Approfondimenti di matematica Approfondimenti di matematica Sezione aurea: http://www.liceoberchet.it/ricerche/sezioneaurea/sez1.htm DEFINIZIONE GEOMETRICA A C B Dato un segmento AB si dice sua sezione aurea il segmento AC, con C compreso tra A e B, medio proporzionale fra il segmento AB e il segmento BC. AB : AC = AC : BC Se AB = l , la sua sezione aurea x è soluzione positiva dell’equazione: x 2 = l (l − x) , cioè x= 5 −1 l ≈ 0,618 l 2 RETTANGOLO AUREO Esiste uno speciale rettangolo le cui proporzioni corrispondono alla sezione aurea. Il suo nome è rettangolo aureo. Per costruire il rettangolo aureo si disegni un quadrato di lato a i cui vertici chiameremo, a partire dal vertice in alto a sinistra e procedendo in senso orario, AEFD. Quindi dividere il segmento AE in due chiamando il punto medio A'. Utilizzando il compasso e puntando in A' disegnare un arco che da F intersechi il prolungamento del segmento AE in B. Con una squadra disegnare il segmento BC perpendicolare ad AB. Il rettangolo ABCD è un rettangolo aureo nel quale Ab è diviso dal punto E esattamente nella sezione aurea: AE:AB=EB:AE TRIANGOLO CON ANGOLI DI MISURA: 72°, 72°, 36°. Dato un triangolo isoscele i cui angoli alla base misurano 72° ciascuno, e l’angolo al vertice misura 36°, la bisettrice di un angolo alla base divide il lato obliquo opposto nel punto d’intersezione in due segmenti in modo tale da creare una sezione aurea. Infatti il triangolo ABC è simile al triangolo BCD. E da questo risulta che: AC:BC=BD:DC e dunque: AC:AD=AD:DC TRIANGOLO CON ANGOLI DI MISURA: 36°, 36°, 108°. Dato un triangolo isoscele i cui angoli alla base misurano 36° ciascuno, e l’angolo al vertice misura 108°, il lato obliquo e la differenza tra la base e il lato 1 Approfondimenti di matematica obliquo danno vita a una sezione aurea. Infatti il triangolo CDE è simile al triangolo ABD della figura precedente. PENTAGONO E TRIANGOLI IN ESSO CONTENUTI All’interno di un pentagono, ogni lato forma con due diagonali (il segmento che unisce due punti non adiacenti) un triangolo dagli angoli con misura 72°, 72°, 36°, con le proprietà spiegate in precedenza. Ogni lato forma, con il punto d’incontro di due diagonali consecutive, un triangolo dagli angoli 36°, 36°, 108°, con le proprietà descritte in precedenza. Cioè il lato del pentagono regolare è la sezione aurea di una sua diagonale e il punto d' intersezione tra due diagonali divide ciascuna di esse in due segmenti che stanno nel rapporto aureo. SPIRALE AUREA Se all’interno di un rettangolo aureo si disegna un quadrato con lato uguale al lato minore del rettangolo, il rettangolo differenza sarà anch’esso un rettangolo aureo. Si ripeta l’operazione per almeno cinque volte al fine di avere un effetto visivo adeguato. Si punti la punta del compasso sul vertice del quadrato che giace sul lato lungo del rettangolo e si tracci l’arco che unisce i gli estremi dei due lati che formano l'angolo scelto. Si ripete l'operazione per ogni quadrato disegnato in modo da creare una linea continua. I problemi classici della geometria: http://www.istitutocalvino.it/studenti/siti/mathgreca/introd.htm I tre problemi più famosi che i greci hanno risolto sono: I greci, pur essendo riusciti a risolvere questi problemi, non furono soddisfatti del loro lavoro. Infatti volevano risolverli usando solamente una riga non graduata e un compasso, mentre ci riuscirono solo usando semplici linee curve. Questi studi comunque li condussero alla scoperta di molte altre nozioni matematiche. La dimostrazione di queste soluzioni non viene proposta per la complessità degli argomenti. IPPOCRATE DI CHIO Ippocrate nacque probabilmente nel 460 a.c. e morì nel 380 a.c. Esercitò come prima attività quella del mercante poi, in seguito al trasferimento ad Atene nel 430, si dedicò allo 2 Approfondimenti di matematica studio della geometria e divenne famoso per importanti contributi, tra i quali la quadratura delle lunule e la produzione del primo libro riguardante la geometria. Ippocrate inoltre costituì una propria raccolta che anticipò di un secolo gli elementi presi in considerazione da Euclide. Questo manuale venne perduto, nonostante fosse conosciuto da Aristotele. Ippocrate scrisse in questo testo il problema sulla quadratura delle lunule che deriva dalla quadratura del cerchio. Le lunule sono regioni piane delimitate da archi appartenenti a due differenti circonferenze. Ippocrate probabilmente pensava che la quadratura delle lunule avrebbe portato alla soluzione del problema alla quadratura dello stesso cerchio. Ippocrate dapprima ha dimostrato che, in un triangolo rettangolo con dei semicerchi sui cateti e inscritto in un altro semicerchio, le lunule formate dal semicerchio che inscrive il triangolo e da quelli costruiti sui cateti hanno area uguale e che, quindi, ognuna risulta di area uguale a quella di un triangolo che sia la metà di quello dato. Visto che ogni triangolo può essere “quadrato”, anche queste lunule possono essere “quadrate”. ALTRI PROBLEMI DI QUADRATURA Ippocrate proseguì prendendo in considerazione un trapezio inscritto in una semicirconferenza in modo tale che la base minore e i lati obliqui siano congruenti. Inoltre considerò anche un’altra semicirconferenza il cui diametro è congruente ai tre lati uguali del trapezio. Cominciò dimostrando che l’area dei semicerchi costruiti sui lati congruenti e dell’altra semicirconferenza sono uguali all’area del semicerchio che inscrive il trapezio. Successivamente dimostrò che i segmenti circolari costruiti sui tre lati congruenti sono congruenti tra di loro. Quindi le lunule che si sono formate più la semicirconferenza a parte sono uguali all’ area del trapezio. Tuttavia non riuscì a quadrare una delle lunule che avrebbe portato alla quadratura del cerchio completo perché erano lunule di tipo diverso da quelle precedenti. Per questo Ippocrate non riuscì a risolvere il problema della quadratura del cerchio. LA QUADRATURA DEL CERCHIO Questo è uno tra i più celebri problemi non risolti della matematica. Sono state date numerosi soluzioni ma alcune di queste del tutto ridicole. Il problema è il seguente: costruire un quadrato di area equivalente a un cerchio dato con l’aiuto di riga e compasso. Il problema sembra all’apparenza semplicissimo. Questo problema fa parte con la trisezione dell’angolo e la duplicazione del cubo dei tre problemi classici risalenti all’antica Grecia. Nessuno riuscì a costruire questo quadrato pur conoscendone benissimo l’esistenza. Ora si sa che il problema è impossibile da risolvere, almeno con riga e compasso. 3 Approfondimenti di matematica Se si considera un cerchio di raggio r, quindi con area r2∏. Quindi il lato del raggio dipende da r e ∏. ∏ è un numero particolarissimo poiché è irrazionale e non è il risultato di nessuna equazione algebrica per cui è impossibile disegnare un quadrato di tali dimensioni. Pertanto le dimensioni del quadrato sono approssimate e non si possono rappresentare solamente con riga e compasso. Per dimostrare l’impossibilità della quadratura del cerchio si dovette attendere il 1882 quando F. Lindemann dimostrò la trascendenza di ∏, ovvero che tale numero non è soluzione di una equazione algebrica a coefficienti razionali. LA TRISEZIONE DELL'ANGOLO Il problema della trisezione dell'angolo, come è noto consiste, dato un angolo nel costruirne un altro che sia la terza parte di quello dato. I greci, partendo da misure di angoli assegnati, tentarono di costruirne altri che fossero stati la terza parte. Questo procedimento era impossibile facendo uso solo della riga e del compasso. IPPIA E LA SUA CURVA Ippia è vissuto nel V secolo a.C. e per risolvere il problema della trisezione dell'angolo ideò la curva che porta il suo nome e che viene così costruita: nel quadrato ABCD si trasli uniformemente la retta AC verso la retta CD, contemporaneamente si faccia ruotare la retta AD intorno a D in modo che quando AD coincide con DC, pure AD coincida con DC. I punti della curva sono i punti di intersezione delle due rette citate. Questo problema, non può essere risolto in modo classico cioè con riga e compasso, come cercavano di fare gli antichi, tuttavia è possibile risolverlo facendo uso di altre curve, come questa curva di Ippia. Con questo metodo non è solo possibile dividere l'angolo in tre parti ma in un numero qualsiasi di parti uguali LA DUPLICAZIONE DEL CUBO Secondo una leggenda,il re Minosse aveva costruito una tomba di forma cubica per il figlio Glauco, ma quando venne a sapere che essa misurava solo 100 piedi in ciascuna direzione, pensò che era troppo piccola. Egli disse “deve essere raddoppiata nella sua dimensione (in volume)” ed ordinò ai costruttori di obbedire in fretta al suo ordine raddoppiando i lati della tomba. I matematici si resero conto che era stato commesso un errore, poiché in quel modo la tomba sarebbe diventata otto volte maggiore in volume rispetto a quella progettata. Si misero allora alla ricerca del procedimento per ottenere un volume doppio, ma questo problema si rivelò tutt’atro che semplice. 4 Approfondimenti di matematica Questo problema venne ricondotto da Ippocrate al problema della costruzione di due segmenti rettilinei. La scoperta di Ippocrate, tuttavia non risolse il problema della duplicazione del cubo. Essa serve unicamente per trasformare il problema originale in uno di differente enunciato ma di uguale difficoltà. In effetti, nel cercare di risolvere questo problema i greci fecero ricorso all’uso di altre curve o di altri strumenti diversi dalla riga e dal compasso, trovando diverse soluzioni del problema, la più famosa è la seguente: la soluzione di Menecmo. Si ritiene che Menecmo abbia scoperto la parabola e l’iperbole equilatera e che ne fece uso nella soluzione del problema della duplicazione del cubo. Numeri irrazionali: http://www.pacinottiroma.it/STUDIOASSISTITO/MATEMATICA4ALT/numeri%20irrazionali/numeri %20irrazionali.html In matematica, un numero irrazionale è ogni numero reale (che esprime una misura) che non è un numero razionale, cioè non può essere scritto come una frazione a / b con a e b interi, con b diverso da zero. I numeri irrazionali sono esattamente quei numeri la cui espressione decimale non termina mai e non forma una sequenza periodica( Alcuni numeri irrazionali sono numeri algebrici come radice cubica di 5); altri sono numeri trascendenti come Storia della teoria dei numeri irrazionali ). (la radice quadrata di due) e ed e. (la La scoperta dei numeri irrazionali viene tradizionalmente attribuita a Pitagora, o più precisamente al pitagorico Ippaso di Metaponto, che produsse una argomentazione (probabilmente con considerazioni geometriche) dell'irrazionalità della radice quadrata di 2. Secondo la tradizione Ippaso scoprì i numeri irrazionali mentre tentava di rappresentare la radice quadrata di 2 come frazione. Tuttavia Pitagora credeva nell'incommensurabilità dei numeri (ogni grandezza poteva essere misurata con unità di misura prescelte e con i suoi sottomultipli tramite un numero razionale), e non poteva accettare l'esistenza dei numeri irrazionali. Egli non era in grado di confutare la loro esistenza, ma le sue credenze non potevano tollerarne l'esistenza e, secondo una leggenda, per questo condannò Ippaso a morire annegato. Irrazionalità di certi logaritmi Forse i numeri che più facilmente si dimostra che siano irrazionali sono i logaritmi come log23. L'argomentazione tramite dimostrazione per assurdo è la seguente: • • • • Supponiamo che log23 sia razionale. Allora esistono due interi positivi m e n tali che log23 = m/n. Di conseguenza 2m/n = 3. Allora 2m = 3n. Ma 2m è pari (perché almeno uno dei suoi fattori primi è 2) e 3n è dispari (perché tutti i suoi fattori sono uguali a 3), pertanto ciò è impossibile. Irrazionalità della radice quadrata di 2 Una dimostrazione dell'irrazionalità della radice quadrata di 2 è la seguente, che procede per assurdo. 5 Approfondimenti di matematica La proposizione è provata assumendo l'opposto e mostrando che è falso, il che implica che la proposizione iniziale debba essere vera. • Assumiamo che che a / b = • • • • • • • • sia un numero razionale. Ciò comporta che esistono due interi a e b tali . Allora si può scrivere come una frazione irriducibile a / b tale che a e b sono interi primi tra loro e (a / b)2 = 2. Segue che a2 / b2 = 2 ed a2 = 2b2. Dunque a2 è pari perché è uguale a 2b2 che è ovviamente pari. Segue che anche a deve essere pari. (Infatti numeri dispari hanno quadrati dispari e numeri pari hanno quadrati pari.) Poiché a è pari, esiste un intero k che soddisfa: a = 2k. Sostituendo otteniamo: 2b2 = (2k)2, cioè b2 = 2k2. Poiché 2k2 è pari segue che anche b2 è pari e quindi anche b è pari. In base alla (5) e la (8) a e b sono entrambi pari, che contraddice il fatto che a / b sia irriducibile come supposto nella (2). Poiché abbiamo ottenuto una contraddizione con l'assunzione che sia un numero razionale, essa deve essere falsa. Dunque abbiamo dimostrato l'opposto, cioè che è irrazionale. Questa dimostrazione si può generalizzare per dimostrare che qualunque radice di qualunque numero naturale è un numero naturale o è irrazionale. Come capire se un numero è irrazionale Come è stato detto all’inizio i numeri irrazionali sono quei numeri reali la cui espressione decimale non termina mai e non forma un periodo. A volte però possiamo confonderci e scambiare i numeri periodici per numeri irrazionali. Onde evitare ciò cerchiamo di trasformare un numero che ci viene dato in frazione, in modo da capire se questo e realmente un numero irrazionale: Seguendo le istruzioni della spiegazione illustrata proviamo a calcolare: 3,7162162162162162162….. • • per iniziare scriviamo il numero in forma periodica se è possibile ( ) ora sottraiamo l’intero e antiperiodo all’intero numero (37162-37=37125) 6 Approfondimenti di matematica • ora mettiamo al denominatore tanti nove quante sono le cifre del periodo e tanti zeri quante sono • quelle dell’antiperiodo ora cerchiamo di semplificare per ridurre la frazione il più possibile (per una più veloce semplificazione si può usare il teorema di Euclide) Essendo riusciti a scrivere il numero in frazione siamo sicuri che 3,7162162162162…. NON E’ IRRAZIONALE. La spirale di Teodoro Una costruzione classica riguardante i numeri irrazionali e nota come Spirale di Teodoro permette di costruire geometricamente le radici quadrate dei numeri interi a partire da un triangolo rettangolo isoscele avente cateti di lunghezza unitaria. Consideriamo il triangolo OAB di figura in cui OA=1: Costruzione di radice di 2 Per il teorema di Pitagora si ha allora che OB ha lunghezza pari a radice quadrata di 2. Se ora, come in figura, si costruisce un nuovo triangolo rettangolo, retto in B, con cateti OB e BC, di cui l'ultimo di lunghezza unitaria; I solidi platonici: 7 Approfondimenti di matematica www2.dm.unito.it/paginepersonali/ferrarese/.../4.../Solidi%20platonici.pdf Un poligono avente i lati e gli angoli uguali è detto poligono regolare. Ad esempio sono poligoni regolari il triangolo equilatero e il quadrato. Chiamiamo, invece, poliedro regolare un solido convesso, racchiuso da facce regolari tutte tra loro uguali (ovvero da poligoni regolari), dove per poliedro convesso intendiamo un poliedro tale che ogni coppia di suoi punti interni individui un segmento interamente costituito da suoi punti interni. I cinque poliedri regolari convessi sono chiamati anche solidi platonici (o solidi di Platone). Essi sono: il tetraedro, il cubo (o esaedro), l’ottaedro, il dodecaedro e l’icosaedro. Platone nel suo dialogo”Timeo” associa il tetraedro, l'ottaedro, il cubo, e l'icosaedro rispettivamente a quelli che erano allora ritenuti i quattro elementi fondamentali: fuoco, aria, terra e acqua. Il dodecaedro, non realizzabile unendo opportunamente triangoli rettangoli (come invece avviene per i poliedri citati, si veda la relativa scheda di approfondimento), veniva invece associato all’immagine del cosmo intero, realizzando la cosiddetta quintessenza. Questa identificazione suggerisce un'immagine di perfezione che indubbiamente nasce anche dal fatto che il dodecaedro, in volume, approssima più degli altri poliedri regolari la sfera. Nel "Fedone" Socrate, poco prima di bere la cicuta dice: "L'Universo e la Terra hanno la forma di una palla con dodici facce colorate, di forma pentagonale e i corpi celesti sono sospesi all'interno". Per i poliedri esiste un vincolo: la somma degli angoli che delimitano un angoloide non può raggiungere 360°, dove per angoloide si intende la parte di spazio racchiusa da tre o più piani che si intersecano lungo spigoli concorrenti in un vertice. Per scoprire l'origine di questo vincolo possiamo usare un'apposita apparecchiatura: una tavoletta di legno, cui sono fissati, in tre punti non allineati, gli estremi di tre elastici. Legando insieme gli altri tre estremi degli elastici, si trova il punto V (vedi figura sopra). Sollevando V si può realizzare una piramide con la base fissa e gli angoloidi variabili. Ora, man mano che ci allontaniamo dalla base, l'angoloide della piramide in V diminuisce la sua ampiezza così come la somma dei singoli angoli formati dagli spigoli che concorrono in V. Quando V sta sul piano di base la somma degli angoli vale esattamente 360° ma non esistono più né l’angoloide né la piramide, e V non è più il vertice di una figura solida. 8 Approfondimenti di matematica Ora siamo in grado di dimostrare che i cinque solidi platonici sono i soli poliedri regolari esistenti. Visto che il poliedro deve essere costruito con facce regolari prendiamo in esame i vari poligoni regolari ed osserviamo che cosa accade. Partiamo dal triangolo equilatero: ha gli angoli di 60° gradi. Possiamo accostare 3 triangoli : 3 x 60° = 180° < 360° e costruiamo così un angoloide. Poiché è possibile chiuderlo con un altro triangolo uguale ai precedenti, si può costruire un tetraedro; il tetraedro (da tetra =quattro) infatti è formato in tutto da 4 facce triangolari. Possiamo accostare 4 triangoli equilateri intorno ad un vertice: si avrà 4 x 60° = 240° < 360°. Si può costruire l'angoloide saldando tra loro due lati estremi. Se si chiude con un altro angoloide uguale, utilizzando in tutto 8 triangoli equilateri, si ottiene un solido che ha facce ed angoloidi uguali tra loro ed è quindi un poliedro regolare: un ottaedro. Possiamo accostare 5 triangoli : 5 x 60° = 300° <360°. Si può costruire l'angoloide saldando tra loro due lati estremi. Si può chiudere il poliedro utilizzando in tutto 20 triangoli equilateri uguali: si avrà un icosaedro (da icos = 20). Accostando invece 6 triangoli equilateri non è più soddisfatta la condizione che la somma degli angoli deve essere <360°: le facce si " schiacciano " su un piano. Dunque non possono esistere altri poliedri regolari con facce triangolari oltre i tre già trovati. Possiamo ora accostare dei quadrati:con 3 x 90°= 270° < 360°, si ottiene un angoloide che permette poi di costruire un cubo o esaedro. Già quattro quadrati non vanno più bene, perché la somma dei quattro angoli che concorrono in un vertice è uguale a 360°: si rimane così nel piano. Possiamo usare dei pentagoni: la somma degli angoli interni di un pentagono regolare è data da (n-2)x180° con n = 5, dunque ogni angolo interno misura 108°, così tre angoli misurano : 3 x 108° = 324°<360°. Si ottiene un dodecaedro, ma con quattro pentagoni la somma supera 360°. Con tre esagoni la situazione si presenta in questo modo: ogni angolo interno misura 120°. Accostando tre esagoni si realizza un angolo di 360° e questo non ci permette di uscire dal piano. Non è possibile nessuna altra costruzione, con nessun altro poligono regolare. Infatti gli angoli interni dei poligoni regolari con più di 6 lati risulteranno maggiori di 120°. Poiché per costruire un angoloide occorrono almeno tre di tali poligoni, la somma degli angoli che delimitano l'angoloide sarebbe maggiore di 360° , mentre la condizione per poter costruire un solido (convesso) è che tale somma sia minore di 360°. In tutto quindi non si possono avere che cinque poliedri regolari. 9