Mario Rippa - Divulgazione Chimica

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MARIO RIPPA
(1932 – 2001)
Il Prof. Mario Rippa è nato a Napoli il 3/9/1932.
Iscrittosi alla Facoltà di Chimica dell'Università di Napoli, dal novembre 1953 al dicembre
1956 ha frequentato, come allievo interno, l'Istituto di Chimica Organica di quella
Università per la preparazione della tesi sperimentale di Laurea.
Si è laureato in Chimica, indirizzo organico-biologico, nel dicembre 1956, discutendo col
Prof. G. Speroni la Tesi "Sui dimeri del benzoilnitrilossido e della sua ossima".
Dal dicembre 1958 al settembre 1961 ha lavorato, coi Professori E. Boeri e A. Vescia, nel
gruppo di studio sui radicali liberi in biologia, presso l'Istituto di Fisiologia Umana
dell'Università di Ferrara, come vincitore di una Borsa di studio del Comitato Nazionale per
l'Energia Nucleare.
Dal settembre al novembre 1961 ha lavorato come Research Fellow a Filadelfia, col Prof.
B. Chance.
Dal novembre 1961 al marzo 1963 ha lavorato come Assistente volontario nell'Istituto di
Fisiologia generale dell'Università di Ferrara, diretto dal Prof. E. Tria,
Dal giugno al settembre 1962 ha lavorato come Visiting Scientist nell'Istituto di Biologia
Fisico-chimica dell'Università di Parigi.
Dall'ottobre 1964 all'ottobre 1965 ha lavorato come International Postdoctoral Research
fellow del National Institute of Health degli Stati Uniti alla Yeshiva University di New York.
Dal marzo 1963 fino alla sua morte ha lavorato presso l'Istituto di Biochimica
dell’Università di Ferrara, allora diretto dal Prof. S. Pontremoli, ed attualmente diventato
Dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare.
All’interno di questa struttura ha percorso tutti i gradi della sua carriera accademica:
-
assistente volontario negli anni 1963-64
-
assistente ordinario dal 1965 al 1971
-
aiuto dal 1971 al 1973.
-
Incaricato stabilizzato, fino al 1975
-
Professore Ordinario dal 1975
ATTIVITA’ DIDATTICA e ORGANIZZATIVA
Presso l'Università di Ferrara il Prof. Mario Rippa ha ricoperto i seguenti incarichi:
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
Direttore dell'Istituto di Biochimica
Membro del Consiglio d'Amministrazione dell'Università
Presidente dell'Opera Universitaria.
Presidente dell’ADSU
Il Prof. Mario Rippa ha conseguito la Libera Docenza in Chimica Biologica nel 1967,
Confermata nel 1972.
Presso l'Università di Ferrara ha tenuto corsi suppletivi di:
 Chimica Biologica per Scienze (anni 1959-64)
 Chimica Biologica per Medicina e (anni 1963-71)
 Chimica Biologica per Chimica (anni 1965-67)
 Fisiologia Generale per Scienze (anno 1962-63)
 Chimica delle Fermentazioni per Chimica (anno 1962-63)
Incarichi di Insegnamento di
 Chimica Biologica per Scienze (anni 1961-63)
 Biochimica Applicata per Farmacia (anni 1968-74)
 Chimica e Propedeutica Biochimica per Medicina e Chirurgia (anni 1971-2001)
E' autore di molti libri di testo di Chimica per l'Università e le Scuole Superiori, i più
rilevanti sono:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
Mario Rippa, Chimica medica (chimica organica), 1975
Mario Rippa, Chimica medica (chimica generale), 1976
Mario Rippa, La Chimica, 1980 - 1990
Mario Rippa, Fondamenti di chimica, 1987 - 1998
Mario Rippa, La materia e le sue trasformazioni, 1988
Mario Rippa - Daniele Casagrande, La materia intorno a noi, 1995
tra cui il testo di Chimica più venduto in Italia negli anni 1985 -1995
ATTIVITA' SCIENTIFICA
Il Prof. Mario Rippa ha effettuato numerosi soggiorni di studio presso prestigiose Istituzioni
Scientifiche straniere:
Dal settembre al novembre 1961 ha lavorato come Research Fellow a Filadelfia, col Prof.
B. Chance.
Dal giugno al settembre 1962 ha lavorato come Visiting Scientist nell'Istituto di Biologia
Fisico-chimica dell'Università di Parigi.
Dall'ottobre 1964 all'ottobre 1965 ha lavorato come International Postdoctoral Research
fellow del National Institute of Health degli Stati Uniti alla Yeshiva University di New York.
Visiting scientist al Lehrsthul fur Biochemie del Dipartimento di Chimica della Ruhr
Universitat in Bochum nell'aprile-maggio 1971
Visiting scientist al Physiologisch-Chemisches Institut dell'Università di Goettingen nel
maggio 1973
Visiting Scientist al Departemento de Bioquimica alla Universitad Nacional Autonoma de
Mexico (UNAM) nel 1991



Coordinatore di Programmi di Ricerca di Interesse Nazionale del Dipartimento della
Pubblica Istruzione dal 1976 e del Ministero della Università e Ricerca Scientifica poi.
Coordinatore di Programmi di Ricerca in Biochimica del Consiglio Nazionale delle
Ricerche
Ha fatto parte del Comitato Organizzatore del Congresso del Gruppo Proteine della
Società Italiana di Biochimica (Proteine 97) che si è svolto a Ferrara dal 4 al 6 giugno
1997
Finanziamenti
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Oltre ad essere stato titolare per molti anni di fondi MURST e CNR il Prof. Rippa ha
ottenuto
Grants dall'N.I.H. nel 1966
dalla NATO nel 1972 e 1973
dalla CEE nel periodo 1999-2001
dall'Industria Eridania.
SEMINARI SU INVITO
Il Prof. Rippa ha tenuto innumerevoli seminari sulle sue ricerche tra cui alcuni nei seguenti
Istituti :

Department of Biophysics, University of Pennsylvania

Institut de Biologie Physico-Chemique, Università di Parigi

Department of Molecular Biology, Yeshiva University, New York

Dipartimento di Chimica, Rhur Università!, Bochum

Fachbereich Biologie, Università di Costanza

Max-Planck Tnstitut tur Ehrnarungsphysiologie, Dortmund

Physiologisch Chemisches Institut, Università di Gottinga

Laboratorio internazionale di Genetica e Biofisica,Napoli

Istituto di Chimica Biologica, Università di Genova

Istituto di Chimica Biologica, Università di Napoli

Istituto di Chimica Biologica, Università di Padova

Istituto di Chimica Biologica, Università di Pavia

Departimento de Bioquimica, UNAM, Città del Messico.

Istituto di Chimica Organica , Università di Napoli

Istituto di Patologia Generale, Università Cattolica, Roma

Istituto di Biologia Molecolare, Università di Parma

Istituto di Chimica Biologica, Università di Pisa.
E' stato inoltre invitato a presentare i risultati delle sue ricerche a molti Simposi tra cui:

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

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
Multiple molecular Forms of Enzymes; New York Academy of Sciences, New York
1959
Chemical and physical studies on enzymes; Società Tedesca di Biochimica; Gunzburg
1971
Struttura e funzione delle proteine. Società di Biochimica e di cristallografia; Pavia
1972
Chimica delle Proteine; Tavola Rotonda; Società Italiana di Biochimica, Trieste, 1973
Modificazione e regolazione delle proteine; Tavola Rotonda; Società Italiana di
Biochimica, Camerino, 1973
Congresso del Gruppo Proteine della Società Italiana di Biochimica (Proteine 97),
Ferrara , 1997
Appartenenza a Società Scientifiche
 Membro attivo della Societa' Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare, gruppo
Struttura e Funzione delle Proteine
 Membro attivo della The New York Academy of Sciences
CITAZIONI
Alcuni dei lavori del Prof. Rippa sono stati citati da moltissimi trattati tra cui:

The Enzymes (1963) vol. 7, pag 379-380-559-565

Comprehensive Biochemistry (1969) vol 17 pag 177-178

Advances in protein chemistry (1963) vol 18, pag 192

Annual Review of Biochemistry (1963) 32, 612-613

Annual Review of Biochemistry (1966) 35, 553

Annual Review of Biochemistry (1967) 36, 192

Annual Review of Biochemistry (1968) 37, 704-705

Annual Review of Biochemistry (1969) 38, 751

Annual Review of Biochemistry (1972) 41, 851

Methods in Enzymology (1966) 9, 141

Methods in Enzymology (1972) 26, 588

Advances in Metabolic Disorders (1972) 6, 20-22

Assays in Biochemistry (1972) 8, 163

Biochemistry of the SH groups (1972) 16-18

Chemical reactivity and bioogical roles of functional groups in enzyme (1970) 139-167

FEBS Symposia (1969) 19, 184

Nature (1969, News and Views) 233, 1204

Mechanism in Protein Chemistry (1995 by Jack Kyte, Garland Publishing, Inc. New
York & London) 388-390.
TEMI DI RICERCA
L’attività di ricerca sperimentale del Prof. Mario Rippa si è rivolta a numerosi temi:
Dal gennaio 1957 al dicembre 1958 ha lavorato, sotto la direzione dei Professori E. Boeri
e E. Scarano, sulle proprietà delle alcol e lattico deidrogenasi, sulla rodanesi, glutatione,
eparina, condroitinsolfati, nucleotidi e altri composti di interesse biochimico.
Dal dicembre 1958 al settembre 1961, coi Professori E. Boeri e A. Vescia, ha lavorato alla
purificazione e alla caratterizzazione di altre nuove lattico deidrogenasi, collaborando
anche col Prof. T.P. Singer allora in visita per un anno a Ferrara.
Dal settembre al novembre 1961 ha lavorato come Research Fellow a Filadelfia, col Prof.
B. Chance, sulle proprietà cinetiche e di spin elettronico della lattico deidrogenasi di lievito
di pane.
Dal novembre 1961 al marzo 1963 ha lavorato sulla fosforilazione ossidativa nel lievito di
pane e sulla purificazione e dosaggio della gastrina.
Dal giugno al settembre 1962 ha lavorato sui legami tra eme, flavina e proteina nella
lattico deidrogenasi da lievito di pane, come Visiting Scientist nell'Istituto di Biologia Fisicochimica dell'Università di Parigi.
Dall'ottobre 1964 all'ottobre 1965 ha lavorato come International Postdoctoral Research
fellow del National Institute of Health degli Stati Uniti sulla fruttoso difosfato fosfatasi da
fegato di coniglio e sulla aldolasi da fegato di coniglio, alla Yeshiva University di New York.
Dal marzo 1963 ha lavorato sulla 6-fosfogluconato deidrogenasi da Candida Utilis, fegato
di pecora e sulla 6-fosfogluconato deidrogenasi ricombinante di Trypanosoma brucei,
come anche sulle Diacetil Reduttasi e alcol deidrogenasi di Bacillus stearothermophilus.
Il filo conduttore delle ricerche del Prof. Rippa è stato lo studio del meccanismo
chimico della catalisi enzimatica.
Per queste ricerche è stato scelto come modello di studio l'enzima 6-fosfogluconato
deidrogenasi. Dato che questo enzima catallizza tutta una serie di reazioni
(decarbossilazione essudativa, ossidazione, decarbossilazione, reazione di scambio di
tritio) esso rappresenta un modello ideale per lo studio del meccanismo d'azione delle
deidrogenasi, delle decarbossilasi, delle aldolasi, delle isomerasi, delle deidratasi etc.
Un altro notevole vantaggio e che1'enzima è stabile e può esser facilmente preparato,in
quantità relativamente grandi, in poco tempo.
Agli inizi di questi studi si è cominciato a mettere a punto un metodo per una efficace
rapida preparazione allo stato omogeneo dell' enzima. Nel far questo si è visto che la
Candida utilis (il materiale di partenza per la preparazione dell'enzima) contiene due forme
di 6-fosfogluconato deidrogenasi, che hanno diverse caratteristiche chimiche e fisiche. In
seguito, altri ricercatori hanno visto che la Candida contiene un doppio patrimonio di
diversi degli enzimi dello shunt dei pentosi.
Si è passati poi alla determinazione della composizione in aminoacidi, del peso
molecolare,del numero delle subunità,del numero dei siti di legame del coenzima, della
sequenza aminoacidica alla estremità carbossiterminale. E' stato visto che il centro attivo
dell'enzima contiene residui di cisteina, lisina, istidina e tirosina.
Nel corso di queste ricerche è stato scoperto che il piridossal fosfato è un reattivo
specifico per i residui di lisina, e allo stesso tempo,un reattivo bifunzionale capace di far da
ponte tra un residuo di lisina ed un residuo aminoacidico dotato di carica positiva. Da
allora in poi il piridossalfosfato è stato usato con successo da altri ricercatori, che hanno
visto che oltre 50 enzimi sono inibiti da piridossalfostato. Il piridossalfosfato è stato
utilizzato anche per lo studio della ossigenazione della emoglobina.
E' stata poi ideata la tecnica della fotoossidazione specifica per il centro attivo
dell'enzima.
Anche questa nuova tecnica, recensita nei News and Views di Nature, ha avuto
numerose applicazioni nella chimica delle proteine ed è stata utilizzata in medicina nella
cura dell'Herpes Simplex.
Dopo una prima indagine sulle caratteristiche chimiche del centro attivo dell'enzima, le
ricerche sono proseguite per determinare il ruolo degli aminoacidi, individuati nel centro
attivo dell'enzima, nella catalisi enzimatica. E' stato visto che le ionizzazioni di un residuo
di istidina e di uno di tirosina hanno un ruolo nel legare all'enzima rispettivamente il
substrato e il coenzima.
Utilizzando un analogo del substrato è stato possibile individuare la natura chimica del
prodotto intermedio della decarbossilazione ossidativa del 6-fosfogluconato e, allo stesso
tempo,conoscere un'altra tappa del catabolismo di un ben noto inibitore metabolico, il 2deossiglucoso.
L'uso di analoghi sintetici del coenzima ha permesso di indicare un metodo per
differenziare il ruolo ossidoriduttivo del NADPH da altri ruoli, non redox, del coenzima,
nella catalisi enzimatica. Inoltre si è visto, per la prima volta,che l'azoto piridinico del
NADPH ha un ruolo, finora insospettato, nella catalisi enzimatica. Questo dato è stato
confermato facendo gli esperimenti anche sulla isocitrato deidrogenasi. La scoperta di un
nuovo ruolo dell'azoto dell'anello piridinico nella catalisi enzimatica potrebbe portare ad
una più approfondita conoscenza del meccanismo d'azione, finora ancora molto nebuloso,
delle deidrogenasi.
L’enzima si è anche rivelato un utile modello di studio del funzionamento delle
macromolecole omopolimeriche, in quanto è formato da due uguali subunità, che si è in
realtà dimostrato che sono funzionalmente distinte e funzionanti in maniera cooperativa.
Mediante l’analogo del NADP, NADP ossidato con periodato (oNADP), si è visto che
l’enzima possiede un meccanismo asimmetrico in quanto in presenza di substrato un solo
oNADP per dimero inattiva l’enzima. L'asimmetria e' stata dimostrata anche dopo fotoossidazione in presenza di vanadato: solo il 50 % delle subunita' viene rotto ma l'enzima e'
completamente inattivato. Le prove a favore del meccanismo cooperativo (cooperatività
omotropica) sono di tipo cinetico. La cinetica della reazione catalizzata dalla 6fosfogluconato deidrogenasi è stata studiata utilizzando l’analogo del substrato 2-deossi-6fosfogluconato, la cui ossidazione dà il 3-keto-2d6PG, che può essere isolato e dosato. La
decarbossilazione dell' intermedio non avviene se non è presente NADPH, o un suo
analogo privo di potere redox, che attivano la reazione. E’ stato poi mostrato che anche il
substrato può attivare la stessa reazione, per cui mentre una subunità lo lega, l’altra è
impegnata nella decarbossilazione. L'entità diversa dell'attivazione da parte di NADPH e
substrato ha permesso di ipotizzare che l'enzima funzioni con una sola subunità nella
cellula (dove il rapporto NADPH/NADP è circa 70) ma a ritmo pieno, cioè con entrambe le
subunità ma impegnate in due step differenti e con inversione di ruoli dopo ogni turnover,
non appena venga attivata la Via dei Pentoso Fosfati, con formazione del 6fosfogluconato.
E' stata intrapresa anche la caratterizzazione della 6-fosfogluconato deidrogenasi
cinetica e molecolare della 6-Fosfogluconato Deidrogenasi di Trypanosoma brucei e
ricerca di inibitori specifici da saggiare anche in vivo sul parassita
La caratterizzazione della 6PGDH del protozoo Trypanosoma brucei, agente etiologico
della malattia del sonno e di gravi patologie veterinarie che affliggono vaste aree
dell’Africa, ha permesso di includere questo enzima tra i bersagli di nuovi potenziali
farmaci. Infatti questo tipo di microrganismo sfugge al controllo tramite i vaccini, e la
chemioterapia è l’unica arma utile per combatterlo. Nuovi farmaci sono utili poichè non è
infrequente l’insorgenza di forme di chemioresistenza. Questo enzima è probabilmente
vitale per il microrganismo nelle condizioni di stress a cui è sottoposto all’interno del
mammifero ospite e si sono evidenziate alcune differenze significative tra la 6PGDH del
parassita e quella di fegato di pecora. Si è però anche rivelata una certa similarità tra
l’enzima del parassita e quello del globulo rosso, indizio della presenza di differenti
isoforme dell’enzima nel mammifero e del sorprendente adattamento del microrganismo
all’ambiente ematico.
E’ stata quindi intrapresa una ricerca sistematica di inibitori selettivi per la 6PGDH di T.
brucei, che verranno poi anche saggiati su enzimi della Via dei Pentoso Fosfato estratti da
un altro parassita dello stesso gruppo, la Leishmania. La 6PGDH è altamente polimorfica
in Leishmania e uno dei farmaci attualmente utilizzati contro le leishmaniosi è lo
stibogluconato, molto simile al substrato della 6PGDH.
Anche nell'ultimo periodo della carriera il Prof. Rippa ha studiato nuovi inibitori:
Il Trinitrobenzensulfonato (TNBS) come marcatore d’affinità specifico per lisine in siti di
legame di gruppi fosfato.
Il Gliossilato come reattivo specifico per le lisine nel sito di legame di un gruppo carbossile.
Il Bromopiruvato, utilizzato finora come analogo del piruvato, e' stato utilizzato come
marcatore d'affinita' per il sito legante il gruppo carbossilato nella 6-fosfogluconato
deidrogenasi.
L' ATP ossidato con periodato (oATP oppure oxoATP) come antagonista selettivo del
recettore purinergico P2X7, recettore citotossico espresso da cellule immunocompetenti.
Questo composto è importante per la caratterizzazione funzionale del recettore e la
comprensione della sua distribuzione. Il recettore P2X7 appare mediare effetti dell'ATP
non solamente citotossici ma anche mitogenici e promuoventi la fusione e la
comunicazione cellulare.
Una classe di composti, derivati del trifenilmetano, che inibiscono selettivamente la 6fosfogluconato deidrogenasi di T. brucei rispetto a quella di fegato di pecora, alcuni di
questi uccidono le cellule di tripanosoma a concentrazione micromolare ma sono
purtroppo tossici nel topo.
Sono quindi solo un punto di partenza per lo sviluppo di composti con potenziale
terapeutico importaqnte.
PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
1. Gazzetta Chimica Italiana, 88, 804-11, 1958.
“Sui dimeri del benzoilnitrilossido e della sua ossima”
2. Biochem Biophys Res Commun., 3, 428-34, 1960.
“On the multiplicity of lactic dehydrogenases in yeast”
3. Boll Soc Ital Biol Sper., XXXVI, 2037-40, 1960.
“Effetto dell'urea sul flavocitocromo b2”
4. Arch Biochem Biophys., 94, 333-5, 1961.
“Preparation of crystalline flavocytochrome b2”
5. Arch Biochem Biophys., 94, 336-41, 1961.
“The effect of urea on flavocytochrome b2”
6. Haematin Enzymes, Pergamon Press, 524-533, 1961.
“Conditions for the autoxidation of flavocytochrome b2”
7. Biochim Biophys Acta., 54, 52-61, 1961.
“The lactic dehydrogenases of yeast. I. Is D-a-hydroxy acid dehydrogenase a
precursor of L(+)lactic dehydrogenase?”
8. Ital J Biochem., XIII, 209-19, 1963.
“Further experiments on the action of urea and oxygen upon cytochrome b2”
9. Boll Soc Ital Biol Sper., 40, 1215-16, 1964.
“Mechanism of action of 6-phosphogluconic dehydrogenase: role of the
sulfhydryl ”
10. J.Biol.Chem., 240, 234-7, 1965.
“ The nature of the amino acide residues involved in the inactivation of
gluconate 6-phosphate dehydrogenase by iodoacetate”
11. The J. of Investig. Dermatol., 45, 78-80, 1965.
“ The level of enzymes of the oxidative shunt and glycolysis in psoriatic skin”
12. Arch Biochem Biophys., 112, 7-15, 1965.
“ Fructose diphosphatase from rabbit liver. IV. Sulfhydryl groups and their
relation to the catalytic activity”
13. J.Biol.Chem., 241, 1632-5, 1966.
“ Studies on the mechanism of action of the gluconate 6-phosphate
dehydrogenase. The presence of a cysteine residue in the active center”
14. Boll Soc Ital Biol Sper., 30, 42, 748-50, 1966.
“6-phosphogluconate dehydrogenase: inhibition of the enzymatic activity by
pyridoxal phosphate”
15. Boll Soc Ital Biol Sper., 30, 42, 750-2, 1966.
“6-phosphogluconate dehydrogenase: stabilization of the bond between the
enzyme and pyridoxal phosphate”
16. Arch Biochem Biophys., 118, 48-57, 1967.
“A specific interaction of Pyridoxal 5'-phosphate and 6-phosphogluconate
dehydrogenase”
17. European Journal of Biochemistry, 1, 170-8, 1967.
“Purification and properties of two forms of 6-phosphogluconate
dehydrogenase from Candida utilis ”
18. Biochemistry. 7, 1514-8, 1968.
“Evidence of a critical histidine residue in 6-phosphogluconate dehydrogenase
from Candida utilis
19. Ital J Biochem.,18, 174-84, 1969.
“ 6-phosphogluconate dehydrogenase: evidences for two identical polypeptide
chains and two substrate binding sites”
20. Arch Biochem Biophys., 103, 112-8, 1969.
“Pyridoxal 5'-phosphate as a specific photosensitizer for histidine residue at
the active site of 6-phosphogluconate dehydrogenase”
21. Ital J Biochem.,19, 178-92, 1970.
“ Rose Bengal as a reporter of the polarity and the acidity of the TPN binding
site in 6-phosphogluconate dehydrogenase”
22. Ital J Biochem.,19, 361-9, 1970.
“A simple method for the purification of the 6-phosphogluconate
dehydrogenase from Candida utilis”
23. European Journal of Biochemistry, 16, 461-4, 1970.
“ An optical rotatory dispersion study of 6-phosphogluconate dehydrogenase”
24. J.Biol.Chem., 245, 4977-81, 1970.
“Rose Bengal as a specific photosensitizer for a histidine residue at the
triphosphopyridine nucleotide binding site of 6-phosphogluconate
dehydrogenase”
25. Arch Biochem Biophys., 147, 487-92, 1971.
“ Evidence for a tyrosine residue at the triphosphopyridine nucleotide-binding
site of 6-phosphogluconate dehydrogenase”
26. Arch Biochem Biophys., 150, 503-10, 1972.
“ Evidences for the involvement of a histidine residue in the binding of the
substrate to the 6-phosphogluconate dehydrogenase”
27. Biochem Biophys Res Commun., 48, 764-8, 1972.
“Differentiation between the structural and redox roles of TPNH in 6phosphogluconate dehydrogenase”
28. Acta Vitaminologica et Enzymologica., 5-6, 4920-5, 1972.
“The active site specific photooxidation: a method to establish the
thridimensional structure of the active site of an enzyme”
29. J.Biol.Chem., 248, 4920-5, 1973.
“ A multiple role for the coenzyme in the mechanism of action of 6phosphogluconate dehydrogenase. The oxidative decarbosylation of 2-deoxy6-phosphogluconate”
30. FEBS Lett., 36, 148-50, 1973.
“ A role for the pyridine nitrogen of reduced triphosphopyridinenucleotide in
an enzymatic catalysis.”
31. Arch Biochem Biophys., 159, 235-9, 1973.
“ A simplified procedure for the isolation of a highly active crystalline
glucose-6-phosphate dehydrogenase from Candida utilis”
32. FEBS Lett., 39, 24-6, 1974.
“ A role for the pyridine nitrogen of reduced triphosphopyridine-nucleotide in
the mechanism of action of isocitrate dehydrogenase”
33. Ital. J. Biochem., 23, 272-3, 1974.
“Proceedings: Pyridoxal-phosphate-binding sites of 6-phosphogluconate
dehydrogenase”
34. Methods Enzymol., 41, 237-40, 1975.
“6-Phosphogluconate dehydrogenase from Candida utilis”
35. FEBS Lett., 51, 281-3, 1975.
“A new powerful inhibitor specific for the TPN binding site of 6phosphogluconate dehydrogenase”
36. Atti della Accademia delle Scienze di Ferrara, 52,1974-75.
“Ricerche sul meccanismo d'azione della 6- fosphogluconato deidrogenasi”
37. Biochim Biophys Acta., 429, 629-34, 1976.
“Identification of the chemical groups involved in the binding of periodateoxidized NADP+ to 6-phosphogluconate dehydrogenase”
38. Arch Biochem Biophys., 185, 57-60, 1978.
“Evidence for the proximity of a cysteinyl and a tyrosyl residue in the active
site of 6-phosphogluconate dehydrogenase”
39. Arch Biochem Biophys, 186, 406-10, 1978.
“Evidence for the proximity of two sulfhydryl groups at the active site of 6phosphogluconate dehydrogenase”
40. Arch.Biochem.Biophys., 189, 516-523, 1978.
“The Active Site of 6-Phosphogluconate Dehydrogenase. A phosphate binding
site and its surroundings”
41. Biochem.J., 183, 297-302, 1979.
“Affinity Labelling of the NADP+ Binding Site of Glucose-6-Phosphate
Dehydrogenase from Candida Utilis”
42. Arch.Biochem.Biophys., 196, 619-623, 1979.
“The Stabilization by a Coenzyme Analog of a Conformational
Change Induced By Substrate in 6-Phosphogluconate Dehydrogenase”
43. Biochem.J., 197, 747-749, 1981.
“The effect of inorganic phosphate on the stability of some enzymes”
44. Biochimica et Biophysica Acta , 657, 232-242, 1981.
“Amino acid sequence around the pyridoxal 5'-phosphate binding sites of of 6phosphogluconate dehydrogenase”
45. J.Biol.Chem., 256, 451-455, 1981.
“Evidence for Multiple Pairs of Vicinal Thiols in Some Proteins.”
46. LAB, J. Res. Lab. Med., X, 5, 501-4, 1983.
“Application of a method for transamidase assay to the determination of the
plasma Factor XIII activity in normal and pathologic conditions”
47. Biochemistry International, 7, 353-360, 1983.
“Periodate inactivates muscle glycogen phosphorylase by modifying the
enzyme active site”
48. J.Neurochem., 46, 1644-1646, 1986.
“A Rapid Method for Purification of Myelin Basic Protein”
49. Biochemistry International, 25, 613-620, 1991.
“Identification of the lysine residue involved in the inactivation of lamb liver 6phosphogluconate dehydrogenase by fluorescein 5'-isothiocyanate”
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“NADPH activates a decarboxylation reaction catalysed by lamb liver 6phosphogluconate dehydrogenase”
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“Subunits asymmetry in the ternary complex of lamb liver 6-phosphogluconate
dehydrogenase detected by a NADP analogue”
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“Fluorescein 5'-isothiocyanate binds to the coenzyme and not to the
substrate binding site of lamb liver 6-phosphogluconate dehydrogenase”
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“Is there an alternating site co-operativity between the two subunits of lamb
liver 6-phosphogluconate dehydrogenase?”
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“Use of Trinitrobenzensulfonate for Affinity Labeling of Lysine Residues at
Phosphate Binding Sites of Some Enzymes”
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“Oxidized ATP, an irreversible inhibitor of the macrophage purinergic P2Z
receptor”
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“Bromopyruvate for the affinity labelling of a single cysteine residue near the
carboxylate binding site of lamb liver 6-phosphogluconate dehydrogenase”
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irradiation in the presence of vanadate”
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“Bacillus stearothermophilus alcohol dehydrogenase: a new catalyst to obtain
enantiomerically pure bicyclic octen- and hepten-ols and -ones”
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site of 6-phosphogluconate dehydrogenase”
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asymmetry”
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