Comune di Cossato Provincia di Biella IL CONTATO DEL CANAVESE Teatro Comunale di Cossato Stagione Teatrale 2012 - 2013 In questi anni mi sono dedicato con grande entusiasmo al teatro, ho cercato di porre impegno e curiosità occupandomi di un mondo affascinante che spesso mi ha stupito e divertito, qualche volta, un po’ deluso, ma fa parte del gioco della vita. Con il pubblico ho condiviso serate emozionanti, ho conosciuto i miei cittadini sotto una luce nuova. Ho cercato di essere puntuale in questo mio impegno Amministrativo, cercando di incontrare il più possibile i gusti del pubblico, supportato in questo dall’esperienza dell’Associazione Il Contato del Canavese. Cossato in Scena 2013/2014 credo sia un bel punto di arrivo di un percorso importante fatto insieme nel nostro bel Teatro Comunale, ci sarà la commedia brillante, sempre tanto gradita, il musical, la danza, l’impegno sociale, i classici, il cabaret e certamente gli amici Legnanesi. Vittoria Belvedere e Luca Word, saranno protagonisti di uno degli spettacoli più amati dal pubblico My Fair Lady: bei vestiti, belle canzoni, e tanta poesia per una serata all’insegna dell’amore. A dicembre, prima di brindare insieme al Natale, il più tradizionale dei balletti ispirati a questo magico periodo Lo Schiaccianoci. Come avvenne due anni or sono, per due spettacoli che il nostro teatro non potrebbe ospitare, ci trasferiremo con un pullman, messo a disposizione gratuitamente, a Biella. Una piccola gita che sarà premiata da due appuntamenti imperdibili che valgono un modesto sacrificio: Il Vizietto con Enzo Iacchetti e Marco Columbro e poi Giuseppe Fiorello che ancora una volta presterà il volto e la voce a Domenico Modugno in Penso che un giorno così. Il bell’Antonio di Vitaliano Branchati è uno di quei testi che bisogna leggere almeno una volta nella vita, ma due sarebbe ancora meglio. Una perfezione assoluta. A Cossato la riduzione teatrale vedrà in scena il giovane Luca Giordana, Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti e Simona Celi. Poi spazio ad un grande classico, uno dei capolavori teatrali di Luigi Pirandello, Enrico IV, interpretato da una compagnia giovane ma già pluripremiata. Laura Curino torna a Cossato, dove lo scorso anno è stata molto apprezzata. Malapolvere è uno spettacolo che racconta una tragedia iniziata alcuni anni fa e destinata a ripetersi negli anni, il dramma legato all’amianto, certamente una vergogna per il nostro paese ma non solo. Laura Curino affronterà la nascita di questo fenomeno e il suo devastante evolversi con la serietà e la passione che la contraddistinguono. Uno spettacolo di suoni, voci, immagini, paradossalmente lieve, dove la disperazione si alternerà al riso e viceversa, sempre con garbo e intelligenza. Ed infine una delizia: Gli innamorati di Carlo Goldoni, una rappresentazione soave, con splendidi abiti di scena, una bella regia ed un cast di grandi protagonisti rappresentati da una grande artista: Isa Barzizza. Per una serata all’insegna del divertimento intelligente, e un po’ di magia, Raul Cremona. Tante emozioni da condividere ancora insieme con l’entusiasmo che ci contraddistingue. Pier Ercole Colombo Assessore alla Cultura S P E T TA C O L I IN ABBONAMENTO Mercoledì 27 novembre 2013 - ore 21 My Fair Lady di Frederic Loewe, Alan Jay Lerner dal Pigmalione di George Bernard Shaw con Vittoria Belvedere, Luca Ward, Aldo Ralli, Enrico Baroni, Giulio Farnese coreografia di Roberto Croce regia di Massimo Romeo Piparo My Fair Lady è uno dei più amati classici della storia del Musical: la favola della povera e rozza fioraia trasformata in principessa da un ostinato e burbero professore di fonetica. La cultura, la conoscenza della propria lingua, gli strumenti per un’elevazione sociale, sono il fulcro narrativo di questo spettacolo: un tema molto attuale in un momento storico come quello che stiamo attraversando. My Fair Lady ha debuttato a Dicembre 2012 al Teatro Sistina dove ha replicato per l’intero periodo delle Festività natalizie fino al 6 Gennaio 2013, facendo registrare oltre un milione di incasso con gli ultimi giorni a Teatro interamente esaurito. Ha toccato poi le principali città italiane (Bologna, Firenze, Torino, Genova, Napoli, Bari, Assisi, Palermo, Catania) e si appresta a ritornare nel resto d’Italia. Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”. La fortuna di un musical spesso sta nel palmares del film o della piece da cui è tratto. Il musical My fair lady deve la propria “immortalità” a se stesso. A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla universalità del suo linguaggio musicale. ...Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe, anima da anima... così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di parlare il passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia. Già, il modo di parlare...anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre più attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la globalizzazione della società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra l’essere umano e la propria cultura. Ecco allora che “”My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come la favola “possibile”, rappresenta il lieto perdersi in una tempesta di sentimenti. La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary Poppins, un po’ Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione, della trasformazione e così incarna il desiderio e il sogno di tutto l’universo femminile che simpaticamente partecipa sin dal primo momento alla sua avventura. Ma alla fine, e qui si impone in tutta la sua statura George Bernard Shaw ispiratore col suo “Pigmalione” della versione musicale, anche la chiave maschile della vicenda cede alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e anche un apparente “misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega di “sventura” Colonnello Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred Doolittle, si trovano costretti a svestire la maschera della durezza e coprirsi con un velo di dolcezza. In un momento in cui sembra che il corto circuito dei rapporti umani abbia interrotto il passaggio di energia tra le persone, My Fair Lady si impone come un “generatore di corrente elettrica” che concede una bella “scossa” alla nostra anima. E adesso...lasciatevi travolgere anche voi dalla tempesta dei sentimenti... Lunedì 16 dicembre 2013 - ore 21 Biella – Teatro Odeon Il vizietto di Jerry Herman, Harvey Fierstein tratto dalla commedia omonima di Jean Poiret traduzione di Massimo Romeo Piparo con Enzo Iacchetti, Marco Columbro regia di Massimo Romeo Piparo Il Vizietto è uno degli spettacoli più amati in tutto il mondo: una commovente storia d’Amore (con la maiuscola), ambientata in uno sfavillante locale per travestiti della Costa Azzurra, La Cage aux Folles. Una commedia esilarante dal ritmo incessante che diverte, commuove, sorprende con una serie di equivoci comici che movimentano la vicenda fino ad una conclusione a sorpresa. Questa edizione firmata da uno specialista del genere come Massimo Romeo Piparo, si contraddistingue per un cast di rara bravura, una confezione di grande impatto piena di glamour anni Settanta, in un mix di trasgressione e classicità, rigore e stravaganza. Diviene prima film nel 1978 e poi Musical nel 1983. Tratto dall’omonima opera teatrale francese di Jean Poiret del 1973, finalmente viene prodotto in Italia con lo sfarzo e l’eleganza che si addicono ad un capolavoro del genere. Per la prima volta sul palco quattordici uomini che ballano su tacchi a spillo coreografati dal grande Bill Goodson, e cantano con voce da soprano diretti dal Maestro Emanuele Friello, ma agiscono con verve ed energia sempre in equilibrio sul filo dell’eleganza. Tra loro, in una strabiliante trasformazione, come si conviene ai ruoli da loro interpretati, due attori di navigata esperienza e dotati di una grande vis comica come Enzo Iacchetti e Marco Columbro. “Il Vizietto” si fa ricordare anche per le popolari canzoni tra le quali meritano menzione “The best of times” e soprattutto “I am what I am”, un inno alla diversità divenuto celeberrimo grazie alle numerose interpretazioni canore, in particolare per la versione di Gloria Gaynor. Due ore di assoluto godimento per chi guarda e per chi si esibisce. Lunedì 23 dicembre - ore 21 Lo Schiaccianoci balletto fantastico in due atti di P. I. Ciaikovskij da un’idea di Carlo Pesta liberamente ispirato al racconto di E.T.A Hoffmann coreografia di Federico Veratti ideazione scenica di Marco Pesta lighting designer Lorenzo Pagella scenotecnico Alessio Onida Il Balletto di Milano presenta un nuovissimo Schiaccianoci che vi sorprenderà: frizzante, giovane e in un’ambientazione da sogno. Balletto natalizio per antonomasia che ha fatto sognare intere generazioni, lo Schiaccianoci è tra i titoli più amati del grande repertorio classico. Rispettosa della storia originale, ma libera da polverosi allestimenti e manierismi obsoleti e datati, la versione firmata dal giovane talentuoso Federico Veratti è invece ricca di freschezza e spunti interessanti. Nel perfetto “stile Balletto di Milano” le cui rivisitazioni di Romeo e Giulietta e Cenerentola hanno conquistato pubblico e critica, questo nuovo Schiaccianoci si avvale di un’ impianto scenico di forte impatto visivo. Si passa dal salone elegante e volutamente pulito in cui l’albero di Natale è l’elemento predominante per luminosità e preziosità, all’argentea ambientazione onirica del quadro delle nevi, al mondo fantasioso e fiabesco del secondo atto. Gli spettatori sono coinvoltipienamente e trasportati nel magico e meraviglioso mondo di una favola intramontabile anche grazie ai preziosi costumi, altrettanto splendidi: eleganti abiti in seta e frac dai toni pastello, romantici tutu bianchi e argento per i fiocchi di neve e vivaci per il valzer dei fiori. I suggestivi effetti cromatici creati da sapienti effetti luce danno rilievo alla brillante coreografia che scorre sul capolavoro musicale ciaikovskiano e ripercorre il libretto: i bei quadri danzati del primo atto culminanti in uno spettacolare pas de trois e nell’incantevole danza dei fiocchi di neve cui segue l’esplosivo divertissement del secondo atto con le sue danze spagnola, araba, cinese, russa e pastorale. Il valer dei fiori, colorato e gioioso, introduce il grand pas de deux, momento supremo per virtuosismi e interpretazione. Grande importanza alla caratterizzazione dei personaggi dai particolari tratti distintivi. Ad una deliziosa e soave Clara, incantevole nel trascorrere da un ruolo fanciullesco a quello regale, fa da contraltare il fratello Fritz, dispettoso e geloso. Tra i protagonisti anche lui, il precettore Drosselmayer, figura misteriosa ed eccentrica. Una serata di alto livello tecnico ed artistico grazie soprattutto ai bravissimi danzatori della Compagnia, veramente eccezionali ed estremamente versatili, ben valorizzati dal coreografo che, nonostante la giovane età, vanta già numerosi ed importanti premi. Martedì 7 gennaio 2014 - ore 21 Biella – Teatro Odeon Penso che un sogno così... di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni con Giuseppe Fiorello musiche eseguite dal vivo regia di Giampiero Solari .....sarà un semplice omaggio personale e affettuoso ad un ragazzo del Sud che come me ha inseguito sogni e passioni,il cinema e la musica,ma non sarà soltanto un viaggio nella vita di Mimì, sarà anche l’occasione per raccontare fatti, storie e personaggi di un tempo passato felice… Giuseppe Fiorello Quando Giuseppe mi ha chiamato per chiedermi se mi andava di avventurarmi con lui in questo progetto, ho pensato che sì, ne avevo proprio voglia, per due ragioni. La prima è che avevo appena terminato le riprese di “Se chiudo gli occhi non sono più qui”, il mio film dove ho avuto il privilegio di dirigere Giuseppe e la conferma di quale attore eclettico e capace lui sia. La seconda è che, sentendolo parlare di Modugno, durante le riprese, ho avuto la sensazione che avesse incontrato Il Suo personaggio, una sorta di alter ego con cui fare i conti, misurarsi, da cui attingere energia, slancio, con cui scambiare bellezza e ispirazione. Come se, nonostante la distanza temporale, fosse nato tra Beppe e Mimmo un fraterno sotterraneo dialogo. Vittorio Moroni Mercoledì 29 gennaio 2014 - ore 21 Il Bell’Antonio di Vitaliano Brancati Adattamento teatrale di Antonnia Brancati e Simona Celi con Andrea Giordana, Giancarlo Zanetti, Luca Giordana, Simona Celi regia di Giancarlo Sepe Sessant’anni fa, giovanissimo, moriva un grande scrittore italiano, Vitaliano Brancati. Nel mondo, il secondo romanzo italiano più letto e amato, dopo il Gattopardo, risulta essere il Bell’Antonio. Un lucido e meraviglioso affresco dell’Italia fatto attraverso un meccanismo concentrico che, dal sistema nazione, dalla storia di un Paese in grande difficoltà durante il periodo fascista, fotografa una microstoria in Sicilia di una famiglia e del suo Bell’Antonio. Un personaggio reso celebre dall’interpretazione di Mastroianni e dalla regia di Bolognini, pieno di fascino, quasi enigmatico, chiuso in un destino contrario alla propria natura. Una storia iperbolica in una Sicilia che viene raccontata con grande amore, lontana dagli stereotipi e dai facili ammiccamenti. Antonio, bellissimo e privo di qualunque talento, viene visto come una sorta di divinità; le donne svengono al suo passaggio, sono turbate, si strappano i capelli; gli uomini ne invidiano in fascino. Il padre decanta la virilità di questo figlio unico, la gente pensa che lui sia vicino a Mussolini ed influente, Catania non parla altro che delle sue doti. Un fascismo locale macchiettistico ed inadeguato. Una madre mite ma pronta a mordere per difendere il figlio. Uno zio filosofo. Un matrimonio non consumato porterà due famiglie di Catania al centro di una tragedia al contrario in cui l’eroe lo è nonostante se stesso e il motivo della tragedia in se non esiste se non in una incomprensibile difficoltà di Antonio ad amare. Tutto esplode in una tragedia ridicola, invertita vista con la grande ironia di una delle penne più importante del 900. La sensualità, la carnalità, le cose taciute e quelle che non si possono dire, i segreti del talamo, l’impotenza o il peso di un ruolo non voluto, sono solo una chiave di lettura che invece di risolvere il romanzo apre la mente del lettore, e in questo caso dello spettatore, alla ricerca di variabili in cui la fine potrebbe non essere nota. In questa riduzione curata dalla figlia di Brancati, Antonia, e da Simona Celi si è voluto fortemente riportare in palcoscenico la scrittura brancatiana senza fare operazioni di interpretazione. Un progetto importante che riporta in teatro una grande coppia Andrea Giordana e Giancarlo Zanetti, due meravigliosi attori, che per anni hanno messo in scena insieme grandissimi allestimenti. Ritornano per dar vita a questo spettacolo raffinato e coinvolgente. Il figlio di Andrea Giordana, affiancherà il padre, all’interno di un progetto che dalla vita reale porta,un padre ed un figlio, ad interpretarne altri due personaggi letterari, un padre e un figlio, in palcoscenico. Un allestimento ambizioso che, nelle scene di Nicola Rubertelli, troverà la sua cornice. Un cast di ottimi attori per uno spettacolo che nel 2015 rappresenterà l’Italia all’estero. Lunedì 24 febbraio 2014 - ore 21 Enrico IV di Luigi Pirandello riduzione e regia di Alberto Oliva con Mino Manni, Sonia Burgarello, Giancarlo Latina, Davide Lorenzo Palla musiche originali di Bruno Coli scene Alessandro Chiti costumi Marco Ferrara luci Fulvio Melli IL CONTATO/TEATRO GIACOSA DI IVREA Con Enrico IV di Luigi Pirandello vogliamo proseguire un percorso di esplorazione dei grandi autori teatrali. Dopo il Conte di Roccamonte nel Ventaglio di Goldoni e Shylock nel Mercante di Venezia di Shakespeare interpretati da Mino Manni, scegliamo di raccontare la parabola esistenziale di un altro grande emarginato, un reietto della società, che si rinchiude in un volontario esilio di pazzia da cui uscirà allo scoperto urlando la sua rassegnazione: mi chiamavano pazzo anche prima. Il protagonista del testo preferisce ricercare proustianamente il tempo passato, volgersi all’indietro per provare a vivere in un’epoca il cui destino è già scritto, in cui può isolarsi e perdersi, ma anche osservare con malizia la stupida vanità dei propri contemporanei che lo circondano, ridicolmente travestiti da buffoni. Non agisce, guarda gli altri vivere e ride della loro inadeguatezza. Colpito da un trauma fisico da cui si è risvegliato, Enrico IV si accorge di essere solo e abbandonato, e decide di intraprendere un viaggio mistico alla ricerca di se stesso. La conoscenza attraverso la sofferenza sublima questo piccolo borghese del Novecento fino alle altezze di un personaggio da tragedia greca, ma è tutto un inganno, una finzione costruita ad arte, un’illusione. Un sogno. Lo spettacolo prenderà vita nella sua stessa testa e sarà impossibile capire cosa sia reale e cosa immaginario, fino a che punto il personaggio finga di non rendersi conto della verità dei fatti e quanto davvero non si accorga di quel che gli si agita intorno. In questo suo distacco dal mondo e dai suoi vani conflitti, Enrico non è solo testimone del dolore dell’umanità, ma se ne fa vittima e carnefice allo stesso tempo. Subisce, infatti, l’emarginazione più totale dalla vita che gli scorre via dalle mani e lo vede giungere con una fame da lupo a un banchetto già bell’e sparecchiato. Ma diventa anche sadico vendicatore di questa solitudine divertendosi a giocare con i suoi ignari complici, i servi che lo venerano come un sovrano medievale e trascorrono l’intera loro esistenza a ingannarsi di ingannarlo, ridicoli infermieri di un assurdo malato psichiatrico. Per tutti è necessario indossare una maschera, con cui nascondersi e proteggersi per affrontare gli altri e – forse – cercare di essere più forti e coraggiosi: Guai a chi non sa portare la sua maschera, sia da Re, sia da Papa. Alberto Oliva Mercoledì 19 marzo 2014 - ore 21 Gl’innamorati di Carlo Goldoni con Isa Barzizza, Stefano Artissunch, Stefano De Bernardin, Laura Graziosi, Stefano Tosoni regia di Stefano Artissunch L’Opera è una delle più fortunate di Goldoni, cavallo di battaglia di molte grandi attrici dell’Ottocento (da Adelaide Ristori ad Eleonora Duse). La commedia, divertente e romantica, racconta dell’amore tormentato di due giovani fra corteggiamento e seduzione: Eugenia, appartenente alla nobiltà milanese decaduta, e Fulgenzio, rappresentante della ricca classe borghese. Ostacolo alla loro felicità non i soliti impedimenti esterni ma l’orgoglio e la gelosia che l’uno prova nei confronti dell’altra. L’opera, ricca di situazioni comiche tipiche della commedia dell’arte, non solo dispensa critiche alla società ma approfondisce le sfumature psicologiche che ruotano intorno all’inquietudine d’amore dei due protagonisti per poi addentrarsi nel particolare delle trepidazioni delle donne sul rapporto amoroso. Il ritratto della famiglia di Eugenia e Fulgenzio è molto simile a quello tipico della società attuale che, con la sua ipocrisia, il suo desiderio di apparire ed il suo consumismo patologico, incoraggia la percezione netta che si stia parlando proprio di noi. Il genio di Goldoni rende possibile l’attualità ed il realismo del testo.… .come lo stesso autore ci ricorda nelle Memorie: “Avevo ascoltato più di una volta le loro baruffe, le loro grida, le loro disperazioni: i fazzoletti lacerati, gli specchi spezzati, i coltelli sguainati. I miei innamorati sono esagerati, ma non sono meno veri; c’è più verità che verosimiglianza nella commedia, lo ammetto; ma sulla certezza dei fatti, credetti poter ricavare un quadro che faceva ridere gli uni e spaventare gli altri…..e così fu” La messa in scena procede con il ritmo della preparazione di una festa e lo spettacolo sviluppa una narrazione letteraria e suggestiva dove tutti sono protagonisti con le loro reazioni di fronte al sentimento unico ed immortale dell’amore. Il susseguirsi delle azioni e dei movimenti scenici in uno spazio realistico rendono dinamica l’interpretazione sia fisica che vocale degli attori grazie al sostegno della partitura musicale Mozartiana. In un gruppo di sei attori nel ruolo di Eugenia troviamo la talentuosa figlia d’arte Selvaggia Quattrini, degna erede della grande Paola Quattrini, la straordinaria Isa Barzizza nel ruolo della zia Fabrizia, che si presenta come millantatrice esagerata ed ostentatrice, colorita da vaniloqui e svenevolezze assolutamente irresistibili e l’istrionico Stefano Artissunch un Fulgenzio impetuoso, travolto dal sentimento della gelosia, a seguire gli altri attori Stefano Tosoni, Stefano De Bernardin e Laura Graziosi che con acume psicologico interpretano i caratteri della commedia. Mercoledì 16 aprile - ore 21 Malapolvere progetto e regia di Laura Curino da Mala polvere di Silvana Mossano con Laura Curino scenografia e video Lucio Diana L’avvelenamento da amianto: una tragedia fattasi simbolo di uno dei tanti mali a cui ci si espone senza saperlo. Lo spettacolo è un canto per quegli uomini e quelle donne che si sono immolate sull’altare di una tragedia del lavoro, un sacrificio importante che potrebbe essere non solo la fine di una storia terribile, ma anche il capitolo iniziale di una storia virtuosa. Laura Curino, artista che ha fatto della pratica teatrale una modalità di espressione civile, racconta la drammatica vicenda che ha coinvolto Casale Monferrato divenuta città avvelenata, città di dolore a causa della micidiale polvere di amianto diffusa nell’ambiente dalla ditta Eternit che la lavorava. Ma anche città di risveglio, città di coscienza, città di vita. A Casale si dipana nell’arco di più di cento anni, una delle storie simbolo della nostra contemporaneità: veleni in cambio di prosperità economica, fatiche e disagi al limite dell’umano in cambio di salari decorosi, fino all’assurdo scambio di malattia in cambio di “benessere”. Il processo Eternit, che si sta svolgendo a Torino, è il maggior processo penale che si sia mai celebrato per un disastro ambientale provocato da un luogo produttivo. Ed è attorno a questo processo, nelle persone che lo hanno voluto, nella dedizione delle famiglie, nella volontà di una intera città, che si scatena con forza l’antidoto all’indifferenza, alla menzogna e - speriamo un giorno - anche alla malattia. “Una storia di rabbia e d’amore. Amore per la vita di tutti” è quella che la Curino ci narrerà con l’intensa lucidità che le è propria. FUORI ABBONAMENTO Martedì 3 dicembre 2013 - ore 21 La vita è fatta a scale… di Felice Musazzi e Antonio Provasio con Antonio Provasio, Enrico Dalceri, Luigi Campisi I LEGNANESI La famiglia Colombo è pronta a regalare al suo pubblico innumerevoli risate con nuove irresistibili avventure. Così I Legnanesi - dopo il successo della scorsa stagione - sono pronti a calcare i palcoscenici con un spettacolo imperdibile: La vita è fatta a scale…. Basta, non ce la facciamo più, ormai da anni la crisi ci attanaglia – si sfoga la Teresa - e sulle coste Albanesi sono già stati avvistati i primi gommoni carichi di Italiani! Per combattere la crisi che avanza, l’unica soluzione per la famiglia Colombo è di emigrare alla conquista degli Stati Uniti, inseguendo il “sogno americano”. Per la Teresa, la Mabilia e il Giovanni sarà la prima volta in aeroporto: tra check-in, boarding pass e scale mobili ne combineranno di tutti i colori, e alla fine, riusciranno a partire? Ma, tornati dall’America, la situazione non è migliorata: stress, guai e ancora guai, neanche l’ombra di un euro, anzi, addirittura più squattrinati di prima. La Teresa e Giovanni dovranno affrontare l’esaurimento nervoso di Mabilia e assistere la malata che finirà ricoverata in un ospedale psichiatrico. Quando finalmente la Mabilia viene dimessa, eccoli finalmente al completo nell’amato cortile, alle prese con i “soliti problemi” della “solita povera gente”: fra pazzia, deliri e ancora tante risate la famiglia Colombo sarà ancora una volta protagonista di momenti di esilarante comicità tra imprevedibili situazioni grottesche, capace però allo stesso tempo di sdrammatizzare sempre, con un’ironia mai volgare, il periodo di grande crisi che sta attraversando il nostro Paese. Giovedì 13 marzo 2014 - ore 21 Prestigi di e con Raul Cremona Musiche originali suonate dal vivo da Omar Stellacci Torna Raul Cremona: un po’ incantatore, un po’ attore, un po’ commediante, un po’ ciarlatano, ma soprattutto mago! Eccolo riapparire per raccontarci del suo primo incontro con la magia e il palcoscenico, portandoci per mano in un mondo fatto di giochi, macchiette, boutades, canzoni e stralunati personaggi con il suo cilindro pieno di magie e incanti, storie di imbroglioni e imbonitori nati da quel teatro povero di cui è figlio eccellente. Uno spettacolo che diventa un percorso a ritroso nella storia di Raul Cremona: la sua personalissima collezione di tutto ciò che apparteneva ai maghi di un tempo, tentativo magico di ricostruire il passato. E quando il sipario cala, torna ancora una volta per regalarci un ultimo sorriso e rivelarsi per come lo conosciamo tutti: un moderno istrione. Vendita abbonamenti Rinnovo abbonamenti Gli abbonati alla stagione teatrale 2012/2013 potranno rinnovare l’abbonamento confermando il posto da lunedì 21 a venerdì 25 ottobre dalle ore 9.30 alle 11.30 presso il Teatro Comunale. Per avere diritto alla conferma del posto sarà necessario esibire l’abbonamento della stagione precedente (2012/2013). Nuovi abbonamenti I nuovi abbonamenti saranno in vendita sabato 26 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso il Teatro Comunale. La vendita dei nuovi abbonamenti proseguirà fino a giovedì 21 novembre, dalle ore 9.30 alle ore 11,30 dal lunedì al venerdì e in orari proiezione film, presso il Teatro Comunale. Sarà possibile acquistare sino ad un massimo di 4 abbonamenti. Costo abbonamenti Intero € 140 Ridotto* € 125 Riduzione per coloro che hanno meno di 25 anni o più di 65 e per gli iscritti a UPBeduca. Vendita biglietti La vendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della stagione inizierà domenica 24 novembre dalle ore 14 alle ore 17 presso il Teatro Comunale. La vendita proseguirà dalle ore 9.30 alle ore 11.30 dal lunedì al venerdì e in orari proiezione film, presso il Teatro Comunale. La sera dello spettacolo, presso la biglietteria del Teatro Comunale dalle ore 20. Ogni persona potrà acquistare al massimo 12 biglietti in totale. Costo biglietti spettacoli in abbonamento 27.11.13 My Fair Lady 16.12.13 **Il vizietto 23.12.13 Lo Schiaccianoci 07.01.14 **Penso che un sogno così... 29.01.14 Il Bell’Antonio 24.02.14 Enrico IV 19.03.14Gl’innamorati 16.04.14Malapolvere Platea 22,00 27,00 22,00 27,00 22,00 22,00 22,00 22,00 Galleria Odeon 20,00 20,00 **Al costo del biglietto vanno aggiunti i diritti di prevendita. Riduzione di 2,00 euro sul biglietto d’ingresso per coloro che hanno meno di 25 anni o più di 65 e per gli iscritti a UPBeduca. Costo biglietti fuori abbonamento (prezzo unico) 03.12.13 I Legnanesi 13.03.14 Raul Cremona 25,00 20,00 Variazioni Il teatro si riserva il diritto di effettuare modifiche al programma e agli orari qualora ciò, per qualsiasi causa, si rendesse necessario. La comunicazione ufficiale, alla quale si dovrà fare riferimento, avverrà a mezzo stampa o con strumenti telematici (sito internet e-mail). Il rimborso dei biglietti è previsto solo ed esclusivamente in caso di annullamento dello spettacolo. Teatro Comunale 015 93899 - Il Contato del Canavese 0125 641161 Ufficio stampa: Rita Ballarati 333 6728569 L’Associazione IL CONTATO DEL CANAVESE organizza le seguenti stagioni teatrali: Sala Emilio Pinchia di Banchette (TO) Teatro Sociale di Biella Teatro Odeon di Biella Salone Comunale di Bollengo (TO) Teatro Nuovo di Borgomanero (NO) Teatro Pro Loco di Borgosesia (VC) Sala Piero Venesia di Colleretto Giacosa (TO) Teatro Comunale di Cossato (BI) Teatro Giacosa di Ivrea (TO) Officina H di Ivrea (TO) Anfiteatro Comunale Angelo Burbatti di Montalto Dora (TO) Teatro Sociale di Omegna (VB) IL CONTATO DEL CANAVESE Presidente Antonello Gotta Direttore organizzativo Mario Liore Ufficio Stampa Rita Ballarati Segreteria Organizzativa di Produzione Silvia Naretto