GENESI ED EVOLUZIONE DELLA GROTTA GIGANTE

GENESI ED EVOLUZIONE DELLA GROTTA GIGANTE
La Grotta Gigante, la cui origine viene fatta risalire ad una decina di milioni di anni fa, è una vasta
cavità che si sviluppa nel sottosuolo del massiccio carsico triestino, costituito da rocce
carbonatiche prevalentemente calcaree e in minor misura dolomitiche.
GENESI DELLE ROCCE DEL CARSO
Tali rocce si sono formate tra i 100 e i 30 milioni di anni fa (tra il Cretacico Inferiore e metà
Eocene) per il lento accumulo di sedimenti carbonatici sui fondali di antichi mari caldi e poco
profondi. Questi sedimenti erano rappresentati soprattutto da parti dure di organismi morti, tra i
quali microscopici foraminiferi, coralli, strutture algali, echinodermi, crostacei e molluschi
gasteropodi e bivalvi, misti a fanghi anch’essi carbonatici. I naturali processi di diagenesi hanno in
seguito trasformato tali sedimenti sciolti in strati di roccia compatta.
NASCITA DELLE GALLERIE SOTTERRANEE
Gli strati di roccia, generatisi sotto i fondali marini, sono quindi emersi circa 20-30 milioni di anni fa
a causa dell’orogenesi, provocata dai lenti movimenti della crosta terrestre. Una volta emerse dal
mare, le rocce calcaree del Carso rimasero esposte all’azione dissolutiva dell’acqua della pioggia
e dei fiumi, che diede inizio al processo di incarsimento. Il carbonato di calcio che costituisce la
roccia calcarea, a contatto con l’acido carbonico che si forma nell’acqua a causa della reazione
chimica tra l’acqua stessa e l’anidride carbonica contenuta nell’aria o nel suolo, si trasforma infatti
in bicarbonato di calcio che, essendo solubile, viene asportato dall’acqua. Con questo processo di
dissoluzione, in realtà alquanto complesso, l’acqua che penetra nelle strette fratture delle rocce
carbonatiche porta via lentamente il calcare attorno alla fratture stesse, allargandole. I fiumi, che
scorrevano inizialmente sulla superficie del territorio carsico, cominciarono quindi a scavare
progressivamente per dissoluzione ed erosione ampie gallerie sotterranee. Il paesaggio venne
dunque privato dell’idrografia superficiale e tutte le acque deviarono il loro corso nel sottosuolo. In
tale lento e inesorabile processo i corsi d’acqua sotterranei continuarono in seguito ad allargare
nuove fratture sprofondando ulteriormente. Vennero perciò create nuove gallerie ancora più
profonde mentre quelle superiori, generate precedentemente, furono abbandonate dai corsi
d’acqua.
I PROCESSI DI RIEMPIMENTO
Tali cavità ormai vuote cominciarono a subire processi, tuttora in atto, di riempimento per l’apporto
di sostanze trasportate dall’acqua di gocciolamento proveniente dagli strati di roccia superiori.
L’apporto di calcare costituisce la base per la formazione di concrezioni come stalattiti, stalagmiti e
colate calcitiche, mentre altri minerali contribuiscono a dare a tali concrezioni differenti colorazioni.
L’ingresso di abbondanti quantità di materiali argillosi e terrigeni, per esempio in fasi climatiche
particolarmente piovose, può inoltre portare al riempimento anche completo delle cavità. Altre
modifiche alla morfologia delle gallerie ormai abbandonate dai corsi d’acqua che le generarono
sono dovute ai crolli che comunemente si verificano per l’indebolimento delle pareti e della volta.
LA GROTTA GIGANTE
Tutti questi processi sono osservabili anche all’interno della Grotta Gigante, che rappresenta un
tratto ancora visibile di un’antica galleria fluviale sotterranea. Essa è impostata in rocce generatesi
nel corso del Cretacico superiore, contenenti abbondanti fossili di Rudiste, molluschi
lamellibranchi estinti 65 milioni di anni fa nel corso della grande estinzione che portò anche alla
scomparsa dei dinosauri. I corsi d’acqua hanno abbandonato la cavità ormai da moltissimo tempo,
in un’epoca risalente a circa cinque milioni di anni fa. La morfologia attuale è frutto di profonde
modifiche strutturali: la spettacolare Grande Caverna deve infatti la sua origine e la sua ampiezza
al crollo di un diaframma di roccia che inizialmente separava due distinte gallerie sovrapposte.
Tale colossale frana, databile a circa 500.000 anni fa, ha causato l’occlusione del proseguimento
della grande galleria inferiore ma ha permesso la fusione di ciò che resta di questa con la più
piccola galleria superiore, creando il vastissimo ambiente oggi visitabile.
Un’altro antico crollo ha permesso l’unione della Grotta Gigante con un profondo pozzo verticale
attiguo, generato dall’acqua piovana in epoca più recente rispetto all’origine del resto della grotta.
Da quando la cavità è stata abbandonata dai corsi d’acqua, al suo interno è cominciata anche la
crescita di concrezioni calcitiche. Ricordiamo in proposito le numerosissime stalattiti e stalagmiti
che impreziosiscono la grotta. Tra le stalagmiti, che crescono attualmente ad una velocità media
di 1mm ogni 15-20 anni, spicca l’imponente “Colonna Ruggero”, alta 12 metri e formatasi in circa
200.000 anni. Molte di queste concrezioni presentano una colorazione rossastra, dovuta alla
presenza di ossidi di ferro.