Carpino bianco - Consiglio Regionale della Basilicata

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Carpino
bianco
Caratteristiche morfologiche
Albero alto 10-12 metri con fusto eretto. Corteccia
liscia, di colore grigio cenere. Chioma densa, ovale
ed allungata.
Aspetti botanici
Foglie di forma ovato oblunga di (4-10 x 2,5-5)
cm., con margine doppiamente seghettato. Pianta
monoica. Il frutto è un achenio ovoidale protetto da
brattee fruttifere trilobate. Apparato radicale superficiale.
Areale
Pianta originaria dell’Europa centrale. In Italia si
ritrova lungo l’arco Alpino e nell’Appennino centrosettentrionale (meno frequentemente in quello
meridionale). Specie sciafila che predilige i terreni
sciolti e profondi.
In Basilicata è presente nei boschi di latifoglie
decidue presso i Comuni di Muro Lucano, Potenza,
sul massiccio del Pollino, sul M.te Arioso e sul M.te
Volturino.
Utilizzo principale
Legno di colore bruno-rosso chiaro, duro e pesante,
solitamente destinato alla combustione od alla produzione di piccoli utensili.
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Famiglia: CORILACEE
Genere: CARPINUS
Carpinus betulus
European hornbeam
Curiosità
Il nome deriva dal celtico car (legno) e pen (testa),
ovvero legno atto a fare i gioghi per i buoi; specie
miglioratrice del terreno; difficilmente forma boschi
puri e, di norma, si trova associato al faggio ed al
cerro.
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Carpino
nero
Caratteristiche morfologiche
Albero alto 15-20 metri con fusto eretto. Corteccia
screpolata in età adulta, di colore rossastro tendente al nero. Chioma meno espansa del Carpino bianco, di forma conico-allungata.
Aspetti botanici
Foglie di forma ovale ed acuminata, con margine
doppiamente seghettato più evidente che nel C.
bianco, lucide sulla pagina superiore e finemente
pelose sulle nervature della pagina inferiore. Pianta
monoica. Il frutto è un achenio (di 4-5 mm) liscio.
Apparato radicale superficiale.
Areale
Pianta originaria dell’Europa meridionale. In Italia
vegeta lungo il basso arco Alpino e nell’Appennino.
Specie termofila, mediamente esigente nei confronti della luce (sciafila in gioventù), non ha esigenze
particolari nei confronti del terreno.
In Basilicata è presente nei boschi di latifoglie
decidue, spesso associato alla roverella. Si ritrova
presso Potenza, Balvano, Muro Lucano, San
Severino Lucano (bosco Magnano).
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Famiglia: CORILACEE
Genere: OSTRYA
Ostrya carpinifolia
Hop hornbeam
Utilizzo principale
Legno di colore rossiccio, poco durevole, solitamente destinato alla combustione od alla produzione di
piccoli utensili.
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Castagno
Caratteristiche morfologiche
Albero con portamento maestoso alto 15-30 metri e
con diametro anche di 6-8 metri. Fusto dritto ed a
rapida ramificazione. Corteccia liscia (che tende a
fessurarsi con l’età), di colore grigio-olivastro e con
lenticelle biancastre dalla forma tondeggiante sui
rami più giovani. Chioma espansa e rotondeggiante.
Aspetti botanici
Foglie di (12-20 x 3-6) cm., di colore verde intenso sulla pagina superiore, di consistenza coriacea
e dentellate ai margini. Pianta monoica (i fiori
femminili, alla base di quelli maschili, sono protetti da un involucro squamoso che dopo la fecondazione darà origine al “riccio”). Frutti (“acheni”
recanti 2-3 castagne) protetti da un involucro
liscio e coriaceo di colore bruno-scuro. Apparato
radicale sviluppato ma non molto profondo.
Areale
Originario dell’Europa sud-orientale, in Italia si
ritrova lungo il piano medio-montano dell’Appennino, le prealpi e le Alpi, laddove sono presenti
favorevoli condizioni podologiche (terreni leggeri,
freschi e sciolti) e climatiche (è una specie mesofila
nei riguardi di temperature ed umidità e moderatamente eliofila).
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Famiglia: FAGACEE
Genere: CASTANEA
Castanea sativa
Chestnut
In Basilicata è presente nella Provincia di Potenza,
in particolar modo lungo le pendici del M.te Vulture
e nei comuni di Pignola, Tito, Calvello, oltre che nel
Parco regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti lucane e nel lagonegrese.
Utilizzo principale
Legno mediamente pesante, con alburno e durame
differenziati che tende, però, a spaccarsi; è destinato alla produzione di paleria, di mobili rustici ed in
falegnameria.
Curiosità
Il nome deriva da Kastanis, città dell’antico Ponto,
regione della Turchia sul Mar Nero, dove i castagni
erano particolarmente numerosi; i semi ricavati
dalle “castagne” rappresentano un apprezzato alimento; il castagno è molto ricco di tannino (elevato
potere astringente); dalla corteccia lo si estrae per la
concia delle pelli; sempre dalla corteccia si ricava un
infuso utile per gargarismi (contro le piccole ulcere);
dalle foglie si ricava un infuso utilizzato per le infezioni dell’apparato respiratorio; vive anche 500
anni.
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Cedro
dell’Atlante
Caratteristiche morfologiche
Grande albero alto sino a 50 metri e capace di raggiungere diametri di 1,5 metri. Corteccia liscia e
lucente, di colore grigio chiaro in età giovanile,
tende a screpolarsi con il passare del tempo.
Portamento slanciato ed elegante negli esemplari
giovani, con chioma espansa in quelli adulti.
Aspetti botanici
Aghi lunghi 1,5-2,0 cm e riuniti a ciuffetti (di oltre
40) sui brachiblasti. Strobili di colore bruno ed eretti (hanno una caratteristica conformazione a
“botte”).
Areale
Specie originaria del nord Africa, si è diffusa in
Europa nel secolo scorso sia come pianta ornamentale che come essenza forestale. Il cedro dell’Atlante
cresce su svariati terreni (anche sterili). Specie eliofila in grado di sopportare la siccità estiva, è comunque legata a una certa umidità e teme i geli prolungati. Si distingue dal cedro del Libano (alquanto
simile nel portamento) per la chioma conica degli
esemplari adulti e per gli aghi più corti.
In Basilicata è impiegato come pianta ornamentale.
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Famiglia: PINACEE
Genere: CEDRUS
Cedrus atlantica
Atlas cedar
Utilizzo principale
Il legno, di colore bruno e tenero, è molto odoroso e
durevole, nonchè resistente agli agenti atmosferici.
Curiosità
Il cedro dell’Atlante e quello del Libano sono specie
interfeconde e generano ibridi di difficile differenziazione.
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Cedro
Deodara
Caratteristiche morfologiche
Grande albero alto sino a 70 metri e capace di raggiungere diametri di 3,5 metri. Rami principali piuttosto esili e suborizzontali. Chioma piramidale e con
cima ricurva sin da giovane.
Aspetti botanici
Aghi lunghi 2,5-5,0 cm, non rigidi e riuniti a ciuffetti sui brachiblasti. Strobili grandi 7-12 cm, di colore
bruno, ovoidali ed eretti (hanno una caratteristica
conformazione a “botte”).
Areale
Specie originaria dell’Hymalaya, si è diffusa in
Europa nei primi del ‘900 come pianta ornamentale. Il cedro Deodara è abbastanza esigente nei confronti del terreno. Specie igrofila e lucivaga (anche
se con minori esigenze di luce rispetto all’Atlantica).
In Italia ha dato buoni risultati nella zona del castagno (con trasgressioni inferiori e superiori).
In Basilicata è presente come pianta ornamentale.
Utilizzo principale
Il legno è di buona qualità e molto durevole.
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Famiglia: PINACEE
Genere: CEDRUS
Cedrus deodara
Deodar cedar
Curiosità
Nella sua zona d’origine è noto come “albero degli
dei”, circostanza legata sia al portamento maestoso
che alla immarcescibilità del suo legno, utilizzato
per realizzare i sarcofagi delle mummie.
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