«IL PADRE VOSTRO SA DI CHE AVETE BISOGNO» (Mt 6,8b)
ESSERE CONOSCIUTI E RICONOSCIUTI DA DIO, SECONDO GESÙ
Prof. Claudio DOGLIO
«Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno» (Mt 6,8b)
- Unità redazionale (Mt 6,1-18) incentrata sul PN (6,9-13)
- tre esempi: elemosina (6,2-4), preghiera (6,5-6), digiuno (6,16-18)
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« Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole.
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Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora
che gliele chiediate. 9Voi dunque pregate così …»
- rispetto all’esibizionismo dei farisei, nei confronti della prassi religiosa in genere
- in entrambi i casi l’elemento decisivo è la relazione con il Padre
Il mistero dell’Abbà
- Gesù si rivolgeva a Dio chiamandolo Padre e così insegna a fare ai suoi discepoli
- non è una novità il fatto di dare a Dio il titolo di padre
- la novità di Gesù sta nel contenuto che attraverso l’appellativo “Abbà” egli esprime
- tale invocazione di Gesù rivela il mistero della sua singolare figliolanza divina
- presenta la sua relazione di fiduciosa obbedienza verso il Padre
- il PN è profondamente cristologico nella sostanza
La conoscenza del Padre e il bisogno dell’uomo
- Gesù rivela il legame affettivo che unisce Dio all’uomo
- da tale scoperta nasce la confidenza nella conoscenza del Padre celeste
- la confidenza filiale costituisce il fondamento di una relazione de-centrata
- l’istintivo atteggiamento degli uomini in genere (ethnikói) nella relazione con Dio
- battaloghéin: ripetere sillabe senza senso, quali astruse formule magiche
- polyloghía: verbosità eccessiva ed accumulo di epiteti divini
- negativa è l’intenzione che accompagna la preghiera
- la preghiera non è accolta perché insistente, ma perché «il Padre sa»
- tale conoscenza è intesa come vincolo affettuoso che si prende cura
- l’insegnamento di Gesù costituisce una rivelazione e una promessa
Il principio fondamentale
- Un altro importante loghion di duplice tradizione (Mt 6,32 // Lc 12,30)
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« Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa
indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa
che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste
cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,31-33)
- la differenza sta ancora nella relazione di fiducia verso il Padre
- l’esortazione evangelica suggerisce un orientamento verso il Regno di Dio
- il v. 32 esprime la causa che motiva e giustifica gli imperativi di Gesù
- Gesù non invita a disprezzare queste cose necessarie
- ma corregge l’atteggiamento istintivo di mettersi al sicuro servendo «mamoná»
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà
all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e mamonà » (Mt 6,24)
- l’intraducibile vocabolo aramaico rimanda a ciò che è stabile e sicuro
- la contrapposizione è fra Dio e ciò che non è Dio
- è necessaria un’autentica relazione di affetto e legame
- l’alternativa a «mamonà» è la solidità di Cristo, come piena fiducia nel Padre
Insistenza sulla conoscenza di Dio
- Uso dei verbi della “conoscenza” – ghinóskō e óida – sostanzialmente sinonimi
- Dio conosce i cuori (Lc 16,15)
- Gesù conosce i pensieri (Lc 5,22; 6,8; 9,47; 11,17; cfr. 7,39)
- Gesù conosce che cosa c’è nell’uomo (Gv 2,24-25; 5,42)
- Gesù conosce i suoi (Gv 6,64; 13,11.18; 21,15-17: «Tu sai tutto, tu sai che ti amo»)
- c’è una conoscenza reciproca fra Gesù e il Padre (Mt 11,27 // Lc 10,22)
- ed anche fra Gesù e “le sue pecore” (Gv 10,14-15.27)
- incombe la minaccia parabolica: «Non vi conosco» (Mt 7,23; 25,12; Lc 13,25.27)
Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli (Lc 10,20)
- Un altro modo per indicare la relazione di conoscenza fra Dio è l’uomo
«19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del
nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi;
rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,19-20)
- al possesso dei beni si contrappone la fiducia nel Padre
- all’euforia seducente della vittoria si oppone la certezza incrollabile dell’essere amati da Dio
- l’immagine deriva da Es 32,32-33 (cfr Sal 68[69],29)
- è stata divulgata attraverso la mentalità apocalittica, come libro della vita
- cfr. Fil 4,3; Ap 3,5; 13,8; 17,8; 20,15; 21,27; Eb 12,23
Il bisogno dell’uomo e la conoscenza del Padre
- La condizione incompleta e limitata dell’uomo è espressa in greco dal termine chréia
- “necessità, mancanza, indigenza”, “vantaggio, utilità”, “servizio, incarico, occupazione”.
- in Mt 6,8 il Padre conosce le cose di cui i figli hanno bisogno
- «di una cosa sola c’è bisogno» (Lc 10,42)
- viene rivelato il bisogno di una prossimità personale, che valorizza i legami interpersonali
- in Mt 6,32 il Padre sa che c’è bisogno di tutte queste cose (necessarie per vivere)
- una sicurezza che vince le preoccupazioni umane
- «Non sono i sani ad aver bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9,12 // Mc 2,17 // Lc 5,31)
- «Il Signore ne ha bisogno!» (Mt 21,3 // Mc 11,3 // Lc 19,31.34)
- … Gesù non ha bisogno (Gv 2,24-25; 16,30)
- l’aggettivo chrēstós: “utile”, ma anche “efficace, favorevole, buono e valido”
- l’ambiguo aggettivo negativo achréios: Mt 25,30 (buono a nulla), Lc 17,10 (senza pretese)
Il punto di forza consiste nell’essere conosciuto
Un ultimo contributo da due affermazioni dell’apostolo Paolo
« Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio;
allora invece vedremo faccia a faccia.
Adesso conosco in modo imperfetto,
ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto» (1Cor 13,12)
«Ma la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica.
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Se qualcuno crede di conoscere qualcosa,
non ha ancora imparato come bisogna conoscere.
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Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto» (1Cor 8,1b-3)
«Io non capisco le tue vie, ma tu sai qual è la via per me – Ich verstehe deine Wege nicht, aber
du weißt den Weg für mich» (Dietrich Bonhoeffer, 1943)