La crociata della Lorenzin contro l`omeopatia

Settemila medicinali a rischio vendita, Omeoinr.
La ministra è cOndizi r
La crociata della Lorenzin contro l 'omeopatia
L'Agenzia del farmaco deve certificare i prodotti, ma ne sono rimasti fuori migliaia. E le aziende rischiano di chiudere
AZZURRA NOEMI BARBUTO
Considerata fino a poco tempo fa una sorta di stregoneria, o una moda, oggi fanno ricorso con soddisfazione
all'omeopatia oltre 8 milioni
di italiani nei casi di malattia
organica, funzionale, acuta e
anche cronica, soprattutto
perché la medicina omeopatica ha il grande vantaggio di
non avere effetti collaterali.
Tuttavia, il pregiudizio permane e resiste non tanto tra i
pazienti, che mostrano sempre maggiore attenzione al loro benessere e alle cure più
naturali e meno aggressive,
quanto all'interno del mondo accademico che, per sua
naturale vocazione, non dovrebbe
essere vincolato
ad assurdi preconcetti, ma che, tuttavia, si mostra recalcitrante ad accettare l'omeopatia per
ciò che è: parte integrante della medicina. Farsi ascoltare abbattendo
ogni tabù che vige
ancora in questa
materia è il compito più difficile a cui fa fronte quotidianamente il cavaliere Giovanni
Gorga, presidente di Omeoimprese, associazione che
riunisce le aziende che operano nel settore dell'omeopatia
e della medicina complementare e non convenzionale. Un
comparto industriale che in
Italia produce oltre 300 milioni di euro l'anno, ponendo il
nostro Paese al terzo posto in
Europa, dopo Francia e Germania, per fatturato. Ma anche in questo campo l'Italia
registra il suo primato tutt'altro che brillante: rispetto agli
altri Stati europei il Bel Paese
risulta essere in forte ritardo
normativo.
FANALI NO
I CODA
L'Italia, inoltre, è fanalino
di coda anche dal punto di vista culturale, perché quimanca del tutto l'educazione all'uso del farmaco omeopatico.
«C'è un grande pregiudizio
nei confronti della medicina
omeopatica ed è proprio questo il fattore che rallenta o
complica le procedure legislative», spiega Gorga. Mentre
in Francia e in Germania l'omeopatia sta all'interno del sistema sanitario nazionale, ossia i medicinali omeopatici
nonché le prestazioni mediche sono pagati dallo Stato, in
Italia chi vuole ricorrere all'omeopatia deve provvedere
da solo alle cure. Queste resistenze, a giudizio del presidente, sono «accademiche» e
non sono altro che un retaggio degli areni del regime fascista, quando l'omeopatia era
considerata una pratica magica, nonostante essa fosse nata proprio nel nostro Paese.
Tuttavia, negli ultimi anni
si è imposto un cambiamento: l'Italia ha dovuto adeguarsi alla normativa Ue in materia di farmaci omeopatici, recependone le direttive, sebbene lo abbia fatto con lentezza.
Nel 2001 l'Ue ha emanato
una direttiva per riordinare il
settore farmaceutico, incluso
quello omeopatico. In virtù
di questa direttiva, recepita
solo nel 2006, il medicinale
omeopatico è un farmaco a
tutti gli effetti. Questo cambiamento di status ha reso necessaria l'attivazione di una serie
di procedure che devono servire a regolamentarne la permanenza dei medicinali omeopatici sul mercato. «In quanto farmaco, il medicinale
omeopatico non può più rimanere in vendita per un'autorizzazione del Ministero
della Salute alla stregua di un
qualsiasi integratore, è necessario adesso che esso venga
autorizzato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AlFA), come avviene per i medicinali
allopatici».
Un importante passo in
avanti, di cui Gorga riconosce
il merito anche al ministro Lorenzin. Un punto di partenza
per abbattere quel muro di
false credenze riguardo alla
medicina omeopatica eretto
ottanta anni fa, per arrivare all'affermazione del concetto
di "medicina integrata", perché essa è una sola e non ci
sono né medici né pazienti di
serie A e di serie B.
L E RESISTENZE
Tuttavia, le resistenze permangono. Ed esse sono anche forti. Ne fanno ancora i
conti le aziende produttrici.
In commercio ci sono oggi circa 13.000 farmaci omeopatici
che, affinché le aziende possano continuare a commercializzarli, dovranno ricevere
l'autorizzazione dell'Aifa per
ciascun prodotto. Per ottenere tale autorizzazione, le
aziende dovranno inviare all'Aifa la documentazione dettagliata relativa a ciascun medicinale entro giugno 2017 ed
entro il 31 dicembre 2018 FAIfa si pronuncerà riguardo ad
ogni singolo prodotto. Dai 13
mila farmaci omeopatici che
tenevano sul mercato, le
aziende ne hanno selezionati
circa 5/6mila, operando una
importante scrematura al fine di agevolare queste procedure. Tuttavia questo non ha-
sta. «Allestire il dossier di ciascun farmaco richiede del
tempo e, una volta inviato tutto all'Aifa, si apre una contrattazione tra l'agenzia e l'azienda che produce quel determinato farmaco, affinché vengano colmate possibili lacune o
fatte delle precisazioni. L un
percorso lungo ed è impensabile che ora il Ministero voglia accelerare il tutto, stabilendo un tempo di circa un
anno e mezzo e rendendo
questa regolamentazione, fino ad ora trascurata e rallentata, una corsa forsennata che
rischia di danneggiare un settore fiorente della nostra industria», spiega Gorga.
Il rischio è concreto. Rinunciare alla produzione di circa
7/8 mila farmaci che venivano regolarmente venduti costituisce già una perdita ingente. Qualora le aziende produttrici non riuscissero a presentare entro giugno la documentazione relativa a ciascuno dei circa 5/6 mila fannaci
che hanno selezionato, molte piccole e inedie imprese saranno costrette a chiudere e
questo comporterà la perdita
di numerosi posti di lavoro.
In piena crisi, sarebbe un danno incalcolabile per l'economia italiana, ancora una volta
danneggiata dalle scelte di un
governo che, invece di tutelare le imprese, ne rende sempre più difficile la sopravvivenza.
PAZI ENTI DANNEGG IATI
Tuttavia, il ministro Lorenzin si dimostra sordo alle richieste di aiuto da parte di
Omeoimprese, che, considerate queste difficoltà, ha chiesto una proroga affinché le
aziende che producono medicinali omeopatici possano
completare i dossier dei loro
farmaci da inviare all'Aifa al
fine di ottenere le registrazioni. «Anche i pazienti ed i medici, soprattutto i pediatri, saranno
danneggiati
dalla
scomparsa di farmaci omeopatici che sono largamente
utilizzati», commenta il presidente. «Ci sono condizionamenti esterni sul Ministero e
anche sul ministro Lorenzin», dichiara Gorga, che non
crede nei complotti di tipo affaristico, bensì nella resistenza del pregiudizio negli ambienti accademici nei confronti dell'omeopatia. Emblematico risulta essere un fatto:
un anno fa Gorga ha pubblicato un libro, "Elogio dell'omeopatia", edito da Cairo editore, e contenente una prefazione del ministro Lorenzin.
A quaranta giomi dall'uscita
del libro, il ministro ha preso
le distanze dalla prefazione
che lei stessa aveva firmato e
sia a Gorga che a Cairo è stato
richiesto dal parte del ministero di ritirare dal mercato il volume, nel quale non si racconta nulla di scandaloso e di fal-
so, trattandosi di un semplice
manuale che fornisce dati statistici, storici e scientifici relativi alla medicina omeopatica.
Né l'autore né l'editore si sono piegati a questa richiesta,
che suonava quasi come un
ordine, lesivo della libertà di
espressione.
«Sono convinto che il ministro Lorenzin non abbia alcuna colpa, se non quella di
non avere difeso con forza il
suo stesso operato di ministro», dichiara Gorga. E lo stesso continua: «Non possiamo
buttare al macero un fatturato di 300 milioni di euro perché a qualcuno non piace
questo settore, mi appello al
ministro Lorenzin, alla quale
chiedo di spiegarci finalmente quali sono i provvedimenti
legislativi che lei prevede di
emanare ad aprile e che dichiara di non potere emettere ora, i quali consentirebbero alle imprese del settore
una proroga per la presentazione dei dossier, proroga
che ci viene ancora negata.
Noi pretendiamo una risposta adesso. Giugno è sempre
più vicino».
DIVERSO APPROCCIO
Einstein diceva: «ÌJ più facile abbattere un atomo che un
pregiudizio». Noi aggiungiamo che per quest'ultimo però è facile abbattere e distruggere un intero comparto industriale. La differenza tra
medicina allopatica ed omeopatica non esiste. Ma se differenza c'è, essa risiede semplicemente nell'approccio al paziente. «Il farmaco allopatico
curala malattia; quello omeopatico cura la persona, il malato», dichiara Gorga. Nella
medicina omeopatica, al centro del rapporto tra paziente e
medico c'è l'essere umano.
11 nostro corpo comunica
ed il dialogo approfondito
con il paziente è per l'omeopata la strada che porta alla
cura più adatta al soggetto
che ha di fronte. L'omeopata
pone al suo paziente domande al fine di spostare l'obiettivo della cura dal singolo sintomo alla persona intera. La
malattia altro non è, per l'omeopata, che l'alterazione
dell'armonia interna all'organismo, dell'energia vitale del
soggetto, ed egli studia il rimedio omeopatico necessario
per ristabilire l'equilibrio funzionale dell'organismo. Un
equilibrio è saltato anche all'interno delle nostre istituzioni, che spesso si dimostrano
insensibili verso le reali esigenze di cittadini ed imprese.
Ma non basterà prendere un
farmaco per ristabilirlo. Ieri
sono stati bocciati dal governo gli emendamenti con i
quali veniva richiesta una proroga per la presentazione dei
dossier dei farmaci. Le speranze delle nostre imprese si
sono infrante. Un altro colpo
alla nostra economia è stato
dato proprio da chi avrebbe
dovuto sostenerla.
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Persone che comprano farmaci alternativi
Direttiva Ue
Giro d'affari
0 milioni di euro
Le medicine omeopatiche
vengono considerate
farmaci previa verifica Alfa
Farmaci sul mercato
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Sottoposti attualmente a verifica
ö Si comprano farmaci
omeopatici per:
Raffreddore
63%
Dolori muscolari
30%
Allergie
21%
Identikit di chi compra
farmaci naturali:
• Donna tra i 34 e 154 anni
• Benestante
• Abita al Nord Italia
• 1126% li usa per i propri figli
per riordino settore
farmaceutico
P&G/L