Tossicità da nitrati, come evitarla Effetto di un concime azotato su assorbimento e accumulo nella lattuga di Paolo Sambo, Gabriella Lunardi Estratto da “Terra e Vita” n.37-2004 - edizioni Edagricole Italia [ SPECIALE FERTILIZZAZIONE ] Tossicità da nitrati, come evitarla Effetto di un concime azotato su assorbimento e accumulo nella lattuga ■ di Paolo Sambo, Gabriella Lunardi L’ �L’accumulo di nitrati può essere fonte di tossicità. �FIG. 1 - Rapporto tra le velocità di assorbimento in piante allevate con e senza indolo. Le barre verticali indicano l’errore standard. 3,0 2,5 Vass-t/Vass-nt azoto è un elemento nutritivo fondamentale per lo sviluppo colturale ed indispensabile per ambire a produzioni quali-quantitativamente soddisfacenti. Mentre apporti equilibrati risultano indispensabili per l’ottenimento di buone produzioni, eccessi nella concimazione portano inevitabilmente ad una riduzione nell’efficienza d’utilizzazione del fertilizzante, a gravi rischi di inquinamento ambientale ed a possibili effetti negativi sulla qualità del prodotto. Potenzialmente l’orticoltura è un’attività ad elevato impatto ambientale a causa delle elevate richieste di azoto da parte delle specie orticole che si caratterizzano per ritmi di crescita molto intensi e cicli colturali relativamente brevi. Somministrazioni di fertilizzanti in quantità superiori ai fabbisogni della coltura, oppure eseguiti in momenti sbagliati, comporta un aumento dei costi e, nel contempo, non determina incrementi produttivi. Inoltre, attualmente, una larga parte dell’opinione pubblica ha sviluppato un’elevata sensibilità verso le problematiche ambientali appoggiando politiche di salvaguardia, promosse dagli organi istituzionali, per suggerire all’agricoltore scelte più oculate nella gestione dei fattori produttivi, in primis l’apporto di fertilizzanti. 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 UN PERICOLO DA SCONGIURARE �Sperimentazione su lattuga Funly allevata in serra su vasi, presso l’Azienda Agraria Sperimentale “L. Toniolo” dell’Università di Padova. La qualità della produzione vegetale risulta compromessa qualora vengano somministrate quantità eccessive di nutriente azotato; infatti la pianta tende fisiologicamente ad accumulare riserve di azoto sotto forma nitrica, sia nell’apparato radicale che in quello aereo. Tale aspetto risulta importante soprattutto nelle specie da foglia da consumo Gli Autori sono del Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni Vegetali – Università di Padova. TERRA E VITA n. 37/2004 0 200 400 600 800 NO3 in soluzione (mm) 1000 1200 fresco, quali le insalate che, sottoposte a ricchi rifornimenti azotati per migliorarne la colorazione verde brillante e, quindi, l’aspetto estetico, presentano caratteristiche qualitative intrinseche scadenti determinate da un incremento della concentrazione di nitrati negli organi eduli. MONITORAGGIO DELLE COLTURE Pur non determinando direttamente problemi, il nitrato risulta potenzialmente pericoloso producendo composti tossici quali i nitriti ed altri composti N-nitrosi responsabili di gravi patologie (metaemoglobinemia, fenomeni di carcinogenesi, cefalee, nausea, debolezza). Per risolvere le problematiche esposte le soluzioni allo stu- [ SPECIALE FERTILIZZAZIONE ] dio sono molteplici: gestire tempi e dosi di concimazione attraverso il monitoraggio delle colture, modulare il rilascio di nutrienti attraverso un maggiore utilizzo di sostanza organica rispetto ai concimi di sintesi, impiegare fertilizzanti a lenta cessione. Un ulteriore possibilità consiste nel impiego di concimi contenenti, insieme ai principi nutritivi, sostanze in grado di stimolare l’attività nitrato-riduttasica (ANR), e di conseguenza l’assimilazione dell’azoto assorbito, da parte della coltura. Ciò potrebbe favorire l’accrescimento delle piante e la resa, riducendo il contenuto di nitrati stoccati nelle foglie. A questo scopo è stata sviluppata una ricerca su una linea di fertilizzanti “ N Pro®”, prodotto dalla Timac Italia, contenente estratti vegetali di natura indolica, che stimolerebbero nella pianta coltivata l’attività nitrato riduttasica, permettendo un intenso utilizzo del nitrato accumulato come riserva. L’esperienza è stata condotta su piante di lattuga, che oltre ad essere la specie da foglia maggiormente prodotta e �FIG. 2 - Effetto del concime normale (N) e dell’N-Pro (T) sull’indice EP1. Le barre verticali indicano l’errore standard. 0,04 EP 1 0,03 � INDICI DI EFFICIENZA E PRODUTTIVI NRE (efficienza di recupero dell’azoto), rapporto tra la quantità di azoto assorbito dalla coltura (Nasp.) e quella apportata con la concimazione (Nfert.). EP (efficienza produttiva) calcolata rispetto a diversi parametri: - EP1 misura l’efficacia della singola unità azotata come rapporto tra la produzione totale in biomassa edule (SS) e la quantità di azoto asportato dalla coltura; - EP2 misura l’aumento di produzione di sostanza secca determinato da ogni singola unità di azoto assorbito. E’ calcolata dalla differenza tra la biomassa prodotta dalla tesi in oggetto e quella prodotta dal testimone non concimato, diviso l’azoto asportato dalla tesi considerata; - EP3 misura l’effetto del azoto nell’indurre la pianta per uscire da condizioni di stress nutrizionale (zero azoto). E’ calcolata dalla differenza tra la biomassa prodotta dalla tesi e quella prodotta dal testimone non concimato, diviso la differenza tra l’azoto asportato dalla tesi considerata e l’azoto asportato dal testimone non concimato; - EP4 è un valore simile al valore EP2, ma prende in considerazione l’azoto apportato alla soluzione circolante e non quello effettivamente assorbito dalla pianta. E’ calcolato dalla differenza tra la biomassa prodotta dalla tesi e quella prodotta dal testimone non concimato, diviso l’azoto apportato con il fertilizzante. P.S.-G.L. consumata in Italia, è compresa tra gli ortaggi classificati come ad elevato contenuto di nitrati. Insieme allo spinacio, è l’unica orticola da foglia per la quale sono stabiliti i limiti massimi di nitrato ammessi per la commercializzazione (Reg. Ce 563/ 2002). 0,02 LA SPERIMENTAZIONE 0,01 N 0,00 0 10 T 20 30 40 50 60 Dose di N (kg/ha) � I risultati sperimentali hanno evidenziato l’attività positiva dell’N Pro® nel contenere l’accumulo dei nitrati nelle foglie pur non inducendo differenze in ambito produttivo, se si esclude una leggera riduzione del contenuto in azoto organico. 70 Il soggetto della sperimentazione è stata una varietà di lattuga (Funly) allevata in serra su vasi, presso l’Azienda Agraria Sperimentale “L. Toniolo” dell’Università di Padova, situata nel comune di Legnaro (Pd), e quindi analizzata in laboratorio, presso i locali preposti del Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni vegetali della Facoltà di Agraria.. La semina della lattuga è avvenuta in contenitori alveolati e, raggiunto lo stadio di cinque-sei foglie, le piantine sono state trapiantate in vasi di plastica neri della capienza di 1.5 l riempiti con un substrato costituito da terreno di medio impasto e sabbia, in rapporto 1:1 (v/v), distribuendo nel contempo 2,29 g di perfosfato triplo (corrispondente a 100 kg/ha di P2O5) e 2,11 g di cloruro di potassio (corrispondente a 100 kg/ha di K2O). Per sperimentare l’efficienza di una nuova formulazione di nutriente azotato, prima del trapianto ad una prima metà di piante è stato fornito nitrato ammonico, mentre ad una seconda un il concime sperimentale denominato N Pro® secondo lo schema riportato in tabella 1. A 35 e 42 giorni dal trapianto, sulle piante è stata eseguita la determinazione del contenuto in clorofilla (utilizzando il Minolta SPAD 502-Chlorophyll meter), del tenore azotato nelle foglie e dell’attività nitrato riduttasica (ANR), determinando anche il peso fresco, quello secco (con essiccazione in stufa a 65°C) ed il contenuto in sostanza secca della parte aerea della pianta. Per una completa valutazione dell’efficienza del concime in TERRA E VITA n. 37/2004 [ SPECIALE FERTILIZZAZIONE ] prova, i dati sul peso secco ed il contenuto di azoto, ottenuti dalle piante analizzate, sono stati utilizzati per il calcolo di alcuni indici di efficienza, che sono sinteticamente descritti di seguito. �FIG. 4 - Effetto del concime normale (N) e dell’N-Pro (T) sull’indice EP3. Le barre verticali indicano l’errore standard. 0,030 MIGLIORA LA DISPONIBILITÀ DELL’AZOTO NITRATI, VARIA L’ASSORBIMENTO Marcatamente diversi sono invece le velocità di assorbimento dei nitrati: ponendo le piante in soluzioni nutritive a diverse concentrazioni (da 200 a 1000 mMoli litro di nitrato), le piante allevate con il concime “T” hanno evidenziato velocità di assorbimento molto più elevate rispetto a quelle rilevate su piante cresciute con fertilizzante “N” (fig. 1). I valori maggiori si sono rilevati con soluzione nutritiva a 600 mMoli litro di nitrato dove la velocità di assorbimento delle piante “T” è risultata pari a 2,5 superiore rispetto a quella delle piante “N”. Considerando NFE non sono state evidenziate differenze significative indotte dal diverso tipo di concime utilizzato mentre tra gli indici di efficienza produttiva (EP), gli effetti mag- �FIG. 3 - Effetto del concime normale (N) e dell’N-Pro (T) sull’indice EP2. Le barre verticali indicano l’errore standard. 0,015 EP 2 0,01 0,005 N 0 0 T 10 20 30 40 Dose di N (kg/ha) TERRA E VITA n. 37/2004 50 60 70 0,020 EP 3 I risultati sperimentali permettono di affermare che, sia per quanto riguarda il peso fresco che il peso secco della parte aerea, non si sono riscontrate differenze significative tra i due tipi di fertilizzante, tradizionale (“N”) e N Pro® Timac (“T”), mentre effetti più visibili sono stati indotti delle diverse disponibilità azotate. Analogamente non sono state evidenziate differenze significative nel contenuto in clorofilla, determinate dall’uso dei due tipi di fertilizzanti, evidenziando invece aumento passando dalla dose zero a quella N40. Il tenore in nitrati è prevedibilmente aumentato incrementando la dose di azoto (le dosi responsabili di un maggiore accumulo di nitrati sono state la N60 e la N40) mentre il concime “N” ha indotto un incremento nel contenuto sia di azoto nitrico che di azoto organico rispetto a “T” rispettivamente nell’ordine di 240 mg per kg (Fig. 1) e dello 0,4% su prodotto edule. Con entrambi i tipi di concime il contenuto in azoto è risultato decrescente passando dalla dose N60 a quella N0. Queste differenze nell’accumulo di nitrati e azoto, non sembrano però dovute ad una diversa attività nitrato riduttasica (ANR): infatti né la dose né il tipo di fertilizzante hanno prodotto differenze statisticamente significative sull’ANR. 0,010 0,000 0 N T 10 20 30 40 50 60 70 Dose di N (kg/ha) �TAB. 1 - Distribuzione del concime sperimentale N Pro® TESI g N/vaso Equivalenza Kg N/ha g NH4NO3 g N-Pro N0 0 0 0 - N20 0,21 20 0,81 - N40 N60 T0 0,42 0,63 0 40 60 0 1,62 2,43 - 0 T20 T40 T60 0,21 0,42 0,63 20 40 60 - 0,84 1,68 2,53 giori si sono avuti su EP1 (fig. 2). L’indice ha evidenziato valori decrescenti all’aumentare della disponibilità azotata e, soprattutto, sempre maggiori per il fertilizzante “T” rispetto al normale nitrato ammonico (“N”), ad indicare una maggior efficienza della fertilizzazione. Gli stessi risultati sono apparsi prendendo in considerazione anche gli indici EP2, (fig. 3), a indicare un maggior incremento di sostanza secca accumulata, ed EP3 (fig. 4), a indicare un maggior facilità ad uscire dagli stress. Comportamento leggermente diverso è invece stato riscontrato per quanto riguarda l’indice EP4 dove alle dosi inferiori di concime i valori maggiori si sono riscontrati nelle tesi concimate con “N”. MINOR ACCUMULO NELLE FOGLIE I risultati sperimentali hanno evidenziato l’attività positiva dell’N Pro® nel contenere l’accumulo dei nitrati nelle foglie pur non inducendo differenze in ambito produttivo, ma soltanto una leggera riduzione del contenuto in azoto organico. I due fertilizzanti in prova hanno evidenziato una pari attitudine ad essere assorbiti dalla coltura ma l’azoto fornito con l’N-Pro® è stato metabolizzato dalla pianta con una efficienza maggiore; le piante a cui è stato somministrato questo concime sono state in grado di produrre maggiori quantitativi di sostanza secca per unità di azoto assorbito, sia in termini assoluti (indice EP1), che in termini di incremento di peso sull’azoto assorbito rispetto al testimone (indice EP3). Le indagini di laboratorio hanno inoltre permesso di appurare una maggiore velocità di assorbimento per piante allevate in presenza di indolo. ■