IL MAGNETISMO
IL CAMPO MAGNETICO E ALTRI FENOMENI
© GSCATULLO
(
Il Magnetismo
La forze magnetica
La forza
Già ai tempi di Talete (VI secolo a.C.), nell’Antica Grecia, era noto un minerale di ferro in grado di attirare altri
oggetti di ferro: la magnetite. Quando questo materiale viene messo a contatto con alcuni oggetti, ad
esempio una sbarretta di acciaio, questi assumono la capacità di attirare a sé il ferro: questi oggetti risultano
così magnetizzati e prendono nome di magneti artificiali o di calamite. I materiali che possono essere
magnetizzati si chiamano sostanze ferromagnetiche. Sono sostanze ferromagnetiche ad esempio il ferro,
l’acciaio, il nickel, il cobalto e le loro leghe.
I poli magnetici
Un ago magnetico è una piccola calamita che può ruotare attorno al suo centro: essa ruota sino a disporsi
nella direzione Nord-Sud. L’estremo dell’ago magnetico che punta verso il Nord si chiama polo nord dell’ago,
l’altro estremo si chiama polo sud. Ogni magnete ha un polo nord e un polo sud.
Gli esperimenti mostrano che due poli nord e due poli sud affiancati si respingono, un polo nord e un polo
sud vicini si attraggono.
Poli magnetici dello stesso tipo si respingono, poli magnetici di tipo diverso si attraggono. Quindi la forza
magnetica può essere attrattiva o repulsiva.
Il campo magnetico
Una calamita esercita una forza magnetica su una seconda calamita che gli è posta vicina, deduciamo allora
che: ogni magnete genera nello spazio che lo circonda un campo magnetico. Come quello elettrico anche il
βƒ—.
campo magnetico è descritto da un vettore che indichiamo con il simbolo 𝐡
Il campo magnetico terrestre
Sulla terra un ago libero di muoversi ruota fino a disporsi nella direzione
Nord-Sud: questo perché subisce l’effetto del campo magnetico terrestre, la
Terra infatti può essere considerato come un enorme magnete. Vicino al polo
Nord geografico c’è una zona, il polo nord magnetico verso cui si dirigono i
poli nord delle bussole. In modo analogo vicino al Sud geografico c’è un polo
sud magnetico verso cui si dirigono i poli sud delle bussole. Possiamo perciò
affermare che nella zona del polo nord magnetico il magnete-Terra ha un
polo sud, visto che attrae i poli nord di tutte le bussole.
Direzione, verso e linee di forza.
Utilizzando un magnete di prova, cioè un piccolo ago magnetico, lo poniamo in un punto di un campo
magnetico, esso ruoterà sino a fermarsi in una posizione di equilibrio. Definiamo la direzione e il verso del
campo magnetico in un punto:
ο‚·
ο‚·
La direzione è data dalla retta che unisce i poli nord e sud del magnete di prova;
Il verso va dal polo sud al polo nord del magnete di prova, generalmente indicato con una freccia
sulla bussola.
Come il campo elettrico anche quello magnetico avrà delle linee di forza. Per disegnarle teniamo presente
che:
ο‚·
ο‚·
ο‚·
Le linee di forza sono tangenti in ogni punto alla direzione del campo magnetico;
Escono dai poli nord dei magneti ed entrano nei poli sud;
La loro densità è direttamente proporzionale all’intensità del campo magnetico.
Confronto tra campo magnetico e campo elettrico
Campo magnetico
Campo elettrico
Proprietà Simili
Sono entrambi campi di forza, descrivono cioè gli effetti di una forza.
Sono descritti da linee di campo.
Esistono due tipi di poli magnetici, si attraggono se Esistono due tipi di cariche elettriche, si attraggono
opposti, si respingono se dello stesso tipo.
se opposti, si respingono se dello stesso tipo.
Un materiale ferromagnetico può essere
Un conduttore scarico può essere elettrizzato da
magnetizzato da una calamita.
un corpo carico.
Differenze
Nella magnetizzazione non si ha passaggio di poli
Nell’elettrizzazione per contatto parte della carica
magnetici.
elettrica del primo corpo passa al secondo.
Una calamita ha sempre entrambi i poli sud e nord. Esistono oggetti carichi positivamente o carichi
negativamente.
Non è possibile suddividere un magnete in modo da ottenere un polo nord isolato o un polo sud isolato!
Magnetismo e corrente elettrica
L’esperienza di Oersted
Il fisico danese Hans Christian Oersted dispose un filo elettrico collegato ad una batteria nella direzione nordsud, sopra un ago magnetico. Quando faceva passare la corrente nel filo, l’ago ruotava e tendeva a disporsi
perpendicolarmente al filo. Quest’esperienza chiarì che un filo percorso da corrente genera un campo
magnetico, il campo magnetico è avvertito dalla bussola che si sposta in una nuova situazione di equilibrio.
Ma come sono disposte le linee di campo del campo magnetico generato da un filo di corrente? Le linee di
campo sono circonferenze concentriche al filo, disegnate in un piano perpendicolare ad esso. Per trovare il
verso delle linee di campo si può puntare il pollice della mano destra nel senso della corrente, le altre dita si
chiudono nel verso del campo.
Forze tra correnti
Nel 1821 il fisico inglese Michael Faraday scoprì che un filo percorso da
corrente, in un campo magnetico, subisce una forza. Il verso di questa forza
lo ricaviamo seguendo la regola della mano destra: il pollice della mano
destra nel verso della corrente, perpendicolare dunque alle altre dita che
sono nel senso delle linee di campo magnetico. Il verso della forza è quello
che esce dal palmo della mano.
Esiste dunque una relazione tra corrente elettrica e campo magnetico:
infatti una corrente elettrica genera un campo magnetico e subisce una
forza magnetica. È plausibile pensare che esista una forza magnetica tra due fili percorsi da corrente:
ciascuno di essi genera un campo magnetico e subisce la forza del campo creato dall’altro. Ciò fu verificato
sperimentalmente dal fisico francese André Marie Ampère, una settimana dopo esser venuto a conoscenza
dell’esperimento di Oersted.
Ampère si rese conto che due fili rettilinei e paralleli si attraggono se percorsi da correnti con lo stesso verso
e si respingono se conducono correnti che hanno versi opposti. Da esperimenti eseguiti con fili molto più
lunghi si può ricavare la seguente legge sperimentale: il valore della forza che agisce su un tratto, lungo l, di
uno dei fili, è direttamente proporzionale alle due correnti che circolano e alla lunghezza l; inoltre è
inversamente proporzionale alla distanza tra i fili.
𝐹 = π‘˜π‘š
(𝑖1 𝑖2 )
𝑙
𝑑
Con la costante di proporzionalità π‘˜π‘š che vale nel vuoto
π‘˜π‘š = 2 ∗ 10−7
𝑁
𝐴2
L’origine del Campo magnetico
Abbiamo osservato che c’è una correlazione tra il campo magnetico B e le cariche
elettriche, infatti il campo è generato da cariche elettriche in movimento ed esercita
una forza su cariche elettriche in movimento. Ciò ha portato Ampère ad ipotizzare che
nei magneti vi fossero delle correnti elettriche microscopiche capaci di causare le loro
proprietà magnetiche. Queste correnti elettriche microscopiche esistono davvero e
sono causate dagli elettroni, si chiamano spin.
In condizioni normali in un pezzo di ferro gli spin sono orientati a caso, pertanto il campo
B totale generato è nullo. In presenza di un campo magnetico esterno, gli atomi si orientano, in modo che il
campo totale B sia diverso da zero e il pezzo di ferro diventa una calamita.
L’intensità del Campo magnetico
Usando un ago magnetico sappiamo definire direzione e verso del campo magnetico, bisogna ora definire il
βƒ— . Per misurarla poniamo un filo di prova perpendicolarmente alle
suo valore, ovvero l’intensità del vettore 𝐡
linee di campo di un campo magnetico, e misuriamo la forza magnetica che agisce su di esso. Si può
dimostrare che la forza magnetica su un tratto di filo lungo l è direttamente proporzionale sia alla sua
lunghezza sia all’intensità di corrente che vi circola.
𝐹 = 𝐡(𝑖𝑙)
𝐹
B è una costante di proporzionalità che può essere isolata nella formula precedente ottenendo: 𝐡 = 𝑖𝑙, se si
raddoppia la corrente i la forza F raddoppia ma B non cambia: il suo valore dipende esclusivamente dal campo
βƒ—.
magnetico presente e dal punto dove è posto il filo di prova, dunque B è il valore del campo magnetico 𝐡
Nel sistema internazionale l’unità di misura del campo magnetico è detta tesla (simbolo T)
1𝑇 =
1𝑁
1𝐴 ∗ 1π‘š
La forza su una corrente
Conoscendo il campo magnetico B siamo in grado di calcolare la forza F che agisce su un pezzo di filo lungo l
percorso da una corrente i.
𝐹 = 𝐡𝑖𝑙 ∗ 𝑠𝑖𝑛𝛼
L’angolo α è quello formato dall’intersezione tra il filo i ed il campo
πœ‹
magnetico B. Nel caso in cui essi sono perpendicolari sin 2 = 1 dunque
𝐹 = 𝐡⊥ 𝑖𝑙
Questa forza è direttamente proporzionale al campo, alla corrente e alla lunghezza del pezzo di filo.
Perpendicolare al filo e al campo magnetico, dunque uscente dal foglio se rappresentata (seguire la regola
della mano destra, il verso della forza esce dal palmo della mano).
La forza su una carica in moto
Una corrente elettrica è costituita da tante cariche in moto, dunque la forza magnetica su una corrente è il
risultato della somma delle forze magnetiche che agiscono sulle singole cariche in moto dentro il filo. Se
consideriamo una carica q in moto ad una velocità v perpendicolare al campo magnetico è dimostrato
sperimentalmente che su di essa agisce una forza
𝐹 = π‘žπ‘£π΅
Questa forza è direttamente proporzionale al campo, alla carica e alla sua velocità. Perpendicolare alla
velocità ed orientata secondo la regola della mano destra.
Gli esperimenti mostrano che una carica puntiforme, che entra in un campo magnetico in direzione
perpendicolare alle sue linee di campo, si muove di moto circolare uniforme. Si dimostra che il raggio r della
traiettoria circolare dipende dalla massa m della particella carica, dalla sua velocità v, dalla sua carica q e dal
valore B del campo elettrico attraverso la formula:
π‘Ÿ=
π‘šπ‘£
π‘žπ΅
Questa formula deriva dal fatto che la forza centripeta è uguale in questo caso a quella magnetica su una
carica in moto:
π‘šπ‘£ 2
π‘Ÿ
= π‘žπ‘£π΅.
Il campo magnetico di un filo
Sappiamo che un filo rettilineo percorso da una corrente genera un campo magnetico che ha linee circolari
disposte perpendicolarmente al filo. In un punto a distanza d dal filo, nel quale circola corrente i, il valore del
campo magnetico è dato dalla formula
𝐡 = π‘˜π‘š
𝑖
𝑑
Questa formula si dimostra considerando due fili paralleli in cui circolano correnti di intensità 𝑖 e 𝑖1 , distanti
tra loro d. Il campo magnetico generato dalla corrente i è perpendicolare al filo percorso da corrente 𝑖1 ,
dunque la forza magnetica (F) che agisce su un tratto l di questo secondo filo è calcolabile con la formula
𝐹 = 𝐡𝑖1 𝑙
B è il valore del campo magnetico che vogliamo calcolare. Ma la stessa forza si può ricavare dal campo con la
formula della legge di Ampere:
𝐹 = π‘˜π‘š
𝑖 𝑖1
𝑙
𝑑
Uguagliando i secondi membri di queste due formule otteniamo che
𝐡𝑖1 𝑙 = π‘˜π‘š
𝑖𝑖1
𝑖
𝑙 ⇒ 𝐡 = π‘˜π‘š
𝑑
𝑑
Il campo magnetico in un solenoide
Un solenoide è una bobina cilindrica avvolta in modo uniforme e
regolare. Il campo magnetico del solenoide è particolarmente
intenso al suo interno. Dentro, le linee possono essere
considerate rette se l’apertura del solenoide è molto minore
della sua lunghezza. All’interno di un solenoide molto lungo e
stretto il campo magnetico è uniforme. Considerato un solenoide
di lunghezza l e formato da N spire di un filo che trasporta una
corrente i gli esperimenti mostrano che il suo campo magnetico
sarà uguale a
𝐡 = 2πœ‹π‘˜π‘š
𝑁𝑖
𝑙
Il flusso del campo magnetico
βƒ— consideriamo una superficie piana di area A. Il flusso Φ𝐡⃗ del campo
All’interno di un campo magnetico 𝐡
magnetico attraverso tale superficie si definisce, in modo analogo al flusso di campo elettrico, attraverso la
formula:
Φ𝐡⃗ = 𝐴𝐡⊥
βƒ— . Come per il campo elettrico la faccia
Dove 𝐡⊥ è il modulo della componente ortogonale, alla superficie, di 𝐡
positiva della superficie piana è arbitraria nel caso delle superfici aperte e quella rivolta verso l’esterno nel
caso di una superficie chiusa.
L’unità di misura del prodotto 𝐴𝐡⊥ è tesla per metro quadro 𝑇 ∗ π‘š2. In onore del fisico tedesco Wilhelm
Eduard Weber (1804-1891) nel Sistema Internazionale questa unità è detta anche weber (indicata con il
simbolo Wb).
1 π‘Šπ‘ = 1 𝑇 ∗ π‘š2
Il teorema di Guass
Si dimostra che il flusso di campo magnetico attraverso qualunque superficie chiusa è uguale a zero. Questo
risultato, che è il teorema di Gauss per il magnetismo, si esprime con la formula
Φ𝐡⃗ = 0
A differenza del flusso del campo elettrico, e dell’analogo teorema di Gauss, in cui si considerava il totale
della carica elettrica presente nella superficie chiusa, nel caso del campo magnetico ciò non è possibile: non
esistono infatti poli “isolati” come era possibile per le cariche, e ad ogni polo Nord corrisponderà un polo
Sud. Il totale dei poli calcolati all’interno di una superficie chiusa non prevedrà mai una maggioranza di Nord
o Sud e dunque sarà sempre nullo, cioè = 0.
La circuitazione del campo magnetico
Anche per il campo magnetico si può definire
la circuitazione Γ𝐡 esattamente come era stata
definita per il campo elettrico. Se consideriamo
un percorso chiuso all’interno di un campo
magnetico, possiamo dividerlo in tante piccole
parti tali che ognuna di esse possa essere,
presa singolarmente, considerata rettilinea.
Considerando ad esempio il primo di questi
segmenti, esso è descritto dal vettore
spostamento 𝑠1. Inoltre esaminando il vettore
βƒ— che esiste nei punti di 𝑠1, è
spostamento 𝐡
possibile determinarne il componente
βƒ— βˆ₯ . Ora è possibile calcolare il
parallelo 𝐡
prodotto 𝐡1βˆ₯ 𝑠1 e ripetere la stessa operazione per gli altri spostamenti presenti nella figura. Otteniamo
dunque che la circuitazione è uguale a
Γ𝐡 = 𝐡1βˆ₯ 𝑠1 + 𝐡2βˆ₯ 𝑠2 + 𝐡3βˆ₯ 𝑠3 +. ..
Il teorema di Ampère
Per la circuitazione del campo magnetico vale il teorema di Ampère che afferma che la circuitazione del
campo magnetico lungo un cammino chiuso è direttamente proporzionale alla corrente totale (π‘–π‘‘π‘œπ‘‘ )
concatenata con il cammino. Una corrente si dice concatenata ad
un percorso chiuso se attraversa una superficie che ha come
contorno il percorso stesso. In figura ad esempio la corrente i è
concatenata a L1 ma non a L2.
Il teorema di Ampere è espresso matematicamente nella formula
Γ𝐡 = 2πœ‹π‘˜π‘š π‘–π‘‘π‘œπ‘‘
La rilevanza di questo teorema può essere colta esaminando il caso
in cui il cammino scelto è concatenato ad una sola corrente: la
circuitazione può essere diversa da zero, cosa che non accadeva nel
campo elettrico, dunque il campo magnetico è conservativo. Ciò
significa che non esiste un’energia potenziale magnetica e dunque non esiste un potenziale magnetico.
Per dimostrare il teorema di Ampère consideriamo il caso in cui il campo magnetico è generato da un filo
molto lungo, attraversato da una corrente di intensità i e il percorso L è scelto in modo da coincidere con una
delle linee di campo circolari del campo magnetico, chiamiamo d il raggio di tale circonferenza.
βƒ— è parallelo al
Poiché il campo magnetico è sempre tangente alla linea di campo, in tutti i casi il vettore 𝐡
βƒ— 1βˆ₯ = 𝐡
βƒ— 1 dunque si può calcolare
corrispondente vettore 𝑠, dunque 𝐡
𝐡1βˆ₯ 𝑠1 = 𝐡1 𝑠1
𝑖
𝑖
E poiché il modulo del campo magnetico a distanza d dal filo è 𝐡 = π‘˜π‘š 𝑑 allora 𝐡1 𝑠1 = π‘˜π‘š 𝑑 𝑠1
È possibile allora calcolare il valore della circuitazione Γ𝐡 come
𝑖
𝑖
𝑖
𝑖
Γ𝐡 = 𝐡1βˆ₯ 𝑠1 + 𝐡2βˆ₯ 𝑠2 + 𝐡3βˆ₯ 𝑠3 +. . . = π‘˜π‘š 𝑠1 + π‘˜π‘š 𝑠2 + π‘˜π‘š 𝑠3 +. . . = π‘˜π‘š (𝑠1 + 𝑠2 + 𝑠3 +. . . )
𝑑
𝑑
𝑑
𝑑
Nell’ultimo passaggio la quantità tra parentesi è la somma delle lunghezza di tutti gli intervalli in cui è stata
suddivisa la circonferenza L. Poiché il numero deve essere pensato come estremamente grande, quella
somma può essere pensata semplicemente come l’intera circonferenza di L
𝑠1 + 𝑠2 + 𝑠3 +. . . = 2πœ‹π‘‘
Sostituendo quest’espressione nella formula precedente otteniamo che
𝑖
𝑖
Γ𝐡 = π‘˜π‘š (𝑠1 + 𝑠2 + 𝑠3 +. . . ) = π‘˜π‘š ∗ 2πœ‹π‘‘ = 2πœ‹π‘˜π‘š 𝑖
𝑑
𝑑
Formulario
Di seguito un formulario con tutte le formule citate e le loro formule inverse.
Formula
Forza tra correnti
π’ŠπŸ π’ŠπŸ
𝑭 = π’Œπ’Ž
𝒍
𝒅
Forza su una corrente
𝑭 = π‘©π’Šπ’
Forza su una carica in moto
𝑭 = 𝒒𝒗𝑩
Raggio q in un campo magnetico
π’Žπ’—
𝒓=
𝒒𝑩
Campo magnetico di un filo
π’Š
𝑩 = π’Œπ’Ž
𝒅
Campo magnetico in un solenoide
𝑩 = πŸπ…π’Œπ’Ž
π‘΅π’Š
𝒍
Formule inverse
Trovare d
Trovare l
𝑖
𝑖
𝐹𝑑
𝐹𝑑
1 2
𝑑 = π‘˜π‘š
𝑙
𝑖1 =
𝑙=
𝐹
𝑖2 π‘˜π‘š 𝑙
π‘˜π‘š 𝑖1 𝑖2
Trovare B
Trovare i
Trovare l
𝐹
𝐹
𝐹
𝐡=
𝑖=
𝑙=
𝑖𝑙
𝐡𝑙
𝐡𝑖
Trovare q
Trovare v
Trovare B
𝐹
𝐹
𝐹
π‘ž=
𝑣=
𝐡=
𝑣𝐡
π‘žπ΅
π‘žπ‘£
Trovare m
Trovare v
Trovare B
Trovare q
π‘šπ‘£
π‘šπ‘£
π‘Ÿπ‘žπ΅
π‘Ÿπ‘žπ΅
π‘ž=
𝐡=
π‘š=
𝑣=
π‘Ÿπ΅
π‘žπ‘Ÿ
𝑣
𝑣
Trovare i
Trovare d
𝑖
𝐡𝑑
𝑑 = π‘˜π‘š
𝑖=
𝐡
π‘˜π‘š
Trovare N
Trovare i
Trovare l
𝑁𝑖
𝐡𝑙
𝐡𝑙
𝑙 = 2πœ‹π‘˜π‘š
𝑁=
𝑖=
𝐡
2πœ‹π‘˜π‘š 𝑖
2πœ‹π‘˜π‘š 𝑁
Trovare i
Applicazioni
Problemi tratti da Le traiettorie della fisica.azzurro di Ugo Amaldi, pp. E138-E143
Forze tra correnti
1. Due fili rettilinei paralleli, distanti 5,0 cm sono attraversati da due correnti di intensità rispettiva 𝑖1 =
2,50A e 𝑖2 = 5,20A. Calcola l’intensità della forza magnetica su un tratto di filo lungo 0,850m.
Equivalenze: 𝑑 = 5,0 π‘π‘š = 5 ∗ 10−2 π‘š
𝑖1 𝑖2
2,5 ∗ 5,2
𝐹 = π‘˜π‘š
𝑙 = 2 ∗ 10−7 ∗
∗ 0,85 = 4,42 ∗ 10−5 𝑁
𝑑
5 ∗ 10−2
2. Due fili sono percorsi da correnti uguali nello stesso verso. Su 10 cm di ciascun filo si misura una forza
di 5,0 ∗ 10−5 N quando sono alla distanza di 1,0 cm. Quale corrente scorre in ciascun filo?
Equivalenze: 𝑙 = 10 π‘π‘š = 1 ∗ 10−1 π‘š; 𝑑 = 1 π‘π‘š = 1 ∗ 10−2 π‘š; 𝑖1 = 𝑖2 → 𝑖1 ∗ 𝑖2 = 𝑖1 ∗ 𝑖2 = 𝑖 2
𝐹𝑑
5 ∗ 10−5 ∗ 1 ∗ 10−2
𝑖2 =
=
= 2,5 ∗ 101 = 25
π‘˜π‘š 𝑙 2 ∗ 10−7 ∗ 1 ∗ 10−1
𝑖 = √𝑖 2 = √25 = 5𝐴
Intensità del Campo Magnetico
3. Un filo conduttore lungo 23,5 cm è posto in una regione occupata da un campo magnetico omogeneo
βƒ— , le cui linee di campo sono perpendicolari al filo. Nel filo passa una corrente di intensità 3,5 A e su
𝐡
βƒ—.
di esso agisce una forza di modulo 2,2 ∗ 10−4 𝑁. Determinare il modulo di 𝐡
−1
Equivalenze: 𝑙 = 23,5 π‘π‘š = 2,35 ∗ 10 π‘š
𝐹
2,2 ∗ 10−4
𝐡= =
= 0,267 ∗ 10−3 = 2,67 ∗ 10−4
𝑖𝑙 3,5 ∗ 2,35 ∗ 10−1
Campo magnetico e carica
4. Un protone si muove in un campo magnetico uniforme di intensità 1,0 ∗ 10−2 T, in una direzione
perpendicolare a quella del campo magnetico. Sul protone agisce una forza di modulo 1,6 ∗ 10−16N.
Calcola il modulo della velocità del protone. (La carica è uguale a 1,6 ∗ 10−19 )
𝐹
1,6 ∗ 10−16
𝐹 = π‘žπ‘£π΅ → 𝑣 =
=
= 1 ∗ 105 π‘š/𝑠
π‘žπ΅ 1,6 ∗ 10−19 ∗ 1,0 ∗ 10−2
5. Una particella alfa (massa 6,63 ∗ 10−27 π‘˜π‘”, π‘ž = 2𝑒 = 2 ∗ 1,6 ∗ 10−19 ) entra in un campo magnetico
B = 0,346 T, in direzione perpendicolare al campo stecco con una velocità 𝑣 = 7,92 ∗ 106 m/s. Calcola
il raggio della traiettoria circolare descritta dalla particella.
π‘šπ‘£ 6,63 ∗ 10−27 ∗ 7,92 ∗ 106
π‘Ÿ=
=
= 47,42 ∗ 10−2 = 4,742 ∗ 10−1 π‘š
π‘žπ΅
3,2 ∗ 10−19 ∗ 0,346
Campo magnetico e solenoide
6. Tre molle-giocattolo, ciascuna lunga 10cm e con 100 spire, vengono disposte l’una di seguito all’altra,
e gli estremi collegati a un generatore di tensione in modo che in esse circoli una corrente di 0,20A.
Quanto vale il campo magnetico all’interno del solenoide così ottenuto?
Equivalenze: 𝑁 = 3 ∗ 100 = 300 = 3 ∗ 102 . 𝑙 = 10 π‘π‘š ∗ 3 = 3 ∗ 10−1 π‘š
𝑁𝑖
3 ∗ 102 ∗ 0,20
𝐡 = 2πœ‹π‘˜π‘š
= 2 ∗ 3,14 ∗ 2 ∗ 10−7 ∗
= 2,512 ∗ 10−4
𝑙
3 ∗ 10−1
Realizzato da Paolo Franchi, 5°BC A.S. 2015/2016. AMDG.