quartieri dell’arte
1997-2013
1997-2001
Il Festival “Quartieri dell’Arte” parte come festival di drammaturgia che esplora il ruolo delle minoranze nell’evoluzione della cultura egemone per arrivare a diventare un Festival di drammaturgia contemporanea in senso stretto. I primi anni sono dedicati al teatro elisabettiano e alla sua problematicità con la messa in scena, tra l’altro,
della prima assoluta in lingua italiana di “Edoardo III”, testo da poco attribuito a William Shakespeare. Con l’inizio
dei contatti e della carriera internazionale da autore di Gian Maria Cervo, Quartieri dell’Arte porta in Italia per
primo grandi autori della drammaturgia europea ed americana come Jon Fosse, Roland Schimmelpfennig e Richard
Dresser.
“Qualcuno arriverà” di Jon Fosse, regia di
Sandro Mabellini (2001), alle Scuderie di
Palazzo Farnese a Caprarola è la prima rappresentazione assoluta in italia di un’opera
di Jon Fosse, l’autore norvegese più rappresentato nella storia dopo Ibsen.
Alessio Di Clemente, protagonista della prima assoluta in
lingua italiana dell’ “Edoardo III” di William Shakespeare (e
altri autori elisabettiani), versione di Gian Maria Cervo e
Marzia Gianna Lea Pacella, regia di Carlo Fineschi nel 1998 al
Teatro dell’Unione di Viterbo
La copertina del depliant del Festival nel 2000 in cui spicca il volto di Claudio Santamaria, protagonista della prima assoluta de “L’ultima cena” di Lucilla Lupaioli, regia di Furio Andreotti alle Scuderie di Palazzo Farnese di Caprarola
La recensione di Nico Garrone apparsa su “La Repubblica” di “Voi che
ascoltate” di Dino Villatico andato in
scena nel 1997 al Palazzo dei Papi di
Viterbo.
2002-2006
Il Festival ha ormai assunto una visibilità internazionale e ospita alcune delle compagnie teatrali più antiche d’Europa e del mondo, premi Pulitzer, registi hollywoodiani e prime mondiali di opere di autori noti a livello globale. Il
Festival crea inoltre con il National Theatre di Londra, il Burgtheater di Vienna e la MEEC di Parigi la rete informale
per la drammaturgia contemporanea Intertext.
due immagini di scena di Monica Nappo, interprete e regista alle Scuderie di Palazzo Farnese di Caprarola nel
2002, della prima assoluta di “Ode dell’East Coast a Howard Jarvis” di Tony Kushner, autore Premio Pulitzer e
sceneggiatore (candidato all’Oscar) di Steven Spielberg
per i film “Munich” e “Lincoln”. Spettacolo coprodotto
dal Festival con il Nuovo Teatro Nuovo di Napoli.
Franco Cordelli in un articolo del 2003 su Theater der Zeit, una delle più prestigiose riviste di teatro in
Germania e in Europa, sui festival italiani, esalta “Quartieri dell’Arte” e il lavoro compiuto dal Festival sulla
drammaturgia contemporanea.
La prima mondiale de “L’uomo piegato” di Antonio (Toni) Negri con la regia di Pierpaolo
Sepe a piazza dei mascheroni di Acquapendente nel 2006. Lo spettacolo viene recensito
positivamente da Paolo Fallai sulle pagine
di politica interna del Corriere della Sera.
Petra Morzè nella produzione del Burgtheater di Vienna diretta da Daniela Kranz di “Jackie” del Premio Nobel Elfriede Jelinek, vista nel 2006 al Festival, alla Sala Regia del
Palazzo dei Priori di Viterbo. Il Burgtheater
di Vienna è una delle più antiche compagnie
teatrali al mondo, ha messo in scena alcune
delle prime mondiali delle opere di Mozart
alla presenza del compositore.
Gian Maria Cervo firma l’accordo Intertext
con Philippe Lemoine, international projects
manager del National Theatre di Londra, con
Michel Didym e Jean Balladur direttori della MEEC di Parigi e Andreas Beck, dramaturg
del Burgtheater di Vienna nella Sala d’Ercole del Palazzo dei Priori di Viterbo nel 2002.
Il Festival dà inizio alla soap teatrale “Wunderkammer Soap” di Ricci & Forte, portando in
scena in prima assoluta la prima parte di questo esperimento di scrittura seriale nel 2006,
presso l’appartamento di Gian Maria Cervo a
Viterbo, con il performer Paolo Angelosanto
e la regia di Stefano Ricci.
2007-2011
Il Festival dedica la sua edizione del 2007 alle riscritture dei classici e ai classici viventi e quella del 2008 a come
la drammaturgia affronti la storia. Nel 2009 inizia il ciclo transdisciplinare SWAP che si concluderà nel 2013. Sono
molti gli autori italiani affermati ed emergenti che, oltre a Gian Maria Cervo e Alberto Bassetti direttori artistici
della manifestazione, fanno visita al Festival. Tra le presenze internazionali Martin Crimp, Viliam Klimacek, Juan
Mayorga, Rafael Spregelburd.
“Il gabbiano” nell’ adattamento riscrittura di Martin Crimp,
presente al Festival nel 2007
(Sala Regia e Sala d’Ercole del
Palazzo dei Priori di Viterbo)
col regista Sandro Mabellini,
per una conferenza sui suoi
adattamenti, traduzioni e riscritture di classici
Paola Minaccioni (sullo sfondo Livia Taruffi) ne “Il ragazzo con l’albergo” riscrittura di Gian Maria Cervo della goldoniana “Locandiera” (coproduzione di “Quartieri
dell’Arte” con Bassano Opera Estate Festival, rappresentata al Teatro Rivellino di Tuscania nel 2007 dopo la prima al Superstudio + di Milano)
David Warren, regista hollywoodiano della serie tv “Desperate Housewives-Casalinghe
disperate” (qui di spalle sul
set), che ha diretto nel 2007
“Il ragazzo con l’albergo” di
Gian Maria Cerv0
da sinistra a destra Franco Quadri, Juan Mayorga e Manuela Cherubini alla conferenza presso la Libreria del
Teatro tenuta dopo la prima mondiale di “Se sapessi cantare mi salverei” dello stesso Mayorga con la regia di
Adriano De Santis e le interpretazioni di Vito Mancusi e
Francesco Brandi all’ex tribunale di Viterbo nel 2009.
Franco Quadri recensisce su “Repubblica” le tre parti
dell’ “Eptalogia di Hyeronimus Bosch” di Rafael Spregelburd messe in scena al Festival (due in prima italiana assoluta) da Manuela Cherubini nel 2009 al Supercinema e
al Teatro Rivellino di Tuscania.
Rodolfo Di Giammarco su “Repubblica”
definisce “Quartieri dell’Arte”, “Silicon
Valley della drammaturgia” nel 2011.
La prima assoluta di “Partita Spagnola” di Alessandro Baricco e Lucia Moisio messa in scena da Lorenzo D’Amico
de Carvalho al Palazzo dei Priori di Viterbo nel 2008.
2012-OGGI
Con il ciclo SWAP il Festival continua a sperimentare l’integrazione tra forme diverse di scrittura e tra diversi
mezzi espressivi. Si intensificano anche le sperimentazioni sul polivocale, una modalità drammaturgica che sarà al
centro di un laboratorio che sarà attivato a Quartieri dell’Arte in occasione del nuovo ciclo 2014-2016, compreso
tra l’anno del 450° anniversario della nascita e quello del 400° anniversario della morte di William Shakespeare.
“Call Me God” di Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier,
Rafael Spregelburd, regia di Marius
von Mayenburg, coproduzione tra il
Festival e il Residenz Theater di Monaco di Baviera, il Teatro di Roma e il
Romaeuropa Festival, al suo debutto in
prima mondiale al Teatro Argentina di
Roma nel novembre 2012.
la copertina e l’articolo di Der Spiegel, il più prestigioso settimanale europeo, che
esalta la coproduzione del Festival “Call Me God”. Il critico della prestigiosa testata
tedesca dice tra l’altro “ci si meraviglia di fronte a questa prova di intrattenimento
intelligente e sfacciato” e “Call Me God è quello che ci aspetteremmo da una riuscita
serata a Londra o a New York, ma non necessariamente a Monaco o a Berlino” e ancora
“Uccidere gratuitamente è la più grande infrazione a tutti i principi morali. Per questo
il malvagio è sempre avvolto da un’aura di fascino, si legge nel programma dello spettacolo. E con questa piece il collettivo formato da Spregelburd, Cervo, Ostermaier e
Mayenburg indaga sugli intrinseci motivi per questo fascino, abbinando una raffinatissima analisi a uno stile più popolare. Abbiamo un problema affermano ripetutamente i
poliziotti durante Call Me God. E gli spettatori si sentono chiamati in causa come parte
di questo problema- ecco la vera abilità di questo spettacolo. In compenso, però, si
divertono da morire.”
Paolo Fallai sul Corriere della Sera definisce “Call Me God” “lezione di teatro”.
“Faust” di Alberto Bassetti/Fernando Pessoa al Cimitero Antico di
Vetralla (VT) nella messa in scena
di Alessio Pizzech nell’agosto 2012
(evento di anticipazione del Festival).
Franco Cordelli sulle pagine del Corriere della Sera definisce il “Faust” di Bassetti/Pessoa diretto da Alessio
Pizzech “lo spettacolo più bello dell’estate”.
La prima mondiale di “Addio al calcio” dall’omonima raccolta di prose poetiche di Valerio Magrelli, di Valerio Magrelli, Sara Cavosi, Laura Grimaldi, Fabio Marson, Antea Moro, Giulio Rizzo, Pietro Seghetti. Regia di Marco Belocchi,
coreografie di Silvia Perelli a Civita di Bagnoregio nel settembre 2012.
Marina Confalone nella
prima italiana assoluta di
“Coniglio bianco, coniglio
rosso” di Nassim Soleimanpour (a cura di Adriano De Santis) al Consorzio Biblioteche di Viterbo
nell’ottobre 2012.