ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI Corso di laurea in SCIENZE AMBIENTALI Indirizzo TERRESTRE Stima dei livelli di campo elettromagnetico prodotti da sorgenti a bassa e alta frequenza a supporto del processo di pianificazione del territorio della Provincia di Rimini. Tesi di laurea in Principi di Valutazione di Impatto Ambientale Relatore Chiar.mo prof. Luigi Bruzzi Presentata da Massimiliano Pari Correlatore Dott. Stefano R. De Donato I sessione Anno Accademico 2006-07 1 «Questo è un piccolo passo per l’umanità, ma un grande balzo per un uomo» (Neil Armstrong) −1 2 Ringraziamenti. Vorrei ringraziare in primis il Prof. Luigi Bruzzi, che mi ha permesso di svolgere questo lavoro, per avermi seguito con attenzione ed aiutato nell’ottenere un tirocinio formativo presso l’ARPA di Rimini. Un ringraziamento particolare va al Dr. Stefano R. De Donato, Responsabile del Servizio Sistemi Ambientali dell’ARPA di Rimini, per la competenza e la disponibilità riscontrata, per avermi seguito sempre con interesse e per aver creduto nella realizzazione di questo progetto. Ringrazio tutto il personale Arpa che, durante tutto il periodo del tirocinio, mi ha supportato, consigliato e, soprattutto, mi ha fatto sempre sentire ‘di casa’. In particolare ringrazio: la Dr.ssa Roberta Monti, che spesso ha avuto l’onere di seguirmi all’interno dell’ARPA di Rimini, per la competenza, gentilezza e la pazienza riscontrata nei miei confronti. La Dr.ssa Maria Teresa Bagli, fondamentale per il conseguimento dei risultati riguardanti Cattolica, per la competenza e disponibilità. Ringrazio ancora il Dr. Paolo Bevitori, il Dr. Flavio Rovere e la Dr.ssa Federica Bernardi, per la loro competenza ed assistenza. Ringrazio la Dr.ssa Simona Verità, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna, per la cortese collaborazione. Un ringraziamento particolare alla mia famiglia, ai miei genitori Toni ed Elvira ed alla mia sorellina Giada, che mi hanno sempre appoggiato, ascoltato, aiutato e compreso durante tutto il mio iter universitario. Ringrazio anche la nonna Maria e lo zio Firmo importanti sostegni morali, sempre partecipi di ogni mio risultato scolastico. Ringrazio Nausica sempre infinitamente paziente e dolce. Ringrazio tutti gli amici, universitari e non, che con me hanno condiviso questa splendida esperienza, in particolare come non ricordare Andrea, Fabio e Marco (scusate se non vi cito ragazzi, ma siete troppi e non vorrei dimenticare qualcuno!). Ringrazio anche coloro che non ci credevano, perché mi hanno dato un motivo in più d’impegno. 3 Alma mater studiorum università di Bologna. 1 Introduzione. 6 1-LA FISICA DEI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI. 9 1.1.Il campo elettrico. 11 1.2.Il campo magnetico. 13 1.3.Le onde elettromagnetiche. 16 1.4.Caratteristiche delle onde elettromagnetiche e spettro d’onda. 18 2-CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA. 20 2.1. Descrizione dei programmi EFC-400 e MappeELF utilizzati per campi a bassa frequenza e dell’ algoritmo che ne sta alla base. 20 2.2. EFC-400 e MappeELF metodologie d’uso e confronto dei risultati in casi di prova. 24 2.2.1. Calcolo di campo in situazione con due tralicci e una campata tra essi. 28 2.2.2.- Situazione che prevede la presenza di un incrocio fra linee elettriche aeree. 30 2.2.3.- Cavo elicordato. 31 2.2.4.- Cavo elicordato obliquo inclinato e non inclinato. 32 2.2.5.- Cavo elicordato sistemato ad angolo. 35 2.2.6.- Cabina. 37 2.2.7.- Incrocio di linee elettriche aeree, in rapporto alla morfologia del terreno. 40 4 3-CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA. 42 3.1. descrizione dei programmi Nfa2k e CalcoloSRB utilizzati nel progetto di tesi e dell’algoritmo che ne sta alla base. 42 3.2. CalcoloSRB e Nfa2k: applicazione pratica dei due software e comparazione dei risultati. 47 3.2.1. Analisi con una singola antenna radio. 50 3.2.2. Studio di situazione con emissioni da parte di una singola antenna srb potenziata a 2000 W. 53 3.2.3. Osservazione di una situazione che prevede la presenza di un impianto srb emittente. 54 3.2.4. Due impianti srb irradianti la zona in analisi. 56 3.2.5. Impianti srb irradianti considerati in relazione all’altimetria del territorio. 58 3.3. Esiti e considerazioni delle prove effettuate. 59 4. DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA ARCVIEW. 62 5. LEGISLATURA VIGENTE IN MATERIA DI ELETTROSMOG. 64 6. STUDIO DELLE BASSE FREQUENZE SUL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIANO. 74 7. STUDIO DELLE ALTE FREQUENZE SUL TERRITORIO DEL COMUNE DI CATTOLICA. 83 Conclusioni. 95 Bibliografia. 98 5 INTRODUZIONE. Quando si parla di elettrosmog, si deve tenere ben presente che si è di fronte ad un problema piuttosto recente. All’inizio del ventesimo secolo, l’esposizione ai campi elettrici e magnetici era limitata esclusivamente ai campi di origine naturale, solo negli ultimi decenni si è potuto assistere ad un rapido incremento delle sorgenti inquinanti. Ciò è dovuto soprattutto alla crescita industriale di molti Paesi che ha determinato una sempre maggior domanda di strutture per la comunicazione e per la generazione, distribuzione, utilizzo dell’energia elettrica. Sebbene queste strutture abbiano contribuito a un miglioramento delle condizioni di vita dell’uomo, non bisogna tuttavia sottovalutare l’inevitabile aggravarsi dello stato dell’inquinamento da campi elettromagnetici che hanno comportato. In questo contesto si inserisce il lavoro proposto, volto a sottolineare i problemi, a livello sanitario e ambientale, derivati dall’esposizione a radiazioni elettromagnetiche e l’importanza che, in questo ambito, possono ricoprire alcuni programmi previsionali. Si sono esaminate in particolare sia le sorgenti a bassa frequenza, rappresentate nello specifico dai cosiddetti campi ELF (Extremely Low Frequency), sia quelle ad alta frequenza generate da Stazioni Radio Base (SRB) e da emittenti Radio e Tv. In entrambi i casi si sono presi in considerazione software previsionali che permettono di valutare l’entità di campi elettromagnetici in base a parametri tecnici e geometrici degli impianti considerati. Si è proceduto dapprima constatandone la reale efficacia in situazioni standard simulate, poi considerandone le potenzialità applicative e la loro importanza sia in fase di valutazione preliminare del rischio, sia in quella eventuale di risanamento. Al fine di comprendere maggiormente i benefici che possono derivare dall’applicazione dei suddetti modelli, si è operato applicando gli stessi sul territorio della Provincia di Rimini, fotografando una situazione reale. Per le alte frequenze si è analizzato il Comune di Coriano, attraversato da diversi elettrodotti anche di considerevole portata. Si è visto come il programma MappeELF porti all’evidenza eventuali situazioni a rischio e come possa essere 6 sfruttato, in fase di pianificazione territoriale, nel calcolo di aree di rispetto all’interno delle quali la destinazione d’uso è per legge fortemente limitata. Il Comune di Cattolica invece, ha rappresentato la zona di analisi per le sorgenti ad alta frequenza. Tramite il software CalcoloSRB si è sviluppata una stima dell’inquinamento del territorio e si è potuto così nuovamente constatare l’effettiva efficacia del modello sia nell’individuazione di situazioni limite, in rapporto alle indicazioni di legge, sia per ciò che concerne la fase di pianificazione del territorio, individuando immediatamente e con precisione le zone maggiormente sfruttate e simulando l’introduzione di nuove sorgenti irradianti. La seguente tesi è articolata in sette capitoli: Nel primo viene fornita una presentazione delle principali nozioni fisiche in materia di campi elettrici e magnetici, per meglio comprendere le basi che supportano il lavoro svolto. Nel secondo capitolo si sono sviluppate le considerazioni riguardanti la modellistica previsionale per le alte frequenze, descrivendo i programmi Nfa2k e CalcoloSRB e l’algoritmo alla loro base. Si è proceduto poi a compararne i risultati ai fini della verifica del loro buon funzionamento. Il capitolo successivo è volto ad esaminare i programmi EFC-400 e MappeELF in relazione ai campi generati dalle sorgenti a bassa frequenza. Anche in questo caso si sono considerati gli algoritmi di costruzione dei modelli e le metodogie di utilizzo. In ultimo si sono confrontati i valori restituiti in situazioni standard di prova. Nel quarto capitolo si sono indagate le normative vigenti in materia di elettrosmog, in osservanza alle numerose leggi che sono state emanate ai fini della tutela della salute. Come largamente sottolineato nel lavoro qui proposto, ArcView si è rivelato programma fondamentale per la rappresentazioni in carta dei risultati ottenuti. Nel quinto capitolo quindi sono state avanzate valutazioni sulle sue potenzialità e sulla metodologia di applicazione. 7 In ultimo, all’interno dei capitoli sesto e settimo, che contengono i risultati più importanti ricavati da questo lavoro, si è esaminata l’applicazione diretta dei software CalcoloSRB e MappeELF sul territori del comprensorio della Provincia di Rimini. In particolare il capitolo 6 si illustrano gli esiti dell’applicazione, nel Comune di Coriano, di MappeELF, mentre nel successivo si sono valutate le sorgenti ad alta frequenza ed il programma CalcoloSRB. 8 1-LA FISICA DEI CAMPI ELETTRICI E MAGNETICI. Tutti i fenomeni elettrici e magnetici hanno origine da cariche elettriche. Per comprendere a fondo la definizione di carica elettrica occorre risalire alla struttura degli atomi. L’atomo più semplice che conosciamo è quello di idrogeno, costituito da un protone ed un elettrone che vi gravita attorno. Questo può succedere solo perché protone ed elettrone sono vicendevolmente attratti fra loro da una proprietà denominata carica elettrica. Corpi contraddistinti da cariche di segno concordante si respingono, mentre corpi con segno opposto si attraggono, proprio come nell’esempio appena citato dove protone ed elettrone hanno valore assoluto uguale 1 ma segno contrario. Normalmente in un atomo si hanno elettroni e protoni in numero uguale e di conseguenza l’atomo stesso risulta neutro. Quando un atomo acquista o perde elettroni diventa una particella carica elettricamente chiamata ione, nel primo caso si parla di ione negativo nel secondo di ione positivo. 1 Valore corrispondente a 1,6*10 esp-19 coulomb. 9 Figura 1.1- struttura di un atomo. Oltre a tenere uniti gli atomi, le cariche elettriche sono responsabili anche delle interazioni fra atomi e fra molecole nonché delle reazioni chimiche. L’intensità della forza con cui due cariche si attraggono o si respingono risulta direttamente proporzionale al prodotto delle cariche ed inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra le stesse cariche. La legge di Coulomb esprime analiticamente quanto appena descritto: F= Q1Q2 4πε r 2 1 ⋅ [1.1] dove la forza F è espressa in Newton (N), Q1 e Q2 sono le cariche misurate in Coulomb (C), r la distanza fra le cariche espressa in metri ed ε è una costante che dipende dal mezzo in cui si trovano le cariche (nel caso di cariche poste in aria si approssima ε a ε 0 costante dielettrica nel vuoto pari a 8,85·10¹² C² /N·m²) 10 1.1-Il campo elettrico. Errore. Il segnalibro non è definito. Si definisce campo elettrico (E) una regione di spazio estesa intorno ad un oggetto dotato di carica elettrica, detto sorgente di campo, nella quale si manifestano -per effetto della distribuzione di cariche elettriche- delle forze di natura elettrica che agiscono sui corpi elettrizzati posti all’interno del campo. Analiticamente il campo elettrico generato dalla carica Q è definito come: E= F q [1.2] Errore. Il segnalibro non è definito.dove q è una piccola carica di prova positiva e F la forza di Coulomb. Posso ora ricavare il valore di campo generato dalla carica Q in ogni punto al suo intorno, partendo dalla formula appena scritta e dalla legge di Coulomb: E= 1 4πε 0 ⋅ Q r2 [1.3] La direzione del campo elettrico è la stessa della forza di Coulomb, per cui, avendo posto la carica di prova positiva, il campo risulterà attrattivo per Q negativa, repulsivo per Q positiva. L’andamento del campo elettrico nello spazio è generalmente rappresentato mediante linee di campo. Tale rappresentazione consente di esprimere la distribuzione nello spazio del modulo, della direzione e del verso del campo vettoriale. Le convenzioni adottate nella rappresentazione di E tramite linee di forza sono le seguenti: 11 • la tangente a una linea di forza, in ogni punto, da la direzione di E nel punto; • il numero delle linee che attraversano una superficie normale alle linee stesse, è direttamente proporzionale all’intensità del campo in quell’area. Dove le linee si addensano il campo elettrico è più intenso. Figura 1.2 – Linee di forza del campo elettrico generate da: a) una carica q+ puntiforme; b) un dipolo (cariche uguali ma di segno opposto q+ q-). Il campo elettrico non ha un valore costante nello spazio, esso decresce mano a mano che ci si allontana della carica Q. Questo risulta evidente anche solo osservando le linee di forza che si diradano allontanandosi dalla carica. E’ possibile descrivere il campo elettrico anche tramite una grandezza scalare: il potenziale elettrico V. Ipotizzando di spostare una carica di prova q 0 da un punto A a un punto B dello spazio, si compirebbe un lavoro W AB . La differenza di potenziale elettrico, spesso indicata con la sigla d.d.p., è definita come: V A − VB = W AB q0 [1.4] 12 L’unità di misura maggiormente usata per la d.d.p. è il volt (V). Per approssimazione, ponendo il punto A ad una distanza infinita da tutte le cariche, si può attribuire arbitrariamente a V A valore 0. Si può così definire il potenziale elettrico in un punto P come: V = W q0 [1.5] Il potenziale elettrico vicino ad una carica positiva isolata risulta dunque positivo, infatti deve essere compiuto un lavoro positivo da un agente esterno per spingervi una carica elettrica positiva da un punto infinitamente lontano. 1.2-Il campo magnetico. Il campo magnetico H è, come il campo elettrico, una grandezza vettoriale. La sua unità di misura è l’ampere/ metro (A/m) nel sistema MKS oppure l’Oersted (Or) nel sistema CGS. Il campo magnetico è generato da cariche elettriche in movimento, ossia in presenza di correnti. Quando un elettrone si muove attraverso un materiale conduttore, ad esempio attraverso un oggetto metallico, una certa quantità di carica viene trasportata da un’estremità all’altra. E’ definita intensità di corrente la quantità di carica che attraversa la sezione del conduttore nell’unità di tempo: I= Q t [1.6] Se si considerano due fili rettilinei attraversati da correnti I 1 e I 2 e separati da una distanza r molto piccola rispetto alla loro lunghezza, si osserva che sui 13 conduttori agisce una forza attrattiva se le due correnti hanno lo stesso verso, repulsiva qualora il verso sia opposto. L’intensità della forza agente su un tratto l del filo 2 è: F= μ I1 I 2 l ⋅ 2π r [1.7] Dove μ è una costante detta permeabilità magnetica che dipende dal mezzo materiale interposto. Nel caso il mezzo sia il vuoto, μ assume il valore μ 0 = 4π ⋅ 10 −7 N A 2 , valore che si può utilizzare, approssimando, anche per l’aria. F nella formula precedente è identificabile come forza magnetica. Analogamente a quanto detto per il campo elettrico, si può pensare ad un campo magnetico generato da una corrente che modifica lo spazio circostante. Nel caso sovracitato di due fili, la corrente I1 genera un campo capace di interagire con spazio circostante e quindi con il filo 2. Per descrivere la componente magnetica è possibile far riferimento all’intensità del campo magnetico (H) ma anche all’induzione magnetica (B). Le due grandezze sono direttamente proporzionali e sono legate fra loro dalla relazione: B = μH [1.8] μ nota come permeabilità magnetica, dipende dalla proprietà del mezzo in cui si effettuano le misure. Nel caso del filo rettilineo percorso da corrente I, l’intensità del vettore induzione magnetica nel vuoto è: B= μ0 I ⋅ 2π r [1.9] dove μ 0 è la permeabilità magnetica nel vuoto. Per rappresentare il campo magnetico si usano, come nel caso del campo elettrico, linee di campo. 14 Figura 1.3 – Campo di induzione magnetica prodotto da un conduttore percorso da corrente I. Nel caso di un conduttore rettilineo le linee di campo sono raffigurabili con circonferenze concentriche attorno al filo. Per definizione il campo magnetico in un punto è diretto come la tangente alla linea di campo in quel punto. A differenza del campo elettrico, la forza magnetica non ha direzione concorde al campo. Come si nota nella figura 1.3 la forza magnetica fra i due conduttori è perpendicolare alle direzioni del campo e delle correnti. Una situazione particolare si ha quando si considera il campo generato da una corrente circolare. In questo caso le linee di campo conseguenti risultano del tutto simili a quelle ben note generate da un magnete. 15 Figura 1.4 – Linee di forza del campo magnetico generate dalla corrente circolare I. Un magnete è costituito da un polo Nord, da cui fuoriescono le linee di campo, e da un polo Sud in cui le linee entrano 2 . Si potrebbe pensare ad un’ analogia con le cariche elettriche positive e negative, tuttavia nel caso di un magnete i due poli risultano essere non isolabili. Procedendo infatti a successive suddivisioni del magnete originario, si ripresentano sempre comunque un polo nord e uno sud nella forma di dipolo magnetico. Ciò nonostante, l’analogia fra campo magnetico di una spira e quello di una calamita, ha portato Ampére all’ipotesi, poi confermata, che i campi magnetici siano sempre dovuti a correnti elettriche. 1.3-Le onde elettromagnetiche. Sino ad ora si sono trattate situazioni che contemplano cariche elettriche ferme o correnti costanti. Se si considerano campi elettrici e magnetici variabili 2 Questo per convenzione. 16 nel tempo, si nota che una variazione di campo elettrico da origine ad un campo magnetico e che, viceversa, ad una variazione di quest’ultimo corrisponde la comparsa di un campo elettrico. Considerate queste proprietà, Maxwell fu in grado di predire l’esistenza di onde elettromagnetiche. Esse sono costituite da una catena di campi elettrici e magnetici capaci di generarsi reciprocamente e di propagarsi nello spazio, indipendentemente dalle cariche e correnti che le hanno generate. Le oscillazioni dei campi elettrici e magnetici che costituiscono un’onda elettromagnetica sono, ad elevate distanze dalla sorgente (ovvero in campo lontano), sinusoidali, in fase fra loro e ortogonali alla direzione di propagazione e costituiscono quella che è chiamata onda piana. Figura 1.5 – Rappresentazione del campo elettromagnetico. Si definisce intensità o densità di potenza (I), l’energia trasportata da un’onda elettromagnetica nell’unità di tempo e di superficie perpendicolare alla direzione di propagazione. Analiticamente si definisce I con l’equazione: I= ε μ E 2 eff [1.10] 17 dove E eff è il valore efficace dell’intensità del campo elettrico E, che per un’onda sinusoidale è: E eff = E max [1.11] 2 Così se si esprime I in W/ m², E in V/m e H in A/m, si ha che nel vuoto 3 I = E 2 eff 377 . 1.4-Caratteristiche delle onde elettromagnetiche e spettro d’onda. Gli elementi distintivi delle onde elettromagnetiche sono la lunghezza d’onda (λ), la frequenza (ν) e la velocità di propagazione (c) collegate fra loro dalla relazione: c = λ ⋅ν [1.12] Si definisce lunghezza d’onda la distanza fra due massimi (o minimi) della curva; si dice periodo (T) il tempo necessario per compiere un’oscillazione completa. Ne consegue la relazione c = λ T considerando che la velocità per definizione è data da spazio/tempo. Comparando quest’ultima relazione alla [1.12] si comprende facilmente che la frequenza è pari all’inverso del periodo. Sapendo che la velocità di propagazione è una costante universale, pari nel vuoto a circa 300.000 Km/s, le onde si differenziano sostanzialmente per lunghezza d’onda ovvero per la frequenza. Una classificazione dello spettro elettromagnetico è riportata di seguito. 3 Per approssimazione anche nell’aria. 18 Figura 1.6 – Spettro d’onda elettromagnetica. Una parte di queste frequenze risulta particolarmente importante nel lavoro in corso, si tratta delle frequenze generate da conduttori della rete elettrica e da sistemi di telecomunicazione, frequenze che vanno da quelle delle onde radio a quelle denominate ELF. 19 2-CAMPI ELETTROMAGNETICI A BASSA FREQUENZA. 2.1. descrizione dei programmi EFC-400 e MappeELF utilizzati per campi a bassa frequenza e dell’ algoritmo che ne sta alla base. Quando si parla di campi elettrici e magnetici a bassa frequenza, si intende considerare le frequenze fra 0 e 3000 Hertz, più nello specifico si indicano con la sigla ELF quelle intorno ai 50 Hertz, quelle cioè proprie delle reti elettriche. Nella valutazione di campi elettrici e magnetici generati da sorgenti di questo tipo, si prenderanno in considerazione il programma commerciale EFC400 e il corrispondente prodotto Arpa MappeELF. Il primo è stato sviluppato in ambiente Windows da Wandel & Goltemann e distribuito dalla Narda Safety Test Solutions. Ha un range d’azione piuttosto ampio che si spinge all’analisi di quasi tutte le sorgenti ad alta e bassa frequenza (quali ad esempio linee aeree, cavi interrati e cabine di trasformazione che rientrano nella casistica che si considererà). Il software Arpa, creato con linguaggio visual basic, è anch’esso un ottimo modello previsionale tridimensionale, utile per il calcolo di induzione magnetica di un numero qualsiasi di conduttori, all’interno delle casistiche sopraindicate. Per l’elaborazione grafica dei risultati ottenuti con CalcoloELF utilizzerò i programmi Surfer ed ArcView. La norma CEI 211-4 del 1996 ‘Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee elettriche’ definisce l’algoritmo di riferimento per conduttori rettilinei infinitamente lunghi. In questa ipotetica 20 situazione MappeELF e EFC-400 forniscono gli stessi risultati delle formule CEI. Nelle condizioni semplificative previste dalla norma, si ha la seguente schematizzazione bidimensionale della linea: • tutti i conduttori (sia i conduttori di fase, sia le funi di guardia) sono considerati rettilinei, orizzontali, di lunghezza infinita e paralleli fra loro; • i conduttori sono considerati di forma cilindrica con diametro costante; nel caso siano a fasce, si sostituisce al fascio di subconduttori un unico conduttore con diametro opportunamente rapportato; • le altezze dal terreno e, per esteso, ogni tipo di distanza è riferita al centro del conduttore; • il suolo è considerato perfettamente trasparente dal punto di vista magnetico (in realtà la resistività tipica del terreno va da 10 a 1000 Ωm); • le correnti di fase si assumono equilibrate e trascurabili le correnti indotte nelle funi di guardia. In verità tuttavia i conduttori di una linea assumono, fra due tralicci consecutivi, la forma di una catenaria. Per poter considerare tali condizioni, i software suddividono ogni conduttore della linea in un numero appropriato di segmenti che potranno ritenersi rettilinei, mantenendo comunque il loro orientamento spaziale. 21 Figura 2.1- Schematizzazione di una catenaria mediante segmenti fra loro paralleli, di lunghezza infinita e disposti parallelamente al piano di riferimento (MappeELF). In particolare ricollocano il sistema di riferimento globale (tramite traslazione e rotazione), in modo da ottenere un nuovo sistema, questa volta locale, che ha origine in uno dei due apici del segmento da analizzare e asse x L orientata allo stesso modo della corrente elettrica. Si approfitta così della semplificazione che ne consegue 4 e si calcola l’induzione elettrica e magnetica. 4 Il campo non si propaga in direzione dell’asse x. 22 Figura 2.2- Sistema di riferimento locale riportato ad un segmento parziale del conduttore. Successivamente i valori calcolati per ogni segmento si vanno a sommare, orientati nel sistema di riferimento globale. Per completezza descrivo, dal punto di vista matematico, i passi appena elencati. La densità del flusso magnetico di una configurazione di conduttori si calcola, secondo la legge di Biot-Savart, come sovrapposizione di campi parziali di segmenti di conduttori singoli. I conduttori parziali contribuiscono ai valori totali di campo secondo la: r r r μ 0 dl × r dB ( t ) = I (t ) 4π r 3 L’apporto di campo del segmento nel punto P(x,y,z), come illustrato in figura 3.2, risulta: 23 ⎡ r μ Bi (t ) = 0 I i (t )⎢ ⎢ 4πr ⎣ Li − x p (L − x ) 2 i p + r2 + ⎤ ⎥ x 2p + r 2 ⎥ ⎦ xp In componenti vettoriali: B xi ( t ) = 0 B yi ( t ) = − Bzi ( t ) = zp y 2p + z 2p yp y 2p + z 2p r Bi ( t ) r Bi ( t ) La somma dei contributi parziali restituisce il vettore di campo finale: ⎡B ⎤ r ⎢ x⎥ B = ⎢By ⎥ ⎢B ⎥ ⎣ z⎦ Questo procedimento è alla base del funzionamento dei due programmi considerati e, per mezzo di questi, mi sarà possibile elaborare modelli previsionali di campo ed esprimere i valori ottenuti sotto forma di isolinee. 2.2. EFC-400 e MappeELF metodologie d’uso e confronto dei risultati in casi di prova. Gli input di partenza, necessari al calcolo di campo, sono i medesimi per entrambi i programmi. Nel setup iniziale si definiscono: 24 • le coordinate dei punti di minimo e massimo della griglia di valutazione; • il passo di analisi; • l’altezza per la stima; • il numero di conduttori da considerare; • il numero di segmenti in cui dividere ogni conduttore. Successivamente si passa a delineare le caratteristiche di ogni singolo conduttore, si specificano le coordinate di inizio e di fine, l’altezza iniziale, finale e a metà della campata la corrente, la fase e – se il cavo è elicordato – anche raggio e passo della corda. Figura 2.4- Schema di setup nel caso di cavi non elicordati (MappeELF). 25 400 0 1000 600 5 1 20 867.028 29.051 42 30 575.186 479.71 55 0 0 874.428 29.051 42.95 30.95 583.786 479.71 42 1155 120 0 0 479.71 42 1155 240 0 0 881.828 29.051 42 30 592.386 0 Figura 3.5- Esempio di setup nel caso di cavi non elicordati (MappeELF). E’ importante sottolineare che ogni campata della catenaria viene assimilata e trattata come una parabola. In realtà, così facendo, si compie una semplificazione poichè le due figure non sono del tutto sovrapponibili, ma essendo le differenze infinitesimali, si possono, nello studio in questione, trascurare. 26 Figura 2.6- Rappresentazione del concetto di campata. Per quanto concerne i dati di output, ho già precedentemente ricordato come EFC-400 sia del tutto autonomo anche nell’elaborazione grafica dei risultati, mentre MappeELF si avvale di altri più specifici programmi come Surfer o ArcView. Per questo l’output di MappeELF è un file di testo, costituito dalle coordinate spaziali di ogni punto - rispetto alla griglia costruita dal programma - e dal corrispondente valore di campo magnetico totale 5 . Il programma restituisce un file di questo genere per ogni altezza dal suolo che si vuole considerare. I dati sono separati da tabulazione e quindi facilmente esportabili in altre applicazioni. Nello specifico, se si ha l’attenzione di utilizzare coordinate geografiche metriche per i dati di localizzazione dei conduttori in griglia, il file di output risulta automaticamente georeferenziato. Di seguito si riporta un esempio di un risultato restituito dal programma Arpa nel corso di questo studio. 5 Espresso in μΤ. 27 #X #Y #B -50 50 0.1 -49 50 0.2 -48 50 0.2 …………………… 50 50 0.5 -50 49 0.3 -49 49 0.3 Per avvalorare la validità dei risultati ottenibili con MappeELF li confronterò, in diversi casi di prova, con quelli ricavabili da EFC-400. Quest’ultimo, come programma in commercio, può ritenersi uno strumento di calcolo di comprovata efficacia. Si esaminerà una vasta casistica che contempla dapprima situazioni estremamente semplici, poi sempre più elaborate come cavi elicordati, incroci di elettrodotti, cabine etc. 2.2.1. Calcolo di campo in situazione con due tralicci e una campata tra essi. Il primo semplice caso considerato è quello di due tralicci consecutivi, collegati da un cavo che assume la forma di catenaria. Prima di un confronto diretto dei risultati, è necessario riordinare il file output di EFC-400 che sceglie 28 un ordinamento non a tabulazione verticale (come visto per il software Arpa) bensì a griglia. Questa preferenza garantisce un’immediata visualizzazione dei valori nei punti desiderati, ma ne impedisce l’esportazione a molte altre applicazioni se non previo trattamento di riordino. Comparando i valori restituiti, si denota una leggerissima differenza di esiti (dell’ordine di circa un millesimo di μΤ), assolutamente trascurabile in rapporto ai valori ottenuti ed ancor più in rapporto alle indicazioni di legge. 3,5 3 2,5 B arpa 2 B efc 1,5 Differenze 1 0,5 0 1 739 1477 2215 2953 3691 4429 5167 5905 6643 7381 8119 8857 9595 10333 11071 11809 12547 13285 14023 -0,5 Figura 2.7- Sovrapposizione degli esiti ottenuti con MappeELF ed EFC-400.(in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). 29 2.2.2.- Situazione che prevede la presenza di un incrocio fra linee elettriche aeree. Leggermente più elaborata è la situazione che prevede un incrocio fra due linee aeree. In questo caso i campi generati dai due cavi vanno ad interagire, portando a valori di campo totale risultante particolarmente elevati, soprattutto in corrispondenza della sovrapposizione dei cavi stessi. In questa situazione i valori restituiti dai programmi in analisi collimano alla perfezione, rendendo superflua qualsiasi altra disquisizione sul caso considerato. Figura 3.8- Rappresentazione del campo magnetico generato da un incrocio di linee elettriche. Elaborazione dati tramite il programma EFC400. 30 2.2.3.- Cavo elicordato. I cavi elicordati si utilizzano quasi esclusivamente per linee interrate. Quando ci si accinge ad analizzare situazioni che prevedono la presenza di questi particolari cavi, occorre tenere in considerazione che il setup necessita di due ulteriori valori di input. In particolare mi riferisco a due indici numerici che definiscono: il primo il raggio della circonferenza entro cui ruotano i tre fili, il secondo il passo di lunghezza necessario perché avvenga un avvolgimento completo dei cavi e ci si ritrovi nella situazione di partenza. Questi indici numerici prendono valore 0 se si considerano cavi semplici, non elicordati. Anche in questo caso le differenze fra i due software, quando si presentano, risultano irrilevanti, tanto da non comparire neppure nei grafici ottenuti. 31 8 7 6 5 ARPA Segmenti EFC Elicordato Arpa Elica 4 3 2 1 0 1 9 17 25 33 41 49 57 65 73 81 89 97 105 113 121 129 137 145 153 161 169 177 185 193 201 209 217 225 Figura 2.9- Sovrapposizione risultati MappeELF ed EFC-400 per un cavo elicordato. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). 2.2.4.- Cavo elicordato obliquo inclinato e non inclinato. Questa prova considera un cavo elicordato obliquo esaminato prima senza inclinazione rispetto al sistema di riferimento, poi con inclinazione. Dall’analisi si ottengono due grafici che si discostano apprezzabilmente a seconda dei casi. 32 1,4 1,2 1 0,8 ARPA EFC Differenze 0,6 0,4 0,2 0 1 9 17 25 33 41 49 57 65 73 81 89 97 105 113 121 129 137 145 153 161 169 177 185 193 201 209 217 225 -0,2 Figura 2.10- Cavo elicordato obliquo: risultati di analisi con MappeELF ed EFC-400. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). 33 1,2 1 0,8 0,6 ARPA EFC Differenze 0,4 0,2 0 1 9 17 25 33 41 49 57 65 73 81 89 97 105 113 121 129 137 145 153 161 169 177 185 193 201 209 217 225 -0,2 Figura 2.11- Sovrapposizione risultati MappeELF ed EFC-400 per cavo elicordato obliquo inclinato. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Le differenze fra i due programmi, che sono minime nel primo caso, diventano maggiormente significative quando si considerano cavi obliqui. Approfondendo il comportamento dei due algoritmi in relazione al caso considerato, si sono potute evidenziare le cause di tali discrepanze. Nel costruire la situazione in questione si è, semplificando, collocato uno dei due apici del segmento elicordato nell’origine e l’altro nel punto di coordinate cartesiane (1,1). Di conseguenza la lunghezza del segmento stesso risulta non più unitaria, come nelle situazioni precedentemente valutate, ma di 1,42. Ne deriva che non si ha più un singolo passo (che si era impostato anch’esso a lunghezza unitaria) ma 1,42 passi. Da qui nasce la discrepanza nei risultati che si denota fra i due software. EFC-400 infatti applica una semplificazione che non è presente nel programma Arpa: fa cioè in modo che la lunghezza del cavo 34 sia un multiplo intero del passo dell’elica arrotondando quest’ultimo. Nello specifico se si ha un segmento, ad esempio, di lunghezza 1,80 e un passo impostato a lunghezza 1, MappeELF considera 1,8 passi, mentre EFC-400 arrotonda a due passi di 0,90. Per certo la situazione più vicina alla realtà è quella prospettata dal programma Arpa che non attua alcuna alterazione, a differenza di quanto avviene in EFC-400 . La distanza di esiti, seppur più evidente rispetto ai casi precedenti, rimane comunque esigua, tale cioè da non prevedere comportamenti differenti dal punto di vista della prevenzione per la salute dell’uomo. 2.2.5.- Cavo elicordato sistemato ad angolo. Si è preso in considerazione un cavo elicordato collocato in modo da formare un angolo retto, come si può dedurre dal grafico seguente in cui si riportano i valori di campo restituiti da MappeELF e rielaborati con il programma Surfer. 35 Figura 2.12- Rappresentazione di un cavo elicordato sistemato ad angolo, visuale dall’alto. Nuovamente la comparazione dei risultati evidenzia una situazione con differenze esigue. 36 8 7 6 5 4 ARPA EFC Differenze 3 2 1 0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 37 39 41 43 45 47 49 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79 81 -1 Figura 2.13- Grafico excel con sovrapposizione di dati restituiti da MappeELF ed EFC-400. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). 2.2.6.- Cabina. Il caso più elaborato fra quelli considerati, dove contribuiscono al campo totale il numero più elevato di cavi elettrici, è per certo quello di una cabina. 37 Figura 2.14- Campo generato da una cabina. Anche in questa situazione si sottolineano differenze infinitesimali nei risultati. 38 100 80 60 ARPA EFC Differenze 40 20 0 1 44 87 130 173 216 259 302 345 388 431 474 517 560 603 646 689 732 775 818 861 904 947 990 -20 Figura 2.15- Grafico excel raffigurante valori di campo calcolati con software Arpa e con EFC400. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Questa concordanza di esiti, ottenuti in un contesto che prevede la presenza di numerosissime fonti emittenti, avvalora fortemente l’ipotesi che ci si trovi di fronte a due strumenti di analisi molto simili. 39 2.2.7.- Incrocio di linee elettriche aeree in rapporto alla morfologia del terreno. L’ultima situazione esaminata riguarda un incrocio di due linee in relazione all’altimetria del territorio. Entrambi i programmi sono perfettamente in grado di contemplare questa variabile e, ancora una volta, si ottengono valori di campo molto vicini fra loro. 100 90 80 70 60 ARPA EFC Differenze 50 40 30 20 10 0 1 743 1485 2227 2969 3711 4453 5195 5937 6679 7421 8163 8905 9647 10389 11131 11873 12615 13357 14099 Figura 2.16- Incrocio di linee elettriche aeree: grafico excel raffigurante valori di campo calcolati con software Arpa e con EFC-400. (in ordinata il valore di campo (μΤ), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). In definitiva, dopo aver valutato l’efficienza di EFC-400 e di MappeELF in otto differenti casi, si può affermare che i due programmi restituiscono valori 40 quasi totalmente paragonabili e, anche nel momento in cui le differenze sembrano più evidenti (come per il cavo elicordato obliquo ed inclinato), esse sono trascurabili se rapportate ai valori di legge che definiscono i termini utili di prevenzione. Entrambi i software possono dunque considerarsi strumenti validi ai fini delle analisi che si effettueranno nel corso di questa tesi. 41 3-CAMPI ELETTROMAGNETICI AD ALTA FREQUENZA . 3.1. Descrizione dei programmi Nfa2k e CalcoloSRB utilizzati nel progetto di tesi e dell’algoritmo che ne sta alla base. I due programmi in considerazione, essendo ideati per scopi analoghi, presentano diverse affinità fra loro anche se si possono evidenziare alcune sostanziali differenze che possono far preferire l’uno all’altro. In particolare Calcolo srb progettato direttamente dal personale Arpa risulta avere un’interfaccia molto più immediata ed alcune applicazioni aggiuntive rispetto ad Aldemap che invece è un programma sviluppato dalla ditta Aldena a scopi commerciali. Nella fattispecie mi riferisco alla possibilità di considerare l’altezza dei siti trasmittenti non solo rispetto al livello del mare ma in relazione all’altimetria del territorio, opportunità che sfrutterò appieno nel corso dello studio in atto. Ambedue i software hanno alla base lo stesso algoritmo per il calcolo del campo elettromagnetico, sviluppato indipendentemente ma seguendo sempre le direttive contenute nella norma CEI 211-10 denominata “Guida alla realizzazione di una Stazione Radio Base per rispettare i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici ad alta frequenza” che di seguito andrò ad approfondire. Prima di tutto considero il modello di calcolo per la determinazione di campo ed elettromagnetico dovuto a stazioni radio base. La scelta ricade sul più semplice dei modelli possibili che è quello che si riferisce alla modalità di propagazione nello spazio libero. Esso si applica a rigore solo nella regione dei campi radiativi lontani ed in completa assenza di ostacoli ma ove tali condizioni non siano rispettate abbiamo nella quasi totalità dei casi una sovrastima dell’intensità dei campi creando così le 42 prerogative per condizioni cautelative. Tali semplificazioni risultano favorevoli allo sviluppo di un metodo di descrizione del problema tramite equazioni algebriche e quindi completamente risolvibile in maniera analitica. Inoltre si può tranquillamente affermare che il modello in questione porta a risultati adeguati a soddisfare nella maggior parte dei casi le richieste delle istituzioni pubbliche che riguardano la sorveglianza fisica delle sorgenti radioattive . Altri modelli più complessi si spingono anche nella regione dei campi radiativi vicini ed alcuni di essi possono anche considerare la presenza di ostacoli e addirittura tener conto delle zone di penombra dovute alla diffrazione data da spigoli e bordi. L’utilizzazione di questi ultimi tuttavia risulta legittima solo ove si richieda particolare accuratezza che giustifichi le complicanze di calcolo che ne derivano. L’ applicazione diretta del metodo selezionato si ha seguendo la già citata norma CEI 211-10 pubblicata nell’ Aprile 2002 che prevede l’osservazione dei passi che andrò di seguito a descrivere: Per prima cosa è fondamentale la definizione di un sistema di riferimento globale che non è altro se non un sistema di assi cartesiani che si sviluppa nella zona soggetta ad analisi e con origine in un punto qualsiasi della stessa. Unica attenzione si deve avere nell’orientamento degli assi che per convenzione devono essere: X G diretto orizzontalmente all’est geografico, YG orientato orizzontalmente al nord ed infine Z G verticalmente direzionato allo zenit. ●In un secondo momento si devono individuare tutte le sorgenti trasmittenti che influenzino i valori di campo in un generico punto P della zona considerata. ●Il passo successivo prevede l’identificazione della potenza con cui è alimentata l’antenna del sito trasmittente Pa lim . Posso ricavare Pa lim tramite la seguente formula matematica: Pa lim = PBTS ⋅ G A 43 posto logicamente che si conoscano il coefficiente di amplificazione di eventuali amplificatori applicati all’antenna (G), il coefficiente di attenuazione complessiva (A) e la potenza emessa dalla stazione radio base ( PBTS ). In realtà, generalmente, il dato Pa lim è direttamente fornito dal gestore dell’antenna, perciò non occorre nessun calcolo ulteriore. Posso poi calcolare il contributo di un sito trasmittente in relazione ad un sistema di riferimento locale (con origine nell’antenna considerata e conseguente orientazione orizzontale e verticale) con la formula: S (rL ,θ L , ϕ L ) = G MAX ⋅ D(θ L , ϕ L ) ⋅ Pa lim 4π ⋅ r 2 L dove ( rL , θ L , ϕ L ) rappresentano le coordinate in un sistema sferico locale ( rL è la distanza del punto P considerato da A centro elettrico dell’antenna), GMAX è il guadagno massimo del sito trasmittente e D il diagramma di radiazione (composto da DH (ϕ ) sul piano orizzontale e da DV (θ ) su quello verticale). Quest’ ultimo è fornito dalla ditta produttrice e fra l’altro gestisce il tilt elettrico (anche il tilt meccanico è considerato nella relazione in quanto l’asse x è orientato rispetto proprio al puntamento meccanico del trasmettitore). 44 Figura 3.1 – Sistema sferico locale ( r ∈ [0; ∞]; θ ∈ [-π/2; π/2]; ϕ ∈ [-π; π]). L’ applicazione della formula di cui allo step precedente si è parlato, passa necessariamente da un processo di trasformazione di coordinate globali, in cui si è precedentemente definito il punto P, in locali e quindi sferiche necessarie appunto alla risoluzione della suddetta equazione. Più precisamente si ottiene il primo dei due risultati dovuti per mezzo di traslazioni e rotazioni. Adotto una traslazione per spostare il centro del sistema di riferimento globale nel centro elettrico A dell’apparato trasmittente. Successivamente ruoto il sistema di un angolo α che rappresenta la differenza fra l’asse X G , orientato all’est geografico e la direzione massima di radiazione sul piano orizzontale (α viene misurato partendo da X G e procedendo in senso antiorario).Occorre ricordare che è consuetudine del gestore dell’antenna fornire γ piuttosto di α; γ prende come riferimento l’asse orientato al nord geografico e non più all’est e ovviamente è in relazione con il precedente per 45 mezzo della semplice formula α = π 2 − γ . In ultimo, come stretta conseguenza della rotazione di cui sopra, applico una variazione di un angolo β alla direzione assunta da YG per ripristinare le condizioni cartesiane fondamentali. A tal punto non resta che trasformare il sistema locale ottenuto in sferico semplicemente risolvendo le uguaglianze: rL = x 2 L + y 2 L + z 2 L = θ L = arcsin ( x G − x A ) 2 + ( y G − y A )2 + ( z G − z A ) 2 zL rL ⎛ ⎞ ⎟ sgn ( x ) + π sgn ( y )(1 − sgn (x )) L L L ⎜ r2 − z2 ⎟ 2 L ⎠ ⎝ L ϕ L = arcsin ⎜ yL Terminati tutti i passaggi è finalmente possibile quantificare la densità di potenza nel punto considerato P in relazione al contributo del sito emittente. Nel caso in cui ci si trovi a dover considerare per P più contributi occorrerà sommare le diverse S per ottenere la densità totale: S tot (P ) = ∑i S i (P ) Nota la densità di potenza complessiva, risulta elementare la determinazione dei valori di campo elettrico e magnetico: ETOT (P ) = S TOT (P ) ⋅ Z o H TOT (P ) = S TOT (P ) Z0 Di seguito, in questo capitolo, proporrò dei casi esemplificativi di studio in cui adoperare e confrontare entrambi i software onde evidenziarne, qualora ci fossero, differenze nei risultati osservati . 46 Il mio obiettivo è confermare la validità del programma CalcoloSRB data dall’ equipollenza di esiti con un programma come Nfa2k, commerciale e dunque certificato. 3.2. CalcoloSRB e Nfa2k: applicazione pratica dei due software e comparazione dei risultati. Si è detto come i programmi in questione siano in grado di calcolare con buona precisione i valori di campo all’interno del volume considerato a condizione di conoscere la potenza di alimentazione , il guadagno massimo e il diagramma di radiazione dell’antenna che equipaggia il sito trasmittente considerato. Ora si andrà a valutare con maggiore precisione l’applicazione pratica dell’algoritmo descritto cioè il funzionamento concreto dei programmi. Il setup richiede per prima cosa la delimitazione dalla zona soggetta ad indagine stabilendo x,y,z massimi e minimi ed il passo di analisi orizzontale e verticale, cioè la distanza che deve intercorrere fra un punto in esame e il successivo. Di seguito si esige che si precisi il numero totale di antenne che saranno prese in considerazione e l’eventuale campo elettrico di fondo. Si passa in secondo luogo a definire le caratteristiche delle varie stazioni emittenti posizionandole nel piano di riferimento e indicando orientamento di emissione, tilt meccanico, guadagno e potenza complessiva al connettore oltre al file contenente i diagrammi di irradiazione. 47 Ad esempio: -147 -147 147 147 6 30 15 5 6 ‘Prima riga area d’esame 0 0 20 1 20 17 0 0 K739623 0 0 20 1 20 17 120 0 K739623 ‘antenna 1 0 0 20 1 20 17 240 0 K739623 50 50 30 1 20 17 0 0 K739623 50 50 30 1 20 17 120 0 K739623 50 50 30 1 20 17 240 0 K739623 Figura 3.2 - Schema di setup di una stazione radio base per CalcoloSRB: da notare che la prima riga si riferisce all’area di esame mentre le altre definiscono le caratteristiche di ognuno dei sistemi emittenti. 48 Il diagramma di irradiazione deve essere un file testo contenente il diagramma di antenna totale in campo lontano orizzontale e verticale. A seguito riporto in forma parziale un esempio di tali files (attenuazioni espresse in dB): NAME 739494 FREQUENCY 1862.5 GAIN 15.85 dBd TILT COMMENT DATE 28.08.2000 + 45 degrees polarized system HORIZONTAL 360 0.0 0.0 1.0 0.0 2.0 0.0 3.0 0.0 ……… 357.0 0.0 358.0 0.0 359.0 0.0 VERTICAL 360 0.0 0.0 1.0 0.4 2.0 1.5 49 3.0 3.2 ……… 357.0 2.0 358.0 0.8 359.0 0.1 A questo punto Nfa2k e CalcoloSRB sono in grado di calcolare, nei punti richiesti, i valori di campo e con questi costruire isolinee 6 . Si procede dunque, come anticipato in precedenza, a collaudare i programmi in differenti casi di prova, al fine di costatarne l’efficienza e le eventuali discrepanze di risultati. Si è deciso di considerare cinque differenti situazioni nel tentativo di sviluppare una casistica sufficientemente completa. 3.2.1. Analisi con una singola antenna radio. Il primo semplice caso, prevede la presenza nella zona analizzata di una sola antenna radio emittente. Si evidenzia una sostanziale sovrapposizione di risultati per buona parte dello studio ma, come manifesta il grafico che segue, nella zona del retro-antenna i valori iniziano a discostarsi. Sono rappresentati in ordinata tutti i punti della griglia costruita dal programma intorno all’antenna considerata; in particolare i valori compresi fra 1251 e 2500 rappresentano il retro-antenna. 6 Per la costruzione di linee di isolivello può risultare preferibile l’utilizzo di programmi appositi come Surfer o ArcView che offrono potenzialità maggiori. 50 25,0 24,0 23,0 22,0 21,0 20,0 19,0 18,0 17,0 16,0 15,0 14,0 Differenza ARPA Aldena 13,0 12,0 11,0 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 1 106 211 316 421 526 631 736 841 946 1051 1156 1261 1366 1471 1576 1681 1786 1891 1996 2101 2206 2311 2416 Figura 3.3- Valori di campo calcolati per una singola antenna radio emittente (altezza 15 m). (in ordinata il valore di campo (V/m), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Tali differenze si palesano in modo del tutto simile anche alle altre altezze prese in considerazione (15 m e 20 m) e sono ancor più evidenti andando a sovrapporre i risultati nell’immagine di sezione verticale . 51 Figura 3.4- Rappresentazione in Surfer dei valori ottenuti con CalcoloSRB (linee nere) e Nfa2k (linee rosse). Il fonte antenna è rappresentato dalla parte colorata del grafico. Come si manifesta dai grafici, le discordanze sono tali da non poter essere trascurate ma prima di poter azzardare ipotesi sulla causa delle stesse, potrebbe essere opportuno valutare gli esiti con stazioni emittenti diverse. 52 3.2.2. Studio di situazione con emissioni da parte di una singola antenna srb potenziata a 2000 W. Nella seconda prova si è pensato di potenziare l’antenna radio emittente portandola a 2000 W affinché si possa verificare la persistenza o meno di difformità di risultati. Riporto i valori ottenuti in grafico excel dov’è più semplice ed immediato notare le eventuali disparità : 22,0 21,0 20,0 19,0 18,0 17,0 16,0 15,0 14,0 13,0 12,0 Differenza ARPA Aldena 11,0 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 1 105 209 313 417 521 625 729 833 937 1041 1145 1249 1353 1457 1561 1665 1769 1873 1977 2081 2185 2289 2393 2497 Figura 3.5.- Valori di campo calcolati per una singola antenna radio emittente potenziata a 2000 W (altezza 15 m). (in ordinata il valore di campo (V/m), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Il reiterarsi delle discrepanze porta a pensare che i due programmi affrontino in maniera differente le situazioni di retro-antenna assimilando difformemente le direttive imposte da norma CEI. Quest’ultima prevede infatti almeno due 53 diverse tipologie di approccio al trattamento de dati di retro-antenna ma scenderò in un’analisi più approfondita del problema solo al termine della casistica che intendo esaminare. 3.2.3. Osservazione di una situazione che prevede la presenza di un impianto srb emittente. A differenza delle antenne considerate precedentemente, l’impianto srb implica primariamente una diffusione dell’impulso in tre principali direzioni. Il segnale si dirama partendo da un trasmettitore unico ma con tre siti emittenti, separati sul piano orizzontale da angoli di 120 gradi. Figura 3.6- Campo generato da un impianto srb, visione aerea. I colori più chiari evidenziano campi via via maggiori. 54 Figura 3.7- Campo generato da un impianto srb, visione tridimensionale. I colori più chiari evidenziano campi via via maggiori. Questa struttura elimina le situazioni di retro-antenna che altro non sono che il fronte-antenna dei restanti siti emittenti. Mi posso dunque attendere un appianamento delle discrepanze evidenziatesi in precedenza. Osservo i risultati riportati in grafico: 55 3,0 2,0 Differenza ARPA Aldena 1,0 0,0 1 87 173 259 345 431 517 603 689 775 861 947 1033 1119 1205 1291 1377 1463 1549 1635 1721 1807 1893 1979 2065 Figura 3.8- Valori di campo calcolati per un impianto srb (altezza 15 m). (in ordinata il valore di campo (V/m), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Come supposto nella situazione in questione scompaiono le divergenze ed i due programmi restituiscono valori del tutto equiparabili. 3.2.4. Due impianti srb irradianti la zona in analisi. Nel caso in cui si trattino i risultati ottenuti considerando due impianti srb emittenti, si nota come nella precedente situazione una sostanziale equivalenza fra Nfa2k e CalcoloSRB. Per completezza elaboro nuovamente i dati con excel: 56 3,0 2,0 Differenza ARPA Aldena 1,0 0,0 1 105 209 313 417 521 625 729 833 937 1041 1145 1249 1353 1457 1561 1665 1769 1873 1977 2081 2185 2289 2393 2497 Figura 3.9- Valori di campo calcolati per due impianti srb irradianti (altezza 15 m). (in ordinata il valore di campo (V/m), in ascissa i punti della griglia costruita attorno al sito irradiante). Risulta evidente dal grafico seguente elaborato per mezzo del programma Surfer la complessità di intreccio di linee di campo derivante dall’elevato numero di fonti emittenti. 57 Figura 3.10-Campo generato da due impianti srb irradianti, visione dall’alto. 3.2.5. Impianti srb irradianti considerati in relazione all’altimetria del territorio. È necessario evidenziare come, volendo considerare l’elevazione del terreno limitrofo agli impianti emittenti, l’unico modello di analisi possibile è rappresentato da CalcoloSRB. Nfa2k infatti non è in grado di relazionarsi con questo tipo di variabile, possibilità che invece è contemplata dal software sviluppato dall’Arpa. Non è da sottovalutare questa opportunità che si dimostrerà indispensabile nel prosieguo dello studio in atto, quando cioè si 58 considereranno gli esiti di analisi su un territorio, come quello del comune di Cattolica, orograficamente articolato. 3.3. Esiti e considerazioni delle prove effettuate. Come chiaramente si evince da questa parte comparativa, i due programmi risultano del tutto simili qualora si prenda in considerazione la zona di fronteantenna o un sistema di impianto srb. Quindi risolvono la quasi totalità dei casi reali alla stessa maniera. Ciò nonostante non si può prescindere dall’effettuare alcune considerazioni sulla dissimilitudine di conclusioni per la parte posteriore dei diagrammi d’irradiazione. Vado perciò ad approfondire l’approccio che i programmatori hanno tenuto nel recepire le disposizioni della normativa CEI che, come già ricordato, definisce i limiti entro cui muoversi nello sviluppo dell’algoritmo risolutore. Parto dal presupposto che la sopraccitata norma concede due possibilità diverse di operare e che, all’atto della programmazione, si può preferire indifferentemente l’una all’altra. Per questo è possibile che si ottengano risultati discordanti pur nella perfetta assimilazione della legge. Ho proceduto quindi interpellando direttamente gli staff che hanno lavorato alla progettazione dei due software e ne è scaturito quanto segue. Il dottor S.R. De Donato principale progettista di CalcoloSRB nonché correlatore della tesi in opera, mi ha chiarito come il programma in questione si limita a rispettare, nella maniera più sobria possibile, l’indicazione CEI, che stabilisce il trattamento del retroantenna come semplice trasposizione del diagramma verticale frontale, unitamente alle attenuazioni del diagramma orizzontale. Come si desume anche dai grafici di sezione verticale, l’algoritmo elaborato è perfettamente in grado 59 di soddisfare le intenzioni sopra riportate. Posso dunque tranquillamente constatarne la totale efficienza e l’adeguatezza dello stesso ad assolvere alle esigenze del progetto. Per quanto concerne il secondo programma, è stato l’ing. Napoli appartenente allo staff della ditta Aldena a delucidarmi riguardo al procedimento da loro adottato, comunicando per mail quanto segue: "I programmi di calcolo NFA (2K e 3D), SR4 (FULL e LT) e ALDEMAP hanno un algoritmo di integrazione del solido che può presentare dei difetti nella parte posteriore dei diagrammi d'irradiazione. Ciò a causa di una interpolazione introdotta, nel pieno rispetto di quanto suggerito nella Guida CEI 211-10, per quei casi di diagrammi "non reali" (cioè con grosse differenze tra fronte e retro sui due piani) che spesso vengono distribuiti." Mi permetto di costatare una leggera contraddizione in termini rispetto a quanto in precedenza riportato, dove si afferma che il programma rispetta pienamente quanto suggerito dalla norma CEI 211-10 ma allo stesso tempo, a loro dire, presenta difetti nell’affrontare il diagramma di retro-antenna. L’ingegnere ribadisce poi quanto da me affermato in precedenza e cioè che si stia focalizzando l’attenzione nell’analisi di diagrammi difficilmente riscontrabili nella realtà. In definitiva, pur attenendomi a quanto mi è stato comunicato, presupponendo cioè la totale validità dei risultati ottenibili con Nfa2k, posso comunque sostenere che, se la discrepanza di risultati è da addebitare ad un possibile errore, esso è certamente da ricercare nel software sviluppato da Aldena; diversamente si possono considerare come due possibili metodologie di descrizione della realtà. A parziale conferma di quanto supposto, a seguito della corrispondenza intercorsa con Aldena, la ditta stessa ha aggiornato il suo software modificandone la capacità di trattare proprio il retro-antenna. Attualmente Nfa2k prevede che l’utente possa scegliere fra tre differenti metodologie di 60 analisi. Una di queste procedure ricalca perfettamente il principio adottato da CalcoloSRB. Resta da evidenziare la relativa importanza delle situazioni di retro-antenna in termini di inquinamento elettromagnetico dati i valori di emissione consistentemente bassi. 61 4. DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA ARCVIEW. Secondo la definizione di Burrough 7 (1986) il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale. Si tratta di un sistema informatico in grado di produrre, gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Uno dei software GIS più conosciuti ed utilizzati è indubbiamente ArcView. Questo è un Sistema di gestione di database in grado di amministrare dati geografici, memorizzare la posizione del dato impiegando un sistema di proiezione reale che definisce la posizione geografica dell’elemento. Si utilizza come sistema di riferimento Gauss Boaga (in particolare in questo studio, riferendoci alla provincia di Rimini, adotteremo il sistema Gauss Boaga Est). Il mondo reale può essere rappresentato in un sistema informativo geografico attraverso due tipologie principali di dato: il dato vettoriale e il dato raster. La maggior parte delle rappresentazioni di questo lavoro utilizzeranno dati raster ma si considereranno anche situazioni che comprendono riproduzioni con dati vettoriali, valutandone le diverse potenzialità. I dati vettoriali sono costituiti da elementi semplici quali punti, linee e poligoni, codificati e memorizzati sulla base delle loro coordinate. Un punto viene individuato in un sistema informativo geografico attraverso le sue coordinate reali (x1 , y1 ) ; una linea o un poligono attraverso la posizione dei sui nodi ( x1 , y1 ; x 2 , y 2 ;...) . Ogni elemento è associato a un record del database informativo che contiene tutti gli attributi dell'oggetto rappresentato. Il dato raster permette di rappresentare il mondo reale attraverso una matrice di celle dette pixel, generalmente di forma quadrata o rettangolare. A ciascun pixel sono associate le informazione relative a ciò che esso rappresenta sul territorio. La dimensione del pixel (chiamata 7 Burrough P.A., dott. prof. Inglese, conosciuto soprattutto per alcune sue opere su sistemi informatici e matematici applicati alle scienze ambientali. 62 anche pixel size), di regola espressa nell'unità di misura della carta (metri, chilometri etc.), è strettamente relazionata alla precisione del dato. Il programma consente di mettere in relazione tra di loro dati diversi, sulla base del loro comune riferimento geografico, in modo da creare nuove informazioni a partire dai dati esistenti; offre inoltre ampie possibilità di interazione con l'utente e un insieme di strumenti che ne facilitano la personalizzazione e l'adattamento a problematiche specifiche. Nel corso dello studio in corso, la versatilità del software si è rivelata particolarmente utile, permettendo l’implementazione dei software ARPA e di un archivio di fonti ad alta e bassa frequenza, direttamente su Arcview; muovendosi in questa direzione si sono potute semplificare notevolmente le procedure, rendendo possibile il calcolo dei livelli di campo direttamente sulla rappresentazione del territorio. 63 5. LEGISLATURA VIGENTE IN MATERIA DI ELETTROSMOG. Il rapido incremento di sorgenti elettromagnetiche, avuto negli ultimi decenni, ha comportato un altrettanto solerte evolversi della nostra legislatura, volta soprattutto alla salvaguardia della salute dell’uomo. Ad oggi sono noti i principali effetti a breve termine dovuti all’esposizione a campi elettromagnetici, ma molto poco si può dire sugli effetti a lungo termine, per i quali non si è potuta sviluppare una casistica sufficientemente elaborata. Un importante riferimento a livello nazionale, per quanto riguarda la legislatura vigente in materia di elettromagnetismo, è la legge n.36 del 22 Febbraio 2001 denominata ‘legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici’. In quest’ultima sono descritte finalità, competenze, tempi e metodologie da perseguire sia da parte degli enti statali che dei privati per minimizzare gli impatti negativi di fonti elettromagnetiche. La legge si prepone tre obiettivi principali: • la salvaguardia della salute dei lavoratori e dei cittadini rispetto ai pericoli derivanti dall’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici; • promuovere la ricerca scientifica, mirata soprattutto alla valutazione degli effetti a lungo termine; • assicurare la tutela del paesaggio e dell’ambiente minimizzando l’impatto dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili. L’ambito di applicazione della presente legge si ha per impianti, sistemi e apparecchiature che possano comportare un’esposizione a campi con frequenze comprese fra 0 Hz e 300 GHz. Si definisce quindi un range 64 piuttosto ampio che va dalle frequenze estremamente basse (ELF 8 ) alle microonde. Particolare attenzione si pone agli elettrodotti ed alle apparecchiature radioelettriche che, vista anche la quantità di impianti esistenti, rappresentano la fonte più inquinante. Non si applicano invece le disposizioni di legge in caso di esposizione intenzionale a scopi medici e per apparecchi o dispositivi domestici e lavorativi 9 , oltre che per specifiche situazioni riguardanti sicurezza pubblica e forze armate. La legge definisce le competenze di Stato, Regioni e Province utili al raggiungimento delle finalità sopraindicate. In particolare fra le funzioni primarie preposte allo Stato troviamo: • la determinazione dei limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità, indicando inoltre le tecniche di rilevamento di valori di campo da considerare valide; • l’organizzazione di ricerca e sperimentazione, anche tramite un programma pluriennale di analisi epidemiologica da promuovere in collaborazione con il ministero della sanità ed altri enti pubblici e privati; • l’istituzione di un catasto nazionale delle sorgenti fisse e mobili e la definizione di tracciati degli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV. Il catasto nazionale è costituito dal Ministro dell’ambiente sentiti i Ministri di industria, sanità, commercio e dell’artigianato e collabora con i vari catasti regionali; • l’elaborazione di piani di risanamento ove necessario, minimizzando per quanto possibile le emissioni e, soprattutto, tenendo ben in considerazione il concetto di miglior tecnologia disponibile (la legge sottolinea l’importanza della tecnologia anche nei confronti della costruzione 8 E.L.F.= extremely low frequency. Sono stabilite, considerando anche gli orientamenti dell’U.E. in materia, le informazioni che i produttori di apparecchi e dispositivi ad uso domestico o lavorativo sono tenuti a fornire agli utenti mediante etichettature e schede informative. 9 65 di nuovi impianti, per cui lo Stato si deve accordare con i gestori dei servizi in modo da limitare più possibile l’impatto ambientale); • la definizione di parametri utili alla previsione di fasce di rispetto per gli elettrodotti (all’interno di tali fasce non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario o a qualsiasi uso che comporti una permanenza superiore a quattro ore). Le regioni devono adeguare la propria legislazione ai limiti di esposizione, ai valori di attenzione e agli obiettivi di qualità previsti dallo Stato. Sono tenute inoltre a individuare i siti di trasmissione sia degli impianti di telefonia mobile, degli impianti radioelettrici sia di quelli per radiodiffusione oltre a definire i tracciati degli elettrodotti con tensione fino a 150 kV. Ogni Regione deve realizzare e gestire un proprio catasto delle sorgenti radioattive ed è tenuta a definire le competenze che spettano a Province e Comuni. Poco dopo l’entrata in vigore della legge, come prescritto dalla stessa, la Regione ha adottato un piano di risanamento al fine di adeguare gli impianti esistenti ai limiti di esposizione, ai valori di attenzione e agli obiettivi di qualità. I piani di risanamento riguardanti gli elettrodotti sono proposti direttamente dal gestore dell’impianto, quelli riferiti ad elettrodotti con tensione superiore a 150 kV sono presentati direttamente dal Ministero dell’ambiente. I Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. All’articolo 10 si tratta di educazione ambientale e di campagne di informazione, che il Ministero dell’ambiente in concerto con altri ministeri è tenuto a promuovere. La legge stabilisce anche la copertura finanziaria e gli stanziamenti per i vari progetti da attuare oltre a definire le sanzioni per le differenti inadempienze. In rapporto a questo studio, ciò che di più importante contiene la legge, è racchiuso nell’articolo 8. In esso si stabilisce la podestà dei Comuni di emanare regolamenti per assicurare il corretto insediamento di antenne 66 radioelettriche e la necessità di perseguire l’obiettivo di qualità di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Sulla base del medesimo principio la Regione Emilia-Romagna con propria Legge e successiva Direttiva ha decretato, in particolare per le SRB, il divieto all’installazione in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali e scolastiche. In riferimento alle eventuali installazioni in prossimità di dette aree, ha inoltre stabilito la necessità di perseguire obiettivi di qualità che minimizzino l’esposizione. I limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dall’esposizione a campi elettromagnetici, sono indicati in due D.P.C.M. datati 8 Luglio 2003, che si riferiscono il primo a sorgenti a bassa frequenza (50 Hz) e il secondo a frequenze comprese fra i 100 hz e i 300 GHz. I valori riferiti a sorgenti ad alta frequenza, qui di seguito riportati, non si applicano ai lavoratori esposti per ragioni professionali, alle Forze armate e di polizia e a tutti coloro che si trovino in condizioni di esposizione a scopo diagnostico o terapeutico. I limiti sono esplicitati nell’allegato B del decreto. 67 Figura 5.1- Allegato B del D.P.C.M. 08/07/2003. Gli impianti per l’emittenza radio e televisiva sono autorizzati dal Comune secondo modalità e procedure definite. Il richiedente è tenuto a consegnare una domanda di autorizzazione corredata da schede tecniche dell’impianto, progetto dell’impianto e suo inserimento nell’ambiente, tenendo in considerazione anche il fondo elettromagnetico. Di seguito la domanda deve acquisire il parere tecnico di ARPA e AUSL che, se positivo, permette al Comune il rilascio dell’autorizzazione. La Provincia di Rimini ha coordinato la stesura di un Regolamento comunale tipo, contenente indicazioni per il corretto insediamento degli impianti di telefonia sui territori comunali. Tale proposta di Regolamento è stata quindi consegnata ai Comuni per la 68 discussione e l’approvazione. A tutt’oggi dieci dei venti Comuni della Provincia si sono dotati di un Regolamento in materia. Fra i punti salienti della proposta di Regolamento vi è l’introduzione delle aree di attenzione definite, fra l’altro, come quelle aree interessate da valori di campo elettrico stimato o misurato superiore ad una soglia che gli stessi Comuni sono chiamati ad individuare e che viene suggerita, a titolo di esempio, pari al valore di 3 V/m. L’installazione di un nuovo impianto in zona di attenzione prevede che il gestore possa essere chiamato a proporre localizzazioni alternative e debba comunque adottare tutti gli accorgimenti possibili in termini di caratteristiche degli impianti e tecnologie applicate al fine di ridurre più possibile l’esposizione. Per l’individuazione delle zone di attenzione si rende necessaria l’applicazione di programmi previsionali quali ad esempio CalcoloSRB. Figura 5.2 - Esempio di possibili aree di attenzione all’interno di un comprensorio cittadino. Alcuni Comuni inoltre, hanno regolamentato l’insediamento di nuovi impianti anche in relazione alla localizzazione dei così detti siti sensibili, 69 definendo aree standard di sicurezza dalla stesse. All’interno di tali aree non è concesso l’insediamento di alcun impianto irradiante. Sono definiti siti sensibili: • Aree verdi • strutture ricreative • strutture sportive • strutture sanitarie • scuole Per ciò che concerne l’installazione sul territorio del nuovo servizio UMTS, questa possibilità di decentramento degli oneri decisionali si è rivelata utile soprattutto nella localizzazione degli impianti, proponendo la loro collocazione ad esempio su pali di illuminazione di strade, rotatorie o campi sportivi o comunque su strutture già esistenti. Anche per quanto riguarda gli elettrodotti la legislatura prevede la possibilità che i Comuni partecipino attivamente alla pianificazione. La Legge della Regione Emilia Romagna n. 30/00 e la Direttiva applicativa 197/01 stabiliscono criteri per la localizzazione delle linee elettriche individuando, per le medesime linee, fasce di rispetto tali da garantire il raggiungimento dei valori rappresentanti l’obiettivo di qualità da perseguire. I valori di riferimento per le basse frequenze sono stabiliti, a livello nazionale, nel primo dei due D.P.C.M. datati 08/07/2003. Essi sono calcolati in base alla mediana delle correnti massime nelle 24 ore giornaliere e riportati nella figura a seguito: 70 Figura 5.3 – D.P.C.M. 08/07/2003: limiti stabiliti per basse frequenze. La legislatura regionale dell’Emilia-Romagna prevede valori maggiormente cautelativi rispetto al D.P.C.M. appena citato, definendo un nuovo obiettivo di qualità, calcolato tuttavia sul 50% della corrente massima del conduttore. Tale obiettivo è rappresentato da 0.2 μT di induzione magnetica. Tuttavia per alcune situazioni locali, che prevedano aree di sviluppo urbanistico che necessitino di potenziamento di una linea elettrica preesistente, si ritiene che 0.5 μT possa rappresentare l’obiettivo di qualità minimo da ripromettersi. A tal fine nella Direttiva citata sono definite delle fasce di rispetto, nelle quali non sono consentite nuove destinazioni d’uso che prevedano la permanenza di persone superiore a quattro ore giornaliere. Sono inoltre indicate le ampiezze delle fasce di rispetto per varie tensioni delle linee, assunte di tipologia standard, utili al fine del raggiungimento dei valori di induzione magnetica sopra ricordati. Gli standard rappresentano soprattutto un’agevolazione all’inserimento delle fasce di rispetto negli strumenti urbanistici. 71 Figura 5.4 - Dimensioni in metri delle fasce laterali di rispetto per il perseguimento degli obiettivi di qualità al recettore di 0,2 μT e di 0,5 μT. La medesima Direttiva tuttavia, ribadendo che le fasce di rispetto riportate nella medesima norma sono state individuate adottando una tipologia costruttiva standard ed applicando il criterio della massimizzazione dei parametri di calcolo, lascia facoltà di definire ampiezze minori di quelle standard qualora si dimostri il perseguimento del valore di 0.2 μT (valutato sulla base della corrente media annua di esercizio riferita all’anno precedente incrementata del 5%, ovvero del 50% della corrente massima di esercizio normale, qualora più cautelativo). La stessa direttiva prevede inoltre una valutazione specifica attraverso l’utilizzo di modelli di calcolo per quelle tipologie di linee non standard e nelle situazioni caratterizzate dalla compresenza di più linee (incroci, linee parallele, ecc.). L’esercizio della medesima facoltà è inoltre inteso fare riferimento alla tipologia costruttiva reale dell’elettrodotto ed alle condizioni ambientali (ad es. l’andamento spaziale del cavo elettrico o l’altimetria del terreno) all’interno delle quali si colloca la linea elettrica. 72 Questo breve panorama sulla legislatura vigente in materia di elettromagnetismo, consente di portare alla luce l’importanza potenziale degli strumenti di calcolo considerati in questo studio, in supporto alla pianificazione territoriale. I programmi risultano efficaci sia per l’individuazione delle aree di attenzione riferite a campi generati da antenne, sia per il calcolo delle fasce di rispetto relative agli elettrodotti, dove i risultati si rivelano particolarmente interessanti. Con MappeELF è possibile calcolare la dimensione delle fasce laterali a ciascuna linea elettrica, in modo da garantire il rispetto dei valori-soglia desiderati e considerando le condizioni strutturali effettive della linea. Il calcolo delle fasce di rispetto in riferimento alla reale altezza delle linee dal suolo e con i valori di corrente calcolati come previsto dalla norma CEI, ha permesso di ottenere, soprattutto per quanto riguarda le linee ad alta tensione, ampiezze minori di quelle previste dalla direttiva regionale 10 . Nel caso delle linee ad altissima tensione tale condizione si ottiene quando si considera la corrente adottata dalla direttiva regionale, mentre al contrario l’ampiezza della fascia di rispetto risulta maggiore di quella indicata nella direttiva stessa se si considera, per le linee a 380 kV, la corrente reale che attraversa l’elettrodotto calcolata come disposto dalle norme CEI e in base ai parametri della linea. Per ciò che concerne le stazioni radio base (RSB) e le emittenti radio televisive, si è visto come CalcoloSRB permetta la localizzazione delle zone maggiormente interessate da campi elettrici (in relazione ai limiti definiti dal D.P.C.M. datato 08/07/2003) ed evidenziare eventuali edifici che intersecano i campi stessi. Infine va considerata l’utilità di queste tipologie di modelli di calcolo anche come valido aiuto a tecnici progettisti, chiamati a dover operare scelte progettuali in prossimità di antenne o elettrodotti. 10 Studio fatto sul territorio del Comune di Coriano. Vedi capitolo sesto. 73 6. STUDIO DELLE BASSE FREQUENZE SUL TERRITORIO DEL COMUNE DI CORIANO. Il comune di Coriano è situato nell’entroterra, nel sud della giurisdizione provinciale di Rimini. Il suo territorio, prevalentemente collinare, conta 8.501 abitanti per una densità media di 181,6 abitanti per kmq 11 . Figura 6.1- localizzazione del territorio comunale di Coriano. Sono presenti diversi importanti elettrodotti con differenti tensioni, che ne attraversano il territorio, talvolta incrociandosi fra loro. Per questo è stato scelto come area di prova, in cui poter testare MappeELF e confrontare le zone di attenzione risultanti con gli standard Regionali. La figura 6.2 mostra le principali linee del Comune, appartenenti a diversi gestori e soprattutto aventi differenti tensioni. 11 Dati Istat 2001. 74 Figura 6.2- principali elettrodotti presenti nel territorio del Comune di Coriano. 75 Il primo passo è stato il calcolo delle fasce di rispetto, utilizzando MappeELF. E’ utile sottolineare l’importanza rivestita dalla versatilità di Arcview 3.2 nello svolgimento di questa operazione; il programma infatti contiene un proprio linguaggio di programmazione, Avenue, per mezzo del quale si è potuto implementare l’algoritmo di MappeELF direttamente sul software GIS. Questo ha semplificato notevolmente le procedure, rendendo possibile lo sfruttamento del database delle reti elettriche della provincia di Rimini, precedentemente caricato in Arcview dal personale Arpa. La misura di campo elettromagnetico a cui si è fatto riferimento nel calcolo delle aree di rispetto è quella di 0.2 μT; tale valore, come meglio descritto nel capitolo 4 di questo lavoro, rappresenta l’obiettivo di qualità da perseguire per legge. Nel procedere si è evidenziata una problematica legata ai valori di correnti presenti in alcuni conduttori. La legge Regionale infatti considera i cavi a 380 kV come attraversati da una corrente effettiva di 750 A. In vero, riscontri diretti intercorsi con i gestori delle linee, evidenziano valori di 1155 A. I due casi ammettono, come logico pensare, aree di rispetto di dimensioni apprezzabilmente differenti fra loro. Per completezza, si valuteranno gli elettrodotti in questione in entrambe le condizioni prospettate. Si è proceduto con il calcolo delle fasce di rispetto sfruttando le potenzialità di MappeELF e successivamente con strumenti propri di Arcview si è proseguito con il calcolo vero e proprio delle metrature delle zone risultanti. Il risultato è stato di 2.895.025 metri quadrati quando si è presa in considerazione la corrente a 750 A (per i conduttori a tensione 380 KV), circa 3.351.116 m² per corrente a 1115 A 12 . Si evidenzia una differenza di più di 456.000 m² che è un risultato assolutamente degno di nota, soprattutto in rapporto all’esigua estensione del Comune di Coriano. 12 I valori delle aree sono intesi approssimati alla prima cifra intera. 76 La rappresentazione in figura 6.3 intende evidenziare il reale sviluppo del campo elettromagnetico generato da un conduttore. Le aree di rispetto definite dagli standard disegnano rette parallele al cavo. Il calcolo reale del valore di campo effettuato con MappeELF invece, tiene conto dell’andamento e dell’altezza della campata del conduttore. In questo modo, soprattutto nei pressi dei tralicci dove i conduttori sono più alti, è possibile guadagnare metratura edificabile, questo perché, in queste aree, gli standard tendono a sovrastimare i valori di campo elettromagnetico. Figura 6.3- rappresentazione esemplificativa del differente andamento delle fasce di rispetto restituite da MappeELF in confronto agli standard statali. La legislatura Regionale stabilisce le dimensioni in metri delle fasce laterali di rispetto per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 μT al recettore. Per i conduttori ad altissima tensione (380 KV) a singola terna presenti nel Comune considerato, la distanza indicata è 100 metri dalla linea. Quanto ai conduttori ad alta tensione (132 KV) è prescritta una misura di 50 metri. Si noti come questa procedura non preveda in alcun modo che si consideri l’iterazione 77 fra i vari conduttori quando, per esempio, questi si avvicinano considerevolmente o, come accade nel Comune prescelto, si incrociano. Figura 6.4 - fasce laterali di rispetto costruite secondo standard. Si noti come, anche nei pressi dell’incrocio, non si modifica in alcun modo il loro l’andamento rettilineo. Queste situazioni sono trattate diversamente dal software Arpa che, più correttamente, prevede che si tengano in considerazione le iterazioni fra i campi elettromagnetici provenienti da conduttori limitrofi. Per questo, come si evidenzia nella figura a seguito, le fasce di rispetto modificano il loro andamento nei pressi degli incroci di linee. 78 Figura 6.5 – Aree di rispetto costruite dal programma MappeELF nei pressi di un incrocio di linee. Il grafico riporta una situazione reale all’interno del Comune considerato. Oltre ciò, le aree restituite dal software, considerano la conformazione del territorio interessato, stimando l’effettiva distanza di ogni punto dal cavo e non dalla sua proiezione sul terreno. Gli standard, più semplicemente, sono calcolati come distanze da una ipotetica linea proiettata sul suolo dai cavi. In questo modo si rischia di sovrastimare o sottostimare il campo elettromagnetico, ogni qual volta la linea elettrica attraversi terreni inclinati. Seguendo le indicazioni di legge, si è operato riproducendo direttamente sulla rappresentazione del territorio in ArcView gli standard di legge. Di seguito, procedendo analogamente a quanto fatto per le fasce costruite con MappeELF, si è calcolata la superficie compresa nelle zone di rispetto. La 79 misura di quest’area è risultata essere 3.035.903 m². Il risultato conseguito porta in evidenza che, rispetto agli standard, l’analisi fatta per mezzo del programma MappeELF sugli stessi elettrodotti attraversati dalla stessa corrente, evidenzia una differenza di 140.879 m² (in relazione al Comune di Coriano). Il Comune cioè guadagna più di 14 ettari edificabili costruendo le fasce di rispetto per mezzo di un programma previsionale piuttosto che utilizzando i valori standard indicati dalla normativa. Si tratta di una misura corrispondente al 4,64% della superficie totale dell’area di rispetto, all’incirca l’equivalente allo spazio necessario alla costruzione di una trentina di palazzine di medie dimensioni, sufficiente cioè ad accogliere un piccolo quartiere cittadino. Il risultato non può perciò considerarsi privo di interesse, tanto più se lo si rapporta alle dimensioni piuttosto esigue del territorio considerato. Il grafico seguente vuole rendere l’idea delle dimensioni dell’area in questione. Figura 6.6- Ipotetico quartiere costruito sulla metratura risparmiata utilizzando MappeELF (proporzioni reali). 80 In vero le aree di rispetto da esaminare sarebbero quelle che risultano considerando una corrente di 1115 A. Questo infatti è il valore effettivamente riscontrato per gli elettrodotti ad altissima tensione. Così facendo l’ampiezza delle zone di rispetto calcolate con il software previsionale, risulta maggiore di ben 315.212 m² in rapporto a quella calcolata sugli standard di legge. Quest’ultimi però non risultano adempiere correttamente al fine per cui sono stati creati, non garantiscono cioè l’obiettivo di qualità di 0,2 μT al recettore. Siamo di fronte ad un bug della normativa che, intenderebbe tutelare la salute escludendo esposizioni prolungate a campi superiori a 0,2 μT, ma lo fa indicando una distanza dagli elettrodotti ad altissima tensione assolutamente non sufficiente. Si tratta perciò di garantire la tutela della salute umana a dispetto delle erronee indicazioni di legge. Questa valutazione ha portato quindi a due risultati evidenti: Per prima cosa si è potuto apprezzare come, a parità di condizioni considerate, il programma Arpa permetta di restringere le fasce di rispetto in relazione agli standard regionali, pur garantendo completamente la tutela della salute; successivamente si è potuto sottolineare un errore presente nella vigente normativa Regionale che considera una corrente a 750 A piuttosto che a 1115 A per i conduttori ad altissima tensione. Si consideri infine come, il programma MappeELF, interagendo con ArcView, permetta l’immediata individuazione delle zone abitative attraversate da elettrodotti ed interessate da valori apprezzabili di campo elettromagnetico. Per l’individuazione corretta delle abitazioni interessate tuttavia, dovrebbe essere preso in considerazione anche il loro sviluppo verticale. In questo lavoro non si è proceduto a questo tipo di analisi, ma può risultare interessante portare in evidenza questa potenzialità in prospettiva futura. 81 Figura 6.2- Aree più densamente popolate all’interno del Comune di Coriano (evidenziate in rosa). Si noti come talune di queste sono attraversate da elettrodotti. 82 7. STUDIO DELLE ALTE FREQUENZE SUL TERRITORIO DEL COMUNE DI CATTOLICA. Per la stima di campi elettromagnetici generati da sorgenti puntiformi, si è scelta come area di studio il comune di Cattolica. Il territorio di Cattolica si colloca all’estremità sud-orientale del comprensorio della Provincia di Rimini, al confine con la Regione Marche e in particolare con la Provincia di PesaroUrbino, diviso dal torrente Tavollo che tratteggia il confine Regionale. In buona parte affacciato sul mare, il Comune, conta 15.743 abitanti per una densità di 2.623,8 abitanti per kmq 13 . Figura 7.1- localizzazione del territorio comunale di Cattolica. Avvalendosi del programma CalcoloSRB si sono stimati i livelli di campo elettrico generati da sorgenti ad altra frequenza, rappresentate da stazioni radio base ed emittenti radio televisive. Questo al fine di poter ottenere una mappatura completa della zona, comprendente linee di isolivello rispondenti a 13 Dati Istat 2001. 83 diversi valori di campo. Infine, unendo le potenzialità del software Arpa a quelle del programma ‘ArcView 3.2’, si sono evidenziati gli edifici sottoposti ad irradiazioni troppo elevate, in relazione ai termini di legge. Per prima cosa si sono dovute localizzare le sorgenti emittenti e le loro singole caratteristiche. Nel caso del presente studio i risultati restituiti dal programma Arpa rappresentano, per ogni punto della griglia di calcolo, la somma dei contributi delle 70 antenne radiotelevisive attive in Provincia, mentre per le SRB si sono considerate influenti su un punto di valutazione quelle poste a distanza minore di 3000 metri dal punto stesso. Tale differenza è dovuta soprattutto alla diversa potenza sviluppata dagli impianti, a seconda dei compiti cui devono assolvere. Le stazioni radio base, progettate per coprire aree limitate, al di sopra dei 3000 metri danno contributi del tutto trascurabili; le antenne radiotelevisive invece devono coprire zone molto più ampie, per questo sono posizionate in siti particolarmente elevati e sviluppano potenze consistentemente superiori. Si evidenzia che per quanto concerne impianti SRB, si è tenuto conto anche delle antenne non ancora istallate ma già autorizzate. I dati relativi a collocazione e diagrammi di irradiazione delle singole antenne, provengono dall’archivio dati Arpa, sezione provinciale Rimini e sono sostanzialmente una rielaborazione di quelli forniti dalle emittenti, in sede di richiesta di autorizzazione14 . In particolare sulla localizzazione in pianta, Arpa ha cercato di limitare gli errori di posizionamento, riscontrati spesso negli incartamenti presentati dai gestori degli impianti. A tal fine sono state effettuate numerose rilevazioni in loco. Nonostante ciò è possibile che, soprattutto per alcuni siti più complessi, non si sia raggiunta ancora una descrizione esaustiva della situazione in essere. 14 Per alcuni impianti irradianti situati nel territorio della regione Marche, si è fatto riferimento a dati forniti da Arpa Marche sezione provinciale Pesaro-Urbino. 84 Figura 7.2- localizzazione antenne sul territorio. 85 Inoltre è stato necessario simulare l’antenna RAI ad Onde Medie presente a Viserbella di Rimini con un’antenna equivalente che potesse essere trattata coerentemente dal software. Ciò è stato ottenuto impostando un diagramma orizzontale ricavato dai dati forniti dall’emittente, un diagramma verticale senza attenuazioni e, con passaggi successivi, implementando potenze diverse al fine di ottenere una rappresentazione dei livelli di campo elettrico coerente con le misurazioni a disposizione di ARPA per il sito in parola. Per ciò che concerne le singole caratteristiche degli impianti, per ognuno di questi è stato necessario individuare la configurazione massima autorizzata ed in particolare: • le coordinate in pianta (Gauss-Boaga Est) e l’altezza del centro elettrico di ogni antenna; • il tipo di antenna con i relativi diagrammi di irradiazione e l’eventuale tilt elettrico; • la potenza di alimentazione reale; • la direzione di puntamento rispetto al Nord geografico; • il tilt meccanico; • la quota sul livello del mare del sito in esame. Successivamente si è proceduto alla stima dei valori di campo elettrico in ogni punto della griglia costruita sul territorio comunale. Da sottolineare che, per le alte frequenze, si può parlare di calcolo di campo elettrico (E). Quest’ultimo infatti risulta -in questi casi- direttamente proporzionale all’induzione magnetica (B), secondo la relazione: E=z·B in cui z rappresenta l’impedenza. Il D.P.C.M, datato 08/07/2003 riporta tabelle che definiscono limiti in relazione sia al campo elettrico che all’induzione magnetica. Potendo dunque indifferentemente scegliere se considerare l’uno o 86 l’altro, la preferenza ricade su E visto che la sua valutazione strumentale risulta più agevole. Anche in questo caso, come visto per le basse frequenze, l’algoritmo di base di CalcoloSRB è stato implementato sul programma ArcView, facilitando così le operazioni di elaborazione dei dati. Dovendo scegliere l’altezza a cui determinare i valori di irradiazione, si è deciso di optare per due differenti quote. La prima risulta dalla media delle elevazioni dal suolo dei centri elettrici delle sorgenti presenti nel Comune, nel nostro caso il risultato ottenuto è di 26 metri. Il secondo valore, scelto arbitrariamente, è 15 metri. A questa altezza i valori di campo risultano ancora piuttosto apprezzabili ed è più frequente trovare qualche intersezione di campo con edifici presenti nell’area. Si è proceduto, successivamente, alla costruzione di curve di isolivello di campo, tenendo in considerazione le normative vigenti volte alla salvaguardia della salute. È stabilito infatti, per le frequenze proprie delle emittenti radiotelevisive e delle SRB, un limite di 20 V/m da non superare in qualsiasi luogo accessibile alla popolazione 15 . Si definisce, inoltre, un valore di cautela massimo di 6 V/m in corrispondenza di edifici adibiti a permanenza di persone non inferiore alle quattro ore. In ultimo, se i calcoli teorici possono far prevedere valori superiori alla metà dei limiti (3 V/m), si consiglia l’effettuazione di misure per la verifica del rispetto dei limiti 16 . 15 I risultati delle ricerche hanno dimostrato che l’effetto sanitario più diretto dei campi E è rappresentato dall’induzione di correnti all’interno dell’organismo esposto. Per esposizioni inferiori a 20 kV/m, le conseguenze sono da ritenere esigue ed innocue. 16 Per ulteriori chiarificazioni in ambito di normativa si consulti il capitolo quinto. 87 Figura 7.3- Valori di campo elettrico calcolati a 26 metri in un’area di prova in località Cattolica. Figura 7.4- Valori di campo elettrico calcolati a 15 metri in un’area di prova in località Cattolica. 88 Come si evince dai grafici precedenti, i valori più elevati di campo elettrico si hanno all’altezza di 26 metri, più in prossimità cioè dei centri elettrici dei siti irradianti. I risultati ottenuti a 15 metri non sono però trascurabili e, in alcuni casi, si possono avere rilievi superiori alla soglia di attenzione. Un’analisi approfondita però, prevede che si tengano in considerazione anche le dimensioni verticali delle costruzioni edificate nel territorio, potendole così intersecare con le curve, calcolate, come già precisato, a 15 e a 26 metri dal suolo. Figura 7.5- Rappresentazione in sezione dell’intersezione di un campo elettromagnetico con un edificio. La cartografia ArcView tuttavia, supporta normalmente dati raster, linee cioè che descrivono i confini degli edifici solamente in due dimensioni e che hanno funzioni esclusivamente rappresentative. Si è dunque proceduto alla sostituzione dei dati raster con cartografia vettoriale, la quale prevede che ogni costruzione sia definita da una polilinea. In questo modo le varie strutture risultano maggiormente manipolabili, oltre a contenere informazioni aggiuntive. Per contro, i file si rivelano molto più ‘pesanti’, rallentando le 89 operazioni di caricamento 17 . Si è proceduto assegnando ad ogni polilinea un centroide, così facendo è stato possibile ricavare per ogni centroide, tramite ArcView, l’altezza sul livello del mare. Tale dato è riferito al livello del suolo su cui si erigono le varie strutture. Allo stesso tempo è possibile ricavare, dalla tabella ‘edifici’, l’elevazione s.l.m. di ogni singola costruzione, riferita questa volta al limite superiore dello stabile stesso. Ora, semplicemente sottraendo a quest’ultimo dato la quota del centroide, si è ricavata l’altezza di ogni edificio presente sul territorio. Questo risultato diventa importante perché direttamente interpolabile con le linee di isolivello calcolate anch’esse a determinate altezze dal suolo. La suddetta elaborazione di dati, permette ad ArcView di restituire schermate in cui sono evidenziati, con differente colorazione, gli edifici interessati da inquinamento elettromagnetico superiore ai limiti consentiti; in questo modo risulta immediata l’individuazione di siti a rischio. Di seguito si riporta un grafico esemplificativo. 17 Proprio per questo solitamente sono preferiti i dati raster. 90 Figura 7.6- interpolazione di campi superiori a 3 V/m con gli stabili presenti all’altezza di 15 metri. In rosso gli edifici interessati. La figura 7.6 rappresenta una situazione reale in località Cattolica e mostra come - a 15 metri di altezza- si possono avere campi elettrici di apprezzabile entità che interessano alcuni edifici in pianta. Le costruzioni evidenziate in rosso sono attraversate da campi elettrici con valori fra i 3 e 5 V/m. Secondo le disposizioni di legge è consigliato, in questi siti, un monitoraggio strumentale per la verifica del rispetto dei limiti. Nel territorio analizzato, non si sono rilevate situazioni significativamente peggiori di quella appena presentata. In nessun caso infatti le strutture sono state interessate da campi elettrici superiori a 6 V/m. Questo perché, in fase di autorizzazione, non è consentita l’installazione di impianti potenzialmente nocivi. Al momento della richiesta di permesso, il gestore dell’impianto è tenuto a presentare una documentazione, di seguito visionata da Arpa e Ausl, nella quale si dimostra l’impatto non eccessivo dei siti da approvare. Arpa esegue simulazioni preventive in base ai dati forniti dal gestore e dà parere positivo solo nel caso in cui siano rispettati i limiti stabiliti. Particolare importanza riveste l’eventuale presenza di ‘siti 91 sensibili’ attiguamente al punto di inserimento del nuovo impianto. Con il termine ‘siti sensibili’ si intendono indicare: • Aree verdi; • strutture ricreative (parchi giochi, parchi acquatici…); • strutture sportive (stadi, piscine…); • strutture sanitarie (ospedali, case di cura…); • scuole. Per queste categorie, principalmente per ospedali e scuole, è prevista particolare cautela. Il Comune di Cattolica nella fattispecie, ha emanato un regolamento, in cui si specifica divieto assoluto di installazione di nuove stazioni radiotelevisive e radio base entro un raggio di 300 metri da ospedali e scuole. Questo regolamento comunale, non ha certo il valore di una legge, ma descrive le volontà della giunta comunale in relazione alla pianificazione territoriale. Nello stesso regolamento si fa preciso riferimento alla necessità di individuare in pianta le zone interessate da campi elettrici superiori ai 3 V/m. A questo scopo, CalcoloSRB si segnala come strumento necessario per assolvere al compito. 92 Figura 7.7- Siti sensibili evidenziati in un’area scelta all’interno del Comune di Cattolica. Lo studio effettuato ha evidenziato diverse possibilità di sfruttamento degli strumenti informatici considerati. In primo luogo la costruzione di isocurve e la loro interpolazione con le strutture presenti rende immediatamente possibile la visualizzazione delle situazioni più a rischio. Si definiscono così i casi di superamento dei limiti di legge, ma anche i contesti in cui si consiglia un’analisi strumentale. In questo modo Arpa può concentrare gli sforzi di monitoraggio in aree ben delimitate. CalcoloSRB inoltre, può potenzialmente risultare strumento utile, in sede di rilascio di parere preventivo Arpa, per la concessione di autorizzazione a nuovi impianti. Infine agevola notevolmente le strategie di pianificazione indicando alle amministrazioni comunali le zone più 93 o meno sfruttate all’interno della loro giurisdizione. Unico neo rimane il passo di analisi, fissato a 5 metri causa limiti tecnici non del programma ma della cartografia a disposizione. 94 CONCLUSIONI. La determinazione di valori certi di campo elettrico e magnetico, tali da escludere qualsiasi conseguenza biologica e sanitaria sugli individui esposti, è ancora motivo di studio. L’indeterminazione è dovuta principalmente, ma non solo, alla mancanza di uno sviluppo di una casistica sufficientemente completa riguardo gli effetti a lungo termine derivati da esposizione a campi elettromagnetici, anche a fronte del fatto che ci si trova in presenza di un problema piuttosto recente. Nonostante ciò, la legislatura ha definito valori limite di esposizione a campi generati da sorgenti ad alta e bassa frequenza. Le amministrazioni hanno delegato all’ARPA la valutazione di impatto ambientale (VIA) data delle varie sorgenti che contribuiscono all’elettrosmog. La VIA rappresenta, al giorno d’oggi, una consolidata prassi metodologica per la stima dell’entità dei problemi ambientali, derivanti dalla costruzione e dall’esercizio di determinate strutture. Nel caso in questione, l’applicazione pratica di tale metodologia è resa più problematica dall’effettiva difficoltà riscontrabile nello sviluppo di modelli capaci di dare un’adeguata descrizione quali-quantitativa dei problemi da affrontare. Nel corso dello studio, si è dimostrato come i programmi MappeELF e CalcoloSRB possano perfettamente inserirsi all’interno del processo di VIA, come modelli idonei a proporre una rapida ed affidabile valutazione dei livelli di campo elettrico e magnetico. Si è considerato il loro sviluppo a partire da precise leggi fisiche e si sono esaminate le inevitabili approssimazioni, determinate dalla complessità e dalla moltitudine di componenti ambientali coinvolte. In particolare, i software presuppongono condizioni di campo lontano e di totale assenza di ostacoli, situazione che, soprattutto per ciò che concerne i campi elettrici, tende a sovrastimare il valore al recettore, in realtà spesso attenuato da possibili oggetti schermanti (edifici, alberi…). L’utilità dei modelli di simulazione risulta tuttavia evidente per molteplici scopi. In primo luogo è applicabile come strumento di valutazione preventiva, atto ad evidenziare l’impatto potenziale degli impianti da attuare, rendendo così possibile l’eventuale considerazione di modifiche strutturali o di 95 posizionamento degli impianti stessi. È plausibile, in questo modo, pensare di poter evitare la realizzazione di strutture potenzialmente pericolose ed individuarne la localizzazione più idonea. Per quanto riguarda le opere già realizzate, si può quantificare la loro incidenza sul territorio, individuando le aree più densamente inquinate e i siti recettori interessati. È possibile così constatare il rispetto dei limiti imposti dalla normativa vigente e, qualora tali limiti non siano rispettati, progettare interventi di risanamento nelle zone interessate. I dati ottenuti dai modelli di calcolo previsionale possono risultare utili per la creazione ai un Sistema Informativo Territoriale delle fonti di inquinamento elettromagnetico. Un primo tentativo in questo senso è rappresentato dal lavoro svolto negli ultimi due capitoli di questa tesi. Nell’area descritta dai confini comunali di Coriano, si è operato alla stima dei campi elettromagnetici generati dagli elettrodotti ad alta e altissima tensione che ne attraversano il territorio. Sfruttando le potenzialità di MappeELF si sono delimitate aree di rispetto per il perseguimento dell’obiettivo di qualità di 0,2 μT al recettore, definito dalla legislatura vigente. Si è dimostrato come le aree calcolate, che rappresentano una alternativa ad aree standard definite dalla normativa regionale, risultino rispetto queste ultime maggiormente accurate poiché prevedono un’analisi tridimensionale della situazione in essere. La stima delle condizioni di elettrosmog tramite MappeELF, ha reso possibile la riduzione delle suddette aree di ben 4,64 punti percentuali, pur mantenendo il rispetto dei limiti di cautela disciplinati. Si è visto inoltre, come il modello sia in grado di considerare la morfologia del terreno e la struttura delle singole campate, restituendo valori di campo molto simili a quelli ottenibili con misure strumentali. Cattolica invece è stato scelta come area di prova del programma CalcoloSRB, costruito per il calcolo del campo elettrico generato da antenne radio televisive e Stazioni Radio Base. Si è operato ai fini di poter interpolare i valori restituiti dal programma con gli edifici presenti nel Comune. Questo procedimento ha reso possibile l’individuazione di costruzioni interessate da valori di inquinamento degni di nota. In particolare è stato possibile accertare che nessuna abitazione fosse interessata da campi superiori ai 6 V/m, limite 96 massimo consentito per la permanenza dell’uomo al di sopra delle quattro ore giornaliere. Si sono peraltro evidenziati alcuni casi di superamento dei 3 V/m, casi in cui la normativa consiglia un’osservazione strumentale dello stato reale dell’inquinamento. L’importanza di questo risultato non è da sottovalutare, poiché tale procedura permette di convogliare degli sforzi di osservazione strumentale in zone ben delimitate del territorio. È stato possibile inoltre, verificare la tutela dei siti considerati sensibili, che prevedono particolare attenzioni, anche tenuto conto del regolamento Comunale che la giunta di Cattolica ha emanato in proposito. Si è poi sottolineato come il programma può potenzialmente risultare strumento utile, in sede di rilascio di parere preventivo Arpa, per la concessione di autorizzazione a nuovi impianti. Si può così affermare che CalcoloSRB è in grado di simulare l’inserimento in pianta di nuovi siti irradianti, valutando il contributo in termini di inquinamento che gli stessi potrebbero fornire all’interno del panorama considerato. 97 Bibliografia. [1] BLUM Ronald, ROLLER Duane E., Fisica Elettricità Magnetismo Otica. Volume secondo, Bologna, Nicola Zanichelli, 1985. [2] TIPLER Paul A., Fisica 2 seconda edizione, Bologna, Nicola Zanichelli, 1988. [3] ALONSO, FINN, Elementi di fisica per l’università Vol. II Campi e Onde, Milano, Masson, 1992. [4] FALETTI Noverio, CHIZZOLINI Paolo, Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, Bologna, Patron, 1987. [5] TONDO Sandra (a cura di), Campi elettrici e magnetici a frequenza industriale: sorveglianza fisica, impatto sanitario, Firenze, IROE-CNR, 1996. [6] BEVITORI Paolo, L‘inquinamento elettromagnetico, Napoli, CUEN, 1997. 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