Ora il teatro è condiviso e lo spettacolo si fa in salotto

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38 .Società
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 6 DICEMBRE 2016
il caso
LORENZO GOTTARDO
TORINO
C’
85
mila
spettacoli
teatrali
in cartellone
in Italia
nel 2015
164
spettatori
è la media
per ogni
rappresentazione: mentre
le grandi
produzioni
fanno
il pienone,
gli spettacoli
di nicchia
soffrono
14
milioni
Sharing economy
di biglietti
venduti
in Italia
nel 2015
era una volta il teatro,
un palcoscenico illuminato su cui prendevano vita le storie più straordinarie mentre in platea il
pubblico muto restava ad osservare. C’era, perché, a giudicare dai numeri raccolti dalla Siae, di questo passo il teatro non durerà ancora a lungo.
Nel 2015, infatti, a fronte di più
di 85 mila spettacoli in cartellone, sono stati venduti solo 14
milioni di biglietti per una media di 164 spettatori a rappresentazione. D’altra parte,
mentre le grandi produzioni
fanno il pienone, alcuni spettacoli vanno in scena con la sala desolatamente vuota. Una
situazione insostenibile, soprattutto per le compagnie teatrali e gli attori.
Ad aver trovato una soluzione potrebbe essere Raimondo Brandi, un attore napoletano di 40 anni che, insieme con la compagna Serenella
Tarsitano, ha creato il sito TeatroxCasa, un portale che
mette in comunicazione pubblico e artisti, rendendo il teatro un po’ più «social» e anche
«sharing». Un «BlaBlaCar
dello spettacolo - lo definisce il
suo fondatore - che fa incontrare chi ha una pièce da portare in scena con chi ha una
casa disponibile ad ospitarla».
Non solo teatro
L’idea è semplice e, infatti, si sta
diffondendo non solo per il teatro, ma con tante altre forme
d’arte, dai «reading» fino ai
concerti a domicilio. Sempre
con il supporto organizzativo
della Rete. Nel caso di TeatroxCasa, entrando sul sito, si
possono vedere tutte le rappresentazioni in programma,
le città in cui si terranno e i
posti ancora disponibili. Iscri-
GIUSEPPE SCALI
Ora il teatro è condiviso
e lo spettacolo si fa in salotto
Dopo i concerti e i reading, anche gli attori a domicilio grazie al web
«BlaBlacar vendosi, l’utente verrà autodello maticamente avvisato quanspettacolo» do si terranno degli eventi
TeatroxCasa,
un portale
che mette in
comunicazione
pubblico e
artisti,
rendendo il
teatro più
social e
sharing
nella sua zona di residenza e,
se lo vorrà, potrà offrire la
propria casa come «location»
per una serata, mettendosi
poi d’accordo con la compagnia teatrale che salirà sul
palco. «In questo modo si abbassano notevolmente i costi,
perché bisogna rinunciare a
sceneggiature e luci professionali - racconta Raimondo -
ma allo stesso tempo si crea
anche un nuovo genere di
spettacolo: monologhi, perlopiù, in grado di adattarsi alle
misure ridotte di una casa».
Un’idea intuitiva e molto
efficace, che ad oggi conta la
partecipazione di 18 compagnie artistiche, 460 spazi
ospitanti e oltre 3 mila persone iscritte sul portale. Tanto
da aver anche vinto nel 2015
un bando della Cariplo sull’innovazione culturale e un fi-
nanziamento di 120 mila euro.
«TeatroxCasa, ogni mese,
porta in giro per l’Italia una
quindicina di spettacoli, ma il
nostro obiettivo è quello di
raggiungere presto il centinaio». Finora i centri che vengono toccati più spesso sono Milano, Brescia, Roma e i paesi
vicini alla capitale e, tra le regioni, la Puglia: Taranto è la
città campione di accoglienza
con ben 30 case aperte a pubblico e spettacoli.
Concerti rock
Reading mob
Molto diffusi, se ne occupano agenzie come House concerts o Guestar.
Tra gli artisti, Cristina Donà (foto), Moltheni, Paolo Benvegnù,
Dente, Marta sui Tubi. Trent’anni è l’età media dei cultori alla
ricerca di una nicchia musicale tra le pareti minimal dei loft cittadini
Un modo di mobilitare la cultura e offrirla a domicilio. Il format
è stato ripreso spesso. Un esempio? A Roma c’è «Citofonare
interno7»: propone reading di testi inediti di scrittori
in un’abitazione messa a disposizione della collettività
REPORTERS
R
aimondo Brandi oggi
è attore e ideatore
del sito TeatroxCasa.
Ma, prima di tutto questo,
la sua storia personale lo
ha portato a viaggiare molto in giro per il mondo.
Come è arrivato al teatro?
Come le è venuta in mente
quest’idea?
«Beh, sia io che la mia compagna Serenella siamo attori
e quindi in questi ultimi anni
abbiamo vissuto sulla pelle le
«Diciamo così. Sono produzioni pensate per quel pubblico e quegli spazi, quindi senza
scenografia, al posto delle luci
una lampada e in scena al
massimo una sedia e un tavolo. Nelle difficoltà si trovano
strade alternative».
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Raimondo
Brandi
porta in scena
il suo «La vita
non basta»
In che senso estemporanea?
Musica classica
Un teatro a misura di casa, si
potrebbe dire.
L’ideatore
difficoltà del mondo teatrale
e abbiamo cercato un modo
per reinventarci e sopravvivere. La realtà delle “case
ospitanti” esiste da tempo, io
ho soltanto cercato di renderla un po’ più social e meno
estemporanea».
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una certa continuità anche artistica a questa realtà».
L’ideatore Raimondo Brandi: reinventarsi per sopravvivere
«Diciamo che il mio è stato
un percorso un po’ tortuoso.
All’inizio scrivevo reportage
di viaggio che mi hanno portato in Africa, Medio Oriente
e nei Balcani. Ho persino
scritto un libro su Albania e
Kosovo. Poi quando sono tornato in Italia mi sono dedicato soltanto al teatro».
Si vivono così situazioni quasi
surreali, con attori e spettatori
che chiacchierano insieme prima
che si alzi il sipario immaginario.
Poi lo spettacolo comincia e prende vita proprio lì in mezzo al pubblico: alla fine l’applauso, il cappello che raccoglie le offerte (12
euro minimo, un po’ come a teatro) e l’immancabile valutazione
da condividere il giorno dopo sulla pagina della piattaforma.
Le case private aprono spesso alla musica classica, anche in
festival organizzati come «Piano City» che trasforma Milano
in un palcoscenico con gli House Concerts e i Concerti in cortile
o la recente iniziativa torinese «Adotta un pianista» (foto)
“Come ho reso più social
una realtà già straordinaria”
Intervista
Da condividere
E apprezzate, tanto che nel
2015 il vostro progetto ha vin­
to anche un bando di finanzia­
mento della Cariplo.
«Gli spettacoli nelle case hanno sempre rappresentato un
qualcosa di occasionale per gli
attori. Io volevo che, attraverso questo genere di circuiti, si
riuscisse a creare un’aspettativa di lavoro concreta. Tante
date, anche con guadagni ridotti, ma abbastanza per dare
«Sì, abbiamo proposto un
piano per diventare sostenibili in tre anni e, proprio a
settembre, abbiamo ricevuto
il “premio” di 120 mila euro
che utilizzeremo per automatizzare il sito e aumentare
anche il numero degli eventi.
Dal momento che, adesso,
gestiamo ancora tutto manualmente».
[L. GOT.]
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