Principio di Landauer: legame tra Teoria dell’Informazione e termodinamica Seminario per l’esame di Struttura della Materia I Lorenzo Stipani Università di Pisa 13 Giugno 2013 ABSTRACT Il Principio di Landauer [1] mostra un collegamento tra la Termodinamica e la Teoria dell’Informazione (TI). Già Jaynes [2] aveva fatto notare che la Meccanica Statistica (MS) e quindi le leggi della termodinamica, adottando un punto di vista soggettivo, si potesse derivare dalla TI. La verifica sperimentale del Principio è stata realizzata solo 51 anni dopo la sua formulazione [3]. 1 La stima della massima entropia Un’interpretazione soggettiva della statistica consiste nel considerare la probabilità di realizzazione di un evento come espressione della nostra ignoranza sul fenomeno, quantificata dall’entropia d’informazione. Al contrario di quella oggettiva che considera la probabilità come la reale frequenza fenomenologica dell’evento, quella soggettiva non necessita di assumere vero l’assioma del Teorema Ergodico per cui una media sul tempo è uguale a quella statistica fatta su un ensamble. In quest’ottica l’unico assunto ragionevole, non basato sulle informazioni a disposizione, che può essere fatto è quello di rendere massima l’entropia e ricavare la distribuzione di probabilità. L’entropia di Shannon è definita H(p1 , . . . , pn ) := P −k ni=1 pi ln pi dove pi è la probabilità di realizzazione dell’i-esimo evento. La sua forma è determinata dalla richieste di essere positiva, ovviamente H(1) = 0, e monotona crescente di n per equiprobabilità, continua e derivabile ed infine additiva per eventi indipendenti. Si dimostra che questa definizione di entropia è compatibile con quella termodinamica S := KB ln W dove W é il numero di modi di realizzazione del sistema. Ad esempio, con la sola informazione della conservazione dell’energia media, è possibile ricavare la distribuzione di Boltzmann della termodinamica dell’ensamble canonico, proprio risolvendo il problema 2 Il diavoletto di Maxwell Il diavoletto di Maxwell consiste in un esperimento ideale in cui due recipienti contenenti del gas sono all’equilibrio termodinamico separati da una membrana che li rende chiusi tra loro. Un diavoletto potrebbe, senza spendere energia, lasciar passare una particella più veloce, conoscendone quindi impulso e posizione ovvero avendo informazioni sul moto, da una scatola all’altra e causare così una differenza di temperatura tra i due recipienti. Questa situazione di non equilibrio può essere usata per produrre lavoro in apparente violazione del Secondo Principio della Termodinamica. Bisogna notare che il diavoletto dovrebbe cancellare la sua memoria dopo aver lasciato passare una particella per immagazzinare l’informazione relativa alla successiva. Un simile diavoletto potrebbe essere un calcolatore. C’è però da tener presente che ad oggi i computer lavorano secondo una logica irreversibile, cioè conoscendo gli stati di output è impossibile avere informazioni su quelli esatti di input. Nel suo articolo originale Landauer studia un semplice esempio di questo tipo di logica: una buca di potenziale bistabile. L’operazione di cancellazione della memoria potrebbe essere un reset a 1, ovvero indipendentemente dallo stato iniziale 0/1 l’output sarebbe sempre 1. Inizialmente si ha una situazione simile ad un sistema a due livelli a temperatura diversa da zero, come nell’orientamento degli spin degli elettroni in max{H} P e−βEi 0 un campo magnetico. Per un array di N bit si i pi = 1 ⇒ pi = P −βEi e P p E = hEi avrebbero W = 2N combinazioni possibili e, asi i i i segnando ovviamente equiprobabilità ad ogni posdove β = 1/KB T quindi dal Primo Principio della sibile array, si ha dall’entropia di Shannon, o da Termodinamica si identifica k = KB . Questo risul- quella termodinamica: tato indica che la MS è una semplice applicazione delle leggi della TI, e quindi nell’ottica soggettiva 2N X 1 1 H = −k ln N = N k ln 2 (1) utilizzando le conoscenze fisiche solo per enumerare N 2 2 i=1 gli stati possibili del sistema, un semplice esempio di inferenza statistica. S = KB ln 2N = N KB ln 2 (2) quindi le due espressioni, per quanto detto nella sec.1, sono uguali nell’ambito della termodinamica in quanto k = KB . Nello stato finale di reset si ha ovviamente un’unica configurazione e quindi H = S = 0 da cui ∆S = N KB ln 2 (3) e questo è l’enunciato del Principio di Landauer. Trattandosi di sistemi fisici a quest’aumento di entropia è ovviamente associata una dissipazione di energia ∆E = N KB T ln 2, che rappresenta un limite inferiore. 3 La verifica sperimentale La difficoltà di realizzare un esperimento per verificare il P. di Landauer consiste nel manipolare sistemi di singola particella in regimi di basse dissipazioni. Si è trattato il problema utilizzando una goccia di silicio del diametro di 2 µm strizzato da una trappola ottica sul quale con un fascio laser (λ = 1064 nm) si è creato il potenziale bistabile, in modo che i due minimi fossero a distanza 1.45 µm. A questo punto per la transizione 0 → 1 si è abbassata la barriera tra le due buche da 8KT a 2.2KT in 1 s τcycle , in modo da non produrre effetti dissipativi, e poi con un attrito viscoso si è alzata la buca dello 0 per portare la particella in quella 1 nel tempo τcycle . A conclusione del reset si è ristabilita la forma del potenziale. Nel caso della transizione 1 → 1 ovviamente la particella è rimasta nella buca ma dopo la prima fase come nella situazione precedente si è dovuto reinizializzare il sistema, ristabilendo la fase iniziale della f.d’o. Dall’analisi del valor medio della posizione in funzione del tempo si è potuto calcolare il calore dissipato dall’integrale: Q=− Z τcycle ẋ(t) 0 ∂U (x, t) dt ∂x (4) Dai dati sperimentali si è osservato una saturazione al 95% di successo per l’operazione di reset a 1, e come aspettato dalle leggi della termodinamica il valore indicato da Landauer ∆S = N KB T ln 2 è raggiunto asintoticamente per τcycle → ∞. Riferimenti bibliografici [1] Landauer R. Irreversibility and heat generation in the computing process. IBM Journal of ReD, 5, 1961. [2] Jaynes E. Information theory and statistical mechanics. The Physical Review, 106, 4, 1957. [3] Bérut A. et al. Experimental verification of landauer principle linking information and thermodynamics. Nature, 483, 2012.