IIS "G.VERONESE" - Documento di progettazione V D Liceo Scienze Applicate – prof.ssa Roberta Predonzan - prof.ssa Roberta Predonzan INDICE A. NORMATIVA DI RIFERIMENTO A1. Il profilo culturale, educativo e professionale dei licei A2. Indicazioni Nazionali e OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO A3. CONCETTI E PROCESSI UNIFICANTI e nuclei fondanti A4. Il progetto LS-OSA e i percorsi curriculari del V anno del Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate B. PROGRAMMAZIONE DIDATTICA B1 REQUISISTI DI ACCESSO E LIVELLI DI PARTENZA B2 CONOSCENZE E CONTESTI declinati in unità di apprendimento B3 METODOLOGIA E ATTIVITÀ INTEGRATIVE B4 VERIFICA E VALUTAZIONE B5 ATTIVITA’ DI RECUPERO -1- 2016-17 A. NORMATIVA DI RIFERIMENTO La progettazione disciplinare nel triennio dei nuovi licei rimanda ai documenti relativi al Regolamento del 15 marzo 2010 sulla revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei Licei e all’allegato Profilo culturale, educativo e professionale dei Licei. A1. Il profilo culturale, educativo e professionale dei licei “I percorsi liceali forniscono allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze sia adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, sia coerenti con le capacità e le scelte personali”. (art. 2 comma 2 del regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei …”). Per raggiungere questi risultati occorre il concorso e la piena valorizzazione di tutti gli aspetti del lavoro scolastico: lo studio delle discipline in una prospettiva sistematica, storica e critica; la pratica dei metodi di indagine propri dei diversi ambiti disciplinari; l’esercizio di lettura, analisi, traduzione di testi letterari, filosofici, storici, scientifici, saggistici e di interpretazione di opere d’arte; l’uso costante del laboratorio per l’insegnamento delle discipline scientifiche; la pratica dell’argomentazione e del confronto; la cura di una modalità espositiva scritta ed orale corretta, pertinente, efficace e personale; l‘uso degli strumenti multimediali a supporto dello studio e della ricerca. Risultati di apprendimento comuni a tutti i percorsi liceali: a conclusione dei percorsi di ogni liceo gli studenti dovranno: 5. Area scientifica, tecnologica matematica e Comprendere il linguaggio formale specifico della matematica, saper utilizzare le procedure tipiche del pensiero matematico, conoscere i contenuti fondamentali delle teorie che sono alla base della descrizione matematica della realtà. Possedere i contenuti fondamentali delle scienze fisiche e delle scienze naturali (chimica, biologia, scienze della terra, astronomia), padroneggiandone le procedure e i metodi di indagine propri, anche per potersi orientare nel campo delle scienze applicate. Essere in grado di utilizzare criticamente strumenti informatici e telematici nelle attività di studio e di approfondimento; comprendere la valenza metodologica dell’informatica nella formalizzazione e modellizzazione dei processi complessi e nell’individuazione di procedimenti risolutivi. Opzione Scienze applicate “Nell’ambito della programmazione regionale dell’offerta formativa, può essere attivata l’opzione “scienze applicate” che fornisce allo studente competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico-tecnologica, con particolare riferimento alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche e all’informatica e alle loro applicazioni” (art. 8 comma 2). Risultati di apprendimento per il liceo delle scienze applicate: gli studenti, a conclusione del percorso di studio, oltre a raggiungere i risultati di apprendimento comuni, dovranno: aver appreso concetti, principi e teorie scientifiche anche attraverso esemplificazioni operative di laboratorio; elaborare l’analisi critica dei fenomeni considerati, la riflessione metodologica sulle procedure sperimentali e la ricerca di strategie atte a favorire la scoperta scientifica; analizzare le strutture logiche coinvolte ed i modelli utilizzati nella ricerca scientifica; individuare le caratteristiche e l’apporto dei vari linguaggi (storico-naturali, simbolici, matematici, logici, formali, artificiali); comprendere il ruolo della tecnologia come mediazione fra scienza e vita quotidiana; 2 saper utilizzare gli strumenti informatici in relazione all’analisi dei dati e alla modellizzazione di specifici problemi scientifici e individuare la funzione dell’informatica nello sviluppo scientifico; saper applicare i metodi delle scienze in diversi ambiti. A2. Indicazioni Nazionali e OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO Il quadro orario delle Scienze Naturali nel liceo delle scienze applicate è il seguente: Scienze naturali (Biologia – Chimica - Scienze della Terra) 1° biennio 1° anno 99 (3 ore settimanali) 2° anno 132 4 ore 2° biennio 3° anno 165 5 ore 4° anno 165 5 ore 5° anno 165 5 ore Obiettivi Specifici di Apprendimento (indicazioni nazionali) - II biennio e quinto anno Nel secondo biennio si ampliano, si consolidano e si pongono in relazione i contenuti disciplinari, introducendo in modo graduale ma sistematico i concetti, i modelli e il formalismo che sono propri delle discipline oggetto di studio e che consentono una spiegazione più approfondita dei fenomeni. SCIENZE DELLA TERRA BIOLOGIA Secondo biennio Si pone l’accento soprattutto sulla complessità dei sistemi e dei fenomeni biologici, sulle relazioni che * Minerali e rocce si stabiliscono tra i componenti di tali sistemi e tra diversi sistemi e sulle basi molecolari dei fenomeni * Vulcanismo, sismicità, orogenesi stessi. * La superficie del pianeta dal punto di vista geodinamico * Molecole informazionali: Struttura e funzione del DNA, sintesi proteica, codice genetico, Quinto anno meccanismi di regolazione genica * La tettonica delle placche come modello unificante * Forma e funzione degli organismi, in particolare dell'uomo: anatomia e funzioni metaboliche * Approfondimenti su temi degli anni precedenti CHIMICA CHIMICA-BIOLOGIA Quinto anno Adeguato spazio si darà agli aspetti quantitativi e quindi ai calcoli relativi e alle Chimica applicazioni. Nel quinto anno si approfondisce lo studio della chimica organica, con particolare riferimento a Secondo biennio materiali di interesse tecnologico e applicativo (polimeri, compositi ecc.) e si affronta lo studio di concetti basilari della scienza dei materiali e delle loro principali classi (metalli, ceramiche, I composti inorganici e la loro nomenclatura Dalla struttura atomica al legame chimico: relazione tra struttura e semiconduttori, biomateriali ecc.). Biologia proprietà della materia, Le proprietà periodiche * Biochimica (molecole biologiche e processi biochimici Stechiometria * Biologia molecolare:Ingegneria genetica (retrovirus, enzimi di restrizione, DNA Cenni di chimica organica ricombinante, PCR) e biotecnologie e terapie geniche La termodinamica * Bioetica Equilibri chimici * Campi emergenti della biologia: genomica, proteo mica ecc. Reazioni redox e acido-base Fondamenti di elettrochimica 3 A3. CONCETTI E PROCESSI UNIFICANTI e nuclei fondanti Per le Scienze Naturali è previsto l’insegnamento di Biologia, Chimica e Scienze della Terra in ogni anno, dal primo al quinto. << … Queste diverse aree disciplinari sono caratterizzate da concetti e da metodi di indagine propri, ma si basano tutte sulla stessa strategia dell’indagine scientifica che fa riferimento anche alla dimensione di «osservazione e sperimentazione >> << L’apprendimento disciplinare segue quindi una scansione ispirata a criteri di gradualità, di ricorsività, di connessione tra i vari temi e argomenti trattati, di sinergia tra le discipline che formano il corso di scienze le quali, pur nel pieno rispetto della loro specificità, sono sviluppate in modo armonico e coordinato >> Si tratta pertanto di un insegnamento disciplinare ma integrato di saperi e metodo/i che richiede: • attenzione particolare per il percorso e per il processo dell’indagine scientifica • nuove forme di comunicazione e di cooperazione fra le discipline e fra i docenti Sul piano curricolare: l’insegnamento delle scienze integrate intende ricondurre il processo dell’apprendimento verso lo studio della complessità del mondo naturale, ricomponendo e tematizzando i saperi che solo per facilità di studio, quando necessario, possono essere affrontati separatamente. Si utilizzano nuovi strumenti per la didattica come, concetti e processi unificanti, organizzatori concettuali e cognitivi. (LG) Indicazioni metodologiche riportate nelle LG: Didattica laboratoriale come strumento di raccordo tra discipline tradizionali e nuove discipline (scienze integrate e scienze applicate) e come atteggiamento mentale idoneo ad affrontare situazioni problematiche Trasferimento di saperi e competenze in progetti didattici che consentano una trattazione organica, forte di legami tra concetti, modelli, procedure e teorie; facendo riferimento anche al National Science Education Standard statunitense Valutazione pertinente, anche attraverso forme interdisciplinari di “integrazione delle scienze” facenti riferimento a competenze di progetto o di stage Concetti e processi unificanti del NSES forniscono connessioni (collanti culturali) tra le discipline scientifiche e si pongono come categorie che permettono una facile transizione attraverso vari domini di conoscenza: 1. modelli, 2. cause ed effetto, 3. misura, proporzioni, e quantità, 4. sistemi e modelli di sistema, 5. energia e materia, 6. struttura e funzione, 7. stabilità e cambiamento. All’interno dei concetti e dei processi unificanti si collocano i nuclei essenziali delle singole discipline coincidenti con gli OSA. A4. Il progetto LS-OSA e i percorsi curriculari del V anno del Liceo Scientifico Opzione Scienze Applicate Il MIUR ha messo in atto una serie di misure di accompagnamento per aiutare le scuole nella progettazione dei nuovi licei e soprattutto nella preparazione delle nuove prove per l'esame di Stato. Tra queste misure trova vita il progetto LS-OSA cui partecipano il Ministero dell'Istruzione (Direzione Generale Ordinamenti), l'Università di Roma3 e l'Accademia delle Scienze di Torino. Dopo la riunione di restituzione dei risultati del Convegno di Torino del progetto LS-OSA tenutasi a Verona l’ 11 luglio 2014, sul sito del MIUR sono stati pubblicati i percorsi formativi del V anno per Fisica e per Scienze, assieme a una relazione di accompagnamento del prof. Settimio Mobilio (Roma 3). I percorsi costituiscono una prima riflessione su come l'opzione scienze applicate si sta sviluppando e affermando nelle scuole. Essi saranno sottoposti all’esame e a una valutazione da parte di tutte le scuole LS-OSA per una loro condivisione a livello nazionale. É pertanto fondamentale che la nostra scuola, l'indirizzo Scienze Applicate, i consigli di classe e i singoli docenti seguano i lavori nella piattaforma dedicata al progetto per affinare sempre meglio i piani di lavoro. " I percorsi curriculari sono strutturati in moduli didattici ciascuno dei quali articolato in unità; per ciascun argomento sono stati individuati: • i prerequisiti, cioè conoscenze, abilità e competenze da sviluppare negli anni precedenti che gli studenti dovranno aver acquisito all’inizio del V anno; • i contenuti irrinunciabili, le abilità e le competenze che gli studenti dovranno acquisire al termine del 4 V anno. Per Scienze i moduli sono tre e precisamente: “Il binomio struttura/funzione nella chimica organica e biologica. Biochimica e metabolismi”, composto dalle unità didattiche “La Chimica del Carbonio”, “Stereoisomeria: relazione tra struttura e attività”, “Principali gruppi funzionali e loro reattività”, “Le biomolecole: struttura, caratteristiche chimico-fisiche e reattività”, “Metabolismo energetico”; il modulo “Le applicazioni dei processi biologici”, composto dalla unità didattica “Genetica dei microrganismi e tecnologia del DNA ricombinante”, e il modulo “Il Pianeta Terra come sistema integrato”, composto dalle unità didattiche “Il pianeta come sistema integrato di biosfera, litosfera, idrosfera, criosfera e atmosfera” e “I modelli della tettonica globale”. Il peso dei tre moduli e del 45%, 27.5% e 27.5% rispettivamente. I percorsi saranno ora sottoposti al vaglio di tutte le scuole LS-OSA, che sono invitate a valutarli con molta attenzione, sia negli aspetti di attuazione delle Indicazioni Nazionali sia negli aspetti propositivi di modifica delle Indicazioni stesse. La loro condivisione a livello nazionale è estremamente importante per consolidare l’indirizzo Scienze Applicate e poterlo in futuro migliorare, anche attraverso una rivisitazione delle Indicazioni Nazionali." Per quanto riguarda le simulazioni di seconda prova d'esame, il Ministero produsse uno stock di prove che furono somministrate nelle scuole nell'anno scolastico 2014-15; lo scorso anno non ci furono simulazioni a testimonianza della complessità relativa alla messa a punto di prove ancora non basate su un quadro di riferimento nazionale per la II prova di scienze. A luglio 2016 è stata pubblicata in piattaforma una versione del Quadro per una condivisione con la comunità dei docenti di Scienze. L’iter prevede che il Ministero subito dopo l’estate nomini una Commissione di Esperti per la validazione del documento prima della sua pubblicazione ufficiale, come già avvenuto per il Quadro di Fisica. La versione pubblicata presenta elementi di novità rispetto al syllabus del 2014 ed elementi di criticità che dovranno essere attentamente valutati per la messa a punto di un curricolo in grado di garantire una preparazione sicura degli studenti al sostenimento della prova d'esame. B PROGRAMMAZIONE DIDATTICA B1 REQUISITI D’ACCESSO E LIVELLI DI PARTENZA La classe è composta da 25 allievi, un alunno si è aggiunto quest'anno essendo ripetente dalla classe quinta dello scorso anno. Il profilo generale della classe evidenzia alunni che posseggono capacità e abilità diversificate, così come eterogeneo è lo studio individuale e l'impegno nell'applicazione e sviluppo delle consegne scolastiche. Generalmente buono è invece il grado di attenzione in classe, l'interesse e la partecipazione al dialogo educativo anche sempre accompagnati da una certa vivacità e purtroppo anche da episodi di intolleranza nei rapporti interpersonali. I livelli di partenza appaiono differenziati e vedono coesistere elementi buoni sotto il profilo della preparazione e alunni in difficoltà, a causa di un metodo di studio ancora non del tutto efficace o ad apprendimenti a volte superficiali e/o a scarso impegno. Si segnala che alcuni alunni arrivano spesso in ritardo e hanno già accumulato un buon numero di assenze. B2 CONOSCENZE E CONTESTI declinati in unità di apprendimento – quinto anno Recupero argomenti del quarto anno: Contenuti Abilità Cap. 11 Atckins Le redox e l’elettrochimica 1. Le reazioni redox e la loro rappresentazione Le celle galvaniche Le celle elettrolitiche 14 ore 5 Riconoscere il significato e l’importanza delle reazioni ossido – riduttive nel mondo biologico e abiologico Riconoscere in una reazione di ossido – riduzione, l’agente che si ossida e quello che si riduce Scrivere le equazioni redox bilanciate sia in forma molecolare sia in forma ionica Comprendere l’importanza delle reazioni redox nella produzione di energia elettrica Comprendere che le reazioni redox spontanee possono generare un flusso di elettroni Avere consapevolezza della relazione fra energia libera e potenziale standard di una pila Indicatori 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Individua l’agente ossidante e riducente applicando le regole per la determinazione del n.o. Bilancia le reazioni redox col metodo della variazione del n.o. e con il metodo ionico – elettronico Spiega il funzionamento della pila Daniell Descrive le caratteristiche generali di una cella elettrochimica Comprende il significato di una pila, individuando quale elettrodo funge da anodo e quale da catodo Calcola la forza elettromotrice di una pila in condizioni standard e non standard Enuncia l'equazione di Nernst, ne comprende il significato e la sa applicare a calcoli Laboratorio Albero dei metalli Titolazioni redox aspetti termodinamici della reazione ferro solido/soluzione di solfato di rame, Pila Daniell elettrolisi in soluzione acquosa del cloruro di sodio e dello ioduro di potassio, elettrolisi dell’acqua con il voltametro di Hoffman Esprimere la concentrazione delle soluzioni che partecipano a reazioni redox in termini di molarità e/o normalità Stabilire confronti fra le celle galvaniche e le celle elettrolitiche 8. Comprende il significato della serie dei potenziali standard di riduzione 9. Applica i potenziali standard di riduzione a calcoli elettrochimici 10. Valuta in quale verso procede spontaneamente una reazione redox 11. Comprende il significato di una cella elettrolitica, in riferimento ad alcuni esempi concreti di elettrolisi· 12. Comprende il significato delle leggi di Faraday e le sa applicare a calcoli quantitativi. Sadava, Hillis, Heller, Berenbaum, Ranaldi – Il carbonio, gli enzimi, il DNA - S - Zanichelli A. Il binomio struttura/funzione nella chimica organica e biologia. Biochimica e metabolismi (75 ore) Competenze generali di programma: Classificare Effettuare connessioni logiche, riconoscere o stabilire relazioni Formulare ipotesi, risolvere problemi e trarre conclusioni in base all’analisi dei dati Applicare le conoscenze acquisite a situazioni della vita reale, anche per porsi in modo critico e consapevole di fronte ai temi di carattere scientifico e tecnologico della società attuale CAPITOLO C1 – Chimica organica: una visione d’insieme Abilità Classifica in base alla formula gruppi atomici e molecole Collega la struttura dei prodotti al meccanismo di reazione che li ha generati Indicatori 1. 2. 3. 4. Collega la reattività alle caratteristiche strutturali 5. di un atomo, di un gruppo di atomi o di una molecola 6. 7. Ottobre Riconosce molecole organiche e inorganiche Riconosce dalla formula grezza generale i vari tipi di idrocarburi e dalla formula di struttura i gruppi funzionali e la classe chimica di appartenenza Riconosce e converte formule di struttura di molecole organiche Individua all’interno di una molecola organica eventuali atomi elettrofili e/o nucleofili Individua all’interno di una molecola organica eventuali atomi e gruppi atomici elettron-attrattori ed elettron-donatori Distingue i prodotti della rottura omolitica di un legame covalente da quelli di una rottura eterolitica dello stesso legame Confronta la forza, come elettrofilo o nucleofilo, di atomi diversi, considerando la presenza di gruppi elettron-attrattori ed elettrondonatori Contenuti Definizione di molecola organica e breve storia della chimica organica Caratteristiche del carbonio Ibridazione orbitalica dell’atomo di carbonio e conseguenze (tipo di legami e geometria molecolare) Tipi di idrocarburi e loro formula grezza Nome e formula dei gruppi funzionali e delle relative classi chimiche dei composti organici Caratteristiche delle formule di struttura (topologica, condensata, razionale e di Lewis) delle molecole organiche Meccanismo omolitico ed eterolitico di rottura del legame covalente Caratteristiche, forza ed esempi di atomi elettrofili e nucleofili Effetto induttivo Caratteristiche ed esempi di atomi e gruppi atomici elettron-attrattori ed elettron-donatori CAPITOLO C2 – Chimica organica: gli idrocarburi Classifica un idrocarburo 1. Coglie la relazione tra la struttura degli idrocarburi e la loro nomenclatura 2. 3. 4. Formula ipotesi, risolve problemi e trae conclusioni sulle proprietà fisiche e chimiche di 6 5. Collega nome o formula di un idrocarburo alla classe di appartenenza Sa assegnare il nome a un idrocarburo, nota la formula Sa scrivere la formula di un idrocarburo, noto il nome Sa prevedere le proprietà fisiche di un idrocarburo, noto il nome o la formula Descrive e rappresenta le reazioni delle varie classi di idrocarburi Classi di idrocarburi e composti eterociclici aromatici e relative caratteristiche strutturali Regole di nomenclatura IUPAC Proprietà fisiche e comportamento acido-basico delle varie classi di idrocarburi Meccanismi di reazione: reazione radicalica degli alcani, addizione elettrofila ad alcheni e alchini, sostituzione elettrofila aromatica, riduzione un idrocarburo 6. Formula ipotesi sul numero e sulla struttura dei possibili isomeri di un idrocarburo Ottobre Sa prevedere i prodotti di una reazione analoga a quelle studiate e ne scrive la formula 7. Sa prevedere la selettività della reazione di addizione elettrofila, in presenza di reagenti asimmetrici 8. Sa prevedere possibile esistenza, numero e struttura degli isomeri di catena di un idrocarburo 9. Sa prevedere possibile esistenza, numero e struttura degli isomeri di posizione di alcheni e alchini e degli isomeri geometrici degli alcheni 10. Ipotizza struttura e stabilità dei possibili conformeri di cicloalcani monociclici con cicli tra 3 e 6 termini di alcheni e alchini, ossidazione degli idrocarburi Regola di Markovnikov Reazioni di idratazione in alcheni e alchini Tautomeria cheto-enolica Introduzione all'isomeria di struttura e alla stereoisomeria Isomeria di catena Isomeria di posizione, geometrica, conformazionale CAPITOLO C3 – Chimica organica: alogeno derivati, alcoli ed eteri Abilità Classifica un derivato alchilico alogenato od ossigenato Indicatori 1. 2. Coglie la relazione tra la struttura di un derivato alchilico alogenato od ossigenato e la sua nomenclatura 3. 4. Formula ipotesi, risolve problemi e trae conclusioni sulle proprietà fisiche e chimiche di un derivato alchilico alogenato od ossigenato Formula ipotesi sul numero e sulla struttura dei possibili isomeri di un derivato alchilico alogenato od ossigenato Novembre 5. 6. 7. Collega nome o formula di un derivato alchilico alogenato od ossigenato alla classe e sottoclasse di appartenenza Sa assegnare il nome a un derivato alchilico alogenato od ossigenato, nota la formula Sa scrivere la formula di un derivato alchilico alogenato od ossigenato, noto il nome Sa prevedere le proprietà fisiche di un derivato alchilico alogenato od ossigenato, noto il nome o la formula Descrive e rappresenta le reazioni delle varie classi di idrocarburi Sa prevedere i prodotti di una reazione analoga a quelle studiate e ne scrive la formula Sa prevedere possibile esistenza, numero e struttura degli isomeri di catena e di posizione di un derivato alchilico alogenato od ossigenato Contenuti Classi (alogenuri alchilici, alcoli, eteri) e sottoclassi (es. classe: alcoli; sottoclassi: glicoli) dei derivati alchilici alogenati od ossigenati e relative caratteristiche strutturali Regole di nomenclatura IUPAC Proprietà fisiche delle varie classi di derivati alchilici alogenati od ossigenati Meccanismi di reazione: sostituzione nucleofila, eliminazione Esempi di reazioni caratteristiche dei composti studiati Catalizzatori necessari nelle reazioni studiate Comportamento acido-basico degli alcoli Isomeria di catena e di posizione CAPITOLO C4 – Chimica organica: stereoisomeria ottica Abilità Classifica una molecola come simmetrica o asimmetrica, chirale o achirale Coglie la relazione tra la struttura degli stereoisomeri e la loro nomenclatura Indicatori 1. 2. Formula ipotesi sulle proprietà degli stereoisomeri in base alla loro struttura 3. 4. 5. 6. 7. 7 Individua la presenza o assenza di uno o più elementi di simmetria in una molecola Individua la presenza o assenza di chiralità di un atomo di carbonio in base al numero e al tipo di sostituenti Sa rappresentare una molecola con le proiezioni di Fischer Sa assegnare ai sostituenti di un atomo di carbonio la priorità CIP Sa assegnare il nome a uno stereoisomero, nota la formula, secondo la convenzione relativa o assoluta Comprende i fattori che influenzano la presenza o l’assenza di attività ottica, il valore del potere rotatorio e del potere rotatorio specifico Sa prevedere la presenza o l’assenza di attività ottica in base alla struttura del composto Contenuti Definizione di simmetria e chiralità Elementi di simmetria Condizioni di chiralità di un atomo di carbonio Regole di costruzione delle proiezioni di Fischer Criteri di priorità CIP Convenzione di Fischer-Rosanoff Convenzione R, S Componenti, funzionamento e uso del polarimetro Concetti di attività ottica, potere rotatorio, potere rotatorio specifico, racemo, forma meso, enantiomeri e diasteroisomeri 8. Novembre Sa prevedere il valore del potere rotatorio specifico di un enantiomero noto quello dell’altro CAPITOLO C5 – Chimica organica: dalle aldeidi agli eterocicli Abilità Indicatori Classifica i composti studiati Coglie la relazione tra la struttura dei composti 2. studiati e la loro nomenclatura 3. Formula ipotesi, risolve problemi e trae 4. conclusioni sulle proprietà fisiche e chimiche dei composti studiati 5. Formula ipotesi sul numero e sulla struttura dei 6. possibili isomeri dei composti studiati 1. 7. Dicembre Collega nome o formula dei composti studiati alla classe e sottoclasse di appartenenza Sa assegnare il nome comune o IUPAC ai composti studiati, nota la formula Sa scrivere la formula di composti studiati, noto il nome comune o IUPAC Sa prevedere le proprietà fisiche dei composti studiati, noto il nome o la formula Descrive e rappresenta le reazioni delle varie classi di composti studiati Sa prevedere i prodotti di una reazione analoga a quelle studiate e ne scrive la formula Sa prevedere possibile esistenza, numero e struttura degli isomeri di catena, di posizione e di gruppo funzionale dei composti studiati Contenuti Classi (composti carbonilici, acilici, amminici o eterociclici) e sottoclassi (es. classe: composti carbolici; sottoclassi: aldeidi e chetoni) e relative caratteristiche strutturali Nomi comuni dei composti carbonilici e acilici Regole di nomenclatura IUPAC Proprietà fisiche dei composti carbonilici, acilici, amminici o eterociclici Meccanismi di reazione: addizione nucleofila, sostituzione nucleofila acilica Esempi di reazioni caratteristiche dei composti studiati (es. reazioni acidobase, reazioni di ossido-riduzione ecc.) Catalizzatori necessari nelle reazioni studiate Isomeria di catena, di posizione e di gruppo funzionale CAPITOLO C6 – Chimica dei materiali Abilità Indicatori Collega i materiali studiati alle classi e sottoclassi di appartenenza Rappresenta una reazione di polimerizzazione, noti i reagenti Collega l’uso di un particolare attivatore al suo ruolo e al Coglie le relazioni tra processo produttivo, meccanismo di poliaddizione seguito dalla reazione struttura, proprietà dei materiali e loro utilizzo 4. Riconosce la stereochimica del polimero di addizione e la collega alla presenza o assenza di catalizzatori specifici Formula ipotesi, risolve problemi e trae 5. Collega un materiale o una classe di materiali alle sue proprietà e conclusioni sul processo produttivo, sulla queste ultime agli utilizzi struttura, sulle proprietà dei materiali e sul loro 6. Sa prevedere la struttura dei prodotti di una reazione di utilizzo polimerizzazione in base ai reagenti o viceversa 7. Sa prevedere la stereochimica del polimero di addizione in base Sa prevedere opportunità e potenziali rischi alla presenza o assenza di catalizzatori stereoselettivi dell’uso di determinati materiali 8. Collega le caratteristiche chimiche e fisiche dei polimeri sintetici al loro impatto ambientale 9. Collega l’avanzamento tecnologico che le leghe metalliche hanno consentito nella storia alle loro proprietà 10. Distingue le applicazioni tradizionali dei materiali da quelle tecnologicamente più avanzate Gennaio 11. Collega la struttura dei nanomateriali ai possibili rischi del loro utilizzo per la salute umana Classifica i materiali studiati 1. 2. 3. CAPITOLO B1 – Biochimica: le biomolecole 8 Contenuti Esempi di materiali, classi (materiali polimerici, metallici, strutturali, per le nuove tecnologie, nanomateriali e biomateriali) e sottoclassi (es. classe: leghe metalliche; sottoclassi: leghe ferrose, leghe non ferrose) Meccanismi e intermedi di polimerizzazione: poliaddizione radicalica, poliaddizione anionica, poliaddizione cationica, policondensazione Ruolo degli attivatori delle reazioni di poliaddizione Stereoisomeri dei polimeri di poliaddizione Ruolo dei catalizzatori nella stereoselettività delle reazioni di poliaddizione Composizione, struttura, proprietà e usi dei materiali studiati Concetto di biodegradabilità e distinzione tra materiali biodegradabili e non Vantaggi delle leghe metalliche rispetto ai metalli costituenti puri Composizione e proprietà di vetro alla calce-soda e al borosilicato Composizione e proprietà di ceramica, corindone ed aerogel Concetti di conduttore, isolante, semiconduttore, superconduttore, materiale luminescente, fluorescente, fosforescente, diamagnetico, paramagnetico, ferromagnetico e composito Natura e metodi di preparazione dei nanomateriali, esempi e applicazioni Natura dei biomateriali, esempi e applicazioni Abilità Classifica i carboidrati Classifica i lipidi Indicatori 1. 2. 3. Classifica amminoacidi e proteine 4. Classifica nucleotidi e acidi nucleici Coglie la relazione tra la struttura degli isomeri delle biomolecole e la loro nomenclatura 5. 6. Distingue gli stereoisomeri utilizzati dai sistemi viventi 7. 8. Collega la struttura delle biomolecole alla loro reattività inter- o intra- molecolare 9. Collega la struttura delle biomolecole alle proprietà fisiche Collega composizione e struttura delle biomolecole alla loro funzione biologica 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 9 Distingue monosaccaridi e polisaccaridi Distingue i monosaccaridi in base al gruppo funzionale e al numero di atomi di carbonio Distingue i disaccaridi in base ai monomeri costituenti e al loro legame Distingue i polisaccaridi in base al monomero costituente, al tipo di legami tra i monomeri, alla struttura lineare o ramificata, all’organismo produttore Distingue i lipidi in base alla struttura Distingue la classe di un amminoacido in base alla struttura della catena laterale Classifica le proteine in base alla composizione e alla struttura Distingue i nucleotidi in base a zucchero, numero di gruppi fosfato e basi azotate costituenti Distingue gli acidi nucleici in base ai nucleotidi costituenti e alla struttura Data la proiezione di Fischer, riconosce gli isomeri D ed L di monosaccaridi e amminoacidi Data la proiezione di Haworth, distingue gli anomeri α e β dei monosaccaridi in forma ciclica Data la formula di struttura, riconosce α-amminoacidi, β-amminoacidi ecc. Riconosce gli stereoisomeri di monosaccaridi e amminoacidi utilizzati e quelli non utilizzati dai sistemi viventi Collega la presenza di un gruppo carbonilico e di più gruppi alcolici nei monosaccaridi a struttura lineare a 5 o 6 atomi di carbonio alla possibilità di ciclizzazione per formazione di un gruppo emiacetalico o emichetalico per reazione intramolecolare Collega la presenza di un gruppo emiacetalico o emichetalico di un monosaccaride ciclico e di più gruppi OH di un altro alla possibilità di reazione intermolecolare per formare oligosaccaridi o polisaccaridi Collega la presenza di insaturazioni nei grassi alla possibilità di subire un’idrogenazione Collega l’eventuale presenza di un gruppo estere nei lipidi alla possibilità di subire la reazione di saponificazione Collega l’eventuale presenza di gruppi idrofili nei lipidi alle proprietà anfifiliche Collega la presenza di almeno un gruppo carbossilico e di almeno un gruppo amminico negli amminoacidi e nei loro polimeri all’esistenza di un punto isoelettrico specifico per ognuno Collega la presenza di gruppi carbossilici e amminici negli amminoacidi alla possibilità che si formi il legame peptidico per condensazione Collega la struttura del legame peptidico alla possibilità che esso Contenuti Definizione, formula minima e classi dei carboidrati (monosaccaridi, oligosaccaridi, polisaccaridi) Struttura ed esempi di monosaccaridi aldosi e chetosi, triosi, tetrosi, pentosi ed esosi Struttura ed esempi di disaccaridi naturali Struttura, funzioni e organismo produttore dei polimeri naturali del glucosio Struttura, esempi e funzioni delle classi (saponificabili e insaponificabili) e sottoclassi (trigliceridi, fosfolipidi ecc.) di lipidi Struttura e classi (acidi, basici, idrofili neutri, idrofobi) di amminoacidi Classificazione delle proteine in base alla composizione (semplici, coniugate) e alla forma (fibrose, globulari) Composizione e struttura di ribonucleosidi, ribonucleotidi, deossiribonucleosidi, deossiribonucleotidi Composizione e struttura secondaria di DNA ed RNA Proiezioni di Fischer di monosaccaridi e amminoacidi e caratteristiche della serie D ed L Proiezioni di Haworth dei monosaccaridi e definizione di anomeri α e β Struttura degli α-amminoacidi, β-amminoacidi ecc. Stereospecificità del metabolismo degli esseri viventi: presenza dei soli amminoacidi della serie L (eccetto nei batteri) e dei monosaccaridi della serie D; specificità degli enzimi digestivi di organismi diversi di scindere i diversi legami O-glicosidici Reazione di ciclizzazione dei monosaccaridi: rappresentazione, condizioni ed equilibrio Reazione di polimerizzazione dei carboidrati: rappresentazione e tipi di legami generati Reazione di idrogenazione: rappresentazione; struttura e stato fisico dei prodotti; uso industriale della reazione Reazione di saponificazione: rappresentazione; struttura e proprietà dei saponi Concetto di sostanza anfifilica ed esempi di lipidi anfifilici Concetto di punto isoelettrico e sua applicazione ad amminoacidi e loro polimeri Reazione di condensazione per la formazione del legame peptidico: rappresentazione e caratteristiche del prodotto Struttura secondaria, terziaria e quaternaria delle proteine: definizioni e legami stabilizzanti Struttura dei nucleotidi e loro polimeri, carica netta e comportamento acido-base Reazione di condensazione per la formazione del legame fosfodiestere: rappresentazione e caratteristiche del prodotto Distinzione tra oli e grassi a livello di stato fisico (macroscopico) e struttura chimica (microscopico) Funzioni (energetica o strutturale) dei diversi tipi di carboidrati Funzioni (energetica, strutturale, di regolazione/segnalazione, di cofattore, 22. 23. 24. 25. 26. 27. Febbraio 28. stabilizzi per formazione di legami idrogeno intramolecolari la struttura secondaria delle proteine Collega le caratteristiche chimiche delle catene laterali alla possibilità che esse formino tra loro vari tipi di legami che stabilizzano la struttura terziaria (se intramolecolari) e quaternaria (se intermolecolari) delle proteine Collega la presenza dei gruppi fosfato nei nucleotidi e nei loro polimeri alle proprietà acide e alla carica elettrica netta della molecola Collega la presenza di gruppi fosfato all’estremità 5´ e dei gruppi OH all’estremità 3´ dei nucleotidi alla possibilità che si formi il legame fosfodiestere Collega lo stato fisico liquido o solido, in condizioni ambiente, dei trigliceridi alla presenza o assenza di doppi legami negli acidi grassi Collega composizione e struttura dei carboidrati alla loro funzione biologica Collega composizione e struttura dei lipidi alla loro funzione biologica Collega composizione e struttura delle proteine alla loro funzione biologica di tensioattivi) dei diversi tipi di lipidi Funzioni (strutturale, catalitica, contrattile, di trasporto, di difesa, di riserva, di regolazione/segnalazione) dei diversi tipi di proteine CAPITOLO B2 – Biochimica: l’energia e gli enzimi Abilità Classifica le vie metaboliche Classifica le reazioni in base agli aspetti termodinamici Classifica i catalizzatori Classifica le molecole che regolano l’attività enzimatica Applica correttamente il principio dell’accoppiamento energetico Collega struttura e funzione degli enzimi Indicatori 1. Distingue le vie cataboliche dalle vie anaboliche confrontando la complessità di reagenti e prodotti 2. Distingue reazioni esoergoniche e spontanee da reazioni endoergoniche e non spontanee in base alla differenza di energia libera tra prodotti e reagenti o al grafico dell’energia libera in funzione della coordinata di reazione 3. Distingue i catalizzatori biologici da quelli non biologici in base alle loro peculiarità 4. Distingue i catalizzatori biologici in base alla loro composizione 5. Distingue i regolatori in base al tipo di azione (positiva o negativa) sull’attività enzimatica, alla forza e al sito di legame con l’enzima 6. Distingue cofattori inorganici e organici (coenzimi) 7. Collega l’idrolisi di ATP a processi endoergonici e la sintesi di ATP a processi esoergonici 8. Mette in relazione gli effetti della catalisi con i modelli esplicativi correnti 9. Collega la struttura (allosterica o meno) di un enzima alla relazione tra la velocità di reazione e la concentrazione del substrato 10. Collega la composizione degli enzimi agli effetti dei fattori fisici e chimici sull’attività enzimatica Contenuti 10 Concetti di complessità delle molecole organiche, di anabolismo e di catabolismo Principi della termodinamica; concetti di entalpia, entropia ed energia libera; definizioni di reazione esoergonica, endoergonica, spontanea e non spontanea; l’esempio dell’ATP: composizione, struttura, funzione, aspetti termodinamici della sintesi (endoergonica) e dell’idrolisi (esoergonica) Caratteristiche dei catalizzatori biologici: specificità per una data reazione e per un certo substrato o gruppo di substrati (anche stereospecificità); possibilità di modifica dell’attività catalitica attraverso variazione delle condizioni fisiche (temperatura, pH) e chimiche (inibitori, attivatori, modifiche chimiche) Caratteristiche di enzimi e ribozimi Definizioni di attivatori e inibitori enzimatici, inibitori reversibili e non reversibili, competitivi e non competitivi Definizione ed esempi di cofattori inorganici e organici (coenzimi) Concetto e funzione biologica dell’accoppiamento energetico Concetto di intermedio dello stato di transizione, definizione di energia di attivazione, modello di catalisi (abbassamento dell’energia di attivazione), effetti cinetici della catalisi, meccanismi della catalisi enzimatica (modello dell’adattamento indotto, tipi di interazioni tra enzima e substrati) Forma del grafico di variazione della velocità di reazione in funzione della concentrazione del substrato per gli enzimi allosterici (sigmoide) e non Marzo (iperbolica) Effetti del pH, della temperatura, delle fosforilazioni reversibili e dell’interazione con attivatori e inibitori enzimatici sulla forma e quindi sulla funzione degli enzimi CAPITOLO B 3 - Biovchimica: il metabolismo energetico Abilità Indicatori Classifica le vie metaboliche studiate 1. Classifica le reazioni come esoergoniche o endoergoniche in base all’accoppiamento energetico 2. 3. Collega un processo metabolico alla sua localizzazione Collega le trasformazioni di materia alle trasformazioni di energia Formula ipotesi sul possibile destino di un metabolita 4. 5. 6. Classifica le reazioni del catabolismo del glucosio (fosforilazionedefosforilazione isomerizzazione, lisi, ossido-riduzione, disidratazione) Classifica le vie metaboliche studiate come cataboliche, anaboliche o anfiboliche Classifica come reazioni endoergoniche quelle accoppiate all’idrolisi di nucleotidi trifosfato e/o all’ossidazione di NADH e + come esoergoniche quelle accoppiate alla riduzione di NAD e/o alla sintesi di nucleotidi trifosfato Collega le diverse fasi del catabolismo del glucosio alla loro localizzazione cellulare Collega le diverse fasi del catabolismo del glucosio al meccanismo con cui viene immagazzinata l’energia chimica Sa prevedere, in base alle condizioni, la/e via/e metabolica/che prevalente/i di un determinato metabolita Contenuti Marzo Descrizione delle reazioni (in sequenza) caratteristiche della glicolisi, della fermentazione e del ciclo di Krebs Reagenti, prodotti e tappe chiave di altre vie metaboliche importanti (via del pentoso fosfato, gluconeogenesi, glicogenolisi, glicogenosintesi, β-ossidazione degli acidi grassi, transaminazione e deaminazione ossidativa degli amminoacidi) Concetto di “attivazione” di un substrato: l’esempio della glicolisi (reazioni di fase esoergonica ed endoergonica) e della glicogenosintesi (attivazione del glucosio a spese di UTP) Localizzazione cellulare delle diverse fasi del catabolismo del glucosio (glicolisi, decarbossilazione ossidativa del piruvato, ciclo di Krebs, fosforilazione ossidativa) Caratteristiche dei trasportatori di elettroni: vitamine da cui derivano, modifiche subite (forma ossidata e forma ridotta), fasi del metabolismo in cui sono coinvolti, corrispondenza tra tipo di trasportatore di elettroni e numero di molecole di ATP sintetizzate Concetti di gradiente elettrico, gradiente chimico e gradiente elettrochimico; reazioni associate alla fosforilazione diretta dell’ADP o del GDP; fosforilazione ossidativa: catena respiratoria e chemiosmosi; bilancio energetico del catabolismo del glucosio e delle sue diverse fasi in condizioni aerobiche e anaerobiche Possibili destini del glucosio, degli amminoacidi, del piruvato, dell’acetilCoA Condizioni che influenzano il prevalere di una via metabolica sull’altra: aerobiosi/anaerobiosi; regolazione enzimatica da parte di ormoni + (insulina/glucagone) e metaboliti intermedi (ATP/ADP, NAD /NADH, citrato); vie metaboliche specifiche di determinati organi (es. ciclo di Cori e sintesi di colesterolo nel fegato; fermentazione lattica nei muscoli) od organismi (es. animali ammoniotelici, uricotelici e ureotelici; fermentazione lattica nei lattobacilli, alcolica nei lieviti) CAPITOLO B4 – Biochimica: la fotosintesi, energia dalla luce Abilità Classifica le vie metaboliche studiate Collega un processo metabolico alla sua localizzazione nel tempo e nello spazio Collega le trasformazioni di materia e le trasformazioni di energia 11 Indicatori 1. 2. 3. Classifica la fotosintesi come una via anabolica che determina riduzione del carbonio Classifica la fotosintesi in base alla molecola ossidata (donatrice di elettroni) Collega le diverse fasi della fotosintesi alla loro localizzazione nel Contenuti Reagenti e prodotti della fotosintesi: equazione complessiva Caratteristiche della fotosintesi ossigenica e anossigenica Localizzazione cellulare delle fasi della fotosintesi Localizzazione nel tempo delle fasi della fotosintesi Concetto di fotorespirazione; confronto tra la resa della fotosintesi e quella Formula ipotesi sul possibile destino di un metabolita 4. 5. 6. Aprile tempo e nello spazio Confronta il meccanismo della fotosintesi nelle piante C4 e CAM con quello presente nelle piante C3 e correla gli adattamenti presenti in tali organismi con le condizioni ambientali Collega le diverse fasi della fotosintesi alle trasformazioni di energia e al meccanismo con cui essa viene immagazzinata Sa prevedere, in base alle condizioni, la/e via/e metabolica/che prevalente/i di un determinato metabolita della fotorespirazione; fattori che influenzano la prevalenza della fotosintesi o della fotorespirazione; funzione dell’enzima PEP carbossilasi nelle piante C4 e CAM; meccanismi utilizzati dalle piante C4 e CAM per limitare la fotorespirazione Reazioni della fase luminosa: ossidazione della clorofilla per assorbimento di fotoni, fotolisi dell’acqua, trasporto di elettroni, creazione del gradiente elettrochimico transmembrana, sintesi di ATP attraverso la + fotofosforilazione, riduzione del NADP ; reazioni chiave del ciclo di Calvin: tappa di fissazione del carbonio, tappa di riduzione del carbonio (e + ossidazione di NADPH + H ), tappe di fosforilazione a spese di ATP Possibili destini della gliceraldeide 3-fosfato B Le applicazioni dei processi biologici (30 ore) CAPITOLO B5 – Biotecnologie: i geni e la loro regolazione Abilità Indicatori Classifica l’RNA 1. Classifica i geni 2. 3. Classifica i regolatori trascrizionali 4. Confronta i meccanismi di regolazione genica negli eucarioti e nei procarioti Collega ogni processo studiato all’effetto determinato 5. 6. 7. 8. Aprile Classifica i diversi tipi di RNA in base alle diverse funzioni fisiologiche svolte Classifica i geni in base alle diverse condizioni di espressione Classifica i regolatori trascrizionali in base alla composizione, alla struttura e alla funzione Elenca, descrive e confronta i diversi meccanismi per l’espressione contemporanea dei geni nei procarioti e negli eucarioti Elenca, descrive e confronta i diversi meccanismi di regolazione genica nei procarioti e negli eucarioti Collega il fenomeno dello splicing alternativo alla necessità di aumentare la varietà dei prodotti genici senza aumentare la complessità del genoma Collega i fenomeni dell’acetilazione degli istoni, della demetilazione di istoni e DNA, dell’azione degli attivatori trascrizionali e dell’amplificazione genica alla necessità di aumentare la quantità di trascritto prodotto Collega i fenomeni della metilazione del DNA e degli istoni, dell’azione degli inibitori trascrizionali, della degradazione dell’mRNA o delle proteine alla necessità di ridurre la quantità di prodotto genico Contenuti Classificazione degli RNA in codificanti (mRNA) e non codificanti; esempi di RNA non codificanti e loro ruoli fisiologici Definizioni ed esempi di geni costitutivi e di geni a espressione regolata Definizione, struttura e funzioni dei regolatori in cis: promotori, operatori, terminatori, CAAT box e GC box; enhancer Definizione, funzioni ed esempi di regolatori in trans: attivatori trascrizionali, repressori trascrizionali e fattori di specificità Motivi strutturali di legame al DNA: elica-ripiegamento-elica; zinc finger; omeodominio Procarioti: RNA policistronico e organizzazione delle unità trascrizionali in operoni; eucarioti: presenza nel promotore o in sua prossimità di sequenze di regolazione che legano lo stesso fattore di trascrizione (es. SRE) Regolazione della trascrizione nei procarioti: struttura dell’operone ed esempi di sistema inducibile (operone lac) e di sistema reprimibile (operone trp) Regolazione pre-trascrizionale negli eucarioti: modifiche epigenetiche di DNA e istoni; regolazione trascrizionale negli eucarioti: esempi di regolatori della trascrizione in cis e in trans; regolazione post-trascrizionale negli eucarioti: maturazione dell’mRNA, degradazione dell’mRNA da parte di miRNA e siRNA, degradazione delle proteine per ubiquitinazione e digestione da parte del proteasoma Meccanismo dello splicing alternativo CAPITOLO B6 – Biotecnologie: dai virus al DNA ricombinante Abilità Classifica i virus Confronta i meccanismi di regolazione genica di diversi tipi di virus Confronta i meccanismi di trasferimento genico 12 Indicatori 1. 2. Classifica i virus in base all’organismo ospite, alla composizione del genoma e al ciclo riproduttivo Elenca, descrive e confronta i diversi meccanismi di regolazione genica nei virus Contenuti Caratteristiche strutturali e distinzione tra ciclo litico e lisogeno dei batteriofagi Distinzione tra virus animali a DNA e a RNA Ciclo riproduttivo dei virus a RNA non retrovirali (es. virus dell’influenza orizzontale Collega le biotecnologie studiate al loro scopo Ipotizza il risultato di un’analisi biotecnologica 3. Elenca, descrive e confronta i meccanismi di trasferimento genico orizzontale Collega la tecnica dell’elettroforesi su gel alle sue possibili applicazioni Collega il ruolo biologico degli enzimi con i loro possibili utilizzi biotecnologici Collega tipi diversi di vettori ai loro possibili usi Confronta le biotecnologie che consentono l’amplificazione del DNA di interesse Distingue tra biotecnologie di analisi del DNA e biotecnologie di analisi dell’espressione genica Considerando la descrizione del contesto e osservando la foto o il disegno di un’analisi biotecnologica tra quelle studiate, sa prevederne il risultato 4. 5. 6. 7. 8. 9. Maggio umana) e dei retrovirus (es. HIV) Cascata di eventi regolativi (fase precoce e fase tardiva) del ciclo litico dei fagi Fattori trascrizionali e condizioni ambientali che determinano la prevalenza del ciclo litico o lisogeno dei fagi temperati Fattori di trascrizione del virus HIV (Tat e Rev) e loro funzioni La trasformazione; i plasmidi e la coniugazione; la trasduzione generalizzata e specializzata; i trasposoni Elettroforesi su gel di agarosio e poliacrilammide; applicazione della tecnica alla separazione degli acidi nucleici e delle proteine (SDS-PAGE) Funzione biologica e usi biotecnologici degli enzimi di restrizione, della ligasi, della DNA polimerasi e della trascrittasi inversa Vettori plasmidici, virali e retrovirali; vettori di clonaggio e vettori di espressione Il clonaggio e la PCR Biotecnologie di analisi del DNA: Southern blotting, PCR, sequenziamento (metodo Sanger e moderni sequenziatori), costruzione di librerie genomiche e ibridazione dei cloni con sonde marcate Biotecnologie di analisi dell’espressione genica: Northern blotting, microarray, Western blotting, esempi di analisi proteomiche ad alta risoluzione Principio alla base della separazione degli acidi nucleici e delle proteine durante la corsa elettroforetica Principi alla base del blotting e delle tecniche di rivelazione (intercalanti fluorescenti agli UV, ibridazione con sonde, marcatura radioattiva o fluorescente, rivelazione immunologica) CAPITOLO B7 – Biotecnologie: le applicazioni Abilità Classifica gli OGM Classifica le cellule staminali Distingue clonaggio e clonazione Ipotizza la biotecnologia da applicare in base al risultato che si intende ottenere Analizza in modo critico potenzialità e problemi delle biotecnologie studiate Indicatori 1. 2. 3. 4. 5. Classifica gli OGM in transgenici, knock-out ed “editati” Classifica le cellule staminali sulla base delle potenzialità e dell’origine Sa citare analogie e differenze tra clonaggio e clonazione Sa descrivere la tecnica da applicare per ottenere un determinato prodotto Sa citare, in merito alle biotecnologie studiate, esempi di potenzialità e di problemi Contenuti Maggio 13 Definizioni di organismi transgenici, knock-out ed “editati” Concetti di totipotenza, pluripotenza, multipotenza e unipotenza; origine delle cellule staminali embrionali, somatiche e pluripotenti indotte Definizioni di clonaggio e clonazione Tecnica di produzione di piante transgeniche, utilizzando Agrobacterium tumefaciens e il plasmide Ti ricombinante Tecnica di produzione degli anticorpi monoclonali, utilizzando gli ibridomi Tecnica di produzione delle cellule staminali indotte, utilizzando vettori di espressione contenenti geni caratteristici delle cellule staminali embrionali Tecnica di clonazione per trasferimento di nucleo da cellule somatiche adulte a cellule uovo anucleate Tecnica di produzione di chimere e, da esse, di animali transgenici Tecnica di produzione di topi knock-out, attraverso ricombinazione omologa tra la versione attiva endogena e una inattiva esogena del gene d’interesse Tecnica di editing del genoma, attraverso il sistema CRISP/Cas9 Esempi di casi reali a cui sono state applicate le biotecnologie 1. I modelli della tettonica globale Unità 6 la deformazione delle rocce e l'attività sismica 1 . Le deformazioni delle rocce 2. I terremoti e le onde sismiche 3. La misura e gli effetti dei terremoti 4. Il rischio sismico e la previsione dei terremoti 5. L'interno della Terra 6. Origine della Terra e del calore terrestre 14 agroalimentari (produzione di Golden Rice e piante Bt), per l’ambiente e l’industria (biorisanamento dello sversamento di petrolio della Exxon Valdez; produzione di biofiltri, biosensori, biopile, biocombustibili e compost), biomediche e farmaceutiche (produzione di farmaci da organismi transgenici; uso degli anticorpi monoclonali nella microscopia a immunofluorescenza, nell’immunizzazione passiva, nell’immunoprofilassi da MEFN e nell’immunoscintigrafia; terapia genica di ADA-SCID e LPLD; uso di cellule staminali nella medicina rigenerativa; clonazione di specie pregiate o a rischio di estinzione; produzione di knock-out quali modelli animali di determinate patologie) Esempi di possibili problemi delle biotecnologie studiate (possibili rischi per la salute umana dell’uso di vettori virali e retrovirali, problemi etici della produzione di OGM, della clonazione e dell’uso delle cellule staminali) C . Il pianeta Terra come sistema integrato (50 h) Processi e modelli delle Scienze della Terra - DeAgostini Comprendere che le rocce sono soggette a forze e stress Riconosce e stabilisce relazioni tra i concetti deformativi che producono delle evidenze sulle strutture della * roccia a scala diversa (mega, micro) Effettua connessioni logiche Analizzare le forze che provocano le deformazioni e i fattori che le * controllano * Applicale conoscenze acquisite nella costruzione di modelli esplicativi Descrivere i prodotti e le forme delle deformazioni Interpretare i terremoti come effetti di un particolare tipo di * Comunica in forma orale e scritta utilizzando il linguaggio scientifico deformazione Descrivere i prodotti di deformazioni sismogenetiche * Riconosce e descrive strutture e fenomeni/formula ipotesi in base ai dati Comprendere e descrivere il modello di genesi di un terremoto forniti Descrivere le diverse modalità attraverso le quali l'energia accumulata durante la deformazioni si sprigiona e si propaga Comprendere i criteri che permettono di misurare l'energia * rilasciata da un terremoto e i suoi effetti Confrontare le diverse scale di misura dei terremoti spiegandone la logica sottesa e i criteri di comparabilità Leggere una mappa di intensità sismica Spiegare che cosa si intende per rischio sismico Distinguere tra previsione deterministica e probabilistica di un fenomeno sismico, valutandone criteri di applicabilità e affidabilità Distinguere tra previsione e protezione sismica Descrivere la struttura a gusci della Terra Interpretare il modello della propagazione delle onde sismiche e spiegare la variazione di velocità Comunicare le caratteristiche e la composizione della crosta terrestre, del mantello e del nucleo Formulare il principio dell'Isostasia Spiegare i processi della subsidenza e della compensazione isostatica Trae informazioni dalla letteratura scientifica Cap. 7 La tettonica delle placche: una teoria unificante 1. La deriva dei continenti e la teoria della tettonica delle placche 2. I margini divergenti 3. I margini convergenti 4. I margini trasformi e l'evoluzione della litosfera 5. L'orogenesi e le regioni continentali stabili 6. I punti caldi, i pennacchi e le forze che muovono le placche 7. L'evoluzione dei continenti e la formazione dell'Italia Unità 5: L'attività vulcanica 1. Le eruzioni vulcaniche 2. Tipi di eruzioni ed edifici vulcanici 3. L'attività vulcanica in Italia Descrivere le fasi che hanno portato alla genesi del pianeta e alla sua zonazione Comprendere i meccanismi fisici che sono stati alla base dell'origine del calore terrestre Collegare il dinamismo terrestre al disequilibrio termodinamico Descrivere i meccanismi a sostegno delle teorie interpretative. Correlare le zone di alta sismicità e di vulcanismo ai margini delle placche. Distinguere i margini continentali passivi da quelli trasformi. Distinguere la crosta continentale da quella oceanica. Descrivere le principali strutture della crosta continentale, come cratoni e tavolati, e il concetto di isostasia. Descrivere le principali strutture della crosta oceanica: margini continentali attivi e passivi, bacini oceanici profondi, dorsali oceaniche, sedimenti dei fondi oceanici. Enunciare la teoria dell'espansione dei fondi oceanici Analizzare il fenomeno del magnetismo terrestre e delle inversioni geomagnatiche Descrivere le anomalie magnetiche e interpretare il modello delle inversioni di polarità dei fondi oceanici Descrivere il processo orogenetico legato alla subduzione di litosfera oceanica o alla collisione tra placche continentali. Spiegare l'origine dei punti caldi Analizzare l'ipotesi dei superpennacchi e il loro modello Interpretare il modello della convezione nel mantello e delle forze che muovono le placche Analizzare gli schemi dell'evoluzione dei continenti Comprendere l'evoluzione della regione mediterranea dal Triassico all'Oligocene e la formazione dell'Italia Conoscere la composizione del magma e le sue caratteristiche chimico - fisiche e classificarlo in base al contenuto in silice Spiegare le cause della genesi primaria e secondaria del magma e le cause della sua risalita Classificare e confrontare i meccanismi delle eruzioni effusive ed esplosive Riconoscere e descrivere i prodotti dell'attività vulcanica Riconoscere e descrivere i diversi stili ed apparati vulcanici Conoscere l'attività vulcanica del territorio italiano nel contesto tettonico globale Comprendere le differenze nei meccanismi e nel tipo di magma e di attività dei principali vulcani italiani correlandoli al relativo rischio * E' in grado di scegliere e utilizzare modelli esistenti appropriati per descrivere situazioni geologiche reali. Organizzazione oraria dei moduli Moduli 15 Totale ore Scansione settimanale A. Il binomio struttura/funzione nella chimica organica e biologica. Biochimica e metabolismi B. Le applicazioni dei processi biologici C . Il pianeta Terra come sistema integrato 75 ore 40 ore 50 ore 3 ore settimanali a quadrimestre 2 ore settimanali II quadrimestre STRUMENTI DI LAVORO Libri di testo: Sadava et al, S Il carbonio, gli enzimi, il DNA _ chimica organica e dei materiali, biochimica e biotecnologie. Zanichelli, Bologna 2016 G. LONGHI Processi e modelli di Scienze della Terra Edizione BLU Volume unico + Libro digitale B3 METODOLOGIA – ATTIVITÀ INTEGRATIVE Nelle IN, le linee generali per la progettazione delle discipline scientifiche prevedono per il triennio (II biennio e quinto anno) un approccio maggiormente attento alle leggi, ai modelli, e all’approfondimento dei contenuti disciplinari – anche in chiave orientativa – e all’acquisizione di strumenti culturali e metodologici necessari ad una comprensione approfondita della realtà. Il richiamo è costantemente teso al dialogo tra le discipline dello stesso ambito disciplinare e tra i diversi ambiti. E' previsto lo svolgimento di un progetto laboratoriale incluso nel Piano nazionale Lauree Scientifiche (PNLS - Chimica): attività laboratoriale a scuola e nei laboratori didattici del dipartimento di Chimica sul tema "Estrazione del DNA e sua caratterizzazione". Periodo: febbraio 2017. B4 VERIFICA E VALUTAZIONE La valutazione periodica degli apprendimenti nelle classi degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado è regolata da: C.M. n. 94 del 18 ottobre 2011; C.M. n. 89 del 18 ottobre 2012; C.M. n. 52 del 7 ottobre 2013; Nota MIUR del 26 novembre 2014. Dalla normativa risulta che: 1. le Scienze naturali nel liceo scientifico opzione scienze applicate sono materie soggette a valutazione orale e scritta; 2. la valutazione è espressione dell'autonomia professionale del docente che adotta modalità e forme di verifica ritenute funzionali all'accertamento dei risultati di apprendimento; comunque concertate in sede di programmazione di indirizzo, di dipartimento, di classe e rispondenti ai criteri espressi nel piano dell'offerta formativa dell'istituto, documenti di programmazione a cui si rimanda. 3. il voto unico, anche negli scrutini intermedi, si fonda su una pluralità di prove riconducibili a diverse tipologie, coerenti con le strategie metodologico - didattiche adottate; 4. le scienze naturali nel liceo opzione scienze applicate sono oggetto di verifica nella seconda prova scritta nazionale dell'esame di Stato conclusivo. B5 ATTIVITA’ DI RECUPERO Per quanto riguarda le attività di recupero formali queste saranno attuate secondo le disposizioni del Collegio docenti. Per ogni disciplina è prevista un’attività di recupero antimeridiana, curricolare, all’interno del 20% del monte ore settimanale. Altre tipologie di sostegno – recupero prevedono il lavoro autonomo guidato. Chioggia, ottobre 2016 La docente, Roberta Predonzan 16