Brindisi al tempo dei re aragonesi sul trono di Napoli

BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli:
50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo
GianfrancoPerri
Gliantecedentidellaconquistaaragonese
Nel1282,controilrediNapoliCarloId’Angiò,scoppiòaPalermolarivoltadeiVespri,
dellaqualeilrePietroIIId’Aragonafuconsideratol’architetto,perchépretendenteal
possessodell’isolainquantomaritodiCostanzafigliadelreManfredi,discendenteed
erededirettodelgrandeFedericoIIdiSvevia.
Certoè,chel’interventoaragoneseafavoredeiribellicontrogliangioini,fuimmediato
e determinante. Seguì una lunga guerra nel corso della quale il figlio di Pietro III,
GiacomoII,sposòunafigliadiCarloIId’AngiòlozoppoericonobbeagliAngiòlaSicilia,
dietroillororiconoscimentodeisuoidirittisullaSardegnaesullaCorsica.ISiciliani
però, non accettarono quell’accordo e proclamarono loro re, nel 1296, il fratello di
Giacomo II, Federico II d’Aragona, che amava dirsi III in quanto erede del grande re
FedericoIIdiSvevia,suononnomaterno.
Laquestionefumomentaneamentechiusanel1302dallapacediCaltabellotta,concui
laSiciliafuriconosciutaagliAngiò,mavenneassegnatavitanatural‐duranteaFederico
IIchesposòEleonora,l’altrafigliadiCarloIId’Angiò,dandoorigine,difatto,aunavera
dinastiaaragoneseautonomainSicilia.
FedericoIIregnòalungo,finoal1337,eisuoisuccessori–Pietrodal1337al1342,
Ludovicodal1342al1355eFedericoIII(oIV)dal1355al1377–contrastaronogli
sforziangioinidiricondurrelaSiciliasottoillororegnodiNapoli,finchésigiunsealla
pacediCataniadel1372,chesancìunaSiciliaindipendentesottoladinastiaaragonese.
Maria,figliaederedediFedericoIII(oIV),andòsposaaMartinoIilgiovane–figliodel
secondogenitodiPietroIVd’Aragona–alquale,mortodarediSiciliasenzaavereeredi,
succedette il padre Martino II il vecchio, che intanto era asceso nel 1409 al trono
d’Aragonaechequindi,tenneinsiemesialacoronasicilianachequellaaragonese.
Nel1410,allamortedelreMartinoIIsenzaeredidiretti,lacoronapassòaFerdinando
diCastiglia,dicuiMartinoIIeraziomaterno,ilqualesalitosultronodiAragonainviò
nell’isola,comeviceré,ilfiglioGiovanni,iniziandoperlaSiciliaun’epocavicereale.Nel
1416,sultronodiAragonasuccesseilfigliodiFerdinando,AlfonsoV,ilqualesiaffrettò
arichiamaredallaSiciliailfratelloGiovanni,chegliisolaniaspiravanonominareloro
autonomore,sostituendolonell’eserciziodelviceregnoconunnuovoviceré.
AlfonsoV,abilesovranoediplomaticoscaltro,riuscìacostruireunsuodirittoaltrono
diNapolifacendosiriconoscerecomefiglioadottivodallareginaGiovannaIId’Angiò
Durazzo,peròlastessaGiovannaIItornòsullesuedecisionie,pocoprimadimorire,
trasferìl’adozionealfranceseRenatod’Angiò:nescaturìinevitabilmenteunalungae
crudeleguerra,chenel1442videfinalmentevittoriosol’aragonese:ilnuovoreAlfonso
IdiNapoli,riunificatoredelregnofondatodaiNormanniepassatoaSvevieAngioini.
IrearagonesisultronodiNapoli
AlfonsoVd’Aragona,dal1442AlfonsoIdiNapoli,scelsedirisiedereaNapolifinoa
quando vi morì nel 1458, e da Napoli governò l’impero catalano‐aragonese, che nel
bacinomediterraneooccidentaleoccupòunospazioprimeggiante,mantenendodaesso
sostanzialmentedistintaeautonomal’amministrazionedelregnodiNapoli,chefuda
lui affidata quasi per intero a italiani. Alfonso, infatti, non rientrò più a Barcellona
nonostante le richieste della moglie Maria, che durante tutti quegli anni continuò a
governareipossedimentispagnoliassiemeaGiovanni,ilfratellodiAlfonso.
Alfonso I modernizzò il regno di Napoli e governò cercando di rinnovare i rapporti
diplomaticiedeconomiciconglialtriregni,disvecchiareleformeistituzionaliesistenti
ediapportareriformesostanzialiall’amministrazioneterritoriale.
La politica del sovrano ebbe un significato sociale essenzialmente conservatore,
favorendo il baronaggio che aveva in mano il governo delle città, con ripercussioni
evidentinell’accentuazionedeicontrastisociali.Maciònonimpedìchenelcomplesso
sipotessetendereadavviareefficacementelaripresadellavitaeconomicaesocialedel
regno,dopolalungaepocamenofavorevoleattraversatadallametàdelsecoloXIV.
Nacque,conAlfonsoI,ilSacroRegioConsiglioche,postoalverticedellemagistrature
delregno,conseguìun’autoritàdottrinariaegiurisdizionalechefuapprezzataanche
all’estero.L’apparatogiudiziarionapoletano,conlaCortedellaVicariaalsuovertice,
previde un ampio esercizio delle funzioni giurisdizionali anche da parte dei signori
feudalieaibaroniconcesse,peraltro,ilmerumetmixtumimperium,allargandonecosì
ulteriormentelasferagiurisdizionale.Mentreilredisposepersé,diunaretediorgani
amministrativi centrali e periferici e di una classe di funzionari e officiali regi molto
efficaci:unfortestrumentodigovernoadisposizionedelpotereregio.
AlfonsoIproseguìeallargòlapraticadelleinteseconbanchieriefinanzieristranieri
che aveva tradizioni che risalivano fino all’epoca sveva ed erano in rapporto con la
gestionedelsistemafiscale,nonchéconlagestionedelleterreedeiredditideldemanio
regioedelleproprietàdirettedelsovrano.
Definìpureilsistemafiscale,fissandolointornoall’impostafondamentalesullepersone
fisiche considerate per nuclei familiari, i fuochi, accompagnata da una tassa per la
fornitura del sale, considerato monopolio pubblico. Per il resto, il sistema si fondò,
secondol’usocomune,sugliappaltideicespitifiscaliamercantiefinanzieri,cheerano
perlopiùforestieri.Diedepureunasistemazioneduraturaalladoganadellepecore,
ossia all’amministrazione dei pascoli invernali del Tavoliere delle Puglie, in cui
svernavanolegrandigreggidelmontuosoAbruzzoedialtreterrecontigue.
Nel1458,allamortediAlfonsoIdiNapolidettoilmagnanimo,ilregnodiNapolipassò
inereditàalsuopredilettofiglionaturaleFerdinandoI,dettoFerrante,mentrequello
d’Aragona,conlaSiciliaelaSardegna,passòinereditàalfratelloGiovanniII,padredi
quelFerdinandoIIilcattolicoche,sposandoIsabelladiCastiglianel1469,unificheràla
SpagnaefaràpoidecaderedefinitivamenteladinastiaaragonesedelregnodiNapoli.
LadinastiainaugurataaNapolidaAlfonsoI,proseguìquindiconFerdinandoI,Ferrante,
lacuiazionedigovernocontinuòquellapaternae,incertoqualmodo,laradicalizzò.
IlreFerrantesidedicòall’ordinamentoamministrativo,attuandounapoliticafiscale
relativamente più blanda, promuovendo l'incremento dell’economia e stimolando le
arti e la cultura. Fu più duro con la nobiltà feudale, di cui cercò sempre di limitare
privilegiepotere,senzapoterperòevitarechedopoventicinqueannidiregnoglisi
ordisse contro una congiura di baroni che, anche se poté piegare, testimoniò quella
mancanzadiunradicamentodeltutto sicurodellafamigliasultrononapoletano,chea
distanzadipochianniavrebbeportatoallafinedelladinastiaaragonesediNapoli.
L’ostilepapaInnocenzoVIII,infatti,appoggiatodaibaroniancorpiùostilialladinastia
aragonese,istigòl’ambiziosorediFranciaCarloVIIIafarvalereisuoidirittisulregno
diNapoliecosi,Ferrantestessoagliestremidelsuoregnoeisuoisuccessori–ilfiglio
AlfonsoII,ilnipoteFerdinandoIIel’altrofiglioFederico–furonosottopostiallaprova
severissimadelconfrontoconquellacheall’epocaeralamaggiorepotenzaeuropea.
Ferrantemorìnel1494eglisuccedetteilmalvistoprimogenitoAlfonsoIIdiNapoliil
quale,primacheCarloVIIIrealizzasse–trailfebbraioeillugliodel1495–l’effimera
conquistadelregno,abdicòafavoredelfiglioFerdinandoIIdiNapoli,dettoFerrandino.
IlrediFranciadové,tuttavia,abbandonareintuttafrettailregnoappenaconquistato,
perlalegamilitarechecontrodiluiformaronoglistatiitalianiepergliatteggiamenti
ostiliassuntidallealtrepotenzeeuropeedinanziallafeliceefacileriuscitadellasua
impresa,ecosìFerrandinopotétornarequasiimmediatamentesultrono.
Tralepotenzeeuropeechepreseroposizionecontrolaconquistafrancesecifurono
CastigliaeAragona,sucuiregnavanoirecattolici,IsabelladiCastigliaeFerdinandoII
d’Aragona.Anch’essiavevanotrattatoeconclusoaccordiconCarloVIII,quandoquesti,
alla vigilia dell’impresa italiana, aveva cercato di procurarsi la neutralità delle altre
potenze europee che di quella impresa avrebbero potuto risentirsi. A questo scopo
CarloVIIInonavevalesinatoinconcessionipolitiche,economicheeterritoriali,esia
Castigliache,ancorpiù,Aragonaneavevanoindubbiamentebeneficiato.
AllamortediFerrandino,avvenutaprematuramenteil7settembre1496senzaeredi
diretti,iltronodelregnodiNapolipassòasuozioFederico,secondogenitodiFerrante
–fratellodiAlfonsoIIdiNapolianch’egligiàmorto–chesalìsultronocomeFedericoI.
Eglidovettedifendersi,siadaifrancesidelreLuigiXIIsuccedutoaCarloVIIIesiadagli
spagnoli di suo cugino il re Ferdinando II il cattolico, che tra di loro accordarono
spartirsi il regno di Napoli. E quando, nel 1501, questo fu invaso dai due eserciti
stranieri,FedericoIdiNapolidecisedicederealrediFranciaLuigiXIIipropridiritti
sulregno,ricevendoincambiolaconteafrancesedelMaineperséedisuoieredi.
LadinastiaaragonesedelregnodiNapolifinìquindiinquel1501,traditadaunostesso
aragonese, e si estinse definitivamente nel 1550 con la morte senza discendenti del
figliodiFedericoIdiNapoli,Ferdinandod’Aragona,ilducadiCalabriamaidivenutore.
L’accordodel1501sirivelòperòimmediatamentecaducoe,perleambiguecondizioni
alle quali era stato stipulato, scoppiò inevitabile la guerra franco‐spagnola e Napoli
caddeinmanoagliSpagnolinel1503.Poi,allafinedellostessoanno,iFrancesifurono
pienamentesconfittiecoltrattatodiBloisdel1505dovetteroriconoscerelasovranità
spagnolasututtoilregno,eConsalvodiCordovafuilprimoviceréspagnolodiNapoli.
LafinedelprincipatodiTaranto
Nelconflitto,sortodopolamortedellareginaGiovannaIId’AngiòDurazzotraAlfonso
Vd’AragonaeRenatod’AngiòperlasuccessionesultronodelregnodiNapoli,ilgiovane
principediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzopreselepartidell’aragonesee
così,dopolavittoriadefinitivadiquesticontroid’Angiò,nel1442,sitrovòaessereil
piùpotentefeudatariodelnuovoregnoaragonesediNapoli.
Un principe signore di più di 400 castelli il cui dominio, che comprendeva sette
arcivescovadietrentavescovadi,siestendevadaMariglianoinTerradiLavoroaLeuca
eacui,dopolamortedellamadreMarianel1446,siaggiunseroleconteediLecceedi
Soleto.Così,l’interaTerrad’OtrantoelapartemeridionaledellaTerradiBari,cittàdi
cuiOrsiniDelBalzofunominatoducadopolamortediJacopoCaldora,finironosottoil
dominiodiquelpotenteprincipeelasignoriadiPuglia, circoscrizionecostituitadapiù
aggregatifeudali,raggiunsel’apogeodellasuagrandezza:quasiunostatonellostato.
Quelprincipefuquasisovranoecometalesicomportò:disponevafunzionarieufficiali
corrispondentiaquellidinominaregia,sicircondavadiunapropriacuria,stipulava
trattatiedaccordiconstatistranieri,legiferavasudazi,dogane,gabelle,pedaggi,fiere
emercati,vantavaunesercitocompostoda4.000cavalli,2.000fantie500balestrieri.
Prestoperò,dopol’idillio,trailreAlfonsoIeilprincipecominciòasoffiareventodi
burrasca,quandoGiovanniAntoniorealizzòchelapoliticadell’aragonesemiravaadun
drasticoridimensionamentodituttiipoteribaronaliperseguendo,finanche,latotale
scomparsadeigrandistatiinternialregno,compresoinprimisilprincipatodiTaranto.
Sicché, con la morte del re Alfonso I nel 1458, iniziò apertamente la contesa tra il
successorealtrono–Ferrante–eilprincipeOrsiniDelBalzo,ilqualesimiseacapodi
unagranderibellionedibaroni,controilreeasostegnodiGiovannid’Angiòaspirante
altronodelregno,primeggiandodipersonanellabattagliadiSarnodel7luglio1460.
DopoalternevicendeecapovolgimentimilitarichefinalmentearriseroalreFerrante,
ilprincipediTarantosiravvidee,spintodallainsistenteedattivamediazionediIsabella
–reginamogliediFerranteefigliadisuasorellaCaterinaOrsiniDelBalzoediTristano
di Chiaromonte – si riconciliò con il re, anche se le controversie proseguirono e si
protrasserofinoallasuamorte:fuassassinatotrail14eil15novembredel1463,nel
castello di Altamura in circostanze misteriose, strangolato da tale Paolo Tricarico,
verosimilmentesicariodelreFerranteo,forse,deidueconsiglieridellostessoprincipe,
AntonioGuidanoeAntonioAgello,sospettosichequestiavessedecisodieliminarli.
Non avendo Giovanni Antonio Orsini Del Balzo figli legittimi, l’erede formale del
principatofulanipoteIsabella,reginaemogliedelreFerrante,ilqualed’immediato
incameròalregnoilprincipatocontuttiivastissimipossedimentichelocostituivano,
chefuronoinparteassegnatiinpiccolifeudiafamigliediprovatafedearagoneseein
parte,comelecittàdiTarantoeBrindisi,ritornaronoadessereentitàdemaniali.
Unpassaggiorapidoche,sembra,fufacilitatodallavolontàedalsostegnodellecittà
pugliesi,cheacconsentironoallascomparsadefinitivadallageografiagiurisdizionalee
politica della signoria di Taranto, il potente e plurisecolare principato, esauste
com’eranodellecontroversieedeglieccessidiquelprincipechefu,forse,anchetiranno.
Brindisinelregnodeirearagonesi
Signoreggiata–neiquindiciannidelregnodiAlfonsoIdiNapolieneiprimicinquedel
successoreFerrante–dalprincipediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzofino
allasuamorte,allafinedel1463BrindisipassòaldemanioregiosottoilreFerranteei
suoi successori, Alfonso II e Ferrandino, fino a quando – il 30 marzo del 1496 – fu
formalmente consegnata a Venezia, assieme alle altre due città portuali pugliesi di
Otranto e Trani, in pegno e in riconoscimento dell’aiuto ricevuto nella difesa e
riconquistadelregno,seguitaall’effimerainvasionedelrediFranciaCarloVIII,nonché
incambiodiancheunprestitodiduecentomiladucati.
Inquei–purbrevi–cinquant’annidellasecondametàdelXVsecolo,trascorsiconire
aragonesisultronodiNapoli,Brindisifuspettatriceespessodirettaprotagonistadi
numerosiedimportantieventi,chemarcaronoprofondamentelastoria,elasuastoria:
…LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTarantoelagià
commentatafinedelprincipato.LacadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoII
elafinedell’imperoromanod’oriente.Ilterremotodel1456.L’assaltoaOtrantoela
conseguente occupazione dei turchi. Il tentativo dei veneziani di occupare Brindisi
sventato da Pompeo Azzolino e il loro assalto a Gallipoli. La costruzione del castello
alfonsinosull’isoladisanAndreaall’ingressodelportodiBrindisi.Lapirricaedeffimera
invasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia.LacessioneaVeneziadiBrindisi
assiemeaOtrantoeTrani.IviaggidiCristoforoColomboallascopertadell’America…
LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTaranto
Nel1449,GiovanniAntonioOrsiniDelBalzo,principediTarantoesignorediBrindisi,
forse preoccupato dalla potenza in franca ascesa dei veneziani e dall’idea che quelli
potessero dal mare impadronirsi con facilità di Brindisi, o forse timoroso di una
possibile invasione via mare del re di Napoli Alfonso d’Aragona, con il quale aveva
deterioratoirapportiechedaBrindisiavrebbepotutointraprenderelasottomissione
del suo principato, maturò e freddamente attuò uno stratagemma strano quanto
malaugurato,destinatoarivelarsifunestoinestremoperBrindisi:
«... Là dove l'imboccatura del canale era attraversata da una catena assicurata
lateralmentealletorrettesitesulleduesponde,faaffondareunbastimentocaricodi
pietre, ed ottura siffattamente il canale da permetterne il passaggio solo alle piccole
barche.Nonl'avessemaifatto!
Di qui l'interramento del porto, causa grave della malaria e della mortalità negli
abitanti.Meglioforse,esenzaforse,sarebbestatosealcunodeitemutioccupatorisi
fosseimpadronitodiBrindisi,primacheilprincipeavessepotutomandareadeffettoil
malauguratodisegno.
Fu facile e poco costoso sommergere un bastimento carico di pietre e i posteri solo
conobberolafaticaeildenarocheabbisognòperestrarloerenderliberonuovamente
il canale. Più dannosa ai cittadini fu questa precauzione del principe, che temeva di
perdereunbranodelsuostato,chenontutteleantecedentieseguentidevastazioni.
L´opera inconsulta del principe fu naturalmente malveduta dalla città, la quale
prevedevaletristiconseguenze.Mailfattoeracompiuto...»‐F.Ascoli‐
CadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoIIefinedell’imperoromanod’oriente
L’avvenimentopiùimportantedelsecoloXV–forsefacendoastrazionedelviaggiodi
CristoforoColombocheavrebbeportatoallascopertadell’America–fuprobabilmente
lacadutadell’imperobizantino,l’imperoromanod’orientesopravvissutomilleannialla
parteoccidentaledell’imperoromanofondatodaAugusto.
Le fonti commerciali dell’impero vennero lentamente sottratte dai genovesi e dai
veneziani che, avendo insediato parecchi avamposti bizantini, costruirono una
fittissimaretecommercialeconlepopolazioniorientalieinferserounulteriorecolpo
gravissimoconl'acclimatazionedelbacodasetainItalia,chetolsel'anticomonopolio
di quel prodotto a Costantinopoli, una città che già intorno all’anno 1400, apparve
spopolataeimmiserita,congliedificiinrovinaeunamonetadipessimaqualità.
Approfittaronodiquellecircostanze,iturchi,sottolaguidadiMuradII,riedificaronola
loropotenzaedeciserodiintraprenderel'espansioneversol'Europa.Iltimoresidiffuse
alla corte bizantina e l'imperatore Giovanni VIII Paleologo cercò di correre ai ripari,
recandosi in Italia in cerca dell’aiuto militare dei cristiani d’occidente, offrendo in
cambiolasemprerifiutatasottomissionedellachiesadiCostantinopolialpapadiRoma.
Malgrado le reticenze, la sottomissione fu poi proclamata a Firenze nel 1439 e fu
celebratafestosamenteintuttaItalia,manonservìasalvareCostantinopoli.
Dopounlungoassedio,infatti,lemuradiCostantinopolicadderoenellamattinadel29
maggio 1453 la città fu espugnata. Costantino XI, l’ultimo imperatore dell’impero
romanod’oriente,perìinbattagliacongranpartedelsuopopolo.Gliabitantifurono
massacrati. La chiesa di santa Sofia fu trasformata in moschea. Costantinopoli fu
chiamataIstanbuledivennelabasesullaqualegliottomanicostruironolaloropotenza.
Ilterremotodel1456
Nel 1456, alle tre del mattino di domenica 5 di dicembre, un terribile terremoto
interessò una buona parte del regno di Napoli, che era governato dal re aragonese
AlfonsoI,eBrindisifumenzionataesseretralecittàrimastepiùcolpite«...elarovina
coperseeseppellìquasituttiisuoiconcittadini…erestòtotalmentedisabitata...eal
terremotoseguìlapeste,laqualeinvaselacittàetroncòlavitaaquelpiccolonumero
dicittadinich´eranosopravvissutialprimoflagello...»‐A.DellaMonica‐
Ilterremoto,cheebbeunamagnitudopoistimatain7,1RichtereXIsullascalaMercalli,
fuprecedutodall’apparizionedellacometaHalleyefuunodeiterremotipiùfortimai
registratiinItalia.L’epicentrodelsisma–chefuavvertitodallaToscanaallaSicilia–si
localizzò nel Beneventano. Quella città e quasi tutti i paesi dell’entroterra campano
furono rasi al suolo e a Napoli furono registrati ingenti danni, tra cui il crollo del
campaniledellabasilicadiSantaChiaraeilcedimentodellachiesadiSanDomenico
Maggiore,chedovetteesserericostruita.
IlpapaPioII,inunaletterainviataall’imperatoreFedericoIIId’Asburgo,raccontòche
nelnapoletanocrollaronotrentamilapalazziequasituttelechiesefuronodanneggiate.
Si verificò anche un maremoto che colpì le coste ioniche tra Gallipoli e Taranto e lo
sciamesismicoduròdiversianni.Ilbilanciodellevittime,condottoinbaseallecronache
dell’epoca,nestimòcircatrentamila.
AngeloCostanzo,nellasuaStoriadelreamediNapoliscrisse:"Cadderomoltecittadi,e
fral'altreBrindisi,ch'erapopolarissima,checonlarovinacoperseeseppellìtuttiisuoi
cittadini,erestòtotalmentedisabitata".
EnellasuaStoriadiBrindisiscrittadaunmarinoFerrandoAscoliscrisse:"Lasolidità
deimuri,larobustezzadellecolonne,laresistenzadellevolte,anullavalsero.Dovunque
ammassidipietremisteatravi,acanne,amasserizie,amobilia.Desolazionepresente,
emiseriafutura"riferendosiprobabilmenteconciòallapestechesuccessivamentesi
diffuseincittà,completandolosterminiodellevitescampateallaprimacalamità.
Nonostanteitantiriferimentibibliografici,studieipotesipiùrecentihannoavanzato
alcuniseridubbisullaveridicitàdellarealegravitàdelleconseguenzefisichediquel
sismasullacittàdiBrindisi:iprovvedimentiregichepurcongliaragonesiinteressano
la città, non menzionano il terremoto come causa dello spopolamento e della rovina
dellastessa;evariestrutturedifensive,palazzi,monasteri,chiese,eccetera,esistenti
all’epocadelsisma,cosìcomeleduefamosecolonneromane,rimaseroinpiedi.
L’assaltoaOtrantoelaconseguenteoccupazionedeiturchi
«…ConlacadutadiCostantinopoli,MaomettoIIrivendicòapertamenteisuoidirittidi
possessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli,comeantichepartidell’imperobizantinodalui
conquistato.Egiànel1454venivarelazionatoalreAlfonsoIdiNapoli,cheilsultano
“fondandosi su antiche predizioni e interpretazioni, aveva intenzione di erigersi a
signore d’Italia e della città di Roma, ritenendo che, come si era impossessato della
figlia,cioèdiBisanzio,cosìavrebbepotutoconquistareanchelamadre,cioèRoma”.
Atalfine,MaomettoIIsieragiàassicuratodellafacilerealizzazionedelpassaggioda
DurazzoaBrindisi,doveperaltro,l’impressionedell’ineluttabilitàdiunosbarcoturco
erafortissima,ancheinrelazioneaifrequentiarrividiprofughidalleterreconquistate
daimaomettani…»‐V.Zacchino‐
IlmomentoeradelrestopropizioaMaomettoII.Noneradatemereunseriocontrasto
al passaggio di una flotta invasora, giacché le armate aragonesi e pontificie erano
impegnatedal1478controFirenzeelapace,chenel1479avevachiusolalungaguerra
turco‐veneta,mantenevaVeneziaufficialmenteneutraleeservivadacoperturaallasua
intrinsecaostilitàversoilrediNapoli,alqualevolevatoglierelecittàpugliesi.
Anche se fu abbastanza accreditata l’idea che l’ammiraglio ottomano Gedik Ahmet
Pascià avesse puntato su Brindisi prima di dirottare su Otranto per ragioni
circostanziali,ineffetti,lasceltadiOtrantoprobabilmentenondovetteesseresoloun
ripiegooccasionale:Otranto,infatti,erapalesementeindifesa,mentreBrindisiaveva
ricevutorinforziaragonesie,inpiù,erainfestatadaunatemibilepeste.
All’albadel28lugliodel1480,alcunedecinedimigliaiauominiabordodiun’imponente
flottacompostadaunpaiodicentinaiadinavi,giunserodaValonasullecostesalentine
e sbarcarono poco a nord di Otranto, presso i laghi Alimini, nella baia poi detta dei
turchi,edalìsidiresseroversolacittà.
Fattarazziadelborgofuorilemura,GedikAhmetPasciàproposeaicittadiniunaresa
umiliante e di fatto inaccettabile, obbligando gli abitanti di Otranto a difendersi
dall’inevitabileassedio.
Il contingente aragonese di stanza a Brindisi fu tra i primi ad accorrere in soccorso,
guidato dal Filomarino, ma restò bloccato a Scorrano dall’ordine di Ferrante di
attenderel’arrivodelfiglioAlfonso,permanendoinoperosofinché,cadutaOtranto,se
netornòapresidiarelapiazzadiBrindisi.
Benduesettimaneduròlatenaceresistenzafinché,l’11agosto,l’armataturcariuscìad
aprireunvarcotralemuradellacittà,edalìsiriversònelcentro,avanzandoconrazzie
ecrudeltàindicibili:leviefuronoinondatedasangueecopertedacorpimartoriati.
Dalvarcodellemura,iturchigiunserofinoallacattedraledoveungruppodifedelivisi
era barricato. I turchi recisero il capo all’arcivescovo Stefano Pendinelli e la strage
continuòsinoachel’ultimodegliotrantinirifugiatofuucciso.
AhmetPasciàradunòisuoiuominiegliabitantisuperstitieordinòchetuttigliabitanti
di Otranto, di sesso maschile e di età superiore a quindici anni, abbracciassero la
religioneislamica.Gliottocentouominipresentisirifiutaronoefuronotuttidecapitati.
I turchi, occupata Otranto, la utilizzarono come base per scorrazzare indisturbati in
tutto il Salento, seminando terrore e morte fino al Gargano, mentre la reazione
aragoneseindugiòamanifestarsi,ancheperchéVeneziapersistevanellasuaneutralità
e gli altri stati italiani erano interessati più alle guerre in terraferma che sul mare,
mentreiturchiricavaronoiltempoperfortificareOtranto.
«…PasciàspedìaBrindisiunpropriomessoconunaletteraperl’arcivescovoFrancesco
de Arenis, nella quale ingiungeva la pronta consegna della terra che considerava
retaggiodell’anticoimperobizantino,minacciando,altrimenti,che“sinonmedatela
terra,iocontuttolomiosforzovengeròdavui,etfaròpiùcrudelitatechenonèfacto
ad Otranto”. Fortunatamente le minacce rimasero sempre tali per quanto, più d’una
volta, in seguito, corsero dicerie e si paventò anche negli ambienti della corte
l’eventualitàdiunattaccoturcoaBrindisi…»‐V.Zacchino‐
Saldosullesueposizioni,nell'ottobredel1480,GedikAhmetPasciàripassòilcanaledi
Otranto con gran parte delle sue truppe dopo aver ripetutamente devastato con
continuescorrerieiterritoridiLecce,TarantoeBrindisi,lasciandoaOtrantosolouna
guarnigionedi800fantie500cavalieri.
Mentregliaiutipromessidallacristianitàitalianaedeuropeatardavanoadarrivare,tra
leincomprensioni,gliinteressieleevidentidisparitàtralepossibiliforzedametterein
campo, l’inverno del 1481 trascorse senza un’effettiva reazione, mentre gli ottomani
ricevevanogliaiutiviamare,senzagrandicontrasti.
Il25febbraiodel1481,salpòdaBrindisiun’armatacristianapercontrastareilritorno
di Pascià da Valona, conseguendo nelle acque di Saseno una prestigiosa vittoria che
risollevòilmoraledelladepressacristianitàeassicuròilcontrollodell’Adriatico.
Conl'arrivodellabuonastagione,ilrearagonesediNapoliFerrantepotéintraprendere
consuofiglioAlfonsoleoperazionidiassedioaOtranto,grazieagliaiutiottenutidagli
stati italiani che finalmente si resero conto del pericolo per la loro sopravvivenza
rappresentatodall'occupazioneturca.Lacittàfustrettad'assedio,siaperterrasiaper
mare,earisolverefinalmentelasituazionefulamortedelcinquantaduennesultano
MaomettoII,sopraggiuntaimprovvisamentenellanottetrail3eil4maggio1481.
Mentrelasuccessionedelsultanoottomanoavevasuscitatoleostilitàtraisuoifigli,
BayezideCem,aprendounanuovagravecrisiperl'imperoturco,gliottomaniaOtranto,
prividirinforziepressatidallemiliziecristiane,furonocostrettiacedere,ecosìAhmet
Pascià accettò la resa incondizionata il 10 settembre 1481, riconsegnando la città al
ducadiCalabria,Alfonso,etornandosenetranquillamenteaValona.
IltentativodeivenezianidioccupareBrindisisventatodaPompeoAzzolino
Sventatoilpericoloturco,ilreFerranteprogettòpunireVeneziaperesserestata,asuo
avviso,partigianadegliottomaniquantomenoperomissione,epretesedalpapaSisto
IVunsostegnoattivoallarealizzazionediquelsuoobiettivo.Poi,difronteallanegativa
del papa, attaccò lo stato pontificio e i veneziani approfittarono quella favorevole
congiunturamilitare,perassillareisempreambitiportipugliesidelregnonapoletano.
Fucosìchesulfiniredel1483,ivenezianitentaronolaconquistadiBrindisiallestendo
unaflottafortedi56velesalpatadaCorfùalcomandodiGiacomoMarcello,ilquale
pensònonattaccarelacittàdalmareesbarcòpocoanord,sullaspiaggiadiGuaceto,da
doveiniziòlamarciasuBrindisi.
LetruppeinvasoreoccuparonoesaccheggiaronoCarovignoeSanVitodegliSchiavoni
–oggideiNormanni–equindisidiressero,tronfiebaldanzosi,allavoltadiBrindisi
conilpropositodioccuparla.
Incittàperò,PompeoAzzolino,unnobilebrindisinochegiàsieradistintonelleazioni
militariperlaliberazionediOtranto,appenainformatodeglieventi,organizzòinarmi
unnutritogruppodigiovanicittadinieuscìall’incontrodiMarcello,affrontandoloe
sconfiggendoneletruppesullastradaperBrindisi.
Lofeceretrocedere,costringendoivenezianiaintraprendereunaprecipitosafuga‐in
cuilostessoMarcellorischiòdiessereucciso‐incalzatifinoalportodiGuacetonelle
cuiacqueeraallafondal’armatavenetache,dopoavercannoneggiatogliinseguitori
brindisinieaveraccoltoimalconcifuggitivi,sciolseleancoreepreseillargo.
Rientratoin città, Azzolino fu ricevuto con grandi onori dai suoi concittadini, che lo
salutaronocomesalvatoredellapatriae,pervolontàdelrearagonese,furicordatoper
quelsuoattoeroicoconunaepigrafeappostasulmurodellasuacasa,nelquartiere
marinarodelleSciabiche.Questalasuatrascrizionetradottadall’originaleinlatino:
CESAREMISEINFUGAPOMPEOEDAQUESTOSTESSOLUOGOILNOSTROPOMPEO,FORTE
QUANT’ALTRIMAI,AFFRONTÒINNUMEREVOLINEMICI.SALGADUNQUEALLESTELLELAFELICE
CASADEGLIAZZOLINOCHEGENERATALIPETTIDAOPPORREALLEARMIDEGLIUOMINI Quindi,algeneraleGiacomoMarcello,laSerenissimaordinòdidirigersisuGallipoli,con
lapernullavelataintenzionedicolpireGenova,chenellacittàionicaavevacostituito
unafiorenteedassaiprosperacoloniacommercialerivale.
«…Marcello,alcomandodellasuaflotta,sbarcòsullacostadiGallipolinelmaggiodel
1484 ed attaccò la città poco guarnita. I combattimenti però, si protrassero
violentissimidal16al19maggioelacittàdiGallipoliopposeunacaparbiaestrenua
resistenzachelasciòsulcampodurissimeperditeveneziane,piùdicinquecentouomini
tracuilostessogeneraleGiacomoMarcellolacuimortefumantenutasegretatrale
truppeperevitarechecadesseroinpanicoechefinalmente,comandatedalsecondo
generale, Domenico Malipiero, al terzo giorno riuscirono a impadronirsi della città,
abbandonandosi a un saccheggio incontrollato ed estremamente crudele, che
solamente risparmiò la violenza sulle donne. Poi, finalmente, giunto settembre, i
venezianiabbandonaronolacittà...»‐L.DeTommasi‐
Lacostruzionedelcastelloalfonsinosull’isoladisanAndrea
«…Il pericolo turco fu, esplicitamente, alla base della decisione reale di fortificare
adeguatamenteBrindisi.È,mentreiturchisonoancoraasserragliatiinOtrantoche,nel
febbraio1481,ilreFerdinandoId’Aragona,disponel’avviodeilavoriperlacostruzione
diunafortezzaaguardiadelportodiBrindisi:iltorrionediFerrante…»‐G.Carito‐
Nel1485Alfonso,figliodelreFerranteealloraducadiCalabriainquantoeredealtrono
diNapoli,trasformòiltorrionediFerrante,unafortezzaaformaditorrequadratasita
sullapuntapiùoccidentaledell’isoladisanAndreaall’ingressodelporto,conducendolo
averaformadicastelloconlacostruzionediungrandeantemurale conduebastioni:
unodiformatriangolareall’angolonordest,ditipocasamattato,dettomagazzinodelle
polveri,el’altrodiformacircolareadovest,aterrapieno,dettodiSanFilippo,collegati
tralorodauncamminodiguardiacheracchiudevaalpropriointernolapiazzad’armi.
Era sorto il castello Alfonsino, detto anche aragonese, che i turchi denominarono
castellorossodalcolorecheacerteoresembravaassumerelapietradicarpanoconcui
erastatofabbricato.
Poi, col successivo intervento, diretto dal senese Francesco di Giorgio nel 1492, il
castello fu compiutamente definito con la edificazione del grande salone del primo
pianoelegalleriecoperteconvoltaabotteallivelloinferiore,equindi,conl'isolamento
dellaroccamedianteiltagliodelloscoglioel’aperturadiuncanale. Lacostruzionedellafortezzasull’isoladisanAndreavolutadalreFerranteaBrindisi,
siinserìinunpiùvastopianodifortificazionedellastrategicacittà,giàinprecedenza
avviato con una serie di opere di difesa inquadrate nel nuovo clima politico
determinatosi con la caduta di Costantinopoli nel 1453 in mano al sultano turco
MaomettoII,ilqualerivendicavaisuoidirittidipossessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli,
qualiantichecittàdell’imperobizantinodaluiconquistato.
IlreFerrante,infatti,giànel1464avevaordinatocingereconmuragliatuttalaparte
marittimadellacittà,includendolacollinadilevantedentroilperimetrodifensivo.Si
avviaronoilavoriperlecortinemurarieesiaprironoduenuoveporte,quellaperLecce
incassatainuntagliodellacollina,elaportaRealedallatodelporto.
Quindi,sirinforzòancheilcastelloditerra,erigendosullaspondaesternadelfossoun
nuovomurodicintaconagliangoliquattrobaluardirotondi,coprendoilfossoconuna
solidavoltacosìdaricavareunastradainternaprotettaesormontatadarifugiinterrati
espianando,all’internodellafortezza,unapiazzavuotadisotto,perpoterlaminare.
LapirricaedeffimerainvasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia
PapaInnocenzoVIII,inconflittoconl’aragoneseFerdinandoIdiNapoli,ilreFerrante,
loavevascomunicatoconunabolladell’11settembre1489,minacciandodioffrireil
regno napoletano al sovrano francese Carlo VIII, che vantava attraverso la nonna
paterna,Mariad'Angiò,unlontanodirittoereditariosuquellacoronadelregno.
Poi, incoraggiato da Ludovico Sforza, detto il moro, duca reggente di Milano, e
sollecitatodaisuoiconsiglieri,GuillaumeBriçonneteDeVers,CarloVIIIsceseinItalia
nel1494.
EntròinItaliail3settembreconunpoderosoesercitodicirca30.000effettividotatodi
un’artiglieriamodernaeadAstivenneaccoltofestosamentedaiduchidiSavoia.Quindi
raggiunserapidamenteMilano,dovefudecisamenteappoggiatodalloSforzaLudovico
ilmoro,interessatoallaeliminazionedeiregnantiaragonesidiNapoli,inquantosiera
impossessatoconlaviolenzadelducatodiMilanochespettavaaGianGaleazzoVisconti,
lacuimoglieeraimparentataproprioconirearagonesidiNapoli,erafigliadiFerrante.
Anche a Firenze, dove giunse il 17 di novembre, il re Carlo VIII entrò in maniera
relativamente facile, in quanto l’inetto Piero dei Medici non fu in grado di opporre
alcunaresistenzaesipiegòatuttelerichiestedelsovrano,tantochesenerisentirono
glistessifiorentinieiMedicichefuronoaddiritturacacciatidairepubblicaniguidatida
quel frate Gerolamo Savonarola, la cui politica teocratica apparve poi troppo
democraticaalpapaAlessandroVIBorgia,chelofeceeliminareconl’accusadieresia.
CarloVIIIpassòquindidaRomasenzadestaretroppoentusiasmo–anzitutt’altro–nel
papatoe,finalmente,all’iniziodel1495,senzaaverpraticamentebattagliato,il22di
febbraioentròaNapoli,conl’appoggiodeipatrizinapoletaniedeibaronifeudali,da
tempoostiliairearagonesicheeranosuccedutiaAlfonsoI,fondatoredelladinastia
aragonesediNapoli:Ferrante,AlfonsoIIeFerrandino,mentrequest’ultimo,reincarica,
eragiàfuggitoinSiciliacontuttalacorte.
Il sovrano francese, incoronato re di Napoli, scese quindi verso sud ad imporre le
ragioni delle sue armi, incontrando in generale poca resistenza e, entrato dalla
Campania in Puglia, tutte le principali città gli si arresero, a eccezione di Gallipoli e
Brindisi, che invece resistettero l’assedio mantenendosi fedeli alla corona aragonese
finoalritirodegliassediantifrancesi.
Delresto,CarloVIIebbecomunquemoltopocotempopersvolgereunaqualcheverae
propriaazionedicontrollodelregnoedieffettivoeserciziodigoverno,giacchénello
stessoanno1495fucreataaVeneziaunapotentealleanzaantifrancese,promossadallo
statopontificiodelpapaAlessandroVIeformatadaVenezia,Massimilianod’Asburgoe
lo stesso Ludovico il moro, che s'era presto pentito d’aver appoggiato l’invasione
francese.
Erainfattisuccessochevelocitàconcuiifrancesiavanzarono,assiemeallabrutalitàdei
loroattacchisullecittà,spaventaronoglialtristatiitaliani.Ludovico,capendocheCarlo
VIII aveva pretese anche sul ducato di Milano, si rivolse al papa Alessandro VI che
organizzò rapidamente un’alleanza composta dai diversi oppositori dell’egemonia
franceseinItalia:ilPapato,ilRegnodiSicilia,ilSacroromanoimperodiMassimiliano,
gliSforzadiMilano,IlRegnod'InghilterraelaRepubblicadiVenezia.
LalegaingaggiòFrancescoIIGonzaga,marchesediMantova,perraccogliereunesercito
edespellereifrancesidallapenisola,equestiincominciòaminacciareivaripresidiche
Carlo VIII aveva lasciato lungo il suo tragitto per assicurarsi i collegamenti con la
Francia, fino ad attaccare frontalmente l’esercito del re francese a Fornovo, presso
Parma,il6luglio1495.
Dopo quello scontro, Carlo VIII, seppure non militarmente sconfitto, se ne dovette
ritornareinFrancia,permettendoalrearagoneseFernandoII,Ferrandino,diritornare
dallaSicilia,dovesierarifugiato,edirioccupareilsuotronosulregnodiNapoli.
LacessionediBrindisiaVenezia
Nella breva ma crudele guerra tra l’invasore francese Carlo VIII e il re aragonese di
Napoli,Ferrandino,BrindisisischieròsemprealfiancodegliAragonesi,adifferenzadi
quasi tutte le altre città salentine, tra le quali Lecce e Taranto, che furono invece
partigianefrancesi.
«… L’obbedienza di Brindisi al sovrano volere, fu altamente commendata da
Ferrandino,ilquale,inricompensadeitantiservigiresiglidaquestacittà,cheforsepiù
diognialtradelregnoerasicooperataperfarglielorecuperare,fecebatteremonetein
argento e rame, che avevano da una parte, l’effige di san Teodoro brindisino,
militarmentevestitoeportanteunoscudoentrocuieranoleduecolonnee,dall’altra,
eranoinciseleparoleFidelitasBrundusina.Lequalimonetefuronobattutenonpure
nellazeccadiBrindisi,cheduròpertuttoiltempodegliAragonesi,maancheinaltre
cittàedaNapolistessa.Moltediesseeranoancoraincorsocircail1700…»‐F.Ascoli‐
FinalmentegliAragonesiconservaronoilregnodiNapoli,madivennero‘debitori’di
Veneziaallaqualeavevanodatoinpegnoeagaranziaperl’aiutoricevuto,ilpossesso
dellecittàdiTraniOtrantoeBrindisi,chepassaronoinfattiaiveneziani.
Il30dimarzo1496,nellacattedralediBrindisisiformalizzòlaconsegnadiBrindisia
Venezia,conunasolennecerimoniatraPriamoContarini,rappresentantedeldogedi
VeneziaAgostinoBarbarigo,eilnotaioGeronimoDeIngrignet,inviatodelrediNapoli,
FerdinandoIId’Aragona.Equesti,ilgiovaneFerrandino,conunaletteraallacittà,volle
inquell’occasionescusarsiespiegareaibrindisinileragionielasuppostatemporalità
diquellacessione.
Nonostante la diffidenza e anzi l’aperto malcontento che caratterizzò l’animo dei
brindisiniafrontedellacessionedellapropriacittàaiveneziani,lanuovasituazione
dovevarivelarsialquantopositiva:ildogeAgostinoBarbarigononsoloconfermòtutti
iprivilegiconcessiaBrindisidaigovernantiaragonesi,maaddiritturaneaggiunsealtri
importanti, fra cui quello che le galere veneziane, dovendo passare nei paraggi di
Brindisi,dovesseroentrareinportoerimanervipertregiorni.
I brindisini esternarono presto la loro soddisfazione e Venezia da parte sua seppe
premiarlidiconseguenza,einbrevetempocrebbenotevolmenteilrispettoreciprocoe
la simpatia tra i brindisini e i veneziani. E Brindisi conobbe anni di benessere e di
espansionedeipropricommerci,trafficieindustrie.
PresopossessodelcastellodiBrindisi,ilgovernatorevenezianoPriamoContarini,il10
aprile1496inviòaldogeundettagliatorapportosullostatodellacittàappenaacquisita,
undocumentoquello‐riprodottodaG.GuerrierinelsuoLerelazionitraVeneziaeTerra
d’Otrantofinoal1530‐cheperBrindisisicostituìpoiinunimportanteedaffidabile
riferimento storico: difatto, una specie di fotografia della città di quegli anni.Qui di
seguito,alcunistralci:
«… La consistenza demografica di essa ammonta a circa mille fuogi et anime circa
quattro milia, de le qual son da facti circa 800. Nel numero dei fuochi sono pure
compresi50deIudei,iqualisono240incirca.Lacittadinanzasicompone,nell’ordine,
diTaliani,Albanexi,SchiavonietGreci.
…Tuttiveramentevivenosenzaalcunaindustria,masolodelelorointrate,zoèvini
bestiameetolei.Leprincipalientrateriguardanoilvino,3.000bottiannue;olii,saponi,
ferroebiave,coninteoiticomputabilitrai400ei500ducatid’oro;idazisullabechari,
ilpaneeilpesce,conentratedialtri400o500ducati;proventidacontravvenzioniper
100ducatiall’anno;affittodellabaglivaper20o25ducati;eproventidelsalechecopre
ilfabbisognodell’interaTerrad’Otranto.
… Olii alimentano la produzione di saponi, forniti da due saponerie genovesi e una
albanese,dominanoimercatimeridionalidiCostantinopoli,Alessandriad’Egitto,Scio
etIoci,insidiandogliinteressicommercialiveneziani.
…L’agrobrindisinoèmezzoterrestreemezzomarittimoeilterritorioconfinadala
partedemaistromiglia8dalontancumunaterranominataCharivigna,terradebaroni.
Dalapartedeponentemiglia5alontano,confinacumMisagnk,terradelaregina.Da
lapartedesyrochomiglia12incirca,confinacumelterritoriodelacitadeLeze.Sparsi
suquestoterritoriovisonoalcunevilleetcastelliruinatiettuttoèinculto…»
IlcontrollovenezianosullacittàdiBrindisi,noneraperòdestinatoadaverevitalunga:
l’11novembredel1500sistipulòinGranadaunaccordosegretotrailrediSpagna,
Ferdinando il cattolico marito di Isabella di Castiglia, e il re di Francia Luigi XII, per
spartirsiilregnoaragonesediNapolidelreFedericoI,succedutoaFerdinandoIIche
era morto prematuramente nel 1496 e cugino dello stesso re Fernando il cattolico.
L’accordoprevedevalaCampaniaegliAbruzziperilrediFrancia,elaCalabriaela
PugliaperilrediSpagna.
Poiperò,l’accordo,nel1504,sfociòinguerraapertatraSpagnaeFranciapropriosulla
disputaperilTavolieredellePuglie,allafinedellaquale,glispagnoliebberolameglioe
FerdinandoilcattolicodivenneilnuovosovranodelregnodiNapoli,sottraendoloal
cugino Federico I d’Aragona, incorporandolo alla corona spagnola e nominando un
viceré,iltuttoconl’investituradelpapaGiulioII.
E fu nel pieno di questa guerra che ebbe luogo, il 13 febbraio del 1503, la celebre
‘’DisfidadiBarletta’’–accordata,sembra,proprioinunacantinadiBrindisi–tra13
cavalieri italiani filo‐spagnoli capitanati da Ettore Fieramosca e 13 cavalieri francesi
capitanatidaCharlesdeTorgues:unduellochefuvintodai13italianidiFieramosca.
Venezia, anche perché occupata a lottare contro i turchi, rimase neutrale in quella
guerraedeibeneficidiquellaneutralitàpotéusufruireancheBrindisi.Poiperò,Venezia
fuattaccatadaunalegadiinnumerevolinemicicoordinatidalpapaGiulioIIeguidati
dall’imperatoreMassimilianoId’Austriaedallafinedovettesoccombere,epersalvare
ilsalvabilesacrificòunabuonapartedeipropripossedimenti,specificamentequelliche
eranoreclamatidalpapaedaglispagnoli,Brindisiinclusa.
Nel1509Brindisivennequindiconsegnataaglispagnoli,daivenezianicheneavevano
tenutoilpossessodurantesolitredicianni.IlmarcheseDellaPaludepreseinconsegna
la città e le sue due fortezze, cioè il castello di terra e quello di mare, in nome di
Ferdinandoilcattolico,reggentediSpagna:eracosìformalmenteiniziato,ancheper
Brindisi,illungoviceregnospagnolo!
BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli:
50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo
GianfrancoPerri
Alfonso I
Ferrante
Alfonso II
Ferrandino
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