B 01 IL SETTECENTO La fine della sovranità ducale della famiglia Gonzaga, avvenuta nel 1707, segna per Mantova una svolta irreversibile. La città, che per quasi quattro secoli ha mantenuto il ruolo di capitale di uno stato, piccolo ma culturalmente in grado di competere con le maggiori potenze, precipita alla condizione di centro urbano di modeste dimensioni ai confini dell’Impero asburgico. La posizione militarmente forte dell’insediamento, unica caratteristica rilevante nell’ottica imperiale, destina la città alla funzione di fortezza, di cittàcaserma. Tuttavia il cambiamento avverrà lentamente. Dopo le guerre per la successione al trono di Spagna (1700 - 1713), di Polonia (1733 - 1738 ) e d’Austria (1740 – 1748), in cui il territorio fu sanguinosamente coinvolto, Mantova gode di una relativa tranquillità, fino alla campagna napoleonica del 1797. Le riforme illuministiche di Maria Teresa d’Austria e di Giuseppe II, improntate a concetti di equità sociale, di pubblica utilità, di semplificazione e di razionalizzazione dell’amministrazione, rendono Mantova più moderna. Questo comporta il passaggio da un’amministrazione cortigiana, eredità dei duchi Gonzaga, a un’amministrazione di funzionari governativi, sordamente osteggiata dalla nobiltà locale, con qualche eccezione, come quella di Giovan Battista Gherardo d’Arco, illuminista, sostenitore della politica giuseppina. Alle riforme amministrative s’accompagnano nuovi impulsi culturali che trovano un polo propulsivo nell’Accademia, vera e propria scuola superiore e universitaria, e la stessa amministrazione assume un ruolo rilevante di committenza sul piano architettonico e urbanistico. In realtà i due interventi più rilevanti sul piano urbanistico, l’inizio degli interramenti di spazi paludosi e malsani come il Lago di Paiolo, a sud della città, e l’ancona di Sant’Agnese, diventata piazza dell’Argine e, nel 1797, piazza Virgiliana, sembrano dettati da problemi igienico-sanitari e non certamente di sviluppo urbano. Bloccato entro le mura gonzaghesche e complessivamente rispettoso delle vestigia del passato, il volto esterno della città cambia poco. I numerosissimi conventi cittadini, rimasti vuoti per la soppressione degli ordini religiosi iniziata da Maria Teresa e fermamente perseguita da Giuseppe II, assumono nuove funzioni civili o militari: il cambiamento di destinazione d’uso, comunque, comporta raramente rifacimenti ex novo. Il convento dei frati minori di San Francesco adibito ad arsenale Gl’interventi urbani vedono affrontarsi due scuole contrastanti: da un lato il neo-cinquecento dell’architetto veronese Paolo Pozzo (1741 – 1804), che s’ispira a Giulio Romano e a Michele Sammicheli, ha un sapore locale; dall’altro la scuola milanese, che fa capo a Giuseppe Piermarini (1734 –1808), è più aderente agli ideali di funzionalità e di sobrio decoro sostenuti dal governo di Milano, da cui Mantova dipende dopo l’aggregazione amministrativa del 1737. Entrambe sono ostili alle frivolezze dell’architettura tardobarocca, magnificamente rappresentata a Mantova proprio dal Teatro Scientifico dell’Accademia, realizzato da Antonio Galli Bibiena. Prima della ventata classicista, la pittura tardobarocca esprime un momento di felice creatività con il mantovano Giuseppe Bazzani (1690 – 1769). Importante è anche l’apporto del veronese Giorgio Anselmi (1720 – 1797), particolarmente celebrato come frescante, a cui le autorità civili e religiose affidano importanti committenze, dagli affreschi nella Chiesa di Sant’Andrea a quelli in palazzo Ducale. Un radicale mutamento nel gusto artistico interverrà solo a partire dal 1769, quando il governo austriaco farà giungere a Mantova, quale direttore dell'Accademia di Belle Arti, il pittore cremonese, ma di formazione romana, Giuseppe Bottani (1717 – 1784), propugnatore di un linguaggio artistico classicheggiante e sostanzialmente antibarocco. BREVE CRONOLOGIA 1700 La morte di Carlo II di Spagna apre la via alla guerra per la successione al trono. 1701 Il duca Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers si schiera con Francia e Spagna, contro l’imperatore Leopoldo d’Asburgo, nella Guerra di Successione al Regno di Spagna (1700 – 1713 ). Le truppe imperiali guidate da Eugenio di Savoia invadono il ducato. 1707 (21 gennaio) In seguito alla sconfitta delle truppe franco-spagnole, Ferdinando Carlo lascia Mantova e si rifugia a Venezia. 1707 (7 dicembre) Il conte Giambattista di Castelbarco, amministratore e plenipotenziario cesareo, fa affiggere il proclama con cui i Mantovani sono dichiarati sciolti da Giuramento di fedeltà a Ferdinando Carlo. Il giuramento sarà prestato, l’anno seguente, a Sua Maestà l’Imperatore. 1708 Ferdinando Carlo muore a Padova senza eredi. Il ducato passa sotto l’autorità diretta dell’Imperatore d’Austria, che porta il titolo di “Duca di Mantova”. 1714 -1735 Il Langravio Filippo d’Assia – Darmstat, governa la città e il ducato di Mantova in nome dell’Imperatore. Il governatore risiede in un’ala di palazzo Ducale e conserva nella città una ridotta vita di corte. 1723 Riordino dell’archivio pubblico. 1733 –38 Guerra di Successione Polacca. 1735 Il governo della città è affidato al conte milanese Cesare Stampa. 1737 Mantova passa sotto il governatore di Milano; a Mantova risiederà un vicegovernatore. 1738 Viene costituita la Direttoria generale delle finanze. 1741 –1748 Guerra di successione austriaca. 1745 (13 marzo) Editto di Maria Teresa, imperatrice d’Austria, regina d’Ungheria, duchessa di Mantova, per l’aggregazione del territorio mantovano al Ducato di Milano. 1750 Riforma delle magistrature urbane. Concessione di una parziale autonomia da Milano. 1750 –1776 Riordino territoriale (acquisizione dei feudi minori mantovani e trattati per i confini con gli stati vicini). 1760 Istituzione del Regio arciducale ginnasio. L’istruzione superiore di livello universitario viene sottratta ai Gesuiti a cui subentra lo stato. Dal 1779, gli studi universitari resteranno monopolio degli studi di Milano e di Pavia: Mantova perderà il diritto di rilasciare lauree. 1768 Nasce la Reale Accademia di Scienze Lettere ed Arti. 1771 -1785 Realizzazione del catasto. 1771 - 1797 Soppressione delle corporazioni religiose. 1771 Fondazione della Società di Arti e mestieri. Istituzione della Colonia di Arti e Mestieri presso l’Accademia. 1780 Istituzione dell’Orto botanico e della Biblioteca pubblica. 1787 Nuova toponomastica cittadina. 1788 1789 Apertura delle pubbliche scuole “Basse” per ragazzi dai 6 ai 12 anni. Inizio della Rivoluzione in Francia. 1797 Mantova è occupata dalle truppe della Repubblica francese condotte da Napoleone Bonaparte, dopo un drammatico assedio. La città farà parte della Repubblica Cisalpina.