4 settembre Tony e il Professore (la storia del jazz parte seconda: il canto nel jazz) Torna la coppia dei più improbabili critici musicali del secolo scorso che per oltre 10 anni, trasmettendo da una radio locale fiorentina, ci ha insegnato ad apprezzare il jazz: Simone Pallanti e Mauro Selvi in arte Tony e il Professore. Torna perché già nel 2009 la storica rassegna “Settembre in Piazza della Passera” ospitò i due personaggi. L'evento consisteva nella messa in scena di uno spettacolo con le modalità della vera trasmissione radiofonica condotta dalla fantastica coppia. Veniva infatti raccontata la storia del jazz alternata da ascolti musicali, la differenza era che la musica non era prodotta da registrazioni discografiche ma da un'orchestra che suonava dal vivo. Sul palco allora c'era una formazione di all stars del jazz toscano guidata da Alessandro Di Puccio che eseguivano – sotto il preciso comando del professore – varie composizioni dei più importanti maestri della musica afro-americana. Quest'anno la “trasmissione live”, avrà come tema il canto nel jazz. Con il fondamentale supporto della nuova big band del C.A.M. (la scuola di musica fiorentina che da oltre 35 anni svolge la sua attività didattica in campo jazzistico) la sera del 4 settembre in Piazza della Passera lo spettatore potrà ascoltare alcune perle musicali tratte dal repertorio delle più grandi voci del jazz, da Billie Holliday a Ella Fitzgerald, da Sarah Vaughan a Nat King Cole. Le intepreti dei brani che daranno vita al concerto sono delle giovanissime cantanti provenienti, come gran parte dei componenti della big band, della scuola del C.A.M. Si tratta di nuovi talenti che sicuramente fra qualche tempo saranno in grado di far apprezzare le loro capacità. La big band sarà diretta da Duccio Bertini, un nuovo nome del jazz italiano che vanta una considerevole esperienza nel campo della direzione e arrangiamento per orchestra jazz, consolidata da molteplici attività in Italiane e in Europa. Non mancherà l'avvicendarsi sul palco di alcuni ospiti illustri, esponenti del migliore jazz nazionale, fra cui il trombettista Fabio Morgera e il pianista Francesco Maccianti. Per chi in passato ha seguito le trasmissione del sabato mattina su Controradio di Tony e il Professore potrà bene immaginarsi il carattere, ricco di humour, che assumerà la serata. Per chi invece a quel tempo era troppo giovane per sapere chi sono “quei due” possiamo dire: sarà molto divertente! Tony e il Professore E' difficilissimo descrivere in due righe la trasmissione radiofonica che per molti anni ha accompagnato e allietato le attività casalinghe durante i sabato mattina fiorentini! Due personaggi: uno straordinario conoscitore del jazz (Mauro Selvi in arte Il Professore) e un conduttore radiofonico dallo straordinario talento ironico (Simone Pallanti in arte Tony Topazio), trasmettendo delle vere e proprie lezioni sulla storia e sui protagonisti della musica afro-americana, riuscivano a mantenere viva l'attenzione dell'ascoltatore grazie ad un mix di intelligente e improvvisato umorismo e ascolti di musica fantastica. Quello che possiamo aggiungere è che da molto tempo la trasmissione non va più in onda e ci manca molto, ma chissà... forse...speriamo...a volte le cose ritornano! Le voci Giulia Mottola, Claudia Mazzoni, Sara Battaglini, Eleonora Giovannini CAM big band (formazione) Sassofoni: Andrea Gheri, Samuele Francioni, Daniele Innocenti, Stefano Corrado, Francesco Di Mauro Trombe: Matteo Spolveri, Tommaso Rossi, Nicola Cellai Trombone: Andrea Rinaldi, Angela Witrow Chitarra: Luca Frosinini Contrabbasso: Alessandro Geri, Federico Micheli Pianoforte: Manuel Di Tardo Batteria: Lorenzo Gherardelli, Michele Andriola Il direttore della big band Duccio Bertini ha svolto collaborazioni come arrangiatore, compositore e direttore esibendosi regolarmente in Italia, Spagna, Germania e Austria. Nel 2003 si aggiudica il primo premio al Concorso Internazionale di Arrangiamento e Composizione di Barga Jazz (con la presenza in giuria del sassofonista Lee Konitz). Ha all'attivo la creazione di oltre 150 arrangiamenti per grandi gruppi come big band o jazz orchestra, nonché 1 suite per orchestra sinfonica. Gli ospiti: Fabio Morgera trombettista, compositore e arrangiatore, partì da Firenze, dopo aver vissuto importanti esperienze con musicisti italiani, nel 1985 verso l'America per poi diventare uno dei più apprezzati jazzisti sulla scena newyorkese. Ad oggi ha collezionato preziose collaborazioni con Roy Hargrove, la Mingus Big Band, Butch Morris, Arturo'O Farrill e molti altri. Nel 2006 è stato nominato per un Grammy Award con il gruppo Groove Collective. Francesco Maccianti ha collaborato con importanti musicisti italiani e stranieri fra cui Eddie Lockjaw Davis, Harry Sweets Edison, Sal Nistico, Richie Cole, Joe Chambers, Essiet Okon Essiet. Nei primi anni “80 ha fatto stabilmente parte del Quartetto di Massimo Urbani (con Enzo Pietropaoli e Giampaolo Ascolese). Ha realizzato molte incisioni discografiche con artisti internazionali tutte seguite da grandi riconoscimenti di critica. 5 settembre Jazz, la nuova generazione La sera del 5 settembre è dedicata a nuovi talenti del jazz toscano. Si tratta di due formazioni composte da giovani musicisti di età compresa fra i 20 e i 27 anni, assoluti talenti formatisi nelle scuole di musica toscane come il C.A.M. di Firenze e la scuola di Siena Jazz e i nostri conservatori. Alcuni di loro hanno già preso parte ad importanti festival europei e suonato con alcuni dei maggiori esponenti contemporanei italiani ed internazionali della musica afro-americana facendosi notare dai maggiori critici musicali del settore. Fra i giovani musicisti che si alterneranno sul palco spiccano i nomi di Alessandro Lanzoni, il pianista fiorentino che, seppure appena ventenne, vanta collaborazioni con i più importanti jazzisti internazionali , quello del contrabbassista Gabriele Evangelista e del batterista Bernardo Guerra considera una delle migliori “coppie ritmiche” italiane. Così come loro illustri predecessori, un tempo allievi del C.A.M. – vedi Stefano Bollani, Nico Gori, Mirko Guerrini, Dario Cecchini e gran parte dei suoi Funk Off, ecc.- questi nuovi nomi fanno già parte dello scenario del jazz contemporaneo, adesso dobbiamo tenerli a mente e continuare a seguire il loro straordinario percorso. Aprirà la serata il gruppo Half Step Forward composto da: Nicola Cellai – Tromba e Flicorno Michele Tino – Sax Alto Niccolò Mini – Pianoforte Bernardo Sacconi – Contrabbasso Lorenzo Gherardelli – Batteria Questo quintetto nasce nel 2012 da un'idea del trombettista Nicola Cellai e dal contrabbassista Bernardo Sacconi, entrambi studenti del Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze e della storica scuola del jazz toscano CAM. Con l'appoggio del direttore della scuola Alessandro Di Puccio viene data vita a uno spin-off che raccoglie le esperienze didattiche e musicali già condivise dai cinque all'interno della scena musicale fiorentina. Vengono reclutati Lorenzo Gherardelli, un batterista dinamico e aggressivo, anche lui allievo del CAM nella classe di Stefano Rapicavoli e due studenti fiorentini del Conservatorio di Rovigo "Francesco Venezze", Niccolò Mani e Michele Tino, il primo, studente di Stefano Onorati, il secondo di Mauro Negri. Il gruppo si orienta da subito verso una rivisitazione del repertorio jazz post-bop e propone brani originali del contrabbassista e del sassofonista arrangiati per la formazione. A seguire il Gulakiev quartet con: Dan Kilzelman, saxes Alessandro Lanzoni, piano Gabriele Evangelista, bass Bernardo Guerra, drums si tratta di un trio di giovani star del jazz italiano con ospite il sassofonista americano Dan Kilzelman che esegue principalmente composizioni originali di Lanzoni e Kilzelman. Alessandro Lanzoni, vince il “Best Young Soloist” a Parigi nel 2010, in occasione dell'ultima edizione del concorso internazionale Martial Solal, la più prestigiosa fra le competition jazzistiche internazionali dedicate al pianoforte, e già affermatosi nei più importanti concorsi in Italia ( Primo Premio al Concorso “International Massimo Urbani Award 2006”, e al Concorso “Luca Flores 2008” di Esecuzione Pianistica Jazz di Firenze). A 19 anni Alessandro Lanzoni è una delle personalità più interessanti della nuova scena jazzistica italiana. Ad oggi ha tenuto concerti all'estero in Israele (Haifa e Festival Internazionale di Eilat) , Panama Jazz Festival, Morgan Library Auditorium New York, Savoie Jazz Festival, e in Italia all’Auditorium Parco della Musica e alla Casa del Jazz (Roma), al Piccolo Teatro (Milano) e nei festival più importanti. Numerose e prestigiose le collaborazioni :Lee Konitz, Kurt Rosenwinkel, Roberto Gatto,Aaron Goldberg, Fabrizio Bosso. Gabriele Evangelista, si è diplomato in contrabbasso nel 2006 con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore ministeriale presso l’Istituto Musicale "P.Mascagni" di Livorno . Dal 2010 Gabriele è il contrabbassista di Enrico Rava nel quintetto "Enrico Rava tribe" e nel progetto "L'Opera Va", con i quali ha effettuato numerosi concerti in Italia e all'estero. Sempre dal 2010, suona nel nuovo trio di Roberto Gatto insieme ad Alessandro Lanzoni. Di rilievo è anche la collaborazione con il chitarrista statunitense Kurt Rosenwinkel. In ambito jazz, oggi Gabriele, nonostante la giovane età, vanta un numero di collaborazioni da musicista dalla lunga carriera: Chris Potter, Seamus Blake, Bill Stewart, Dave Kikosky, Danilo Rea, Irio De Paula, Javier Girotto. Fra le numerose esperienze all’estero, Gabriele ha suonato negli Stati Uniti, in India, Germania, Francia. Bernardo Guerra . All'età di 8 anni si avvicina al jazz iscrivendosi alla scuola fiorentina del CAM dove prosegue lo studio dello strumento sotto la supervisione di Alessandro Fabbri e Alessandro Di Puccio. Nel 2009 si reca negli Stati Uniti per una serie di concerti e per la registrazione del disco “Amazing little toys”(avvenuta al 58 Media Lab Studio di Brooklyn, New York) con la collaborazione dei musicisti americani, ed allievi della NYU ,Nick Myers, Isamu Mcgregor e Evan Crane oltre al chitarrista italiano Joy de Vito. Negli ultimi due anni inoltre si è occupato della Jam Session settimanale del Jazz Club di Firenze dove ha suonato accompagnato da jazzisti del panorama nazionale ospitando inoltre tutti gli studenti di jazz della NYU di Firenze. Nonostante la giovane età ha già alle spalle collaborazioni con importanti jazzisti del panorama nazionale e internazionale. Dan Kilzelman. Dopo le prime esperienze importanti (3 Downbeat Student Music Awards, borse di studio, concerti a fianco di Lovano, Moody, Liebman, un concerto col suo gruppo alla Carnegie Hall), nel 2004, si laurea a pieni voti e si trasferisce in Germania per poi stabilirsi in Italia nel 2005. Entra a far parte del quartetto di Giovanni Guidi con il quale incide due dischi per la CAM Jazz, facendo in seguito il suo primo disco come leader, “Goodbye Castle”, uscito nel 2007. Nel 2009 comincia a lavorare anche in veste di arrangiatore, sia con Guidi che con Enrico Rava, portando avanti una fitta attivita' concertistica sia in Italia che al estero Ha suonato in diversi club e festival importanti, quali Birdland (New York), Unterfahrt (Monaco), Jazz Showcase (Chicago), Clusone Jazz, Vicenza New Conversations, Copenhagen Jazz Festival, North Sea Jazz Festival ed Umbria Jazz. Attualmente fa parte del Unknown Rebel Band, Enrico Rava Parco della Musica Jazz Lab (curando anche gli arrangiamenti) e Mauro Ottolini's Sousaphonix, oltre ai propri progetti in trio e quartetto. Mantiene un'attivita' concertistica internazionale con progetti negli Stati Uniti e Finlandia. 6 settembre Alessandro Fabbri "StrayHorns" Billy Strayhorn è una figura emblematica ed enigmatica al tempo stesso nella storia del jazz. Alter ego di Duke Ellington che lo scelse giovanissimo come arrangiatore ma che poi fece diventare parte integrante di quella che si può considerare la "Ellington Enterprise", dove "Sweet Pea" (affettuoso soprannome di Strayhorn) firmò alcuni dei più celebri capolavori del repertorio dell'Orchestra del "Duca": uno per tutti "Take the A Train". Le motivazioni di un lavoro sulle musiche di Strayhorn sono molteplici: dalla rara bellezza e ricercatezza dei temi, allo loro natura stimolante per rielaborazioni, arrangiamenti e finanche "ricomposizioni" (termine spesso legato al lavoro dell'arrangiatore nel jazz), fino alla volontà di rendere un omaggio non scontato a questo grande e raffinato compositore così spesso relegato in un ruolo di secondo piano, forse anche a causa della sua natura schiva, ma che, come spesso i più colti e sensibili musicisti, critici e musicologi di jazz riconoscono, si staglia come una figura pressoché unica nel panorama jazzistico del dopoguerra. La stragrande maggioranza delle composizioni di Billy Strayhorn infatti, pur essendo assimilata al repertorio degli standards, si distacca sensibilmente dallo schematismo dei brani tipici del "Tin Pan Alley". Questo è dovuto in particolare alla raffinatezza armonica e formale che, in Strayhorn, percorre sentieri diversi ed omaggia la grande tradizione occidentale tardo romantica ma anche impressionista su cui vengono innestati perfettamente i colori e le inflessioni del jazz più autentico. Il progetto StrayHorns, il cui titolo è anche un gioco di parole e di cui è recentemente il CD dal titolo: Alessandro Fabbri - StrayHorns edito e distribuito dalla casa discografica Caligola Records, è un tributo affettuoso ma non deferente. Infatti i brani scelti sono tutti sottoposti a elaborazioni e manipolazioni di varia natura: da quelle armoniche (e di carattere) come ad esempio in Take The A Train o di alcune sezioni aggiunte in The Star Crossed lover a quelle ritmiche come in Isfahan o DayDream fino a quelle di carattere ipnotico come nell'esposizione del tema di A Flower is a Lovesome thing. Altra peculiarità è la scelta di alcuni brani del repertorio di Strayhorn, in particolare The Hues e Pomegranate recentemente scoperti e raramente eseguiti. Un lavoro quindi delicato e certosino che per ogni brano ha richiesto l'abilità di smontare e rimontare la composizione sulla base di una prospettiva originale con gli strumenti propri del musicista/compositore/arrangiatore e cioè dotati di un alto artigianato specialistico. Così il tema di The Hues è riproposto in fogge e armonizzazioni sempre differenti, Il groove che James Cobb aveva scandito sul jazz-waltz davisiano Teo sorreggeparte del tema di Isfahan, la gentile e rassicurante tonalità di Reb maggiore di The Star Crossed Lovers si trasformerà nel più pungente Reb lidio e Day Dream, condotta su un ritmo rock, diventa una sapiente riflessione sulle triadi su basso. Forse l'elaborazione più radicale è eseguita su Take The A Train: rallentata e riarmonizzata di conseguenza, ridotta poi alla forma classica ABA, essa è attraversata da un pigro e conturbante riff edificato sul raro modo maggiore armonico; frammento melodico che solo alla fine si svela essere lʼincipit dello special originale scritto da Strayhorn. A tutto il lavoro di arrangiamento ed elaborazione, in primo luogo ad opera di Alessandro Fabbri che ha curato la quasi totalità dei brani ma anche di Maurizio Giammarco, si aggiunge il contributo di non poca importanza degli esecutori impeccabili e dei solisti tra i quali lo stesso Giammarco, Ares Tavolazzi e Roberto Rossi che punteggiano molti dei brani con spunti solistici sempre di altissimo livello artistico. La formazione Maurizio Giammarco saxes; Ares Tavolazzi contrabbasso; Alessandro Fabbri batteria; Roberto Rossi trombone; Alberto Serpente corno; Fabrizio Gaudino tromba Glauco Benedetti tuba StrayHorns è forse più di tutto una meditazione sul colore, sulle combinazioni timbriche e contrappunti.stiche. Un cameo che dimostra quanto Fabbri abbia compreso la poetica del proprio ispiratore, la cui musica è un timido suggerimento pronunciato sottovoce, mai un tumultuoso proclama. (Luca Bragalini, critico jazz)