Ospedale "M. Bufalini", Cesena Unità Operativa ORL CHIRURGIA DELLA TIROIDE La tiroide è un organo endocrino (cioè produce sostanze, gli ormoni tiroidei, che vengono immessi direttamente nel sangue) posto anteriormente nel collo al di sopra della trachea. E' costituita da 2 porzioni laterali (dette lobi) unite tra loro da un ponte (detto istmo). In stretto rapporto con essa vi sono le paratiroidi, piccole ghiandole delle dimensioni di una lenticchia, anch'esse endocrine, generalmente in numero di quattro ma che possono variare da 1-2 fino a oltre 10. Tra tiroide e trachea è posto il nervo laringeo inferiore (o nervo ricorrente) che fornisce l'innervazione motoria ai muscoli della laringe. Tra tiroide e laringe è invece posto il nervo laringeo superiore che fornisce l'innervazione sensitiva e solo in minima parte motoria. N. LARINGEO SUPERIORE PARATIROIDI N. LARINGEO INFERIORE Scopo di ogni intervento chirurgico sulla ghiandola tiroide è quello di asportare la parte malata conservando le ghiandole paratiroidi ed i nervi laringei. L'intervento inizia con un'incisione 2 dita al di sopra del giugulo e con l'allestimento del lembo cutaneo. Dopo avere divaricato i muscoli si individua la tiroide. Si procede allo scollamento della ghiandola dalle zone circostanti legando i vasi arteriosi e quelli venosi. A seconda dell'intervento programmato si procederà all'asportazione di un solo lobo (lobectomia tiroidea o emitiroidectomia), generalmente associata anche alla rimozione dell'istmo o all'asportazione dell'intera tiroide (tiroidectomia totale). Nei casi di carcinomi vi è la necessità di asportare il tessuto adiposo posto attorno al nervo ricorrente in quanto possono esservi localizzate alcune ghiandole linfatiche sede di metastasi (svuotamento ricorrenziale). L'intervento si conclude con il controllo del sanguinamento, l'applicazione di drenaggi in aspirazione e la sutura dei muscoli e della cute. Oggigiorno gli interventi di tiroidectomia sono ben codificati e il rischio di complicanze è molto ridotto rispetto al passato. Esse sono comunque possibili e possono essere suddivise in emorragiche, endocrine e neurologiche. Per la presenza di tessuto cicatriziale che ostacola l’identificazione delle strutture anatomiche, il rischio di complicanze aumenta in caso di reinterventi. L’exeresi di un intero lobo tiroideo permette Ospedale "M. Bufalini", Cesena Unità Operativa ORL quindi di rimuovere la zona malata evitando di dover ritornare sulla regione per l’asportazione di eventuali residui. COMPLICANZE EMORRAGICHE Le emorragie possono essere immediate o tardive. Quelle immediate avvengono durante l'intervento stesso (e sono generalmente legate a lesione accidentale di un vaso arterioso o venoso) o entro poche ore dalla fine dell'intervento stesso (e sono di solito dovute alla non perfetta tenuta di un nodo o di una causticazione). In quest'ultimo caso vi può essere la necessità di un intervento urgente di revisione per provvedere alla ricerca del vaso sanguinante ed alla emostasi. Le emorragie tardive compaiono a distanza di qualche giorno e generalmente non richiedono interventi di revisione essendo sufficiente applicare un bendaggio compressivo o eseguire delle aspirazioni di drenaggio della raccolta siero-ematica. COMPLICANZE ENDOCRINE La perdita della funzione tiroidea o la sua diminuzione non possono essere considerate una complicazione in quanto legata proprio alla riduzione o all'asportazione totale del tessuto tiroideo. Si parla invece di complicanza quando alterazione riguarda le ghiandole paratiroidi e l'ormone da esse prodotto: il paratormone. Questo controlla il metabolismo del calcio aumentando la quantità in circolo nel sangue (calcemia). Una sua ridotta increzione (ipoparatiroidismo) determina una riduzione della calcemia che si manifesta con la comparsa di formicolii e crampi a carico degli arti e delle labbra prima e di tutto il corpo poi. Nella maggior parte dei casi si tratta di un problema temporaneo legato alla momentanea perdita di funzione per le manovre di distacco delle paratiroidi dalla tiroide. In una quota pari circa al 3-6% a seconda delle varie statistiche l'ipoparatiroidismo è definitivo e ciò rende necessaria l'assunzione per tutta la vita di una terapia a base di calcio. I rischi maggiori si corrono in caso di istologia maligna, di reintervento o di svuotamento ricorrenziale (cioè asportazione del tessuto adiposo e dei linfonodi in esso contenuti posto lungo il decorso del nervo ricorrente). Qualora ci si accorga di avere rimosso una paratiroide o se non si è sicuri che tale ghiandola riceva un adeguato apporto di sangue si può procedere al suo reimpianto in un muscolo (generalmente le sternocleidomastoideo o il deltoide). COMPLICANZE NEUROLOGICHE Il nervo laringeo superiore di solito non viene visualizzato durante l'intervento. Visti gli stretti e non costanti rapporti che contrae con le arterie e le vene del polo superiore, per evitare di danneggiarlo è necessario procedere ad una attenta legatura dei vasi in vicinanza dell'apice del lobo tiroideo. Un suo deficit comporta l'impossibilità di ottenere una perfetta messa in tensione delle corde vocali e quindi si potranno avere dei problemi nella emissione dei suoni più acuti. Il nervo laringeo inferiore è quello funzionalmente più importante poiché è il vero nervo motore della laringe. La ricerca del nervo per poterne seguire il decorso e quindi avere una maggiore certezza di salvaguardarlo è oggigiorno un momento fondamentale della chirurgia tiroidea. Mentre infatti in passato si riteneva che questo procedimento chirurgico fosse dannoso, l'esperienza clinica ha dimostrato il contrari, che cioè la frequenza di danni del nervo ricorrente è nettamente superiore qualora non si proceda alla ricerca del nervo. Il rischio di paralisi definitiva è all'incirca 0,8-1%. Questo significa che la paralisi è un evento raro e che comunque nella maggior parte dei casi si risolve, spontaneamente o con l'aiuto di una terapia farmacologica, entro un periodo variabile da pochi giorni ad alcuni mesi.