Retrovirus e HIV “DOGMA” centrale della biochimica Retroviridae DNA Polimerasi RNA-dipendente codificata dal virus DNA TRASCRITTASI INVERSA genoma a RNA RNA Trascrittasi inversa virus DNA provirale PROTEINA Integrasi FLUSSO UNIDIREZIONALE RNA polimerasi II 1 Sottofamiglie / generi orthoretrovirinae – alfa-beta-gamma-epsilonretrovirus: virus tumorali degli animali – deltaretrovirus: virus con potere trasformante per l’uomo (HTLV I e II) – lentivirus: retrovirus che danno infezioni a decorso lento (HIV) • genoma a RNA OSPITE 2 Retroviridae Retroviridae: VI Classe RNA (+) • virus Integrazione spumavirinae – spumavirus: isolati dai primati, non associati a patologie umane determinano “degenerazione schiumosa” delle cellule inoculate 3 • Virione piccolo, 100 nm di diametro • Genoma costituito da DUE molecole di RNA positivo in struttura dimerica legate da ponti idrogeno • tRNA e polimerasi • capside • envelope • Si replicano in maniera peculiare 4 1 Retrovirus e HIV Genoma dei retrovirus Retroviridae (RNA positivo) l’RNA virale è diploide: • dotato di cap al 5’, poliadenilato al 3’ R U5 GAG POL ENV U3 R • orientamento positivo (come mRNA) un retrovirus ha tipicamente tre geni L’RNA virale non può essere tradotto direttamente perché è associato a proteine GAG : proteine interne Nuovo mRNA deve essere sintetizzato ENV: glicoproteine dell’envelope Per far questo il virus deve passare attraverso un intermedio replicativo a DNA POL: enzimi, Trascrittasi inversa, Integrasi, Proteasi 5 Il ciclo replicativo I problemi della replicazione RETROTRSCRIZIONE INTEGRAZIONE TRASCRIZIONE di mRNA e vRNA (POL II cellulare) SINTESI PRECURSORI PROTEICI Per questo motivo la trascrittasi inversa è all’interno del virione 6 Quando RNA Pol II trascrive un gene cellulare non copia l’intero gene Infatti, nella sintesi di RNA messaggero non vengono copiati gli elementi genetici che regolano la trascrizione ma non sono necessari per la traduzione ASSEMBLAGGIO sulla plasmamembrana MATURAZIONE attività della PROTEASI 8 2 Retrovirus e HIV In pratica Retroviridae RNA genomico virale RT primer RNA polymerase II non può copiare Le sequenze a monte del sito di inizio della trascrizione Reverse transcriptase dsDNA • Promotori / Enhancers Una parte delle sequenze a valle del sito di termine della trascrizione RNA synthesis initiation site • Poly A site / termination site ? promotor il provirus dovrebbe integrare a valle di un promotore cellulare e a monte di un sito di termine RNA pol II RNA synthesis termination site OPPURE Trovare il modo per avere le sue proprie sequenze di controllo che però IL RISULTATO DELLA TRASCRIZIONE È UN RNA SENZA IL RISULTATO DELLA TRASCRIZIONE È UN RNA PIU’ SEQUENZE CORTO!! 10 DI REGOLAZIONE CHE NON SERVONO PER LA TRADUZIONE NON vengono copiate! Retroviridae Repeat region R U5 Viral RNA Repeat region soluzione: DNA e RNA sono diversi 11 U3 R Reverse transcriptase RNA genomico R U5 RNA termination site GAG POL ENV U3 R Proviral DNA RNA initiation site DNA provirale U3 R U5 U3 R U5 vengono formati gli LTR (long terminal repeats) U3 R U5 GAG POL ENV U3 R U5 promotor POLII LTR POLII LTR il DNA provirale è riorganizzato in modo da avere le sequenze regolatorie nella giusta posizione per essere trasmesse al messaggero genomico RNA initiation site 12 RNA termination site 13 3 Retrovirus e HIV ** Formazione degli LTR LTR: sequenze regolatrici RNasiH 1° salto ** RNasiH DNA- RNasiH ** RNA ** 5’LTR 2° salto 3’LTR RNA DNA+ DNA+ ** : primer • Regioni di controllo (tipiche degli eucarioti) che legano i fattori di trascrizione e regolano l’inizio e la fine della trascrizione, enhancer e promoters (U3), terminator (U5) • CAT box e TATA box (sito di legame dei TFII per la RNA pol II) si trovano nel contesto del promoter (U3) al 5’ del genoma provirale • Il sito di poliadenilazione e di termine della trascrizione (U5) al 3’ del genoma provirale 14 Retrovirus difettivi Alcuni retrovirus hanno un gene extra che conferisce loro capacità trasformanti hanno un oncogene al posto del gene regolare Avian Myeloblastosis Virus “retrovirus tipico ” R U5 GAG POL ENV 16 R U3 U5 R GAG POL MYB U3 R Feline Sarcoma Virus (FSV) R Rous Sarcoma Virus U5 dGAG FMS dENV U3 R Avian Myelocytoma Virus (MC29) R U5 GAG POL ENV SRC U3 R 17 R U5 dGAG MYC dENV U3 R 18 4 Retrovirus e HIV Retrovirus difettivi hanno un oncogene al posto del gene regolare Non possono produrre le loro proprie proteine strutturali e così hanno bisogno di un virus “helper” per produrre infezione e replicare. Da dove viene il gene? • Il gene è stato acquisito dalle cellule eucariote in seguito a continui passaggi infettivi • Il processo d’integrazione del DNA provirale rappresenta uno strumento eccezionale per lo scambio orizzontale di geni tra individui. È dunque probabile che i retrovirus siano stati fondamentali nel corso del processo evolutivo proprio favorendo questo mescolamento. • Si ritiene che circa l’8% del genoma umano sia costituito da sequenze retrovirali (retrovirus endogeni “HERV”) il cui ruolo biologico è a tutt’oggi oscuro 19 20 Virus oncogeni a RNA Virus tumorali a RNA L’oncogene virale è Un gene simile al proto-oncogene cellulare MA è capace di indurre trasformazione perché nel retrovirus è overespresso oncogene virale V-onc Un oncogene cellulare induce tumore per Cellular Proto-oncogene • mutazione C-onc • altri cambiamenti nel genoma cellulare 21 22 5 Retrovirus e HIV Retrovirus cronicamente trasformanti Retrovirus acutamente trasformanti (ATV) oncovirus difettivi transattivanti • Non sono in grado di replicarsi (ecc. RSV) • Possiedono un gene sostituito (v-onc) e se integrano causano il tumore in modo molto rapido • Possono agire direttamente o transattivando fattori cellulari (trans-attivanti) • Non hanno bisogno di inserirsi in un sito particolare 23 Retrovirus cronicamente trasformanti Causano il tumore in modo inefficiente e dopo molto tempo Avian Leukosis Virus (causa leucemia) R U5 GAG POL ENV U3 R Non c’è oncogene! – come causa il tumore? 24 Retrovirus cronicamente trasformanti ALV può integrare in MOLTI punti del genoma della cellula ospite Ma nel tumore si trova sempre nello STESSO sito ? Il tumore nasce da una cellula • Qualche cosa che riguarda il sito di integrazione deve essere importante per la trasformazione • l’evento è cruciale ma è raro 25 L’integrazione che produce trasformazione nella leucemia aviaria avviene in prossimità di un oncogene cellulare C-myc! Oncogenesi per inserzione di un promotore 26 6 Retrovirus e HIV Oncogenesi Retroviridae oncovirus non-difettivi cis-attivanti POL II POL II Host DNA U3 R U5 Promotore Gag Pol Env U3 R U5 Host DNA Promotore c-myc overespresso INSERZIONE DI UN PROMOTORE ü il virus si integra a caso e solo quando si integra in siti particolari induce il tumore ü gli enhancer/promoter virali sono molto forti ü se il gene cellulare a valle di un promoter virale è un oncogene il virus può trasformare la cellula ü oncogenesi è conseguente alla disregolazione (attivazione della trascrizione) di un c-onc 27 28 Virus tumorali a RNA Deltaretrovirus La scoperta di retrovirus contenenti oncogeni spiega come i tumori possono avere eziologia virale Questi virus causano tumori negli animali da laboratorio Non c’è evidenza che lo causino nell’uomo ü A questo genere appartengono i primi retrovirus umani isolati, HTLV-1 e HTLV-2 ü Questi virus causano il cancro dopo una latenza di almeno 30 anni ü Oltre ai geni virali contengono due o più geni regolatori non correlati con oncogeni cellulari - tax - rex 29 30 7 Retrovirus e HIV Genoma HTLV-1 rex ü È un regolatore dell’espressione a livello post-trascrizionale agendo sugli mRNA virali, prevenendo ulteriore splicing e promuovendo il trasporto al citoplasma dei messaggeri lunghi. Tat e rex derivano da un processo di doppio splicing: regolano la replicazione virale interferendo sul livello di trascrizione: regolano l’espressione di geni eterologhi. L’azione di entrambi è capace di produrre uno stimolo autocrino per la proliferazione 31 delle celluleT -> moltiplicazione incontrollata -> trasformazione 32 Oncogenesi tax (oncovirus non-difettivi transattivanti) ü È un trans-attivatore trascrizionale, attiva la trascrizione dell’mRNA virale (e quindi del genoma e delle proteine virali) legandosi al promotore sull’LTR dell’estremità 5’ ü Attiva anche i promotori di geni eterologhi, tra i quali IL-2, IL-2r, IL-3, il fattore stimolante le colonie di granulociti/macrofagi (GM-CSF), che promuovono la crescita cellulare 33 Quindi promuovono la trasformazione cellulare in un modo indiretto rispetto agli altri oncovirus Attraverso ü Transattivazione dei geni che controllano la crescita Non è necessaria ü Integrazione vicino a geni che controllano la crescita 34 8 Retrovirus e HIV HTLV-1: trasmissione HTLV-1 • È l’agente eziologico della leucemia a cellule T dell’adulto: forma rara e molto aggressiva di leucemia che coinvolge anche la cute (Africa, Giappone, Caraibi) • Tutti i malati sono positivi per anticorpi anti HTLV-1 • Nelle cellule tumorali viene messo in evidenza il genoma virale integrato. • Poche cellule inizialmente infette, l’espansione è usualmente oligoclonale e clonale Lesioni cutanee in paziente con ATL acuta ü Attraverso lo scambio di fluidi biologici per contatto cellula-cellula e non attraverso virus libero à Rapporto sessuale (linfociti presenti nelle secrezioni genitali) à Trasfusione (prima del 1989 sangue non controllato per la presenza di anticorpi) à Condivisione di aghi contaminati da sangue (tossicodipendenti) à Perinatale (linfociti durante l’allattamento) 35 HTLV-1: patogenesi ü L’infezione è usualmente asintomatica ü Il tropismo è selettivo per i linfociti T CD4+ attivati ü Può rimanere latente o replicare lentamente per anni, ma può indurre la crescita clonale di cellule T CD4+ -> aberrazioni cromosomiche -> leucemia in 1- 5% dei casi dopo 30-50 anni ü La maggioranza dei soggetti infettati NON sviluppa la patologia leucemica ü Dimostrato un legame tra questo virus e una rara malattia del SNC (paraparesi spastica tropicale).37 36 HTLV-2 ü E’ stato isolato da una forma particolare di leucemia detta “a cellule capellute” (hairy cells leukemia) ü non sono chiari i legami di questo virus con le patologie umane ü È spesso presente in tossicodipendenti (IDU) infettati da HIV ü La maggior parte dei sieropositivi rimane asintomatica per tutta la vita 38 9 Retrovirus e HIV Virus dell’immunodeficienza umana Il virione ü Famiglia: Retroviridae Sottofamiglia: Orthoretrovirinae Genere: Lentivirus Proteina di matrice p17 RNA genomico 2 molecole ü HIV-1: Isolato nel 1983 ü Genoma esiste sotto due forme fisiche: RNA 9.2 kb nel virione libero, DNA ds 10.000 bp nella cellula infettata gp41 env ü 2 distinti tipi: HIV-1 e HIV-2 ü HIV 1: 4 gruppi (M, N, O, P) Core virale p24 ü 11 sottotipi nel gruppo M (da A a K); 5 sotto-sottotipi (A1-4, F1-2); (forme ricombinanti 43 CRF; n URF circolanti e uniche) 80-120 nm ü Quasispecie nell’ospite infettato 39 È L’AGENTE EZIOLOGICO DELL’AIDS HIV-1: ORGANIZZAZIONE DEL GENOMA e DEL VIRIONE vpr R U5 pol gag vif rev vpr • È anche indispensabile l’interazione con un corecettore vif Capside, p24 Nucleocapside, p7 Glicoproteina di transmembrana (gp41) rev- -vpu tat -nef env rev tat- La replicazione di HIV – linfociti T, monociti, macrofagi, cellule dendritiche e della microglia Matrice, p17 Trascrittasi An An inversa p51, p66 Vif, Vpr, Nef Glicoproteina di superficie (gp120) gag U3 R Lipid Bilayer RNA genomico U3 R tat- 40 • Avviene in cellule che esprimono la molecola CD4 che è il recettore per la gp120 dell’envelope -nef env Proteasi p11 pol rev- -vpu tat Integrasi p32 U5 gp120 env U5 41 – CCR5 (macrofagi e linfociti, lega βchemochine e RANTES) • Ceppi macrofagotropici, NSI, R5tropici – CXCR4 (linfociti, lega α-chemochine, SDF-1) • Ceppi linfotropici, SI, X4-tropici 42 U3 R 10 Retrovirus e HIV replicazione di HIV: ingresso Il ciclo replicativo • l’interazione di gp120 con i recettori provoca una modifica della conformazione di gp41 che media la fusione tra cellula ed envelope virale • Il virus entra quindi per FUSIONE gp120 CD4 Conformational Changes gp120 gp120 CD4 Bind CCR5 Binding Conformational changes gp41 Membrane penetration Membrane fusion 43 RNA EXPRESSION PATTERN OF HIV-1 OPEN READING FRAMES tev2 44 REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE tat2/tev3 rev1/tev1 pol vpr gag vif 6044 6724 4962 5463 SD5 transcription 9602 AAA SA7 SD1 TAR splicing EXONS CONSTITUTING SPLICED mRNA E1 E2 E3 E4/5 AAA RRE E7 CYTOPLASM EARLY Multiply spliced mRNAs UNSPLICED mRNA (full-length HIV transcripts -> genome , gag, gag-pol) SINGLY SPLICED mRNA 4.0 Kb class RRE Rev-dependent transport Rev-independent transport 8369 5777 5954 4913 5390 455 SA4 SD2 SD3 rev2 SD4 SA5 SA2 CAP SA3 743 Integrated provirus nef vpu SPLICE JUNCTIONS NUCLEUS env tat 1 VpuEnv 80% Vif 100% Vpr 100% translation Tat 48% Rev 40% 4549% Nef Unspliced + singly spliced mRNA RRE RRE translation Tat MULTIPLY SPLICED mRNA 1.8 Kb class LATE Rev Nef “Early” proteins Gag, Pol, Env, Vpr, Vpu, Vif “Late” proteins 46 11 Retrovirus e HIV TAT proteine regolatorie Transcriptional activator (p14) • tat, rev • sono codificate da geni organizzati in esoni e derivano quindi da messaggeri processati dalla cellula ospite mediante “splicing” ü Rientra nel nucleo dove transattiva il genoma virale ü Non si lega al DNA ma esplica la sua azione legandosi a TAR (transactivator active region) all’inizio del trascritto virale ü In presenza di fattori dell’ospite aumenta la capacità di trascrizione della RNA Pol II sullo stampo del DNA virale (trascritti lunghi) ü Agisce anche in cellule non infettate provocando l’innesco di segnali di membrana per l’attivazione 48 49 NEF REV regolatore dell’espressione virale (p19) ü Protegge dallo splicing gli mRNA di maggiori dimensioni ü L’attività si estrinseca attraverso il legame di rev con sequenze RRE ü Promuove l’esporto di trascritti lunghi o non completamente processati 50 negative effector (p27kD) ü Riduce la presenza di CD4 mediante endocitosi e l’espressione di MHC I ü Blocca l’apoptosi ü Altera lo stato di attivazione cellulare ü Eleva l’infettività ü La sua delezione correla con una lenta progressione 51 12 Retrovirus e HIV proteine gag e pol altre proteine regolatorie Favoriscono in modo diverso l’infettività virale Favoriscono in modo diverso l’infettività virale ü Vpr viral protein R (p15kD) ü Promuove l’arresto del ciclo cellulare in G2 ü Vpr viral protein R (p15) incorporata nel virione ü Facilita l’importo nucleare del PIC ü Promuove l’arresto del ciclo cellulare in G2 ü Facilita nucleare del PIC (p23kD) ü Vif virall’importo infectivity factor ü Vif viral infectivity factordi(p23) ü Contrasta l’effetto APOBECG3 (citidina deaminasi ü cellulare) Contrasta l’effetto di APOBECG3 (citidina deaminasi cellulare) che che produrrebbe ipermutazione del genoma produrrebbe del genoma provirale infezione abortiva nel provirale eipermutazione infezione abortiva nel ciclo esuccessivo ciclo successivo ü Vpu (virul protein U, 16kD) ü Vpu (virul protein U, 16kD) • Sintetizzate come precursori poliproteici (55 e 170 Kd) da un messaggero virale unspliced (genoma o gag-pol) – p55 precursore delle proteine di gag – p170 (poliproteina di fusione) precursore anche delle proteine enzimatiche codificate da pol • Entrambi i precursori sono miristilati • Entrambi digeriti dalla proteasi VIRALE : Gag Precursor (pr 55) Assemblin – nella degradazione di CD4 a del – Interviene Interviene nella degradazione di CD4 all’interno dellivello proteasoma – proteasoma Facilita il rilascio delle particelle virali dalla membrana – Facilita il rilascio delle particelle virali dalla membrana LTR gag orf pol orf translation with -1 frameshift Gag-Pol Precursor (pr 170) Assemblin domain 52 proteine env • precursore gp160 matura nel RE • le proteasi CELLULARI lo scindono in due glicoproteine – gp41 che attraversa l’involucro lipidico – gp120, ancorata a gp41, che è esposta sulla superficie del virione viral envelope gp 120 SU gp 41 TM cellular protease digestion Env Precursor (gp 160) env orf protease digestion p17 p24 p7, p6 53 Assemblaggio, gemmazione e maturazione • Gli antigeni di env (gp120 e gp41), dopo la maturazione avvenuta nel golgi, compaiono sulla superficie cellulare • I precursori gag e gag-pol (p55 e p170), l’RNA genomico, vpr e vif si assemblano al di sotto della membrana dove inizia il processamento delle proteine del core virale che continua dopo la gemmazione • La gemmazione può danneggiare le cellule 56 57 LTR 13 Retrovirus e HIV Meccanismi che mediano la citopatogenicità virale diretta e indiretta Patogenesi fattori dell’ospite fattori del virus L’ospite oppone una fortissima risposta antivirale contro il virus ma il virus infetta ed integra proprio nel genoma delle cellule deputate a contenere l’infezione. Si apre una gara impari, la persistenza dell’infezione è sicura. 59 Modello di infezione acuta vaginale nella scimmia Rhesus. 60 RISPOSTA IMMUNITARIA Linfocita B memoria Eventi precoci nella infezione transmucosale di HIV-1 La proteina dell’envelope virale si lega alla molecola CD4 delle cellule dendritiche di Langerhans nella lamina propria. L’ingresso nella cellula richiede la presenza di un corecettore sulla membrana. Le cellule dendritiche esprimono CD4 e CCR5 sono selettivamente infettate da ceppi virali R5 (macrofago-tropici). Dopo 2 giorni dall’esposizione il virus è presente nei linfonodi. Dopo altri 3 giorni può essere coltivato dal plasma. (viremia primaria) Si calcola che nell’uomo il tempo tra l’infezione della mucosa e la viremia iniziale sia compreso tra 4-11 giorni Linfocita T CD4+ Linfocita B TH2 Macrofago che presenta l’antigene Linfocita B attivato Molecole di segnalazione TH1 stimolatorie Linfocita T CD8 + Cellula infettata da HIV Linfocita T CD8 predisposto Cellula infettata uccisa Macrofago infettato Linfocita T CD8 memoria N.Engl.J.Med., Kahn & Walker, 2 July ‘98, Vol.339 61 62 14 Retrovirus e HIV Ostacoli che il sistema immune deve affrontare DYNAMICS OF HIV-1 INFECTION IN VIVO Productively infected CD4+ lymphocytes Tutti questi ostacoli alla eliminazione e/o controllo dell’infezione da parte delle difese dell’ospite sono già stabiliti nell’infezione acuta. Latently infected CD4+ lymphocytes t1/2 8.5d <1% t1/2 1.1d 1.2 days per generation 93-99% HIV-1 t1/2 6h Uninfected CD4+ lymphocytes 1-7% ?% Lymphoid tissue follicular dendritic cells Trapping Uninfected activated CD4+ lymphocytes PHASE 1 63 Variabilità di HIV ~1010 new genomes per day ~140 replication cycles per year CD4+ lymphocytes infected with defective provirus t1/2 145d PHASE 2 Long-lived cell populations 64 The scale of HIV variation tutto concorre alla generazione di una quasispecie, per dirla con Eigen, una distribuzione di varianti ottenute da un processo combinato di mutazione e selezione. On the nature of virus quasispecies. Trends Microbiol 1996; 4: 216–218 Bagnarelli et al J Virol 1999 65 La divergenza di HIV in una singola persona è simile a quella del virus dell’influenza A nell’epidemia globale del 96 66 15 Retrovirus e HIV HIV variability Le cause della diversità di HIV Dinamica di replicazione virale Tendenza all’errore della RT Caratteristiche genetiche dell’ospite La risposta immune La compartimentalizzazione L’attivazione casuale di cellule infettate latentemente La fitness delle varianti virali Diversità ed evoluzione della quasispecie virale Le conseguenze Hemelaar, AIDS 2006 L’enorme flessibilità genetica Il tropismo cellulare (NSI vs SI; R5 vs X4) Evasione dalla risposta immune Resistenza ai farmaci Fallimento della vaccinazione Distribuzione regionale dei vari subtipi e delle principali CRF. Il 50% delle infezioni è globalmente sostenuto da virus di sottotipo C (che ha un primato assoluto in Africa subsaariana ed in India dove è responsabile di > dell’80% delle iinfezioni, seguono il sottotipo A (12%) e quindi il B (10%), che prevale in Occidente 67 HIV-1 HIV-1 mortality mortality HIV-1 INFECTION Long term non-progressors Elite Controllers <1% Length Length of of infection infection 69 8 - 15 years70 Persone infettate con HIV da più di sette anni che mantengono nel tempo un numero di linfociti CD4 stabilmente al di sopra di 600 per ul, sono asintomatici e non sono mai stati trattati 71 16 Retrovirus e HIV Fattori legati all’ospite infetto e all’ospite esposto non infetto Fattori legati al virus ü Controllo mediato da una risposta immune cellulare efficace che persiste nel tempo senza esaurirsi ü Mutazioni del corecettore o dei ligandi naturali ü Autoimmunità funzionale che abolisce il CCR5 dalla membrana ü Aplotipi MHC (HLA) classe I e II contro epitopi molto conservati (prostitute di nairobi) ü Immunità contro cellule umane (prostitute di nairobi) • Forte pressione selettiva verso varianti di env con inferiore capacità replicativa • Alterazioni nei geni regolatori: soprattutto delezioni nel gene nef (coorte australiana) 72 Trasmissione di HIV Storia naturale dell’infezione da HIV Infezione primaria • Sessuale • Parenterale 73 Latenza clinica SIEROCONVERSIONE Risposta immune X MORTE Sindrome costituzionale AIDS Infezioni opportunistiche tumori N° cellule CD4+ • Verticale Plasma viremia Cellule infettive i contatti interpersonali non trasmettono il virus 3-12 weeks 76 sintomi 1-3 anni Fino a 12 anni sintomi 77 17 Retrovirus e HIV Storia naturale dell’infezione da HIV Infezione primaria Latenza clinica SIEROCONVERSIONE Risposta immune MORTE Sindrome costituzionale AIDS Infezioni opportunistiche tumori N° cellule CD4+ Ulcerazioni Mughetto Ulcerazioni Plasma viremia Cellule infettive 3-12 weeks 78 Relazione tra il set-point della viremia dopo l’infezione acuta e la probabilità di progressione nella malattia sintomi 1-3 anni Fino a 12 anni sintomi 79 Relazione tra il numero dei CD4 dopo l’infezione acuta e la probabilità di progressione nella malattia HIV 1-RNA nel plasma ( copie / ml ) 106 105 62% 104 49% 26% % pazienti con AIDS 5 anni dopo l’infezione 8% 103 Il numero assoluto di cellule CD4 non è un buon predittore di progressione Soglia di sensibilità 0 0.5 1.0 1.5 2.0 Adattato da Mellors JW Science 1996;Ho DD Science 199680 81 18 Retrovirus e HIV Storia naturale dell’infezione da HIV Infezione primaria Latenza clinica SIEROCONVERSIONE Risposta immune MORTE Sindrome costituzionale AIDS Infezioni opportunistiche tumori N° cellule CD4+ Plasma viremia Cellule infettive 3-12 weeks 1-3 anni Fino a 12 anni sintomi sintomi 82 83 Storia naturale dell’infezione da HIV Infezione primaria Latenza clinica SIEROCONVERSIONE Risposta immune MORTE Sindrome costituzionale AIDS • Sierologia. Include un test di screening ed un test di conferma. La positività indica contatto con il virus, infezione. • Screening: viene utilizzato un test ELISA combinato per la ricerca degli anticorpi e dell’antigene p24. È molto precoce e risulta positivo anche nell’infezione acuta. Infezioni opportunistiche tumori N° cellule CD4+ Plasma viremia Cellule infettive 3-12 weeks sintomi 1-3 anni Fino a 12 anni e più sintomi HIV: diagnosi 84 • Conferma - Viene utilizzato un Western Blot. 85 19 Retrovirus e HIV Terapia antiretrovirale Individuazione dei target nel ciclo di replicazione. Altri test • Isolamento virale (non usato) • Ricerca RNA e DNA virale mediante PCR – Standardizzate, rapide e molto affidabili indispensabili per la diagnosi nei bambini nati da madre sieropositiva • Ricerca quantitativa RNA genomico (viremia) – Indispensabile per il controllo dell’andamento dell’infezione e della terapia • Sequenziamento – Permette la valutazione di resistenze a farmaci 88 HAART La terapia antiretrovirale (HAART) 1. 2. 3. 4. 5. 89 Modulatori dell’espressione del recettore cellulare CD4 Inibitori della fase di attacco del virus (attivi su gp120) Antagonisti dei recettori delle chemochine (Maraviroc) Inibitori della fusione cellulare (Fuzeon) Inibitori della trascrittasi inversa - Inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTIs) (AZT, d4T, 3TC…) - Inibitori nucleotidici della trascrittasi inversa (NtRTIs) (Tenofovir TDF) - Inibitori non nucleosidici della trascrittasi inversa (NNRTIs) (Nevirapina…) 6. 7. 8. 9. Inibitori dell’integrasi (Raltegravir, Eviltegravir, Dolutegravir) Inibitori della trascrizione Inibitori della protesi (PIs) (Indinavir, Ritonavir, Saquinavir…) Inibitori della ribonucleasi H 90 Non esiste a tutt’oggi un vaccino efficace 92 20 Retrovirus e HIV PROBLEMI INERENTI LO SVILUPPO DEL VACCINO Persone HIV positive in vita alla fine 2008 ® Il virus replica nonostante la vigorosa risposta immune (sia umorale che cellulare) ® La comparsa di anticorpi neutralizzanti è debole e tardiva rispetto al contenimento della replicazione subito dopo l’infezione primaria ⇒ non sono critici nel limitare la replicazione L’iniziale contenimento della replicazione coincide con l’emergenza di una risposta CTL virus specifica ⇒ un vaccino efficace dovrebbe stimolare questa risposta ® Il virus muta molto rapidamente ⇒ mutanti non riconosciuti dal sistema immune Tuttavia sono stati generati alcuni monoclonali umani dotati di potente attività neutralizzante contro isolati primari differenti ® Il virus persiste come DNA provirale latente ⇒ può replicare in tempi successivi ® La via di trasmissione più frequente è attraverso le mucose ⇒ immunità mucosale Western Europe North America 1.3 million [600 000 – 1.1 million] [480 000 – 1.9 million] Caribbean 230 000 Eastern Europe & Central Asia 760 000 1.6 million [ 1.2 – 2.1 million] [210 000 – 370 000] 800 000 [270 000 – 500 000] Latin America Sub-Saharan Africa [1.4 – 1.9 million] [20.9 – 24.3 million] 1.6 million East Asia North Africa & Middle East South [620 000 – 960 000] 380 000 & South-East Asia 22.5 million 4.0 million [3.3 – 5.1 million] Oceania 75 000 [53 000 – 120 000] Totale: 33.2 (30.6 – 36.1) milioni 93 Sieropositività riscontrata negli ambulatori per le gravide 94 La prevenzione…… Hiv prevalence (%) among pregnant women attending antenatal clinics in Sub-Saharan Africa, 1997-2007 95 96 Source: WHO, HIV/AIDS Epidemiological Surveillance Update for the WHO African Region, 2002 21 Retrovirus e HIV La migliore strategia è combinare prevenzione e trattamento Il trattamento…. men and women aged 25–44 years 3.7 million new HIV infections Population = 640 milioni -6% yearly -50% yearly Population = 273 milioni 29 milioni di nuove infezioni e 10 milioni di morti sarebbero risparmiate tra il 2004 e il 2020 -74% yearly L’epidemia in Africa sub-Saariana Dove 3/4 delle morti sono causate dall’AIDS 97 98 Nuove diagnosi di infezione da HIV per modalità di trasmissione e anno di diagnosi 100% 80% Altro Incidenza media nel 2014 = 6,1 4,7 / 100000 italiani 19,3 / 100000 stranieri 60% Eterosess 40% Omo/bisess 20% TD 06 04 03 02 01 00 99 98 97 96 95 94 93 92 91 90 89 88 87 86 05 20 20 20 20 20 20 20 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 85 0% 1511 1593 951 Parallelo incremento di HIV sottotipi non B nel tempo 99 2649 100 Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, www.iss.it 22 Retrovirus e HIV Numero stimato di soggetti HIV+ viventi in Italia nel 2009: ~150.000 Quanti sanno di essere HIV+? 101 102 Dati COA Persone che scoprono la loro HIV-positività alla diagnosi di AIDS: 1996-2009 Numero stimato di soggetti HIV+ viventi in Italia nel 2009: At AIDS diagnosis Before AIDS diagnosis 100% 90% ~150.000 80% 70% 60% 50% Quanti non sanno di essere HIV+? 1/4 dei soggetti HIV+ in Italia non sa di essere infetto Suligoi B, COA 103 40% 30% 20% 10% 25.8 33.0 41.3 46.3 48.1 48.0 51.3 51.0 50.8 52.2 54.0 55.3 59.0 60.2 0% 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Molti pazienti non sanno di essere infetti 2009* 104 National AIDS Center, Italy; data at November 2009 23 Retrovirus e HIV Numero dei casi di AIDS e incidenza 1996 HAART Incidenza delle nuove diagnosi di HIV e AIDS HIV AIDS Incidenza: 7-3,9 Incidenza: 3-1 938 nel 2014 105 Dati italiani update dic 2014 106 2015 • Stabile il numero delle nuove diagnosi di HIV. • Più frequenti le diagnosi in MSM (maschi che fanno sesso con maschi) tra gli italiani e in eterosessuali femmine tra gli stranieri. • Aumenta l’età nelle nuove diagnosi di HIV (39 anni maschi, 36 anni femmine). • Più della metà delle nuove diagnosi di HIV avviene in fase avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi). • Stabile il numero dei casi di AIDS. • Diminuiscono i decessi in persone con AIDS. • La maggior parte delle persone diagnosticate con AIDS non ha effettuato terapia antiretrovirale. 107 Centro Operativo AIDS (COA) www.iss.it/ccoa/ 108 24 Retrovirus e HIV Alcune considerazioni… Ø I casi di AIDS in Italia sono in diminuzione Ø Le nuove terapie ARV consentono una migliore qualità di vita e una maggiore sopravvivenza Ø I test di laboratorio permettono una diagnosi sempre più accurata e precoce dell’infezione Ø L’epidemia da HIV in Italia non è in declino tuttavia... • Non si può abbassare la guardia. • Informazione/pubblicità e ricerca per nuovi farmaci efficaci sono necessari per superare il problema della diffusione del 109 virus 25