Giacomo e il suo Paladino fra marketing e spumante

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Giacomo e il suo Paladino
fra marketing e spumante
di Carlo Bridi
I ALDENO
È una storia davvero particolare
quella di Giacomo Malfer, un ragazzo di Aldeno, con interessi a
360 gradi, che spaziano dal vino
allo sport e alla cultura. La laurea specialistica in marketing
d'impresa all'università di Trento è stata la base dalla quale è
partito, per specializzarsi in
marketing dei prodotti vitivinicoli, da maturare anche con
molte esperienze fuori azienda,
la Revi: in questo periodo sta
completando uno stage in
Valpolicella presso l'azienda Allegrimi, una delle più importanti
aziende vitivinicole della Valpolicella. Per questo ha sospeso
per sei mesi un corso di marketing internazionale del vino che
sta frequentando a Verona. «Certo non penso di fermarmi qui,
prima di rientrare definitivamente in azienda vorrei fare
un'esperienza all'estero», dice.
Ma come fa ad occuparsi an-
che dell'azienda di famiglia?
«Trovo il tempo per fare tutto,
mi occupo del marketing e della
parte commerciale, ma è evidente che quando serve mi impegno anche in cantina. La nostra
è un'azienda nata solo per la
produzione spumantistica, dalla passione di mio padre Paolo
che di professione principale faceva un'altra attività. Ora è in
pensione e dà man forte a mia
madre e mia zia che di fatto erano le operative in azienda».
Perché la scelta di rimanere in
azienda visto che la stessa non
ha una grande produzione,
15-20 mila bottiglie di Trento
doc? «Anche la mia scelta, come
quella di papà, nasce da una
grande passione per il vino e
considerato che per me la cosa
più importante dopo aver fatto
un buon prodotto è quella della
promozione, ho scelto di specializzarmi proprio in questo settore. Più approfondisco gli studi e
più mi rendo conto della grande
importanza di un'immagine del
nostro prodotto saldamente an-
corato al territorio che abbiamo
la fortuna di avere. Una immagine sulla quale c'è ancora molto
da lavorare sia in Italia che
all'estero. Certo», prosegue Giacomo, «la grande passione ti porta anche a stringere i denti quando incontri le difficoltà. Con questo spirito faccio parte anche del
gruppo "Giovani in Fermento"
all'interno dell'Istituto TrentoDoc dove ci confrontiamo con
mentalità aperta».
I suoi studi di marketing lo
hanno portato a significative innovazioni di prodotto oltre che a
quelle dell'immagine con l'intuizione del Trento Doc biologico
al quale ha voluto dare un nome
famoso, Paladino, ritenendolo il
difensore del territorio. Un Trento Doc che è tutto diverso non
solo nel prodotto ma anche nella confezione: «Viene commercializzato in un sacchetto di cotone naturale riutilizzabile, abbiamo tolto l'uso della carta e
della colla anche per l'etichettatura che viene serigrafata su cia-
scuna bottiglia sia con il nostro
logo che con la contro / etichetta.
Abbiamo eliminato il poli-lamellato sostituendolo con i cartocci
della pannocchia di mais chiusa
non con il filo di ferro ma con
una "strepa" (il vimine che si
usa per la legatura dei tralci delle
viti a primavera)». E il risultato
del primo anno sul mercato?
«Siamo molto soddisfatti, siamo
cresciuti anche in quantità. L'attenzione per l'innovazione nella
nostra azienda c'è sempre stata,
già una ventina d'anni fa mio padre è stato il primo ad uscire con
il dosaggio zero, ma la cura della
qualità ha sempre contraddistinto la nostra azienda precisa».
Molti anche gli hobby di Giacomo: suona la batteria, gioca a
tamburello nella squadra dell'Aldeno, ama molto la montagna
dove, afferma «riscopri i valori
veri del sacrificio, della fatica
della cordata, che puoi benissimo applicare anche nel lavoro»,
ma è impegnato anche nella
Commissione Cultura del Co-
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