OSSERVATORIO ASTRONOMICO GALILEO GALILEI 28019 SUNO (NO) - Tel. 032285181 - 032285210 apansuno @ tiscali.it www.apan.it - www.osservatoriogalilei.com BOLLETTINO N. 316 Mercoledì 5 giugno 2013, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. La Luna sarà prossima al novilunio per cui sorgerà solo verso mattina; in prima sera, data la usa assenza, si potranno osservare gli oggetti del cielo profondo. Saranno visibili, ad esempio, le galassie del Leone, della Chioma di Berenice e della Vergine. Saturno sarà visibile tutta notte nella costellazione della Vergine. Giove, Venere e Mercurio saranno visibili al tramonto molto bassi all’orizzonte ovest tra le costellazioni del Toro e dei Gemelli Marte sorgerà al mattino poco prima del Sole nel Toro. RECENSIONI PAL BREKKE IL SOLE Storia illustrata della nostra esplosiva sorgente di luce e vita Edizioni Dedalo, maggio 2013 Formato 20x20 cm – pag. 168 Prezzo € 20.00 Per gli abitanti di un’altra galassia sarebbe una stella qualunque, confusa tra i 200 miliardi di astri che compongono la Via Lattea. Per noi, il Sole è la fonte di energia che ha reso possibile la nascita della vita e che influenza in tanti modi la nostra società tecnologica. Il disco brillante che ogni giorno, da miliardi di anni, attraversa lentamente il cielo del nostro pianeta dispensandoci luce e calore nasconde una natura turbolenta. Pal Brekke sfrutta la propria esperienza trentennale per raccontare la nascita del Sole, le sue proprietà fondamentali, le tecniche impiegate per studiarle e i molteplici effetti dell’attività solare sull’uomo e sul clima. Scopriamo così che le macchie solari influenzano la temperatura della Terra e che il vento solare può avere effetti fatali sui satelliti per le telecomunicazioni. L’autore, norvegese, dedica un’attenzione particolare alle aurore boreali: le moderne tecniche di ricerca di questo fenomeno affascinante, frutto dell’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre in prossimità dei poli, sono descritte con l’aiuto di immagini uniche e spettacolari. (a cura di Silvano Minuto) MERIDIANE E QUADRANTI SOLARI Concludiamo la descrizione dell’orologio astronomico di Padova iniziata nel bollettino n. 313.. Fotografia n. 4: Padova, Piazza delle Erbe – Palazzo della Ragione, quadrante solare Bibliografia: Alfred Ungerer: “Les Horloges astronomiques et monumentales les plus remarquables de l’Antiquité jusqu’à nos jours” (Strasburgo, 1931). a cura di Salvatore Trani LA MORTE PREMATURA DEI LED 30/01/2012 Mentre i vantaggi dei LED sono celebrati dalla letteratura commerciale, ci sono caratteristiche su cui poco si è indagato e ancor meno si è scritto; una di queste è vita attesa del diodo che viene data pari a 100.000 ore mentre nella realtà, sostiene l'articolo, arriva a malapena a 25.000 (circa 3 anni). Negli ultimi anni vari test per misurare la qualità dei LED sono stati sviluppati. Senza scendere in dettaglio, l'articolo tratto dalla rivista Olandese "SigPro Europe" (Dicembre 2011) - dimostra gli effetti della temperatura sulla drastica riduzione del ciclo di vita dei diodi luminosi. Passando da una temperatura di giunzione di 63° ad ad una di 74° la vita scenda dalle 60 alle 25.000 ore; in altre parole si ha una decurtazione del 60% della vita attesa. Questo dovrebbe indurre a dimensionare adeguatamente le insegne e suggerisce cautela nel formulare la garanzia del manufatto sulla base delle pure indicazioni commerciali; non a caso la diffusione delle insegne a LED ha preso piede nei climi freddi dei Paesi centroeuropei Inoltre sono sempre più frequenti le ricerche che indicano la pericolosità di questo tipo di lampade nei confronti delle persone (di giovane età) e dell’ambiente esterno (flora e fauna). DIARIO ASTRONOMICO – GIUGNO 2013 Data Ora (TC) Fenomeno 1 3 14 55 09 47 7 7 9 9 10 09 54 19 48 21 11 23 39 11 52 10 12 30 11 01 17 12 13 13 14 18 35 14 43 16 01 23 52 16 17 18 18 19 19 23 11 48 19 14 22 58 18 11 19 18 27 20 21 22 23 23 23 26 26 27 19 37 07 03 01 24 03 18 13 11 13 32 01 00 10 10 03 47 27 21 53 28 02 21 29 29 30 30 93 19 15 16 06 53 17 25 Massima librazione lunare in longitudine, visibile il lembo occidentale Luna 3.4° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità poco prima dell’alba, attorno alle 05 00 Mercurio a 14’ a sud di Epsilon Geminorum di mag. 3.1 Nettuno stazionario in AR. Moto da diretto a retrogrado Nettuno 37’ a nord ovest di Sigma Aquarii di mag. 4.8 Luna all’apogeo (406 486 Km) Luna 2.3° a nord di Gamma Geminorum (Alhena). Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto attorno alle 21 20 Luna 5.7° a sud di Venere. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto, attorno alle 21 20 Luna 6.7° a sud di Mercurio. Migliori condizioni di osservabilità prima che la LUna tramonti, attorno alle 22 00 del giorno precedente Mercurio alla massima elongazione est (24.3°) dal Sole Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo nord Venere al perielio (0,7184 UA) Luna 6.7° a sud di Alfa Leonis (Regolo). Evento che si verifica con gli astri bassi sull’orizzonte LUNA – Primo Quarto Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo orientale. Mercurio 7.2° a sud di Beta Geminorum (Polluce) Luna 47’ a sud di Alfa Virginis (Spica) Giove in congiunzione superiore con il Sole. Il pianeta è occultato dal disco solare Luna 4.3° a sud di Saturno. Migliori condizioni di osservabilità poco dopo il tramonto attorno alle 21 20 Mercurio 1.9° a sud di Venere Solstizio estivo Luna 5.8° a sud di Alfa Scorpii (Antares) Venere 5.3° a sud di Beta Geminorum (Polluce) Luna al perigeo (356 991 Km) Luna Piena Mercurio stazionario in AR (moto da diretto a retrogrado) Massima librazione lunare in latitudine. Visibile il polo sud La LUna occulta la stella 46 Capricorni di mag. 5.1. La riapparizione avviene sul lembo lunare oscuro nel chiarore dell’alba Luna 5° a nord di Nettuno. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 23 30 La Luna occulta la stella Kappa Aquarii di mag. 5.00. La scomparsa avviene dietro il lembo lunare illuminato; la riapparizione avviene alle 02 56. Non visibile nelle regioni settentrionali, radente per parte del Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Mercurio all’afelio (o,4667 UA) Massima librazione lunare in longitudine. Visibile il lembo occidentale LUNA – Ultimo Quarto Luna 3.1° a nord di Urano. Migliori condizioni di osservabilità dopo la levata della Luna, attorno alle 01 00 del giorno seguente TT – 1 minuto = TU (TT tempo terrestre – TU tempo universale) Tempo civile = TU più 1 ora o 2 ore (nel periodo di ora legale) IMPARARE GLI ALLINEAMENTI Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le varie costellazioni per raggruppamenti omogenei. I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011 II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 III – Cassiopeia – 31.5.2011 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 V – Cefeo – 31.8.2011 VI – Drago – 30.9.2010 VII – Perseo – 27.10.2011 VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011 IX – Triangolo estivo – 31.12.2011 X – La Lira – 31.01.2012 XI – Il Cigno – 28.02.2012 XII – L’Aquila – 31.03.2012 XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012 XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012 XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012 XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012 XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012 XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012 XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco – 2.11.2012 XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012 XXVI – Ofiuco – 31.12.2012 XXVII – Serpente – 31-1-2013 XXVIII – Scorpione – 28.2.2013 XXIX – Bilancia 31.3.2013 XXX – Sagittario – 30.04.2013 Capricorno La costellazione del Capricorno è una figura tipica della fine dell'estate: sebbene si trovi nell'emisfero australe, rimane comunque abbastanza alta sopra l'orizzonte; si trova ad est della Via Lattea e prende il posto del Sagittario in direzione sud verso i mesi di agosto e settembre. Per individuarla, ci si può aiutare con la costellazione dell'Aquila e con la stella Altair, nel modo indicato nella mappa: collegando Altair alla stella θ Aquilae e prolungando nella stessa direzione circa due volte, si arriva nel centro del Capricorno. Alle estremità orientale e occidentale della costellazione sono presenti due coppie di stelle di terza magnitudine, collegate fra loro da due allineamenti di stelle di quarta, che delimitano la figura dell'animale mitologico che la costellazione intende rappresentare: una capra con la coda di pesce. Un binocolo consente di scoprire che la stella Al Giedi, una delle più brillanti della costellazione, è una stella doppia. Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere stelle e costellazioni – Recensito il 15.2.2011 INVITO ALL’OSSERVAZIONE STELLE DOPPIE Alfa Capricorni – Al Giedi AR 20h 18m – D -12° 32’ Sep. 377” – mag. 3.5 e 4.5 – AP° 290 Stella doppia ottica, visibile in buone condizioni anche ad occhio nudo. La componente più luminosa è di colore giallo, mentre l’altra è arancione, entrambe queste stelle hanno delle compagne. La prima di nona magnitudine distante 45”, mentre l’altra ne ha addirittura due, di uguale magnitudine 11.5 distanti 8.3” e 1.2”. AMMASSI GLOBULARI CAPRICORNO NGC 7099 M 30 AR 21h 40m – Dec – 23° 10’ Dimensioni 11’ – mag. 7.5 M30 si individua nella parte sudorientale della costellazione, a circa 3,5° ad est dalla stella ζ Capricorni, un astro di quarta magnitudine; può essere individuato con facilità anche con un binocolo 10x50 in buone condizioni atmosferiche, ma il suo aspetto resta circolare e nebuloso, dato che le sue stelle non sono risolvibili. Un telescopio da 114mm e un buon ingrandimento permette di intravedere qualche astro, che diventano diverse decine con uno strumento da 200mm. M30 può essere osservato con discreta facilità da tutte le aree popolate della Terra, grazie al fatto che è situata a una declinazione non eccessivamente australe: soltanto in alcune aree del Nord Europa e del Canada, nei pressi del circolo polare artico, la sua visibilità risulta difficoltosa (oltre diventa impossibile scorgerlo), mentre nell'Europa centrale appare piuttosto basso sull'orizzonte; dall'emisfero sud l'ammasso è ben visibile alto nelle notti dell'inverno australe e nella sua fascia tropicale può vedersi perfettamente allo zenit. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra luglio e novembre. M30 è stato scoperto da Charles Messier nel 1764 che lo descrive così: "Nebulosa scoperta vicino a 41 Capricorni. Vista con difficoltà nel telescopio da 3 piedi e mezzo. Rotonda, non contiene stelle...". William Herschel fu il primo a risolverlo in stelle nel 1783 ed a classificarlo come ammasso globulare. L'ammiraglio Smyth lo descrive come un oggetto debole e pallidamente bianco, con aspetto ellittico e con concatenazioni di stelle verso nord. Questo denso ammasso si trova a circa 26.000 anni luce dalla Terra (altri autori indicano la distanza in 40.000 al) ed ha un diametro di circa 76 anni luce; l'ammasso si sta avvicinando ad una velocità di 182 km/s. Il nucleo di questo ammasso ha una popolazione stellare estremamente densa ed è in fase di collasso, come è successo anche in un'altra ventina di ammassi globulari della nostra Galassia, fra i quali M15, M62 ed M70. Al suo interno sono state osservate una dozzina di stelle variabili. La più brillante è una gigante rossa di magnitudine 12.1; la magnitudine media delle sue 25 stelle più luminose è invece pari a 14,63. Fonti: Atlante del Cielo e siti internet CHIARITA L’ORIGINE DEI “MASCON” LUNARI Queste anomalie gravitazionali, dovute a concentrazioni di massa (mascon=mass concentration), sono state un enigma fin dalla loro scoperta nel 1968: l'impatto di meteoriti che li genera dovrebbe infatti ridurre la massa, non aumentarla. Grazie alla precisa mappatura del campo gravitazionale del nostro satellite eseguita dalle sonde GRAIL è ora possibile dare alla loro formazione una spiegazione più plausibile di quelle finora avanzate La mappatura ad alta risoluzione del campo gravitazionale della Luna, realizzata dalle sonde Gravity Recovery and Interior Laboratory (GRAIL), unita ai dati altimetrici forniti dal Lunar Orbiter Laser Al-timeter (LOLA), ha permesso a un gruppo internazionale di geofisici e planetologi - che firmano un articolo a prima firma H.J. Melosh su “Science” - di spiegare le anomalie gravitazionali associate a bacini da impatto lunari, la cui origine ha lasciato perplessi gli scienziati fin dalla loro scoperta nel 1968. Determinate da significative concentrazioni di massa - da cui il termine mascon (mass concentration) spesso usato per indicarle, queste anomalie si presentano in corrispondenza di bacini da impatto, per lo più riempiti da roccia basaltica, una caratteristica successivamente rilevata anche per le anomalie gravitazionali scoperte su Marte e Mercurio. Tuttavia, l'esistenza di questi mascon sembra incompatibile con l'origine dei bacini lunari in cui si formano: l'impatto scava un buco nella crosta e nel mantello superiore, che dovrebbe dar luogo a un deficit di massa più che a una sua concentrazione. Il flusso di materiale dal mantello lunare verso l'interno del bacino certamente riduce il deficit di massa iniziale, ma non è in grado di trasformarlo in un eccesso di massa. Per spiegare i mascon, è stato quindi ipotizzato che il mantello potesse rimbalzare al sopra del suo livello isostatico risucchiando dalle profondità grandi quantità di materiale che sarebbe poi subito congelato in quella posizione. Questa ipotesi però non riesce a conciliare adeguatamente i valori relativi alle temperature indotte dall'impatto, alla fluidità della roccia e ai suoi tempi di raffreddamento. Ora, sulla base delle nuove rilevazioni gravimetriche, che hanno permesso di definire con precisione anche le caratteristiche di un anello di riduzione di massa che circonda tutte queste concentrazioni di massa, Melosh e collaboratori sono riusciti a sviluppare un modello della formazione dei mascon che non prevede il rimbalzo del mantello, ma un più normale lento flusso di materiale. Questo flusso sarebbe in particolare indotto da due regioni a bassa densità generate dal processo d'impatto, una Gradienti di gravità di una faccia della regione a forma di corona circolare formata dalla crosta a Luna. (Cortesia NASA/JPLbassa densità e da una regione di mantello a bassa densità Caltech/CSM al di sotto del bacino d'impatto. Secondo il modello, la parte esposta si raffredda rapidamente, mentre al di sotto di questo strato superficiale le differenze di densità profonde continuano ad alimentare il flusso del mantello, finendo per sollevare l'intero bacino. Un aspetto interessante del modello elaborato è che l'evoluzione dell'anomalia è legata all'energia dell'impatto che la provoca, al gradiente termico all'interno del corpo celeste al momento dell'evento e dallo spessore della crosta. I mascon presenti su Marte e Mercurio, osservano i ricercatori, potranno quindi in futuro essere utilizzati come una sorta di sonda per studiare più approfonditamente l'evoluzione geologica anche di questi pianeti. Fonte: Rivista Le Scienze Schema del processo di formazione delle anomalie gravitazionali. (Cortesia L. G. J. Montesi/Science/AAAS) CINQUE PER MILLE Sottoscrivete il cinque per mille a favore dell’Osservatorio: ci permette di ammodernare ed ampliare la struttura (stiamo realizzando un planetario ed adeguando l’automazione del telescopio e della cupola) e di migliore le prestazioni in particolar modo nel campo della divulgazione e della ricerca. APAN Associazione Provinciale Astrofili Novaresi - Onlus Sottoscrivi il tuo cinque per mille per l’Osservatorio Astronomico di Suno a Te non costa nulla ma per Noi è una grande opportunità – Casella sostegno del volontariato C.F. osservatorio 00437210032 FLY ME TO THE MOON Il promontorio Kelvin Nella regione del Mare Humorum possiamo osservare il promontorio "Kelvin", un promontorio triangolare di 41 Km che si trova sul bordo sud-orientale del Mare Humorum, vicino alla Rupes Kelvin. Si pensa che il periodo della sua formazione risalga al periodo Pre-Imbriano (da -4.55 miliardi di anni a -3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per l’osservazione è 3 giorni dopo il primo quarto oppure 2 giorni dopo l'ultimo quarto. Alcuni dati: Longitudine: 33.0° Ovest Latitudine: 27.0° Sud Quadrante: Sud-Ovest Area: Regione del Mare Humorum Origine del nome: Dettagli: Promontorio Kelvin (Sir William Thomson Lord Kelvin) Fisico britannico del 19° secolo nato in Gran Bretagna Nato a: Belfast nel 1824 Morto a: Strathclyde nel 1907 Fatti notevoli: Presidente della Royal Society nel 1890. Specialista di termodinamica e di elettricità. Inventore del galvanometro. Studi sulle maree e sulla contrazione del Sole. Inventore di un regolo calcolatore. Autore del nome: Krieger / König (1912) Nome dato da Langrenus: Nome non assegnato Nome dato da Hevelius: Nome non assegnato Nome dato da Riccioli: Nome non assegnato Nelle foto una ripresa amatoriale del promontorio "Kelvin e un ritratto dell'epoca di Sir William Thomson Lord Kelvin. Lo strumento minimo per poter osservare questo promontorio è un rifrattore da 60mm. Davide Crespi L’ASTEROIDE NOVARA Ad uno degli asteroidi scoperti all’osservatorio di Suno è stato assegnato il nome “Novara”. Riportiamo gli articoli apparsi su “La Stampa” e sul periodico “Corriere di Novara”. IL SOLE Domenica 12, vista la discreta attivita fotosferica e approfittando del bel tempo, ho fotografato il Sole in luce bianca dal balcone di casa, per le riprese ho utilizzato il rifrattore Vixen 102 ED, il prisma di Hershel e la barlow apo 2X, per il Sole intero il Takahashi FS60CB con filtro in astrosolar, la camera, la solita Point Grey Chameleon color, molto interessante e da seguire, tempo permettendo, l'evoluzine dell'AR 1745. Martedi 14, con Silvano, prima di dedicarci alla pulizia più imbiancatura del soppalco dell'osservatorio, abbiamo ripreso la pirotecnica AR 1748, visibile in prossimità del bordo orientale dell'emisfero Nord del Sole, in tre giorni ha già prodotto quattro flare di classe X con relativi CME, che visto la posizione della macchia, non hanno investito direttamente la Terra, l'immagine non è un gran che ma è quello che si è potuto ricavare dai pochi frame utili, nei filmati ripresi, il Sole, è per quasi tutta la loro durata coperto dalle nuvole. Giuseppe Bianchi COSE DI VENERE Venere è il secondo pianeta del Sistema Solare. Venere può essere visibile poco prima dell'alba o poco dopo il tramonto, per questa ragione in antichità era chiamata la "Stella del Mattino" o la "Stella della Sera". Venere è il pianeta più caldo del Sistema Solare alla superficie ha una temperatura prossima ai 500 gradi causato dall'effetto serra. Non ha satelliti, è roccioso e la sua atmosfera è un composto di vari gas, tutti nocivi per l'uomo. All'interno Venere è simile alla Terra: è formata da un nucleo, da un mantello e da una crosta. La superficie venusiana appare geologicamente molto giovane; i fenomeni vulcanici sono molto estesi e i vulcani sono tuttora attivi. L'orbita di Venere è quasi circolare e le variazioni della sua elongazione (in astronomia l'elongazione di un pianeta è data dall'angolo formato tra il Sole ed il pianeta in esame visto dalla Terra) massima attorno a 45 gradi, dando al pianeta una buona possibilità di osservazione a volte, prima del sorgere del sole, a volte, subito dopo il tramonto del Sole stesso. Venere compie la sua rotazione in senso contrario a quello degli altri pianeti e si compie in 243 giorni. Poiché la rivoluzione attorno al Sole è compiuta da Venere in circa 225 giorni, porta alla particolarità che su Venere l'anno è più corto del giorno! A causa della rotazione retrograda il moto apparente del Sole è opposto alle nostre abitudini, quindi i venusiani (che non ci sono!) vedrebbero sorgere il Sole ad ovest e tramontare ad est. A parte il Sole e la Luna e qualche volta Giove, il pianeta Venere si può scorgere ad occhio nudo anche di giorno, sapendo però dove guardare. Il pianeta Venere è stato visitato da molte sonde automatiche in particolar modo russe denominate "Venera" sino dal 1967. Nella storia dell'astronomia Venere occupa un posto importante, essendo, come Mercurio, un pianeta interno; transita a volte, anche se raramente, sopra al disco solare; si vede un grosso punto nero che attraversa il Sole su una corda del disco solare, i tempi diversi da luogo a luogo a causa della parallasse, permettono agli astronomi di calcolare l'Unità Astronomica ovvero la distanza media tra la Terra ed il Sole; questo evento è recentemente capitato nel 2004 e nel 2012. Mitico è il viaggio del capitano James Cook nel 1769 a Tahiti nella Polinesia Francese, allora sotto la corona britannica, appunto per rilevare i tempi del transito di Venere di quell'anno, lontano dall'Europa, per avere una diversa parallasse. Anche il divino poeta Dante Alighieri nella sua profonda cultura astronomica anche se secondo Tolomeo (terra al centro del Mondo) nel Purgatorio nel primo capitolo al verso 19, così chiama Venere "Lo bel pianeta che ad amar conforta" . Uranio IL SITO DELL’OSSERVATORIO Da poco l'osservatorio ha una propria pagina facebook: https://www.facebook.com/OsservatorioAstronomicoGalileoGalilei Inoltre in questo periodo a causa della procedura di migrazione del dominio l'indirizzo www.apan.it potrebbe risultare irraggiungibile, Il sito internet ufficiale è comunque raggiungibile e visitabile all'indirizzo www.osservatoriogalilei.com Hanno collaborato Silvano Minuto Salvatore Trani Davide Crespi Sandro Baroni Giuseppe Bianchi Sergio Foglia Vittorio Sacco