INSULINA E IPOGLICEMIZZANTI ORALI 1 INSULINA L’insulina è un ormone peptidico prodotto insieme al glucagone dal pancreas. Sia l’insulina che il glucagone svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione delle attività metaboliche dell’organismo e permettono il mantenimento dell’omeostasi dei livelli ematici di glucosio Il DIABETE è un gruppo eterogeneo di sindromi caratterizzate da aumento di glucosio nel sangue e da una carenza relativa o assoluta di insulina. 2 DIABETE DI TIPO I (o IDDM) E’ caratterizzato da carenza assoluta di insulina dovuta a lesioni o necrosi delle cellule delle isole di Langherans del pancreas. Le cause possono essere: - invasione da parte di virus - azione di tossine chimiche - anticorpi autoimmuni diretti contro le cellule Questo tipo di diabete colpisce il 10-20% dei soggetti diabetici e si presenta solitamente durante l’infanzia o la pubertà. DIABETE DI TIPO II (o NIDDM) In questo caso il pancreas mantiene una certa attività delle cellule , con livelli di insulina inferiori a quelli necessari per mantenere l’omeostasi del glucosio. 3 E’ caratterizzato da un aumento del peso corporeo (obesità) e frequente compromissione vascolare. L’80-90% dei diabetici presenta questo tipo di diabete caratterizzato da una forte predisposizione genetica. E’ frequente la resistenza da parte degli organi bersaglio a rispondere all’insulina ed in alcuni casi questa resistenza può essere dovuta alla diminuzione del numero di recettori per l’insulina. 4 La secrezione di insulina è regolata dalla concentrazione ematica di glucosio (glicemia) che nell’individuo normale è di 70- 100 mg/dl. 5 Quando l’insulina diminuisce o la sua attività si riduce il glucosio non può depositarsi nel fegato né nei muscoli e non può essere utilizzato dai tessuti perciò la glicemia aumenta (IPERGLICEMIA) Normalmente il glucosio viene filtrato dai glomeruli renali e completamente riassorbito a livello tubulare, per cui non è presente nelle urine. Se la glicemia supera il valore di 1.8 g/l, il glucosio non è più riassorbito dai tubuli ed è presente nelle urine (GLICOSURIA), trascinandosi per osmosi l’acqua aumento della quantità di urina (POLIURIA) e di conseguenza aumento della sete (POLIDIPSIA) oltre alla necessità di compensare l’energia che non è possibile ricavare dal glucosio attraverso un’aumentata ingestione di cibo (POLIFAGIA). 6 POLIURIA, POLIDIPSIA, POLIFAGIA ed eventualmente PRURITO solo le 4 P che definiscono la sintomatologia diabetica. La mancata utilizzazione del glucosio comporta una mobilizzazione dei grassi con aumento nel sangue di acidi grassi liberi e trigliceridi. Essi non vengono metabolizzati completamente e si accumulano nel sangue i CORPI CHETONICI (acetone, acido acetacetico, e idrossibutirrico). L’acetone è eliminato con l’aria espirata conferendo all’alito il caratteristico odore; gli acidi aumentano l’acidità del sangue (ACIDOSI DIABETICA) con sofferenza del SNC che può arrivare sino al coma nel qual caso si interviene con iniezioni di glucosio e insulina. 7 TERAPIA DIABETE DI TIPO I: il paziente somministrazione di INSULINA concentrazioni ematiche di glucosio controllare la chetoacidosi. INSULINA: E’ una catene polipeptidiche deve affidarsi alla per mantenere le vicine alla norma e piccola proteina formata da 2 legate da ponti disolfurici. Viene normalmente sintetizzata e secreta dalle delle isole di Langherans del pancreas. cellule Ha una carica negativa che le consente di legare sia le proteine circolanti con carica positiva che i recettori di membrana. 8 FONTI DI INSULINA: veniva estratta da fonti animali (bovini o suini): quella suina è la più simile a quella umana poiché differisce solo per un aminoacido. Viene dosata in U.I. Oggi è prodotta pura sinteticamente da un ceppo di Escherichia coli mediante tecniche di ingegneria genetica SOMMINISTRAZIONE: poiché verrebbe digerita dagli enzimi dell’apparato digerente, non può essere somministrata per os. Viene somministrata per via s.c. poiché per via e.v. ha una emivita di soli 9 min. 9 REAZIONI INDESIDERATE: il pericolo maggiore è quello di causare una crisi ipoglicemica i cui sintomi sono: fame, debolezza, sudorazione e tremori diffusi. Inoltre può determinare REAZIONI ALLERGICHE e ATROFIA del tessuto adiposo sottocutaneo localizzate nel punto di iniezione. La terapia cronica a lungo andare può indurre la formazione di anticorpi antiinsulina che la neutralizzano annullandone l’efficacia. 10 PREPARAZIONI: Le diverse preparazioni di insulina differiscono tra loro per i tempi di inizio e la durata d’azione. Ciò è ottenuto alla dimensione e alla composizione dei cristalli. INSULINA RAPIDA (insulina regolare o pronta) Soluzione di insulina umana cristallizzata come sale di zinco. Viene somministrata per via s.c. (o e.v. nei casi di emergenza) e riduce la glicemia nel giro di 30 minuti ed ha breve durata (3-6 hr). E’ utilizzata nei diabetici con ampie oscillazioni glicemiche con 2-3- iniezioni giornaliere prima dei pasti per compensare l’iperglicemia post prandiale. 11 INSULINA LISPRO (Humalog) e insulina aspart (Novorapid): Analoghi dell’insulina umana contenenti modifiche della sequenza aminoacidica che consentono una maggiore rapidità di assorbimento (20 min) e durata d’azione breve (3-4 hr). INSULINA SEMILENTA E’una sospensione di insulina amorfa con ioni zinco in soluzione tamponata. L’inizio d’azione è dopo 1 hr e la durata è di 10-12 hr INSULINA ISOFANO o INSULINA PROTAMINA NEUTRA DI HAGEDORN (NPH) E’ una sospensione di insulina legata alla protamina in soluzione neutra. L’inizio d’azione è entro 2 hr e dura circa 10-16 hr. INSULINA LENTA. E’ una miscela formata dal 30% di insulina semilenta e dal 70% di insulina ultralenta (ad azione prolungata). Assorbimento entro 3-4 hr dalla 12 somministrazione e azione di 12 – 18 hr. INSULINA ULTRALENTA Sospensione di insulina zinco cristalina in soluzione tampone costituita da grandi particelle. Inizio d’azione entro 6-8 hr ed effetto molto lungo 18 – 20 hr. INSULINA GLARGINA (Lantus) E’ un analogo dell’insulina umana caratterizzato da rapido inizio d’azione (1,5 hr) e lunga durata (20 hr) La scelta tra le varie insuline ritardo è compito del medico che deve tener conto del tipo di diabete, della sensibilità dell’individuo alle varie insuline e delle calorie necessarie. 13 14 DIABETE DI TIPO II: si può sfruttare la residua capacità del pancreas e si utilizzano IPOGLICEMIZZANTI ORALI e solo nei casi più gravi INSULINA. IPOGLICEMIZZANTI ORALI: Il diabete mellito negli adulti che compare verso ed oltre i 60 anni in persone obese e il DM senile (verso i 70 anni) sono caratterizzati da una residua capacità del pancreas a secernere insulina. In tali individui in cui la dieta non è da sola efficace a ridurre le concentrazioni ematiche di glucosio, si utilizzano: 15 SULFANILUREE: glibenclamide (Euglucon), glipizide (Minidiab) Meccanismo d’azione: -stimolano il pancreas a produrre insulina -aumentano il legame dell’insulina a i tessuti e ai recettori bersaglio Assorbimento: Per via orale. Le dosi possono essere divise in 1, 2 o 3 somministrazioni giornaliere in base alla sensibilità individuale. Metabolismo: Epatico Escrezione: Renale o epatica per cui sono controindicate in pazienti con insufficienza renale o epatica Effetti indesiderati: ipoglicemia, sudorazione, agitazione 16 e incubi notturni, aumento di peso MEGLITINIDI: Repaglinide (Novonorm) Meccanismo d’azione: Stimolano la secrezione di insulina, ma danno meno problemi di indurre ipoglicemia. Sono somministrate tre volte al giorno prima dei pasti. BIGUANIDI: metformina (Metbay) e fenformina Meccanismo d’azione: NON stimolano la secrezione di insulina, ma agiscono principalmente facendo diminuire la produzione epatica di glucosio, inibendo al gluconeogenesi. Il rischio di ipoglicemia è inferiore che con le sulfaniluree. Sono in grado di ridurre l’iperlipidemia. Fanno perdere peso al paziente. Usate di solito in associazione ad una sulfanilurea. 17 TIAZOLIDINEDIONI: troglitazone e rosiglitazone (Avandia) Meccanismo d’azione: Agiscono come sensibilizzatori all’insulina. Limitano l’aumento della produzione epatica di glucosio. Possono contrastare l’insulino-resistenza, senza promuoverne la liberazione a livello delle cellule beta del pancreas. Farmacocinetica: Sono induttori del cit. P450 e vengono eliminati con le feci. Effetti indesiderati: Possono dare epatotossicità. ACARBOSIO: Meccanismo d’azione: Riduce l’assorbimento di amidi e disaccaridi 18 ANDROGENI ANABOLIZZANTI 19 TESTOSTERONE: E’ il più importante e viene trasformato a livello delle cellule bersaglio in 5diidrotestosterone che lega il recettore e svolge le sue funzioni biologiche. E’ indispensabile per il processo della spermatogenesi, è responsabile della crescita e dello sviluppo dell’apparato genitale maschile; inoltre l’aumento dei livelli circolanti garantisce l’espressione dei caratteri sessuali secondari. ASSORBIMENTO: Buono per via orale ma viene rapidamente inattivato dal fegato e non raggiunge elevati livelli circolanti. E’ preferibile usare sospensioni acquose per uso i.m. e sospensioni oleose di esteri di testosterone che consentono un lento rilascio del farmaco consentendo un’unica somministrazione. 20 METILTESTOSTERONE e FLUOXIMESTERONE Sono efficaci per “os” poiché non sono degradati dal fegato INDICAZIONI: Utilizzati nella terapia sostitutiva in uomini con ridotta produzione di ormoni androgeni per lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari EFFETTI INDESIDERATI: Incremento della libido. Nelle donne mascolinizzazione con modificazione della voce e della disposizione dei peli, acne e calvizie. Nei bambini disturbi della crescita e sviluppo sessuale precoce. Stomatiti dopo somministrazione per “os” ed infiammazione x i.m. 21 ESTROGENI E PROGESTINICI 22 Sono ormoni prodotti dalle gonadi e dalle surrenali, sono steroidi e sono necessari per lo sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari nella pubertà nonché per il concepimento e la maturazione dell’embrione. ESTROGENI: i più importanti sono 17-ESTRADIOLO, ESTRONE ed ESTRIOLO. Sono prodotti dalle cellule follicolari, ma una parte può derivare dalla trasformazione degli ANDROGENI SURRENALICI da parte del tessuto adiposo. adiposo 23 MECCANISMO D’AZIONE: Gli estrogeni favoriscono il movimento delle ciglia e la peristalsi delle tube di Falloppio, determinano un aumento di grandezza dell’utero e proliferazione delle cellule endometriali; nella vagina favoriscono il ricambio delle cellule e portano ad una diminuzione del pH. Sono, inoltre, responsabili dello sviluppo dei caratteri sessuali secondari della donna ASSORBIMENTO: Vengono somministrati per via orale e nell’intestino si verifica il massimo assorbimento. In commercio sono presenti anche preparati per uso topico facilmente assorbibili attraverso la mucosa vaginale. Recentemente sono stati commercializzati CEROTTI a base di ESTRADIOLO per il trattamento ormonale sostitutivo in menopausa. 24 L’assunzione di estradiolo per os provoca alte concentrazioni nel plasma con ipertensione, mentre l’applicazione transdermica garantisce una sostituzione fisiologica. INDICAZIONI: Gli estrogeni sono utilizzati nell’ipogonadismo, per il trattamento della dismenorrea (mestruazioni accompagnate da dolori nella regione pelvica e lombosacrale) e per il trattamento dei disturbi connessi alla menopausa (vampate di calore, ansietà, vertigini, palpitazioni). EFFETTI INDESIDERATI: Senso di tensione mammaria e sanguinamento vaginale; ipertensione che compare nel 5% dei casi. Nausea, vomito, diarrea, anoressia, crampi muscolari, cefalea, insonnia, vertigini. Nell’uomo perdita della libido, ginecomastia, atrofia testicolare 25 PROGESTERONE: E’ secreto dal CORPO LUTEO nella seconda metà del ciclo mestruale e dalla PLACENTA in caso di gravidanza Le funzioni del progesterone sono rivolte alla preparazione delle condizioni adatte all’attecchimento dell’ovulo fecondato e della ghiandola mammaria per la secrezione del latte Assorbimento: Quello naturale si somministra per i.m. e provoca dolore e reazioni locali. Per questo motivo sono stati sintetizzati derivati che si somministrano per “os” ed hanno un’azione prolungata Indicazioni: Si utilizzano nel trattamento delle amenorree nella prevenzione dell’aborto, per la soppressione della lattazione post-partum Effetti indesiderati: Nausea, sonnolenza, sanguinamento uterino irregolare. Dosi elevate 26 producono disturbi gastrici, tensione mammaria, ittero. CONTRACCETTIVI L’uso più frequente di estrogeni e progestinici è la loro associazione che sopprimendo l’ovulazione (estrogeni) e prevenendo l’impianto (progestinici) riducono la fertilità. Esistono almeno 4 classi di contraccettivi: 1) ASSOCIAZIONI ESTROPROGESTINICHE: costituiscono i principi attivi delle “PILLOLE TRIFASICHE” costituite da - basse e costanti dosi di ESTROGENI x 21 giorni - dosi basse e crescenti di PROGESTINICI 3 cicli di 7 giorni 2) PILLOLE PROGESTINICHE: dette anche “MINIPILLOLE” Contengono basse dosi costanti di PROGESTINICO 27 3) IMPIANTI DI PROGESTINICI: Si realizzano mediante capsule sottocutanee di progestinico. Sei capsule delle dimensioni di un fiammifero impiantate nell’arto superiore garantiscono una contraccezione per 5 anni. 4) CONTRACCEZIONE POSTCOITALE: E’ la cosiddetta “PILLOLA DEL GIORNO DOPO” costituita da 2 cpr da 750 microg di LEVONORGESTREL (progestinico) La prima deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto e la seconda 12 ore dopo. La pillola blocca l’ovulazione o se questa è già avvenuta blocca l’impianto dell’ovulo fecondato. Se l’impianto si è già realizzato, non è efficace 28 EFFETTI INDESIDERATI DEI CONTRACCETTIVI: Si possono verificare tromboflebiti ed ipertensione, nausea, vertigini, cefalea, disturbi visivi, effetti cancerogeni. Nel caso della PILLOLA DEL GIORNO DOPO nausea, vomito, vertigini, dolori al basso ventre, sensazione di tensione mammaria, metrorragia, spotting ANTIPROGESTINICI Il MIFEPRISTONE è il principio attivo del RU486. E’ in grado di antagonizzare gli effetti del progesterone o di inibirne la sintesi. E’ attualmente valutato come abortivo. 29 FARMACI ANTIMICROBICI 30 Gli ANTIMICROBICI sono farmaci utilizzati nella terapia delle malattie infettive sostenute da microorganismi. Tali sostanze, al contrario degli altri farmaci, non interagiscono con l’organismo, ma colpiscono selettivamente gli agenti responsabili della malattia. A seconda dell’agente eziologico si distinguono: ANTIBATTERICI ANTIMICOTICI ANTIELMINTICI ANTIPROTOZOARI ANTIVIRALI 31 FARMACI ANTIBATTERICI Dal greco “ANTI” = contro e “BIOS” = vita sono sostanze: -NATURALI elaborate da microorganismi (funghi) che agiscono contro altri microorganismi (batteri) inibendone la crescita o distruggendoli ANTIBIOTICI O CHEMIOTERAPICI -ottenute COMPLETA per SINTESI CHIMICA -derivati SEMISINTETICI (molecole naturali modificate chimicamente) 32 AZIONE BATTERIOSTATICA Impediscono la crescita e la moltiplicazione dei batteri BATTERICIDA Provocano la morte dei batteri Un antibiotico può avere entrambe le CONCENTRAZIONE e del tipo di GERME attività a seconda della La terapia antibiotica coadiuva le difese intrinseche antimicrobiche del soggetto dovute al sistema immunitario ben funzionante ed integro. Spesso pazienti IMMUNODEPRESSI (in caso di neoplasie, trapianti d’organo, AIDS, terapia immunosoppressiva) non riescono a superare un episodio infettivo nonostante dosaggi elevati di antibiotici, perché carenti nelle difese immunitarie. 33 USO CORRETTO degli ANTIBIOTICI Una terapia antibiotica deve essere “mirata” e comporta la scelta del farmaco più attivo verso il microorganismo responsabile dell’infezione. La scelta del farmaco più adatto comporta: - l’IDENTIFICAZIONE precisa e tempestiva dell’agente responsabile della malattia, mediante raccolta di materiale organico (in condizioni asettiche) ed esami di laboratorio - esecuzione dell’ANTIBIOGRAMMA metodo microbiologico atto a valutare la sensibilità del microorganismo identificato a vari antibiotici 34 35 L’antibiotico deve essere somministrato ad un dosaggio sufficientemente elevato, attraverso la via di somministrazione più appropriata, in modo da raggiungere nel luogo dell’infezione la MIC (Minima Concentrazione Inibente) o la MBC (Minima Concentrazione Battericida). La terapia si deve protrarre fino alla scomparsa dell’infezione e deve continuare dopo la guarigione (ad es. dopo la scomparsa della febbre) per 2-3 giorni a dosaggio pieno. 36 FARMACORESISTENZA: La resistenza di un batterio ad un dato antibiotico può essere NATURALE, cioè presente all’origine, oppure ACQUISITA, quando si manifesta in un ceppo che prima era sensibile all’antibiotico stesso. Quest’ultima può essere dovuta a: - SELEZIONE DI MUTANTI RESISTENTI: a causa di cambiamenti permanenti e trasmissibili nel corredo genetico del batterio. - SCAMBI DI MATERIALE GENETICO: trasmissione del “fattore R”, cioè di frammenti di DNA che codifica per enzimi e proteine responsabili della resistenza, da un ceppo “resistente” ad uno “sensibile” che quindi acquista la resistenza. - RESISTENZA CROCIATA: un batterio divenuto per mutazione resistente ad un dato antibiotico, mostra resistenza anche verso altri antibiotici appartenenti allo stesso gruppo aventi la stessa struttura chimica e stesso meccanismo d’azione. Alla base del fenomeno della RESISTENZA vi è spesso l’uso INAPPROPRIATO e INDISCRIMINATO degli antibiotici che a volte 37 vengono assunti senza precisa indicazione e a dosaggi inadeguati. REAZIONI AVVERSE DA ANTIBIOTICI Reazioni allergiche: possono essere di dall’eritema fugace allo shock anafilattico varia entità Superinfezione: durante una terapia antibiotica si può avere il sopravvento (specialmente di miceti infezioni sostenute “Candida albicans) da a SAPROFITI causa della scomparsa della flora microbica sensibile all’antibiotico usato per dosi troppo elevate. Gli antibiotici a largo spettro distruggono la flora batterica che ha il potere di distruggere tale fungo. Tossicità diretta: concentrazioni sieriche elevate possono causare tossicità per interessamento dei processi cellulari dell’ospite. Per esempio, gli aminoglicosidi possono causare ototossicità interferendo con le funzioni di membrana delle cellule cigliate dell’organo di Corti 38 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI Possono essere classificati in base a 1) MECCANISMO D’AZIONE 2) SPETTRO DI ATTIVITA’ 3) STRUTTURA CHIMICA 39 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI 1) MECCANISMO D’AZIONE - Inibiscono la sintesi della parete cellulare batterica - Alterano la permeabilità della parete batterica - Inibiscono in modo REVERSIBILE la sintesi proteica (MECCANISMO BATTERIOSTATICO) - Inibiscono in modo IRREVERSIBILE la sintesi proteica - Inibiscono la sintesi degli acidi nucleici - Bloccano vie metaboliche specifiche 40 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI 2) SPETTRO DI ATTIVITA’ cioè in base alla varietà di germi sensibili ad un dato antibiotico -Antibiotici attivi prevalentemente contro batteri GRAM + (penicilline) -Antibiotici attivi prevalentemente contro batteri GRAM (streptomicina, gentamicina) -Antibiotici a tetracicline, CAF). LARGO SPETTRO (cefalosporine, 41 CLASSIFICAZIONE DEGLI ANTIBIOTICI 3) STRUTTURA CHIMICA in famiglie che hanno anche spettro d’azione, meccanismo d’azione ed effetti secondari analoghi - ANTIBIOTICI BETA-LATTAMICI: Penicilline, Tienamicine, Monobattami. Cefalosporine - AMINOGLICOSIDI - TETRACICLINE - MACROLIDI - LINCOSAMIDI - CLORAMFENICOLO - CHINOLONI - SULFAMIDICI 42 ANTIBIOTICI BETA-LATTAMICI Sono caratterizzati dalla presenza nella struttura chimica di un anello beta-lattamico a 4 atomi 43 PENICILLINE Sono antibiotici battericidi che agiscono inibendo la sintesi della parete batterica, provocando la morte del germe per lisi cellulare. Alcuni germi sono resistenti alle penicilline perché producono enzimi detti PENICILLASI o BETALATTAMASI che aprono l’anello beta-lattamico con formazione di acido penicilloico Si distinguono vari gruppi: 1) PENICILLINA G: E’ una penicillina naturale ottenuta dalla fermentazione della muffa “Penicillum notatum” Scoperta da Fleming nel 1928 rappresenta il capostipite delle penicilline; è stato il primo antibiotico utilizzato nella pratica clinica (1941) ed ha rappresentato una delle 44 tappe più importanti e rivoluzionarie della farmacologia. E’ una penicillina ACIDO-SENSIBILE, viene inattivata a livello gastrico e quindi non può essere somministrata per via orale. Deve essere somministrata per via PARENTERALE. Attraversa la barriera placentare e si ritrova nel latte. La sua escrezione renale è estremamente rapida per cui dovrebbe essere somministrata molto frequentemente (ogni 4-6 ore) Attiva prevalentemente sui batteri Gram +: è infatti l’antibiotico di elezione per infezioni da STREPTOCOCCHI, PNEUMOCOCCHI e MENINGOCOCCHI 45 Esistono preparazioni di Penicillina G a lento rilascio quali la PENICILLINA BENZATINA che ha un’azione prolungata (circa 15 gg), consentendo di ovviare alle frequenti somministrazioni in casi di lunghi trattamenti antibiotici a scopo profilattico (profilassi antistreptococcica della malattia reumatica) Sono 2) PENICILLINE ANTISTAFILOCOCCICHE: penicilline semisintetiche resistenti alle penicillasi e vengono usate nei casi di infezioni da stafilococchi produttori di penicillasi OXACILLINA - CLOXACILLINA Possono essere somministrate per via i.m., e.v., o orale 46 3) PENICILLINE AD AMPIO SPETTRO: Presentano diversi vantaggi rispetto alla penicillina G: - attiva sia su GRAM+ che su GRAM- possibile somministrazione ORALE perché resistenti al succo gastrico - maggiore EMIVITA Vengono utilizzate nelle infezioni da GRAM- dell’apparato respiratorio, urinario e gastroenterico AMPICILLINA, AMOXICILLINA, BACAMPICILLINA Possono essere somministrate per via i.m., e.v., o orale ad eccezione dell’amoxicillina che viene somministrata solo per via orale 47 Distribuzione Tutte le penicilline attraversano la barriera placentare, ma nessuna è taratogena. La penetrazione in siti come l’osso o il liquido cerebro-spinale è insufficiente a meno che questi siti non siano infiammati. REAZIONI INDESIDERATE Ipersensibilità: La causa principale è l’acido penicilloico, un metabolita della penicillina che reagisce con le proteine e si comporta da aptene, causando una reazione immunitaria. Circa il 5% dei pz può avere una reazione che va dall’orticaria, all’angioedema, all’anafilassi Diarrea: dovuta ad alterazione del normale equilibrio della flora 48 intestinale Tossicità cationica: Le penicilline sono somministrate come sali di Na+ e K+. Le grandi quantità somministrate possono causare fenomeni tossici come l’acidosi. Ciò può essere evitato somministrando l’antibiotico più potente che permetta dosi più basse di farmaco e quindi minori dosi di catione ad esso associato. Esistono associazioni di farmaci costituite da penicilline semisintetiche ad ampio spettro + inibitori delle beta-lattamasi (penicillasi) che consentono una maggiore efficacia ed un più ampio spettro d’azione antibatterico AMPICILLINA + SULBACTAM AMOXICILLINA + ACIDO CLAVULANICO 49 MONOBATTAMI Hanno struttura beta-lattamica moniciclica e sono prodotti da batteri e non da miceti Attivi su GRAM- (Enterobacteriacee) e resistono all’azione delle beta-lattamasi. Non hanno effetto su GRAM+ e anaerobi Il capostipite è l’ATRAZEONAM somministrato per via parenterale, che grazie al suo basso potere immunogeno rappresenta una valida alternativa alle penicilline 50 CARBAPENEMI Antibiotici ad ampio spettro attivi su GRAM-, GRAM+, anaerobi e aerobi. Resistono all’azione delle beta-lattamasi per la presenza di una catena laterale che protegge l’anello beta-lattamico dalla degradazione. Il capostipite è l’IMIPENEM somministrato per via parenterale in associazione con CILASTATINA SODICA, un inibitore enzimatico che blocca la degradazione dell’imipenem, prolungandone l’azione. 51 CEFALOSPORINE Antibiotici beta-lattamici ad attività battericida, con caratteristiche simili alle penicilline per ciò che riguarda il meccanismo d’azione e le possibili reazioni allergiche che sono di tipo crociato Si differenziano dalle penicilline per la maggior resistenza all’azione delle beta-lattamasi e per un ampio spettro antibatterico. Sono utilizzate nelle infezioni delle vie respiratorie, delle vie urinarie, delle ossa e nella profilassi post-operatoria. Si classificano in cefalosporine di 1a generazione, di 2a generazione, di 3a generazione e di 4a generazione in base allo spettro d’azione ed alla resistenza alle beta-lattamasi 52 CEFALOSPORINE DI 1a GENERAZIONE ORALI Metabolicamente INSTABILI Metabolicamente STABILI CEFALOSPORINE DI 2a GENERAZIONE CEFALOSPORINE DI 3a GENERAZIONE CEFALOSPORINE DI 4a GENERAZIONE 53 CEFALOSPORINE DI 1a GENERAZIONE ORALI: stabili in ambiente acido quindi soministrabili per os. Il capostipite è la CEFALEXINA attiva su GRAM+ e GRAMINSTABILI: Hanno breve emivita e necessitano di frequenti somministrazioni. Sono sensibili alle betalattamasi. Il capostipite è la CEFALOTINA attiva su GRAM+ e solo su alcuni GRAMSTABILI: Hanno lunga emivita e richiedono somministrazioni diradate. Sono sensibili alle betalattamasi. La CEFAZOLINA più attiva su GRAM- viene utilizzata nella prevenzione delle infezioni postoperatorie e sono anche attive contro Proteus mirabilis, Escherichia coli, 54 Klebsiella pneumoniae (PEcK) CEFALOSPORINE DI 2a GENERAZIONE Sono resistenti in modo variabile alle beta-lattamasi. Sono metabolicamente stabili. Presentano una maggiore attività verso GRAM- ed in particolare verso Haemophilus influenzae, Enterocacter neisseria, Proteus mirabilis, Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae (HENPEcK) Esempi: CEFUROXIMA, CEFOSSITINA 55 CEFALOSPORINE DI 3a GENERAZIONE Hanno uno spettro d’azione molto ampio, comprendente germi che presentano una multi resistenza agli antibiotici. Hanno elevato potere battericida, EMIVITA molto prolungata e notevole stabilità. Sono antibiotici utilizzati in situazioni critiche: SEPSI, SALMONELLOSI INVASIVE, malattie a TRASMISSIONE SESSUALE e in pazienti IMMUNODEPRESSI. Esempi: CEFOTASSIMA, CEFTRIAXONE 56 CEFALOSPORINE DI 4a GENERAZIONE Il capostipite è la CEFEPIMA da somministrare per via parenterale. Ha uno spettro d’azione molto ampio, streptococchi, stafilococchi e aerobi GRAM- come enterobacteriacee. Somministrazione: La maggior parte delle cefalosporine devono essere somministate per via parenterale poiché sono scarsamente assorbite per via orale. Distribuzione: Si distribuiscono bene nei liquidi dell’organismo, ma nel caso del liquido cefalorachidiano vengono raggiunte buone concentrazioni solo con cefalosporine della 3a generazione. 57 Effetti indesiderati: Manifestazioni allergiche: Da usare con cautela nei soggetti allergici alle penicilline (danno reazioni crociate) Effetto tipo disulfiram: L’associazione con alcool causa un effetto simile al disulfiram. Sanguinamento: Dovuto all’effetto antivitamina K. Si evita somministrando la vit. K 58 AMINOGLICOSIDI Presentano nella molecola AMINO-ZUCCHERI. Hanno carattere basico e sono idrosolubili. Agiscono prevalentemente su GRAMVengono somministrati per via parenterale e non vengono assorbiti a livello gastroenterico. Non vengono metabolizzati e sono escreti immodificati con le urine. Danno fenomeni di NEFROTOSSICITA’ (insufficienza renale) e OTOTOSSICITA’ (vestibolare e cocleare con disturbi dell’udito e dell’equilibrio). Tali effetti (che si possono verificare anche nel feto) dipendono dalla dose e dalla durata del trattamento. 59 Meccanismo d’azione: si legano alla subunità ribosomiale 30S provocando l’incorporazione di aminoacidi errati e quindi la sintesi di proteine alterate incompatibili con la vita del batterio. Sono BATTERICIDI. Danno luogo a comparsa rapida e irreversibile di fenomeni di RESISTENZA nei batteri che si instaura per mutazioni o per produzione di enzimi che inattivano gli aminoglicosidi. 60 Il capostipite è la STREPTOMICINA utilizzata nell’endocardite batterica, nella tubercolosi in associazione ad altri antitubercolari. GENTAMICINA (*GENTALYN): utilizzata per gravi infezioni da GRAM-, setticemie, infezioni urinarie, polmonari cutanee (ustioni) AMIKACINA (*BBK-8): recentemente utilizzato nelle gravi infezioni da GRAM-; è attiva anche su ceppi resistenti agli altri aminoglicosidi NEOMICINA: antibiotico ad USO TOPICO, somministarto per “os”, ma non assorbito a livello gastroenterico, viene utilizzato per la disinfezione preo post-operatoria del tubo digerente. 61 TETRACICLINE La molecola presenta 4 anelli ciascuno a 6 atomi di carbonio. Hanno attività BATTERIOSTATICA e agiscono bloccando la sintesi proteica nei batteri legandosi alla subunità 30S del ribosoma batterico. 62 Hanno uno spettro d’azione molto ampio: Gram-, Gram +, clamidie, micoplasmi, rickettsie. Questo gruppo comprende moltissimi antibiotici che hanno proprietà molto simili tra loro. Si differenziano per assorbimento ed emivita: TETRACICLINA (emivita 6 hr), DOXICICLINA (una sola somministrazione giornaliera). Resistenza: l’uso massivo di questi antibiotici ha provocato il fenomeno della resistenza per cui oggi se ne fa un uso mirato in corso di polmoniti interstiziali, brucellosi, colera, peste. 63 Assorbimento: buono dopo somministrazione per via orale. Molte sostanze presenti nell’alimentazione limitano il loro assorbimento: ferro, calcio (latte e derivati), idrossidi di alluminio, bicarbonato di sodio e sali di magnesio con formazione di chelati che impediscono l’assorbimento. 64 Distribuzione: si legano ai tessuti che vanno incontro a calcificazione (tessuto osseo e denti) e poiché attraversano la barriera placentare va EVITATA la loro somministrazione in gravidanza, durante l’allattamento (poiché escrete nel latte materno) e in età infantile, in quanto si potrebbero avere alterazioni dello smalto e deformazioni scheletriche. Metabolismo e Eliminazione: si concentrano nel fegato dove sono in parte metabolizzate e coniugate formando glucuronidi solubili. Il farmaco progenitore e/o i suoi metaboliti sono escreti nella bile. Riassorbite nell’intestino attraverso il circolo enteroepatico e raggiungono le urine per filtrazione glomerulare. 65 Effetti collaterali: Trattamenti prolungati danno SUPERINFEZIONI specie da Candida Albicans 66 MACROLIDI ERITROMICINA, CLARITROMICINA,AZITROMICINA Hanno un peso molecolare elevato e sono caratterizzati dalla presenza di un grosso nucleo. Hanno azione BATTERIOSTATICA e agiscono inibendo la sintesi proteica. Hanno uno spettro d’azione simile alla penicillina G (Gram+) e sono attivi anche contro stafilococchi produttori di penicillasi. 67 Sono molto maneggevoli, danno pochi effetti collaterali e possono essere utilizzati in alternativa alla penicillina in soggetti allergici alla penicillina e in caso di infezioni polmonari e urinarie in pazienti immunocompromessi non sensibili alle penicilline. La somministrazione è prevalentemente per via orale. E’ eliminata per via biliare. Sono INIBITORI enzimatici quindi possono aumentare l’emivita di altri farmaci somministrati contemporaneamente che risultano quindi più tossici. 68 LINCOSAMIDI Sono antibiotici BATTERIOSTATICI con spettro d’azione e meccanismo d’azione simile a quello dei macrolidi. I principali rappresentanti sono LINCOMICINA CLINDAMICINA La somministrazione può essere realizzata per via orale o parenterale. Vengono utilizzati principalmente nel trattamento delle infezioni addominali causate da batteri anaerobi tipo “Bacteroides fragilis”. Tra gli effetti collaterali: eruzioni cutanee colite pseudomembranosa 69 CLORAMFENICOLO Antibiotico BATTERIOSTATICO che agisce inibendo la sintesi proteica batterica. Ha ampio spettro d’azione: gran parte dei batteri Gram+, Gram-. Può essere somministrato per via orale o parenterale. E’ assorbito bene a livello gastroenterico, metabolizzato dal fegato ed escreto per via renale. L’EFFETTO TOSSICO è a carico del midollo osseo: inibizione midollare reversibile e aplasia midollare irreversibile. 70 NON va SOMMINISTRATO nei neonati che, per immaturità del sistema enzimatico, non sono in grado di metabolizzarlo: può provocare gravi fenomeni tossici spesso fatali (SINDROME GRIGIA: shock, ipotermia, diarrea, colore grigio-cenere della pelle). E’ un potente INIBITORE ENZIMATICO per cui aumenta l’attività di alcuni farmaci (anticoagulanti orali emorragie; antidiabetici orali crisi ipoglicemiche). 71 CHINOLONICI E ANTISETTICI DELLE VIE URINARIE Sono chemioterapici che esercitano un’azione antibatterica a livello delle vie urinarie per l’elevata concentrazione che raggiungono nelle urine. CHINOLONI: Hanno attività BATTERICIDA poiché inibiscono la sintesi del DNA batterico. Sono attivi contro Gram -, ma la sua utilità clinica è stata eliminata dalla comparsa di ceppi resistenti. ACIDO NALIDISSICO Effetti indesiderati: nausea, vomito addominali, allergie, disturbi neurologici. e dolori 72 I CHINOLONI più recenti sono i FLUOROCHINOLONI. Sono BATTERICIDI per inibizione della replicazione del DNA batterico. Hanno spettro d’azione ampio: Gram - ed alcuni Gram+. Possono essere validamente utilizzati non solo nel caso di infezioni delle vie urinarie ma anche nel caso di infezioni respiratorie resistenti ad altri antibiotici o nel caso di infezioni del tratto gastroenterico. CIPROFLOXACINA OFLOXACINA (*FLOBACIN) 73 ANTISETTICI DELLE VIE URINARIE Sono utilizzati nelle infezione delle vie urinarie (cistite acuta non complicata e pielonefrite). Questi farmaci si concentrano nelle urine senza raggiungere concentrazioni importanti a livello del circolo. METENAMINA: attiva contro le infezioni delle basse vie urinarie. Può dare disturbi gastrointestinali NITROFURANTOINA: meno usata spettro antimicrobico e sua tossicità per ristretto 74 SULFAMIDICI Rappresentano i primi chemioterapici di sintesi utilizzati nella terapia antibatterica. Il 1o sulfamidico fu sintetizzato nel 1932 (PRONTOSIL). Con l’avvento delle penicilline ed altri antibiotici il loro uso si è molto ridotto. Hanno attività BATTERIOSTATICA ed agiscono inibendo la sintesi di ACIDO FOLICO, indispensabile per la moltiplicazione dei batteri. 75 76 Molto utilizzate sono le preparazioni costituite dall’associazione di un sulfamidico (SULFAMETOSSAZOLO) con il TRIMETROPRIM = COTRIMOSSAZOLO che consente un ampliamento dello spettro d’azione, proprietà battericida, riduzione della resistenza a causa del blocco in due punti del processo che porta alla sintesi dell’acido tetraidrofolico importante tappa per la sintesi di DNA e RNA Possono essere somministrati per via orale o rettale. Si distribuiscono bene anche nel liquido cefalorachidiano non infiammato, oltrepassano la barriera placentare e possono essere eliminate con il latte materno. 77 Danno effetti collaterali a carico dell’apparato gastroenterico (nausea, vomito) e urinario (precipitazione di cristalli con nefrotossicità); possono provocare anemie, dermatiti, epatiti, reazioni allergiche. Sono utilizzati nel trattamento delle infezioni urinarie, dissenteria, disinfezione intestinale, colite ulcerosa. 78 RIFAMICINE Antibiotici BATTERICIDI che sintesi degli ACIDI NUCLEICI. agiscono inibendo la Hanno ampio spettro d’azione: gran parte dei batteri Gram+, Gram-, e anaerobi. Non presentano resistenza crociata con altri antibiotici, ma danno rapidamente luogo a fenomeni di resistenza batterica. Vi appartiene la RIFAMPICINA, particolarmente attiva sui MICOBATTERI. E’ il farmaco di elezione nella cura della TUBERCOLOSI (sostenuta dal Mycobacterium tubercolosis). E’ utilizzata anche per la cura della LEBBRA e delle ENDOCARDITI. 79 Viene somministrata per os o per via e.v. Metabolizzata a livello epatico, viene eliminata per via biliare. Conferisce una colorazione rossastra alle feci ed ad altre secrezioni (saliva, lacrime, sudore, urine). E’ un potente INDUTTORE enzimatico per cui aumenta la velocità di metabolizzazione di molti farmaci e ne riduce l’attività. La TERAPIA ANTITUBERCOLARE utilizza contemporaneamente almeno 2 farmaci: RIFAMICINA + ISONIAZIDE. 80 Tale associazione ha lo scopo di prevenire la selezione di ceppi mutanti resistenti, poiché la resistenza si instaura frequentemente e rapidamente. L’ISONIAZIDE è un CHEMIOTERAPICO di sintesi che agisce interferendo con la sintesi di lipidi e acidi nucleici dei Micobatteri. Può essere utilizzato anche nella PROFILASSI antitubercolare. Può però avere gravi effetti collaterali: nausea, vomito eruzioni cutanee, turbe psichiche (euforia e depressione), epatite anche fatale. 81 FARMACI ANTIVIRALI 82 I virus sono parassiti intracellullari obbligati e si avvalgono per la propria riproduzione di processi metabolici dell’ospite. Poiché, inoltre, sono privi sia di parete cellulare sia di membrana cellulare, pochi farmaci sono così selettivi da poter agire come “ANTI VIRALI” senza danneggiare l’ospite. Alcuni farmaci però sono in grado di inibire i processi specifici di un dato virus in modo da risultare efficaci ma non tossici per l’ospite. I farmaci antivirali si possono dividere in farmaci per: - Trattamento dei virus respiratori -Trattamento degli Herpes e del citomegalovirus - Trattamento del virus dell’HIV -Trattamento dell’epatite 83 FARMACI PER IL TRATTAMENTO DEI VIRUS RESPIRATORI AMANTIDINA: valida nel trattamento profilattico delle infezioni di influenza A, mentre negli individui già infetti riduce la gravità e la durata dei sintomi. Bene assorbito per via orale, penetra anche nell’SNC e viene eliminata con le urine. Effetti indesiderati: a carico dell’SNC: insonnia, vertigini, atassia ma anche allucinazioni e convulsioni RIBAVIRINA: inibisce la replicazione del virus dell’influenza A e B e di quello respiratorio sinciziale. Efficace sia per via orale che per via endovenosa, si distribuisce bene in tutti i tessuti ma non nell’SNC. 84 FARMACI PER IL TRATTAMENTO DEGLI HERPES E DEL CITOMEGALOVIRUS Gli herpes virus sono associati ad un’ampia gamma di malattie: herpes facciale, encefalite virale e infezioni genitali. I farmaci efficaci contro questi virus realizzano le loro azioni nella fase acuta dell’infezione. Sono analoghi delle purine e delle pirimidine e inibiscono la sintesi del DNA. ACICLOVIR:(*Zovirax) attivo contro l’herpes simplex di tipo 1 e 2, l’herpes genitalis e il virus della varicellazoster. E’ usato anche nell’encefalite. Può essere somministrato per via orale, e.v. o per via topica e si distribuisce anche nel liquido cefalorachidiano. Eliminato per via renale. 85 Effetti indesiderati: - irritazione se per via topica - cefalea, diarrea, nausea,vomito se per via orale - alterata funzionalità renale se per via e.v. GANCICLOVIR: Particolarmente attivo nei confronti del citomegalovirus (CMV) e fino a poco tempo fa era l’unico valido nei pz immunocompromessi. Somministrato e.v. si distribuisce anche nell’SNC. A causa della sua tossicità (può dare soppressione del midollo osseo) è usato solo nelle infezioni da CMV che minacciano la vita. FOSCARNET: Usato nel trattamento della retinite da CMV nei pz affetti da HIV, resistenti al ganciclovir 86 FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’HIV Esistono sei farmaci approvati per combattere l’infezione da HIV: sebbene non siano in grado di curare la malattia, rallentano la progressione della malattia allungando la sopravvivenza. ZIDOVUDINA o AZT:(*Retrovir) E’ uno dei farmaci più efficaci ed è usato nei pz con anticorpi contro l’HIV. Rallenta la progressione della malattia per blocco della sintesi del DNA. E’ ben assorbito dopo somministrazione per via orale ed attraversa anche la BEE. E’ tossico per il midollo osseo anemia e neutropenia 87 DIDANOSINA: Usata per le infezioni da HIV resistenti all’AZT. Come quest’ultima viene incorporata nella catena del DNA virale causando il blocco dell’allungamento. Può dare neuropatia periferica. ZALCITABINA: Usata in pz che non tollerano l’AZT. Agisce come la didanosina e l’AZT e può dare neuropatia periferica. STAVUDINA e LAMIVUDINA: meccanismo analogo alla AZT . Effetti indesiderati: neuropatia periferica d’azione 88 INIBITORI DELLE PROTEASI: Inibiscono reversibilmente la proteinasi che è essenziale per lo stadio finale della proliferazione virale. Questi farmaci hanno rivoluzionato la terapia dell’HIV, riducendo le infezioni opportunistiche, migliorando la vita del pz. SAQUINAVIR, RITONAVIR, INDINAVIR, NELFINAVIR, AMPRENAVIR 89 FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’EPATITE INTERFERONI Proteine prodotte dalle cellule che interferiscono con la capacità del virus di infettare le cellule. Oggi sono sintetizzate con la tecnica del DNA ricombinante. L’interferon -2b è approvato per l’epatite B e C e alcuni tumori. Effetti indesiderati: febbre; letargia, depressione del midollo osseo, ICC. 90 FARMACI ANTINEOPLASTICI Le cellule tumorali sono caratterizzate da una proliferazione autonoma ed abnorme causata da una perdita di controllo della divisione cellulare. Inoltre, in alcuni casi, il tumore invade i tessuti vicini o si propaga a distanza (METASTASI). I farmaci antineoplastici (detti anche antitumorali o antiblastici) hanno l’obiettivo di causare una lesione citotossica letale che possa arrestare la progressione del tumore.L’attacco è diretto verso i siti essenziali per la replicazione cellulare, interferendo per esempio con la disponibilità di precursori purinici e pirimidinici per la sintesi del DNA e RNA 91 92 L’obiettivo finale è la guarigione ossia la sopravvivenza a lungo termine; ciò richiede la eradicazione di tutte le cellule neoplastiche. Se la guarigione non è possibile, l’obiettivo è quello palliativo ossia di sollievo dei sintomi che consenta all’individuo di condurre un’esistenza “normale”. La chemioterapia può sia seguire che precedere l’intervento o la terapia radiante atte a ridurre o rimuovere la massa tumorale I chemioterapici sono attivi sulle cellule in replicazione e sono utilizzati molto frequentemente in associazione tra loro (Protocolli terapeutici) al fine di ottenere una risposta più elevata poiché vengono associati farmaci con diverse tossicità per le cellule neoplastiche, diversi meccanismi d’azione (Polichemioterapia) 93 L’associazione di più farmaci consente anche l’efficacia contro un elevato numero di linee cellulari da cui è costituito il tumore e rallenta l’instaurarsi della farmaco resistenza. La chemioterapia viene programmata a cicli intermittenti allo scopo di 1) colpire le cellule tumorali in diversi momenti del ciclo riproduttivo; 2) consentire il recupero della normale attività al sistema immunitario del pz. 94 Problemi associati alla chemioterapia Farmacoresistenza: Alcuni tipi di tumore possono essere resistenti ad alcuni farmaci chemioterapici o possono diventarlo dopo un trattamento prolungato di dosi basse di farmaco. La resistenza può essere ridotta al minimo nella terapia intermittente ad alte dosi e a breve termine con associazione di più farmaci Tossicità: - Sono farmaci a basso indice terapeutico (sono somministrati in base al peso corporeo). - Poiché agiscono sui processi di moltiplicazione cellulare, danneggiano oltre al tessuto neoplastico anche i tessuti sani le cui cellule si dividono molto velocemente: midollo osseo mielosoppressione; mucosa orale stomatiti; bulbo pilifero alopecia; mucosa intestinale diarrea; tessuto linfatico ed ematico anemia e 95 neutropenia, risultano i distretti più colpiti. - Per prevenire alcuni degli effetti collaterali tipo il vomito di grado elevato o la neutropenia si associano farmaci antiemetici e fattori di stimolazione delle colonie dei granulociti. Tumori indotti da chemioterapia: Molti farmaci antineoplastici sono mutageni per cui possono comparire neoplasie (ad es, leucemie) 10 o più anni dopo la guarigione dal primo tumore. 96 Hanno una struttura simile ai normali componenti cellulari. INIBISCONO la sintesi degli acidi nucleici Agiscono legandosi bloccando la mitosi al DNA, Legano con legame covalente il DNA grazie a gruppi alchilanti molto reattivi. Ciò causa rottura o distorsione della molecola del DNA Bloccano la mitosi perché si legano alla tubulina interferendo con la formazione del FUSO MITOTICO 97 Gli ormoni steroidei sono utilizzati nel caso di tumori ormone-sensibili (regrediscono dopo trattamento con ormone). Gli antagonisti usati nel caso di tumori ormone-dipendenti (regrediscono dopo rimozione dello stimolo ormonale) Gli anticorpi monoclonali sono sintetizzati dagli “ibridomi” e producono anticorpi rivolti verso recettori di superficie presenti sui tumori 98