BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli: 50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo GianfrancoPerri Gliantecedentidellaconquistaaragonese Nel1282,controilrediNapoliCarloId’Angiò,scoppiòaPalermolarivoltadeiVespri, dellaqualeilrePietroIIId’Aragonafuconsideratol’architetto,perchépretendenteal possessodell’isolainquantomaritodiCostanzafigliadelreManfredi,discendenteed erededirettodelgrandeFedericoIIdiSvevia. Certoè,chel’interventoaragoneseafavoredeiribellicontrogliangioini,fuimmediato e determinante. Seguì una lunga guerra nel corso della quale il figlio di Pietro III, GiacomoII,sposòunafigliadiCarloIId’AngiòlozoppoericonobbeagliAngiòlaSicilia, dietroillororiconoscimentodeisuoidirittisullaSardegnaesullaCorsica.ISiciliani però, non accettarono quell’accordo e proclamarono loro re, nel 1296, il fratello di Giacomo II, Federico II d’Aragona, che amava dirsi III in quanto erede del grande re FedericoIIdiSvevia,suononnomaterno. Laquestionefumomentaneamentechiusanel1302dallapacediCaltabellotta,concui laSiciliafuriconosciutaagliAngiò,mavenneassegnatavitanatural‐duranteaFederico IIchesposòEleonora,l’altrafigliadiCarloIId’Angiò,dandoorigine,difatto,aunavera dinastiaaragoneseautonomainSicilia. FedericoIIregnòalungo,finoal1337,eisuoisuccessori–Pietrodal1337al1342, Ludovicodal1342al1355eFedericoIII(oIV)dal1355al1377–contrastaronogli sforziangioinidiricondurrelaSiciliasottoillororegnodiNapoli,finchésigiunsealla pacediCataniadel1372,chesancìunaSiciliaindipendentesottoladinastiaaragonese. Maria,figliaederedediFedericoIII(oIV),andòsposaaMartinoIilgiovane–figliodel secondogenitodiPietroIVd’Aragona–alquale,mortodarediSiciliasenzaavereeredi, succedette il padre Martino II il vecchio, che intanto era asceso nel 1409 al trono d’Aragonaechequindi,tenneinsiemesialacoronasicilianachequellaaragonese. Nel1410,allamortedelreMartinoIIsenzaeredidiretti,lacoronapassòaFerdinando diCastiglia,dicuiMartinoIIeraziomaterno,ilqualesalitosultronodiAragonainviò nell’isola,comeviceré,ilfiglioGiovanni,iniziandoperlaSiciliaun’epocavicereale.Nel 1416,sultronodiAragonasuccesseilfigliodiFerdinando,AlfonsoV,ilqualesiaffrettò arichiamaredallaSiciliailfratelloGiovanni,chegliisolaniaspiravanonominareloro autonomore,sostituendolonell’eserciziodelviceregnoconunnuovoviceré. AlfonsoV,abilesovranoediplomaticoscaltro,riuscìacostruireunsuodirittoaltrono diNapolifacendosiriconoscerecomefiglioadottivodallareginaGiovannaIId’Angiò Durazzo,peròlastessaGiovannaIItornòsullesuedecisionie,pocoprimadimorire, trasferìl’adozionealfranceseRenatod’Angiò:nescaturìinevitabilmenteunalungae crudeleguerra,chenel1442videfinalmentevittoriosol’aragonese:ilnuovoreAlfonso IdiNapoli,riunificatoredelregnofondatodaiNormanniepassatoaSvevieAngioini. IrearagonesisultronodiNapoli AlfonsoVd’Aragona,dal1442AlfonsoIdiNapoli,scelsedirisiedereaNapolifinoa quando vi morì nel 1458, e da Napoli governò l’impero catalano‐aragonese, che nel bacinomediterraneooccidentaleoccupòunospazioprimeggiante,mantenendodaesso sostanzialmentedistintaeautonomal’amministrazionedelregnodiNapoli,chefuda lui affidata quasi per intero a italiani. Alfonso, infatti, non rientrò più a Barcellona nonostante le richieste della moglie Maria, che durante tutti quegli anni continuò a governareipossedimentispagnoliassiemeaGiovanni,ilfratellodiAlfonso. Alfonso I modernizzò il regno di Napoli e governò cercando di rinnovare i rapporti diplomaticiedeconomiciconglialtriregni,disvecchiareleformeistituzionaliesistenti ediapportareriformesostanzialiall’amministrazioneterritoriale. La politica del sovrano ebbe un significato sociale essenzialmente conservatore, favorendo il baronaggio che aveva in mano il governo delle città, con ripercussioni evidentinell’accentuazionedeicontrastisociali.Maciònonimpedìchenelcomplesso sipotessetendereadavviareefficacementelaripresadellavitaeconomicaesocialedel regno,dopolalungaepocamenofavorevoleattraversatadallametàdelsecoloXIV. Nacque,conAlfonsoI,ilSacroRegioConsiglioche,postoalverticedellemagistrature delregno,conseguìun’autoritàdottrinariaegiurisdizionalechefuapprezzataanche all’estero.L’apparatogiudiziarionapoletano,conlaCortedellaVicariaalsuovertice, previde un ampio esercizio delle funzioni giurisdizionali anche da parte dei signori feudalieaibaroniconcesse,peraltro,ilmerumetmixtumimperium,allargandonecosì ulteriormentelasferagiurisdizionale.Mentreilredisposepersé,diunaretediorgani amministrativi centrali e periferici e di una classe di funzionari e officiali regi molto efficaci:unfortestrumentodigovernoadisposizionedelpotereregio. AlfonsoIproseguìeallargòlapraticadelleinteseconbanchieriefinanzieristranieri che aveva tradizioni che risalivano fino all’epoca sveva ed erano in rapporto con la gestionedelsistemafiscale,nonchéconlagestionedelleterreedeiredditideldemanio regioedelleproprietàdirettedelsovrano. Definìpureilsistemafiscale,fissandolointornoall’impostafondamentalesullepersone fisiche considerate per nuclei familiari, i fuochi, accompagnata da una tassa per la fornitura del sale, considerato monopolio pubblico. Per il resto, il sistema si fondò, secondol’usocomune,sugliappaltideicespitifiscaliamercantiefinanzieri,cheerano perlopiùforestieri.Diedepureunasistemazioneduraturaalladoganadellepecore, ossia all’amministrazione dei pascoli invernali del Tavoliere delle Puglie, in cui svernavanolegrandigreggidelmontuosoAbruzzoedialtreterrecontigue. Nel1458,allamortediAlfonsoIdiNapolidettoilmagnanimo,ilregnodiNapolipassò inereditàalsuopredilettofiglionaturaleFerdinandoI,dettoFerrante,mentrequello d’Aragona,conlaSiciliaelaSardegna,passòinereditàalfratelloGiovanniII,padredi quelFerdinandoIIilcattolicoche,sposandoIsabelladiCastiglianel1469,unificheràla SpagnaefaràpoidecaderedefinitivamenteladinastiaaragonesedelregnodiNapoli. LadinastiainaugurataaNapolidaAlfonsoI,proseguìquindiconFerdinandoI,Ferrante, lacuiazionedigovernocontinuòquellapaternae,incertoqualmodo,laradicalizzò. IlreFerrantesidedicòall’ordinamentoamministrativo,attuandounapoliticafiscale relativamente più blanda, promuovendo l'incremento dell’economia e stimolando le arti e la cultura. Fu più duro con la nobiltà feudale, di cui cercò sempre di limitare privilegiepotere,senzapoterperòevitarechedopoventicinqueannidiregnoglisi ordisse contro una congiura di baroni che, anche se poté piegare, testimoniò quella mancanzadiunradicamentodeltutto sicurodellafamigliasultrononapoletano,chea distanzadipochianniavrebbeportatoallafinedelladinastiaaragonesediNapoli. L’ostilepapaInnocenzoVIII,infatti,appoggiatodaibaroniancorpiùostilialladinastia aragonese,istigòl’ambiziosorediFranciaCarloVIIIafarvalereisuoidirittisulregno diNapoliecosi,Ferrantestessoagliestremidelsuoregnoeisuoisuccessori–ilfiglio AlfonsoII,ilnipoteFerdinandoIIel’altrofiglioFederico–furonosottopostiallaprova severissimadelconfrontoconquellacheall’epocaeralamaggiorepotenzaeuropea. Ferrantemorìnel1494eglisuccedetteilmalvistoprimogenitoAlfonsoIIdiNapoliil quale,primacheCarloVIIIrealizzasse–trailfebbraioeillugliodel1495–l’effimera conquistadelregno,abdicòafavoredelfiglioFerdinandoIIdiNapoli,dettoFerrandino. IlrediFranciadové,tuttavia,abbandonareintuttafrettailregnoappenaconquistato, perlalegamilitarechecontrodiluiformaronoglistatiitalianiepergliatteggiamenti ostiliassuntidallealtrepotenzeeuropeedinanziallafeliceefacileriuscitadellasua impresa,ecosìFerrandinopotétornarequasiimmediatamentesultrono. Tralepotenzeeuropeechepreseroposizionecontrolaconquistafrancesecifurono CastigliaeAragona,sucuiregnavanoirecattolici,IsabelladiCastigliaeFerdinandoII d’Aragona.Anch’essiavevanotrattatoeconclusoaccordiconCarloVIII,quandoquesti, alla vigilia dell’impresa italiana, aveva cercato di procurarsi la neutralità delle altre potenze europee che di quella impresa avrebbero potuto risentirsi. A questo scopo CarloVIIInonavevalesinatoinconcessionipolitiche,economicheeterritoriali,esia Castigliache,ancorpiù,Aragonaneavevanoindubbiamentebeneficiato. AllamortediFerrandino,avvenutaprematuramenteil7settembre1496senzaeredi diretti,iltronodelregnodiNapolipassòasuozioFederico,secondogenitodiFerrante –fratellodiAlfonsoIIdiNapolianch’egligiàmorto–chesalìsultronocomeFedericoI. Eglidovettedifendersi,siadaifrancesidelreLuigiXIIsuccedutoaCarloVIIIesiadagli spagnoli di suo cugino il re Ferdinando II il cattolico, che tra di loro accordarono spartirsi il regno di Napoli. E quando, nel 1501, questo fu invaso dai due eserciti stranieri,FedericoIdiNapolidecisedicederealrediFranciaLuigiXIIipropridiritti sulregno,ricevendoincambiolaconteafrancesedelMaineperséedisuoieredi. LadinastiaaragonesedelregnodiNapolifinìquindiinquel1501,traditadaunostesso aragonese, e si estinse definitivamente nel 1550 con la morte senza discendenti del figliodiFedericoIdiNapoli,Ferdinandod’Aragona,ilducadiCalabriamaidivenutore. L’accordodel1501sirivelòperòimmediatamentecaducoe,perleambiguecondizioni alle quali era stato stipulato, scoppiò inevitabile la guerra franco‐spagnola e Napoli caddeinmanoagliSpagnolinel1503.Poi,allafinedellostessoanno,iFrancesifurono pienamentesconfittiecoltrattatodiBloisdel1505dovetteroriconoscerelasovranità spagnolasututtoilregno,eConsalvodiCordovafuilprimoviceréspagnolodiNapoli. LafinedelprincipatodiTaranto Nelconflitto,sortodopolamortedellareginaGiovannaIId’AngiòDurazzotraAlfonso Vd’AragonaeRenatod’AngiòperlasuccessionesultronodelregnodiNapoli,ilgiovane principediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzopreselepartidell’aragonesee così,dopolavittoriadefinitivadiquesticontroid’Angiò,nel1442,sitrovòaessereil piùpotentefeudatariodelnuovoregnoaragonesediNapoli. Un principe signore di più di 400 castelli il cui dominio, che comprendeva sette arcivescovadietrentavescovadi,siestendevadaMariglianoinTerradiLavoroaLeuca eacui,dopolamortedellamadreMarianel1446,siaggiunseroleconteediLecceedi Soleto.Così,l’interaTerrad’OtrantoelapartemeridionaledellaTerradiBari,cittàdi cuiOrsiniDelBalzofunominatoducadopolamortediJacopoCaldora,finironosottoil dominiodiquelpotenteprincipeelasignoriadiPuglia, circoscrizionecostituitadapiù aggregatifeudali,raggiunsel’apogeodellasuagrandezza:quasiunostatonellostato. Quelprincipefuquasisovranoecometalesicomportò:disponevafunzionarieufficiali corrispondentiaquellidinominaregia,sicircondavadiunapropriacuria,stipulava trattatiedaccordiconstatistranieri,legiferavasudazi,dogane,gabelle,pedaggi,fiere emercati,vantavaunesercitocompostoda4.000cavalli,2.000fantie500balestrieri. Prestoperò,dopol’idillio,trailreAlfonsoIeilprincipecominciòasoffiareventodi burrasca,quandoGiovanniAntoniorealizzòchelapoliticadell’aragonesemiravaadun drasticoridimensionamentodituttiipoteribaronaliperseguendo,finanche,latotale scomparsadeigrandistatiinternialregno,compresoinprimisilprincipatodiTaranto. Sicché, con la morte del re Alfonso I nel 1458, iniziò apertamente la contesa tra il successorealtrono–Ferrante–eilprincipeOrsiniDelBalzo,ilqualesimiseacapodi unagranderibellionedibaroni,controilreeasostegnodiGiovannid’Angiòaspirante altronodelregno,primeggiandodipersonanellabattagliadiSarnodel7luglio1460. DopoalternevicendeecapovolgimentimilitarichefinalmentearriseroalreFerrante, ilprincipediTarantosiravvidee,spintodallainsistenteedattivamediazionediIsabella –reginamogliediFerranteefigliadisuasorellaCaterinaOrsiniDelBalzoediTristano di Chiaromonte – si riconciliò con il re, anche se le controversie proseguirono e si protrasserofinoallasuamorte:fuassassinatotrail14eil15novembredel1463,nel castello di Altamura in circostanze misteriose, strangolato da tale Paolo Tricarico, verosimilmentesicariodelreFerranteo,forse,deidueconsiglieridellostessoprincipe, AntonioGuidanoeAntonioAgello,sospettosichequestiavessedecisodieliminarli. Non avendo Giovanni Antonio Orsini Del Balzo figli legittimi, l’erede formale del principatofulanipoteIsabella,reginaemogliedelreFerrante,ilqualed’immediato incameròalregnoilprincipatocontuttiivastissimipossedimentichelocostituivano, chefuronoinparteassegnatiinpiccolifeudiafamigliediprovatafedearagoneseein parte,comelecittàdiTarantoeBrindisi,ritornaronoadessereentitàdemaniali. Unpassaggiorapidoche,sembra,fufacilitatodallavolontàedalsostegnodellecittà pugliesi,cheacconsentironoallascomparsadefinitivadallageografiagiurisdizionalee politica della signoria di Taranto, il potente e plurisecolare principato, esauste com’eranodellecontroversieedeglieccessidiquelprincipechefu,forse,anchetiranno. Brindisinelregnodeirearagonesi Signoreggiata–neiquindiciannidelregnodiAlfonsoIdiNapolieneiprimicinquedel successoreFerrante–dalprincipediTarantoGiovanniAntonioOrsiniDelBalzofino allasuamorte,allafinedel1463BrindisipassòaldemanioregiosottoilreFerranteei suoi successori, Alfonso II e Ferrandino, fino a quando – il 30 marzo del 1496 – fu formalmente consegnata a Venezia, assieme alle altre due città portuali pugliesi di Otranto e Trani, in pegno e in riconoscimento dell’aiuto ricevuto nella difesa e riconquistadelregno,seguitaall’effimerainvasionedelrediFranciaCarloVIII,nonché incambiodiancheunprestitodiduecentomiladucati. Inquei–purbrevi–cinquant’annidellasecondametàdelXVsecolo,trascorsiconire aragonesisultronodiNapoli,Brindisifuspettatriceespessodirettaprotagonistadi numerosiedimportantieventi,chemarcaronoprofondamentelastoria,elasuastoria: …LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTarantoelagià commentatafinedelprincipato.LacadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoII elafinedell’imperoromanod’oriente.Ilterremotodel1456.L’assaltoaOtrantoela conseguente occupazione dei turchi. Il tentativo dei veneziani di occupare Brindisi sventato da Pompeo Azzolino e il loro assalto a Gallipoli. La costruzione del castello alfonsinosull’isoladisanAndreaall’ingressodelportodiBrindisi.Lapirricaedeffimera invasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia.LacessioneaVeneziadiBrindisi assiemeaOtrantoeTrani.IviaggidiCristoforoColomboallascopertadell’America… LacriminaleostruzionedelportodiBrindisidispostadalprincipediTaranto Nel1449,GiovanniAntonioOrsiniDelBalzo,principediTarantoesignorediBrindisi, forse preoccupato dalla potenza in franca ascesa dei veneziani e dall’idea che quelli potessero dal mare impadronirsi con facilità di Brindisi, o forse timoroso di una possibile invasione via mare del re di Napoli Alfonso d’Aragona, con il quale aveva deterioratoirapportiechedaBrindisiavrebbepotutointraprenderelasottomissione del suo principato, maturò e freddamente attuò uno stratagemma strano quanto malaugurato,destinatoarivelarsifunestoinestremoperBrindisi: «... Là dove l'imboccatura del canale era attraversata da una catena assicurata lateralmentealletorrettesitesulleduesponde,faaffondareunbastimentocaricodi pietre, ed ottura siffattamente il canale da permetterne il passaggio solo alle piccole barche.Nonl'avessemaifatto! Di qui l'interramento del porto, causa grave della malaria e della mortalità negli abitanti.Meglioforse,esenzaforse,sarebbestatosealcunodeitemutioccupatorisi fosseimpadronitodiBrindisi,primacheilprincipeavessepotutomandareadeffettoil malauguratodisegno. Fu facile e poco costoso sommergere un bastimento carico di pietre e i posteri solo conobberolafaticaeildenarocheabbisognòperestrarloerenderliberonuovamente il canale. Più dannosa ai cittadini fu questa precauzione del principe, che temeva di perdereunbranodelsuostato,chenontutteleantecedentieseguentidevastazioni. L´opera inconsulta del principe fu naturalmente malveduta dalla città, la quale prevedevaletristiconseguenze.Mailfattoeracompiuto...»‐F.Ascoli‐ CadutadiCostantinopolinellemanidiMaomettoIIefinedell’imperoromanod’oriente L’avvenimentopiùimportantedelsecoloXV–forsefacendoastrazionedelviaggiodi CristoforoColombocheavrebbeportatoallascopertadell’America–fuprobabilmente lacadutadell’imperobizantino,l’imperoromanod’orientesopravvissutomilleannialla parteoccidentaledell’imperoromanofondatodaAugusto. Le fonti commerciali dell’impero vennero lentamente sottratte dai genovesi e dai veneziani che, avendo insediato parecchi avamposti bizantini, costruirono una fittissimaretecommercialeconlepopolazioniorientalieinferserounulteriorecolpo gravissimoconl'acclimatazionedelbacodasetainItalia,chetolsel'anticomonopolio di quel prodotto a Costantinopoli, una città che già intorno all’anno 1400, apparve spopolataeimmiserita,congliedificiinrovinaeunamonetadipessimaqualità. Approfittaronodiquellecircostanze,iturchi,sottolaguidadiMuradII,riedificaronola loropotenzaedeciserodiintraprenderel'espansioneversol'Europa.Iltimoresidiffuse alla corte bizantina e l'imperatore Giovanni VIII Paleologo cercò di correre ai ripari, recandosi in Italia in cerca dell’aiuto militare dei cristiani d’occidente, offrendo in cambiolasemprerifiutatasottomissionedellachiesadiCostantinopolialpapadiRoma. Malgrado le reticenze, la sottomissione fu poi proclamata a Firenze nel 1439 e fu celebratafestosamenteintuttaItalia,manonservìasalvareCostantinopoli. Dopounlungoassedio,infatti,lemuradiCostantinopolicadderoenellamattinadel29 maggio 1453 la città fu espugnata. Costantino XI, l’ultimo imperatore dell’impero romanod’oriente,perìinbattagliacongranpartedelsuopopolo.Gliabitantifurono massacrati. La chiesa di santa Sofia fu trasformata in moschea. Costantinopoli fu chiamataIstanbuledivennelabasesullaqualegliottomanicostruironolaloropotenza. Ilterremotodel1456 Nel 1456, alle tre del mattino di domenica 5 di dicembre, un terribile terremoto interessò una buona parte del regno di Napoli, che era governato dal re aragonese AlfonsoI,eBrindisifumenzionataesseretralecittàrimastepiùcolpite«...elarovina coperseeseppellìquasituttiisuoiconcittadini…erestòtotalmentedisabitata...eal terremotoseguìlapeste,laqualeinvaselacittàetroncòlavitaaquelpiccolonumero dicittadinich´eranosopravvissutialprimoflagello...»‐A.DellaMonica‐ Ilterremoto,cheebbeunamagnitudopoistimatain7,1RichtereXIsullascalaMercalli, fuprecedutodall’apparizionedellacometaHalleyefuunodeiterremotipiùfortimai registratiinItalia.L’epicentrodelsisma–chefuavvertitodallaToscanaallaSicilia–si localizzò nel Beneventano. Quella città e quasi tutti i paesi dell’entroterra campano furono rasi al suolo e a Napoli furono registrati ingenti danni, tra cui il crollo del campaniledellabasilicadiSantaChiaraeilcedimentodellachiesadiSanDomenico Maggiore,chedovetteesserericostruita. IlpapaPioII,inunaletterainviataall’imperatoreFedericoIIId’Asburgo,raccontòche nelnapoletanocrollaronotrentamilapalazziequasituttelechiesefuronodanneggiate. Si verificò anche un maremoto che colpì le coste ioniche tra Gallipoli e Taranto e lo sciamesismicoduròdiversianni.Ilbilanciodellevittime,condottoinbaseallecronache dell’epoca,nestimòcircatrentamila. AngeloCostanzo,nellasuaStoriadelreamediNapoliscrisse:"Cadderomoltecittadi,e fral'altreBrindisi,ch'erapopolarissima,checonlarovinacoperseeseppellìtuttiisuoi cittadini,erestòtotalmentedisabitata". EnellasuaStoriadiBrindisiscrittadaunmarinoFerrandoAscoliscrisse:"Lasolidità deimuri,larobustezzadellecolonne,laresistenzadellevolte,anullavalsero.Dovunque ammassidipietremisteatravi,acanne,amasserizie,amobilia.Desolazionepresente, emiseriafutura"riferendosiprobabilmenteconciòallapestechesuccessivamentesi diffuseincittà,completandolosterminiodellevitescampateallaprimacalamità. Nonostanteitantiriferimentibibliografici,studieipotesipiùrecentihannoavanzato alcuniseridubbisullaveridicitàdellarealegravitàdelleconseguenzefisichediquel sismasullacittàdiBrindisi:iprovvedimentiregichepurcongliaragonesiinteressano la città, non menzionano il terremoto come causa dello spopolamento e della rovina dellastessa;evariestrutturedifensive,palazzi,monasteri,chiese,eccetera,esistenti all’epocadelsisma,cosìcomeleduefamosecolonneromane,rimaseroinpiedi. L’assaltoaOtrantoelaconseguenteoccupazionedeiturchi «…ConlacadutadiCostantinopoli,MaomettoIIrivendicòapertamenteisuoidirittidi possessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli,comeantichepartidell’imperobizantinodalui conquistato.Egiànel1454venivarelazionatoalreAlfonsoIdiNapoli,cheilsultano “fondandosi su antiche predizioni e interpretazioni, aveva intenzione di erigersi a signore d’Italia e della città di Roma, ritenendo che, come si era impossessato della figlia,cioèdiBisanzio,cosìavrebbepotutoconquistareanchelamadre,cioèRoma”. Atalfine,MaomettoIIsieragiàassicuratodellafacilerealizzazionedelpassaggioda DurazzoaBrindisi,doveperaltro,l’impressionedell’ineluttabilitàdiunosbarcoturco erafortissima,ancheinrelazioneaifrequentiarrividiprofughidalleterreconquistate daimaomettani…»‐V.Zacchino‐ IlmomentoeradelrestopropizioaMaomettoII.Noneradatemereunseriocontrasto al passaggio di una flotta invasora, giacché le armate aragonesi e pontificie erano impegnatedal1478controFirenzeelapace,chenel1479avevachiusolalungaguerra turco‐veneta,mantenevaVeneziaufficialmenteneutraleeservivadacoperturaallasua intrinsecaostilitàversoilrediNapoli,alqualevolevatoglierelecittàpugliesi. Anche se fu abbastanza accreditata l’idea che l’ammiraglio ottomano Gedik Ahmet Pascià avesse puntato su Brindisi prima di dirottare su Otranto per ragioni circostanziali,ineffetti,lasceltadiOtrantoprobabilmentenondovetteesseresoloun ripiegooccasionale:Otranto,infatti,erapalesementeindifesa,mentreBrindisiaveva ricevutorinforziaragonesie,inpiù,erainfestatadaunatemibilepeste. All’albadel28lugliodel1480,alcunedecinedimigliaiauominiabordodiun’imponente flottacompostadaunpaiodicentinaiadinavi,giunserodaValonasullecostesalentine e sbarcarono poco a nord di Otranto, presso i laghi Alimini, nella baia poi detta dei turchi,edalìsidiresseroversolacittà. Fattarazziadelborgofuorilemura,GedikAhmetPasciàproposeaicittadiniunaresa umiliante e di fatto inaccettabile, obbligando gli abitanti di Otranto a difendersi dall’inevitabileassedio. Il contingente aragonese di stanza a Brindisi fu tra i primi ad accorrere in soccorso, guidato dal Filomarino, ma restò bloccato a Scorrano dall’ordine di Ferrante di attenderel’arrivodelfiglioAlfonso,permanendoinoperosofinché,cadutaOtranto,se netornòapresidiarelapiazzadiBrindisi. Benduesettimaneduròlatenaceresistenzafinché,l’11agosto,l’armataturcariuscìad aprireunvarcotralemuradellacittà,edalìsiriversònelcentro,avanzandoconrazzie ecrudeltàindicibili:leviefuronoinondatedasangueecopertedacorpimartoriati. Dalvarcodellemura,iturchigiunserofinoallacattedraledoveungruppodifedelivisi era barricato. I turchi recisero il capo all’arcivescovo Stefano Pendinelli e la strage continuòsinoachel’ultimodegliotrantinirifugiatofuucciso. AhmetPasciàradunòisuoiuominiegliabitantisuperstitieordinòchetuttigliabitanti di Otranto, di sesso maschile e di età superiore a quindici anni, abbracciassero la religioneislamica.Gliottocentouominipresentisirifiutaronoefuronotuttidecapitati. I turchi, occupata Otranto, la utilizzarono come base per scorrazzare indisturbati in tutto il Salento, seminando terrore e morte fino al Gargano, mentre la reazione aragoneseindugiòamanifestarsi,ancheperchéVeneziapersistevanellasuaneutralità e gli altri stati italiani erano interessati più alle guerre in terraferma che sul mare, mentreiturchiricavaronoiltempoperfortificareOtranto. «…PasciàspedìaBrindisiunpropriomessoconunaletteraperl’arcivescovoFrancesco de Arenis, nella quale ingiungeva la pronta consegna della terra che considerava retaggiodell’anticoimperobizantino,minacciando,altrimenti,che“sinonmedatela terra,iocontuttolomiosforzovengeròdavui,etfaròpiùcrudelitatechenonèfacto ad Otranto”. Fortunatamente le minacce rimasero sempre tali per quanto, più d’una volta, in seguito, corsero dicerie e si paventò anche negli ambienti della corte l’eventualitàdiunattaccoturcoaBrindisi…»‐V.Zacchino‐ Saldosullesueposizioni,nell'ottobredel1480,GedikAhmetPasciàripassòilcanaledi Otranto con gran parte delle sue truppe dopo aver ripetutamente devastato con continuescorrerieiterritoridiLecce,TarantoeBrindisi,lasciandoaOtrantosolouna guarnigionedi800fantie500cavalieri. Mentregliaiutipromessidallacristianitàitalianaedeuropeatardavanoadarrivare,tra leincomprensioni,gliinteressieleevidentidisparitàtralepossibiliforzedametterein campo, l’inverno del 1481 trascorse senza un’effettiva reazione, mentre gli ottomani ricevevanogliaiutiviamare,senzagrandicontrasti. Il25febbraiodel1481,salpòdaBrindisiun’armatacristianapercontrastareilritorno di Pascià da Valona, conseguendo nelle acque di Saseno una prestigiosa vittoria che risollevòilmoraledelladepressacristianitàeassicuròilcontrollodell’Adriatico. Conl'arrivodellabuonastagione,ilrearagonesediNapoliFerrantepotéintraprendere consuofiglioAlfonsoleoperazionidiassedioaOtranto,grazieagliaiutiottenutidagli stati italiani che finalmente si resero conto del pericolo per la loro sopravvivenza rappresentatodall'occupazioneturca.Lacittàfustrettad'assedio,siaperterrasiaper mare,earisolverefinalmentelasituazionefulamortedelcinquantaduennesultano MaomettoII,sopraggiuntaimprovvisamentenellanottetrail3eil4maggio1481. Mentrelasuccessionedelsultanoottomanoavevasuscitatoleostilitàtraisuoifigli, BayezideCem,aprendounanuovagravecrisiperl'imperoturco,gliottomaniaOtranto, prividirinforziepressatidallemiliziecristiane,furonocostrettiacedere,ecosìAhmet Pascià accettò la resa incondizionata il 10 settembre 1481, riconsegnando la città al ducadiCalabria,Alfonso,etornandosenetranquillamenteaValona. IltentativodeivenezianidioccupareBrindisisventatodaPompeoAzzolino Sventatoilpericoloturco,ilreFerranteprogettòpunireVeneziaperesserestata,asuo avviso,partigianadegliottomaniquantomenoperomissione,epretesedalpapaSisto IVunsostegnoattivoallarealizzazionediquelsuoobiettivo.Poi,difronteallanegativa del papa, attaccò lo stato pontificio e i veneziani approfittarono quella favorevole congiunturamilitare,perassillareisempreambitiportipugliesidelregnonapoletano. Fucosìchesulfiniredel1483,ivenezianitentaronolaconquistadiBrindisiallestendo unaflottafortedi56velesalpatadaCorfùalcomandodiGiacomoMarcello,ilquale pensònonattaccarelacittàdalmareesbarcòpocoanord,sullaspiaggiadiGuaceto,da doveiniziòlamarciasuBrindisi. LetruppeinvasoreoccuparonoesaccheggiaronoCarovignoeSanVitodegliSchiavoni –oggideiNormanni–equindisidiressero,tronfiebaldanzosi,allavoltadiBrindisi conilpropositodioccuparla. Incittàperò,PompeoAzzolino,unnobilebrindisinochegiàsieradistintonelleazioni militariperlaliberazionediOtranto,appenainformatodeglieventi,organizzòinarmi unnutritogruppodigiovanicittadinieuscìall’incontrodiMarcello,affrontandoloe sconfiggendoneletruppesullastradaperBrindisi. Lofeceretrocedere,costringendoivenezianiaintraprendereunaprecipitosafuga‐in cuilostessoMarcellorischiòdiessereucciso‐incalzatifinoalportodiGuacetonelle cuiacqueeraallafondal’armatavenetache,dopoavercannoneggiatogliinseguitori brindisinieaveraccoltoimalconcifuggitivi,sciolseleancoreepreseillargo. Rientratoin città, Azzolino fu ricevuto con grandi onori dai suoi concittadini, che lo salutaronocomesalvatoredellapatriae,pervolontàdelrearagonese,furicordatoper quelsuoattoeroicoconunaepigrafeappostasulmurodellasuacasa,nelquartiere marinarodelleSciabiche.Questalasuatrascrizionetradottadall’originaleinlatino: CESAREMISEINFUGAPOMPEOEDAQUESTOSTESSOLUOGOILNOSTROPOMPEO,FORTE QUANT’ALTRIMAI,AFFRONTÒINNUMEREVOLINEMICI.SALGADUNQUEALLESTELLELAFELICE CASADEGLIAZZOLINOCHEGENERATALIPETTIDAOPPORREALLEARMIDEGLIUOMINI Quindi,algeneraleGiacomoMarcello,laSerenissimaordinòdidirigersisuGallipoli,con lapernullavelataintenzionedicolpireGenova,chenellacittàionicaavevacostituito unafiorenteedassaiprosperacoloniacommercialerivale. «…Marcello,alcomandodellasuaflotta,sbarcòsullacostadiGallipolinelmaggiodel 1484 ed attaccò la città poco guarnita. I combattimenti però, si protrassero violentissimidal16al19maggioelacittàdiGallipoliopposeunacaparbiaestrenua resistenzachelasciòsulcampodurissimeperditeveneziane,piùdicinquecentouomini tracuilostessogeneraleGiacomoMarcellolacuimortefumantenutasegretatrale truppeperevitarechecadesseroinpanicoechefinalmente,comandatedalsecondo generale, Domenico Malipiero, al terzo giorno riuscirono a impadronirsi della città, abbandonandosi a un saccheggio incontrollato ed estremamente crudele, che solamente risparmiò la violenza sulle donne. Poi, finalmente, giunto settembre, i venezianiabbandonaronolacittà...»‐L.DeTommasi‐ Lacostruzionedelcastelloalfonsinosull’isoladisanAndrea «…Il pericolo turco fu, esplicitamente, alla base della decisione reale di fortificare adeguatamenteBrindisi.È,mentreiturchisonoancoraasserragliatiinOtrantoche,nel febbraio1481,ilreFerdinandoId’Aragona,disponel’avviodeilavoriperlacostruzione diunafortezzaaguardiadelportodiBrindisi:iltorrionediFerrante…»‐G.Carito‐ Nel1485Alfonso,figliodelreFerranteealloraducadiCalabriainquantoeredealtrono diNapoli,trasformòiltorrionediFerrante,unafortezzaaformaditorrequadratasita sullapuntapiùoccidentaledell’isoladisanAndreaall’ingressodelporto,conducendolo averaformadicastelloconlacostruzionediungrandeantemurale conduebastioni: unodiformatriangolareall’angolonordest,ditipocasamattato,dettomagazzinodelle polveri,el’altrodiformacircolareadovest,aterrapieno,dettodiSanFilippo,collegati tralorodauncamminodiguardiacheracchiudevaalpropriointernolapiazzad’armi. Era sorto il castello Alfonsino, detto anche aragonese, che i turchi denominarono castellorossodalcolorecheacerteoresembravaassumerelapietradicarpanoconcui erastatofabbricato. Poi, col successivo intervento, diretto dal senese Francesco di Giorgio nel 1492, il castello fu compiutamente definito con la edificazione del grande salone del primo pianoelegalleriecoperteconvoltaabotteallivelloinferiore,equindi,conl'isolamento dellaroccamedianteiltagliodelloscoglioel’aperturadiuncanale. Lacostruzionedellafortezzasull’isoladisanAndreavolutadalreFerranteaBrindisi, siinserìinunpiùvastopianodifortificazionedellastrategicacittà,giàinprecedenza avviato con una serie di opere di difesa inquadrate nel nuovo clima politico determinatosi con la caduta di Costantinopoli nel 1453 in mano al sultano turco MaomettoII,ilqualerivendicavaisuoidirittidipossessosuBrindisi,OtrantoeGallipoli, qualiantichecittàdell’imperobizantinodaluiconquistato. IlreFerrante,infatti,giànel1464avevaordinatocingereconmuragliatuttalaparte marittimadellacittà,includendolacollinadilevantedentroilperimetrodifensivo.Si avviaronoilavoriperlecortinemurarieesiaprironoduenuoveporte,quellaperLecce incassatainuntagliodellacollina,elaportaRealedallatodelporto. Quindi,sirinforzòancheilcastelloditerra,erigendosullaspondaesternadelfossoun nuovomurodicintaconagliangoliquattrobaluardirotondi,coprendoilfossoconuna solidavoltacosìdaricavareunastradainternaprotettaesormontatadarifugiinterrati espianando,all’internodellafortezza,unapiazzavuotadisotto,perpoterlaminare. LapirricaedeffimerainvasionedelregnodiNapolidiCarloVIIIrediFrancia PapaInnocenzoVIII,inconflittoconl’aragoneseFerdinandoIdiNapoli,ilreFerrante, loavevascomunicatoconunabolladell’11settembre1489,minacciandodioffrireil regno napoletano al sovrano francese Carlo VIII, che vantava attraverso la nonna paterna,Mariad'Angiò,unlontanodirittoereditariosuquellacoronadelregno. Poi, incoraggiato da Ludovico Sforza, detto il moro, duca reggente di Milano, e sollecitatodaisuoiconsiglieri,GuillaumeBriçonneteDeVers,CarloVIIIsceseinItalia nel1494. EntròinItaliail3settembreconunpoderosoesercitodicirca30.000effettividotatodi un’artiglieriamodernaeadAstivenneaccoltofestosamentedaiduchidiSavoia.Quindi raggiunserapidamenteMilano,dovefudecisamenteappoggiatodalloSforzaLudovico ilmoro,interessatoallaeliminazionedeiregnantiaragonesidiNapoli,inquantosiera impossessatoconlaviolenzadelducatodiMilanochespettavaaGianGaleazzoVisconti, lacuimoglieeraimparentataproprioconirearagonesidiNapoli,erafigliadiFerrante. Anche a Firenze, dove giunse il 17 di novembre, il re Carlo VIII entrò in maniera relativamente facile, in quanto l’inetto Piero dei Medici non fu in grado di opporre alcunaresistenzaesipiegòatuttelerichiestedelsovrano,tantochesenerisentirono glistessifiorentinieiMedicichefuronoaddiritturacacciatidairepubblicaniguidatida quel frate Gerolamo Savonarola, la cui politica teocratica apparve poi troppo democraticaalpapaAlessandroVIBorgia,chelofeceeliminareconl’accusadieresia. CarloVIIIpassòquindidaRomasenzadestaretroppoentusiasmo–anzitutt’altro–nel papatoe,finalmente,all’iniziodel1495,senzaaverpraticamentebattagliato,il22di febbraioentròaNapoli,conl’appoggiodeipatrizinapoletaniedeibaronifeudali,da tempoostiliairearagonesicheeranosuccedutiaAlfonsoI,fondatoredelladinastia aragonesediNapoli:Ferrante,AlfonsoIIeFerrandino,mentrequest’ultimo,reincarica, eragiàfuggitoinSiciliacontuttalacorte. Il sovrano francese, incoronato re di Napoli, scese quindi verso sud ad imporre le ragioni delle sue armi, incontrando in generale poca resistenza e, entrato dalla Campania in Puglia, tutte le principali città gli si arresero, a eccezione di Gallipoli e Brindisi, che invece resistettero l’assedio mantenendosi fedeli alla corona aragonese finoalritirodegliassediantifrancesi. Delresto,CarloVIIebbecomunquemoltopocotempopersvolgereunaqualcheverae propriaazionedicontrollodelregnoedieffettivoeserciziodigoverno,giacchénello stessoanno1495fucreataaVeneziaunapotentealleanzaantifrancese,promossadallo statopontificiodelpapaAlessandroVIeformatadaVenezia,Massimilianod’Asburgoe lo stesso Ludovico il moro, che s'era presto pentito d’aver appoggiato l’invasione francese. Erainfattisuccessochevelocitàconcuiifrancesiavanzarono,assiemeallabrutalitàdei loroattacchisullecittà,spaventaronoglialtristatiitaliani.Ludovico,capendocheCarlo VIII aveva pretese anche sul ducato di Milano, si rivolse al papa Alessandro VI che organizzò rapidamente un’alleanza composta dai diversi oppositori dell’egemonia franceseinItalia:ilPapato,ilRegnodiSicilia,ilSacroromanoimperodiMassimiliano, gliSforzadiMilano,IlRegnod'InghilterraelaRepubblicadiVenezia. LalegaingaggiòFrancescoIIGonzaga,marchesediMantova,perraccogliereunesercito edespellereifrancesidallapenisola,equestiincominciòaminacciareivaripresidiche Carlo VIII aveva lasciato lungo il suo tragitto per assicurarsi i collegamenti con la Francia, fino ad attaccare frontalmente l’esercito del re francese a Fornovo, presso Parma,il6luglio1495. Dopo quello scontro, Carlo VIII, seppure non militarmente sconfitto, se ne dovette ritornareinFrancia,permettendoalrearagoneseFernandoII,Ferrandino,diritornare dallaSicilia,dovesierarifugiato,edirioccupareilsuotronosulregnodiNapoli. LacessionediBrindisiaVenezia Nella breva ma crudele guerra tra l’invasore francese Carlo VIII e il re aragonese di Napoli,Ferrandino,BrindisisischieròsemprealfiancodegliAragonesi,adifferenzadi quasi tutte le altre città salentine, tra le quali Lecce e Taranto, che furono invece partigianefrancesi. «… L’obbedienza di Brindisi al sovrano volere, fu altamente commendata da Ferrandino,ilquale,inricompensadeitantiservigiresiglidaquestacittà,cheforsepiù diognialtradelregnoerasicooperataperfarglielorecuperare,fecebatteremonetein argento e rame, che avevano da una parte, l’effige di san Teodoro brindisino, militarmentevestitoeportanteunoscudoentrocuieranoleduecolonnee,dall’altra, eranoinciseleparoleFidelitasBrundusina.Lequalimonetefuronobattutenonpure nellazeccadiBrindisi,cheduròpertuttoiltempodegliAragonesi,maancheinaltre cittàedaNapolistessa.Moltediesseeranoancoraincorsocircail1700…»‐F.Ascoli‐ FinalmentegliAragonesiconservaronoilregnodiNapoli,madivennero‘debitori’di Veneziaallaqualeavevanodatoinpegnoeagaranziaperl’aiutoricevuto,ilpossesso dellecittàdiTraniOtrantoeBrindisi,chepassaronoinfattiaiveneziani. Il30dimarzo1496,nellacattedralediBrindisisiformalizzòlaconsegnadiBrindisia Venezia,conunasolennecerimoniatraPriamoContarini,rappresentantedeldogedi VeneziaAgostinoBarbarigo,eilnotaioGeronimoDeIngrignet,inviatodelrediNapoli, FerdinandoIId’Aragona.Equesti,ilgiovaneFerrandino,conunaletteraallacittà,volle inquell’occasionescusarsiespiegareaibrindisinileragionielasuppostatemporalità diquellacessione. Nonostante la diffidenza e anzi l’aperto malcontento che caratterizzò l’animo dei brindisiniafrontedellacessionedellapropriacittàaiveneziani,lanuovasituazione dovevarivelarsialquantopositiva:ildogeAgostinoBarbarigononsoloconfermòtutti iprivilegiconcessiaBrindisidaigovernantiaragonesi,maaddiritturaneaggiunsealtri importanti, fra cui quello che le galere veneziane, dovendo passare nei paraggi di Brindisi,dovesseroentrareinportoerimanervipertregiorni. I brindisini esternarono presto la loro soddisfazione e Venezia da parte sua seppe premiarlidiconseguenza,einbrevetempocrebbenotevolmenteilrispettoreciprocoe la simpatia tra i brindisini e i veneziani. E Brindisi conobbe anni di benessere e di espansionedeipropricommerci,trafficieindustrie. PresopossessodelcastellodiBrindisi,ilgovernatorevenezianoPriamoContarini,il10 aprile1496inviòaldogeundettagliatorapportosullostatodellacittàappenaacquisita, undocumentoquello‐riprodottodaG.GuerrierinelsuoLerelazionitraVeneziaeTerra d’Otrantofinoal1530‐cheperBrindisisicostituìpoiinunimportanteedaffidabile riferimento storico: difatto, una specie di fotografia della città di quegli anni.Qui di seguito,alcunistralci: «… La consistenza demografica di essa ammonta a circa mille fuogi et anime circa quattro milia, de le qual son da facti circa 800. Nel numero dei fuochi sono pure compresi50deIudei,iqualisono240incirca.Lacittadinanzasicompone,nell’ordine, diTaliani,Albanexi,SchiavonietGreci. …Tuttiveramentevivenosenzaalcunaindustria,masolodelelorointrate,zoèvini bestiameetolei.Leprincipalientrateriguardanoilvino,3.000bottiannue;olii,saponi, ferroebiave,coninteoiticomputabilitrai400ei500ducatid’oro;idazisullabechari, ilpaneeilpesce,conentratedialtri400o500ducati;proventidacontravvenzioniper 100ducatiall’anno;affittodellabaglivaper20o25ducati;eproventidelsalechecopre ilfabbisognodell’interaTerrad’Otranto. … Olii alimentano la produzione di saponi, forniti da due saponerie genovesi e una albanese,dominanoimercatimeridionalidiCostantinopoli,Alessandriad’Egitto,Scio etIoci,insidiandogliinteressicommercialiveneziani. …L’agrobrindisinoèmezzoterrestreemezzomarittimoeilterritorioconfinadala partedemaistromiglia8dalontancumunaterranominataCharivigna,terradebaroni. Dalapartedeponentemiglia5alontano,confinacumMisagnk,terradelaregina.Da lapartedesyrochomiglia12incirca,confinacumelterritoriodelacitadeLeze.Sparsi suquestoterritoriovisonoalcunevilleetcastelliruinatiettuttoèinculto…» IlcontrollovenezianosullacittàdiBrindisi,noneraperòdestinatoadaverevitalunga: l’11novembredel1500sistipulòinGranadaunaccordosegretotrailrediSpagna, Ferdinando il cattolico marito di Isabella di Castiglia, e il re di Francia Luigi XII, per spartirsiilregnoaragonesediNapolidelreFedericoI,succedutoaFerdinandoIIche era morto prematuramente nel 1496 e cugino dello stesso re Fernando il cattolico. L’accordoprevedevalaCampaniaegliAbruzziperilrediFrancia,elaCalabriaela PugliaperilrediSpagna. Poiperò,l’accordo,nel1504,sfociòinguerraapertatraSpagnaeFranciapropriosulla disputaperilTavolieredellePuglie,allafinedellaquale,glispagnoliebberolameglioe FerdinandoilcattolicodivenneilnuovosovranodelregnodiNapoli,sottraendoloal cugino Federico I d’Aragona, incorporandolo alla corona spagnola e nominando un viceré,iltuttoconl’investituradelpapaGiulioII. E fu nel pieno di questa guerra che ebbe luogo, il 13 febbraio del 1503, la celebre ‘’DisfidadiBarletta’’–accordata,sembra,proprioinunacantinadiBrindisi–tra13 cavalieri italiani filo‐spagnoli capitanati da Ettore Fieramosca e 13 cavalieri francesi capitanatidaCharlesdeTorgues:unduellochefuvintodai13italianidiFieramosca. Venezia, anche perché occupata a lottare contro i turchi, rimase neutrale in quella guerraedeibeneficidiquellaneutralitàpotéusufruireancheBrindisi.Poiperò,Venezia fuattaccatadaunalegadiinnumerevolinemicicoordinatidalpapaGiulioIIeguidati dall’imperatoreMassimilianoId’Austriaedallafinedovettesoccombere,epersalvare ilsalvabilesacrificòunabuonapartedeipropripossedimenti,specificamentequelliche eranoreclamatidalpapaedaglispagnoli,Brindisiinclusa. Nel1509Brindisivennequindiconsegnataaglispagnoli,daivenezianicheneavevano tenutoilpossessodurantesolitredicianni.IlmarcheseDellaPaludepreseinconsegna la città e le sue due fortezze, cioè il castello di terra e quello di mare, in nome di Ferdinandoilcattolico,reggentediSpagna:eracosìformalmenteiniziato,ancheper Brindisi,illungoviceregnospagnolo! BrindisialtempodeirearagonesisultronodiNapoli: 50annidensidistoriacittadinanellasecondametàdelXVsecolo GianfrancoPerri Alfonso I Ferrante Alfonso II Ferrandino BIBLIOGRAFIA: AscoliF.LastoriadiBrindisiscrittadaunmarino‐1886 CaritoG.BrindisiNuovaguida‐1994 CaritoG.Lefortezzesull’isoladiSant’Andreafrail1480eil1604‐2011 DeTommasiL.BrindisieGallipolisottogliAragonesi‐1975 D’IppolitoL.L’isoladiSanAndreadiBrindisielesuefortificazioni‐2012 GalassoG.Losterritoriositalianos–pag.129‐142in: BelenguerCebriàE.&GarínLlombartF.P.LaCoronadeAragón:SiglosXIIalXVIII‐2006 DellaMonicaA.Memoriahistoricadell’antichissimaefedelissimacittàdiBrindisi‐1674 GuerrieriG.LerelazionitraVeneziaeTerrad’Otrantofinoal1530‐1904 MoricinoG.AntiquitàevicissitudinidellacittàdiBrindisidalladileioriginesinoal1604 PerriG.Brindisinelcontestodellastoria‐2016 SperanzaV.StoriadellaPuglianelperiododiAlfonsoilmagnanimo‐2014 SquitieriA.Unbaronenapoletanodel400G.A.OrsiniprincipediTaranto‐1939 VaccaN.Brindisiignorata‐1954 ZacchinoV.Brindisidurantel’invasioneturcadiOtranto‐1978