Teatro Comunale di Cossato Stagione Teatrale 2012

Comune
di Cossato
Provincia
di Biella
IL CONTATO
DEL CANAVESE
Teatro Comunale di Cossato
Stagione Teatrale 2012 - 2013
In questi anni mi sono dedicato con grande entusiasmo al teatro, ho cercato di porre impegno e
curiosità occupandomi di un mondo affascinante che spesso mi ha stupito e divertito, qualche
volta, un po’ deluso, ma fa parte del gioco della vita. Con il pubblico ho condiviso serate
emozionanti, ho conosciuto i miei cittadini sotto una luce nuova. Ho cercato di essere puntuale in
questo mio impegno Amministrativo, cercando di incontrare il più possibile i gusti del pubblico,
supportato in questo dall’esperienza dell’Associazione Il Contato del Canavese.
Cossato in Scena 2013/2014 credo sia un bel punto di arrivo di un percorso importante fatto
insieme nel nostro bel Teatro Comunale, ci sarà la commedia brillante, sempre tanto gradita, il
musical, la danza, l’impegno sociale, i classici, il cabaret e certamente gli amici Legnanesi.
Vittoria Belvedere e Luca Word, saranno protagonisti di uno degli spettacoli più amati
dal pubblico My Fair Lady: bei vestiti, belle canzoni, e tanta poesia per una serata all’insegna
dell’amore.
A dicembre, prima di brindare insieme al Natale, il più tradizionale dei balletti ispirati a questo
magico periodo Lo Schiaccianoci.
Come avvenne due anni or sono, per due spettacoli che il nostro teatro non potrebbe ospitare, ci
trasferiremo con un pullman, messo a disposizione gratuitamente, a Biella. Una piccola gita che
sarà premiata da due appuntamenti imperdibili che valgono un modesto sacrificio: Il Vizietto con
Enzo Iacchetti e Marco Columbro e poi Giuseppe Fiorello che ancora una volta presterà il
volto e la voce a Domenico Modugno in Penso che un giorno così.
Il bell’Antonio di Vitaliano Branchati è uno di quei testi che bisogna leggere almeno una
volta nella vita, ma due sarebbe ancora meglio. Una perfezione assoluta. A Cossato la riduzione
teatrale vedrà in scena il giovane Luca Giordana, Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti e
Simona Celi. Poi spazio ad un grande classico, uno dei capolavori teatrali di Luigi Pirandello,
Enrico IV, interpretato da una compagnia giovane ma già pluripremiata.
Laura Curino torna a Cossato, dove lo scorso anno è stata molto apprezzata. Malapolvere è uno
spettacolo che racconta una tragedia iniziata alcuni anni fa e destinata a ripetersi negli anni, il
dramma legato all’amianto, certamente una vergogna per il nostro paese ma non solo. Laura
Curino affronterà la nascita di questo fenomeno e il suo devastante evolversi con la serietà e la
passione che la contraddistinguono. Uno spettacolo di suoni, voci, immagini, paradossalmente
lieve, dove la disperazione si alternerà al riso e viceversa, sempre con garbo e intelligenza.
Ed infine una delizia: Gli innamorati di Carlo Goldoni, una rappresentazione soave, con splendidi
abiti di scena, una bella regia ed un cast di grandi protagonisti rappresentati da una grande
artista: Isa Barzizza.
Per una serata all’insegna del divertimento intelligente, e un po’ di magia, Raul Cremona.
Tante emozioni da condividere ancora insieme con l’entusiasmo che ci contraddistingue.
Pier Ercole Colombo
Assessore alla Cultura
S P E T TA C O L I
IN ABBONAMENTO
Mercoledì 27 novembre 2013 - ore 21
My Fair Lady
di Frederic Loewe, Alan Jay Lerner
dal Pigmalione di George Bernard Shaw
con Vittoria Belvedere, Luca Ward, Aldo Ralli, Enrico Baroni, Giulio Farnese
coreografia di Roberto Croce
regia di Massimo Romeo Piparo
My Fair Lady è uno dei più amati classici della storia del Musical: la favola della povera e
rozza fioraia trasformata in principessa da un ostinato e burbero professore di fonetica. La
cultura, la conoscenza della propria lingua, gli strumenti per un’elevazione sociale, sono il
fulcro narrativo di questo spettacolo: un tema molto attuale in un momento storico come
quello che stiamo attraversando.
My Fair Lady ha debuttato a Dicembre 2012 al Teatro Sistina dove ha replicato per l’intero
periodo delle Festività natalizie fino al 6 Gennaio 2013, facendo registrare oltre un milione
di incasso con gli ultimi giorni a Teatro interamente esaurito.
Ha toccato poi le principali città italiane (Bologna, Firenze, Torino, Genova, Napoli, Bari,
Assisi, Palermo, Catania) e si appresta a ritornare nel resto d’Italia.
Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”. La
fortuna di un musical spesso sta nel palmares del film o della piece da cui è tratto.
Il musical My fair lady deve la propria “immortalità” a se stesso.
A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla
universalità del suo linguaggio musicale.
...Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe, anima
da anima... così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di parlare il
passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia.
Già, il modo di parlare...anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre più
attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la globalizzazione della
società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra l’essere umano e la propria
cultura.
Ecco allora che “”My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come la
favola “possibile”, rappresenta il lieto perdersi in una tempesta di sentimenti.
La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary Poppins, un po’
Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione,
della trasformazione e così incarna il desiderio e il sogno di tutto l’universo femminile che
simpaticamente partecipa sin dal primo momento alla sua avventura.
Ma alla fine, e qui si impone in tutta la sua statura George Bernard Shaw ispiratore col
suo “Pigmalione” della versione musicale, anche la chiave maschile della vicenda cede
alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e anche un apparente
“misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega di “sventura” Colonnello
Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred Doolittle, si trovano costretti a svestire
la maschera della durezza e coprirsi con un velo di dolcezza.
In un momento in cui sembra che il corto circuito dei rapporti umani abbia interrotto
il passaggio di energia tra le persone, My Fair Lady si impone come un “generatore di
corrente elettrica” che concede una bella “scossa” alla nostra anima. E adesso...lasciatevi
travolgere anche voi dalla tempesta dei sentimenti...
Lunedì 16 dicembre 2013 - ore 21
Biella – Teatro Odeon
Il vizietto
di Jerry Herman, Harvey Fierstein
tratto dalla commedia omonima di Jean Poiret
traduzione di Massimo Romeo Piparo
con Enzo Iacchetti, Marco Columbro
regia di Massimo Romeo Piparo
Il Vizietto è uno degli spettacoli più amati in tutto il mondo: una commovente storia
d’Amore (con la maiuscola), ambientata in uno sfavillante locale per travestiti della Costa
Azzurra, La Cage aux Folles. Una commedia esilarante dal ritmo incessante che diverte,
commuove, sorprende con una serie di equivoci comici che movimentano la vicenda fino
ad una conclusione a sorpresa. Questa edizione firmata da uno specialista del genere
come Massimo Romeo Piparo, si contraddistingue per un cast di rara bravura, una
confezione di grande impatto piena di glamour anni Settanta, in un mix di trasgressione e
classicità, rigore e stravaganza.
Diviene prima film nel 1978 e poi Musical nel 1983.
Tratto dall’omonima opera teatrale francese di Jean Poiret del 1973, finalmente viene
prodotto in Italia con lo sfarzo e l’eleganza che si addicono ad un capolavoro del genere.
Per la prima volta sul palco quattordici uomini che ballano su tacchi a spillo coreografati
dal grande Bill Goodson, e cantano con voce da soprano diretti dal Maestro Emanuele
Friello, ma agiscono con verve ed energia sempre in equilibrio sul filo dell’eleganza. Tra
loro, in una strabiliante trasformazione, come si conviene ai ruoli da loro interpretati, due
attori di navigata esperienza e dotati di una grande vis comica come Enzo Iacchetti e
Marco Columbro. “Il Vizietto” si fa ricordare anche per le popolari canzoni tra le quali
meritano menzione “The best of times” e soprattutto “I am what I am”, un inno alla
diversità divenuto celeberrimo grazie alle numerose interpretazioni canore, in particolare
per la versione di Gloria Gaynor. Due ore di assoluto godimento per chi guarda e per chi
si esibisce.
Lunedì 23 dicembre - ore 21
Lo Schiaccianoci
balletto fantastico in due atti di P. I. Ciaikovskij
da un’idea di Carlo Pesta
liberamente ispirato al racconto di E.T.A Hoffmann
coreografia di Federico Veratti
ideazione scenica di Marco Pesta
lighting designer Lorenzo Pagella
scenotecnico Alessio Onida
Il Balletto di Milano presenta un nuovissimo Schiaccianoci che vi sorprenderà: frizzante,
giovane e in un’ambientazione da sogno.
Balletto natalizio per antonomasia che ha fatto sognare intere generazioni, lo Schiaccianoci
è tra i titoli più amati del grande repertorio classico.
Rispettosa della storia originale, ma libera da polverosi allestimenti e manierismi obsoleti
e datati, la versione firmata dal giovane talentuoso Federico Veratti è invece ricca di
freschezza e spunti interessanti.
Nel perfetto “stile Balletto di Milano” le cui rivisitazioni di Romeo e Giulietta e Cenerentola
hanno conquistato pubblico e critica, questo nuovo Schiaccianoci si avvale di un’ impianto
scenico di forte impatto visivo. Si passa dal salone elegante e volutamente pulito in cui
l’albero di Natale è l’elemento predominante per luminosità e preziosità, all’argentea
ambientazione onirica del quadro delle nevi, al mondo fantasioso e fiabesco del secondo
atto. Gli spettatori sono coinvoltipienamente e trasportati nel magico e meraviglioso
mondo di una favola intramontabile anche grazie ai preziosi costumi, altrettanto splendidi:
eleganti abiti in seta e frac dai toni pastello, romantici tutu bianchi e argento per i fiocchi
di neve e vivaci per il valzer dei fiori.
I suggestivi effetti cromatici creati da sapienti effetti luce danno rilievo alla brillante
coreografia che scorre sul capolavoro musicale ciaikovskiano e ripercorre il libretto: i bei
quadri danzati del primo atto culminanti in uno spettacolare pas de trois e nell’incantevole
danza dei fiocchi di neve cui segue l’esplosivo divertissement del secondo atto con le
sue danze spagnola, araba, cinese, russa e pastorale. Il valer dei fiori, colorato e gioioso,
introduce il grand pas de deux, momento supremo per virtuosismi e interpretazione.
Grande importanza alla caratterizzazione dei personaggi dai particolari tratti distintivi. Ad
una deliziosa e soave Clara, incantevole nel trascorrere da un ruolo fanciullesco a quello
regale, fa da contraltare il fratello Fritz, dispettoso e geloso. Tra i protagonisti anche lui, il
precettore Drosselmayer, figura misteriosa ed eccentrica.
Una serata di alto livello tecnico ed artistico grazie soprattutto ai bravissimi danzatori
della Compagnia, veramente eccezionali ed estremamente versatili, ben valorizzati dal
coreografo che, nonostante la giovane età, vanta già numerosi ed importanti premi.
Martedì 7 gennaio 2014 - ore 21
Biella – Teatro Odeon
Penso che un sogno così...
di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni
con Giuseppe Fiorello
musiche eseguite dal vivo
regia di Giampiero Solari
.....sarà un semplice omaggio personale e affettuoso ad un ragazzo del Sud che come me
ha inseguito sogni e passioni,il cinema e la musica,ma non sarà soltanto un viaggio nella
vita di Mimì, sarà anche l’occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo
passato felice…
Giuseppe Fiorello
Quando Giuseppe mi ha chiamato per chiedermi se mi andava di avventurarmi con lui in
questo progetto, ho pensato che sì, ne avevo proprio voglia, per due ragioni.
La prima è che avevo appena terminato le riprese di “Se chiudo gli occhi non sono più
qui”, il mio film dove ho avuto il privilegio di dirigere Giuseppe e la conferma di quale
attore eclettico e capace lui sia. La seconda è che, sentendolo parlare di Modugno,
durante le riprese, ho avuto la sensazione che avesse incontrato Il Suo personaggio, una
sorta di alter ego con cui fare i conti, misurarsi, da cui attingere energia, slancio, con cui
scambiare bellezza e ispirazione. Come se, nonostante la distanza temporale, fosse nato
tra Beppe e Mimmo un fraterno sotterraneo dialogo.
Vittorio Moroni
Mercoledì 29 gennaio 2014 - ore 21
Il Bell’Antonio
di Vitaliano Brancati
Adattamento teatrale di Antonnia Brancati e Simona Celi
con Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti, Luca Giordana, Simona Celi
regia di Giancarlo Sepe
Sessant’anni fa, giovanissimo, moriva un grande scrittore italiano, Vitaliano Brancati. Nel
mondo, il secondo romanzo italiano più letto e amato, dopo il Gattopardo, risulta essere il
Bell’Antonio. Un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo
concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande difficoltà durante il
periodo fascista, fotografa una microstoria in Sicilia di una famiglia e del suo Bell’Antonio.
Un personaggio reso celebre dall’interpretazione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini,
pieno di fascino, quasi enigmatico, chiuso in un destino contrario alla propria natura.
Una storia iperbolica in una Sicilia che viene raccontata con grande amore, lontana dagli
stereotipi e dai facili ammiccamenti.
Antonio, bellissimo e privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità;
le donne svengono al suo passaggio, sono turbate, si strappano i capelli; gli uomini ne
invidiano in fascino. Il padre decanta la virilità di questo figlio unico, la gente pensa che lui
sia vicino a Mussolini ed influente, Catania non parla altro che delle sue doti. Un fascismo
locale macchiettistico ed inadeguato. Una madre mite ma pronta a mordere per difendere
il figlio. Uno zio filosofo. Un matrimonio non consumato porterà due famiglie di Catania al
centro di una tragedia al contrario in cui l’eroe lo è nonostante se stesso e il motivo della
tragedia in se non esiste se non in una incomprensibile difficoltà di Antonio ad amare.
Tutto esplode in una tragedia ridicola, invertita vista con la grande ironia di una delle
penne più importante del 900. La sensualità, la carnalità, le cose taciute e quelle che non
si possono dire, i segreti del talamo, l’impotenza o il peso di un ruolo non voluto, sono
solo una chiave di lettura che invece di risolvere il romanzo apre la mente del lettore, e
in questo caso dello spettatore, alla ricerca di variabili in cui la fine potrebbe non essere
nota. In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati, Antonia, e da Simona Celi si è
voluto fortemente riportare in palcoscenico la scrittura brancatiana senza fare operazioni
di interpretazione. Un progetto importante che riporta in teatro una grande coppia Andrea
Giordana e Giancarlo Zanetti, due meravigliosi attori, che per anni hanno messo in scena
insieme grandissimi allestimenti. Ritornano per dar vita a questo spettacolo raffinato e
coinvolgente. Il figlio di Andrea Giordana, affiancherà il padre, all’interno di un progetto
che dalla vita reale porta,un padre ed un figlio, ad interpretarne altri due personaggi
letterari, un padre e un figlio, in palcoscenico.
Un allestimento ambizioso che, nelle scene di Nicola Rubertelli, troverà la sua cornice.
Un cast di ottimi attori per uno spettacolo che nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero.
Lunedì 24 febbraio 2014 - ore 21
Enrico IV
di Luigi Pirandello
riduzione e regia di Alberto Oliva
con Mino Manni, Sonia Burgarello,
Giancarlo Latina, Davide Lorenzo Palla
musiche originali di Bruno Coli
scene Alessandro Chiti
costumi Marco Ferrara
luci Fulvio Melli
IL CONTATO/TEATRO GIACOSA DI IVREA
Con Enrico IV di Luigi Pirandello vogliamo proseguire un percorso di esplorazione dei
grandi autori teatrali. Dopo il Conte di Roccamonte nel Ventaglio di Goldoni e Shylock nel
Mercante di Venezia di Shakespeare interpretati da Mino Manni, scegliamo di raccontare
la parabola esistenziale di un altro grande emarginato, un reietto della società, che
si rinchiude in un volontario esilio di pazzia da cui uscirà allo scoperto urlando la sua
rassegnazione: mi chiamavano pazzo anche prima.
Il protagonista del testo preferisce ricercare proustianamente il tempo passato, volgersi
all’indietro per provare a vivere in un’epoca il cui destino è già scritto, in cui può isolarsi e
perdersi, ma anche osservare con malizia la stupida vanità dei propri contemporanei che
lo circondano, ridicolmente travestiti da buffoni. Non agisce, guarda gli altri vivere e ride
della loro inadeguatezza.
Colpito da un trauma fisico da cui si è risvegliato, Enrico IV si accorge di essere solo
e abbandonato, e decide di intraprendere un viaggio mistico alla ricerca di se stesso.
La conoscenza attraverso la sofferenza sublima questo piccolo borghese del Novecento
fino alle altezze di un personaggio da tragedia greca, ma è tutto un inganno, una finzione
costruita ad arte, un’illusione.
Un sogno. Lo spettacolo prenderà vita nella sua stessa testa e sarà impossibile capire
cosa sia reale e cosa immaginario, fino a che punto il personaggio finga di non rendersi
conto della verità dei fatti e quanto davvero non si accorga di quel che gli si agita intorno.
In questo suo distacco dal mondo e dai suoi vani conflitti, Enrico non è solo testimone del
dolore dell’umanità, ma se ne fa vittima e carnefice allo stesso tempo. Subisce, infatti,
l’emarginazione più totale dalla vita che gli scorre via dalle mani e lo vede giungere con
una fame da lupo a un banchetto già bell’e sparecchiato.
Ma diventa anche sadico vendicatore di questa solitudine divertendosi a giocare con i
suoi ignari complici, i servi che lo venerano come un sovrano medievale e trascorrono
l’intera loro esistenza a ingannarsi di ingannarlo, ridicoli infermieri di un assurdo malato
psichiatrico.
Per tutti è necessario indossare una maschera, con cui nascondersi e proteggersi per
affrontare gli altri e – forse – cercare di essere più forti e coraggiosi: Guai a chi non sa
portare la sua maschera, sia da Re, sia da Papa.
Alberto Oliva
Mercoledì 19 marzo 2014 - ore 21
Gl’innamorati
di Carlo Goldoni
con Isa Barzizza, Stefano Artissunch,
Stefano De Bernardin, Laura Graziosi, Stefano Tosoni
regia di Stefano Artissunch
L’Opera è una delle più fortunate di Goldoni, cavallo di battaglia di molte grandi attrici
dell’Ottocento (da Adelaide Ristori ad Eleonora Duse). La commedia, divertente e
romantica, racconta dell’amore tormentato di due giovani fra corteggiamento e seduzione:
Eugenia, appartenente alla nobiltà milanese decaduta, e Fulgenzio, rappresentante della
ricca classe borghese. Ostacolo alla loro felicità non i soliti impedimenti esterni ma
l’orgoglio e la gelosia che l’uno prova nei confronti dell’altra. L’opera, ricca di situazioni
comiche tipiche della commedia dell’arte, non solo dispensa critiche alla società ma
approfondisce le sfumature psicologiche che ruotano intorno all’inquietudine d’amore
dei due protagonisti per poi addentrarsi nel particolare delle trepidazioni delle donne
sul rapporto amoroso. Il ritratto della famiglia di Eugenia e Fulgenzio è molto simile a
quello tipico della società attuale che, con la sua ipocrisia, il suo desiderio di apparire
ed il suo consumismo patologico, incoraggia la percezione netta che si stia parlando
proprio di noi. Il genio di Goldoni rende possibile l’attualità ed il realismo del testo.…
.come lo stesso autore ci ricorda nelle Memorie: “Avevo ascoltato più di una volta le loro
baruffe, le loro grida, le loro disperazioni: i fazzoletti lacerati, gli specchi spezzati, i coltelli
sguainati. I miei innamorati sono esagerati, ma non sono meno veri; c’è più verità che
verosimiglianza nella commedia, lo ammetto; ma sulla certezza dei fatti, credetti poter
ricavare un quadro che faceva ridere gli uni e spaventare gli altri…..e così fu” La messa
in scena procede con il ritmo della preparazione di una festa e lo spettacolo sviluppa una
narrazione letteraria e suggestiva dove tutti sono protagonisti con le loro reazioni di fronte
al sentimento unico ed immortale dell’amore. Il susseguirsi delle azioni e dei movimenti
scenici in uno spazio realistico rendono dinamica l’interpretazione sia fisica che vocale
degli attori grazie al sostegno della partitura musicale Mozartiana. In un gruppo di sei
attori nel ruolo di Eugenia troviamo la talentuosa figlia d’arte Selvaggia Quattrini, degna
erede della grande Paola Quattrini, la straordinaria Isa Barzizza nel ruolo della zia Fabrizia,
che si presenta come millantatrice esagerata ed ostentatrice, colorita da vaniloqui e
svenevolezze assolutamente irresistibili e l’istrionico Stefano Artissunch un Fulgenzio
impetuoso, travolto dal sentimento della gelosia, a seguire gli altri attori Stefano Tosoni,
Stefano De Bernardin e Laura Graziosi che con acume psicologico interpretano i caratteri
della commedia.
Mercoledì 16 aprile - ore 21
Malapolvere
progetto e regia di Laura Curino
da Mala polvere di Silvana Mossano
con Laura Curino
scenografia e video Lucio Diana
L’avvelenamento da amianto: una tragedia fattasi simbolo di uno dei tanti mali a cui
ci si espone senza saperlo. Lo spettacolo è un canto per quegli uomini e quelle donne
che si sono immolate sull’altare di una tragedia del lavoro, un sacrificio importante che
potrebbe essere non solo la fine di una storia terribile, ma anche il capitolo iniziale di una
storia virtuosa. Laura Curino, artista che ha fatto della pratica teatrale una modalità di
espressione civile, racconta la drammatica vicenda che ha coinvolto Casale Monferrato
divenuta città avvelenata, città di dolore a causa della micidiale polvere di amianto
diffusa nell’ambiente dalla ditta Eternit che la lavorava. Ma anche città di risveglio, città
di coscienza, città di vita. A Casale si dipana nell’arco di più di cento anni, una delle
storie simbolo della nostra contemporaneità: veleni in cambio di prosperità economica,
fatiche e disagi al limite dell’umano in cambio di salari decorosi, fino all’assurdo scambio
di malattia in cambio di “benessere”.
Il processo Eternit, che si sta svolgendo a Torino, è il maggior processo penale che si sia
mai celebrato per un disastro ambientale provocato da un luogo produttivo. Ed è attorno
a questo processo, nelle persone che lo hanno voluto, nella dedizione delle famiglie,
nella volontà di una intera città, che si scatena con forza l’antidoto all’indifferenza, alla
menzogna e - speriamo un giorno - anche alla malattia. “Una storia di rabbia e d’amore.
Amore per la vita di tutti” è quella che la Curino ci narrerà con l’intensa lucidità che le è
propria.
FUORI ABBONAMENTO
Martedì 3 dicembre 2013 - ore 21
La vita è fatta a scale…
di Felice Musazzi e Antonio Provasio
con Antonio Provasio, Enrico Dalceri, Luigi Campisi
I LEGNANESI
La famiglia Colombo è pronta a regalare al suo pubblico innumerevoli risate con nuove
irresistibili avventure.
Così I Legnanesi - dopo il successo della scorsa stagione - sono pronti a calcare i
palcoscenici con un spettacolo imperdibile: La vita è fatta a scale….
Basta, non ce la facciamo più, ormai da anni la crisi ci attanaglia – si sfoga la Teresa - e
sulle coste Albanesi sono già stati avvistati i primi gommoni carichi di Italiani!
Per combattere la crisi che avanza, l’unica soluzione per la famiglia Colombo è di emigrare
alla conquista degli Stati Uniti, inseguendo il “sogno americano”.
Per la Teresa, la Mabilia e il Giovanni sarà la prima volta in aeroporto: tra check-in, boarding
pass e scale mobili ne combineranno di tutti i colori, e alla fine, riusciranno a partire?
Ma, tornati dall’America, la situazione non è migliorata: stress, guai e ancora guai, neanche
l’ombra di un euro, anzi, addirittura più squattrinati di prima. La Teresa e Giovanni dovranno
affrontare l’esaurimento nervoso di Mabilia e assistere la malata che finirà ricoverata in un
ospedale psichiatrico. Quando finalmente la Mabilia viene dimessa, eccoli finalmente al
completo nell’amato cortile, alle prese con i “soliti problemi” della “solita povera gente”: fra
pazzia, deliri e ancora tante risate la famiglia Colombo sarà ancora una volta protagonista
di momenti di esilarante comicità tra imprevedibili situazioni grottesche, capace però allo
stesso tempo di sdrammatizzare sempre, con un’ironia mai volgare, il periodo di grande
crisi che sta attraversando il nostro Paese.
Giovedì 13 marzo 2014 - ore 21
Prestigi
di e con Raul Cremona
Musiche originali suonate dal vivo da Omar Stellacci
Torna Raul Cremona: un po’ incantatore, un po’ attore, un po’ commediante, un po’
ciarlatano, ma soprattutto mago!
Eccolo riapparire per raccontarci del suo primo incontro con la magia e il palcoscenico,
portandoci per mano in un mondo fatto di giochi, macchiette, boutades, canzoni e
stralunati personaggi con il suo cilindro pieno di magie e incanti, storie di imbroglioni e
imbonitori nati da quel teatro povero di cui è figlio eccellente.
Uno spettacolo che diventa un percorso a ritroso nella storia di Raul Cremona: la sua
personalissima collezione di tutto ciò che apparteneva ai maghi di un tempo, tentativo
magico di ricostruire il passato.
E quando il sipario cala, torna ancora una volta per regalarci un ultimo sorriso e rivelarsi
per come lo conosciamo tutti: un moderno istrione.
Vendita abbonamenti
Rinnovo abbonamenti
Gli abbonati alla stagione teatrale 2012/2013 potranno rinnovare l’abbonamento confermando il posto da lunedì 21 a
venerdì 25 ottobre dalle ore 9.30 alle 11.30 presso il Teatro Comunale.
Per avere diritto alla conferma del posto sarà necessario esibire l’abbonamento della stagione precedente
(2012/2013).
Nuovi abbonamenti
I nuovi abbonamenti saranno in vendita sabato 26 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso il Teatro Comunale.
La vendita dei nuovi abbonamenti proseguirà fino a giovedì 21 novembre, dalle ore 9.30 alle ore 11,30 dal lunedì al
venerdì e in orari proiezione film, presso il Teatro Comunale.
Sarà possibile acquistare sino ad un massimo di 4 abbonamenti.
Costo abbonamenti
Intero € 140
Ridotto* € 125
Riduzione per coloro che hanno meno di 25 anni o più di 65 e per gli iscritti a UPBeduca.
Vendita biglietti
La vendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione inizierà domenica 24 novembre dalle ore 14 alle ore 17
presso il Teatro Comunale.
La vendita proseguirà dalle ore 9.30 alle ore 11.30 dal lunedì al venerdì e in orari proiezione film, presso il Teatro Comunale.
La sera dello spettacolo, presso la biglietteria del Teatro Comunale dalle ore 20.
Ogni persona potrà acquistare al massimo 12 biglietti in totale.
Costo biglietti spettacoli in abbonamento
27.11.13 My Fair Lady
16.12.13 **Il vizietto
23.12.13 Lo Schiaccianoci
07.01.14 **Penso che un sogno così...
29.01.14 Il Bell’Antonio
24.02.14 Enrico IV
19.03.14Gl’innamorati
16.04.14Malapolvere
Platea
22,00
27,00
22,00
27,00
22,00
22,00
22,00
22,00
Galleria Odeon
20,00
20,00
**Al costo del biglietto vanno aggiunti i diritti di prevendita.
Riduzione di 2,00 euro sul biglietto d’ingresso per coloro che hanno meno di 25 anni o più di 65 e per gli iscritti a
UPBeduca.
Costo biglietti fuori abbonamento (prezzo unico)
03.12.13 I Legnanesi
13.03.14 Raul Cremona
25,00
20,00
Variazioni
Il teatro si riserva il diritto di effettuare modifiche al programma e agli orari qualora ciò, per qualsiasi causa, si rendesse
necessario. La comunicazione ufficiale, alla quale si dovrà fare riferimento, avverrà a mezzo stampa o con strumenti
telematici (sito internet e-mail). Il rimborso dei biglietti è previsto solo ed esclusivamente in caso di annullamento dello
spettacolo.
Teatro Comunale 015 93899 - Il Contato del Canavese 0125 641161
Ufficio stampa: Rita Ballarati 333 6728569
L’Associazione IL CONTATO DEL CANAVESE
organizza le seguenti stagioni teatrali:
Sala Emilio Pinchia di Banchette (TO)
Teatro Sociale di Biella
Teatro Odeon di Biella
Salone Comunale di Bollengo (TO)
Teatro Nuovo di Borgomanero (NO)
Teatro Pro Loco di Borgosesia (VC)
Sala Piero Venesia di Colleretto Giacosa (TO)
Teatro Comunale di Cossato (BI)
Teatro Giacosa di Ivrea (TO)
Officina H di Ivrea (TO)
Anfiteatro Comunale Angelo Burbatti di Montalto Dora (TO)
Teatro Sociale di Omegna (VB)
IL CONTATO DEL CANAVESE
Presidente
Antonello Gotta
Direttore organizzativo
Mario Liore
Ufficio Stampa
Rita Ballarati
Segreteria Organizzativa di Produzione
Silvia Naretto