Prof. Mascellino Leonardo Pagina 1 04/09/2008 SENSORI, TRASDUTTORI E LORO APPLICAZIONI I sensori si possono definire organi di ingresso degli impianti di automazione; convertono una grandezza fisica in una grandezza elettrica, affinché la prima possa essere riconosciuta e utilizzata dai circuiti di controllo dell’apparecchio di gestione. Per definizione quindi il sensore controlla e trasforma grandezze fisiche, chimiche, meccaniche ed elettriche generate dai processi tecnologici. Si possono trovare in commercio due famiglie di sensori: sensori con semplici dispositivi di tipo ON/OFF oppure di livello 0 e 1, sensori con dispositivi capaci di trasformare in modo continuo una specifica grandezza fisica in una grandezza elettrica, in grado di mantenere una relazione costante tra le due, tale da poter essere matematicamente calcolata. Nei primi dispositivi viene utilizzato un elemento a soglia, che attua una semplice commutazione quando viene superato il valore impostato della grandezza da controllare. Nei secondi invece si utilizza un componente che è in grado di fornire in uscita un valore continuo. Associate all'utilizzo dei valori in uscita, esistono poi delle tecniche di trattamento dei segnali e di regolazione per riportare il valore o grandezza dal trasduttore al regolatore o controllore del processo. In questo secondo caso la funzione di proporzionalità, chiamata anche fattore di proporzionalità, non sempre deve essere necessariamente lineare o perfettamente costante. La cosa importante è che essa sia conosciuta e continua, in modo da poter essere corretta con tecniche appropriate. Queste ultime, utilizzate particolarmente nelle applicazioni dove è necessaria una elevata precisione, vengono definite linearizzazione del componente. In base al tipo di segnale trattato si possono trovare sensori che mettono a disposizione in uscita un segnale che varia in proporzione e in modo continuo al re della grandezza fisica che lo stesso sensore rileva: in questo caso si parla trasduttori di tipo analogico. Al contrario, ci sono sensori che emettono in uscita una serie di segnali numerici direttamente legati al segnale rilevato: se fanno riferimento a un valore iniziale ed emettono segnali successivi relazionati solo a questo, essi si definiranno trasduttori digitali assoluti; se invece i segnali emessi sono ciascuno in riferimento al valore del segnale precedente, si definiranno questi trasduttori come digitali incrementali. Attualmente il termine sensore sta a indicare sia il semplice elemento che opera la trasformazione tra due grandezze non omogenee di ingresso e di uscita (ma il termine più appropriato sarebbe rilevatore), sia una apparecchiatura molto più complessa, composta dal sensore vero e proprio e da un insieme di componenti che stabiliscono l'alimentazione, la linearizzazione e il condizionamento del segnale di uscita (e in questo secondo caso il termine adeguato sarebbe trasduttore). In questo contesto si utilizza il termine sensore per indicare un rilevatore di soglia, mentre il termine trasduttore viene riservato ai rilevatori che sono associati ad apparecchi per il trattamento dei segnali. Prof. Mascellino Leonardo Pagina 2 04/09/2008 Moltissimi impianti e apparecchi utilizzano sensori e trasduttori; anzi si può affermare, senza possibilità di smentita, che senza di essi queste apparecchiati non servirebbero. Per esempio un personal computer presenta vari trasduttori: la tastiera, le testine di lettura e scrittura dei dischi, gli interruttori per rilevare la presenza nel driver dei dischetti. Nei processi industriali, nelle applicazioni più disparate, la presenza sensori e dei trasduttori diviene assolutamente determinante, tanto che l'intervento di monitoraggio e la regolazione del sistema non possono prescindere dai rilevatori stessi. I sensori e i trasduttori quindi si possono definire in modo molto più completo come dei punti di interferenza e di collegamento che si affacciano direttamente al mondo reale e al processo produttivo in corso. Interfacciarsi con il mondo reale significa generare un processo tecnologico primario, e il controllo deve avvenire forzatamente attraverso rilevatori. Detto in altre parole, ogni processo tecnologico deve venire controllato e regolato e i sensori e i trasduttori diventano elementi fondamentali della catena del processo produttivo. Ruolo della sensoristica è e rimane il condizionamento e il controllo del processo industriale. Da tale definizione emerge l'importanza tecnologica ed economica giocata dai sensori. Sensori (Interruttori) di prossimità. I sensori utilizzati nei controlli di prossimità trovano impiego in moltissimi settori e in svariate applicazioni. Si utilizzano nell'automazione industriale e servomeccanismi, nell'automazione degli uffici e nei sistemi antifurto, nel settore automobilistico e nelle periferiche dei computer. Essi fanno parte del rilevamento senza contatto fisico e per questo motivo trovano in una posizione di privilegio rispetto ad altri sensori con funzioni analoghe. Gli elementi che definiscono i singoli sensori possono basarsi su effetti magnetici a soglia, magnetici a contatto reed, induttivi, capacitivi, ottici, ad ultrasuoni. A prescindere dal principio fisico specifico di funzionamento, come prima approssimazione i sensori di prossimità si possono classificare in relazione ai diversi tipi di stadi di uscita. Prendendo in oggetto un sensore di prossimità elettronico, esso si può trovare nei tipi sotto elencati. Auto - amplificato ON/ 0FF in corrente continua. Esso può avere la polarità uscita PNP oppure NPN e invece la funzione di uscita del tipo normalmente aperto (NA), normalmente chiuso (NC), scambio (S). I dati che comunemente si possono riscontrare sulla targa di tali sensori sono: la tensione di alimentazione (10 ¸ 30 Vcc), la massima corrente in uscita (150 mA), la caduta di tensione in relazione alla massima corrente erogata (< 3V), il grado di protezione dagli agenti fisici esterni quali la polvere e l’acqua (IP 67) Prof. Mascellino Leonardo Pagina 3 04/09/2008 temperatura di funzionamento (-40 ¸ +100°C), Autoamplificato ON/OFF in corrente alternata. Non amplificato NAMUR I sensori di prossimità Namur sono degli apparecchi elettronici nei quali la corrente assorbita viene modificata dall'avvicinamento di un oggetto metallico. Analogici con uscita in tensione. Analogici con uscita in corrente. Sensori magnetici a contatto reed I sensori di prossimità magnetici a contatto reed fondano il loro funzionamento sulla presenza di contatti speciali, denominati reed, azionati da un campo magnetico esterno, generato da un magnete permanente. Un contatto reed, denominato anche ampolla reed (il termine reed in inglese significa linguetta), è formato da due barrette flessibili di materiale ferromagnetico (per esempio ferro-nichel), piatte, di bassa riluttanza ed ermeticamente sigillate, inserite all'interno di un tubo di vetro, avente un'atmosfera di gas inerte. La sigillatura ermetica dei contatti in atmosfera di gas inerte li protegge dalla polvere, dalla corrosione e dalla ossidazione. Le barrette sono posizionate in modo che le parti terminali si contrappongano l'una all'altra, senza però toccarsi. Le barrette inoltre si prolungano oltre l'involucro e sono placcate con metallo altamente conduttivo, come rodio oppure oro. I sensori magnetici a contatti reed entrano in funzione col manifestarsi di campo magnetico, generato da un magnete permanente o da una bobina montata vicino o intorno al contatto reed. Quando il contatto viene influenzato da un campo magnetico, le estremità delle barrette assumono polarità magnetica di segno opposto e, quando viene raggiunta una sufficiente intensità di campo magnetico, la forza di attrazione degli opposti poli magnetici vince la rigidità delle barrette, flettendole l'una sull'altra, determinando il contatto. Al termine dell'influsso del campo magnetico, l'effetto a molla del materiale delle barrette provoca la separazione del contatto e riporta le condizioni elettriche nella situazione precedente. L'operazione può essere ripetuta milioni di volte anche a elevatissime frequenze. La figura schematizza un contatto reed utilizzato nei sensori magnetici con il relativo azionatore a magnete permanente. Le principali caratteristiche di un'ampolla reed si possono riassumere come segue. Prof. Mascellino Leonardo Pagina 4 04/09/2008 Non avendo parti in movimento o striscianti come altri tipi contatto, le ampolle reed presentano una vita meccanica illimitata. Le ampolle reed sono caratterizzate da una velocità di intervento molto più elevata di quella dei normali relè e questo le rende adeguate per applicazioni con elevate velocità di commutazione. Si possono inserire in spazi molto ridotti e quindi si prestano molto bene per applicazioni in apparecchiature miniaturizzate. I sensori di prossimità con contatti reed possono essere comandati da magnete permanente o da un elettromagnete. Il metodo più comunemente impiegato è quello del magnete permanenti. Sensori a induzione I sensori di prossimità induttivi vengono normalmente utilizzati per rilevare oggetti metallici. Rappresentano senza dubbio i sensori di prossimità più diffusi su macchine automatiche. Il principio di funzionamento é basato su un oscillatore ad alta frequenza che produce un campo elettromagnetico nelle immediate vicinanze del sensore. La presenza di un oggetto metallico (che svolge la funzione di azionatore) all'interno del campo smorza l'ampiezza dell'oscillazione in quanto parte dell'energia elettromagnetica viene trasferita dal sensore all'azionatore e su questo si dissipa per effetto delle correnti parassite di Focault. L'ampiezza dell'oscillazione risulta quindi decrescere con la distanza fra azionatore e sensore e può fornire all'uscita del sensore un'informazione analogica sulla posizione dell'oggetto (sensori analogici) oppure può essere convertita, tramite un circuito a soglia, in un segnale digitale (sensori ON-OFF). La sensibilità del sensore dipende, oltre che dalla forma e dalle dimensioni dell'azionatore, anche dal tipo di metallo da cui è costituito. Vedi Fig. precedente. Le distanze di scatto riportate in catalogo esprimono valori di riferimento che non tengono conto delle tolleranze produttive, delle variazioni di tensione o di corrente e di altre eventuali influenze esterne. La differenza tra il valore indicato e l'effettiva distanza di scatto è comunque inferiore al 10%. La schermatura del sensore consente di indirizzare le linee di flusso del campo elettromagnetico generato dal sensore stesso. In tal modo è possibile minimizzare la distanza che occorre mantenere tra il sensore ed altri sensori o parti metalliche nelle vicinanze, al fine di garantire la costanza delle caratteristiche di funzionamento. Nella versione in corrente continua, il trigger pilota transistor del tipo PNP oppure NPN, un diodo protegge il circuito dalle inversioni di polarità e uno zener dai picchi di tensione. Prof. Mascellino Leonardo Pagina 5 04/09/2008 Si riportano i principali parametri che li vincolano all'oggetto da rilevare. Distanza di intervento. La distanza di intervento di un sensore di prossimità è quella distanza alla quale l'avvicinamento di un azionatore provoca un cambiamento di stato del segnale in uscita. Corsa differenziale. La corsa differenziale, o isteresi, viene definita come differenza tra il punto di inserzione del sensore di prossimità, all'avvicinamento dell'azionatore, e il punto di disinserzione, all'allontanarsi dell'azionatore dalla superficie sensibile. Placchetta di misura. La placchetta per i sensori di forma cilindrica acciaio dolce F360 e di forma quadrata. Possiede il lato di dimensione pari al diametro della superficie sensibile e ha lo spessore di 1 mm. Prezzo dei sensori di figura di destra: 26 € ; 27 € ; 29 € (Da catalogo RS 02/2002) Sensori capacitivi I sensori capacitivi sfruttano la variazione della capacità parassita che si crea tra sensore ed oggetto da rilevare. Quando l'oggetto da rilevare e la faccia sensibile del sensore si trovano ad una certa distanza, un circuito elettronico interno al sensore entra in oscillazione. L'insorgere o il cessare ditale oscillazione sono riconosciuti da un rilevatore di soglia che comanda un amplificatore destinato all'azionamento di un carico esterno Un sensore capacitivo può rilevare oggetti metallici e non metallici (legno, plastica, liquidi e così via). La distanza d'intervento può essere regolata in modo da adattare il sensore alla spècifica applicazione. I sensori capacitivi sono costituiti da un condensatore la cui capacità varia sotto l’azione della grandezza in misura. La capacità di un condensatore piano è data dalla relazione: ε = costante dielettrica del materiale interposto tra le armature S = è la superficie delle armature d = distanza tra le superficie Essi sono costituiti da un oscillatore a transistor situato nella parte anteriore. Il circuito oscillante R-C (resistenza - condensatore) è influenzato dalla variazione di capacità, infatti, quando un materiale qualsiasi, solido o liquido (acqua, vetro, metalli, legno, caffè, polveri ecc.) interessa la superficie attiva del sensore, la capacità aumenta mettendo in azione l’oscillatore fino ad invertire la soglia del trigger, inducendo un cambiamento di condizione dello stadio finale ed il conseguente comando di un carico esterno. Un potenziometro permette la regolazione di fine della distanza di intervento. Prezzo del sensore di figura: 73 € (Da catalogo RS 02/2002) Prof. Mascellino Leonardo Pagina 6 04/09/2008 Sensori fotoelettrici Le fotocellule, o sensori fotoelettrici sono dispositivi elettronici che utilizzano il principio dell'emissione luminosa combinata con l'optoelettronica e costituiscono una famiglia di sensori impiegata nei più svariati settori dell'automazione industriale per la rivelazione e conteggio di oggetti, lettura di contrasti, misure, rilevano la presenza di materiali non conduttori come il legno, la plastica, il vetro, ecc. e di metalli ferrosi e non ferrosi. In generale un sensore fotoelettrico, consiste di una sorgente luminosa o emettitore, un ricevitore, un amplificatore/demodulatore e uno stadio di uscita. Quando il fascio luminoso viene interrotto, lo stadio di uscita della fotocellula cambia il proprio stato logico. Lo stadio oscillatore ha la funzione di modulare il segnale elettrico che pilota l'emettitore e il suo principale vantaggio è quello di proteggere dalle interferenze della luce ambiente, in quanto il ricevitore è sintonizzato per ricevere solo le frequenze della luce modulata. L'emettitore converte il segnale elettrico modulato in segnale luminoso, che, attraverso un sistema ottico, viene inviato in direzione del riflettore, dell'oggetto da rilevare o al ricevitore. Il ricevitore è l'elemento che riceve il segnale luminoso di ritorno, lo converte in una grandezza elettrica e lo trasmette al demodulatore. Il blocco demodulatore/amplificatore trasforma il segnale variabile del ricevitore in un segnale digitale stabile che verrà reso disponibile per lo stadio di commutazione. Lo stadio d'uscita fornisce un'informazione di tipo ON/OFF al carico collegato alla fotocellula in funzione dello stato logico presente all'uscita dell'amplificatore, cioè in relazione alla presenza o assenza dell'oggetto da rilevare. Le uscite possono essere del tipo a relè, NPN/PNP, Analogiche. Quasi tutti i modelli sono dotati di un indicatore led e gran parte anche di un potenziometro per la regolazione della sensibilità. I sensori ottici in generale si possono poi suddividere in vari dispositivi assai diversi per concezione, frequenza della radiazione usata e quindi per settore di impiego. I sensori ottici più tradizionali funzionavano con luce visibile. Essi impiegavano solitamente sorgenti di luce a filamento come emettitore e fotoresistenze come ricevitore. Questi dispositivi comportavano tuttavia alcuni inconvenienti fra i quali la durata limitata della sorgente (alcune migliaia di ore) e la velocità di risposta modesta. Prestazioni molto migliori si sono ottenute impiegando emettitori a led e rivelatori al silicio (fotodiodo e fototransistor). Le fotocellule vengono divise per tipo di funzionamento: A barriera reflex A diffusione Lettori di tacche colorate Sensori ultravioletti Fibre ottiche Prof. Mascellino Leonardo Pagina 7 04/09/2008 Sensori a barriera In queste fotocellule, il proiettore e il ricevitore costituiscono due dispositivi separati, tipicamente montati l'uno in fronte all'altro. Ogni oggetto interposto tra i due dispositivi interrompe il raggio di luce e viene rilevato. Questo tipo si sensore è utilizzato per applicazioni con distanze di lavoro elevate o in ambienti molto sporchi ed inoltre rappresenta la soluzione ideale per rilevare qualsiasi oggetto indipendentemente dal colore o dal grado di riflessione. Il punto critico è l'impossibilità di rilevare oggetti trasparenti. I sensori a forcella, invece, vengono utilizzati principalmente per la lettura di tacche, ad esempio sulle bobine di etichette. Prezzo dei sensorei a forcella della figura di sinistra: 3 € (Da catalogo RS 02/2002) Prezzo dei sensori di figura di destra: 125 € cad. (Da catalogo RS 02/2002) Sensori reflex Questi tipi di fotocellule sono dispositivi nei quali i fotoelementi di emissione e ricezione sono contenuti nello stesso corpo meccanico. Il fascio di luce emesso è riflesso da un riflettore prismatico (catarifrangente) che lo ritorna al ricevitore. Quando un oggetto attraversa il percorso del raggio di luce, esso viene rilevato. Questo tipo di sensore è molto diffuso, in quanto a buone distanze operative aggiungono semplicità di allineamento sensore/riflettore e facilità d'installazione anche in spazi ristretti. Occorre però prestare attenzione nel caso di rilevazione di oggetti altamente riflettenti o brillanti, in quanto, se gli oggetti hanno le stesse caratteristiche di riflessione del riflettitore, possono non essere riconosciuti. Prezzo del sensore PNP della figura di destra: 121 € (Da catalogo RS 02/2002) Sensori a diffusione Le fotocellule a tasteggio basano il loro funzionamento sulla riflessione della luce da parte dell'oggetto che intercetta il raggio luminoso emesso. L'emettitore e il ricevitore sono contenuti nello stesso elemento. La distanza operativa è limitata e legata al colore e al tipo Prof. Mascellino Leonardo Pagina 8 04/09/2008 di superficie dell'oggetto da rilevare. La distanza di lavoro diminuisce con superfici meno riflettenti o di colori più scuri. Questo tipo di fotocellule vengono utilizzate per il rilevamento diretto dell'oggetto, per rilevamenti precisi e determinati di piccoli oggetti e per rilevamenti con esclusione di superfici di sfondo. Esistono vari tipi di tasteggio, in relazione all'applicazione, come tasteggio diffuso e tasteggio focalizzato che sono usati in presenza per il rilevamento di piccoli oggetti, e tasteggio con soppressione di sfondo che sono in grado di discriminare oggetti di piccole dimensioni indipendentemente dallo sfondo a loro adiacente (la loro distanza operativa è insensibile al colore dell'oggetto stesso). Prezzo del sensore della figura di destra: 77 € (Da catalogo RS 02/2002) Prof. Mascellino Leonardo Pagina 9 04/09/2008 Lettori di tacche colorate I lettori di tacche colorate sono dispositivi speciali dotati di ottica sofisticata e frequenza di commutazione elevata. Sono funzionanti con il principio dei sensori ottici a diffusione, e trovano principalmente impiego nel riconoscimento dei contrasti esistenti tra le tacche colorate e lo sfondo. Un segnale elettrico proporzionale all'intensità della luce riflessa dal contrasto da rilevare, viene inviato ad un comparatore, che genera un segnale di uscita quando il contrasto è superiore ad un determinato valore di soglia preimpostato. Esistono versioni con regolazione del contrasto manuale, semiautomatico o automatico. Per applicazioni con spazi limitati sono disponibili versioni a fibra ottica. Prezzo del sensore di figura: 397 € (Da catalogo RS 02/2002) Sensori ultravioletti Il loro principio di funzionamento è basato sulla proprietà dei corpi fluorescenti di emettere luce visibile se irradiata da luce ultravioletta. Il proiettore emette luce UV che investe il target fluorescente e viene riflessa al ricevitore come luce visibile. Per questo principio il lettori UV sono totalmente immuni da riflessioni di oggetti e superfici molto riflettenti. Applicazioni tipiche sono il riconoscimento e il rilevamento di riscontri fluorescenti visibili e invisibili, gessi, colle, inchiostri, vernici, liquidi e pennarelli) su qualsiasi tipo di materiale come legno, metalli, ceramica, plastica, carta, ecc. Prezzo del sensore di figura: 596 € (Da catalogo RS 02/2002) Fibre ottiche Le fibre ottiche rappresentano semplicemente un completamento della gamma fotocellule. Realizzate in vetro, trasmettono la luce emessa dal proiettore attraverso due conduttori, uno di trasmissione e uno di ricezione Questi dispositivi sono principalmente utilizzati per montaggio in spazi limitati di difficile accesso, con alte temperature, vibrazioni o condizioni ambientali particolari. Prezzo del sensore di figura di destra: 562 € (Da catalogo RS 02/2002) Prof. Mascellino Leonardo Pagina 10 04/09/2008 Sensori ad ultrasuoni Il sensore ad ultrasuoni è basicamente e genericamente un ecoscandaglio ultra - acustico. Il sensore emette un fascio impulsivo di suoni a frequenza elevata (40 ¸200 kHz). Il fascio è composta da una o più onde pulsanti che si espandono a partire dalla membrana di emissione. Come tutto ciò che si propaga, il fascio ultrasonoro si espande in forma conica alla velocità del suono nell’aria (340 m/s), con un angolo tipico che dipende dalla geometria della testa del sensore e dalla presenza di eventuali lenti acustiche o guide d'onda. L’eco riflesso dal bersaglio ritorna al trasduttore. La distanza tra il bersaglio ed il sensore viene ricavata dall'intervallo di tempo tra la trasmissione del fascio e la ricezione dell'eco. Il sensore converte l'intervallo di tempo in un segnale digitale che è utilizzato internamente per calcolare la distanza dell'oggetto da rilevare. I principali parametri che influenzano la riflessione sono: tipo di superficie del bersaglio distanza del bersaglio angolo di incidenza del fascio ultrasonico sul bersaglio dimensioni del bersaglio (energia riflessa) Il sistema offre il vantaggio di non richiedere nessun contatto diretto del sensore con il prodotto, poiché la sonda viene applicata esternamente alla parte del serbatoio o del tubo. E' possibile misurare anche prodotti tossici, aggressivi, infiammabili e sotto pressione. Questo tipo di controllore può essere utilizzato per una vasta gamma di applicazioni, come il controllo di livello in serbatoi, segnalazione di bolle gassose in liquidi, misura di livello in contenitori sotto pressione, controllo del ghiaccio in celle frigorifere, ecc. Il sensore ad ultrasuoni rappresenta una vantaggiosa alternativa anche nei confronti dei sensori ottici, per rilevare oggetti distanti, la capacità di rilevamento non dipende dalle caratteristiche cromatiche superficiali dell’oggetto da rilevare, inoltre sono “sentite” anche le superfici trasparenti. Prezzo del sensore di figura: 330 € (Da catalogo RS 02/2002) Fotocellule laser Le fotocellule ad emissione laser sono caratterizzate da una estrema precisione, facilità di allineamento e regolazione data dalla luce visibile emessa (rossa brillante), ed elevate distanze di lavoro. I modelli disponibili e le diverse versioni ottiche consentono di trovare la soluzione ideale per risolvere applicazioni come riconoscimento di piccoli particolari, precisi posizionamenti, conteggi veloci, riconoscimento di oggetti su nastri trasportatori. Prezzo del sensore laser di figura: 403 € (Da catalogo RS 02/2002) Prof. Mascellino Leonardo Pagina 11 04/09/2008 Lettori di codici a barre I lettori di codici a barre trovano impiego oltre che nei punti di vendita anche negli inventari di magazzino, nella gestione dei documenti, nei sistemi di trasporto, nella verifica delle etichette, nelle macchine per ricevimento e spedizione automatica e nelle macchine automatizzate in generale. Il lettore emette un raggio per mezzo di un diodo laser in grado di scandagliare (scanner) l’etichetta del codice a barre. L’interfaccia con un computer o altro sistema logico permette di identificare il prodotto. Prezzo del connettore di figura: 1060 € (Da catalogo RS 02/2002)