DIABETE DI TIPO I

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INSULINA E
IPOGLICEMIZZANTI
ORALI
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INSULINA
L’insulina è un ormone peptidico prodotto insieme al
glucagone dal pancreas. Sia l’insulina che il glucagone
svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione delle
attività metaboliche dell’organismo e permettono il
mantenimento dell’omeostasi dei livelli ematici di
glucosio
Il DIABETE è un gruppo eterogeneo di sindromi
caratterizzate da aumento di glucosio nel sangue e da
una carenza relativa o assoluta di insulina.
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DIABETE DI TIPO I (o IDDM) E’ caratterizzato da
carenza assoluta di insulina dovuta a lesioni o necrosi
delle cellule  delle isole di Langherans del pancreas.
Le cause possono essere:
- invasione da parte di virus
- azione di tossine chimiche
- anticorpi autoimmuni diretti contro le cellule 
Questo tipo di diabete colpisce il 10-20% dei soggetti
diabetici e si presenta solitamente durante l’infanzia o la
pubertà.
DIABETE DI TIPO II (o NIDDM) In questo caso il
pancreas mantiene una certa attività delle cellule , con
livelli di insulina inferiori a quelli necessari per mantenere
l’omeostasi del glucosio.
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E’ caratterizzato da un aumento del peso corporeo
(obesità) e frequente compromissione vascolare.
L’80-90% dei diabetici presenta questo tipo di diabete
caratterizzato da una forte predisposizione genetica.
E’ frequente la resistenza da parte degli organi
bersaglio a rispondere all’insulina ed in alcuni casi
questa resistenza può essere dovuta alla diminuzione
del numero di recettori per l’insulina.
4
La secrezione di insulina
è
regolata
dalla
concentrazione
ematica
di glucosio (glicemia) che
nell’individuo normale è di
70- 100 mg/dl.
5
Quando l’insulina diminuisce o la sua attività si riduce il
glucosio non può depositarsi nel fegato né nei muscoli e
non può essere utilizzato dai tessuti perciò la glicemia
aumenta (IPERGLICEMIA)
Normalmente il glucosio viene filtrato dai glomeruli renali e
completamente riassorbito a livello tubulare, per cui non è
presente nelle urine. Se la glicemia supera il valore di 1.8
g/l, il glucosio non è più riassorbito dai tubuli ed è presente
nelle urine (GLICOSURIA), trascinandosi per osmosi l’acqua
 aumento della quantità di urina (POLIURIA) e di
conseguenza aumento della sete (POLIDIPSIA) oltre alla
necessità di compensare l’energia che non è possibile
ricavare dal glucosio attraverso un’aumentata ingestione di
cibo (POLIFAGIA).
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POLIURIA, POLIDIPSIA, POLIFAGIA ed eventualmente
PRURITO solo le 4 P che definiscono la sintomatologia
diabetica.
La mancata utilizzazione del glucosio comporta una
mobilizzazione dei grassi con aumento nel sangue di
acidi grassi liberi e trigliceridi. Essi non vengono
metabolizzati completamente e si accumulano nel sangue
i CORPI CHETONICI (acetone, acido acetacetico, e idrossibutirrico). L’acetone è eliminato con l’aria
espirata conferendo all’alito il caratteristico odore; gli
acidi aumentano l’acidità del sangue (ACIDOSI
DIABETICA) con sofferenza del SNC che può arrivare
sino al coma nel qual caso si interviene con iniezioni di
glucosio e insulina.
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TERAPIA
DIABETE DI TIPO I: il paziente
somministrazione di INSULINA
concentrazioni ematiche di glucosio
controllare la chetoacidosi.
INSULINA: E’ una
catene polipeptidiche
deve affidarsi alla
per mantenere le
vicine alla norma e
piccola proteina formata da 2
legate da ponti disolfurici.
Viene normalmente sintetizzata e secreta dalle
 delle isole di Langherans del pancreas.
cellule
Ha una carica negativa che le consente di legare sia le
proteine circolanti con carica positiva che i recettori di
membrana.
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FONTI DI INSULINA: veniva estratta da fonti
animali (bovini o suini): quella suina è la più
simile a quella umana poiché differisce solo
per un aminoacido. Viene dosata in U.I.
Oggi è prodotta pura sinteticamente da un
ceppo di Escherichia coli mediante tecniche di
ingegneria genetica
SOMMINISTRAZIONE: poiché verrebbe digerita dagli
enzimi dell’apparato digerente, non può essere
somministrata per os.
Viene somministrata per via s.c. poiché per
via e.v. ha una emivita di soli 9 min.
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REAZIONI INDESIDERATE:
il pericolo maggiore è
quello di causare una crisi ipoglicemica i cui sintomi sono:
fame, debolezza, sudorazione e tremori diffusi.
Inoltre può determinare REAZIONI ALLERGICHE
e
ATROFIA del tessuto adiposo sottocutaneo
localizzate
nel punto di iniezione.
La terapia cronica a lungo andare può indurre la
formazione di anticorpi antiinsulina che la neutralizzano
annullandone l’efficacia.
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PREPARAZIONI:
Le diverse preparazioni di insulina differiscono tra loro
per i tempi di inizio e la durata d’azione. Ciò è ottenuto
alla dimensione e alla composizione dei cristalli.
INSULINA RAPIDA (insulina regolare o pronta)
Soluzione di insulina umana cristallizzata come sale di
zinco. Viene somministrata per via s.c. (o e.v. nei casi
di emergenza) e riduce la glicemia nel giro di 30 minuti
ed ha breve durata (3-6 hr).
E’ utilizzata nei diabetici con ampie oscillazioni
glicemiche con 2-3- iniezioni giornaliere prima dei pasti
per compensare l’iperglicemia post prandiale.
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INSULINA LISPRO (Humalog) e insulina aspart
(Novorapid): Analoghi dell’insulina umana contenenti
modifiche della sequenza aminoacidica che consentono
una maggiore rapidità di assorbimento (20 min) e durata
d’azione breve (3-4 hr).
INSULINA SEMILENTA E’una sospensione di
insulina amorfa con ioni zinco in soluzione tamponata.
L’inizio d’azione è dopo 1 hr e la durata è di 10-12 hr
INSULINA ISOFANO o INSULINA PROTAMINA
NEUTRA DI HAGEDORN (NPH) E’ una sospensione di
insulina legata alla protamina in soluzione neutra.
L’inizio d’azione è entro 2 hr e dura circa 10-16 hr.
INSULINA LENTA. E’ una miscela formata dal 30% di
insulina semilenta e dal 70% di insulina ultralenta (ad
azione prolungata). Assorbimento entro 3-4 hr dalla
12
somministrazione e azione di 12 – 18 hr.
INSULINA ULTRALENTA Sospensione di insulina zinco
cristalina in soluzione tampone costituita da grandi
particelle. Inizio d’azione entro 6-8 hr ed effetto
molto lungo 18 – 20 hr.
INSULINA GLARGINA (Lantus) E’ un analogo
dell’insulina umana caratterizzato da rapido inizio
d’azione (1,5 hr) e lunga durata (20 hr)
La scelta tra le varie insuline ritardo è compito del
medico che deve tener conto del tipo di diabete, della
sensibilità dell’individuo alle varie insuline e delle calorie
necessarie.
13
14
DIABETE DI TIPO II:
si può sfruttare la residua
capacità del pancreas e si utilizzano
IPOGLICEMIZZANTI ORALI e solo nei casi più gravi
INSULINA.
IPOGLICEMIZZANTI ORALI: Il diabete mellito negli
adulti che compare verso ed oltre i 60 anni in persone
obese e il DM senile (verso i 70 anni) sono caratterizzati
da una residua capacità del pancreas a secernere insulina.
In tali individui in cui la dieta non è da sola efficace a
ridurre le concentrazioni ematiche di glucosio, si
utilizzano:
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SULFANILUREE: glibenclamide (Euglucon),
glipizide (Minidiab)
Meccanismo d’azione:
-stimolano il pancreas a produrre insulina
-aumentano il legame dell’insulina a i tessuti e ai recettori
bersaglio
Assorbimento: Per via orale. Le dosi possono essere
divise in 1, 2 o 3 somministrazioni giornaliere
in base alla sensibilità individuale.
Metabolismo: Epatico
Escrezione: Renale o epatica per cui sono controindicate
in pazienti con insufficienza renale o epatica
Effetti indesiderati: ipoglicemia, sudorazione, agitazione
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e incubi notturni, aumento di peso
MEGLITINIDI: Repaglinide (Novonorm)
Meccanismo d’azione:
Stimolano la secrezione di insulina, ma
danno
meno
problemi di indurre ipoglicemia.
Sono somministrate tre volte al giorno prima dei pasti.
BIGUANIDI: metformina (Metbay) e fenformina
Meccanismo d’azione:
NON stimolano la secrezione di insulina, ma agiscono
principalmente facendo diminuire la produzione epatica di
glucosio, inibendo al gluconeogenesi.
Il rischio di ipoglicemia è inferiore che con le
sulfaniluree.
Sono in grado di ridurre l’iperlipidemia.
Fanno perdere peso al paziente.
Usate di solito in associazione ad una sulfanilurea.
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TIAZOLIDINEDIONI:
troglitazone
e
rosiglitazone
(Avandia)
Meccanismo d’azione: Agiscono come sensibilizzatori
all’insulina.
Limitano
l’aumento
della
produzione epatica di glucosio. Possono
contrastare
l’insulino-resistenza,
senza
promuoverne la liberazione a livello delle
cellule beta del pancreas.
Farmacocinetica: Sono induttori del cit. P450 e vengono
eliminati con le feci.
Effetti indesiderati: Possono dare epatotossicità.
ACARBOSIO:
Meccanismo d’azione: Riduce l’assorbimento di amidi e
disaccaridi
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ANDROGENI
ANABOLIZZANTI
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TESTOSTERONE: E’ il più importante e viene
trasformato a livello delle cellule bersaglio in 5diidrotestosterone che lega il recettore e svolge le sue
funzioni biologiche.
E’ indispensabile per il processo della spermatogenesi, è
responsabile della crescita e dello sviluppo dell’apparato
genitale maschile; inoltre l’aumento dei livelli circolanti
garantisce l’espressione dei caratteri sessuali secondari.
ASSORBIMENTO: Buono per via orale ma viene
rapidamente inattivato dal fegato e non raggiunge
elevati livelli circolanti.
E’ preferibile usare sospensioni acquose per uso i.m. e
sospensioni oleose di esteri di testosterone che
consentono un lento rilascio del farmaco consentendo
un’unica somministrazione.
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METILTESTOSTERONE e FLUOXIMESTERONE
Sono efficaci per “os” poiché non sono degradati dal
fegato
INDICAZIONI: Utilizzati nella terapia sostitutiva in
uomini con ridotta produzione di ormoni androgeni per lo
sviluppo dei caratteri sessuali secondari
EFFETTI INDESIDERATI: Incremento della libido. Nelle
donne mascolinizzazione con modificazione della voce e
della disposizione dei peli, acne e calvizie. Nei bambini
disturbi della crescita e sviluppo sessuale precoce.
Stomatiti
dopo
somministrazione
per
“os”
ed
infiammazione x i.m.
21
ESTROGENI E
PROGESTINICI
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Sono ormoni prodotti dalle gonadi e
dalle surrenali, sono steroidi e sono
necessari per lo sviluppo dei caratteri
sessuali primari e secondari nella
pubertà nonché per il concepimento e
la maturazione dell’embrione.
ESTROGENI: i più importanti sono 17-ESTRADIOLO,
ESTRONE
ed
ESTRIOLO. Sono prodotti dalle cellule
follicolari, ma una parte può derivare
dalla trasformazione degli ANDROGENI
SURRENALICI da parte del tessuto
adiposo.
adiposo
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MECCANISMO D’AZIONE:
Gli estrogeni favoriscono il movimento delle ciglia e la
peristalsi delle tube di Falloppio, determinano un
aumento di grandezza dell’utero e proliferazione delle
cellule endometriali; nella vagina favoriscono il ricambio
delle cellule e portano ad una diminuzione del pH. Sono,
inoltre, responsabili dello sviluppo dei caratteri sessuali
secondari della donna
ASSORBIMENTO:
Vengono somministrati per via orale e nell’intestino si
verifica il massimo assorbimento.
In commercio sono presenti anche preparati per uso
topico facilmente assorbibili attraverso la mucosa
vaginale.
Recentemente sono stati commercializzati CEROTTI a
base di ESTRADIOLO per il trattamento ormonale
sostitutivo in menopausa.
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L’assunzione di estradiolo per os provoca alte concentrazioni
nel
plasma
con
ipertensione, mentre
l’applicazione
transdermica garantisce una sostituzione fisiologica.
INDICAZIONI:
Gli
estrogeni
sono
utilizzati
nell’ipogonadismo, per il trattamento della dismenorrea
(mestruazioni accompagnate da dolori nella regione pelvica e
lombosacrale) e per il trattamento dei disturbi connessi alla
menopausa
(vampate
di
calore,
ansietà,
vertigini,
palpitazioni).
EFFETTI INDESIDERATI: Senso di tensione mammaria e
sanguinamento vaginale; ipertensione che compare nel 5%
dei casi.
Nausea, vomito, diarrea, anoressia, crampi muscolari,
cefalea, insonnia, vertigini.
Nell’uomo perdita della libido, ginecomastia, atrofia
testicolare
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PROGESTERONE: E’ secreto dal CORPO LUTEO nella
seconda metà del ciclo mestruale e dalla PLACENTA in
caso di gravidanza
Le funzioni del progesterone sono rivolte alla preparazione
delle
condizioni
adatte
all’attecchimento
dell’ovulo
fecondato e della ghiandola mammaria per la secrezione
del latte
Assorbimento: Quello naturale si somministra per i.m. e
provoca dolore e reazioni locali. Per questo motivo sono
stati sintetizzati derivati che si somministrano per “os”
ed hanno un’azione prolungata
Indicazioni: Si utilizzano nel trattamento delle
amenorree nella prevenzione dell’aborto, per la
soppressione della lattazione post-partum
Effetti
indesiderati:
Nausea,
sonnolenza,
sanguinamento
uterino
irregolare.
Dosi
elevate
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producono disturbi gastrici, tensione mammaria, ittero.
CONTRACCETTIVI
L’uso più frequente di estrogeni e progestinici è la loro
associazione che sopprimendo l’ovulazione (estrogeni) e
prevenendo l’impianto (progestinici) riducono la fertilità.
Esistono almeno 4 classi di contraccettivi:
1) ASSOCIAZIONI ESTROPROGESTINICHE:
costituiscono i principi attivi delle “PILLOLE
TRIFASICHE” costituite da
- basse e costanti dosi di ESTROGENI x 21
giorni
- dosi basse e crescenti di PROGESTINICI 3
cicli di 7 giorni
2) PILLOLE PROGESTINICHE: dette anche
“MINIPILLOLE”
Contengono basse dosi costanti di PROGESTINICO
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3) IMPIANTI DI PROGESTINICI:
Si realizzano mediante capsule sottocutanee di
progestinico. Sei capsule delle dimensioni di un
fiammifero
impiantate
nell’arto
superiore
garantiscono una contraccezione per 5 anni.
4) CONTRACCEZIONE POSTCOITALE:
E’ la cosiddetta “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”
costituita da 2 cpr da 750 microg di LEVONORGESTREL
(progestinico)
La prima deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto
e la seconda 12 ore dopo.
La pillola blocca l’ovulazione o se questa è già avvenuta
blocca l’impianto dell’ovulo fecondato.
Se l’impianto si è già realizzato, non è efficace
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EFFETTI INDESIDERATI DEI CONTRACCETTIVI: Si
possono verificare tromboflebiti ed ipertensione, nausea,
vertigini, cefalea, disturbi visivi, effetti cancerogeni.
Nel caso della PILLOLA DEL GIORNO DOPO nausea,
vomito, vertigini, dolori al basso ventre, sensazione di
tensione mammaria, metrorragia, spotting
ANTIPROGESTINICI
Il MIFEPRISTONE è il principio attivo del RU486. E’
in grado di antagonizzare gli effetti del progesterone
o di inibirne la sintesi. E’ attualmente valutato come
abortivo.
29
FARMACI
ANTIMICROBICI
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Gli ANTIMICROBICI sono farmaci utilizzati nella
terapia delle malattie infettive sostenute da
microorganismi. Tali sostanze, al contrario degli altri
farmaci, non interagiscono con l’organismo, ma
colpiscono selettivamente gli agenti responsabili della
malattia.
A seconda dell’agente eziologico si distinguono:
ANTIBATTERICI
ANTIMICOTICI
ANTIELMINTICI
ANTIPROTOZOARI
ANTIVIRALI
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FARMACI ANTIBATTERICI
Dal greco “ANTI” = contro e “BIOS” =
vita sono sostanze:
-NATURALI elaborate da microorganismi
(funghi)
che
agiscono
contro
altri
microorganismi (batteri) inibendone la
crescita o distruggendoli
ANTIBIOTICI
O
CHEMIOTERAPICI -ottenute
COMPLETA
per
SINTESI
CHIMICA
-derivati
SEMISINTETICI
(molecole
naturali modificate chimicamente)
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AZIONE
BATTERIOSTATICA
Impediscono la crescita e la
moltiplicazione dei batteri
BATTERICIDA
Provocano la morte dei
batteri
Un antibiotico può avere entrambe le
CONCENTRAZIONE e del tipo di GERME
attività
a
seconda
della
La terapia antibiotica coadiuva le difese intrinseche antimicrobiche del
soggetto dovute al sistema immunitario ben funzionante ed integro.
Spesso pazienti IMMUNODEPRESSI (in caso di neoplasie, trapianti
d’organo, AIDS, terapia immunosoppressiva) non riescono a superare
un episodio infettivo nonostante dosaggi elevati di antibiotici, perché
carenti nelle difese immunitarie.
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USO CORRETTO degli ANTIBIOTICI
Una terapia antibiotica
deve essere “mirata”
e
comporta la scelta del farmaco più attivo verso il
microorganismo responsabile dell’infezione.
La scelta del farmaco più adatto comporta:
- l’IDENTIFICAZIONE precisa e tempestiva dell’agente
responsabile della malattia, mediante raccolta di
materiale organico (in condizioni asettiche) ed esami di
laboratorio
- esecuzione dell’ANTIBIOGRAMMA
metodo microbiologico atto a valutare la sensibilità del
microorganismo identificato a vari antibiotici
34
35
L’antibiotico deve essere somministrato ad un dosaggio
sufficientemente
elevato,
attraverso
la
via
di
somministrazione più appropriata, in modo da raggiungere
nel luogo dell’infezione la MIC (Minima Concentrazione
Inibente) o la MBC (Minima Concentrazione Battericida).
La terapia si deve protrarre fino alla scomparsa
dell’infezione e deve continuare dopo la guarigione (ad es.
dopo la scomparsa della febbre) per 2-3 giorni a dosaggio
pieno.
36
FARMACORESISTENZA:
La resistenza di un batterio ad un dato antibiotico può essere
NATURALE, cioè presente all’origine, oppure ACQUISITA, quando
si manifesta in un ceppo che prima era sensibile all’antibiotico
stesso. Quest’ultima può essere dovuta a:
- SELEZIONE DI MUTANTI RESISTENTI: a causa di cambiamenti
permanenti e trasmissibili nel corredo genetico del batterio.
- SCAMBI DI MATERIALE GENETICO: trasmissione del “fattore
R”, cioè di frammenti di DNA che codifica per enzimi e proteine
responsabili della resistenza, da un ceppo “resistente” ad uno
“sensibile” che quindi acquista la resistenza.
- RESISTENZA CROCIATA: un batterio divenuto per mutazione
resistente ad un dato antibiotico, mostra resistenza anche verso
altri antibiotici appartenenti allo stesso gruppo aventi la stessa
struttura chimica e stesso meccanismo d’azione.
Alla base del fenomeno della RESISTENZA vi è spesso l’uso
INAPPROPRIATO e INDISCRIMINATO degli antibiotici che a volte
37
vengono assunti senza precisa indicazione e a dosaggi inadeguati.
REAZIONI AVVERSE DA ANTIBIOTICI
Reazioni allergiche: possono essere di
dall’eritema fugace allo shock anafilattico
varia
entità
Superinfezione: durante una terapia antibiotica si può avere
il
sopravvento
(specialmente
di
miceti
infezioni
sostenute
“Candida
albicans)
da
a
SAPROFITI
causa
della
scomparsa della flora microbica sensibile all’antibiotico usato
per dosi troppo elevate. Gli antibiotici a largo spettro
distruggono la flora batterica che ha il potere di distruggere
tale fungo.
Tossicità diretta: concentrazioni sieriche elevate possono
causare tossicità per interessamento dei processi cellulari
dell’ospite. Per esempio, gli aminoglicosidi possono causare
ototossicità interferendo con le funzioni di membrana delle
cellule cigliate dell’organo di Corti
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CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
Possono essere classificati in base a
1) MECCANISMO D’AZIONE
2) SPETTRO DI ATTIVITA’
3) STRUTTURA CHIMICA
39
CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
1) MECCANISMO D’AZIONE
- Inibiscono la sintesi della parete cellulare batterica
- Alterano la permeabilità della parete batterica
- Inibiscono in modo REVERSIBILE la sintesi proteica
(MECCANISMO BATTERIOSTATICO)
- Inibiscono in modo IRREVERSIBILE la sintesi proteica
- Inibiscono la sintesi degli acidi nucleici
- Bloccano vie metaboliche specifiche
40
CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
2) SPETTRO DI ATTIVITA’
cioè in base alla varietà di germi sensibili ad un dato
antibiotico
-Antibiotici attivi prevalentemente contro batteri GRAM +
(penicilline)
-Antibiotici attivi prevalentemente contro batteri GRAM (streptomicina, gentamicina)
-Antibiotici
a
tetracicline, CAF).
LARGO
SPETTRO
(cefalosporine,
41
CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI
3) STRUTTURA CHIMICA
in famiglie che hanno anche spettro d’azione, meccanismo
d’azione ed effetti secondari analoghi
- ANTIBIOTICI BETA-LATTAMICI: Penicilline,
Tienamicine, Monobattami. Cefalosporine
- AMINOGLICOSIDI
- TETRACICLINE
- MACROLIDI
- LINCOSAMIDI
- CLORAMFENICOLO
- CHINOLONI
- SULFAMIDICI
42
ANTIBIOTICI BETA-LATTAMICI
Sono caratterizzati
dalla presenza nella struttura
chimica di un anello beta-lattamico a 4 atomi
43
PENICILLINE
Sono antibiotici battericidi che agiscono inibendo la sintesi
della parete batterica, provocando la morte del germe per
lisi cellulare.
Alcuni germi sono resistenti alle penicilline perché
producono
enzimi
detti
PENICILLASI
o
BETALATTAMASI che aprono l’anello beta-lattamico con
formazione di acido penicilloico
Si distinguono vari gruppi:
1) PENICILLINA G: E’ una penicillina naturale ottenuta
dalla fermentazione della muffa “Penicillum notatum”
Scoperta da Fleming nel 1928 rappresenta il capostipite
delle penicilline; è stato il primo antibiotico utilizzato
nella pratica clinica (1941) ed ha rappresentato una delle
44
tappe più importanti e rivoluzionarie della farmacologia.
E’ una penicillina ACIDO-SENSIBILE, viene inattivata a
livello gastrico e quindi non può essere somministrata per
via
orale.
Deve
essere
somministrata
per
via
PARENTERALE.
Attraversa la barriera placentare e si ritrova nel latte.
La sua escrezione renale è estremamente rapida per cui
dovrebbe essere somministrata molto frequentemente (ogni
4-6 ore)
Attiva prevalentemente sui batteri Gram +: è infatti
l’antibiotico di elezione per infezioni da STREPTOCOCCHI,
PNEUMOCOCCHI e MENINGOCOCCHI
45
Esistono preparazioni di Penicillina G a lento rilascio quali
la PENICILLINA BENZATINA che ha un’azione
prolungata (circa 15 gg), consentendo di ovviare alle
frequenti somministrazioni in casi di lunghi trattamenti
antibiotici
a
scopo
profilattico
(profilassi
antistreptococcica della malattia reumatica)
Sono
2)
PENICILLINE
ANTISTAFILOCOCCICHE:
penicilline semisintetiche
resistenti alle penicillasi e
vengono usate nei casi di infezioni da stafilococchi
produttori di penicillasi
OXACILLINA - CLOXACILLINA
Possono essere somministrate per via i.m., e.v., o orale
46
3) PENICILLINE AD AMPIO SPETTRO: Presentano
diversi vantaggi rispetto alla penicillina G:
- attiva sia su GRAM+ che su GRAM- possibile somministrazione ORALE perché resistenti
al succo gastrico
- maggiore EMIVITA
Vengono utilizzate nelle infezioni da GRAM- dell’apparato
respiratorio, urinario e gastroenterico
AMPICILLINA, AMOXICILLINA, BACAMPICILLINA
Possono essere somministrate per via i.m., e.v., o orale
ad eccezione dell’amoxicillina che viene somministrata solo
per via orale
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Distribuzione Tutte le penicilline attraversano la barriera
placentare, ma nessuna è taratogena. La penetrazione in
siti come l’osso o il liquido cerebro-spinale è insufficiente
a meno che questi siti non siano infiammati.
REAZIONI INDESIDERATE
Ipersensibilità:
La causa principale è l’acido penicilloico, un metabolita
della penicillina che reagisce con le proteine e si comporta
da aptene, causando una reazione immunitaria. Circa il 5%
dei pz può avere una reazione che va dall’orticaria,
all’angioedema, all’anafilassi
Diarrea:
dovuta ad alterazione del normale equilibrio della flora
48
intestinale
Tossicità cationica:
Le penicilline sono somministrate come sali di Na+ e
K+. Le grandi quantità somministrate possono causare
fenomeni tossici come l’acidosi. Ciò può essere evitato
somministrando l’antibiotico più potente che permetta
dosi più basse di farmaco e quindi minori dosi di
catione ad esso associato.
Esistono associazioni di farmaci costituite
da penicilline semisintetiche ad ampio
spettro + inibitori delle beta-lattamasi
(penicillasi) che consentono una maggiore
efficacia ed un più ampio spettro d’azione
antibatterico
AMPICILLINA + SULBACTAM
AMOXICILLINA + ACIDO CLAVULANICO
49
MONOBATTAMI
Hanno struttura beta-lattamica moniciclica e sono
prodotti da batteri e non da miceti
Attivi su GRAM- (Enterobacteriacee) e resistono
all’azione delle beta-lattamasi.
Non hanno effetto su GRAM+ e anaerobi
Il capostipite è l’ATRAZEONAM somministrato per via
parenterale, che grazie al suo basso potere immunogeno
rappresenta una valida alternativa alle penicilline
50
CARBAPENEMI
Antibiotici ad ampio spettro attivi su GRAM-, GRAM+,
anaerobi e aerobi.
Resistono all’azione delle beta-lattamasi per la
presenza di una catena laterale che protegge l’anello
beta-lattamico dalla degradazione.
Il capostipite è l’IMIPENEM somministrato per via
parenterale
in
associazione
con
CILASTATINA
SODICA, un inibitore enzimatico che blocca la
degradazione dell’imipenem, prolungandone l’azione.
51
CEFALOSPORINE
Antibiotici beta-lattamici ad attività battericida, con
caratteristiche simili alle penicilline per ciò che riguarda il
meccanismo d’azione e le possibili reazioni allergiche che
sono di tipo crociato
Si differenziano dalle penicilline per la maggior resistenza
all’azione delle beta-lattamasi e per un ampio spettro
antibatterico.
Sono utilizzate nelle infezioni delle vie respiratorie, delle
vie urinarie, delle ossa e nella profilassi post-operatoria.
Si classificano in cefalosporine di 1a generazione, di 2a
generazione, di 3a generazione e di 4a generazione in base
allo spettro d’azione ed alla resistenza alle beta-lattamasi
52
CEFALOSPORINE DI 1a GENERAZIONE
ORALI
Metabolicamente
INSTABILI
Metabolicamente
STABILI
CEFALOSPORINE DI 2a GENERAZIONE
CEFALOSPORINE DI 3a GENERAZIONE
CEFALOSPORINE DI 4a GENERAZIONE
53
CEFALOSPORINE DI 1a GENERAZIONE
ORALI: stabili in ambiente acido quindi soministrabili per
os.
Il capostipite è la CEFALEXINA attiva su GRAM+ e
GRAMINSTABILI: Hanno breve emivita e necessitano di
frequenti somministrazioni. Sono sensibili alle betalattamasi.
Il capostipite è la CEFALOTINA attiva su GRAM+ e
solo su alcuni GRAMSTABILI:
Hanno
lunga
emivita
e
richiedono
somministrazioni diradate. Sono sensibili alle betalattamasi.
La CEFAZOLINA più attiva su GRAM- viene utilizzata
nella prevenzione delle infezioni postoperatorie e sono
anche attive contro Proteus mirabilis, Escherichia coli,
54
Klebsiella pneumoniae (PEcK)
CEFALOSPORINE DI 2a GENERAZIONE
Sono resistenti in modo variabile alle beta-lattamasi.
Sono metabolicamente stabili.
Presentano una maggiore attività verso GRAM- ed in
particolare
verso
Haemophilus
influenzae,
Enterocacter neisseria, Proteus mirabilis, Escherichia
coli, Klebsiella pneumoniae (HENPEcK)
Esempi: CEFUROXIMA, CEFOSSITINA
55
CEFALOSPORINE DI 3a GENERAZIONE
Hanno uno spettro d’azione molto ampio, comprendente
germi che presentano una multi resistenza agli antibiotici.
Hanno elevato potere battericida, EMIVITA molto
prolungata e notevole stabilità.
Sono antibiotici utilizzati in situazioni critiche: SEPSI,
SALMONELLOSI INVASIVE, malattie a TRASMISSIONE
SESSUALE e in pazienti IMMUNODEPRESSI.
Esempi: CEFOTASSIMA, CEFTRIAXONE
56
CEFALOSPORINE DI 4a GENERAZIONE
Il capostipite è la CEFEPIMA da somministrare per via
parenterale. Ha uno spettro d’azione molto ampio,
streptococchi, stafilococchi e aerobi GRAM- come
enterobacteriacee.
Somministrazione: La maggior parte delle cefalosporine
devono essere somministate per via parenterale poiché
sono scarsamente assorbite per via orale.
Distribuzione: Si distribuiscono bene nei liquidi
dell’organismo, ma nel caso del liquido cefalorachidiano
vengono raggiunte buone concentrazioni solo con
cefalosporine della 3a generazione.
57
Effetti indesiderati:
Manifestazioni allergiche: Da usare con cautela nei
soggetti allergici alle penicilline (danno reazioni crociate)
Effetto tipo disulfiram:
L’associazione con alcool
causa un effetto simile
al disulfiram.
Sanguinamento: Dovuto all’effetto antivitamina K. Si evita somministrando la
vit. K
58
AMINOGLICOSIDI
Presentano nella molecola AMINO-ZUCCHERI. Hanno
carattere
basico
e
sono
idrosolubili.
Agiscono
prevalentemente su GRAMVengono somministrati per via parenterale e non vengono
assorbiti
a
livello
gastroenterico.
Non
vengono
metabolizzati e sono escreti immodificati con le urine.
Danno fenomeni di NEFROTOSSICITA’ (insufficienza
renale) e OTOTOSSICITA’ (vestibolare e cocleare con
disturbi dell’udito e dell’equilibrio). Tali effetti (che si
possono verificare anche nel feto) dipendono dalla dose e
dalla durata del trattamento.
59
Meccanismo d’azione: si legano alla subunità ribosomiale
30S provocando l’incorporazione di aminoacidi errati e
quindi la sintesi di proteine alterate incompatibili con la
vita del batterio. Sono BATTERICIDI.
Danno luogo a comparsa rapida e irreversibile di fenomeni
di RESISTENZA nei batteri che si instaura per mutazioni
o per produzione di enzimi che inattivano gli aminoglicosidi.
60
Il capostipite è la STREPTOMICINA utilizzata
nell’endocardite
batterica,
nella
tubercolosi
in
associazione ad altri antitubercolari.
GENTAMICINA (*GENTALYN): utilizzata per gravi
infezioni da GRAM-, setticemie, infezioni urinarie,
polmonari cutanee (ustioni)
AMIKACINA (*BBK-8): recentemente utilizzato nelle
gravi infezioni da GRAM-; è attiva anche su ceppi
resistenti agli altri aminoglicosidi
NEOMICINA:
antibiotico
ad
USO
TOPICO,
somministarto per “os”, ma non assorbito a livello
gastroenterico, viene utilizzato per la disinfezione preo post-operatoria del tubo digerente.
61
TETRACICLINE
La molecola presenta 4 anelli
ciascuno a 6 atomi di carbonio.
Hanno attività BATTERIOSTATICA
e agiscono bloccando la sintesi
proteica nei batteri legandosi alla
subunità 30S del ribosoma batterico.
62
Hanno uno spettro d’azione molto ampio: Gram-, Gram +,
clamidie, micoplasmi, rickettsie.
Questo gruppo comprende moltissimi antibiotici che hanno
proprietà molto simili tra loro. Si differenziano per
assorbimento ed emivita: TETRACICLINA (emivita 6 hr),
DOXICICLINA (una sola somministrazione giornaliera).
Resistenza: l’uso massivo di questi antibiotici ha provocato
il fenomeno della resistenza per cui oggi se ne fa un uso
mirato in corso di polmoniti interstiziali, brucellosi, colera,
peste.
63
Assorbimento: buono dopo somministrazione per via
orale. Molte sostanze presenti nell’alimentazione
limitano il loro assorbimento: ferro, calcio (latte e
derivati), idrossidi di alluminio, bicarbonato di sodio e
sali di magnesio con formazione di chelati che
impediscono l’assorbimento.
64
Distribuzione: si legano ai tessuti che vanno incontro a
calcificazione (tessuto osseo e denti) e poiché
attraversano la barriera placentare va EVITATA la loro
somministrazione in gravidanza, durante l’allattamento
(poiché escrete nel latte materno) e in età infantile, in
quanto si potrebbero avere alterazioni dello smalto e
deformazioni scheletriche.
Metabolismo e Eliminazione: si concentrano nel fegato
dove sono in parte metabolizzate e coniugate formando
glucuronidi solubili. Il farmaco progenitore e/o i suoi
metaboliti sono escreti nella bile. Riassorbite nell’intestino
attraverso il circolo enteroepatico e raggiungono le urine
per filtrazione glomerulare.
65
Effetti collaterali:
Trattamenti prolungati danno
SUPERINFEZIONI specie da
Candida Albicans
66
MACROLIDI
ERITROMICINA,
CLARITROMICINA,AZITROMICINA
Hanno un peso molecolare elevato e sono caratterizzati
dalla presenza di un grosso nucleo.
Hanno azione BATTERIOSTATICA e agiscono inibendo
la sintesi proteica.
Hanno uno spettro d’azione simile alla penicillina G
(Gram+) e sono attivi anche contro stafilococchi
produttori di penicillasi.
67
Sono molto maneggevoli, danno pochi effetti collaterali
e possono essere utilizzati in alternativa alla penicillina
in soggetti allergici alla penicillina e in caso di infezioni
polmonari e urinarie in pazienti immunocompromessi non
sensibili alle penicilline.
La somministrazione è prevalentemente per via orale. E’
eliminata per via biliare.
Sono INIBITORI enzimatici quindi
possono aumentare l’emivita di altri
farmaci somministrati
contemporaneamente che risultano
quindi più tossici.
68
LINCOSAMIDI
Sono antibiotici BATTERIOSTATICI con spettro d’azione
e meccanismo d’azione simile a quello dei macrolidi.
I principali rappresentanti sono
LINCOMICINA
CLINDAMICINA
La somministrazione può essere realizzata per via orale o
parenterale.
Vengono utilizzati principalmente nel trattamento delle
infezioni addominali causate da batteri anaerobi tipo
“Bacteroides fragilis”.
Tra gli effetti collaterali: eruzioni cutanee
colite pseudomembranosa
69
CLORAMFENICOLO
Antibiotico BATTERIOSTATICO che agisce inibendo la
sintesi proteica batterica.
Ha ampio spettro d’azione: gran parte dei batteri Gram+,
Gram-.
Può essere somministrato per via orale o parenterale.
E’ assorbito bene a livello gastroenterico, metabolizzato
dal fegato ed escreto per via renale.
L’EFFETTO TOSSICO è a carico del midollo osseo:
inibizione midollare reversibile e aplasia midollare
irreversibile.
70
NON va SOMMINISTRATO nei neonati che, per
immaturità del sistema enzimatico, non sono in grado di
metabolizzarlo: può provocare gravi fenomeni tossici
spesso fatali (SINDROME GRIGIA: shock, ipotermia,
diarrea, colore grigio-cenere della pelle).
E’ un potente INIBITORE ENZIMATICO per cui
aumenta l’attività di alcuni farmaci (anticoagulanti
orali
emorragie;
antidiabetici
orali

crisi
ipoglicemiche).
71
CHINOLONICI E ANTISETTICI DELLE VIE URINARIE
Sono
chemioterapici
che
esercitano
un’azione
antibatterica a livello delle vie urinarie per l’elevata
concentrazione che raggiungono nelle urine.
CHINOLONI:
Hanno attività BATTERICIDA poiché inibiscono la
sintesi del DNA batterico. Sono attivi contro Gram -,
ma la sua utilità clinica è stata eliminata dalla
comparsa di ceppi resistenti. ACIDO NALIDISSICO
Effetti
indesiderati:
nausea,
vomito
addominali, allergie, disturbi neurologici.
e
dolori
72
I CHINOLONI più recenti sono i FLUOROCHINOLONI.
Sono BATTERICIDI per inibizione della replicazione del
DNA batterico.
Hanno spettro d’azione ampio: Gram - ed alcuni Gram+.
Possono essere validamente utilizzati non solo nel caso di
infezioni delle vie urinarie ma anche nel caso di infezioni
respiratorie resistenti ad altri antibiotici o nel caso di
infezioni del tratto gastroenterico.
CIPROFLOXACINA
OFLOXACINA (*FLOBACIN)
73
ANTISETTICI DELLE VIE URINARIE
Sono utilizzati nelle infezione delle vie urinarie (cistite
acuta non complicata e pielonefrite).
Questi farmaci si concentrano nelle urine senza
raggiungere concentrazioni importanti a livello del
circolo.
METENAMINA: attiva contro le infezioni delle basse
vie urinarie. Può dare disturbi gastrointestinali
NITROFURANTOINA: meno usata
spettro antimicrobico e sua tossicità
per
ristretto
74
SULFAMIDICI
Rappresentano i primi chemioterapici di sintesi utilizzati
nella terapia antibatterica. Il 1o sulfamidico fu
sintetizzato nel 1932 (PRONTOSIL).
Con l’avvento delle penicilline ed altri antibiotici il loro
uso si è molto ridotto.
Hanno attività BATTERIOSTATICA ed agiscono inibendo
la sintesi di ACIDO FOLICO, indispensabile per la
moltiplicazione dei batteri.
75
76
Molto
utilizzate
sono
le
preparazioni
costituite
dall’associazione
di
un
sulfamidico
(SULFAMETOSSAZOLO) con il TRIMETROPRIM =
COTRIMOSSAZOLO che consente un ampliamento dello
spettro d’azione, proprietà battericida, riduzione della
resistenza a causa del blocco in due punti del processo
che porta alla sintesi dell’acido tetraidrofolico importante
tappa per la sintesi di DNA e RNA
Possono essere somministrati per via orale o
rettale. Si distribuiscono bene anche nel
liquido cefalorachidiano non infiammato,
oltrepassano la barriera placentare e possono
essere eliminate con il latte materno.
77
Danno effetti collaterali a carico
dell’apparato gastroenterico (nausea,
vomito) e urinario (precipitazione di
cristalli con nefrotossicità); possono
provocare
anemie,
dermatiti,
epatiti, reazioni allergiche. Sono
utilizzati nel trattamento delle
infezioni
urinarie,
dissenteria,
disinfezione
intestinale,
colite
ulcerosa.
78
RIFAMICINE
Antibiotici BATTERICIDI che
sintesi degli ACIDI NUCLEICI.
agiscono
inibendo
la
Hanno ampio spettro d’azione: gran parte dei batteri
Gram+, Gram-, e anaerobi. Non presentano resistenza
crociata con altri antibiotici, ma danno rapidamente
luogo a fenomeni di resistenza batterica.
Vi appartiene la RIFAMPICINA, particolarmente attiva
sui MICOBATTERI. E’ il farmaco di elezione nella cura
della TUBERCOLOSI (sostenuta dal Mycobacterium
tubercolosis). E’ utilizzata anche per la cura della
LEBBRA e delle ENDOCARDITI.
79
Viene somministrata per os o per via e.v. Metabolizzata a
livello epatico, viene eliminata per via biliare.
Conferisce una colorazione rossastra alle feci ed ad altre
secrezioni (saliva, lacrime, sudore, urine).
E’ un potente INDUTTORE enzimatico per cui aumenta la
velocità di metabolizzazione di molti farmaci e ne riduce
l’attività.
La
TERAPIA
ANTITUBERCOLARE
utilizza
contemporaneamente almeno 2 farmaci: RIFAMICINA +
ISONIAZIDE.
80
Tale associazione ha lo scopo di prevenire la selezione di
ceppi mutanti resistenti, poiché la resistenza si instaura
frequentemente e rapidamente.
L’ISONIAZIDE è un CHEMIOTERAPICO di sintesi che
agisce interferendo con la sintesi di lipidi e acidi nucleici
dei Micobatteri.
Può
essere
utilizzato
anche
nella
PROFILASSI
antitubercolare. Può però avere gravi effetti collaterali:
nausea, vomito eruzioni cutanee, turbe psichiche (euforia
e depressione), epatite anche fatale.
81
FARMACI
ANTIVIRALI
82
I virus sono parassiti intracellullari obbligati e si
avvalgono per la propria riproduzione di processi
metabolici dell’ospite. Poiché, inoltre, sono privi sia di
parete cellulare sia di membrana cellulare, pochi farmaci
sono così selettivi da poter agire come “ANTI VIRALI”
senza danneggiare l’ospite.
Alcuni farmaci però sono in grado di inibire i processi
specifici di un dato virus in modo da risultare efficaci ma
non tossici per l’ospite.
I farmaci antivirali si possono dividere in farmaci per:
- Trattamento dei virus respiratori
-Trattamento degli Herpes e del citomegalovirus
- Trattamento del virus dell’HIV
-Trattamento dell’epatite
83
FARMACI PER IL TRATTAMENTO
DEI VIRUS RESPIRATORI
AMANTIDINA: valida nel trattamento profilattico delle
infezioni di influenza A, mentre negli individui già infetti
riduce la gravità e la durata dei sintomi.
Bene assorbito per via orale, penetra anche nell’SNC e
viene eliminata con le urine.
Effetti indesiderati: a carico dell’SNC: insonnia, vertigini,
atassia ma anche allucinazioni e convulsioni
RIBAVIRINA:
inibisce
la
replicazione
del
virus
dell’influenza A e B e di quello respiratorio sinciziale.
Efficace sia per via orale che per via endovenosa, si
distribuisce bene in tutti i tessuti ma non nell’SNC.
84
FARMACI PER IL TRATTAMENTO DEGLI HERPES E
DEL CITOMEGALOVIRUS
Gli herpes virus sono associati ad un’ampia gamma di
malattie: herpes facciale, encefalite virale e infezioni
genitali. I farmaci efficaci contro questi virus realizzano
le loro azioni nella fase acuta dell’infezione.
Sono analoghi delle purine e delle pirimidine e inibiscono
la sintesi del DNA.
ACICLOVIR:(*Zovirax) attivo contro l’herpes simplex di
tipo 1 e 2, l’herpes genitalis e il virus della varicellazoster. E’ usato anche nell’encefalite.
Può essere somministrato per via orale, e.v. o per via
topica e si distribuisce anche nel liquido cefalorachidiano.
Eliminato per via renale.
85
Effetti indesiderati: - irritazione se per via topica
- cefalea, diarrea, nausea,vomito
se per via orale
- alterata funzionalità renale
se per via e.v.
GANCICLOVIR: Particolarmente attivo nei confronti
del citomegalovirus (CMV) e fino a poco tempo fa era
l’unico valido nei pz immunocompromessi.
Somministrato e.v. si distribuisce anche nell’SNC.
A causa della sua tossicità (può dare soppressione del
midollo osseo) è usato solo nelle infezioni da CMV che
minacciano la vita.
FOSCARNET: Usato nel trattamento della retinite da
CMV nei pz affetti da HIV, resistenti al ganciclovir
86
FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’HIV
Esistono sei farmaci approvati per combattere
l’infezione da HIV: sebbene non siano in grado di curare
la malattia, rallentano la progressione della malattia
allungando la sopravvivenza.
ZIDOVUDINA o AZT:(*Retrovir) E’ uno dei farmaci più
efficaci ed è usato nei pz con anticorpi contro l’HIV.
Rallenta la progressione della malattia per blocco della
sintesi del DNA.
E’ ben assorbito dopo somministrazione per via orale ed
attraversa anche la BEE.
E’ tossico per il midollo osseo anemia e neutropenia
87
DIDANOSINA: Usata per le infezioni da HIV
resistenti all’AZT.
Come quest’ultima viene incorporata nella catena del
DNA virale causando il blocco dell’allungamento.
Può dare neuropatia periferica.
ZALCITABINA: Usata in pz che non tollerano l’AZT.
Agisce come la didanosina e l’AZT e può dare neuropatia
periferica.
STAVUDINA e LAMIVUDINA: meccanismo
analogo alla AZT .
Effetti indesiderati: neuropatia periferica
d’azione
88
INIBITORI
DELLE
PROTEASI:
Inibiscono
reversibilmente la proteinasi
che è essenziale per lo stadio
finale
della
proliferazione
virale.
Questi
farmaci
hanno
rivoluzionato
la
terapia
dell’HIV,
riducendo
le
infezioni
opportunistiche,
migliorando la vita del pz.
SAQUINAVIR, RITONAVIR,
INDINAVIR, NELFINAVIR,
AMPRENAVIR
89
FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’EPATITE
INTERFERONI
Proteine prodotte dalle cellule che
interferiscono con la capacità del
virus di infettare le cellule.
Oggi sono sintetizzate con la tecnica
del DNA ricombinante. L’interferon
-2b è approvato per l’epatite B e C
e alcuni tumori.
Effetti
indesiderati:
febbre;
letargia, depressione del midollo
osseo, ICC.
90
FARMACI ANTINEOPLASTICI
Le cellule tumorali sono caratterizzate da una
proliferazione autonoma ed abnorme causata da una
perdita di controllo della divisione cellulare. Inoltre,
in alcuni casi, il tumore invade i tessuti vicini o si
propaga a distanza (METASTASI).
I farmaci antineoplastici (detti anche antitumorali o
antiblastici) hanno l’obiettivo di causare una lesione
citotossica
letale
che
possa
arrestare
la
progressione del tumore.L’attacco è diretto verso i
siti essenziali per la replicazione cellulare,
interferendo per esempio con la disponibilità di
precursori purinici e pirimidinici per la sintesi del
DNA e RNA
91
92
L’obiettivo finale è la guarigione ossia la sopravvivenza a
lungo termine; ciò richiede la eradicazione di tutte le
cellule neoplastiche.
Se la guarigione non è possibile, l’obiettivo è quello
palliativo ossia di sollievo dei sintomi che consenta
all’individuo di condurre un’esistenza “normale”.
La chemioterapia può sia seguire che precedere
l’intervento o la terapia radiante atte a ridurre o
rimuovere la massa tumorale
I chemioterapici sono attivi sulle cellule in replicazione e
sono utilizzati molto frequentemente in associazione tra
loro (Protocolli terapeutici) al fine di ottenere una
risposta più elevata poiché vengono associati farmaci con
diverse tossicità per le cellule neoplastiche, diversi
meccanismi d’azione (Polichemioterapia)
93
L’associazione di più farmaci consente anche
l’efficacia contro un elevato numero di linee cellulari
da cui è costituito il tumore e rallenta l’instaurarsi
della farmaco resistenza.
La chemioterapia viene programmata a cicli
intermittenti allo scopo di 1) colpire le cellule
tumorali in diversi momenti del ciclo riproduttivo; 2)
consentire il recupero della normale attività al
sistema immunitario del pz.
94
Problemi associati alla chemioterapia
Farmacoresistenza: Alcuni tipi di tumore possono essere
resistenti ad alcuni farmaci chemioterapici o possono
diventarlo dopo un trattamento prolungato di dosi basse
di farmaco. La resistenza può essere ridotta al minimo
nella terapia intermittente ad alte dosi e a breve
termine con associazione di più farmaci
Tossicità:
- Sono farmaci a basso indice terapeutico (sono
somministrati in base al peso corporeo).
- Poiché agiscono sui processi di moltiplicazione
cellulare, danneggiano oltre al tessuto neoplastico anche
i tessuti sani le cui cellule si dividono molto velocemente:
midollo osseo mielosoppressione; mucosa orale 
stomatiti; bulbo pilifero  alopecia; mucosa intestinale
 diarrea; tessuto linfatico ed ematico  anemia e
95
neutropenia, risultano i distretti più colpiti.
- Per prevenire alcuni degli effetti collaterali tipo il
vomito di grado elevato o la neutropenia si associano
farmaci antiemetici e fattori di stimolazione delle
colonie dei granulociti.
Tumori indotti da chemioterapia: Molti farmaci
antineoplastici sono mutageni per cui possono comparire
neoplasie (ad es, leucemie) 10 o più anni dopo la
guarigione dal primo tumore.
96
Hanno una struttura simile ai normali componenti
cellulari. INIBISCONO la sintesi degli acidi
nucleici
Agiscono legandosi
bloccando la mitosi
al
DNA,
Legano con legame covalente il
DNA grazie a gruppi alchilanti
molto reattivi. Ciò causa rottura o
distorsione della molecola del DNA
Bloccano la mitosi perché si
legano alla tubulina interferendo
con la formazione del FUSO
MITOTICO
97
Gli ormoni steroidei sono utilizzati nel
caso
di
tumori
ormone-sensibili
(regrediscono dopo trattamento con
ormone).
Gli antagonisti usati nel caso di tumori
ormone-dipendenti (regrediscono dopo
rimozione dello stimolo ormonale)
Gli
anticorpi
monoclonali
sono
sintetizzati dagli “ibridomi” e
producono anticorpi rivolti verso
recettori di superficie presenti sui
tumori
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