05.LA GRECIA E ROMA

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La civilizzazione dell'Europa
In Europa la civilizzazione arrivò tardi, era rimasta fino ad allora territorio di piccole comunità
agricole con autorità locali. Nel 1.000 avanti Cristo vi fu nel nord Europa un grande aumento della
popolazione, vennero coltivati per la prima volta vasti territori, vi furono spostamenti di popolazioni
che si mossero verso regioni scarsamente abitate, fu in questo periodo che le prime civiltà che
fiorirono in Europa, quella dell'antica Grecia e di Roma, posero la base delle loro tradizioni ancora
oggi in uso. E' nell'antica Grecia che vanno ricercate le origini della tradizione democratica che si
rispecchiano, benché sotto forma diversa, nel Parlamento. Significato originale della parola
democrazia era : "potere del popolo". Questo ideale trovò la sua prima espressione più di 2.000 anni
addietro nella città-stato di Atene. E oggi non è stata solo adottata da molti governi nazionali ma
anche da associazioni internazionali come le Nazioni Unite che garantiscono l'uguaglianza sovrana
di tutti i loro membri. Ai romani, ai quali d'altra parte facciamo riferimento, dobbiamo le origini del
Diritto Legale. Quasi tutte le nazioni del continente europeo, posseggono codici legali che si rifanno
alla struttura di quello romano. Dalla grecia proviene lo spirito per l'indagine scientifica e per la
ricerca del bello e del sapere. I suo matematici e i suoi filosofi come Socrate, stabilirono dei principi
che ancora si insegnano nelle scuole. I suoi scultori ed architetti studiarono regole di proporzione e
composizione che hanno influenzato gli artisti occidentali da allora in poi. Da Roma proviene
l'applicazione pratica di molte di queste teorie riguardanti la scienza politica, l'ingegneria e
l'architettura. Strutture quali il ponte di Gard, a Nimes, uniscono grazia e proporzioni all'uso pratico.
Molte delle nostre strutture architettoniche, in America come in Europa, sono state influenzate dallo
stile classico inventato più di 2.000 anni fa. Ma come e dove tutte queste tradizioni hanno preso
corpo?
La Grecia
Se guardiamo nel passato possiamo cogliere via via le immagini che rappresentano le tappe
fondamentali di molti aspetti della civilizzazione europea. A partire dal XII secolo avanti Cristo il
mondo miceneo fu invaso e spodestato da altre orde di popoli, provenienti dal nord, che parlavano
greco e si spostavano verso l'area che oggi conosciamo come la Grecia moderna e da lì verso la
costa dell'Asia minore, comprendente probabilmente, l'Egeo. Questi popoli adoravano il grande Dio
Zeus, come avevano fatto i Micenei e molti altri dei compresa Afrodite la dea dell'amore.
In questo periodo di spostamenti, l'VIII secolo avanti Cristo, avvennero molti progressi tecnici, il
ferro prese il posto del bronzo per gli attrezzi e le armi.
Inoltre i Greci, perfezionando un'invenzione dei Fenici, usarono un alfabeto che rese la scrittura
molto più semplice. Mentre all'inizio la usavano solo per scopi pratici, i Greci ne ampliarono l'uso
alla letteratura di cui un esempio eccelso è il poema epico di Omero. Questo è anche il periodo in
cui venivano prodotti i grandi vasi decorati a motivi geometrici. Caratteristica specifica della vita
Greca o Ellenica erano le città stato o Polis. La Grecia ha una conformazione geografica di piccole
pianure costiere circondate dalle montagne, in queste una piccola comunità può crescere in relativo
isolamento dai suoi vicini, questo aiutò la formazione di naturali autonomie politiche, spesso molto
piccole, derivate dalle comunità agricole originarie di cui Atene divenne la più grande delle cittàstato.
L'espansione greca
Nell'ottavo secolo avanti Cristo vi fu anche l'inizio di duecento anni di espansione coloniale
incoraggiata dalle dispute politiche e dal desiderio di possedere maggiori terre e di incrementare il
commercio che era facilitato dall'uso, sempre più ricorrente, delle monete.
I colonizzatori greci lasciarono le città-stato greche in numero sempre crescente dirigendosi verso il
Mar Nero e la Tracia ad est, verso la Sicilia, l'Italia, la Francia e la Spagna ad ovest. Benché non
fossero delle colonie come inteso in senso moderno ma insediamenti agricoli indipendenti, questi
spostamenti cambiarono volto al Mediterraneo.
Nel V e nel IV secolo avanti Cristo si poté assistere ad un impareggiabile fiorire della cultura
soprattutto ad Atene. Questa piccola comunità fu la culla di autori drammatici quali Eschilo,
Sofocle, Euripide e Aristofane. Il solo Euripide si pensa abbia scritto qualcosa come 92 opere
teatrali molte delle quali possono essere lette e rappresentate ancora oggi. Era anche il periodo degli
storici Tucidide ed Erodoto di Demostene e Pericle oratori politici e dei giganti della filosofia
Platone ed Aristotele.
Furono ricostruiti i templi e nel 447 avanti Cristo si cominciò ad edificare il Partenone, quando fu
completato, le sue cinquanta colonne massicce sostenevano un lungo fregio di cui una parte può
essere ancora ammirata dai visitatori del XX secolo. Sull'Acropoli, posta al centro di Atene,
spiccava una massa di stupendi edifici. Inoltre quest'era segnò l'inizio della filosofia scientifica.
I babilonesi avevano registrato le eclissi ma i greci si chiesero perché ciò accadesse.
Gli egiziani avevano adoperato la geometria per le misurazioni ma i greci applicarono il teorema di
Pitagora. Piuttosto che valutare le cose solo dalla loro facciata, i pensatori greci si misero ad
esplorare la logica che stava dietro di esse. La raffinatezza della cultura greca è riflessa anche nelle
famose figure rosse e nere estoriate sul vasellame. Queste avevano un grande smercio in tutta l'area
commerciale greca e ne sono state trovate persino nella distante India, nella Russia centrale e nel
sud ovest della Germania.
Tuttavia questi traguardi non erano i risultati di una società priva di problemi, una grave minaccia
era il conflitto tra ricchi e poveri come pure la rivolta degli schiavi accresciuta dall'introduzione
dell'agricoltura commerciale e dei grandi latifondi.
La nascita della democrazia
I piccoli agricoltori furono rovinati e i contadini privi della terra migrarono verso le città gonfiando
le fila dei cittadini poveri. A Sparta la paura di una ribellione degli schiavi oppressi ebbe un peso
enorme facendola diventare un campo militare. Sparta celebrò le virtù della vita dura, dell'austerità
e della disciplina a scapito dell'arte e della cultura. Ad Atene invece fu deciso di fare entrare il
popolo a partecipare. Atene divenne così una democrazia, la prima democrazia della storia.
Secondo quelli che sono i nostri canoni era una democrazia limitata. Al di sotto dei cittadini che
godevano dei diritti politici, c'erano gli altri: le donne, gli stranieri e gli schiavi che insieme ai
bambini raggiungevano oltre i due terzi della popolazione. Tutto il potere era dato all'assemblea alla
quale ogni cittadino doveva partecipare, parlare e dare il suo voto. Veniva estratto o scelto a caso un
consiglio esecutivo di cinquecento membri, diviso in comitati di cinquanta ciascuno, in servizio per
un decimo dell'anno. Mentre la presidenza era a rotazione.
Solo i comandanti militari venivano eletti e solo per un anno alla volta, alla fine dell'anno erano
sottoposti al giudizio della corte del popolo. Pericle, il famoso uomo politico ateniese, la descrisse
nel modo seguente: "la nostra costituzione viene chiamata democrazia perché il potere è detenuto
dalla maggioranza e non da una minoranza, le nostre leggi assicurano un trattamento uguale per tutti
nelle contese private", inoltre il sistema delle città-stato era inevitabilmente instabile. Atene aveva i
suoi alleati ma la sua ricchezza e il suo potere destavano anche numerose ostilità.
Dall'Età Classica all'Ellenismo
All'inizio del V secolo avanti Cristo Sparta ed Atene si unirono per respingere un'invasione
proveniente dal grande Impero Persiano , esse riuscirono a sconfiggere la Persia nella battaglia di
Maratona e a Salamina . La battaglia navale di Salamina del 480 avanti Cristo fu vittoriosa ma a
prezzo di un durissimo combattimento, ecco come ce la descrive Eschilo: "non vi era spiaggia o
scoglio che non fosse coperto di cadaveri". Il mondo greco si era indebolito lasciando la strada
aperta ad un altro aggressore; il barbaro Regno Macedone situato al confine nord della Grecia.
Le città-stato greche, che da sole non erano riuscite a trovare un' unità, furono costrette da Filippo il
Macedone a raggiungerla nel 338 avanti Cristo. Suo figlio Alessandro il Grande completò l'opera
del padre, i giorni gloriosi della Grecia erano tramontati, con Alessandro si passa dall'Età Classica
all'Età Ellenistica.
Alessandro fu un genio militare, sotto il suo comando la Macedonia divenne rapidamente una
potenza mondiale, estese enormemente i confini del mondo greco, dovunque passasse fondava una
città, con il suo esercito traversò l'Europa e passando attraverso l'Asia Minore penetrò fino al Nord
Africa, tornò indietro attraverso la Mesopotamia e si diresse verso il Golfo Persico, distrusse
l'Impero Persiano e continuò verso oriente, passò Samarcanda, Buhara e raggiunse quasi Taskent,
quindi traversò l'Hindukush penetrando nell'India, ma le sue truppe erano ormai stanche e
ritornarono verso Babilonia dove egli morì alla giovane età di 32 anni. In 12 anni aveva percorso
ben 20.000 chilometri combattendo dovunque e il suo impero si era esteso dalla Grecia alle
frontiere dell'India.
Dopo la morte di Alessandro il suo impero si frammentò rapidamente. Le principali aree erano: il
Piccolo Regno di Macedonia, l'Egitto Tolemaico e il regno dei Seleucidi. Ma ciò che Alessandro
fece, fu di estendere la civiltà greca nel lontano oriente, il commercio fiorì come non era mai
successo prima. Tuttavia il vecchio mondo delle città-stato indipendenti era scomparso e i dialetti
locali si coagularono in un'unica lingua, il Coine che entrò ampiamente in uso in tutto il Medio
Oriente.
Gli dei greci erano ora affiancati dagli dei delle religioni orientali e si svilupparono anche le
filosofie caratteristiche dell'Età Ellenistica: lo Stoicismo, il Cinismo (o Scetticismo), l'Epicureismo.
Era una nuova visione del mondo diversa da quella esclusiva della Grecia classica. Vi fu un
continuo aumento della sperimentazione non solo nella scultura, ma anche nelle scienze e nella
matematica.
Roma
Roma stava appena sorgendo quando Atene era entrata nella sua età dell'oro e si stava affermando
come forza con la quale doversi confrontare quando la civiltà Ellenistica era al suo apice.
Mentre all'origine era una costellazione di villaggi di pastori latini, Roma divenne una città nel sesto
secolo avanti Cristo, gradatamente unì l'Italia sotto il suo dominio e dovette il suo predominio
innanzitutto al suo disciplinato potere militare unito alla capacità diplomatica nel formare alleanze e
nell'accordare ampiamente la sua cittadinanza. Nel 264 avanti Cristo, Roma si scontrò con
Cartagine, grande potenza marittima dell'area mediterranea, con le sue colonie lungo la costa
africana e anche in Spagna, in Sicilia e in Sardegna.
Le tre GuerrePuniche, durate più di un secolo, condussero Roma a diventare una formidabile
potenza navale, gradatamente Roma estese il suo impero fino ad includere la Sicilia, la Corsica, e la
Sardegna. Tuttavia, nel 218 avantri Cristo, il generale cartaginese Annibale, condusse un esercito di
40.000 uomini e un gran numero di elefanti dalla Spagna, attraverso i Pirenei, nel sud della Gallia,
da li passò le Alpi e venne in Italia infliggendo all'esercito romano una serie di importanti sconfitte,
prima di essere costretto a ritirarsi. Benché quasi messa a terra da Annibale, Roma alla fine
sconfisse i Cartaginesi in Spagna nel 206 avanti Cristo. La paura di una ripresa di Cartagine spinse i
romani a conquistare il Nord Africa, un ulteriore conflitto li portò in Grecia e in Asia Minore, passo
dopo passo Roma conquistò tutta la costa orientale del Mediterraneo.
L'espansione di Roma
Nel 58 avanti Cristo, Giulio Cesare, un ambizioso e popolare aristocratico sferrò un attacco alla
Gallia facendo avanzare le frontiere di Roma sino a tutta la Francia, il Reno e più tardi sino alla
Britannia, alla Romania e alla Siria. Così intorno al 180 dopo Cristo l'Impero romano si estendeva
dai confini della Scozia all'ovest, sino alla Siria a est. Vi furono molte rivolte. Anche se Roma, ed
era suo interesse farlo, molto liberalmente concedeva la cittadinanza, i popoli conquistati erano
governati e difesi con fermezza con il loro assenzo.
Malgrado ciò l'Impero Romano creò una vasta area dove circolava un solo tipo di moneta, nella
quale le barriere doganali erano ridotte e il commercio era agevolato da una complessa rete di strade
e porti protetti.
Gli animali destinati all'arena venivano dai posti più lontani: dall'Europa orsi e cinghiali, dal Medio
Oriente tigri e leoni, dal Nord Africa cammelli e leopardi.
Grandi quantitativi di grano venivano dall'Egitto, i tessuti e le spezie venivano dalla Siria, l'olio
dalla Spagna, il marmo dall'Asia Minore e dal Nord Africa, gli schiavi e lo stagno dalla Britannia.
C'era anche un ricco commercio tra le varie province dell'Impero e il commercio non finiva certo
alle frontiere, si stabilirono contatti con la Cina di Han e la famosa viadella seta divenne assai
frequentata. Amministrare quest'area enorme era un' impresa estenuante, gli aristocratici romani
potevano, dopo una serie di brevi incarichi, diventare consoli per un anno negli affari del Senato.
Un solo console poteva comandare un esercito.
Gli ex consoli potevano comandare nelle province di oltre mare come proconsoli, questo sistema,
tuttavia, adottato all'inizio dell'impero secondo principi repubblicani, si dimostrò inadeguato.
Regnava la corruzione e l'incompetenza e sporadicamente provocava fermenti civili.
Durante i periodi di tensione, generali ambiziosi potevano prendersi il potere; così fece il dittatore
Giulio Cesare, distruggendo in questo modo la forma tradizionale di governo repubblicano. Nel 31
avanti Cristo, dopo circa cento anni di guerra civile e un potere militare sempre più in aumento, la
stabilità fu ripristinata da Augusto, nipote di Cesare, guadagnatosi la fedeltà dell'esercito riuscì a
tenere il potere nelle sue mani permettendo pure al Senato dei civili di condividere con lui il
compito di amministrare l'Impero.
L'Età di Augusto
Augusto introdusse numerose riforme nelle tasse e nell'amministrazione che permisero al mondo
occidentale un periodo di pace indisturbata come non era mai successo prima.
Così tutto il Nord Africa, dai confini dell'Egitto sino all'Atlantico, poteva essere presidiato da
un'unica legione di soli seimila uomini.
La pace Augustea fu celebrata da un "esplosione" di edifici, monumeti celebrativi, archi di trionfo e
anfiteatri furono costruiti in varie città di tutto l'impero .
La proporzione dei loro edifici è impressionante: i bagni di Diocleziano a Roma coprivano un area
di tredici ettari e la sala centrale aveva una volta alta trentuno metri.
Il Foro Romano era posto al centro di una vasta erea destinata alle riunioni con le tribune per gli
oratori pubblici e il "comizium" dove si riuniva l'assemblea popolare, vicino c'erano i templi dei
primi dei romani: Giano, Saturno e Vesta, numerose botteghe e i teatri di Pompeo e Marcello.
Inoltre, nella sola Roma, non vi erano meno di sei anfiteatri per le gare, il più grande era il Circo
Massimo che poteva ospitare 140.000 spettatori, il Colosseo nel quale avvenivano le competizioni
dei Gladiatori, aveva 50.000 posti. Augusto stesso si vantava di aver promosso otto competizioni di
Gladiatori nelle quali 10.000 uomini avevano combattuto all'ultimo sangue e 26 combattimenti nei
quali erano stati trucidati 3.500 animali. I Romani furono eccellenti costruttori anche di acquedotti,
ponti e difese di frontiera come il Vallodi Adriano che si estende per 110 chilometri, attraverso
l'Inghilterra del nord, dal fiume Tyne all'estuario del Solway, man mano che le province si
sistemavano e raggiungevano la pace, la nobiltà locale si spostava verso le città e parlava la lingua
Latina. Furono costruiti secondo il modello romano, templi e ville di campagna con bagni elaborati,
riscaldamentro centrale, mosaici e decorazioni pittoriche.
Pompei ed Ercolano, conservatesi quasi totalmente in seguito all'eruzione del Vesuvio del 79 dopo
Cristo, che le seppellì sotto la cenere vulcanica, offrono uno spaccato affascinante di quella che
poteva essere la vita in una cittadina dell'Impero Romano. Ad Ercolano ci sono molti esempi delle
case private romane tradizionali con le stanze sistemate intorno ad un cortile o giardino aperto di
forma quadrata. In tali case vissero probabilmente ricchi mercanti o Patrizi e il loro benessere si
riflette nella dovizia dei mosaici e delle decorazioni pittoriche.
Le strade lastricate, provviste anche di canali di scolo, erano fiancheggiate dalle botteghe,
intercalate ad edifici pubblici quali bagni o templi.
Per molti aspetti i romani ereditarono la loro arte, l'architettura, dalla Grecia conservandola ed
ampliandola. Molte famose statue di marmo, romane, sono di fatto copia degli originali greci in
bronzo, benché i romani abbiano sviluppato il loro stile originale di arte figurativa di stile
naturalistico.
L'Età di Augusto fu celebrata anche nella poesia di Virgilio, Orazio ed Ovidio.
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