I neuroni specchio. Ovvero, un viaggio nelle nostre azioni con Giacomo Rizzolatti. Per scoprire il cervello umano non potrà mai essere spiegato da un computer. E che la cultura nasce dall’imitazione COMUNICATO 3 Genova, 25 ottobre 2012. Il movimento? Non è solo qualcosa di fisico: implica un’intenzione, uno scopo. Ecco, dunque, la sorpresa: le aree del nostro cervello deputate ad agire sono anche in grado di percepire e di conoscere. Seconda sorpresa: i nostri neuroni funzionano per “imitazione”: “Certi neuroni deputati al movimento si attivano non solo quando compio un’azione. Ma anche quando la vedo compiere da altri, o immagino di compierla”. Il neurofisiologo Giacomo Rizzolatti inaugura idealmente le conferenze del Festival della Scienza dedicato all’Immaginazione in una Sala del Maggior Consiglio piena di giovani. Con un viaggio alla scoperta della macchina più complessa e misteriosa che esista: il nostro cervello. “Sono dieci anni di Festival della Scienza e vent’anni dalla scoperta dei neuroni specchio – esordisce lo scienziato, introdotto da Vittorio Bo - io sono stati qui molti anni fa e poi sono tornato: questo Festival è uno dei pochi eventi italiani davvero innovativi. E sono contento di essere qui anche per ribadire lo sdegno per la sentenza abruzzese di condanna agli scienziati per non aver saputo prevedere il terremoto: è una vergogna”. Gli studi di Rizzolatti partono da una domanda di fondo: come comprendiamo le azioni degli altri? Il mistero, infatti, è affascinante: “Il cervello è materia che pensa a se stessa. Come facciamo a capire come questo avviene? È un problema quasi impossibile da risolvere. Per farlo si è cominciato con metafore: nella seconda metà del Novecento andava molto quella del computer. Ma è di una freddezza estrema: in questo modo non c’è un io, non c’è emozione, sentimento, movimento”. Nell’ultimo decennio , invece, si arriva ad una svolta epocale. “Grazie a esperimenti sulle scimmie si è compreso che il sistema motorio è parte integrante della cognizione. Se il mio movimento ha uno scopo, allora si tratta di un atto motorio. Un singolo neurone dice: afferra. Questo è un notevole salto: il movimento è qualcosa di fisico, afferrare ha uno scopo, è un concetto filosofico. Ma anche quando l’animale non fa niente ci sono neuroni che si attivano: questa è una scoperta inaspettata: il neurone si attiva non solo quando prendiamo un oggetto, ma quando vediamo un altro prenderlo. Si tratta dei neuroni specchio”. Qual è, dunque, il ruolo funzionale del neurone specchio? “Questi esistono anche nell’area emozionale, non solo motoria. Negli uccelli canori, per esempio, ci sono neuroni che si attivano quando l’uccello canta, ma anche quando sente cantare un altro”. Ecco, dunque, il cosiddetto meccanismo mirror: “Lo stesso programma motorio si attiva quando voglio compiere un’azione, immagino di farla o vedo un altro che la fa. Il sistema mirror nasce da due radici, una parte dal lobo temporale che codifica la semantica degli oggetti”. Attraverso queste scoperte, trovano spiegazione molti dei nostri comportamenti individuali e sociali, ma anche il modo di intendere percezione, azione e cognizione. E poi, la sorpresa forse più inattesa: “I neuroni specchio sono i mattoni della cultura – spiega Rizzolatti - perché si basa sulla capacità di imitare. Il grande salto tra i primati e noi è che loro non sanno imitare. Senza imitazione non c’è cultura”. Ufficio Stampa Festival della Scienza Ex Libris Comunicazione Tel. +39 02 45475230 email: [email protected] Carmen Novella: [email protected] (responsabile) Cristiana Pepe: [email protected] cell. + 39 338 4066474 Elisa Carlone: [email protected] cell +39 334 6533015