente probabile 4 8 12 16 probabile 3 6 9 12 Poco probabile 2 4 6 8 improbabile 1 2 3 4 Lieve Medio Grave Gravissimo R* > 8 Alto rischio (Inaccettabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 4≤R*≤8 Medio rischio (Tollerabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 1≤R*≤3 Basso rischio (Accettabile) AMBIENTE ORDINARIO Scala dell’indice del Danno (D*) 40 Locali contenenti Bagni o docce Norma CEI 64-8 sez. 701 P* Altamente probabile 4 8 12 16 probabile 3 6 9 12 Poco probabile 2 4 6 8 improbabil e 1 2 3 4 Lieve Medio Grave Gravissimo Scala dell’indice del Danno (D*) R* > 8 Alto rischio (Inaccettabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 4≤R*≤8 Medio rischio (Tollerabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 1≤R*≤3 Basso rischio (Accettabile) AMBIENTE ORDINARIO 120 cm 41 Luoghi conduttori ristretti: Norma CEI 64-8 sez. 706 Questi ambienti sono definiti come luoghi delimitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici, nei quali è probabile che un lavoratore possa venire a contatto con tali superfici attraverso una parte estesa del corpo. 42 Luoghi conduttori ristretti: Norma CEI 64-8 sez. 706 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI: 1. Non ammessa la protezione parziale con alimentazione a tensione di rete (distanziamenti e ostacoli); 2. Ammessa solo la protezione totale (isolamento delle parti attive; involucri o barriere con grado di protezione minimo IPXXB o IPXXD per le superfici orizzontali a portata di mano) PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI: Per l'alimentazione di utensili portatili e di apparecchi di misura trasportabili o mobili 1. Circuiti SELV; 2. separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento (un trasformatore di isolamento può avere più avvolgimenti secondari). Per l'alimentazione di lampade portatili: 1. Circuiti SELV; 43 Luoghi conduttori ristretti: Norma CEI 64-8 sez. 706 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI: Per l'alimentazione di componenti elettrici fissi: • Circuiti SELV; • separazione elettrica con un solo componente elettrico collegato a ciascun avvolgimento secondario dei trasformatori di isolamento (un trasformatore di isolamento può avere più avvolgimenti secondari). • Interruzione automatica dell’alimentazione; è richiesto un collegamento elettrico equipotenziale supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del luogo conduttore ristretto; • componenti elettrici di Classe II, o componenti elettrici aventi isolamento equivalente, protetti da un interruttore differenziale con corrente differenziale Idn non superiore a 30 mA, a condizione che essi abbiano un grado di protezione IP adeguato. 44 Luoghi conduttori ristretti: Norma CEI 64-8 sez. 706 Se c’è il contatto è limitata la possibilità di interrompere tale contatto. La probabilità “K” che il guasto causi un danno è elevata. Inoltre risulta elevata anche l’entità del danno “d” e quindi risulta elevato il danno probabile D=Kd. Ragionando in termini di “indici”, possiamo associare: P*= 4 (altamente probabile che si verifichi un contatto!!!):D*= 4 (se il contatto dovesse verificarsi il danno sarebbe gravissimo) (P*) Altamente probabile 4 8 12 16 probabile 3 6 9 12 Poco probabile 2 4 6 8 improbabil e 1 2 3 4 Lieve Medio Grave Gravissimo Scala dell’indice del Danno (D*) R* > 8 Alto rischio (Inaccettabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 4≤R*≤8 Medio rischio (Tollerabile) AMBIENTE CON APPLICAZIONI PARTICOLARI 1≤R*≤3 Basso rischio (Accettabile) AMBIENTE ORDINARIO Rischio Residuo !!! 45 Rischio Elettrico dovuto ad ARC FLASH 46 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco Il Flash Arco (Arc Flash) è un fenomeno accidentale e quindi inaspettato, che si sviluppa attraverso l’aria, principalmente a causa di un cortocircuito tra parti elettriche attive in un sistema elettrico industriale, producendo plasma ad altissima temperatura (fino a raggiungere anche i 13000 °C) e creando, oltre ad un flash ad altissima intensità luminosa, sviluppo di gas tossici, onde sonore ad altissima pressione ed espulsione di materiale incandescente. Il flash arco produce quindi energia radiante incidente altamente concentrata la quale può causare seri danni ad eventuali lavoratori che ne vengono investiti. 47 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco L’energia generata dall’arco elettrico può essere fino a tre quattro volte superiore a quella di una forte FIAMMATA improvvisa che si sviluppa in brevissimo tempo (qualche secondo). E’ proprio questa concentrazione di energia che si sviluppa in brevissimo tempo che può avere effetti fatali sui lavoratori che si trovano nelle vicinanze dove avviene il fenomeno. La fiammata è visibile a causa delle fiamme, e l’energia termica è per il 50% circa di tipo convettivo (le fiamme) e per il restante 50% radiante. Nel caso di un arco elettrico, l’energia radiante può raggiungere il 90% e si possono quindi avere ustioni anche se l’evento è accompagnato da poca o da nessuna fiamma. 48 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco Altre cause di flash arco, non meno importanti dal cortocircuito, possono essere dovute a: 1. polvere o impurità che si depositano sulle superfici delle parti attive, con conseguente riduzione della resistenza di isolamento tra queste e/o verso terra e conseguente flash arco dovuto alla circolazione di correnti di sovraccarico oppure dovuto a sovratensioni; 2. corrosione di alcuni parti di un’apparecchiatura, normalmente alimentata, oppure dei terminali dei conduttori. La corrosione indebolisce i contatti e da origine ad un processo di corrosione e/o ossidazione con conseguente scintillazione e guasti dovuti ad archi tra conduttori attivi e tra questi e la terra; 3. contatti accidentali tra parti attive, dovuti ad esempio alla caduta di attrezzi e/o utensili da lavoro su sbarre, terminali, barratura di quadri elettrici, ecc., normalmente in tensione; 4. sovratensioni; specialmente in spazi ristretti oppure all’interno di quadri elettrici. Una sovratensione può creare un flash arco tra parti attive molto vicine fra loro. 49 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco 50 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco Lavoro Elettrico (Norma CEI 11-27) Parte attiva DL = Zona di guardia LAVORO A CONTATTO DV = Zona prossima LAVORO IN PROSSIMITA’ 51 Rischio Elettrico Dovuto a Flash Arco Distanze DL e DV in funzione della tensione nominale Tensione nominale (kV) ≤1 3 6 10 15 20 132 150 Distanza DL = Dg zona di guardia (cm) 15 15 15 15 20 28 109 – 152 (1) 131 – 167 (1) Distanza DV zona prossima (cm) 65 115 115 115 120 128 309 - 352 331 - 367 (1) La distanza in aria DL che definisce il limite della zona di guardia varia al variare della massima tensione ad impulso 52 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco National Fire Protection Associations NFPA - 70E “Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces” IEEE – Istitute of Electrical and Electronics Engeneers IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” 53 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco National Fire Protection Associations NFPA - 70E “Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces” Valore dell’Energia radiante Categoria di Rischio Ec calcolata in [cal/cm2] Categoria DPI 0<Ec≤1,2 0 0 1,2<Ec≤8 1 1 8<Ec≤25 2 2 25<Ec≤40 3 3 Ec>40 4 4 54 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco National Fire Protection Associations NFPA - 70E “Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces” Calcolo della distanza limite di pericolo (Dc) ( An espresso in MVA) Dc = (2, 65 ⋅ Acc 3 F ⋅ t ) ⋅ 30, 48 [cm] Dc = (53 ⋅ An ⋅ t ) ⋅ 30, 48 [cm] Se la potenza apparente nominale del trasformatore e maggiore di 750KVA (630KVA) Dc = (53 ⋅1, 25 ⋅ An ⋅ t ) ⋅ 30, 48 [cm] 55 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco National Fire Protection Associations NFPA - 70E “Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces” in aria (in sistemi elettrici con V≤0,6KV): E A = 5271 ⋅ ( DA ) −1,9593 ⋅ t A ⋅ (0, 0016 ⋅ I cc 3 F 2 − 0, 0076 ⋅ I cc 3 F + 0,8938) [cal/cm2] All’interno di box (in sistemi elettrici con V≤0,6KV): EB = 1038, 7 ⋅ ( DB ) −1,4738 ⋅ t A ⋅ (0, 0093 ⋅ I cc 3 F 2 − 0,3453 ⋅ I cc 3 F + 5,9675) DA e DB rappresentano le distanze di lavoro dagli elettrodi attivi espressi in “inches (pollici: 1”= 2,54cm e 12”= 1 ft”), a seconda che siamo in aria aperta o all’interno di un armadio (box); [cal/cm2] 56 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco National Fire Protection Associations NFPA - 70E “Standard for Electrical Safety Requirements for Employee Workplaces” in aria (in sistemi elettrici con V>0,6KV): −2 E = 793 ⋅ ( D ) ⋅ t ⋅ V ⋅ I cc 3 F [cal/cm2] 57 Rischio Elettrico dovuto a Flash Arco IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” Per Sistemi Elettrici con V < 1 KV log10 I arc = K A + 0, 662 ⋅ log10 I cc 3 F + 0, 0966 ⋅ V + 0, 000526 ⋅ G + +0,5588 ⋅ V ⋅ log10 I cc 3 F − 0, 00304 ⋅ G ⋅ log10 I cc 3 F I arc ≅ 10 log10 ( I cc 3 F ) [KA] [KA] G è la distanza misurata in [mm] tra gli elettrodi o tra i conduttori dove si sviluppa l’arco KA = -0,153 in aria aperta KA = -0,097 al chiuso; I cc 3 F è la corrente di cortocircuito trifase in [KA] nel punto di valutazione; ♦V è la tensione concatenata nominale del sistema elettrico misurata in [KV]; 58 IEEE – Istitute of Electrical and Electronics Engeneers IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” log10 En = K1 + K 2 + 1, 0811 ⋅ G ⋅ log10 I arc + 0, 0011 ⋅ G En ≅ 10 log10 ( I arc ) [cal/cm2] Energia normalizzata a t=0,2s e alla distanza di lavoro pari a 610 mm. K1 = -0,792 in aria aperta e K1 = -0,555 al chiuso; K2 = 0 per sistemi elettrici con distribuzione di tipo TT e TN; K 2 = -0,113 per sistemi elettrici con distribuzione IT.; log10 I arc 59 IEEE – Istitute of Electrical and Electronics Engeneers IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” Per tensioni nominali non superiori a 15 KV ⎛ t ⎞ ⎛ 610 ⎞ E = C f ⋅ En ⋅ ⎜ ⋅⎜ ⎟ ⎟ ⎝ 0, 2 ⎠ ⎝ D ⎠ x ⎛ t ⎞ ⎛ 610 ⎞ E = 4,184 ⋅ C f ⋅ En ⋅ ⎜ ⋅⎜ ⎟ ⎟ 0, 2 D ⎠ ⎝ ⎠ ⎝ [cal/cm2] x [J/cm2] Per tensioni nominali superiori a 15 KV (Metodo di Lee) ⎛ t ⎞ E = 5,12 ⋅ x ⋅10 ⋅ V ⋅ I cc 3 F ⋅ ⎜ 2 ⎟ ⎝D ⎠ 5 Cf [cal/cm2] è un fattore di calcolo che vale 1 per sistemi con tensioni nominali inferiori a 1KV e 1,5 per sistemi con 1 KV<Vn≤15 KV; ♦x: è una fattore distanza, tabulato che dipende dalla tensione e dalla distanza tra gli elettrodi ♦ o tra i conduttori dove si sviluppa l’arco: 60 IEEE – Istitute of Electrical and Electronics Engeneers IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” System Voltage [KV] Equipment Type Typical gap between conductors [mm] Distance x Factor 0,208 - 1 Open Air Switchgear MCC ad panels Cable 10-40 32 25 13 2,00 1,473 1,641 2,00 > 1 - 5 Open Air Switchgear Cable 102 13-102 13 2,00 0,973 2,00 > 5 - 15 Open Air Switchgear Cable 13-153 153 13 2,00 0,973 2,00 61 IEEE – Istitute of Electrical and Electronics Engeneers IEEE 1584-2002 “Guide for Performing Arc-Flash Hazard Calculations” DB è la distanza di confine, cioè quella distanza dove l’energia radiante emessa dall’Arc Flash assume il valore di 1,2 cal/cmq Per tensioni nominali non superiori a 15 KV x ⎡ ⎛ t ⎞ ⎛ 610 ⎞ ⎤ DB = ⎢C f ⋅ En ⋅ ⎜ ⋅⎜ ⎟ ⎥ ⎟ ⎝ 0, 2 ⎠ ⎝ E ⎠ ⎥⎦ ⎢⎣ 1 x [mm] Per tensioni nominali superiori a 15 KV (Metodo di Lee) ⎛t ⎞ DB = 5,12 ⋅ x ⋅10 ⋅V ⋅ I cc 3 F ⋅ ⎜ ⎟ ⎝E⎠ 5 [mm] 62 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash Cabina d’utente MT/BT – N.1 Trasformatore 630KVA 15/0,4 KV Fonte Enel Distribuzione 63 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash 64 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash 65 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash 66 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash 67 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash Calcolo della distanza limite di pericolo (Dc) ( An espresso in MVA) Dc = (53 ⋅ An ⋅ t ) ⋅ 30, 48 Dc = (53 ⋅ 0, 63 ⋅ 0,3) ⋅ 30, 48 = 125cm −2 E = 793 ⋅ ( D ) ⋅ t ⋅ V ⋅ I cc 3 F Da usare in MT EB = 1038, 7 ⋅ ( DB ) −1,4738 ⋅ t A ⋅ (0, 0093 ⋅ I cc 3 F 2 − 0,3453 ⋅ I cc 3 F + 5,9675) Da usare in BT 68 Esempio di Valutazione del rischio da Arc Flash ARC FLASH E=7,42 cal/cmq D=18” (45,72cm) DPI = Cat. 1 E = 793 ⋅ ( D ) −2 ⋅ t ⋅ V ⋅ I cc 3 F ARC FLASH E=12,67 cal/cmq D=18” (45,72cm) DPI = Cat. 2 ARC FLASH E=46,26 cal/cmq D= 20 cm DPI = Cat. 4 69 DPI per la protezione da Flash Arco La normativa di riferimento sugli indumenti per la protezione da Flash Arco in campo internazionale è la seguente: • IEC 61482-2 “indumenti di protezione contro gli effetti termici dell’arco elettrico – requisiti dell’indumento” • IEC 61482-1-1 “metodo di prova – determinazione dell’ATPV Arc Thermal Performance Value (metodo americano)” • CEI EN 61482-1-2 “metodo di prova – determinazione delle classi di protezione dall’arco elettrico di materiale e indumento usando il metodo dell’arco forzato e diretto – box test (metodo europeo)” 70 Curva di A. Stoll e M. Chianta Il lavoro di Stoll e Chianta (1969) ci consente di quantificare la risposta della pelle e dei tessuti umani alle fonti di energia termica. Quando i tessuti passano dalla temperatura normale del sanque (36,5°C) ad una temperatura superiore a 44°C cominciano a verificarsi ustioni della pelle. Ustioni di 1° “provocano dolore, la cute diventa rossa ma non si ha la formazione di pustole 36,5°C – 45°C.” Ustioni di 2° “causano pustole alla cute e l’epidermide deve rigenerarsi” oltre i 50°C il danno alla cute è 100 volte più rapido; “provocano un degrado completo Ustioni di 3° dell’epidermide e la cute non può rigenerarsi” a 72°C la cute subisce una distruzione completa 71 Curva di A. Stoll e M. Chianta Sono stati sviluppati sensori calorimetrici per rappresentare il modo in cui la cute umana risponde all’aumento di temperatura e prevede l’insorgere di ustioni di 2° grado. La Curva di Stoll rappresenta l’aumento di temperatura sulla superficie del sensore, posizionato sul tessuto tessile in funzione del tempo. 72 DPI per la protezione da Flash Arco (Guida all’uso) IEC 61482-2 “indumenti di protezione contro gli effetti termici dell’arco elettrico – requisiti dell’indumento” IEC 61482-1-1 “metodo di prova – determinazione dell’ATPV arc thermal performance value Energia incidente [cal/cm2] Classificazione dell’abbigliamento Indumenti – Resistenti alla Fiamma Peso [g/m2] Livello di protezione da ustioni di 2° grado ATPV [cal/m2] 0-2 0 Non FR(1 strato) 150 - 240 N/A 2-5 1 Camicia e Pantaloni FR 150 - 270 5-7 5-8 2A Indumenti intimi non FR + camicia e pantalone FR 300 - 400 8- 18 5-16 2B Indumenti intimi non FR + camicia e pantalone FR+Tuta FR 340 - 480 16- 22 8-25 3 Indumenti intimi non FR + camicia e pantalone FR + tuta FR 540 - 680 25-50 25-40 4 Indumenti intimi non FR + camicia e pantalone FR + cappotto a doppio strato 800 - 1000 40 - >60 73 DPI per la protezione da Flash Arco (metodo europeo) CEI EN 61482-1-2 DPI di III categoria (rischi mortali) (D.Lgs 475/92) “metodo di prova – determinazione delle classi di protezione dall’arco elettrico di materiale e indumento usando il metodo dell’arco forzato e diretto – box test (metodo europeo)” Corrente prova [KA] di Tensione di prova in corrente alternata [V] Durata [ms] d’arco Classe 1 4 400 500 Classe 2 7 400 500 74 DPI per la protezione da Flash Arco Per quanto riguarda la norma CEI EN 61482 -2 i requisiti dell’indumento sono i seguenti: • • • • • Tutti i materiali devono essere resistenti all’arco elettrico; Le chiusure devono essere progettate in modo che dopo l’esposizione all’arco devono essere funzionanti; Non è permesso alcun materiale metallico esposto all’esterno; La parte frontale dell’indumento e le maniche devono avere le stesse prestazioni se esposti all’arco elettrico; Il filato per le cuciture non deve presentare fusione e combustione alla prova di resistenza al calore (5 minuti a 260 °C). 75 DPI per la protezione da Flash Arco 76 DPI per la protezione da Flash Arco 77 DPI per la protezione da Flash Arco 78 DPI per la protezione da Flash Arco 79 DPI per la protezione da Flash Arco 80 Lavori Elettrici in AT 81 Toscana Sezione Toscana e Umbria Grazie per l’attenzione Pietro Antonio Scarpino