percorso F unità F1 la restaurazione e le rivoluzioni del 1820 nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Sintesi dell’unità F1 1.1Il congresso di Vienna I vincitori di Napoleone si riunirono a Vienna nel settembre del 1814. Al congresso partecipò anche la Francia, con Talleyrand che, insieme all’austriaco Metternich e all’inglese Castlereagh, ne fu il protagonista: Talleyrand rappresentava la Francia di Luigi XVIII (fratello di Luigi XVI), che non fu trattata come un paese sconfitto, poiché era nemica di Napoleone. A Vienna furono affermati due princìpi: il principio di legittimità, secondo il quale dovevano tornare sul trono i sovrani legittimi, per ricreare la situazione politica anteriore al 1789, e il principio dell’equilibrio, che riguardava i rapporti fra gli Stati europei. Per mantenere l’equilibrio si decise di frenare l’espansionismo della Francia, circondandola di Stati forti: fu creato il regno dei Paesi Bassi (Olanda, Belgio e Lussemburgo) e fu rafforzata notevolmente la Prussia, con l’acquisizione di nuove terre. Inoltre, l’Austria estese i suoi domini nei Balcani e in Italia, dove ottenne il Veneto, che formò con la Lombardia il regno lombardo‑veneto, affidato a un viceré: in Italia l’Austria esercitò una vera egemonia, grazie ai rapporti di parentela con molti sovrani italiani e al prestigio di cui godeva nello Stato pontificio e nel regno delle Due Sicilie (il nuovo nome del regno di Napoli). didattica su misura Sintesi 1.2La Santa Alleanza e la Restaurazione Con il congresso di Vienna la Russia ribadí il predominio sulla parte orientale dell’Europa, annettendo anche il regno di Polonia. Lo zar Alessandro I, inoltre, si fece promotore del principio dell’intervento, in base al quale i sovrani europei avrebbero dovuto aiutarsi a vicenda per salvaguardare i valori tradizionali e cristiani dell’Europa, e creò nel 1815 la Santa Alleanza, con Austria, Prussia e Francia. La Gran Bretagna, contraria, non aderí, ma entrò nella Quadruplice Alleanza, con Prussia, Austria e Russia, in funzione antifrancese; con il congresso di Vienna la Gran Bretagna ottenne territori limitati, ma molto importanti strategicamente, perché le permisero di rafforzare l’egemonia sui mari e di ampliare l’Impero in Africa e Asia. Il congresso di Vienna segnò l’inizio dell’età della Restaurazione: in realtà, si trattò più che altro di una ristrutturazione, perché non fu possibile eliminare gli effetti della rivoluzione francese e dell’età napoleonica. 1.3, 1.4L’idea di nazione e il Romanticismo Agli inizi dell’Ottocento, per reazione al cosmopolitismo, cominciò ad affermarsi l’idea di nazione, che ebbe i suoi maggiori teorici in Germania: dopo l’umiliante sconfitta subita dai prussiani a Jena, infatti, si erano diffuse nei tedeschi la consapevolezza di essere una nazione e l’aspirazione all’unità e all’indipendenza. Fra i teorici, Fichte sottolineò l’importanza del concetto di patria, che doveva perpetuare la vita della collettività nazionale, mentre per Hegel un forte Stato prussiano era in grado di incarnare lo spirito nazionale tedesco: cominciò in Germania l’identificazione fra nazione e Stato. Col Romanticismo si diffuse una visione dell’arte, della vita, del rapporto fra l’uomo e la natura basata più sul sentimento che sulla ragione, col ritorno alla religione e alle tradizioni. Dal punto di vista politico, il Romanticismo diede origine a una corrente conservatrice e a una liberale: il francese Chateaubriand fu il più illustre esponente dei conservatori; nei suoi saggi e romanzi affermò che la storia si ripete, perché non c’è un progresso, e celebrò i valori religiosi e la superiorità della civiltà cristiana. I romanzi furono un importante veicolo della cultura romantica, soprattutto presso i giovani: Goethe, con I dolori del giovane Werther, costituì un modello, come Walter Scott per il romanzo storico. In Italia il più letto fu Foscolo, le cui opere erano caratterizzate da un forte pessimismo. 1.5Le rivoluzioni degli anni Venti Negli anni Venti una serie di rivoluzioni creò le prime incrinature nel sistema costruito nel congresso di Vienna; poiché non era possibile condurre un’aperta lotta politica, coloro che chiedevano riforme si organizzarono in società segrete, tra le quali la più famosa fu la Carboneria. In Spagna la Restaurazione fu particolarmente dura, abolì la Costituzione, ripristinò l’assolutismo e provocò un forte malcontento: nel gennaio del 1820 a Cadice un gruppo di ufficiali spagnoli spinse alla rivolta le truppe, che avrebbero dovuto imbarcarsi per reprimere in America Latina le rivolte delle colonie, che chiedevano l’indipendenza. Il re Ferdinando VII fu costretto a concedere 106 Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo unità F2 gli stati europei nella prima metà dell’ottocento nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . la Costituzione. La rivoluzione spagnola fu stroncata dall’intervento degli eserciti della Santa Alleanza. Solo quella scoppiata in Grecia per ottenere l’indipendenza dall’Impero ottomano ebbe successo: i greci, infatti, avevano il sostegno delle grandi potenze europee, interessate a ridurre l’influenza turca nella penisola balcanica; alla Grecia indipendente fu però imposto, da Gran Bretagna, Francia e Russia, un principe tedesco, che non concesse la Costituzione. F percorso 1.6Le rivoluzioni nell’America Latina Sintesi dell’unità F2 2.1La società inglese In Gran Bretagna il più importante avvenimento politico fu la riforma elettorale del 1832, che diede maggiore peso alle città, riorganizzando i collegi elettorali. Il diritto di voto per le elezioni politiche, però, era riservato a chi era proprietario terriero o aveva un reddito elevato: si pensava, infatti, che potesse votare in piena libertà solo chi godeva dell’indipendenza economica. La lotta politica era combattuta tra il partito liberale (nel quale erano entrati i whigs) e il partito conservatore (formato dai tories): i whigs erano espressione dei borghesi attivi nel commercio, nell’industria e nella finanza, mentre i tories rappresentavano i proprietari terrieri, nobili e borghesi. La possibilità di una alternanza al potere fra i due partiti rendeva meno gravi le tensioni economiche, offrendo uno sbocco politico. Il paese, nel suo complesso, diventava più ricco, ma le condizioni delle classi popolari continuavano a essere difficili. 2.1La questione sociale in Inghilterra Le rivoluzioni del 1848 non investirono l’Inghilterra, dove nacque invece la questione sociale: la classe operaia lottò, prima che altrove, per l’affermazione dei suoi diritti, attraverso scioperi e manifestazioni. Il movimento operaio si organizzò anche sul piano politico, grazie al cartismo, un movimento che, attraverso la Carta del popolo, chiedeva il suffragio universale e un’indennità ai deputati. Il movimento raggiunse la massima espansione intorno agli anni Quaranta, con la raccolta di milioni di firme a sostegno della Carta del popolo: anche se non raggiunse i suoi obiettivi, la Carta rappresentò comunque un’importante occasione di mobilitazione. 2.2La Francia In Francia nel 1814 Luigi XVIII concesse una Costituzione: la monarchia assoluta fu sostituita dalla monarchia costituzionale. I poteri del re, però, rimasero molto forti: il sistema era bicamerale e, accanto a una camera «bassa», eletta dei cittadini, esisteva una camera «alta», nominata dal re, i cui membri lasciavano la carica ai figli. Il diritto di voto era riservato a pochi cittadini, ma era garantita la libertà di stampa e di parola, come pure la possibilità di svolgere una libera attività economica: così, nonostante l’accentuarsi dell’autoritarismo, nacque una nuova, forte borghesia, in grado di raggiungere un elevato livello sociale. Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo 107 Sintesi didattica su misura Le prime richieste d’indipendenza dei paesi dell’America Latina erano state avanzate dai creoli, discendenti dei coloni spagnoli, ed erano diventate più forti quando Napoleone aveva occupato la Spagna. Dopo il 1815 il movimento indipendentista si rafforzò ancora e le colonie cominciarono a liberarsi dal dominio spagnolo: il movimento era guidato dall’argentino José de San Martín e dal venezuelano Simón Bolívar, che però procedevano per strade parallele, senza svolgere una politica comune. L’Argentina e il Venezuela si liberarono per primi, seguiti dalle altre colonie. Anche il Brasile si rese indipendente dal Portogallo e diventò un Impero, governato da un membro della stessa dinastia dei sovrani portoghesi. Nel Messico, che era la colonia spagnola più ricca e popolosa, la rivolta ebbe dapprima un carattere popolare e fu guidata da un prete, Hidalgo, che oltre all’indipendenza chiese la restituzione agli indios di tutte le terre; l’aristocrazia si oppose, alleandosi con gli spagnoli: sconfitto Hidalgo, la stessa aristocrazia chiese e ottenne l’indipendenza. percorso F unità F2 gli stati europei nella prima metà dell’ottocento nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3Le rivoluzioni del 1830 Il periodo della Restaurazione si concluse nel 1830, quando scoppiarono rivoluzioni in Francia, in Belgio e in Polonia. In Francia la rivoluzione ebbe un carattere politico e mise fine alla monarchia di Carlo X: il sovrano si era opposto al parlamento, sciogliendolo e abolendo la libertà di stampa; a Parigi scoppiò allora una insurrezione, che costrinse il re ad abdicare. Gli succedette Luigi Filippo d’Orléans, che concesse maggiori libertà politiche, come richiesto dalle forze liberali moderate. In Belgio la rivoluzione ebbe un carattere nazionale: i belgi, infatti, che avevano lingua, religione e tradizioni diverse dagli olandesi, chiesero l’indipendenza dall’Olanda e riuscirono a ottenerla; nacque una monarchia costituzionale, con re Leopoldo I. Anche in Polonia ci fu una rivoluzione nazionale: i polacchi tentarono di conquistare l’indipendenza dalla Russia, ma i russi stroncarono la rivoluzione con la forza, e nessun paese europeo intervenne a favore della Polonia. Anche in Italia ci fu un tentativo rivoluzionario, compiuto da Ciro Menotti, ma fallì. 2.4L’Austria e la Germania didattica su misura Sintesi In Austria l’obiettivo fondamentale di Metternich fu il mantenimento dell’ordine, garantito dalla centralizzazione amministrativa e dalla polizia; l’imperatore rappresentava l’unico elemento unitario, mentre l’assetto istituzionale era messo in pericolo dalla tendenze nazionalistiche dei vari paesi che componevano l’Impero: l’Ungheria, il Lombardo‑Veneto, la Croazia e la Serbia. In Germania, invece, esisteva una forte aspirazione all’unità del paese, diviso allora in molti stati, che facevano parte della Confederazione della nazione tedesca: la Prussia, naturale antagonista dell’Austria, era lo Stato più forte, intorno al quale si sarebbe dovuta organizzare l’unificazione. Un primo passo, vanamente contrastato dall’Austria, fu compiuto nel 1834 con la formazione dello Zollverein, una lega doganale che permise la nascita di un mercato nazionale tedesco. 2.5La Russia In Russia non erano giunti gli effetti positivi della rivoluzione del 1789 e non erano state realizzate riforme: nell’agricoltura non si era sviluppata la proprietà borghese e così la Russia era ancora un paese contadino dominato dalla nobiltà. La borghesia, debole sul piano economico, era attiva dal punto di vista culturale, dividendosi in due correnti: «occidentalisti», che erano favorevoli alle riforme attuate in Europa, e «slavofili», che guardavano alle tradizioni e alla specificità della storia russa. Fu anche elaborata la dottrina della «nazionalità ufficiale», fondata su tre principi: autocrazia, ortodossia e nazionalità russa. Il movimento rivoluzionario era composto da nuclei formati in massima parte da intellettuali. La principale società segreta era guidata da Pestel’, un nobile favorevole alla democrazia e alla repubblica, che organizzò un’insurrezione nel dicembre del 1825: i decabristi, così vennero chiamati, non riuscirono a mobilitare i contadini, e furono facilmente sconfitti dalle truppe zariste. 2.6 Gli Stati Uniti Nei primi decenni dell’Ottocento gli Stati Uniti si estesero con mezzi pacifici e militari: una parte della Louisiana, per esempio, fu acquistata dalla Francia, mentre il Texas fu annesso dopo una guerra col Messico. Inoltre, la frontiera si spostava continuamente verso il lontano ovest (Far West): questa avanzata influì sulla società americana, rendendola mobile e aperta; nacque lo «spirito di frontiera», un misto di desiderio di avventura, propensione al rischio, individualismo e volontà di dominare l’ambiente ostile. Alcuni Stati erano schiavisti; altri, invece, non ammettevano la schiavitù: a partire dal 1820 la schiavitù fu proibita al disopra del 36° parallelo. In politica interna si rafforzarono il bipartitismo, coi partiti repubblicano e democratico, e la democrazia, soprattutto col presidente Andrew Jackson, che portò a una più diretta partecipazione politica delle masse; in politica estera il presidente James Monroe enunciò la sua dottrina, affermando che le potenze europee non dovevano cercare di colonizzare l’America: l’obiettivo era portare l’intero continente americano sotto l’egemonia statunitense. 2.7Le premesse del 1848 Gli avvenimenti del 1848 in Europa furono preceduti da un fenomeno generale, l’ascesa della borghesia. In Francia, grazie a Luigi Filippo d’Orléans, i gruppi borghesi economicamente in ascesa presero parte sempre più attivamente, dopo il 1830, alla vita politica, su posizioni moderate. Gli stra- 108 Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo unità F3 Il risorgimento in italia nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ti popolari e la piccola e media borghesia, rappresentati dai democratici e dai radicali, rimasero invece all’opposizione. Esisteva anche un’opposizione di destra, costituita dai legittimisti, seguaci dei Borbone, e dai bonapartisti, guidati da Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone. In Germania, nel 1847, furono richieste apertamente riforme in senso liberale, mentre nell’Impero austriaco il problema più serio per la monarchia era costituito dalle aspirazioni nazionali degli Ungheresi: il nazionalismo spesso si fondeva con il liberalismo. F percorso 2.7Le rivoluzioni del 1848 Il 1848 fu l’anno delle rivoluzioni. La prima insurrezione scoppiò a Palermo e Ferdinando II fu costretto a concedere la costituzione. In Europa il movimento rivoluzionario scoppiò a Parigi, dove fu proclamata la repubblica («seconda repubblica»). Subito dopo l’assetto istituzionale e territoriale dell’Impero austriaco entrò in crisi: a Vienna fu chiesta la Costituzione; Venezia e Milano proclamarono l’indipendenza. Anche in Ungheria e in Germania ci furono insurrezioni. In Ungheria la rivoluzione fallì, a causa delle divisioni fra le varie etnie. In Germania la Prussia ottenne la Costituzione, ma oltre alle libertà politiche si puntava all’unificazione; c’erano due ipotesi unitarie: un’unità «piccolo‑tedesca», sotto la guida prussiana, con i territori della Germania e senza l’Austria; un’unità «grande‑tedesca», che avrebbe compreso anche l’Austria e sarebbe stata perciò egemonizzata dagli Asburgo. Prevalse la soluzione «piccolo‑tedesca» e nel marzo del 1849 fu approvata una Costituzione, che prevedeva la formazione di uno Stato tedesco, ma il re di Prussia, cui era stata offerta la corona, rifiutò, per timore dell’opposizione austriaca. Sintesi dell’unità F3 3.1L’attività culturale e cospirativa Durante la Restaurazione si sviluppò nel Lombardo-Veneto un’intensa attività culturale. Federico Confalonieri, insieme altri scrittori romantici, fondò nel 1818 «Il Conciliatore», una rivista che mirava alla formazione di una opinione pubblica borghese. L’attività culturale fu però ostacolata, perché gli intellettuali che vi partecipavano erano sospettati di mirare alla libertà e all’indipendenza. Nacquero allora società segrete, come la Carboneria, che fu forte soprattutto nel regno delle Due Sicilie. 3.2La rivoluzione napoletana del 1820-1821 Nel regno delle Due Sicilie la borghesia si era rafforzata economicamente, grazie all’acquisto dei beni appartenenti ai monasteri soppressi durante il periodo francese. Allo stesso tempo, però, la pressione fiscale sui proprietari di beni immobili era diventata più forte che in passato. La richiesta di diritti e poteri politici da parte della borghesia agraria era, quindi, legata alla possibilità di poter intervenire nelle questioni riguardanti la materia fiscale. Per questo motivo molti borghesi entrarono nella Carboneria e guardarono con interesse a un eventuale cambiamento delle strutture politiche del regno. La rivolta scoppiata in Spagna nel gennaio del 1820 spinse un gruppo di ufficiali napoletani, affiliati alla Carboneria, a insorgere: Ferdinando I dovette concedere la Costituzione. La borghesia agraria aveva esigenze politiche (godere dei diritti di stampa, di opinione e di associazione) ed economiche (limitare l’imposizione fiscale). L’esperimento liberale, che vide una notevole partecipazione popolare Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo 109 Sintesi La rivoluzione francese ebbe un carattere liberale e sociale, con una forte partecipazione popolare e un primo delinearsi di richieste di carattere socialista, come il riconoscimento del diritto al lavoro; l’insurrezione, però, fu opera di una parte del popolo parigino, mentre nel resto della Francia, soprattutto nelle campagne, la popolazione era su posizioni più moderate. I contrasti fra moderati e socialisti portarono a nuovi tumulti, repressi con la forza. Alle elezioni del 1848 fu eletto presidente della repubblica Luigi Napoleone Bonaparte, che sembrava rappresentare, al tempo stesso, le idee liberali e una garanzia di ordine: nel 1851, però, Luigi Napoleone sciolse il parlamento con un colpo di stato. didattica su misura 2.7La rivoluzione in Francia percorso F unità F3 il risorgimento in italia nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . alle elezioni per il parlamento, fu però molto breve. Ci furono, infatti, forti resistenze interne, dovute alla diffidenza di Ferdinando I e delle autorità ecclesiastiche nei confronti delle idee liberali. All’esterno, inoltre, l’Austria temeva che il movimento liberale potesse estendersi al Lombardo-Veneto: fu proprio l’intervento austriaco, sollecitato da Ferdinando I, a porre fine alla rivoluzione, nel 1821. 3.3Il fallimento dei rivoluzionari in Piemonte e in Lombardia Subito dopo fu soffocata una insurrezione anche in Piemonte. Qui la rivoluzione, che durò solo un mese, fu promossa da un gruppo di nobili e fu appoggiata da borghesi e militari. I rivoluzionari piemontesi posero, per la prima volta, la questione dell’indipendenza dell’Italia settentrionale, auspicando l’adesione della monarchia. In Lombardia, invece, non ci fu nessuna rivoluzione, perché la polizia austriaca arrestò i patrioti considerati pericolosi, come Pellico e Confalonieri. La sconfitta diede l’avvio a un ripensamento delle strategie rivoluzionarie da parte dei patrioti: si riconobbe che le rivoluzioni erano fatte dalle masse e che esse non si muovevano spinte dai «lumi», ma soltanto da forti sentimenti, come l’odio contro lo straniero. La riflessione sugli avvenimenti di quegli anni portò a una momentanea rinuncia alla lotta. Nell’opera Le mie prigioni di Silvio Pellico (1832), scaturita da dieci anni di carcere duro, prevale, infatti, un sentimento di rassegnazione. 3.4, 3.5 Gli Stati preunitari prima del 1848 didattica su misura Sintesi Alla fine degli anni Trenta Carlo Alberto, salito al trono del regno di Sardegna nel 1831, diede l’avvio ad alcune riforme. Un gruppo di proprietari terrieri, tra i quali Camillo Benso conte di Cavour, fondò nel 1842 l’Associazione agraria, con lo scopo di rinnovare l’agricoltura. In questo modo la borghesia agraria poté prendere coscienza della sua nuova forza politica. Non ci fu nessuna riforma politica, invece, nel regno delle Due Sicilie, dove i provvedimenti presi per migliorare le condizioni dell’economia risultarono in gran parte inefficaci. Tra le cause dell’arretratezza del regno delle Due Sicilie occorre ricordare anche la sua debolezza sul piano internazionale. Ancora più arretrato era lo Stato pontificio, anche se papa Pio IX, eletto nel 1846, era ritenuto un liberale. In Toscana, invece, Leopoldo II, salito al trono nel 1824, adottò una politica di tolleranza, che favorì lo sviluppo dell’attività culturale. In quegli anni, a Firenze, Giovan Pietro Vieusseux fondò una rivista, l’«Antologia», che assunse una connotazione non toscana, ma italiana: vi collaborarono, infatti, uomini di tutte le parti d’Italia. 3.6Mazzini e la questione nazionale La questione nazionale aveva il suo maggior teorico in Giuseppe Mazzini. La sua attività cospirativa lo portò alla fondazione della Giovine Italia e della Giovane Europa, e la sua ideologia era incentrata sui princìpi dell’indipendenza e dell’unità. Diede grande importanza all’associazionismo, che considerava il più importante strumento di emancipazione del popolo. La teoria rivoluzionaria di Mazzini si fondava sull’ipotesi che le rivoluzioni scoppino nei paesi dove è più forte l’oppressione. Tra questi paesi, secondo Mazzini, c’era l’Italia. Egli credeva, perciò, che proprio l’Italia avrebbe dato inizio alla rivoluzione dei popoli europei oppressi. 3.6 Gioberti, Balbo, Cattaneo Mazzini era repubblicano e sostenitore dell’unità nazionale. Altri patrioti italiani si posero invece come obiettivo la formazione di una confederazione di Stati. Per Vincenzo Gioberti, un sacerdote torinese, essi avrebbero dovuto avere alla loro guida il pontefice. Le idee di Gioberti, definite neoguelfe, incontrarono grande fortuna fra gli intellettuali e il clero, anche perché indicavano una soluzione alla questione nazionale che evitava il rischio di una rivoluzione. Il programma delineato da Gioberti, però, non piacque a molti moderati, che consideravano il Piemonte lo Stato‑guida del movimento nazionale. Questi moderati erano più vicini al programma di Cesare Balbo, che vedeva proprio nella monarchia sabauda il principale punto di riferimento. Era federalista anche Carlo Cattaneo, che però aveva, come modelli, la Svizzera e gli Stati Uniti e si opponeva a una annessione della Lombardia da parte del Piemonte. 3.7Le rivoluzioni del 1848 e la prima guerra d’indipendenza Le rivoluzioni del 1848 investirono anche l’Italia. Mentre negli altri stati italiani i patrioti lottarono per ottenere le libertà politiche ed economiche, nella Lombardia e nel Veneto, soggetti all’Impero austriaco, gli insorti si batterono anche per diventare indipendenti: non poteva esserci libertà senza indipendenza. Le insurrezioni del Lombardo‑Veneto, quindi, si trasformarono da vicenda interna all’Impero austriaco in questione italiana, con forti riflessi sul piano europeo. Le spinte rivoluziona- 110 Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo unità F4 la visione del mondo nella prima metà dell’ottocento nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . rie, però, erano ancora molto frammentate, soprattutto fra città e campagna: i contadini erano quasi dappertutto estranei ai moti, ai quali spesso guardavano con sospetto. Anche la parte più tradizionale del clero era contraria alle sommosse. In Piemonte i moderati, con il sostegno iniziale di Pio IX, Ferdinando II e Leopoldo II, riuscirono a spingere Carlo Alberto, che nel frattempo aveva concesso una Costituzione (Statuto albertino), a muovere guerra all’Austria, ma, dopo un anno di scontri, la guerra si concluse con la sconfitta dell’esercito piemontese. A Firenze e a Roma, nel 1849, i democratici presero il potere e proclamarono la repubblica: Leopoldo II e papa Pio IX fuggirono, ma tornarono presto sui loro troni: la repubblica romana, infatti, fu rovesciata dall’esercito francese, quella di Firenze dalle truppe austriache. Il movimento rivoluzionario italiano continuava a essere profondamente diviso sugli obiettivi da raggiungere. F percorso Sintesi dell’unità F4 4.1, 4.2Il pensiero reazionario e rivoluzionario Diversamente dal pensiero conservatore, quello reazionario chiedeva un ritorno al passato. I più noti scrittori reazionari furono i francesi Barruel, il quale credeva che la rivoluzione francese fosse stata provocata da un complotto, e de Maistre, che la giudicava opera diabolica. De Maistre rivolgeva le sue critiche anche agli illuministi, ritenendoli ispiratori della rivoluzione del 1789. Un altro scrittore reazionario fu il tedesco Haller, il quale sosteneva che le vicende rivoluzionarie fossero il frutto di una punizione della Provvidenza. Il pensiero rivoluzionario degli inizi dell’Ottocento fu rappresentato soprattutto dall’italiano Filippo Buonarroti, che auspicò la nascita di una società comunista, in cui non esistesse più la proprietà privata. Secondo Buonarotti, inoltre, per realizzare i programmi rivoluzionari era necessario instaurare una dittatura. 4.3Il nazionalismo Nell’Ottocento il nazionalismo diventò un’ideologia in grado di esercitare una forte influenza sulle masse. Vi furono diverse forme di nazionalismo: in Gran Bretagna, ad esempio, lo Stato era nato su una base territoriale, costituita dalla sua insularità; in Germania, invece, non fu lo Stato a foggiare la nazionalità, ma fu la nazionalità a postulare uno Stato. Inoltre, il nazionalismo delle grandi nazioni assunse un carattere egemonico rispetto a quello delle piccole. 4.4Il pensiero liberale Nel periodo romantico si affermò anche il pensiero liberale, critico verso quelli che considerava gli «eccessi» della rivoluzione francese, ma non verso i princìpi che essa aveva proclamato. Il francese Constant accettava l’uguaglianza nel campo giuridico e politico, ma non in quello economico. Un altro scrittore francese, Alexis de Tocqueville, sostenne che la democrazia era di gran lunga la migliore forma di governo, ma espresse diffidenza verso la «dittatura della maggioranza», temendo un’omologazione della società. 4.5Il socialismo utopistico Nell’Ottocento si affermò il cosiddetto «socialismo utopistico», dapprima con l’inglese Owen, che predicò l’importanza dell’«armonia sociale», da conseguire con la fondazione di «villaggi cooperativi». Utopisti furono anche i francesi Saint‑Simon, il quale auspicò la nascita di una società di «industriosi», e Fourier, che immaginò una società fondata su una comunità, chiamata falansterio, in cui non esistesse più la divisione del lavoro. Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo 111 Sintesi La rivoluzione francese del 1789 suscitò molte paure, che furono alla base della riflessione politica elaborata dai reazionari e dai conservatori. Fra questi ultimi si può annoverare l’inglese Edmund Burke. In Inghilterra, però, il conservatorismo aveva una netta connotazione liberale: Burke condannava la rivoluzione francese e celebrava quella inglese del Seicento, che aveva consentito al liberalismo di affermarsi in una prospettiva di continuità. didattica su misura 4.1Il conservatorismo liberale inglese percorso F unità F5 l’economia nella prima metà dell’ottocento nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4.6Il socialismo e l’anarchismo Il francese Louis Blanc, a differenza dei socialisti utopistici, partecipò attivamente alla vita politica e chiese l’intervento dello Stato nell’economia, per ottenere una progressiva trasformazione della società capitalistica. Secondo Blanc, la produzione cooperativa degli ateliers sociaux, oltre a eliminare la disoccupazione, avrebbe gradualmente sostituito la produzione privata. Sintesi dell’unità F5 5.1L’agricoltura didattica su misura Sintesi Nonostante le preoccupazioni di Malthus, nell’Ottocento l’agricoltura era in grado di fornire risorse sufficienti a far fronte all’aumento della popolazione. La produzione agricola, infatti, era aumentata grazie all’impiego di ingenti capitali, che permettevano l’acquisto di macchine e di concimi artificiali, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti. Inoltre, grandi quantità di grano prodotte in Russia e in Polonia, che non potevano essere assorbite dal mercato interno, rifornirono quello europeo, sostenendo la crescita demografica: Russia e Polonia diventarono il granaio d’Europa. 5.2Le crisi agrarie Le crisi agrarie non erano più dovute alle carestie, tranne casi isolati (come quella, devastante, che nel 1846 e nel 1847 colpì l’Irlanda a causa della distruzione del raccolto delle patate), ma ad una produzione troppo abbondante, cioè a una sovrapproduzione che faceva scendere i prezzi e danneggiava gli agricoltori. Per trovare un rimedio alla discesa dei prezzi nel 1815 fu approvata in Inghilterra la corn‑law (legge sul grano), che regolava le importazioni: questo tipo di protezionismo, però, non aiutava gli agricoltori ed era avversato dagli industriali, che chiedevano la piena affermazione del libero scambio e ottennero l’abolizione della corn‑law. 5.3Le ferrovie e le navi a vapore La rivoluzione industriale, nata in Inghilterra, conobbe un’ulteriore fase di sviluppo grazie alle ferrovie e all’invenzione della locomotiva, dovuta all’inglese Stephenson. Le ferrovie permisero la nascita di nuove fabbriche, lontane dalle miniere, dai porti e dai corsi d’acqua: inoltre, diedero ulteriore impulso alla rivoluzione industriale, perché resero necessarie quantità sempre più ingenti di carbone e ferro. Usate anche per trasportare passeggeri, le ferrovie furono indispensabili per lo sviluppo economico, soprattutto in quei paesi, come gli Stati Uniti, che avevano grandi spazi. Destarono, però, le preoccupazioni di quanti temevano l’inquinamento dell’aria e la deturpazione del paesaggio. L’invenzione della macchina a vapore giovò anche alla navigazione: le navi a vapore potevano muoversi indipendentemente dalla forza e dalla direzione dei venti, e i viaggi per mare diventarono più facili ed economici. 5.4La rivoluzione industriale in Europa e negli Stati Uniti Inizialmente la Gran Bretagna impedì l’emigrazione di operai specializzati e l’esportazione di macchinari: conservò così il primato sui paesi arrivati più tardi (late o second comers) alla rivoluzione industriale, ma frenò il processo di industrializzazione europea; in seguito la rivoluzione industriale si diffuse anche in Europa, soprattutto nei paesi ricchi di ferro e carbone (in primo luogo nel Belgio e nella Francia). Gli Stati Uniti arrivarono in ritardo, ma il loro sviluppo fu molto rapido: costruirono macchine con pezzi intercambiabili, che consentivano di ripararle, evitando la necessità di sostituirle. Questo metodo di produzione, chiamato «sistema americano», si diffuse anche negli altri paesi. 5.5Le banche Le banche, sia pubbliche, come la Banca d’Inghilterra, sia private, come quella dei Rothschild, diedero un rilevante contributo allo sviluppo economico. Nella prima metà del secolo le banche priva- 112 Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo unità F5 l’economia nella prima metà dell’ottocento nome .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Classe .. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Data . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . te concessero prestiti ai governi, ma in seguito si dedicarono soprattutto al finanziamento dell’attività produttiva, come la costruzione delle ferrovie, ricavandone elevati profitti. Le banche pubbliche, invece, assunsero una funzione sempre più rilevante nella concessione dei crediti e nell’emissione delle monete. Gli alti funzionari delle banche pubbliche acquistarono così un naturale potere: cominciò a formarsi una tecnocrazia, in cui persone senza grandi ricchezze personali erano in grado di prendere decisioni fondamentali per l’economia. F percorso 5.6La formazione dei mercati nazionali Idee per insegnare la storia con Lepre, Petraccone la storia © Zanichelli 2009 La riproduzione di questa pagina tramite fotocopia è autorizzata ai soli fini dell’utilizzo nell’attività didattica degli alunni delle classi che hanno adottato il testo 113 Sintesi didattica su misura In Europa lo sviluppo economico avvenne nell’ambito della formazione di mercati nazionali (come lo Zollverein, istituito in Germania nel 1834), che venivano protetti grazie a barriere daziarie. Il tedesco Friedrich List fu il teorico della necessità, per i paesi non ancora sviluppati, di difendere i loro mercati con il protezionismo: il mercato interno doveva essere libero, ma le economie nazionali dovevano essere protette durante il primo stadio dell’industrializzazione. Sul piano internazionale, infatti, la libertà di commercio giovava solo ai paesi che avevano economie forti, come la Gran Bretagna: la questione posta da List riguardava quindi tutti i paesi arrivati in ritardo alla rivoluzione industriale.