Bollettino 316 del 05-06-2013

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO
GALILEI
28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210
apansuno @ tiscali.it
www.apan.it - www.osservatoriogalilei.com
BOLLETTINO N. 316
Mercoledì 5 giugno 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo
mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio.
La Luna sarà prossima al novilunio per cui sorgerà solo verso mattina; in prima sera, data la usa
assenza, si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo. Saranno visibili, ad esempio, le
galassie del Leone, della Chioma di Berenice e della Vergine.
Saturno sarà visibile tutta notte nella costellazione della Vergine.
Giove, Venere e Mercurio saranno visibili al tramonto molto bassi all’orizzonte ovest tra le
costellazioni del Toro e dei Gemelli
Marte sorgerà al mattino poco prima del Sole nel Toro.
RECENSIONI
PAL BREKKE
IL SOLE
Storia illustrata della nostra esplosiva sorgente di
luce e vita
Edizioni Dedalo, maggio 2013
Formato 20x20 cm – pag. 168
Prezzo € 20.00
Per gli abitanti di un’altra galassia sarebbe una stella
qualunque, confusa tra i 200 miliardi di astri che
compongono la Via Lattea.
Per noi, il Sole è la fonte di energia che ha reso
possibile la nascita della vita e che influenza in tanti
modi la nostra società tecnologica. Il disco brillante
che ogni giorno, da miliardi di anni, attraversa
lentamente il cielo del nostro pianeta dispensandoci
luce e calore nasconde una natura turbolenta.
Pal Brekke sfrutta la propria esperienza trentennale per raccontare la nascita del Sole, le sue
proprietà fondamentali, le tecniche impiegate per studiarle e i molteplici effetti dell’attività solare
sull’uomo e sul clima. Scopriamo così che le macchie solari influenzano la temperatura della Terra e
che il vento solare può avere effetti fatali sui satelliti per le telecomunicazioni.
L’autore, norvegese, dedica un’attenzione particolare alle aurore boreali: le moderne tecniche di ricerca di questo fenomeno affascinante, frutto dell’interazione tra il vento solare e il campo magnetico
terrestre in prossimità dei poli, sono descritte con l’aiuto di immagini uniche e spettacolari.
(a cura di Silvano Minuto)
MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI
Concludiamo la descrizione dell’orologio astronomico di Padova iniziata nel bollettino n. 313..
Fotografia n. 4: Padova, Piazza delle Erbe – Palazzo della Ragione, quadrante solare
Bibliografia: Alfred Ungerer: “Les Horloges astronomiques et monumentales les plus remarquables de
l’Antiquité jusqu’à nos jours” (Strasburgo, 1931).
a cura di Salvatore Trani
LA MORTE PREMATURA DEI LED
30/01/2012
Mentre i vantaggi dei LED sono celebrati dalla
letteratura commerciale, ci sono caratteristiche su
cui poco si è indagato e ancor meno si è scritto;
una di queste è vita attesa del diodo che viene
data pari a 100.000 ore mentre nella realtà,
sostiene l'articolo, arriva a malapena a 25.000
(circa 3 anni). Negli ultimi anni vari test per
misurare la qualità dei LED sono stati sviluppati.
Senza scendere in dettaglio, l'articolo tratto dalla
rivista Olandese "SigPro Europe" (Dicembre 2011)
- dimostra gli effetti della temperatura sulla drastica
riduzione del ciclo di vita dei diodi luminosi.
Passando da una temperatura di giunzione di 63° ad
ad una di 74° la vita scenda dalle 60 alle 25.000 ore; in altre parole si ha una decurtazione del 60%
della vita attesa. Questo dovrebbe indurre a dimensionare adeguatamente le insegne e suggerisce
cautela nel formulare la garanzia del manufatto sulla base delle pure indicazioni commerciali; non a
caso la diffusione delle insegne a LED ha preso piede nei climi freddi dei Paesi centroeuropei
Inoltre sono sempre più frequenti le ricerche che indicano la pericolosità di questo tipo di lampade nei
confronti delle persone (di giovane età) e dell’ambiente esterno (flora e fauna).
DIARIO ASTRONOMICO – GIUGNO 2013
Data
Ora (TC)
Fenomeno
1
3
14 55
09 47
7
7
9
9
10
09 54
19 48
21 11
23 39
11 52
10
12 30
11
01 17
12
13
13
14
18 35
14 43
16 01
23 52
16
17
18
18
19
19 23
11 48
19 14
22 58
18 11
19
18 27
20
21
22
23
23
23
26
26
27
19 37
07 03
01 24
03 18
13 11
13 32
01 00
10 10
03 47
27
21 53
28
02 21
29
29
30
30
93 19
15 16
06 53
17 25
Massima librazione lunare in longitudine, visibile il lembo occidentale
Luna 3.4° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità poco prima
dell’alba, attorno alle 05 00
Mercurio a 14’ a sud di Epsilon Geminorum di mag. 3.1
Nettuno stazionario in AR. Moto da diretto a retrogrado
Nettuno 37’ a nord ovest di Sigma Aquarii di mag. 4.8
Luna all’apogeo (406 486 Km)
Luna 2.3° a nord di Gamma Geminorum (Alhena). Migliori condizioni di
osservabilità poco dopo il tramonto attorno alle 21 20
Luna 5.7° a sud di Venere. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il
tramonto, attorno alle 21 20
Luna 6.7° a sud di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità prima che la
LUna tramonti, attorno alle 22 00 del giorno precedente
Mercurio alla massima elongazione est (24.3°) dal Sole
Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord
Venere al perielio (0,7184 UA)
Luna 6.7° a sud di Alfa Leonis (Regolo). Evento che si verifica con gli astri
bassi sull’orizzonte
LUNA – Primo Quarto
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale.
Mercurio 7.2° a sud di Beta Geminorum (Polluce)
Luna 47’ a sud di Alfa Virginis (Spica)
Giove in congiunzione superiore con il Sole. Il pianeta è occultato dal disco
solare
Luna 4.3° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il
tramonto attorno alle 21 20
Mercurio 1.9° a sud di Venere
Solstizio estivo
Luna 5.8° a sud di Alfa Scorpii (Antares)
Venere 5.3° a sud di Beta Geminorum (Polluce)
Luna al perigeo (356 991 Km)
Luna Piena
Mercurio stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado)
Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud
La LUna occulta la stella 46 Capricorni di mag. 5.1. La riapparizione avviene
sul lembo lunare oscuro nel chiarore dell’alba
Luna 5° a nord di Nettuno. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata
della Luna, attorno alle 23 30
La Luna occulta la stella Kappa Aquarii di mag. 5.00. La scomparsa avviene
dietro il lembo lunare illuminato; la riapparizione avviene alle 02 56. Non visibile
nelle regioni settentrionali, radente per parte del Piemonte, Lombardia, Emilia
Romagna, Veneto e Friuli
Mercurio all’afelio (o,4667 UA)
Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale
LUNA – Ultimo Quarto
Luna 3.1° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata
della Luna, attorno alle 01 00 del giorno seguente
TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale)
Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale)
IMPARARE GLI ALLINEAMENTI
Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le
costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno
vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile.
Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette
asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro
da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree
della volta celeste.
In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le
varie costellazioni per raggruppamenti omogenei.
I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011
II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011
III – Cassiopeia – 31.5.2011
IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011
V – Cefeo – 31.8.2011
VI – Drago – 30.9.2010
VII – Perseo – 27.10.2011
VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011
IX – Triangolo estivo – 31.12.2011
X – La Lira – 31.01.2012
XI – Il Cigno – 28.02.2012
XII – L’Aquila – 31.03.2012
XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012
XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012
XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012
XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012
XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012
XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012
XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco – 2.11.2012
XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012
XXVI – Ofiuco – 31.12.2012
XXVII – Serpente – 31-1-2013
XXVIII – Scorpione – 28.2.2013
XXIX – Bilancia 31.3.2013
XXX – Sagittario – 30.04.2013
Capricorno
La costellazione del Capricorno è una figura tipica della fine dell'estate: sebbene si trovi nell'emisfero
australe, rimane comunque abbastanza alta sopra l'orizzonte; si trova ad est della Via Lattea e
prende il posto del Sagittario in direzione sud verso i mesi di agosto e settembre.
Per individuarla, ci si può aiutare con la costellazione dell'Aquila e con la stella Altair, nel modo
indicato nella mappa: collegando Altair alla stella θ Aquilae e prolungando nella stessa direzione circa
due volte, si arriva nel centro del Capricorno.
Alle estremità orientale e occidentale della costellazione sono presenti due coppie di stelle di terza
magnitudine, collegate fra loro da due allineamenti di stelle di quarta, che delimitano la figura
dell'animale mitologico che la costellazione intende rappresentare: una capra con la coda di pesce.
Un binocolo consente di scoprire che la stella Al Giedi, una delle più brillanti della costellazione, è una
stella doppia.
Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il
15.2.2011
INVITO ALL’OSSERVAZIONE
STELLE DOPPIE
Alfa Capricorni – Al Giedi
AR 20h 18m – D -12° 32’
Sep. 377” – mag. 3.5 e 4.5 – AP° 290
Stella doppia ottica, visibile in buone condizioni anche ad occhio nudo.
La componente più luminosa è di colore giallo, mentre l’altra è arancione, entrambe queste stelle
hanno delle compagne. La prima di nona magnitudine distante 45”, mentre l’altra ne ha addirittura
due, di uguale magnitudine 11.5 distanti 8.3” e 1.2”.
AMMASSI GLOBULARI
CAPRICORNO
NGC 7099 M 30
AR 21h 40m – Dec – 23° 10’
Dimensioni 11’ – mag. 7.5
M30 si individua nella parte sudorientale della costellazione, a circa
3,5° ad est dalla stella ζ Capricorni, un
astro di quarta magnitudine; può
essere individuato con facilità anche
con un binocolo 10x50 in buone
condizioni atmosferiche, ma il suo
aspetto resta circolare e nebuloso,
dato che le sue stelle non sono
risolvibili. Un telescopio da 114mm e
un buon ingrandimento permette di
intravedere
qualche
astro,
che
diventano diverse decine con uno
strumento da 200mm.
M30 può essere osservato con discreta
facilità da tutte le aree popolate della
Terra, grazie al fatto che è situata a una
declinazione non eccessivamente australe:
soltanto in alcune aree del Nord Europa e
del Canada, nei pressi del circolo polare
artico, la sua visibilità risulta difficoltosa
(oltre diventa impossibile scorgerlo),
mentre nell'Europa centrale appare
piuttosto basso sull'orizzonte; dall'emisfero
sud l'ammasso è ben visibile alto nelle
notti dell'inverno australe e nella sua fascia
tropicale può vedersi perfettamente allo
zenit.
Il periodo migliore per la sua osservazione
nel cielo serale è quello compreso fra
luglio e novembre.
M30 è stato scoperto da Charles Messier
nel 1764 che lo descrive così: "Nebulosa
scoperta vicino a 41 Capricorni. Vista con
difficoltà nel telescopio da 3 piedi e mezzo.
Rotonda, non contiene stelle...". William Herschel fu il primo a risolverlo in stelle nel 1783 ed a
classificarlo come ammasso globulare. L'ammiraglio Smyth lo descrive come un oggetto debole e
pallidamente bianco, con aspetto ellittico e con concatenazioni di stelle verso nord.
Questo denso ammasso si trova a circa 26.000 anni luce dalla Terra (altri autori indicano la distanza
in 40.000 al) ed ha un diametro di circa 76 anni luce; l'ammasso si sta avvicinando ad una velocità di
182 km/s. Il nucleo di questo ammasso ha una popolazione stellare estremamente densa ed è in fase
di collasso, come è successo anche in un'altra ventina di ammassi globulari della nostra Galassia, fra
i quali M15, M62 ed M70.
Al suo interno sono state osservate una dozzina di stelle variabili. La più brillante è una gigante rossa
di magnitudine 12.1; la magnitudine media delle sue 25 stelle più luminose è invece pari a 14,63.
Fonti: Atlante del Cielo e siti internet
CHIARITA L’ORIGINE DEI “MASCON” LUNARI
Queste anomalie gravitazionali, dovute a concentrazioni di massa (mascon=mass concentration),
sono state un enigma fin dalla loro scoperta nel 1968: l'impatto di meteoriti che li genera dovrebbe
infatti ridurre la massa, non aumentarla. Grazie alla precisa mappatura del campo gravitazionale del
nostro satellite eseguita dalle sonde GRAIL è ora possibile dare alla loro formazione una spiegazione
più plausibile di quelle finora avanzate
La mappatura ad alta risoluzione del campo gravitazionale della
Luna, realizzata dalle sonde Gravity Recovery and Interior
Laboratory (GRAIL), unita ai dati altimetrici forniti dal Lunar
Orbiter Laser Al-timeter (LOLA), ha permesso a un gruppo
internazionale di geofisici e planetologi - che firmano un articolo a
prima firma H.J. Melosh su “Science” - di spiegare le anomalie
gravitazionali associate a bacini da impatto lunari, la cui origine
ha lasciato perplessi gli scienziati fin dalla loro scoperta nel 1968.
Determinate da significative concentrazioni di massa - da cui il termine mascon (mass concentration)
spesso usato per indicarle, queste anomalie si presentano in corrispondenza di bacini da impatto, per
lo più riempiti da roccia basaltica, una caratteristica successivamente rilevata anche per le anomalie
gravitazionali scoperte su Marte e Mercurio.
Tuttavia, l'esistenza di questi mascon sembra incompatibile con l'origine dei bacini lunari in cui si
formano: l'impatto scava un buco nella crosta e nel mantello superiore, che dovrebbe dar luogo a un
deficit di massa più che a una sua concentrazione. Il flusso di materiale dal mantello lunare verso
l'interno del bacino certamente riduce il deficit di massa iniziale, ma non è in grado di trasformarlo in
un eccesso di massa.
Per spiegare i mascon, è stato quindi ipotizzato che il
mantello potesse rimbalzare al sopra del suo livello
isostatico risucchiando dalle profondità grandi quantità di
materiale che sarebbe poi subito congelato in quella
posizione. Questa ipotesi però non riesce a conciliare
adeguatamente i valori relativi alle temperature indotte
dall'impatto, alla fluidità della roccia e ai suoi tempi di
raffreddamento.
Ora, sulla base delle nuove rilevazioni gravimetriche, che
hanno permesso di definire con precisione anche le
caratteristiche di un anello di riduzione di massa che
circonda tutte queste concentrazioni di massa, Melosh e
collaboratori sono riusciti a sviluppare un modello della
formazione dei mascon che non prevede il rimbalzo del
mantello, ma un più normale lento flusso di materiale.
Questo flusso sarebbe in particolare indotto da due regioni
a bassa densità generate dal processo d'impatto, una
Gradienti di gravità di una faccia della regione a forma di corona circolare formata dalla crosta a
Luna. (Cortesia NASA/JPLbassa densità e da una regione di mantello a bassa densità
Caltech/CSM
al di sotto del bacino d'impatto. Secondo il modello, la parte
esposta si raffredda rapidamente, mentre al di sotto di questo
strato superficiale le differenze di densità profonde continuano ad alimentare il flusso del mantello,
finendo per sollevare l'intero bacino.
Un aspetto interessante del modello elaborato è che l'evoluzione dell'anomalia è legata all'energia
dell'impatto che la provoca, al gradiente termico all'interno del corpo celeste al momento dell'evento e
dallo spessore della crosta.
I mascon presenti su Marte e Mercurio, osservano i ricercatori, potranno quindi in futuro essere
utilizzati come una sorta di sonda per studiare più approfonditamente l'evoluzione geologica anche di
questi pianeti.
Fonte: Rivista Le Scienze
Schema del processo di formazione delle anomalie gravitazionali. (Cortesia L. G. J.
Montesi/Science/AAAS)
CINQUE PER MILLE
Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la
struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola)
e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca.
APAN
Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus
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di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande
opportunità – Casella sostegno del volontariato
C.F. osservatorio 00437210032
FLY ME TO THE MOON
Il promontorio Kelvin
Nella regione del Mare Humorum possiamo osservare il promontorio "Kelvin", un promontorio
triangolare di 41 Km che si trova sul bordo sud-orientale del Mare Humorum, vicino alla Rupes Kelvin.
Si pensa che il periodo della sua formazione risalga al periodo Pre-Imbriano (da -4.55 miliardi di anni a
-3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2
giorni dopo l'ultimo quarto.
Alcuni dati:
Longitudine: 33.0° Ovest
Latitudine: 27.0° Sud
Quadrante: Sud-Ovest
Area: Regione del Mare Humorum
Origine del nome:
Dettagli: Promontorio Kelvin (Sir William Thomson Lord Kelvin)
Fisico britannico del 19° secolo nato in Gran Bretagna
Nato a: Belfast nel 1824
Morto a: Strathclyde nel 1907
Fatti notevoli: Presidente della Royal Society nel 1890. Specialista di termodinamica e di elettricità.
Inventore del galvanometro. Studi sulle maree e sulla contrazione del Sole. Inventore di un regolo
calcolatore.
Autore del nome: Krieger / König (1912)
Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato
Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato
Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato
Nelle foto una ripresa amatoriale del promontorio "Kelvin e un ritratto dell'epoca di Sir William
Thomson Lord Kelvin. Lo strumento minimo per poter osservare questo promontorio è un rifrattore da
60mm.
Davide Crespi
L’ASTEROIDE NOVARA
Ad uno degli asteroidi scoperti all’osservatorio di Suno è stato assegnato il nome “Novara”.
Riportiamo gli articoli apparsi su “La Stampa” e sul periodico “Corriere di Novara”.
IL SOLE
Domenica 12, vista la discreta attivita fotosferica e approfittando del bel tempo, ho fotografato il Sole
in luce bianca dal balcone di casa, per le riprese ho utilizzato il rifrattore Vixen 102 ED, il prisma di
Hershel e la barlow apo 2X, per il Sole intero il Takahashi FS60CB con filtro in astrosolar, la camera,
la solita Point Grey Chameleon color, molto interessante e da seguire, tempo permettendo,
l'evoluzine dell'AR 1745.
Martedi 14, con Silvano, prima di dedicarci alla pulizia più imbiancatura del soppalco dell'osservatorio,
abbiamo ripreso la pirotecnica AR 1748, visibile in prossimità del bordo orientale dell'emisfero Nord
del Sole, in tre giorni ha già prodotto quattro flare di classe X con relativi CME, che visto la posizione
della macchia, non hanno investito direttamente la Terra, l'immagine non è un gran che ma è quello
che si è potuto ricavare dai pochi frame utili, nei filmati ripresi, il Sole, è per quasi tutta la loro durata
coperto dalle nuvole.
Giuseppe Bianchi
COSE DI VENERE
Venere è il secondo pianeta del Sistema Solare. Venere può essere visibile poco prima dell'alba o
poco dopo il tramonto, per questa ragione in antichità era chiamata la "Stella del Mattino" o la "Stella
della Sera".
Venere è il pianeta più caldo del Sistema Solare alla superficie ha una temperatura prossima ai 500
gradi causato dall'effetto serra. Non ha satelliti, è roccioso e la sua atmosfera è un composto di vari
gas, tutti nocivi per l'uomo. All'interno Venere è simile alla Terra: è formata da un nucleo, da un
mantello e da una crosta.
La superficie venusiana appare geologicamente molto giovane; i fenomeni vulcanici sono molto estesi
e i vulcani sono tuttora attivi.
L'orbita di Venere è quasi circolare e le variazioni della sua elongazione (in astronomia l'elongazione
di un pianeta è data dall'angolo formato tra il Sole ed il pianeta in esame visto dalla Terra) massima
attorno a 45 gradi, dando al pianeta una buona possibilità di osservazione a volte, prima del sorgere
del sole, a volte, subito dopo il tramonto del Sole stesso.
Venere compie la sua rotazione in senso contrario a quello degli altri pianeti e si compie in 243 giorni.
Poiché la rivoluzione attorno al Sole è compiuta da Venere in circa 225 giorni, porta alla particolarità
che su Venere l'anno è più corto del giorno!
A causa della rotazione retrograda il moto apparente del Sole è opposto alle nostre abitudini, quindi i
venusiani (che non ci sono!) vedrebbero sorgere il Sole ad ovest e tramontare ad est.
A parte il Sole e la Luna e qualche volta Giove, il pianeta Venere si può scorgere ad occhio nudo
anche di giorno, sapendo però dove guardare.
Il pianeta Venere è stato visitato da molte sonde automatiche in particolar modo russe denominate
"Venera" sino dal 1967.
Nella storia dell'astronomia Venere occupa un posto importante, essendo, come Mercurio, un pianeta
interno; transita a volte, anche se raramente, sopra al disco solare; si vede un grosso punto nero che
attraversa il Sole su una corda del disco solare, i tempi diversi da luogo a luogo a causa della
parallasse, permettono agli astronomi di calcolare l'Unità Astronomica ovvero la distanza media tra la
Terra ed il Sole; questo evento è recentemente capitato nel 2004 e nel 2012.
Mitico è il viaggio del capitano James Cook nel 1769 a Tahiti nella Polinesia Francese, allora sotto la
corona britannica, appunto per rilevare i tempi del transito di Venere di quell'anno, lontano
dall'Europa, per avere una diversa parallasse.
Anche il divino poeta Dante Alighieri nella sua profonda cultura astronomica anche se secondo
Tolomeo (terra al centro del Mondo) nel Purgatorio nel primo capitolo al verso 19, così chiama
Venere "Lo bel pianeta che ad amar conforta" .
Uranio
IL SITO DELL’OSSERVATORIO
Da poco l'osservatorio ha una propria pagina facebook:
https://www.facebook.com/OsservatorioAstronomicoGalileoGalilei
Inoltre in questo periodo a causa della procedura di migrazione del dominio l'indirizzo www.apan.it
potrebbe risultare irraggiungibile, Il sito internet ufficiale è comunque raggiungibile e visitabile
all'indirizzo www.osservatoriogalilei.com
Hanno collaborato
Silvano Minuto
Salvatore Trani
Davide Crespi
Sandro Baroni
Giuseppe Bianchi
Sergio Foglia
Vittorio Sacco
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