LA FUGA IN MASCHERA Commedia per musica Libretto di Giuseppe Palomba musica di Gaspare Spontini “La fuga in maschera” è una commedia per musica in due atti e fu presentata per la prima volta durante il Carnevale del 1800 al Teatro Nuovo di Napoli, pochi mesi dopo la messa in scena de La Finta filosofa (ampliamento dell’Eroismo ridicolo) rappresentata nello stesso teatro nell’estate del 1799. Il libretto, di Giuseppe Palomba, è stato pubblicato da Flautini a Napoli ai tempi della prima rappresentazione, ma non si è a conoscenza di una seconda edizione, il che fa pensare che non vi sia stata una nuova messa in scena. La partitura, in possesso della famosa Libreria antiquaria di Lisa Cox di Londra, è stata acquistata dal Comune di Maiolati Spontini, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana e della Provincia di Ancona. La completezza e autenticità del manoscritto sono state confermate dal prof. Federico Agostinelli. Il manoscritto completo de “La fuga in maschera” è composto da 393 folii, con rilegatura posteriore alla data di composizione dell’opera che lascia supporre l’appartenenza del documento ad una collezione. La prima pagina contiene un frontespizio Autografo di Spontini che reca la seguente dicitura: “La fuga in maschera/ Commedia/posta in musica da me/ Gaspare Spontini/Al teatro nuovo/ nel carnevale del/1800”. L’opera si articola in una Sinfonia e due atti. Questa l’articolazione (quanto posto tra parentesi quadre non è presente nel manoscritto): [1] – Sinfonia; [Atto primo]: 2 – Introduzzione, 3 – [Aria Marzucco], 4 – [Recit. accompagnato e Duetto Elena – Nardullo], 5 – Cavatina Doralbo, [6 – Terzetto Doralbo, Nardullo, Marzucco], 7 – [Aria Corallina], 8 – Sestetto; 9 – [Aria Nardullo], 10 – [Recit. accompagnato e Aria Elena], [11] – Finale; Atto Secondo: 1 – [Aria Nastagio], 2 – Terzetto [Elena, Doralbo, Nardullo], 3 – [Aria Olimpia], 4 – [Aria Doralbo], 5 – a 2 [Duetto Elena, Corallina], 6 – Quintetto [Elena, Olimpia, Doralbo, Nardullo, Marzucco], 7 – [Aria Corallina], 8 – Finale. Tutti questi brani musicali sono autografi di Spontini, inframmezzati da recitativi secchi scritti da un’unica mano ma non autografi di Spontini. I recitativi secchi, infatti, tranne isolatissime eccezioni, non venivano composti dal Maestro incaricato di scrivere la musica dell’opera, ma da qualche più umile e oscuro aiutante. Sinossi tratta da: Alberto Ghislanzoni, “Gaspare Spontini. Studio storico-critico”, Edizioni dell’Ateneo, Roma (1951) LA FUGA IN MASCHERA Il Teatro Nuovo di Napoli presentò nella stagione d’autunno del 1798 dopo La Finta Filosofa, le opere Un imbroglio ne porta un altro di G. Palomba, musica di Luigi Mosca, Un viaggiatore ridicolo di D. Piccinni, musica di Giuseppe Elia; nella stagione di carnevale, tra fine dicembre 1799 e il marzo 1800, presentò Gli sposini in cimento di Sav. Zini musica di L. Mosca, L’Avaro di Valentino Fioravanti, e quindi una nuova opera di Spontini La Fuga in Maschera, commedia in due atti di G. Palomba. IL LIBRETTO E LA MUSICA Personaggi sono i seguenti: Elena figlia di Marzucco destinata in moglie al Dott. Filelbo; Olimpia sua cugina, signorina presuntuosa e bas bleu; Corallina ragazza girovaga con una lanterna magica, tradita in amore da Doralbo; Nardullo suo fratello astuto contadinotto; Marzocco pittore fanatico; Nastagio suo servo; Doralbo, medicastro che si fa chiamare dottor Filelbo. La scena in un villaggio sopra Napoli chiamato L’Infrascata. Gli interpreti furono rispettivamente: Francesca Festa (Elena), Vincenza Fedi (Olimpia), Angela Albertini (Corallina), Carlo Casaccia (Nardullo), Giovanni Pace (Marzucco), Pietro Sambati (Nastagio), Giovanni Ricupito (Doralbo). Atto primo. Marzucco ha appena finito di dipingere il ritratto di sua figlia Elena e in presenza del servo lo elogia oltre misura, ma Nastagio dichiara francamente che il quadro è più bello dell’originale. Elena è innamorata del contadinotto Nardullo e gli dà un appuntamento. Sopraggiunge il padre e Nardullo si cela rapidamente dietro il quadro di Elena. Marzucco presenta al pretendente dott. Filelbo il ritratto invece della figlia, e volgendo le spalle al quadro ne descrive le bellezze. Nel frattempo Nardullo ha tagliato con un coltello la tela in corrispondenza del volto di Elena, vi pone la sua faccia e così appare al dott. Filelbo, il quale naturalmente non resta troppo soddisfatto della bellezza della sposa destinatagli. Elena dal canto suo disprezza il medicastro, ma la cugina Olimpia gli offre la propria mano regalandogli un quadretto a testimonianza del suo amore. Doralbo acconsente, col patto però che Corallina, da lui sedotta, venga allontanata dalla casa; ma Corallina stando in ascolto sorprende la nuova avventura amorosa di Doralbo e decide di vendicarsi. Marzucco fa intanto una dichiarazione d’amore a Corallina che gli serve da modella, e con l’occasione la ragazza gli svela che in casa si trova un ladro, riconoscibile per un quadretto che porta con sé. Senonché Doralbo stando a spiare ha assistito alla scena e, appena può, nasconde il quadretto di Olimpia tra le vesti di Nardullo. Marzucco, ricercando il malandino, trova il quadretto presso Nardullo. Il povero giovanotto viene insultato da tutti come delinquente, finché riesce a giustificarsi smascherando Doralbo. Elena suppone che il quadretto sia dono di altra innamorata di Nardullo e si ingelosisce. Ma ecco che subentra una nuova complicazione: per vendicarsi di Doralbo, Nardullo gli ruba il portamonete; Doralbo se ne accorge, se lo riprende e lo consegna a Corallina per ripagare il suo tradimento. Olimpia pretende ora da Nardullo il pagamento del quadretto, ma questi è al verde perchè gli è stato di nuovo tolto il portamonete; cerca così di svignarsela. Intanto Doralbo e Corallina si sono messi d’accordo, e ideano di burlarsi di tutti in una seduta spiritica. Montano un apparecchio dietro al quale si nasconde Doralbo per imitare gli spiriti, ma al momento culminante perde coraggio, e senza esser visto si dilegua. Al suo posto, Nardullo va dietro al congegno parlante. I presenti interrogano l’oracolo, Elena al suono di un’arpa, Doralbo con l’accompagnamento di un clarino, Olimpia al suono di un oboe. Ma nessuno si muove, nessuno risponde. Allora Marzucco prova con corni e bassi: Spiritello, a suon di corno con i bassi e con i gravi io ti chiamo e ti ritorno con gran forza a scongiurar. Ed ecco che finalmente gli spiriti (cioè Nardullo) predicono che Nardullo sposerà la bella ragazza. Elena rimane tutta soddisfatta, Marzucco e Doralbo restano invece delusi. Atto secondo. Doralbo confessa a Marzucco che la seduta spiritica è stata una finta, pertanto chiede nuovamente la mano di Elena. Olimpia che ha spiato la conversazione gli chiede di giustificarsi e Doralbo dovrebbe rassegnarsi acchè Nardullo conquisti la mano di Elena; tuttavia non rinunzia alle sue speranze. Corallina rimprovera ad Elena di aver rifiutato Doralbo; ne segue una lite violenta perchè le due donne vogliono strapparsi gli occhi a vicenda. Doralbo ottiene che Marzucco gli prometta per iscritto la mano della figlia, ma anche Nardullo tanto insiste su Marzucco, che questi finisce col promettere anche a lui la mano di Elena. Infine Marzucco segna una terza dichiarazione, con cui promette ad Olimpia il dottore in luogo di Elena. Ma tutte queste promesse di Marzucco si vengono a scoprire in un incontro, cosicché egli cade in grave imbarazzo. Si stabilisce di preparare una festa di carnevale dal titolo “la fuga in maschera”. Il servo Nastagio che ne è l’organizzatore, propone che Elena compaia come barcaroletta, il dottore come barcaiolo, Olimpia come giardiniera e Nardullo come giardiniere. Senonchè, le due donne si scambiano gli abiti e durante la festa le coppie si incontrano secondo il progetto. Troppo tardi Doralbo s’accorge di essere stato giocato poiché Elena e Nardullo sono fuggiti insieme, ma alla fine si rassegna al destino e si unisce agli altri nel coro conclusivo: Dunque torni l’allegria.