Il RUOLO DELLA DIETA E DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI NELLE UTILIZZATRICI DI CONTRACCEZIONE ORMONALE Tassone Paola1, Rizzo Carmelo2, Angela Lauletta2. 1. Biologa Nutrizionista, Via Gallonio, Roma 2. Accademia Internazionale Nutrizione Clinica (AINUC), Via Tacito, Roma Abstract I Contraccettivi Orali (OC) sono in uso ormai da diversi decenni e rappresentano il più diffuso sistema anticoncezionale. Ad oggi si stima che circa 150-200 milioni di donne nel mondo utilizzano la “pillola”. A parte la loro ben nota efficacia ginecologica, gli ormoni hanno dimostrato influenzare un certo numero di processi metabolici e nutrizionali, presentando effetti sia vantaggiosi che svantaggiosi. L’assunzione prolungata di OC è noto produrre cambiamenti nel metabolismo dei carboidrati, lipidi, proteine, vitamine e minerali. Tali alterazioni sembrano essere mediate dagli estrogeni, progestinici (o gestageni) e dai loro derivati. Una corretta alimentazione è ormai accertato che diviene fondamentale per il benessere di qualsiasi persona. Questa particolare attenzione al tipo di alimentazione deve essere impiegata per tutti i pazienti che usano farmaci, e nello specifico anche nei confronti delle utilizzatrici di OC. In questo lavoro siamo andati a valutare gli alimenti che non venivano tollerati dalle donne che consumavano quotidianamente OC. Inoltre abbiamo studiato gli effetti prodotti dopo esclusione di questi cibi dalla dieta, eseguendo una completa astinenza dell’intera famiglia biologica attraverso una dieta a rotazione. I risultati, se pur preliminari, hanno evidenziato che le pazienti hanno tratto beneficio del regime dietetico privo degli alimenti a cui sono risultate intolleranti e di aver avuto una notevole diminuzione della sintomatologia riportata all’inizio nell’anamnesi. Infine il regime alimentare a rotazione programmato ha procurato un maggior stato di benessere, indicato anche dalla rapida perdita di peso. 1. CENNI STORICI Agli inizi del XX secolo, diversi scienziati europei, tra cui Beard, Prenant e Loeb, svilupparono il concetto che le secrezioni del corpo luteo aboliva l’ovulazione durante la gravidanza. Tramite queste evidenze, e l’estensione delle conoscenze di base della fisiologia della riproduzione, svilupparono l’idea che gli ormoni potessero essere utilizzati per la sterilizzazione. Solo dopo gli anni ’20 si riuscì ad isolare il progesterone dal corpo luteo. Successivamente altri ricercatori osservarono che l’assunzione dell’ormone puro bloccava l’ovulazione nei conigli (1). Da qui inizia lo straordinario interesse verso le prime sperimentazioni che portano lo sviluppo negli anni ‘50 di 19norprogestinici che riuscivano a prevenire l’ovulazione nella donna. Lo scenario si amplia ed inizia l’era degli studi clinici sui contraccettivi ormonali. Solo verso la fine del 1959 fu approvata dalla FDA (Food and Drug Administration) la prima “pillola”, (noretinodrel+mestranolo), presentata con lo scopo di aiutare i disturbi legati al ciclo mestruale e infertilità, e nel 1960 lo stesso farmaco fu approvato come contraccettivo negli Stati Uniti. Nel 1966 giungono sul mercato approssimativamente una dozzina di preparazioni di “prima generazione” che utilizzavano sia il mestranolo che l’etinilestradiolo in combinazione con uno dei diversi 19-norprogestinici. Questi nuovi farmaci oltre a segnare un punto importante nella storia dell’embriologia, ha rivoluzionato anche i metodi di controllo delle nascite, cambiando anche la percezione della sessualità. Solo negli anni ’70 emergono i primi dati sugli effetti indesiderati, stabilendo che gli effetti collaterali erano per lo più dose-dipendente. Da quel momento lo studio si concentra nello sviluppo dei cosiddetti contraccettivi a basso dosaggio di steroidi. Solo nel 1990 le preparazioni di OC definite di “terza generazione” iniziano a contenere progestinici con ridotta attività androginica (2). 2. GLI ORMONI La regolazione della contraccezione ormonale ha subito un notevole sviluppo negli ultimi decenni, grazie all’introduzione di molecole in grado di modulare in maniera sempre più precisa l’attività riproduttiva con la possibilità di utilizzare dosaggi ormonali progressivamente decrescenti (2). 1 Con il termine “ormone”, nel 1905, si indica, per la prima volta, un principio attivo (la secretina), rilasciato dalla mucosa del duodeno, per stimolare la secrezione pancreatica. Solo successivamente la scoperta di altri composti con proprietà analoghe portò a coniare una nuova definizione generale, delineando che “l’Ormone è un principio attivo endogeno, prodotto dalle ghiandole endocrine, e trasportato dal sistema circolatorio fino alle cellule di organi effettori, dotate dei recettori specifici, per regolarne l’attività”. Pertanto questa definizione, dopo diversi studi, venne ampliata andando a diversificare il tipo di ormone in base all’origine di produzione ed al tipo di trasporto (figura 1). Figura 1. Schematizzazione della classificazione degli ormoni Gli ormoni steroidei sono ormoni di natura lipidica e derivano da un precursore comune il colesterolo. I corticosteroidi si formano dalla rimozione della catena laterale dell'anello D del colesterolo attraverso l’aggiunta di atomi di ossigeno nella molecola per formare gruppi chetonici e ossidrilici. I corticosteroidi sono noti essere implicati in molti meccanismi fisiologici, che rientrano nella regolazione dei processi infiammatori, al sistema immunitario, al metabolismo dei carboidrati, delle proteine, fino alla regolazione dei livelli di elettroliti circolanti nel sangue. Gli ormoni steroidei si possono suddividere in due classi: Glucocorticoidi Mineralcorticoidi (esempio il cortisolo), che regolano il metabolismo dei carboidrati (esempio l’aldosterone), che regolano la concentrazione degli elettroliti nel sangue. Gli ormoni steroidei formano un gruppo di ormoni lipofili che agiscono su diversi livelli, controllando il metabolismo, la crescita e ovviamente la riproduzione. Essi viaggiano nel flusso circolatorio, trasportati da particolari proteine che prendono il nome di carrier SBP (Steroid Binding Protein). Queste proteine di legame consentono all'ormone di raggiungere le rispettive cellule bersaglio. Ma soprattutto essendo di natura lipidica, riescono ad entrare la cellula legarsi ai propri recettori sia a livello citoplasmatico che a livello nucleare. In particolare il legame tra ormone e SBP attiva, come per gli ormoni protidici, l'adenilato ciclasi. Infine alcuni di questi ormoni hanno anche il proprio recettore posto sulla membrana cellulare ed il loro legame determina l’attivazione di una specifica proteina G formata da tre subunità (alfa, beta e gamma). La subunità alfa dopo l'attacco si fosforila e si dissocia andando in circolo nel citoplasma dove, spostandosi liberamente, va ad attivare l'adenilatociclasi (meccanismo identico agli ormoni progestinici). Tra gli ormoni steroidei abbiamo: Androgeni Tra i più noti ricordiamo il testosterone, a 19 atomi di carbonio, prodotto in maggior parte dal testicolo e dalle ghiandole surrenali nell'uomo. Nella donna è prodotto in piccole quantità dalle cellule della teca e dalle ghiandole surrenali. Per esempio l'androsterone è prodotto dall'ovaio. Entrambi sono importanti per la determinazione dei caratteri sessuali e del comportamento che ne deriva. Estrogeni Ormoni a 18 atomi di carbonio. Tra i più importanti ricordiamo l'estradiolo, prodotto dalle ovaie, importante per l'accumulo di acidi grassi e per il processo di vitellogenesi (crescita dell’ovocita). Progestinici Ormoni a 21 atomi di carbonio. Tra i più importanti c'è il progesterone prodotto dalle ovaie e dalla placenta. Gli ormoni estrogenici e progestinici favoriscono la ritenzione idrica? Il corpo umano nasce come una macchina perfetta, molto complessa basti pensare che esso riesce a produrre da solo più di 100 diversi ormoni. Per questa ragione se alcuni di questi ormoni non sono più in 2 equilibrio fisiologico si verificano molte complicazioni che vanno dall’invecchiamento precoce all’aumento di peso. Se invece gli ormoni si mantengono in equilibrio stabile la persona il più delle volte è in grado di mantenere un peso sano facilmente. Molti ormoni hanno un ruolo nel mantenere il peso corretto di una persona come ad esempio: l’insulina, il glucagone, la leptina, gli ormoni tiroidei, l’ormone della crescita, gli ormoni sessuali (estrogeni, progesterone e testosterone), il cortisolo, e il DHEA (deidroepiandrosterone). Tuttavia è noto anche che tra le cause che giocano un ruolo importante nei disturbi del circolo periferico venoso linfatico rientrano gli ormoni estrogenici e progestinici (gli anticoncezionali). Questi ormoni infatti favoriscono la ritenzione di liquidi. Il problema della ritenzione idrica può essere aggravata dagli stili di vita sbagliati, da dieta sbilanciata, e peggiorata dall’assenza o scarsa attività fisica, ulteriormente acutizzata dall’uso di indumenti troppo stretti. La ritenzione idrica potrebbe essere un fenomeno temporaneo, legato per esempio ad un momentaneo rallentamento della circolazione sanguigna oppure diventare cronico e dare origine a cellulite e a disturbi della circolazione. La ritenzione idrica è un accumulo di liquidi nei tessuti (edema) che ostacola il normale funzionamento delle cellule. Come sappiano il nostro corpo è costituito maggiormente da acqua distribuita in parte all'interno e all'esterno della cellula. Tra i due comparti, in situazioni normali, esiste un perfetto equilibrio dinamico, mantenuto in larga parte dalla presenza di particolari sali. Il sodio è l'elemento principale nel comparto extra cellulare, se il suo livello nella dieta e quindi nel sangue è eccessivo, l'acqua passa all'esterno della cellula, ristagnando nei tessuti. Ne consegue un rallentamento della circolazione sanguigna. L'accumulo di liquidi nel derma va a influire inevitabilmente anche sulle condizioni del tessuto adiposo. Le cellule adipose con il tempo vanno incontro ad una lenta degenerazione che evolve in cellulite, creando un circolo vizioso. Per questi motivi si consiglia una dieta depurativa a base di frutta e verdura che regolano un importante apporto di vitamine e potassio con poco sodio, ideali per contrastare la pelle a buccia d’arancio e la ritenzione idrica restituendo energia. Tra gli alimenti vanno privilegiati tutti quelli noti esser diuretici come ad esempio: broccoli, cavoli, cavolfiori e cavoletti di Bruxelles (aiutano il fegato nella detossicazione delle scorie), cipolle (ricche di zolfo), aglio (coadiuva l’eliminazione delle scorie), cetrioli, sedano, asparagi, pomodori, carciofi, prezzemolo, mirtilli rossi, anguria (alimenti molto diuretici). Per bilanciare i livelli dei fluidi inoltre, occorre mangiare cibi ricchi di potassio come banane, albicocche secche, spinaci, patate dolci e melone. 3. MECCANISMI DI AZIONE DEI CO: L’ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-OVAIO Per spiegare i meccanismi di azione dei OC occorre annoverare le strutture implicate nel controllo ormonale, che sono: 1) l’ipotalamo, 2) l’ipofisi e 3) le ovaie, come rappresentato in figura 2. Tuttavia la periodicità mestruale è garantita dalla complessa funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi e ovaio. Questo articolato asse è noto anche ad esser adibito al controllo della riproduzione, grazie alla modulazione di sostanze prodotte sia dal sistema nervoso centrale (neurotrasmettitori) e sia dagli organi periferici (steroidi sessuali, ormoni tiroidei, ormoni surrenalici). In cima a questo complicato asse si trovano i nuclei ipotalamici (sovraottico e paraventricolare) che rilasciano in modo pulsatile il GnRH (Gonadotropin-Releasing Hormone). Questo agisce sull’ipofisi inducendo la produzione ed il rilascio, sempre in modo pulsatile, delle gonadotropine: FSH, (Follicle-Stimulating Hormone ed LH (Luteinizing Hormone), le quali vanno poi a stimolare la funzione delle ovaie (figura.2). È opportuno ricordare che grazie alle sue caratteristiche neuroendocrine l’ipotalamo integra molte afferenze provenienti dalla corteccia cerebrale, dal sistema limbico, dall’epifisi, andando infine a controllare afferenze periferiche di tipo ormonale. Perciò il ciclo riproduttivo ha la centrale operativa all’altezza dell’ipotalamo, da cui dipartono segnali molto precisi che vengono regolati e controllati sia a livello del sistema nervoso centrale e dagli ormoni prodotti in periferia. Il controllo del sistema nervoso centrale (SNC) sulla funzione riproduttiva si esplica attraverso l’azione di una miriade di neuromodulatori e neurotrasmettitori, non tutti noti, tra i quali vanno menzionati il Neuropeptide Y (NPY), gli oppiodi endogeni, la ßendorfina (ßEP), altri neurotrasmettitori la dopamina, la serotonina e la noradrenalina (3, 4). La dimostrazione di questo sta il fatto che, ogni qualvolta il SNC è iper attivato o costretto ad attivare meccanismi particolari di difesa, si determinano disfunzioni anche dell’asse riproduttivo. Infatti, gli stress fisici (eccessivo allenamento delle atlete), metabolici (diete ipocaloriche, dimagrimenti troppo veloci, diabete) e psicologici (lutti, divorzi, fallimenti scolastici e/o lavorativi), determinano un aumento del rilascio degli oppioidi endogeni e del CRF (Corticotropin Releasing Factor) che, stimolando la produzione di ACTH (Adreno Cortico Tropic Hormone), determinando una modulazione negativa della funzione ipotalamo-ipofisaria che portano all’ alterazione della normale funzione ovarica e quindi alterata ciclicità mestruale. 3 In condizioni fisiologiche, nella fase follicolare, LH ed FSH hanno una sincronicità di secrezione pulsatile che dimostra la piena dipendenza del loro rilascio dal GnRH, ma questo sincronismo viene perso nella fase luteale. Infatti, mentre nella fase follicolare il loro rilascio è sincrono, dopo l’avvenuta ovulazione, fin dall’inizio della fase luteale, la frequenza dei picchi secretori dell’LH si modifica mentre quella dell’FSH rimane pressoché invariata. Il sincronismo viene quindi perduto (5). Il progesterone che viene liberato nella fase luteale del ciclo mestruale può spiegare solo in parte tale fenomeno attraverso la sua azione sui neurotrasmettitori e neuropeptidi che modulano la funzione ipotalamo-ipofisaria; sembra però che siano gli effetti del sistema activina-inibina e follistatina ad agire in modo determinante sulla regolazione della secrezione di FSH (5, 6). Il controllo della funzione ovarica è quindi dipendente dall’azione delle gonadotropine e determina l’appropriata attività steroidogenetica dell’ovaio, con la produzione di estrogeni ed androgeni nella fase follicolare e di estrogeni, androgeni e progesterone dopo l’ovulazione e la formazione del corpo luteo. Non deve stupire che si parli di androgeni come sostanze prodotte dall’ovaio. La gonadotropina LH stimola le cellule della teca interna del follicolo ovarico a produrre sostanzialmente androgeni, che passano nelle cellule della granulosa dove vengono convertiti in estradiolo dall’aromatasi. E’ questa un’ azione fondamentale ed è la chiave per la corretta funzione steroidogenetica dell’ovaio. Dopo l’ovulazione, l’LH determina la lutenizzazione delle cellule della granulosa e della teca interna, favorendo la formazione del corpo luteo, la produzione di progesterone e portando ad una ridotta quantità di estradiolo. La presenza di steroidi ovarici (androgeni, estradiolo e progesterone) nel corso delle due fasi del ciclo ovarico fa sì che si venga ad esercitare un feed-back sull’ipotalamo e sull’ipofisi che modula in modo specifico e progressivo la sintesi ed il rilascio di GnRH e a sua volta di FSH e di LH. Da quanto detto sopra si intuisce che nel contesto del ciclo ovarico l’ovaio assolve sostanzialmente a due funzioni: una follicolo genetica e una steroidogenetica (7). Tenuto conto della fisiologia del ciclo mestruale, l’efficacia degli estro-progestinici è legata alla capacità di interferire a più livelli sulla funzione. La somministrazione di estro-progestinici garantisce il controllo delle nascite agendo principalmente attraverso l’inibizione dell’ovulazione: bloccano la secrezione di LH, prevenendo quindi il picco di LH (8). L’azione dell’estrogeno infatti inibisce per un fenomeno di feedback negativo il rilascio del GnRH ipotalamico e di conseguenza anche delle gonadotropine ipofisarie. Ovviamente le concentrazioni dell’estrogeno sono l’elemento chiave per avere l’effetto di blocco ma, per le caratteristiche con cui oggi i contraccettivi sono “progettati”, si tende ad usare sempre dosi di etinilestradiolo basse, fino a 15 μg, per cui pur ottenendo un blocco del rilascio del GnRH e delle gonadotropine, questo però non consiste in un blocco totale. Infatti studi specifici hanno osservato che il rilascio delle gonadotropine in corso di uso di contraccettivi a basso dosaggio fa si che l’ipofisi rilasci comunque quote dosabili di LH ed FSH anche se non sufficienti ad innescare la maturazione follicolare. Per questo motivo l’accidentale dimenticanza di assumere una pillola può molto facilmente determinare una rapida ripresa funzionale ipofisaria e quindi ovarica, spiegando sia la perdita dell’effetto contraccettivo sia la perdita simil mestruale. Anche la presenza del progestinico nella preparazione contraccettiva serve a mantenere l’effetto di inibizione sulla liberazione dell’LH ma anche a indurre specifici effetti del tutto legati al progesterone quali quello sul muco cervicale, sulla mucosa endometriale e sulle salpingi di cui ne riduce la motilità. Infatti l’uso dei contraccettivi con solo progestinico, come il levonorgestrel o il noretisterone , determinano un effetto contraccettivo minimo attraverso l’inibizione dell’ovulazione, ma essenzialmente agendo attraverso meccanismi periferici quale, appunto, l’effetto sul muco. Il muco cervicale, sotto l’azione dei progestinici (come del progesterone naturale), diviene spesso impenetrabile al passaggio degli spermatozoi e l’endometrio è reso non adatto all’impianto embrionale. Pertanto, nel contraccettivo estroprogestinico oltre ad avere un effetto di controllo sulla crescita follicolare (e sull’ ovulazione) indotto dall’estrogeno ha anche l’effetto del progestinico, agisce a livello periferico creando delle condizioni ambientali di muco ed anche endometriali sfavorevoli per l’impianto embrionale. In generale gli estrogeni, comunque somministrati, vengono rapidamente assorbiti attraverso la cute o le mucose (sia del canale alimentare come della regione vaginale) e subiscono una metabolizzazione del tutto simile a quella degli ormoni steroidei endogeni. Infatti vengono inattivati a livello epatico e convertiti in prodotti meno attivi. Una piccola percentuale di estrogeni viene escreta nella bile e riassorbita a livello intestinale rientrando di nuovo nel circuito metabolico. La limitazione dell’efficacia degli estrogeni somministrati per via orale è legata al loro eventuale anomalo assorbimento intestinale ed al loro ridotto metabolismo epatico, soprattutto in presenza di patologie del tratto gastro-enterico, epatico oppure a seguito di assunzione di terapie antibiotiche o lassative che interferiscono molto sulle funzioni di assorbimento intestinale dei preparati estro-progestinici. 4 Figura 2. Gli effetti dei contraccettivi sono sostanzialmente mirati a sostituirsi alla produzione endogena ovarica di steroidi sessuali determinando così un controllo per inibizione negativa della funzione ipotalamoipofisaria. A seguito del tono progestinico indotto dal contraccettivo si hanno poi specifiche influenze sull’ambiente della regione cervico-vaginale. TABELLA 1. Vari tipi di contraccezione ormonale PILLOLE Etinilestradiolo + Gestodene Etinilestradiolo + Desogestrel Desogestrel Etinilestradiolo + Levonorgestrel Etinilestradiolo + Drospirenone Etinilestradiolo + Ciproterone Acetato Etinilestradiolo + Clormardinone Estradiolo valerato + Dienogest CEROTTI TRANSDERMICI ANELLI VAGINALI E SPIRALE SOTTOCUTANEI 5 4. TIPI DI CONTRACCETTIVI ORMONALI E INTOLLERANZA ALIMENTARE I OC sono tra i farmaci più usati al mondo. Da quando divennero disponibili, nel 1960, hanno influenzato la vita di milioni di individui ed hanno avuto un impatto rivoluzionario sull’intera società. L'ovaio nella donna ha funzioni importanti, ha il grande compito di realizzare la gametogenesi ed avere fondamentali attività ormonali. Quindi quando parliamo delle gonadi femminili parliamo delle ovaie che sono quiescenti fino al periodo della pubertà. Quando arriva lo stimolo delle gonadotropine ipotalamiche, stimolate a loro volta da parte dell'ipofisi, si ha la maturazione delle gonadi, con il risultato evidente del ciclo mestruale. Questa sequenza di fasi comparirà ciclicamente per circa 30-40 anni. Quando questo stimolo viene a mancare, finisce il periodo ciclico delle mestruazioni e la donna entra in menopausa. Gli ormoni rilasciati dalle gonadi femminili sono il follicolostimolante (FSH) e il luteinizzante (LH); in risposta al follicolostimolante vengono prodotti estrogeni, che causano dapprima la crescita del seno e, dopo i primi anni, si osservano le perdite emorragiche tipiche del ciclo. All'inizio di ogni ciclo un numero più o meno variabile di follicoli, che contengono ognuno un ovocita, maturano su stimolo dell'ormone follicolostimolante. Dopo 5 o 6 giorni uno dei follicoli, il follicolo dominante, termina la maturazione prima degli altri e comincia a produrre estrogeni su stimolo dell'ormone luteinizzante. Gli estrogeni prodotti inibiscono il rilascio di FSH con regressione dei follicoli non maturi. Poco prima dell'ovulazione si ha il picco nella produzione di estrogeni (come estradiolo, estrone ed estriolo) e il follicolo inizia a produrre progestinici. Questo comporta un incremento di FSH e LH che causa lo scoppio della cavità follicolare e la proliferazione delle cellule della cavità follicolare in corpo luteo, che al termine del ciclo va incontro a regressione in caso di mancata fecondazione (figura. 3). Infine per avere un chiaro meccanismo è importante ricordare che i recettori degli estrogeni e dei progestinici si trovano nel nucleo cellulare, e il legame con il target attiva fattori di trascrizione con successivo aumento trascrizionale per alcuni geni specifici, che codificano per proteine e recettori che comportano particolari effetti fisiologici. Figura 3. Schema del ciclo mestruale 6 Estradiolo Quinestrolo Progesterone Dietilstilbestrolo Figura 4. Struttura degli ormoni sessuali Tra i vari effetti che gli estrogeni possono esercitare sulla fisiologia ricordiamo alcuni, quali: la capacità di inibire il riassorbimento osseo, potrebbero esercitare un’alternazione ematica, aumentandone la coagulabilità, la maturazione dei caratteri primari e secondari femminili infine esercitare vari effetti sulla sintesi epatica di altri ormoni e proteine. Anche i progestinici forniscono particolari effetti fisiologici e sarebbero in grado di provocare un aumento dei depositi di grasso e dei livelli di insulina; alcuni lavori riportano che i progestinici eserciterebbero una inibizione del riassorbimento di sodio (e quindi di acqua) per competizione con l'aldosterone. I componenti dei contraccettivi ormonali orali esercitano importanti effetti sul metabolismo delle lipoproteine plasmatiche. È noto che gli estrogeni possono aumentare la produzione di trigliceridi plasmatici, con conseguente aumento dei livelli di lipoproteine a bassa densità, ma possono anche ridurre i livelli di colesterolo e lipoproteine a bassa densità potenzialmente aterogenica. Pertanto, gli estrogeni aumentano i livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL), in particolare l’HDL2, questo si pensa essere legato alla riduzione dei tassi di mortalità per le malattie cardiovascolari nelle donne in post-menopausa, che assumono una terapia ormonale sostitutiva. Tutte le combinazioni di contraccettivi, utilizzate negli Stati Uniti, tendono ad aumentare i livelli plasmatici di trigliceridi, lipoproteina a bassa densità, e HDL3. Al contrario, variazioni di HDL e HDL2 riflettono gli effetti combinati della dose di estrogeno e androgeni, relativa alla componente progestinica. Anche se in generale, molti lavori riportano che il cambiamento maggiore inteso come aumento del contenuto di lipoproteine, si ha quando siamo in presenza di un contenuto/dose di ormoni elevato nei preparati contraccettivi, mentre si osserva una significativa diminuzione di lipoproteine nei preparati con dosi inferiori di ormoni. Gli OC possono anche influenzare il metabolismo dei carboidrati, principalmente attraverso l'attività dei progestinici. Molti studi hanno dimostrato una insulino-resistenza, causata dall’insulina plasmatica, con una relativa intolleranza al glucosio. Ma questi effetti sono molto meno pronunciati dopo la somministrazione di preparazioni di contraccettivi a base progestinica a bassa dose. (9). Contraccettivi orali in associazione I OC più utilizzati sono quelli che vengono preparati in combinazione sia con un estrogeno che un progestinico. Questi possiedono un’efficienza teorica del 99%. I due estrogeni più utilizzati sono l’etinilestradiolo e il mestranolo. I progestinici più utilizzati sono della serie dell’estrano e del gonano. Ognuno di essi ha vari gradi di attività androgenica, estrogenica ed antiestrogenica che può essere responsabile di alcuni dei ben noti effetti collaterali. I composti come il desogestrel e il norgestimate sono i composti sviluppati più recentemente e hanno attività androgeniche inferiori rispetto ad altri composti 19-nor. 7 I OC in associazione sono disponibili come preparazione monofasiche, bifaseche o trifasiche. Generalmente si tratta di confezioni che contengono 21 compresse. I monofasici sono caratterizzati da quantità fisse di estrogeno e progestinico in ogni pillola, la quale è presa quotidianamente per 21 giorni, seguita da un periodo di 7 giorni senza farmaco. Le preparazioni bifasiche e trifasiche forniscono due o tre pillole diverse che contengono differenti quantità di composti attivi. Il contenuto di estrogeni varia tra 20 e i 50 mcg, le preparazioni che contengono 35 mcg o meno, sono solitamente definite “a basso dosaggio” o “moderne”. Attualmente vengono preparate utilizzando in associazione estrogeno con drospirenone. Recentemente, dopo il parere positivo dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), arriva un ulteriore nuova pillola anticoncezionale in associazione che si differenzia da tutte le altre pillole in quanto è l'unico contraccettivo orale combinato, monofasico che utilizza un estrogeno naturale, cioè strutturalmente identico a quello prodotto dall'organismo femminile durante il ciclo. La confezione contiene 28 compresse in due diverse colori, 24 compresse bianche (attive) e 4 gialle (prive dei principi attivi), semplici placebo. L’utilizzo dell’estrogeno naturale consente di ridurre l’impatto metabolico, epatico e vascolare rispetto a quello delle pillole di precedente formulazione. Contraccettivi ormonale per via alternativa Oltre alla pillola tradizionale contenente una combinazione di estrogeni e progesterone, tra i vari metodi anticoncezionali, , esistono delle vie alternative che vanno dal Cerotto trans-dermico all’anello vaginale fino al dispositivo intrauterino (IUD) vedi tabella 1. Il primo dispositivo è un cerotto, costituito normalmente da una protezione esterna che serve da supporto ad una preparazione contenente il principio attivo, che viene applicato sulla cute, rilasciando giornalmente un’associazione di estro-progestinici. Un cerotto viene utilizzato per 7 giorni e dopo l’uso di 3 segue una pausa di sospensione di una settimana, in cui compare un’emorragia simil-mestruale. Il secondo dispositivo è uno strumento a forma di anello ad uso vaginale, in materiale biocompatibile, flessibile e trasparente, contenente un’associazione di ormoni estro-progestinici. L’anello vaginale deve essere introdotto manualmente in vagina e lasciato in sede per 21 giorni; nella settimana successiva alla rimozione, compare il sanguinamento simil-mestruale. Ed infine si ha anche la possibilità di utilizzare IUD, è un sistema intrauterino a forma di T, che viene inserito dal ginecologo, che rilascia lentamente e costantemente un ormone progestinico. Quest’ormone determina una modificazione del muco cervicale e della mucosa uterina, tale da interferire con il passaggio degli spermatozoi ed impedire l’eventuale impianto dell’uovo fecondato. Si distinguono in due tipi di IUD: inerti, realizzati in materiale plastico con l'aggiunta di radio di bario che li rende così radiopachi e quelli medicati ovvero potenziati nella loro azione contraccettiva per la presenza di una sostanza quale rame, progesterone o progestinici (levonorgestrel 20 mcg). Con una efficacia contraccettiva molto elevata, in media cinque anni. Contraccettivi di soli progestinici Svariati farmaci sono disponibili per la contraccezione con soli progestinici, ma sono considerati leggermente meno efficaci dei OC in associazione. Queste particolari preparazioni comprendono la “minipillola” o preparazioni orali a basse dosi di progestinico, ad esempio 350 mcg di noretindone o 75 mcg di norgestrel che vengono assunti quotidianamente senza interruzione. Abitualmente le donne che desiderano utilizzare un metodo di contraccezione orale senza assumere estrogeni, possono indirizzarsi verso la pillola contraccettiva a base di solo progestinico,indicata per le donne che allattano, che fumano, che sono entrate in premenopausa o che soffrono di malattie autoimmuni e tromboemboliche. Il desogestrel, infatti, è un progestinico caratterizzato da una minore androgenicità. L’utilizzo di questo OC ha meno effetti indesiderati rispetto ad altri prodotti come la nausea, cefalea, tensione mammaria, acne e impatto metabolico Contraccezione postcoitale e di emergenza In alcuni specifici casi viene utilizza l’assunzione di alte dosi di dietilstilbestrolo e di altri estrogeni come contraccezione postcoito, definita anche come la “pillola del giorno dopo”. Occore ricordare che tale metodo contraccettivo è efficace se messo in atto entro le 72 ore dal rapporto; qualora il trattamento ormonale venga iniziato entro 12 ore dal rapporto le percentuali di gravidanza sono inferiori allo 0,5% mentre arrivano al 4,1% qualora il trattamento sia iniziato tra le 61 e le 72 ore del rapporto. Intolleranze Alimentari Oggi la scelta del cibo è sempre più determinata dalla necessità di procurarsi piacere. Frequentemente le scelte alimentari sono dettate dallo stress, dalla mancanza di tempo, dalla noia, dall’insoddisfazione, più che dal “desiderio di salute”. Il cibo può rappresentare un’irrinunciabile “gratificazione” ma le conoscenze attuali dimostrano che l’eliminazione di un alimento risultato tossico diventa un utile “strumento terapeutico 8 integrativo” che ottimizza le terapie e migliora lo stato di benessere clinico e metabolico. Le intolleranze alimentari si differenziano dalle allergie alimentari vere e proprie, perché non producono shock anafilattico e di solito non rispondono ai tradizionali test allergici cutanei. Non provocano quasi mai delle reazioni violente ed immediate nell'organismo e quindi, spesso, non sono direttamente collegabili all’assunzione del cibo che le determina. L'esperienza clinica dimostra che le reazioni avverse agli alimenti possono essere causate da bevande, medicinali o altre sostanze che ingeriamo normalmente. L'intolleranza alimentare è una reazione anomala dell'organismo verso particolari cibi. Non si può parlare quindi di allergia dal momento che l'intolleranza non coinvolge il sistema immunitario (non è IgE-mediata) quanto, piuttosto, quello metabolico. In altre parole le persone che presentano una specifica intolleranza verso un alimento non sono in grado di assimilarlo in maniera corretta, ma ciò non comporta reazioni da parte del sistema immunitario. Ciò non significa tuttavia che l'intolleranza alimentare sia da sottovalutare; al contrario l'impossibilità per il nostro organismo di assorbire un cibo può causare sintomi significativi tra i quali: prurito, emicrania, palpitazioni, gastrite etc.. Le intolleranze alimentari possono essere di vari tipi: - Intolleranze farmacologiche: possono derivare da sostanze presenti in alcuni farmaci ed alimenti, come ad esempio le xantine che si trovano nel caffè e nel tè e possono causare sintomi tra i quali tachicardia ed acidità digestiva. - Intolleranze metaboliche: nascono da carenza, o assenza, di enzimi impiegati nel metabolizzare alcuni aminoacidi. Ad esempio è molto diffusa l'intolleranza al lattosio, zucchero contenuto nel latte, la quale deriva da una carenza dell'enzima lattasi. In questo caso insorgono problemi nella digestione del lattosio i quali possono causare disturbi gastrointestinali, tra cui gonfiore, dolori addominali e diarrea. Molto importante, in ragione del crescente numero di persone interessate, è l'intolleranza al glutine, proteina presente in tanti cerali (frumento, segale, orzo etc...) .- Intolleranze agli additivi chimici che di frequente sono presenti nei cibi che ingeriamo quotidianamente. Conservanti, dolcificanti, esaltatori di sapidità possono infatti produrre sintomi come nausea, mal di testa, dolori addominali o asma. Naturalmente ciò non significa che sia necessario evitare alimenti con conservanti o dolcificanti, ma rispettare il proprio livello soglia al sintomo. Inoltre occorre ricordare che nella sezione di speciali avvertenze e precauzioni per l’uso di alcuni contraccettivi viene riportato dalla csa farmaceutica stessa la seguente dicitura : “ogni compressa rosa chiaro contiene 46 mg di lattosio, ogni compressa bianca contiene 50 mg di lattosio. Le pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, carenza di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio che seguono una dieta senza lattosio devono tenere conto dell’aliquota derivante dall’assunzione della compressa”. Dalle intolleranze alimentari si può “guarire” seguendo una dieta impostata secondo un programma alimentare personalizzato (che prevede la sospensione per un certo periodo dell'alimento non tollerato). Realizzare la disintossicazione dell'organismo da quell’ alimento tossico è essenziale, poiché l’esclusione permette il ripristino della funzionalità della mucosa e dell’integrità intestinale compromessa. 5. EFFETTI AVVERSI Molti degli effetti collaterali descritti per i OC risultano essere dose-dipendente, ciò ha portato allo sviluppo di preparazioni a basse dosi. Gli OC possono interferire con la farmacocinetica e farmocodinamica (10). Inoltre è importante ricordare che i recettori sessuali ormonali si comportano come fattori di trascrizione (11) (figura 5), alterando l’espressione di alcuni geni e come conseguenza possono cambiare il normale stato interno, procurando un’alterazione dell’attività dell’asse ipofisi-ovaio (12-13) e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene figura 2. Nei primi studi sugli effetti degli OC è stato osservato diversi affetti avversi: a livello cardiovascolare, ipertensione, infarto miocardico, ictus emorragico, ischemico o trombosi venose (14-15). Inoltre sono stati osservati cancri alla mammella, molti effetti endocrini e metabolici. In particolare è noto che i contraccettivi orali possono indurre anomalie nel metabolismo dei carboidrati (16-17) ed alterazione del metabolismo dei lipidi (18). Nel 2004 è stato osservato un aumento della proteina C-reattiva in donne utilizzatrici di OC (19). Infine i OC causano una diminuzione di metilarginina simmetrica e dimetilarginina asimmetrica (20) sostanza nota con l’acronimo ADMA, essendo quest'ultima un inibitore di ossido nitrico, questo indicato essere un buon indice di disfunzione endoteliale (21). L'equilibrio tra i benefici ed i rischi è ancora molto dibattuto. Ad esempio l'estrogeno sintetico Etinil-Estradiolo (EE) esercita un effetto più forte che del naturale estradiolo (E2) sul metabolismo epatico tra i marcatori estrogeno-dipendenti come le proteine del fegato. Pertanto l'impatto più forte a livello epatico di EE è stato legata al gruppo 17α-etinilestradiolo, che impedisce l'inattivazione della molecola, la quale si traduce in un 9 effetto più pronunciato a livello epatico di EE rispetto all’estradiolo. Al fine di ingannare le modificazioni metaboliche indotte da EE, sono stati introdotti dei nuovi prodotti che utilizzano composti più naturali come il valerato estradiolo (E2V) e l’estradiolo (E2). I progestinici sintetici, utilizzati per la contraccezione, sono invece strutturalmente legati sia al testosterone (T) (estranes e gonanes) sia al progesterone (pregnanes e 19-norpregnanes). I rischi e benefici dei nuovi progestinici usati nella contraccezione dipendono dalla struttura molecolare, dalla dose di estrogeno associata. Tuttavia la combinazione e la via di somministrazione sembrerebbe avere una notevole rilevanza per tenere sotto controllo gli effetti ed avere buoni risultati come contraccettivi (22). TABELLA 2. Elenco delle reazioni avverse secondo la classificazione per sistemi ed organi MedDRA (MedDRA SOC). Classificazione per Comuni ( ≥ 1/100 sistemi e organi fino a <1/10) Infezioni e infestazioni Patologie del sistema emolinfopoietico Disturbi del sistema immunitario Patologie endocrine Disturbi del metabolismo e della nutrizione Non comuni ( ≥ 1/1000 fino a <1/100) Rari ( ≥ 1/10000 fino a <1/1000) candida anemia, trombocitopenia reazioni allergiche disturbo endocrino aumento dell’appetito, anoressia, iperkaliemia, iponatriemia Disturbi psichiatrici labilità emotiva depressione, diminuzione della libido, nervosismo, sonnolenza, anorgasmia, insonnia Patologie del sistema nervoso mal di testa capogiro, parestesia vertigine, tremore congiuntivite, secchezza oculare, disturbo oculare tachicardia Patologie dell'occhio Patologie cardiache emicrania, vene varicose, ipertensione Patologie vascolari Patologie gastrointestinali nausea, Patologie epatobiliari Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Esami diagnostici flebite, disturbo vascolare, epistassi, sincope addome ingrossato, disturbo dolore addominale, vomito, gastrointestinale, pienezza gastrointestinale, dispepsia, flatulenza, gastrite, ernia iatale, candidiasi orale, costipazione, diarrea secchezza delle fauci dolore biliare, colecistite cloasma, eczema, alopecia, dermatite acneiforme, secchezza della pelle, eritema acne, prurito, rash, nodoso, ipertricosi, patologia della cute, pelle striata, dermatite da contatto, dermatite fotosensitiva, noduli cutanei dolore alla schiena, dolore alle estremità, crampi muscolari dolore al seno, metrorragia*, amenorrea candidiasi vaginale, dolore pelvico, ingrossamento del dispareunia, vulvovaginite, sanguinamento seno, seno fibrocistico, post-coitale, mancanza di sanguinamento, sanguinamento cisti mammaria, iperplasia del seno, uterino/vaginale*, deflusso genitale, vampate di calore, neoplasma del seno, polipo cervicale, atrofia vaginite, patologia mestruale, endometriale, cisti ovariche, ingrossamento dell’utero dismenorrea, ipomenorrea, menorragia, secchezza vaginale, PAP test sospetto astenia, aumento della sudorazione, edema malessere (generalizzato, periferico, facciale) aumento di peso diminuzione di peso *i sanguinamenti irregolari di solito diminuiscono durante il trattamento continuato. 10 NB:Le frequenze si riferiscono a dati derivanti dagli studi clinici. Si è utilizzato il termine più appropriato MedDRA per descrivere una specifica reazione, i suoi sinonimi e le condizioni collegate. Figura 5. Schematizzazione grafica di come i recettori sessuali ormonali si possono comportare come fattori di trascrizione ed alterare l’espressione di alcune geni target. 6. Anamnesi e sintomatologia delle utilizzatrici di OC . Questo studio inizia con un’accurata anamnesi eseguita su 30 donne, con età media di circa 32 anni, utilizzatrici di Contraccettivi Ormonali (OC). Prima di iniziare il programma dietetico personalizzato siamo andati a valutare la sintomatologia presente in ogni paziente. Innanzitutto, occorre precisare che le donne intervistate, per questa ricerca, riferiscono un aumento di peso dopo l’inizio della terapia ormonale. La figura 6, rappresenta il grafico delle sintomatologia delle pazienti esaminate. Si osserva che i sintomi più frequenti sono chiaramente il meteorismo per il 60% delle pazienti, seguito dalla cefalea 50% e candidosi per il 40%. Mentre circa il 30% delle pazienti riferiscono dermatite, stipsi, dolori addominali; il 15-20% presenta colon irritabile, cistite, ansia, crampi notturni e bocca amara; mentre un numero più basso di pazienti (10%) riferisce: aerofagia, brufoli, alitosi, insonnia, difficoltà digestiva, nausea e astenia. Le infezioni genitali valutate dalla presenza di candidosi vaginale è riportata dal 40% delle pazienti di questo studio. Dall’anamnesi inoltre, figura 6, emerge che il 63% delle donne che fanno uso di CO hanno un ciclo regolare, mentre solo il 10% hanno un ciclo mestruale assente, questa amenorrea è legata a forti stress subiti dalle pazienti, che successivamente iniziano una terapia ormonale (figura 7). 11 100 90 SINTOMATOLOGIA 80 Pazienti (%) 70 60 50 40 30 20 10 st en ia rn i A pi N ot tu au se a N ra m D C e In so nn ia D ig es C tiv ol e on Irr ita bi le at it iff ic ol ta D er m lit os i A am ar a si St ip oc ca B ol i ru f B id os i i an d is tit C C ef al ee M et eo ris m o A e D r of ol ag or iA ia dd om in al i C A ns ia 0 Figura 6 Rappresentazione grafica delle percentuali dei sintomi presenti nelle pazienti utilizzatrici di contraccettivi ormonali. Mancano barre di errore CICLO assente regolare regolare doloroso assente 10% regolare doloroso 27% regolare 63% Figura 7. Rappresentazione grafica delle percentuali del tipo di ciclo mestruale nelle pazienti utilizzatrici di contraccettivi ormonali. 12 7. Intolleranze alimentari nelle utilizzatrici di OC E’ noto orami da tempo che le intolleranze alimentari sono reazioni anomale dell’organismo verso particolari cibi. L’esperienza clinica dimostra che le reazioni avverse agli alimenti possono essere causate da bevande, medicinali o altre sostanze che ingeriamo normalmente. Nella figura 8 sono riportati gli alimenti, a cui le pazienti utilizzatrici di OC sono risultate essere intolleranti, attraverso la positività manifestata dopo l’esecuzione del cytotest, che consente di identificare, osservando direttamente al microscopio ottico le alterazioni leucocitarie quando queste cellule vengono al contatto con estratti alimentari. Il 55% delle donne ripartavo, dopo l’esecuzione del cytotest intolleranza al latte, mentre il 46% al pomodoro, solo il 26% al caffè, segue oliva e uova. Una percentuale più bassa di donne in esame, presenta una intolleranza alle solanacee (7%). Mentre circa il 12% risulta, invece, intollerante al lievito. Le donne sottoposte a tale studio hanno così eseguito per un mese una dieta metabolica a rotazione, sono stati eliminati tutti gli alimenti (e le famiglie biologiche) a cui sono risultate intolleranti, ed in media le donne hanno perso un peso di circa 1,7 kg rispetto al peso iniziale, in alcune pazienti è stato addirittura osservata una perdita di peso di circa 4 kg rispetto al peso iniziale 100 Intolleranze Alimentari 90 80 Pazienti (%) 70 60 50 40 30 20 10 0 latte caffe' pomodoro oliva lievito uova grano patate Alimenti Figura 8. Tipologia e percentuale di alimenti a cui le pazienti OC sono risultati intolleranti 8. CONCLUSIONI Una corretta alimentazione è fondamentale per il benessere di qualsiasi persona e ancora di più le utilizzatrici di contraccettivi orali, che devono seguire un regime dietetico particolare e preciso per non stimolare troppo il sistema immunitario e limiti la produzione di estrogeno. Il nostro corpo è una macchina perfetta ma con un instabile equilibrio fisiologico, e come tale il suo equilibrio può essere alterato facilmente. nella sua complessità produce più di 100 diversi ormoni. Questi ormoni hanno un equilibrio ben prestabilito, e se la persona non riesce a mantenere un bilanciamento perfetto dei vari ormoni, non riesce nemmeno a mantenere un peso sano, motivo, per il quale, è consigliato eseguire il test delle intolleranze alimentare, in quanto quest’ultime sono in grado di generare uno stato di “intossicazione” che sfociano in differenti sintomi fastidiosi per ogni paziente. Le pazienti che sono state esaminate in questo studio hanno avvalorato l’ipotesi che seguire un regime dietetico privo degli alimenti a cui sono risultate intolleranti porta innanzitutto ad un benessere generale della persona, questo si rispecchia nel miglioramento della sintomatologia pre-dieta e non solo perdita di peso. Siamo riusciti inoltre a catalogare le intolleranze più frequenti riscontrate nelle utilizzatrici OC. Il 55% delle 13 utilizzatrici, mostravano inaspettatamente intolleranza al latte, il 46% al pomodoro, solo il 26% al caffè, alcuni presentavano intolleranze oliva e uova. Una percentuale più bassa di donne in esame, presentava una intolleranza alle solanacee (7%), mentre circa il 12% risultava, invece, intollerante al lievito e al grano. Il programma dietetico da noi consigliato alle utilizzatrici prevedeva un elevato consumo di pesce, frutta, verdura ed acqua. Tuttavia e’ noto che le utilizzatrici di OC presentano una maggiore capacità di trattenere acqua nei propri tessuti,. Quindi essendo il sodio l’elemento principe per questo fenomeno, il suo livello nella dieta è stato ridotto o eliminato totalmente dalla dieta. Per tale motivo alle pazienti si è consigliato una dieta ricca di verdure che regolasse, di conseguenza, l’apporto di vitamine e potassio con poco sodio. Inoltre in base alle positività al citotest, che evidenzia gli alimenti con un alta tossicità, sono state consigliati a privilegiare tutti gli alimenti noti per essere diuretici come ad esempio: broccoli, cavoli, cavolfiori e cavoletti di Bruxelles (che aiutano il fegato nella detossificazione delle scorie), cipolle (ricche di zolfo), aglio (che coadiuva l’eliminazione delle scorie), cetrioli, sedano, asparagi, pomodori, carciofi, prezzemolo, mirtilli rossi, anguria (alimenti molto diuretici). Per bilanciare i livelli dei fluidi sono stati assunti cibi ricchi di potassio come: banane, albicocche secche, spinaci, patate dolci, melone. Degno di nota è il ruolo svolto dall’assunzione di pesce, nella terapia dietetica di queste pazienti poiché fonte di acidi grassi omega 3, importanti per la produzione di molecole anti-infiammatorie. Occorre ricordare che la frutta e la verdura, non solo sono note per essere ricche di vitamine e di antiossidanti, ma sono in grado di rinforzare le difese immunitarie, riequilibrando l’intestino. Tuttavia, una recentissima pubblicazione (23) chiarisce come il tratto gastrointestinale umano ospita centinaia di microrganismi, normali commensali, chiamati collettivamente microbiota e di come la flora batterica intestinale è influenzata da differenti fattori che comprendono sia il proprio genotipo, la dieta, gli antibiotici assunti e le possibili infezioni. Quando si verifica l’alterazione del microbiota, si viene ad instaurare una disbiosi nota anche con il termine dismicrobismo. In particolare possiamo ipotizzare, che a causa del dismicrobismo intestinale è possibile che gli stessi principi attivi ormonali possono non essere completamente assorbiti, per cui si potrebbe osservare un eventuale fallimento della contraccezione ormonale con possibili gravidanze indesiderate. Pertanto non solo le interferenze farmacologiche, possono compromettere l’assorbimento dei contraccettivi orali, ma anche il dismicrobismo, prodotte anche dalle intolleranze alimentari, andando ad avviare non solo stati infiammatori ma anche autoimmuni, compromettendo le terapie ormonali contraccettive orali. A tal fine, lo stesso uso protratto nel tempo della contraccezione ormonale con pillole contenente ad esempio lattosio, potrebbe determinare intolleranza allo stesso e vanificarne l’assorbimento. Quindi la contraccezione ormonale del futuro dovrebbe sempre più essere indirizzata verso vie alternative alla somministrazione orale del farmaco. Per tale motivo si dovrebbe tendere verso un uso privilegiato delle vie alternative di contraccezione come quelle trans-vaginale, sottocutanea, intrauterina. Il regime alimentare somministrato alle nostre pazienti, che metteva in luce le intolleranze, e l’eliminazione dello stesse dalla dieta, ha permesso infine, non solo di perdere peso, ma di migliorare la sintomatologia inizialmente riferita. Questi dati, seppure preliminari, evidenziano l’importanza dell’alimentazione e dell’esclusione degli alimenti non tollerati dall’organismo nelle utilizzatrici di contraccezione ormonale per via orale. Eliminare alimenti non tollerati può migliorare l'assorbimento al fine di raggiungere un maggior stato di benessere, con la riduzione soprattutto dei fastidi come meteorismo, aerofagia e infezioni genitali. BIBLIOGRAFIA 1. 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Questa pubblicazione riflette i punti di vista e le esperienze degli autori e non necessariamente quelli della MSD S.r.l. 15