Le infezioni respiratorie: rinite, faringite e laringite

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OTORINOLARINGOIATRIA
A cura di Matteo Gelardi *
Le infezioni respiratorie:
rinite, faringite e laringite
e infezioni respiratorie acute rappresentano
circa il 75% degli interventi medici nella
stagione invernale. Ricerche epidemiologiche
stimano che la metà della popolazione venga
annualmente colpita da almeno un episodio di IRA
(Infezioni Respiratorie Acute)e, per tale motivo, rivestono
ancor oggi un ruolo importante da un punto di vista socioeconomico, in quanto causa di una diminuzione della
produttività economica in ordine di giorni di lavoro e di
scuola persi e per il costo sanitario derivante da visite e
trattamenti. Le cause più comuni responsabili di IRA sono
senza dubbio i virus (influenzale, Adenovirus, RSV, ecc.)
ai quali si aggiungono batteri, rickettsie, clamidie e
micoplasmi; va ricordato inoltre che una prima infezione
virale può essere fattore facilitante per una successiva
sovrainfezione batterica, potendo la prima indebolire il
sistema immunitario dell’organismo colpito.
Si sa infatti che, soprattutto nei primi giorni di
un’infezione virale, il sistema immunitario è sottoposto
allo stress di dover iniziare a rispondere all’infezione
e, per questo motivo, può essere indebolito e meno
pronto alla risposta nei confronti di un’eventuale altro
meccanismo.
Inoltre tali virus, alterando alcuni meccanismi di difesa
della mucosa respiratoria (alterazioni del muco, del battito
ciliare (Fig.1), alterazioni cellulari, ecc.) creano le
condizioni favorevoli al ristagno ed alla proliferazione di
microrganismi potenzialmente patogeni.
dopo aver causato la malattia lasciano una immunità
duratura, ma la presenza di un elevatissimo numero di
sottotipi fa sì che lo stesso individuo possa avere più
episodi infettivi per tutta la vita e nell’arco della stessa
stagione invernale. Dopo un’incubazione di 24-72 ore si
presentano sintomi aspecifici quali ostruzione e secrezione
nasale, starnutazioni a salve, lacrimazione e malessere
generale. Il muco, inizialmente sieroso, si fa presto più
denso. Pazienti affetti da asma o bronchiti possono andare
in contro a riesacerbazioni.
Per questa patologia non è approntabile un piano di
prevenzione dell’infezione data la grandissima diffusibilità
e l’enorme numero di patogeni chiamati in causa, oltre
anche al fatto che il decorso è per lo più del tutto benigno.
Se non subentrano complicanze [otiti, rinosinusiti (Fig.
2 e 3), faringo-tracheo-bronchiti] il trattamento è
sintomatico (antipiretici, idratazione e vitamina C).
I lavaggi nasali con soluzione fisiologica tiepida e i
decongestionanti nasali (da usarsi per un periodo non
superiore ai 5-7 giorni) miglioreranno l’ostruzione nasale.
La terapia antibiotica, accompagnata da fermenti lattici,
dovrà essere sempre consigliata e prescritta dal medico
di fiducia, l’unico in grado di accertare una sovrainfezione
batterica, il quale si avvarrà di farmaci adeguati alla
microbiologia dei batteri verosimilmente implicati e degli
organi interessati dalla malattia.
Fig. 1 Cellula ciliata presente nella
mucosa nasale. B) Il continuo
movimento delle cilia è il primo
sistema di difesa della mucosa
respiratoria. Esso impedisce
l’ingresso di virus e batteri nella
mucosa.
Rientrano nelle IRA la rinite, la faringite e la laringite.
Fig. 2 Endoscopia nasale;
quadro endoscopico di
rinosinusite, una delle più
frequenti complicanze delle
riniti acute.
Fig. 3 Quadro microscopico di
rinosinusite: sono visibili
numerosi batteri responsabili
della malattia.
Le riniti
Le faringiti
La rinite o raffreddore comune è un’infezione di norma
virale della mucosa nasale. I più frequenti responsabili
eziologici sono i Rhinovirus e i Coronavirus. Questi virus
pugliasalute
Le faringiti sono processi infiammatori della mucosa
faringea.
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Esse possono essere suddivise in:
• acute: sono infezioni generalmente di tipo virale
che rappresentano spesso l’estensione di processi acuti
che interessano in origine le cavità nasali. Possibili,
anche se meno frequenti, sono le infezioni di origine
batterica, spesso riscontrabili in forma di
sovrainfezione;
• croniche: sono di frequente riscontro. A una fase
iniziale di tipo catarrale, in cui la mucosa faringea
appare fortemente arrossata e ricoperta da abbondante
catarro, spesso fa seguito una fase ipertrofica,
caratterizzata da una mucosa rilevata da piccoli
ammassi di tessuto linfatico.
Tale processo può sfociare successivamente in una fase
finale atrofica, dove la mucosa appare pallida, liscia, sottile,
con una trama vascolare ben evidente e priva di secrezioni
tanto da apparire asciutta e secca.
Questi processi insorgono spesso in soggetti che
presentano specifici fattori favorenti sia di tipo generale che
locale. Fattori generali sono: le patologie gastro-intestinali
ed epatiche, il diabete, le malattie renali, oltre che fattori
ambientali e lavorativi o abusi di fumo e alcool. Tra i fattori
locali quelli più importanti sono rappresentati sia dai processi
infiammatori cronici del naso e dei seni paranasali (la
continua discesa di secrezioni catarrali e talora mucopurulente
in faringe determina un quadro di infiammazione cronica),
che dalle infiammazioni croniche di adenoidi e tonsille
(faringotonsilliti) (fig.4).
Fig. 4 Faringotonsillite: le
tonsille si presentano
ipertrofiche e ricoperte da
essudato purulento.
La sintomatologia caratteristica delle faringiti croniche
è rappresentata da faringodinia (dolore alla deglutizione),
bruciore, sensazione di corpo estraneo e di solletico
(vellichio), talvolta da tosse stizzosa e prolungata e necessità
di raschiare in gola.
Il trattamento delle faringiti croniche non prevede una
vera e propria terapia; in genere è meglio cercare di eliminare
i fattori scatenanti. Sollievo può derivare dall’uso di inalazioni
con sostanze balsamiche, antinfiammatori per bocca e
colluttori. Molto utili le terapie inalatorie con acqua sulfurea
e salsobromoiodica.
Le laringiti
Fig. 5 A-B A) noduli cordali (freccie); B) Polipo cordale
Sono processi infiammatori che interessano la mucosa
laringea e possono presentarsi in forma acuta o cronica.
La sintomatologia delle forme acute è caratterizzata da
voce rauca, talora tosse secca e stizzosa, più di rado catarrale
e, nelle forme particolarmente gravi, da dispnea.
Le laringiti catarrali, spesso conseguenti ad un processo
rinofaringitico, si accompagnano a secrezioni dense. Può
pugliasalute
essere sia di origine virale che batterica.
Una forma potenzialmente pericolosa è la “laringite
acuta ipoglottica infantile”. Essa si manifesta nei primi anni
di vita, prevalentemente nel sesso maschile e, nella maggior
parte dei casi, rappresenta una complicanza di un episodio
flogistico da raffreddamento (più frequente, quindi, nel
periodo invernale).
L’agente eziologico in causa è in genere il virus
influenzale. Nelle forme particolarmente gravi (forma
soffocante) la sintomatologia è caratterizzata dalla difficoltà
respiratoria (dispnea laringea), dalla tosse che assume le
caratteristiche della pertosse, dalla febbre elevata e da segni
di asfissia visibili particolarmente a livello delle labbra e
delle unghie. La terapia medica va intrapresa immediatamente
e si basa sull’utilizzo di adrenalina, cortisone, antibiotici e
sull’umidificazione dell’ambiente.
Per il resto, in genere, la terapia delle laringiti acute è
prevalentemente basata sull’utilizzo di cortisonici da
assumersi per bocca e per via aerosolica. In casi di necessità
si possono associare anche antibiotici.
Le laringiti croniche si instaurano in genere quale
conseguenza dell’interazione sia di cause predisponesti che
determinanti: tra le prime sono compresi fattori quali alcune
patologie sistemiche (diabete, gotta, malattie del fegato,
ecc.), patologie che portano a insufficienza del filtro nasale
(ostruzioni nasali da riniti croniche, poliposi, adenoidi,
deviazioni del setto, ecc.), da fattori ambientali soprattutto
legati all’ambito lavorativo (inalazioni di polveri o vapori)
e da fattori dipendenti dal soggetto quale principalmente il
fumo di sigaretta e l’abuso di alcool. Fattori determinanti
sono invece il succedersi di numerosi episodi acuti laringei
e le affezioni croniche di organi posti a monte della laringe
quali principalmente le rinosinusiti che determinano una
continua e abbondante discesa di secrezioni infette.
La sintomatologia delle laringiti croniche è in genere
caratterizzata da voce rauca e talora da tosse produttiva per
la continua produzione di muco.
La terapia delle laringiti croniche consiste, oltre che nel
riposo vocale, anche nel rimuovere quando possibile eventuali
fattori determinanti. Talora è utile l’impiego di inalazioni
caldo-umide.
È importante ricordare che nelle forme infiammatorie
croniche l’abuso o il cattivo uso della voce possono
determinare l’insorgenza di noduli o polipi (Fig. 5 A-B).
I primi possono interessare entrambe le corde vocali,
mentre i polipi interessano più spesso una sola corda. La
terapia del polipo è solitamente chirurgica, quella dei noduli
è prevalentemente rieducativa (logopedica). Quando però
l’insorgenza dura da parecchio tempo, anche per i noduli
può risultare indicata la terapia chirurgica.
* Responsabile del Servizio di Rinologia Clinica Otorinolaringoiatrica II
Azienda Policlinico - BA
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